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Stradario di Livorno - Wikipedia

Stradario di Livorno

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Questo elenco o glossario, per la vastità dell'argomento preso in considerazione, è da considerarsi un lavoro in corso in continuo aggiornamento. Se puoi, provvedi ad aggiungere qualche nuovo dato o compilare/ampliare qualche voce. Grazie.
Indice
A B C D E F G H I J K L M N O P Q R S T U V W X Y Z ?
Per approfondire, vedi la voce #Toponimi scomparsi.
Per approfondire, vedi la voce #Bibliografia.

In questo Stradario di Livorno sono compresi i nomi di strade, piazze e luoghi del territorio comunale di Livorno e la loro storia, sia di quelli attuali che di quelli non più esistenti.

[modifica] Introduzione

Le origini dei nomi di strade e piazze costituiscono una parte della storia di una città, con richiami a fatti e personaggi anche minimi ma comunque degni di un certo interesse.

In epoca pre-unitaria una strada comunitativa ("della Comunità", cioè "comunale") per essere tale doveva soddisfare una delle due seguenti condizioni: unire un borgo alla città oppure unire due chiese tra loro; se nessuna delle due condizioni esisteva, la strada era classificata come vicinale cioè non appartenente alla comunità e quindi privata, seppur aperta al transito pubblico (in pratica una strada di campagna). A sua volta un borgo per essere definito tale doveva avere una chiesa.

Il nome di una strada può indicare la sua destinazione provenendo dalla città, per esempio via di Coteto, via dell'Origine, via del Ponte dei Lami.

Tra i primi nomi che le strade anticamente ricevevano ci poteva essere quello della famiglia proprietaria dei terreni sui quali la strada stessa veniva aperta; in seguito molti di questi toponimi furono cambiati ma alcuni esistono ancora oggi (Azzati, Castelli, Cavalletti, Chiellini, ecc.).

Molti nomi della vecchia Livorno derivavano da quelli di locande e osterie: Bandiere, Angiolo, Frascato, Unghero, Falcone, Frusta, Satiro, Cappello, Oro, ecc. Altre strade prendono nome dai mestieri che vi si esercitavano: Materassai, Pellicciai, Lavandaie, ecc.

Le intense attività commerciali legate ai traffici portuali portarono alla creazione di numerosi magazzini per le merci che a loro volta dettero il nome alle strade sulle quali si affacciavano: acciughe, bottini dell'olio, uffizio dei grani, ecc.

Anche la tradizione politica democratica formatasi a Livorno durante il Risorgimento ha influito sulla toponomastica con le numerose strade dedicate a fatti e personaggi di quel periodo storico. Oltre alle dediche generiche all'indipendenza, al risorgimento e all'unità d'Italia, si trovano Giuseppe e Anita Garibaldi, Nino Bixio, i Mille e i garibaldini Andrea e Jacopo Sgarallino, Giuseppe Cesare Abba, Giuseppe Bandi, Corrado Dodoli, Vincenzo Malenchini e Giovanni Salvestri; Giuseppe Mazzini, la Giovine Italia e i mazziniani Carlo Bini, Adriano Lemmi e Aurelio Saffi; i difensori di Livorno del 1849 Enrico Bartelloni, Giovanni Battista Maggini, Pietro Martini, Marco Mastacchi e la data dell'undici maggio che ricorda l'assedio della città da parte degli austriaci; Cavour e i comandanti italiani nelle guerre di indipendenza Diego Angioletti, Alfredo Cappellini, Enrico Cialdini; scontri e battaglie di Aspromonte, Bezzecca, Calatafimi, Mentana, Palestro, Pastrengo, Solferino, Vascello, Villa Glori e la data del venti settembre che ricorda la breccia di Porta Pia. Sono presenti nche numerosi altri personaggi attivi durante il Risorgimento: i fratelli Bandiera, i fratelli Cairoli, Oreste Franchini, Francesco Domenico Guerrazzi, Goffredo Mameli, Daniele Manin, Giovanni Marchi, Carlo Meyer, Silvio Pellico, Carlo Pisacane, i fratelli Poerio e Tito Speri.

Altro periodo storico che ha influito sulla toponomastica cittadina è la seconda guerra mondiale e la resistenza: Brigata Garibaldi, i martiri delle Fosse Ardeatine (anche via delle Fosse Ardeatine): Pilo Albertelli e Ilario Zambelli; Bruno Buozzi, i caduti di marzabotto, i caduti nei lager nazisti e gli ebrei vittime del nazismo.

Alcuni quartieri di recente costruzione hanno strade con nomi a tema: le strade del quartiere Coteto, costruite nei primi anni Sessanta, hanno i nomi delle regioni italiane, alcune strade del quartiere La Rosa hanno nomi di piante ornamentali (Abetelle, Agavi, Oleandri, Ortensie), quelle del quartiere Scopaia (costruite negli anni Novanta) sono intitolate alle varie nazioni europee, e alcune della zona artigianale del Picchianti agli antichi mestieri.

[modifica] A

Via Giuseppe Cesare Abba
ha questo nome dal 1960, anno in cui fu costruita.
Via delle Abetelle
strada realizzata nel 1971 fu inizialmente chiamata via del Vecchio Botro (dal fosso che qui scorreva e che poi fu coperto), ma già dall'anno successivo cambiò nome in quello attuale.
Via Abruzzi
fa parte della zona del quartiere di Coteto costruita negli anni Sessanta; molte delle sue strade sono intitolate a regioni italiane. La strada ebbe questo nome nel 1960.
Via Accademia Labronica
l'Accademia Labronica fu costituita nel 1816 per promuovere la scienza, l'arte e la letteratura, e terminò la sua attività alla fine del XIX secolo. La biblioteca dell'accademia costituì il nucleo dell'attuale Biblioteca Labronica (cfr. [1]). La strada ebbe questo nome nel 1951, perché l'anno precedente fu posta nelle sue vicinanze la Biblioteca Labronica, all'interno della Villa Fabbricotti.
Via delle Acciughe
ebbe questo nome nel 1870, in precedenza si chiamò via del Palazzaccio (fin da prima del 1784, perché l'adiacente palazzo Rosciano fu danneggiato dal terremoto del 1742) e stradino di Venezia Nuova. Il nome attuale deriva dalla presenza dei magazzini delle acciughe.
Via degli Acquaioli
Via degli Acquedotti
ebbe questo nome da prima del 1846 ma è conosciuta anche come via degli Archi, in riferimento alle arcate dell'acquedotto di Colognole, presenti alla fine di questa strada.
Calata Addis Abeba
Via Luigi Ademollo
la strada ebbe questo nome il 3 settembre 1939.
Via Adriana
ha questo nome da prima del 1846. Dal 1918 al 1945 si chiamò via Pietro Badoglio. Nel 1864 vi fu costruita la caserma dei Tranquilli (così detta perché di faccia alla via omonima) che funzionò da panificio militare fino al 1896, anno in cui fu chiuso perché da allora in poi il pane per i soldati di stanza a Livorno fu fatto venire da Lucca.
Via Adua
ebbe questo nome nel 1940, in precedenza (da prima del 1846) fece parte di via del Cimitero inglese e via degli Inglesi, perché nelle sue adiacenze furono costruiti la chiesa e il cimitero anglicani.
Via dell'Agave
ebbe questo nome nel 1962, anno in cui fu realizzata.
Via Agreste
Via degli Albatri
ebbe questo nome nel 1966, anno in cui fu realizzata.
Via Don Davide Albertario
sacerdote (Filighera, 16 febbraio 1846 - Carenno, 21 settembre 1902), giornalista impegnato in campagne stampa contro le ingiustizie sociali (cfr. [2]). La strada ha questo nome dal 1960.
Via Pilo Albertelli
professore di filosofia (Parma, 10 ottobre 1907 - Roma, 24 marzo 1944), martire delle Fosse Ardeatine e medaglia d'oro della Resistenza italiana (cfr. [3] e [4]). La strada ha questo nome dal 1950.
Viale Vittorio Alfieri
in origine fece parte della strada regia Suburbana e poi di via di Corconvallazione. Il 21 febbraio 1927 ebbe il nome attuale.
Via Salvador Allende
Via dell'Alloro
la strada ebbe questo nome nel 1958, anno in cui fu realizzata.
Via Piero Aloisi
mineralista (1881 - 1938), studiò in particolare le rocce dell'Isola d'Elba (cfr. [5] e [6]). La strada ha questo nome dal 1966.
Banchina Alto Fondale
Via dell'Ambrogiana
la strada esiste da prima del 1582 e in origine si chiamava via dell'Imbrogiana (fino al 1845) o dell'Imbragiana, ma era comunemente nota anche come via dell'Erbuccia. Il 29 settembre 1891 fu qui trasferito dalla vecchia sede dietro la chiesa del Soccorso l'Istituto delle Terziarie serve di Maria, il cui scopo era l'istruzione delle bambine povere. L'istituto fu fondato nel giugno 1888 dalla scrittrice e filantropa Livia Bianchetti. In questa strada vi erano anche la cappella dell'Addolorata e la cappella Gherarducci.
Corso Amedeo
figlio di re Vittorio Emanuele II d'Italia e primo duca d'Aosta. In origine fece parte di via delle Spianate, poi di via della Ragnaia (ma solo il tratto compreso tra via Mentana e via dell'Origine) e dal 5 settembre 1836, di Corso reale, con riferimento ad una corsa di cavalli che si svolgeva ogni anno in questa strada per ricordare l'inaugurazione della chiesa del Soccorso. Nel 1871 le fu assegnato il nome attuale. Fino al 1927 la strada comprese anche le attuali via Pio Alberto Del Corona e via Ferdinando Magagnini. Intorno al 1825 il tratto compreso fra via Da Lardarel e via Mentana si chiamò anche via del Sorelli.
Via Giovanni Amendola
ebbe questo nome nel 1953.
Via degli Ammazzatoi
strada a fondo cieco che prima del 1846 si chiamò via degli Ammazzatoi Nuovi (per distinguerla da via degli Ammazzatoi, l'attuale via del Leone, e da via degli Ammazzatoi Vecchi, parte dell'attuale via dell'Uffizio dei Grani) e via del Pallone. Prende nome dai vicini Macelli Pubblici.
Andana delle Ancore
Scali delle Ancore
ha questo nome da prima del 1784, in riferimento ad una fabbrica o magazzino di ancore esistente fin dal 1546. Vi era la sede dei magazzini di generi alimentari. In fondo alla strada vi era una scala che saliva al vecchio ponte di Santa Trinità, scomparsa con la distruzione del ponte. Recentemente ne è stata realizzata un'altra che sale al nuovo ponte di Santa Trinità (costruito nei primi anni Novanta).
Andana degli Anelli
Via Don Roberto Angeli
sacerdote (Schio, 3 luglio 1913 - Livorno, 26 maggio 1978), sopravvissuto a vari campi di sterminio durante la seconda guerra mondiale.
Via Diego Angioletti
generale (Livorno, 1822 - 1905), senatore, ministro della Marina nel governo La Marmora. Ha questo nome dal 3 ottobre 1927.
Via dell'Angiolo
il nome si riferiva all'osteria dell'Angelo che a sua volta prendeva forse nome dall'omonima moneta. Prima del 1784 la strada era divisa in cinque parti che si chiamavano: via dell'Angiolo (fra via Grande e via delle Galere), via del Frascato (dal nome di una locanda, prima si chiamò via del Sottile; fra via delle Galere e via della Posta), via dei Bacchettoni (fra via della Posta e via dell'Orto), via degli Scalpellini (fra via dell'Orto e il ponte della Fortezza Nuova), via della Fortezza Nuova (ma anche via dell'Olmo, prima del 1784 e in seguito via della Pescheria nuova; fra il ponte e gli scali del Vescovato). Nel 1784 tutte e cinque le parti vennero riunite sotto la denominazione di via dell'Angiolo, nel 1964 scomparve il quarto tratto con la realizzazione della via degli Avvalorati, mentre il quinto tratto nel 1970 venne rinominano via Monsignor Filippo Ganucci. Bacchettoni era il nome di una congregazione religiosa, la Compagnia delle Stimmate di San Francesco, detta dei "van chetoni" o "Bacchettoni", che in questa strada aveva una chiesa.
Via dell'Antica Polveriera
prende questo nome da una polveriera costruita nel 1720 e demolita nel 1827. In fondo alla strada vi era la fornace dei vetri, già abbandonata agli inizi del Novecento. Nella Villa Bacci fu aperto un asilo per i bambini poveri nel 1901 ad opera delle Sorelle dei poveri di Santa Caterina da Siena.
Antignano (frazione)
frazione a sud della città, prende nome da un gentilizio romano, probabilmente Antinius o Antonius, proprietario del fondo sul quale nacque il primo nucleo abitato della frazione. Una falsa etimologia voleva che il nome derivasse da un'espressione ante ignem perché una colonna di legionari in marcia avrebbe incontrato un incendio dopo aver superato la località. Il villaggio è attestato già nel 1326 e la sua chiesa era già esistente nel 1370.
Viale di Antignano
si estende sul lungomare dai Tre Ponti al castello di Antignano (costruito da Cosimo I nel 1567); fino al 1888 aveva un tracciato più tortuoso perché seguiva il profilo della costa ma in quell'anno fu rettificato con un tracciato più lineare. In precedenza si chiamò via della Barcaccia fino al 1888 (e con questo nome si estendeva oltre Quercianella), viale Principe di Napoli dal 25 maggio 1888 al 1918, e viale Vittorio Emanuele III dal 21 maggio 1918 al 1946, anno in cui ricevette il nome attuale.
Via dell'Antimonio
Via Giulio Anzilotti
medico chirurgo (1874 - 1959), fu anche membro del consiglio provinciale di Livorno dal 1956 alla sua morte. La strada ha questo nome dal 1970.
Via degli Apostoli
la strada fu così chiamata intorno al 1870, dal nome dalle chiesa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo costruita nel 1829.
Via degli Archi
nel 1871 le fu dato questo nome dalle arcate presenti ai due ingressi della strada. In precedenza si chiamò via dei Palandri (da prima del 1846) dal nome della famiglia proprietaria dei campi nei quali fu aperta la strada. Qui ai primi del Novecento si trovava una fabbrica di vernici, soprattutto di biacca e carbonato di piombo. Via degli Archi è anche il nome con il quale è comunemente nota l'attuale viale degli Acquedotti.
Ardenza (frazione)
si è supposto che il nome derivi dal latino ardentia, "che arde", forse in riferimento ad un fuoco di segnalazione per le navi. Sembra però che nome derivi dal torrente che scorre nelle sue vicinanze, attestato in documenti altomedievali come flumine lardensae.
Porticciolo di Ardenza
Via dell'Ardenza
ebbe questo nome nel 1954. Fino ad allora fece parte di via del Littorale, che si estendeva fin oltre Quercianella.
Via dell'Arena Alfieri
prende nome da un teatro all'aperto costruito nel 1841 fu aperta nei terreni della famiglia Messeri e ora scomparso, che inizialmente si chiamò Arena degli Acquedotti e poi Arena Alfieri, per cui anche la strada seguì queste denominazioni (prima via dell'Arena degli Acquedotti e poi via dell'Arena Alfieri).
Via degli Arrotini
Piazza dell'Arsenale
prende nome dall'Arsenale delle Galere costruito da Ferdinando I nel 1603. In precedenza fece parte di piazza di Porta Murata e poi di via Calafati. La piazza fu ampliata nel 1857 con l'interramento del canale dei Francesi (detto anche "fosso morto"). Nella piazza vi erano delle case che furono demolite per costruire la barriera del porto. Addossata all'arsenale si trovava anche una chiesa dedicata alla Madonna, a San Pietro e a Sant'Elmo, popolarmente chiamata "Madonnina del buon viaggio" perché chi partiva o tornava da viaggi per mare (specialmente marinai e pescatori) vi faceva o scioglieva voti. La chiesa fu aperta il 5 aprile 1704 ma l'11 maggio 1784 il granduca Pietro Leopoldo ordinò all'ultimo cappellano don Giovanni Graffeau di chiuderla, fra le resistenze dei maestri d'ascia che pregarono il granduca di tenerla aperta. Fu sconsacrata dal giansenista Baldovinetti l'11 gennaio 1878 e venduta con tutto ciò che conteneva; metà del ricavato andò al patrono della chiesa, il capitano Angiolo Vincler. Fu riaperta per breve tempo durante la rivolta popolare del 1790 ma poi demolita nello stesso anno.
Via dell'Arsenale
Via dell'Artigianato
si chiamò via del Poggetto e Picchianti (con riferimento al Poggetto di Santo Stefano, nei pressi della chiesa omonima), poi strada del Picchianti fino agli anni Ottanta, quando ebbe il nome attuale. Indicazioni del 1576: campaccio de' Salviati, alle Pancane e viene a Ponte Arcione fino alla Fonte di Santo Stefano e luogo detto Chiesa di Santo Stefano, fra Ponte della Cigna fino alla strada Carrareccia che entra nella strada di Porto Pisano.
Piazza Artiglieria Folgore
Via Alfredo Ascoli
civilista (Livorno 1863 - 1942). La strada fu realizzata nel 1963 e ricevette questo nome nel 1964.
Via degli Asili
strada realizzata nel 1870 nei terreni dela famiglia Tonci e così chiamata dai due asili, maschile e femminile, intitolati a Enrico Mayer. Vi era anche l'ingresso ad un piazzale dove si trovava il teatro Arena Garibaldi.
Vicolo degli Asini
Via Aspromonte
in ricordo dello scontro fra truppe italiane e garibaldini avvenuto nel 1862. Ha questo nome dal 1962, anno del centenario dell'avvenimento.
Calata Assab
Piazza Atleti Azzurri
Piazza Attias
prende nome dalla Villa Attias, costruita da Giuseppe Attias nel 1664 e demolita nel 1968 per realizzare la piazza e nuovi edifici. Dal 1831 la località ebbe il nome di quadrivio Attias, poi largo Attias con la demolizione di alcuni edifici. Ebbe la forma attuale nel 1965 e il nome attuale il 5 febbraio 1966.
SS1 Aurelia
Variante Aurelia
Via Aurelia
Avamporto
uno dei bacini del porto di Livorno ed è delimitato dalla diga frangiflutti della Vegliaia, dal Molo Novo e dalla diga della Meloria.
Viale degli Avvalorati
prende nome dal Teatro dei Signori Accademici Avvalorati o semplicemente Teatro degli Avvalorati (a sua volta così chiamato dall'Accademia degli Avvalorati, un sodalizio di intellettuali cittadini formatosi nel XVIII secolo, cfr [7]). Il teatro, costruito nel 1782, entrò in possesso dell'Accademia nel 1790 e si trovava all'inizio della strada, di fianco all'attuale palazzo del Municipio. Il primo tratto della strada, da piazza del Municipio a via della Madonna, si chiamò da prima del 1784 via Dietro il Palazzo del Granduca e successivamente via dei Lavatoi vecchi o anche via del Tagliere a causa di un incidente avvenuto il 25 marzo 1793 (un tagliere cadde da una finestra ferendo mortalmente alla testa il commerciante Antonio Antoni); il secondo tratto, da via della Madonna all'attuale Piazza della Repubblica, si chiamò via dell'Orto perché fu aperta nell'orto appartenente al convento francescano retrostante la chiesa della Madonna. Altri nomi furono via delle Mummie e via del Teatro. La strada attuale è molto più larga di quella precedente la seconda guerra mondiale, a causa della distruzione di alcuni caseggiati (compreso il teatro) durante i bombardamenti anglo-americani.
Via Azzati
si chiama così da prima del 1846 e prende nome dalla famiglia che all'epoca possedeva immobili nella zona.

[modifica] B

Via Antonio Bacchelli
pianista (Livorno, 1944 - 1986).
Via Baciocchi
prende nome dalla Villa Baciocchi, appartenuta a Elisa Bonaparte, sorella di Napoleone Bonaparte e in seguito sede di un istituto per orfanelle. La villa fu distrutta durante il bombardamento aereo anglo-americano del 28 maggio 1943 che uccise 32 fra bambine e suore dell'istituto. In precedenza si chiamò via dei Platani.
Via Angiolo Badaloni
ingegnere (Livorno, 1849 - 1920). Diresse la costruzione della Scuola Elementare Antonio Benci (1893), del Mercato Centrale (1895) e dello Stabilimento Acque della Salute (1903). La strada ebbe questo nome nel 1938, anno in cui fu realizzata, e fu prolungata nel 1952 e nel 1956 fino al viale Alfieri.
Via dei Bagnetti
la strada prende nome da uno stabilimento balneare di acqua marina e di acqua dolce (I Bagnetti, in seguito chiamati Bagni Pacinotti, dal nome del proprietario), costruito nel 1808 e chiuso nel 1868. Quando fu costruito, lo stabilimento si affacciava sul mare aperto che invece adesso si trova a circa un chilometro di distanza, a causa delle banchine del Porto Industriale costruite in epoche successive.
Via dei Bagni
La strada fu realizzata nel 1838 e le fu assegnato il nome di via San Carlo, poi nel 1900 ebbe il nome attuale. Inizialmente era compresa fra via del Littorale e via Duca Cosimo, successivamente le fu aggiunta la parte che la congiungeva al viale di Antignano.
Via Giuseppe Baldini
pittore (Livorno, 1807 - 1876), maestro di Giovanni Fattori. La strada fu così denominata nel 1938.
Via della Banca
la strada, che fin da prima del 1784 si chiamò via delle Carceri e poi via delle Carceri Vecchie, si chiama così da prima del 1846 in relazione alla Banca di Sconto qui istituita nel 1837 al posto della precedente Cassa di Sconto creata nel 1816. La Cassa, prima banca di Livorno, era collegata alle attività di commercio soprattutto del porto e oltre al fondo di garanzia poteva contare sull'ipoteca messa dal granduca su un certo numero di beni demaniali per un valore superiore al capitale iniziale della Cassa. Il nome di via della Banca rimase fino al 1918 quando fu cambiato in via Pola. Le distruzioni della seconda guerra mondiale fecero scomparire la strada e il nome fu radiato nel 1951. Nel 1965 fu costruito il nuovo edificio della Banca d'Italia sul luogo dell'antica Banca di Sconto e l'anno successivo fu riassegnato alla strada il nome di via della Banca. Il nome via delle Carceri derivava dal fatto che sotto il palazzo del governatore (in corrispondenza dell'attuale Prefettura) si trovava la prigione. In questa strada si trovavano anche la chiesa delle Purificazione della Madonna, la chiesa dei Catecumeni, un edificio sede della camera di commercio, delle stanze dei ubblici pagamenti e della banca cooperativa popolare livornese e la tipografia di Marco Coltellini dove vennero pubblicate opere come la prima edizione di Dei delitti e delle pene (aprile 1764) e i 32 volumi dell'Enciclopedia Francese (1770-1779). La presenza della chiesa dei Catecumeni fu all'origine di uno dei nomi della strada (via dei Catecumeni): i catecumeni erano coloro che si erano convertiti al cristianesimo (generalmente schiavi moreschi del Bagno penale) ma che non avevano ancora ricevuto il battesimo. Il 10 giugno 1593 il granduca Ferdinando I emanò una legge che proibiva la propaganda cattolica e stabilì che l'età minima dei catecumeni fosse di 13 anni, affinché le conversioni fossero spontanee.
Via Giuseppe Bandi
giornalista, patriota e scrittore (Gavorrano, 1834 - Livorno, 1 luglio 1894), partecipò all'impresa dei Mille che narrò nel libro I Mille da Genova a Capua. Fu il fondatore nel 1877 del giornale cittadino Il Telegrafo (che attualmente si chiama Il Tirreno). Ebbe il nome attuale nel 1934, in precedenza faceva parte di via Garibaldi.
Via Fratelli Bandiera
ha questo nome dal 1934.
Via delle Bandiere
ebbe questo nome dopo il 1884 in riferimento ad un'osteria dallo stesso nome.
Via di Banditella
la Banditella è un territorio di forma rettangolare compreso tra il Rio Ardenza, il Botro Banditella, la via Aurelia e il Viale di Antignano. Il nome deriva dal fatto che in tale territorio era bandita la caccia (quando si trovava ancora bene al di fuori dei confini della città). Negli anni Ottanta vi è stato costruito un quartiere residenziale. Un tempo era conosciuta anche come via del Lupo.
Via Elia Baquis
oculista (1860 - 1941), la strada ebbe questo nome nel 1958.
Via Francesco Baracca
ebbe questo nome il 6 febbraio 1934.
Scali delle Barchette
la strada ha questo nome da prima del 1784, ma in precedenza si chiamò via dei Castellani perché probabilmente qui risiedevano i castellani della Fortezza Vecchia. Il tratto che collega gli scali a viale Caprera si chiamò via delle Lance (con riferimento ad un tipo di imbarcazione) fin da prima del 1846. Anche la scomparsa via Holt in precedenza si chiamò vicolo delle Barchette.
Via Padre Alessandro Baroni
teologo (1810 - 1887). La strada ebbe questo nome nel 1927.
Piazza Ilio Barontini
partigiano e senatore (morto nel 1951).
Piazza della Barriera Garibaldi
si chiamò piazza della Barriera Fiorentina fino al 1889 e prende nome dalla barriera doganale qui eretta nel 1837.
Piazza Enrico Bartelloni
patriota (Livorno, 8 novembre 1808 - 14 maggio 1849), uno degli animatori della Difesa di Livorno dall'assedio austriaco l'11 maggio 1849. Il piazzale fu realizzato nel 1835 con il nome di piazza della Porta San Marco (quella nuova costruita qui dopo la demolizione della precedente Porta San Marco in piazza dei Legnami). Nel 1889 cambiò nome in piazzale esterno Undici maggio, poi il 4 dicembre 1970 fu chiamata con il nome attuale.
Via Enrico Bartelloni
in origine si chiamò via Santa Caterina, poi da prima del 1784 si chiamò via degli Asini, perché qui si legavano gli asini che servivano a portare i prodotti al vicino mercato. Nel 1900 fu chiamata col nome attuale.
Via Cesare Bartolena
pittore (Livorno, 1830 - 1903). La strada ebbe questo nome con la delibera del 3 settembre 1938.
Via Giovanni Bartolena
pittore (Livorno, 1866 - 1942).
Piazza Cristian Bartoli
giovane tifoso del Livorno Calcio, morto in un incidente stradale.
Piazza Giampaolo Bartolommei
patriota (1810 - 1854). La piazza ebbe questo nome il 13 giugno 1899, in precedenza era anonima.
Via Basilicata
ebbe questo nome nel 1964, l'anno successivo alla sua realizzazione.
Via Bassa
strada esistente con questo nome da prima del 1846. Il nome deriva dal fatto che la strada è al di sotto del livello degli scali vicini.
Via della Bassata
la Bassata era un terreno compreso tra il Fosso dei Lazzeretti (che all'incirca seguiva le attuali Borgo San Jacopo e via San Jacopo in Acquaviva) e il mare. Questo terreno servì per estrarre materiale da usare nel riempimento dei bastioni del Mulino a Vento (attuale largo Fratelli Rosselli), del Casone (attuale piazza Cavour), di San Cosimo, della Fortezza Nuova e del Forte San Pietro. L'estrazione massiccia causò un notevole abbassamento del terreno, da cui il nome Bassata. La strada fu realizzata prima del 1896 e in precedenza si chiamò via Vecchia del Mulinaccio.
Via della Bastia
prende nome dalla Bastia di Porto Pisano, un fortilizio costruito nel 1421 quando subentrarono ai genovesi nel possesso del territorio. La Bastia era costruita in legno su una base di terra e pietre e si trovava probabilmente nei pressi del Borgo dei Lupi (attuale rione di S. Stefano ai Lupi, alla periferia nord della città). La strada esisteva già nel 1704 ma nel 1835 fu divisa in due dalle nuove mura cittadine e il nome rimase alla parte interna. Nel 1888 il nome fu esteso anche ad un tratto di strada che correva lungo le mura fino all'attuale piazza Undici Maggio. Qui si trovava anche l'ingresso al Tiro a Segno nazionale, un poligono di tiro lungo circa 400 metri fin quasi all'attuale Piazza della Barriera Garibaldi. Indicazione del 1559: sulla via di Pisa al ponticello della Fonte.
Via del Bastione
strada realizzata nel 1858 dopo la demolizione del vecchio Bastione del Mulino a Vento, al quale si riferisce il nome della strada. Si chiamò anche via del Corno.
Via Bastogi
la strada ebbe questo nome nel 1948, anno in cui fu realizzata. Il nome si riferisce ad una illustre famiglia livornese, dal senatore Pietro Bastogi (Livorno, 1808 - Firenze, 1899) al figlio Giovacchino (Livorno, 1851 - 1919) autore della autografoteca, al pronipote Ugo editore).
Via Cesare Battisti
la strada ebbe questo nome nel 1916, in precedenza si chiamò via dello Studio fin dalla sua realizzazione nel 1846. La strada fu realizzata su commissione di Annunziata Bargellini in Poggiali e su un terreno di sua proprietà.
Via Bat Yam
città portuale israeliana gemellatasi con Livorno nel 1962, anno in cui le fu dedicata questa strada.
Via Beato Angelico
la strada ebbe questo nome nel 1963, anno in cui fu realizzata.
Via Belgio
Largo Bellavista
ha questo nome dal 1946, in precedenza si chiamò largo Luigi di Savoia duca degli Abruzzi (dal 1931 al 1946). Con il nome di Bellavista fu chiamato anche il piazzale Alfredo Cappellini (fino al 1927) e piazza Luigi Orlando (fino al 1896).
Piazza Elia Benamozegh
la piazza fu creata nel 1866 con le demolizioni dei vecchi edifici e inizialmente si chiamò piazza Nuova. Nel 1930 fu intitolata a Benamozegh ma nel 1939 (con l'avvento delle leggi razziali) fu rinominata piazza XXIII Marzo, data di fondazione del Partito Nazionale Fascista, fino al 5 agosto 1943 quando tornò a chiamarsi piazza Nuova. Infine il 1 aprile 1946 fu ripristinato il nome di piazza Elia Benamozegh. Nel 1964 la piazza fu ampliata alle dimensioni attuali con la demolizione di alcuni vecchi edifici. Su questa piazza si affaccia la sinagoga della città, ricostruita nel 1960 sulle rovine della precedente, costruita tra il 1591 e il 1603 e distrutto dai bombardamenti aerei durante la seconda guerra mondiale. In questa piazza nel 1919 ci fu la prima sede del Fascio di Livorno.
Via Bengasi
la strada ebbe questo nome il 5 luglio 1930, anno in cui fu realizzata.
Via Benvenuto Benvenuti
pittore (Livorno, 1881 - 1959). La strada ebbe questo nome nel 1970, anno in cui fu realizzata.
Via Bernardina
la strada ha questo nome dal 1846 e fu allungata nel 1893 quando fu costruita la scuola Benci nella vecchia piazza Carlo Poerio. Nel 1960 un tratto della via Bernardina fu intitolato a Augusto Novelli.
Via Carlo Bernheimer
paleografo ebraico.
Scali Luigi Bettarini
architetto (Portoferraio, 1790 - 1850). Nel 1844 realizzò la grande copertura a volta del Fosso Reale (denominata Voltone) che costituisce l'attuale piazza della Repubblica. Durante i lavori per la costruzione della piazza, il tratto di fosso tra le attuali piazze Cavour e Garibaldi fu chiuso e prosciugato con le pompe a vapore situate nell'attuale via dei Mulini; un ponte di legno fu gettato tra questi scali e l'attuale piazza Venti settembre, fino al 1865 quando fu demolito. Fece parte degli scali San Cosimo e in seguito degli scali Saffi; nel 1927 ebbe il nome attuale.
Via Natale Betti
pittore (Livorno, 1826 - 1888), introdusse per primo la fotografia in città. La strada ebbe questo nome il 3 settembre 1938.
Via Bezzecca
la strada ebbe questo nome nel 1962.
Via Silvio Bicchi
pittore (Livorno, 1874 - 1948). La strada fu realizzata poco prima del 1958 e così chiamata nel 1960 perché Bicchi abitò nelle vicinanze.
Via Feliks Bikonacki
partigiano polacco imprigionato in Italia, liberato dopo l'8 settembre 1943 e caduto il 18 luglio 1944 combattendo contro i nazisti a Castellaccio, sulle colline livornesi. La strada ebbe questo nome il 9 marzo 1961.
Via Carlo Bini
patriota e scrittore (1806 - 1842). La strada fu realizzata tra i campi coltivati poco dopo il 1865, comprendendo anche via Corcos fino al 1873.
Via Nino Bixio
Bixio per un certo periodo soggiornò a Montenero, frazione di Livorno. La strada ebbe questo nome nel 1934.
Viale Giovanni Boccaccio
in origine si chiamò strada Suburbana e poi via di Circonvallazione. Nel 1927 fu chiamata via Fabbricotti e nel 1950 ebbe il nome attuale.
Boccale
località costiera a sud della città nei pressi del cimitero di Antignano, dove si trova una torre costruita prima del 1595 per la sorveglianza e la difesa costiera contro i pirati barbareschi. Nella seconda metà del XIX secolo la torre fu incorporata in una villa. Il nome deriva dalla bocca del fosso sottostante che fu adattata a piccola cala per l'ancoraggio di alcune imbarcazioni della guarnigione della torre. La località si chiama anche Maroccone (o Marroccone o Marrocone) fin dal 1600.
Via Luigi Boccherini
ha questo nome dal 1970, anno in cui fu realizzata.
Via Ermenegildo Bois
scultore (Livorno, 1863 - 1933). La strada fu realizzata nel 1957 e ebbe questo nome nel 1960.
Via Bonaini
dedicata allo storico Francesco Bonaini (1806 - 1874). Dal 1836 al 1874 si chiamò via della Pietà, in riferimento alla adiacente chiesa di Santa Maria del Soccorso.
Via Diomede Bonamici
bibliofilo e medico (1823 - 1912), direttore del lazzaretto dei malati di colera nel 1853. La strada ebbe questo nome il 3 novembre 1934, anno in cui fu realizzata.
Via Arnaldo Bonaventura
musicologo (1862 - 1952).
Viale Giovan Cosimo Bonomo
medico e naturalista (1665 - 1696). La strada ebbe questo nome nel 1941, in precedenza fece parte di via di Coteto.
Via Borra
la strada ebbe questo nome prima del 1736, in onore del marchese Marco Alessandro Del Borro che fu governatore di Livorno dal 1678 alla sua morte nel 1701. La strada si chiamò anche via Del Borro e via dell'Isolotto Primo e dal 1629 al 1676 qui fu la porta dei Navicelli, in prossimità del Ponte di Marmo.
Piazza Odoardo Borrani
pittore (Pisa, 1834 - Firenze, 1905).
Via Bernardetto Borromei
medico e primo gonfaloniere della città (19 marzo 1606). La strada ebbe questo nome il 2 maggio 1911, in precedenza fece parte di via del Platano.
Via Giosuè Borsi
scrittore e combattente (1888 - 1915), caduto durante la prima guerra mondiale. La strada ebbe questo nome nel 1927, in precedenza si chiamò via del Papanti (da prima del 1846) e poi via delle Ville.
Via del Bosco
ha questo nome dal 1860 e si riferisce al bosco dei frati Cappuccini, donato loro dal granduca Ferdinando I de' Medici nel 1587 e aperto al pubblico per molti anni. Prima del 1846 anche l'attuale via Cecconi si chiamò via del Bosco.
Via Luigi Bosi
architetto (Firenze, 1809 - Livorno, 1890). La strada ebbe questo nome il 3 ottobre 1927, in precedenza fece parte di via Cosimo Del Fante.
Via Sandro Botticelli
Via Bottini dell'Olio
prende nome dal deposito dell'olio contenuto in piccole cisterne quadrangolari, costruito da Cosimo III de' Medici nel 1705. La strada fiancheggia il deposito e inizialmente si chiamò Scali del Luogo Pio, poi dal 1784 circa Scali dei Bottini dell'Olio perché correva lungo il fosso antistante il deposito. Nel 1898 il fosso fu interrato e la strada assunse il nome attuale. Fu anche il nome del primo tratto degli scali del Luogo Pio (quello verso il forte San Pietro), il secondo (quello verso la chiesa di Crocetta) si chiamò Scali della Casa Pia.
Via Roberto Bracco
giornalista e poeta (1862 - 1943). La strada ebbe questo nome nel 1962, centenario della nascita.
Via Brigata Garibaldi
la strada ebbe questo nome nel 1949, anno in cui fu realizzata, e allungata nel 1962.
Piazza Benedetto Brin
dal 1903 al 1948 si chiamò con questo nome anche l'attuale piazza Giuseppe Emanuele Modigliani.
Via Benedetto Brin
si chiama così dal 22 luglio 1889 in onore del promotore dell'Accademia Navale.
Via Giordano Bruno
la strada ha questo nome dal 1949, anno in cui fu realizzata. Il nome di Giordano Bruno fu dato anche all'attuale via della Madonna dal 1901 al 1925 e all'attuale piazza dei Domenicani dal 1888 al 1938.
Buffone
toponimo attestato a Montenero fin dal 1626, riferito ai terreni di proprietà del commerciante Antonio Buffone, dove venne edificata una villa con lo stesso nome e che inizialmente appartenne ai Medici. Si trova sul lato mare di via di Montenero, nei pressi di Piazza delle Carrozze.
Via Buia
la strada esiste con questo nome da prima del 1784 e si chiama così perché era priva di illuminazione; in precedenza si chiamò via Dietro il Palazzo dei Franceschi.
Via Filippo Buonarroti
patriota (Pisa, 1761 - Parigi, 1837). La strada ebbe questo nome nel 1953, anno in cui fu realizzata.
Via Buontalenti
la strada ha questo nome dal 1866, in precedenza si chiamò via San Cosimo. Il nome ricorda l'architetto Bernardo Buontalenti che nella seconda metà del XVI secolo diresse i lavori di ampliamento del porto, delle mura e delle fortificazioni di Livorno. Il tratto fra via della Misericordia e via Del Fante si chiamò via dello Sdrucciolo, sdrucciolo San Cosimo e sdrucciolo del Forte San Cosimo perché qui esisteva una rampa che dava accesso al Bastione San Cosimo.
Via Bruno Buozzi
sindacalista e deputato (1883 - 1944), ucciso a Roma dai tedeschi durante la seconda guerra mondiale.
Via Ferruccio Busoni
musicista (1866 - 1924). La strada ebbe questo nome nel 1960.
Via Luciano Bussotti
è il nome assunto negli ultimi anni dal tratto est di via Luzzatti.
Via Giorgio Byron
Byron soggiornò a Montenero nella villa Dupouy nell'estate 1822 dove si incontrò con Shelley fino alla morte di questi in mare. All'epoca la villa apparteneva al commerciante inglese Francesco Germy che la lasciò per testamento il 4 giugno 1781 alla nazione inglese di Livorno. Il 13 agosto 1784 fu venduta al commerciante livornese G. N. Bertolli. La strada ebbe questo nome nel 1900, in precedenza si chiamò via Terrazzini e prima ancora via traversa delle Case Nuove.

[modifica] C

Via Vincenzo Cabianca
pittore (Verona, 1827 - Roma, 1902).
Via Luigi Cadorna
la strada fu realizzata nel 1858 con la rettifica del tracciato del Fosso Reale e fece parte dell'attuale via Tre Novembre fino al 29 dicembre 1928, quando ebbe il nome attuale.
Via Caduti del Lavoro
la strada fu realizzata nel 1963 ed ebbe questo nome nel 1964.
Via Caduti di Marzabotto
ebbe questo nome nel 1966, in ricordo della strage di Marzabotto ad opera dei nazisti.
Via Caduti Forze di Polizia
Via Caduti nei Lager Nazisti
Via Cairoli
il nome ricorda i fratelli Cairoli (tra cui Benedetto) che combatterono nelle guerre risorgimentali. Da prima del 1784 si chiamò via delle Quattro cantonate ("quattro cantonate degli ebrei" era il nome che indicava il punto d'incontro fra via di Franco, via del Tempio e via Cairoli, zona abitata quasi esclusivamente da famiglie di religione ebraica), poi via del Casone fino al 1889 dal nome della caserma che fino al 1828 chiudeva in fondo la strada; quello stesso anno la strada fu prolungata fino al fosso e il 5 dicembre 1828 qui fu eretta la Porta Leopolda, che però venne demolita dopo soli tre anni. Il casone fu costruito nel 1628, situato fra le vecchie vie Serristori e Reale, e demolito in parte nel 1828 e in parte nel 1940. Dal grande portone centrale si accedeva ad una rampa che saliva sul restrostante Bastione del Casone.
Via Calabria
ha questo nome dal 1963, anno in cui fu realizzata.
Darsena Calafati
Via Calafati
prima del 1871 si chiamò Piazza di Porta Murata poi con lo scavo del Bacino di Carenaggio si restrinse e la strada venne resa a fondo cieco nel 1888. Il vecchio nome faceva riferimento alla porta del Forte di San Bernardo (costruito nel 1605 e in seguito detto Forte di Porta Murata) dalla quale un tempo si usciva dalla città. La porta era detta "murata" perché fu chiusa nel 1645 quando fu aperta la Porta dei Cappuccini, che costituì il nuovo punto d'accesso per la città dal lato meridionale.
Via Calatafimi
ebbe questo nome nel 1962.
Via Calzabigi
dedicata al poeta Ranieri Calzabigi (Livorno, 1714 - 1795) la strada fu realizzata nel 1857. Fino al 1938 arrivava a via di Coteto, poi fu estesa alla lunghezza attuale.
Via Giuseppe Cambini
musicista (Livorno, 1764 - 1832). La strada ha questo nome dal 1949.
Via Leonardo Cambini
scrittore e combattente della prima guerra mondiale (1882 - 1918). Dapprima fece parte di via del Papanti (da prima del 1846), poi di via delle Ville. Nel 1918 le fu assegnato il nome di via Vittorio Emanuele Orlando e il 21 febbraio 1927 ebbe il nome attuale.
Via della Campana
il nome deriva da quello di un'osteria, prima del 1847 si chiamò invece via dei Carrai. Un'osteria della Campana è esistita anche in via Dietro il Bagno fin dal 1784.
Via Fabio Campana
musicista (Livorno, 1814 - Londra, 1882). La strada ebbe questo nome nel 1958, anno in cui fu realizzata.
Via Campania
Via Numa Campi
medico (Modigliana, 1858 - Livorno, 1923) e deputato. Fece parte di via di Montenero, poi nel 1954 ebbe il nome attuale.
Via Carlo Antonio Campioni
musicista (Livorno, 1720 - 1788). La strada ebbe questo nome nel 1960, anno in cui fu realizzata.
Campo al Lupo (località)
Via di Campo al Lupo
Via Campo di Marte
Scali delle Cantine
fin da prima del 1828 fino al 1972 si chiamò via del Fosso Reale di San Marco. Prende nome dalle cantine che si affacciano sul fosso, costruite nel 1846. Al termine della strada in corrispondenza del Pontino iniziava la via Erbosa che comprendeva le attuali via Solferino e via Mastacchi. Il tratto compreso fra via Pellettier e il Fosso dei Navicelli fece parte, insieme agli scali del Pontino, di via dei Vecchi Spalti, detta anche "via del Pontino dell'antico cimitero degli Ebrei".
Via Guido Cantini
commediografo (1882 - 1945) Ebbe questo nome nel 1958 perché qui abitò Cantini. In precedenza una parte di essa era senza nome mentre l'altra parte si chiamò piazzetta Leoni, in riferimento alla casa dei Tre Leoni, così chiamata per le statue ornamentali.
Via Russardo Capocchi
deputato socialista (1884 - 1930). La strada ebbe questo nome nel 1960.
Via della Cappellina
esiste da prima del 1828 e prende nome da una piccola cappella costruita nel 1804 e demolita nel 1843 quando fu costruita la vicina chiesa di San Giuseppe. Il tratto fra via San Luigi e via Santo Stefano si chiamò inizialmente via Galletti, dal nome della famiglia che qui possedeva immobili. A questa famiglia apparteneva il pittore Filippo Maria Galletti (1636 - 1714). Il tratto fra via Santo Stefano e via Adriana si chiamò via Gualandi, dal nome di una famiglia feudataria di Colognole (frazione di Collesalvetti) alla quale appartenne Opizio Gualandi podestà di Livorno nel 1371. Quando la strada fu estesa a via Solferino, tutta la strada ebbe il nome attuale.
Bacino Cappellini
Piazzale Alfredo Cappellini
capitano di fregata (1828 - 1866) distintosi alla battaglia di Lissa. Si chiamò piazza Bellavista fino al 1927. In precedenza il nome di Cappellini era stato assegnato all'attuale piazza Giovine Italia (dal 1866 al 1927).
Piazzale Leonetto Cappiello
pittore cartellonista (Livorno, 1875 - Cannes, 1942). La piazza ebbe questo nome nel 1958.
Via Gino Capponi
si chiama così dal 1960.
Borgo Cappuccini
esiste da prima del 1694 e si chiamò inizialmente Strada maestra dei Cappuccini, poi dal 1781 via di Montenero. Prende nome dal convento dei frati cappuccini costruito nel 1582 mentre l'annessa chiesa fu costruita nel 1606, ampliata nel 1738 e danneggiata durante la seconda guerra mondiale.
Via della Capraia
dal 1927 al 1943 si chiamò via Armando Casalini, deputato fascista (1883 - 1924), ucciso per vendicare il delitto Matteotti.
Viale Caprera
si formò nel 1898 con l'interramento del fosso che qui scorreva fino al ponte di Santa Trinità.
Via Federico Caprilli
ebbe questo nome nel 1958, anno in cui fu realizzata.
Via dei Carabinieri
fino al 1954 si chiamò piazza dei Carabinieri. Il nome si riferisce al fatto che i carabinieri presidiavano il Casone, una grande caserma che attraversava la via Cairoli in corrispondenza degli attuali edifici del Credito Italiano e del Banco di Napoli. La parte del Banco di Napoli fu demolita nel 1828, quella del Credito Italiano sopravvisse fino al 1940. Prima dei carabinieri, il Casone era presidiato dall'antico corpo dei Lanzi, le guardie personali dei granduchi. In precedenza si chiamò via del Falcone e pre un periodo fu unita a via dei Lanzi col nome di via delle Due rampe, perché alle due estremità della strada si trovava una rampa che saliva al Bastione del Casone.
Via del Cardinale
esiste da prima del 1784 ma era limitata al tratto fra via degli Asini e l'attuale via di Franco, poi con la demolizione delle mura fu allungata fino al Fosso Reale e qui fu costruita l'Arena Labronica. Il nome in realtà non si riferisce alla carica sacerdotale perché da prima del 1784 fino al 1846 si chiamò sempre via Cardinale (da "cardine").
Viale Giosuè Carducci
detta in origine strada o via dei Condotti, seguiva il pecorso delle condutture sotterranee dell'acquedotto costruito nel 1606 e proveniente dalla località di Limone. Fino a circa il 1826 la strada dei Condotti percorreva le attuali via Sant'Andrea, viale Carducci, via dell'Olmo, via Tripoli e l'attuale via dei Condotti vecchi (dietro la ferrovia). Fu realizzata nel 1826 con la costruzione dell'acquedotto di Colognole e prese nome di strada dei Condotti nuovi fino all'attuale piazza Dante (compresa anche via De Larderel) e viale degli Acquedotti fino alla via delle Sorgenti. La strada venne divisa dalle nuove mura nel 1835 all'altezza degli attuali viali Nievo e Alfieri, dove fu aperta la Porta Vittorio Emanuele (demolita nel 1912). Nel 1902 il tratto dalla piazza del Cisternone alla barriera Vittorio Emanuele fu chiamato viale Emilio Zola fino al 1927, quando ebbe il nome attuale, mentre il tratto fra la barriera Vittorio Emanuele e piazza Dante si chiamò per breve tempo via Gaetano Poggiali dal 2 maggio 1911.
Via Francesco Carega
scienziato e patriota (Livorno, 1831 - 1905). La strada ebbe questo nome nel 1931.
Via delle Carmelitane
Via Carraia
la strada esiste da prima del 1392 e non ha mai cambiato nome. Si ipotizza che nel Medioevo da qui partissero le antiche strade di Salviano e Pisana.
Calata Carrara
Piazza delle Carrozze (Montenero)
la piazza è nota con questo nome fin da prima del 1840 ma le fu assegnato ufficialmente con delibera del 21 aprile 1954. Sotto la piazza, ampliata nel 1935, scorre un torrente detto Botro delle Carrozze e anticamente Botro della Fonte vecchia. Nel 1906 fu costruita la stazione di partenza della Funicolare che porta al Santuario di Montenero e dal 1907 al 1937 c'è stato il capolinea della tranvia Antignano-Montenero.
Via Carrozzieri
la strada esiste da prima del 1828 con il nome di via Ginesi, insieme all'attuale via Giuliana, dal nome della famiglia che possedeva i terreni sui quali fu realizzata la strada. Poi nel 1872 ebbe il nome attuale, derivato dalle fabbriche di carrozze qui presenti.
Via delle Case Rosse
il nome "case rosse" esisteva come nome di località fin da prima del 1685 e indicava un gruppo di case situate lungo l'attuale via San Jacopo e appartenenti alla famiglia Pavoli (un Giorgio Pavoli è stato gonfaloniere nel 1631). Già da prima del 1781 il nome era passato a indicare l'attuale via dei Pensieri, all'epoca nota come "via dei Pensieri e delle Case Rosse", e poi verso il 1846 indicò l'attuale via delle Case Rosse.
Via del Casino
la strada ha questo nome dal 1870 e i riferisce al vicino Casino del teatro San Marco, costruito nel 1806 e totalmente distrutto dai bombardamenti della seconda guerra mondiale.
Viale Cassa di Risparmio
la strada ebbe questo nome nel 1927, anno in cui fu realizzata. Il nome si riferisce alla banca cittadina istituita nel 1836 che finanziò la costruzione di parte degli immobili residenziali della zona. Inizialmente terminava a via di Coteto, poi nel 1941 fu estesa fino a via Ferrigni.
Via Dario Cassuto
giureconsulto e senatore (1850 - 1920). La strada ha questo nome dal 1949, in precedenza faceva parte di via Reale (nome probabilmente derivato dalla presenza dell'Albergo Reale, che si trovava all'angolo fra via San Francesco e via Piave). Il nome di Cassuto era già stato assegnato nel 1929 all'attuale via Chiarini che in precedenza faceva parte anch'essa di via Reale, ma nel 1939 tale nome fu radiato a causa delle leggi razziali che bandirono dalla toponomastica cittadina tutti i nomi di origine ebraica.
Via del Castellaccio
è la strada che porta alla località del Castellaccio situata sulle colline livornesi alta 312 metri s.l.m. che prende nome dalle rovine di un castello costruito nel 1284 come vedetta militare. La piccola torre oggi visibile è stata costruita nel 1901.
Via Castelli
la strada ha questo nome fin da prima del 1846 e si riferisce alla famiglia proprietaria di immobili nella zona. Il tratto compreso fra via del Gazometro e via delle Travi si chiamò scali dei Mattoni fra il 1846 e il 1911.
Via Giovanni Castelli della Vinca
avvocato (1849 - 1927, ricoprì importanti cariche pubbliche. La strada ha questo nome dal 1970.
Via del Castello
ha questo nome da prima del 1828.
Piazza del Castello
il nome si riferisce al castello di Antignano, di cui la piazza costituisce l'antico cortile, costruito nel 1567 da Filippo di Raffaello Guerrazzi su ordine di Cosimo I per la difesa costiera dai pirati barbareschi.
Strada del Castello
Via Alfredo Catalani
la strada ricevette questo nome il 21 luglio 1957, anno in cui fu costruita.
Via Carlo Catanzaro
deputato (1864 - 1939). La strada ebbe questo nome nel 1960.
Via delle Cateratte
la strada ha questo nome perché correva lungo il Fosso delle Cateratte (così detto a causa delle chiuse che presentava) ma prima del 1846 arrivava fino al confine con il comune di Collesalvetti.
Via Carlo Cattaneo
ebbe questo nome nel 1962.
Via dei Cavalieri
la strada ha questo nome da prima del 1727 e si riferisce alla sede dei Cavalieri di Santo Stefano, istituiti da Cosimo I il 30 maggio 1561 per combattere i pirati barbareschi. L'ordine fu soppresso dai francesi il 24 marzo 1799 e ricostituito il 22 dicembre 1817. Il tratto scomparso che fino al 1940 andava da via del Giglio a piazza Grande si chiamò da prima del 1660 via dell'Olio in riferimento ai grandi magazzini di olio qui esistenti. Il tratto compreso fra via della Misericordia e via Santa Fortunata si chiamò dal 1660 via dei Pagliacci, con riferimento ai pagliericci dei dormitori pubblici. Alle due entrate di via dei Pagliacci via era un "cavalcastrada", cioè un archetto con sopra un corridoio coperto, che facevano parte dell'edificio dello Spedale della Misericordia. Questo tratto di strada fu chiuso nel 1854.
Via Cavalletti
in origine faceva parte della vecchia via dei Cavalleggeri (il primo tratto dell'attuale viale Italia), poi verso il 1770 cambiò il nome in quello attuale in riferimento alla famiglia proprietaria di immobili nella strada.
Piazza Felice Cavallotti
dal 1604 al 1898 si chiamò piazza delle Erbe. Nel XVII secolo era conosciuta anche come piazza della Comunità perché qui si riunì qualche volta il Consiglio della Comunità nella spezieria di Giuseppe Grassi. Indicazioni: 2 gennaio 1662, coadunati in piazza dell'Herba di Santa Giulia alle hore 19 e 30 decembre 1703, coadunati in piazza dell'Erbe nella Bottega di spezieria del Grassi.
Via delle Cave
prende nome dalla cave qui esistite fra il 1829 e il 1837 per estrarre la pietra che serviva alla costruzione delle mura.
Piazza Cavour
si chiamò piazza del Casone fino al 1862, poi piazza San Leopoldo fino al 1871 quando fu ampliata e fu posta al centro della piazza la grande statua di Cavour opera dell'architetto Arturo Conti e dello scultore Vincenzo Cerri che dette così il nuovo nome alla piazza. Il vecchio nome invece derivava dalla porta del Casone o Lepolda, costruita nel 1828 e demolita dopo soli tre anni.
Via Cecconi
dedicata a Carlo Cecconi, gonfaloniere nel 1865. La strada ebbe questo nome il 20 maggio 1865, in origine si chiamò via di Montenero e via vecchia di Montenero, poi dal 1838 via del Bosco e via Dietro il Bosco dei Cappuccini.
Via Adriano Cecioni
pittore e scultore (Livorno, 1836 - 1896). Ebbe questo nome nel 1960, anno in cui fu realizzata.
Via del Cedro
ebbe questo nome dopo il 1846, in riferimento ad un impianto di lavorazione dei cedri.
Via Benvenuto Cellini
si chiama così dal 1964.
Scali Cerere
ebbe questo nome nel 1872 in riferimento alla presenza di grandi magazzini di cereali.
Via Cerro
Via Fratelli Cervi
fu realizzata nel 1958 con la costruzione del campo sportivo Mastacchi ed ebbe questo nome nel 1960.
Via Diacinto Cestoni
ebbe questo nome il 3 ottobre 1927. Cestoni aveva una spezieria sotto il portico di piazza Colonnella dove effettuava anche le sue ricerche.
Via Luigi Cherubini
ha questo nome dal 1958, anno in cui fu realizzata.
Via Gabriello Chiabrera
ha questo nome dal 1970.
Via Giuseppe Chiarini
scrittore (1833 - 1908). In precedenza fece parte di via Reale (nome probabilmente derivato dalla presenza dell'Albergo Reale, che si trovava all'angolo fra via San Francesco e via Piave) poi nel 1929 si chiamò via Dario Cassuto e nel 1939 ebbe il nome attuale. Il primo tratto, dalla parte di via Piave, si chiamò via del Pozzetto da prima del 1784, dalla presenza di un pozzo.
Via Chiellini
realizzata prima del 1846 sui terreni appartenenti alla famiglia Chiellini, alla quale appunto si riferisce il nome della strada. Anche l'attuale via della Vecchia casina si chiamò in precedenza via Chiellini.
Via della Chiesa di Salviano
è la breve strada che dalla via di Salviano conduce alla chiesa omonima. La chiesa, dedicata a San Martino, fu costruita per la prima volta nel 1277 ma di essa rimane solo l'abside inglobata nella chiesa attuale costruita nel 1781. La strada ha ricevuto questo nome solo negli anni Sessanta.
Piazza Damiano Chiesa
fu realizzata nel 1845 per farvi svolgere il mercato del bestiame e in origine si chiamò piazza della Porta di San Leopoldo (o piazza della Porta Leopolda), dal nome della porta che fu qui costruita nel 1838. Poi il 20 agosto 1859 fu cambiato in piazza della Porta alle Colline e infine il 1 febbraio 1930 (anno in cui la porta fu demolita) ebbe il nome attuale. Popolarmente è ancora chiamata "piazza di Colline".
Via Oberdan Chiesa
partigiano morto il 29 gennaio 1944. Dal 1927 la strada si chiamò via Tito Torelli (presidente della Cassa di Risparmio di Livorno dal 1907 al 1915) e nel 1945 ebbe il nome attuale. Torelli, iscrittosi al fascio di Livorno, fece parte della squadra d'azione La Disperata n. 2[1]. Stando alla testimonianza di Dino Frangioni, comandante degli Arditi del Popolo di Livorno, fu Torelli nell'agosto del 1921 ad uccidere in un agguato all'Ardenza gli antifascisti Amedeo Baldasseroni e Averardo Nardi[2].
Via Enrico Cialdini
da prima del 1828 si chiamò via della Porta ai Cappuccini (dal nome della porta che fu costruita qui nel 1645), poi via Colonnella e dal 1872 via del Ponte Nuovo. Nel 1896 la strada ebbe il nome attuale.
Via Giotto Ciardi
Via del Ciliegio
ha questo nome da prima del 1840.
Via Cimabue
Via Domenico Cimarosa
ebbe questo nome nel 1970, anno in cui fu realizzata.
Via Delfino Cinelli
scrittore (Signa, 1889 - Siena, 1942). La strada ebbe questo nome nel 1972.
Via della Cinta Esterna
faceva parte della vecchia via di Circonvallazione costituita con la delibera del 22 luglio 1889. La via di Circonvallazione correva sul lato esterno del perimetro delle mura del 1835 e andava dalla diga rettilinea fino alla barriera Regina Margherita; corrispondeva agli attuali viali Nazario Sauro, Boccaccio, Petrarca, Vittorio Alfieri e Ippolito Nievo, oltre a via della Cinta esterna.
Via dei Cipressi
Via Riccardo Cipriani
capitano di fregata (1867 - 1915). La strada ebbe questo nome nel 1934, quando fu realizzata per la costruzione dello stadio.
Via della Cisterna
la strada ha questo nome da prima del 1867.
Largo del Cisternino
con la ricostruzione degli edifici circostanti nel 1952 fu realizzato anche questo largo che venne così chiamato nel 1958. Prende nome dall'edificio costruito da Pasquale Poccianti nel 1829 in stile neoclassico e adibito a deposito d'acqua. Dal 1951 l'edificio fu sede della Casa della Cultura dove si tenevano mostre e convegni. Si chiamò anche piazzetta della Posta perché qui si trovava il palazzo della Posta, costruito nel 1848 e distrutto dai bombardamenti aerei della seconda guerra mondiale.
Piazza del Cisternone
si chiama così da prima del 1846 e prende nome dall'edificio costruito da Pasquale Poccianti nel 1829 e inaugurato nel 1842. Anche il cisternone, come il cisternino, è in stile neoclassico e serve da deposito d'acqua.
Viale Città del Vaticano
Via Guelfo Civinini
giornalista, scrittore, poeta (Livorno, 1873 - Roma, 1954). La strada ebbe questo nome nel 1967.
Via Mario Cocchi
pittore (1898 - 1957). La strada ha questo nome dal 1970.
Via Paolo Coccoluto Ferrigni
scrittore (1836 - 1895). La strada ha questo nome dal 1927.
Via Giuseppe Coen
ginecologo (1862 - 1943). La strada ebbe questo nome il 4 dicembre 1967.
Via Claudio Cogorano
architetto (Parma - Livorno, 19 giugno 1618), collaborò con Bernardo Buontalenti nella costruzione della città nuova (il cosiddetto Pentagono del Buontalenti) e del molo mediceo. La strada nacque nel 1952 con la costruzione del Palazzo Grande che tagliò in due la vecchia piazza Grande e dal 1954 al 1958 si chiamò via Antonio Labriola, per assumere nel 1958 la denominazione attuale.
Via del Collegio
ebbe questo nome dopo il 1846 e si riferisce al collegio dei Barnabiti che doveva essere costruito nell'attuale piazza della Vittoria sul lato destro della chiesa del Soccorso, ma che poi non fu più realizzato.
Via Pietro Colletta
la strada ha questo nome dal 1958. Colletta fu membro dell'Accademia Labronica.
Collinaia (località)
il toponimo è attestato fin dal 1421 come Collinaie. Indicazione del 1421: una possessione del Pascho o pastura di Montenero e Salviano: uno capo in Rio Maggiore in Rondinaia et Perticaia e Chioma e mare, altro lato luogo detto Collinaie.
Via di Collinaia
ha questo nome dal 1867.
Colline (località)
il rione di Colline prende nome dalla vecchia Porta alle Colline, esistente nell'attuale piazza Damiano Chiesa fino al 1930.
Via delle Colline
ha questo nome dal 1964, anno in cui fu realizzata.
Via di Collinet
il nome si riferisce ad una famiglia di origine francese che abitò in questa strada dal 1857 circa al 1940. Da prima del 1864 si chiamò via Morazzana, dal nome della villa che si trovava qui già nel 1765.
Viale Cristoforo Colombo
strada di Quercianella che da via del Littorale conduce al mare; ebbe questo nome il 3 ottobre 1927, in precedenza era senza nome.
Piazza Colonnella
in origine piazza di Porta Colonnella, ha questo nome da prima del 1606 in riferimento alla prima compagnia del reggimento di guardia alla porta detta anch'essa Colonnella. Tale compagnia era detta "colonnella" perché comandata dal colonnello del reggimento. La Porta colonnella fu costruita negli anni tra il 1576 e il 1590 e fu demolita nel 1838. Sotto il portico adiacente a questa porta si trovò intorno al 1600 la spezieria del naturalista Diacinto Cestoni. Nel 1964 furono posate nella piazza le copie di due fontane in bronzo dette "dei tritoni" realizzate nel 1634 da Pietro Tacca e che si trovano in piazza dell'Annunziata a Firenze. Anche l'attuale via Cialdini si chiamò via Colonnella.
Via Marco Coltellini
ha questo nome dal 1953, anno in cui fu realizzata.
Via delle Commedie
ha questo nome da prima del 1660 con riferimento al teatro delle Commedie costruito nel 1658 e sede dell'Accademia dei Dubbiosi, un sodalizio di intellettuali cittadini. Ancora nel 1952 la strada si estendeva da via San Sebastiano a via Remota ma con la demolizione di alcuni edifici nel 1958 la strada fu resa diritta e allungata nell'estensione attuale. All'angolo fra via delle Commedie e l'attuale largo Fratelli Rosselli si trovava fino al 1952 il Bastione del Mulino a vento.
Via delle Conce
ha questo nome da prima del 1846 in riferimento alle conce appartenenti alla famiglia Terreni.
Via dei Condotti Vecchi
conduce alla macchia di Limone e coincide in parte con la vecchia via dei Condotti.
Via del Consiglio
attualmente è un vicolo a fondo cieco all'interno del Palazzo del Municipio con entrata dagli scali Finocchietti, ma in origine sboccava anche nell'attuale piazza del Municipio. Prima del 1784 si chiamò via Dietro il Consiglio poi nel 1927 fu chiusa e il nome fu radiato per essere infine ripristinato solo in anni recenti. Il nome della strada fa riferimento al General Consiglio (istituzione paragonabile all'attuale consiglio comunale) che dal 1700 si riunì al piano terra del palazzo. Questo consiglio era costituito da 22 membri e precisamente un gonfaloniere (il cui voto valeva doppio), due priori nobili, due priori cittadini, tre priori possidenti e 14 consiglieri; i priori erano chiamati Anziani.
Via Arturo Conti
architetto (1823 - 1900). La strada ebbe questo nome nel 1927.
Viale Ugo Conti
presidente della Cassa di Risparmi di Livorno (1827 - 1907). La strada ebbe questo nome il 3 ottobre 1927.
Via delle Corallaie
Via del Corallo
il nome fu assegnato a questa strada nel 1946 con riferimento alla lavorazione del corallo che a partire dal 1565 si diffuse notevolmente a Livorno. Anche l'attuale via Emilio Zola si chiamò via del Corallo, da prima del 1816 al 1927, così come l'attuale via dell'Oriolino prima del 1846 (ma in questo caso il nome si riferiva al torrente Corallo, affluente del Riseccoli).
Via Antonio Corazzi
architetto (Livorno, 1792 - 1877), costruttore di edifici pubblici a Varsavia. Il nome fu assegnato alla strada nel 1966.
Via Vittorio Corcos
pittore (Livorno, 4 ottobre 1859 - Firenze, 1933). La strada fu realizzata nel 1867 e fece parte prima di via Carlo Bini e poi di corso Mazzini. Nel 1949 ebbe il nome attuale.
Via dei Cordai
Corea (rione)
il quartiere si è formato negli anni Cinquanta all'estrema periferia nord per dare un tetto alle famiglie sfollate dagli edifici distrutti del centro cittadino. Il nome è di origine popolare a indicare una località lontana dal centro della città (era l'epoca della guerra di Corea).
Via della Coroncina
prende nome da un'osteria che un tempo era posta all'angolo fra questa strada e via Buontalenti e che a sua volta prendeva nome dalla precedente locanda della Corona, esistente fin dal 1594. Di fronte all'osteria si trovava la posta dei calessi. Il tratto della strada vicino a piazza Cavallotti si chiamò via del Monte fin da prima del 1784. Il tratto fra via del Giglio e via Santa Fortunata si chiamò via del Monte perché qui si trovava il prmo banco dei prestiti di Livorno, istituito nel 1559.
Via Filippo Corridi
già parte della vecchia via di Popogna, ebbe il nome attuale nel 1953.
Via Filippo Corridoni
si chiama così dal 3 ottobre 1937, in precedenza era senza nome.
Via Tommaso Corsi
avvocato (Livorno 1814 - Firenze 1891), cfr. [8]. Il 3 ottobre 1927 fu chiamata via Gustavo Uzielli in ricordo del geologo (1839 - 1911), ma il 29 luglio 1939 ebbe il nome attuale. La strada ha questo nome dal 29 luglio 1939.
Via Corsica
si chiama così dal 1928. La Corsica dista da Livorno 118 miglia marine e nelle giornate particolarmente terse dalla marina sono visibili i monti di Capo Corso.
Scali del Corso
in origine fece parte degli Scali Finocchietti mentre via del Corso si chiamava il tratto dell'attuale via della Madonna da piazza del Municipio a piazza dei Domenicani. Poi nel 1870 fu esteso anche a questo tratto il nome di via della Madonna e la denominazione fu assegnata agli scali di fronte. Il nome fa riferimento al palio delle barchette che si svolgeva in questo tratto del Fosso Reale (il "corso" del palio).
Via delle Corti
Via Maggiore Luigi Corti
maggiore dell'esercito ucciso in un agguato al confine fra Albania e Grecia, insieme al generale Tellini. In origine si chiamò via dei Greci perché conduceva al borgo dei Greci, un gruppo di case nell'attuale rione San Jacopo abitate da marinai greci fin dal 1597. Ebbe il nome attuale il 19 settembre 1923.
Via Pietro Cossa
drammaturgo (Roma, 1830 - Livorno, 1881). La strada ha questo nome dal 1896.
Via Nicola Costella
parlamentare (1844 - 1907), sindaco di Livorno varie volte tra il 1886 e il 1898. La strada ebbe questo nome nel 1964.
Coteto (rione)
Il toponimo è attestato fin dal 1407 e sta per "codeto" ad indicare un luogo umido dove vi erano vaste estensioni della pianta nota come coda di cavallo. A Coteto si trovava la casa padronale del capitano Gaetano Ricci, frequentata fra il 1818 e il 1822 dal poeta Shelley in visita a suoi connazionali.
Via di Coteto
in origine fu una via vicinale comprendente le attuali via dell'Origine, via Bonomo e via di Coteto e si chiamava così perché conduceva alla fattoria (poi villa) di Coteto. Fra il 1780 e il 1784 il tratto compreso tra corso Amedeo e la biforcazione via De' Tivoli-via Bonomo ebbe il nome attuale di via dell'Origine. Delle due strade originatesi dalla biforcazione, una conduceva al Rio Maggiore e l'altra si innestava sulla via di Montenero. Per un certo periodo fu una strada a fondo cieco, riaperta con l'abbattimento delle mura, richiusa nel 1920 e infine riaperta. Nel 1941 fu dato il nome attuale di via Bonomo al tratto compreso tra via dell'Origine e via Ferrigni mentre il tratto fra via Ferrigni e via Calzabigi fu assegnato a via Cassa di Risparmi.
Via Crimea
in origine faceva parte di via del Cimitero inglese, che comprendeva il primo tratto dell'attuale via San Carlo, l'attuale via Crimea e piazza Santi Pietro e Paolo.
Via Francesco Crispi
fece parte di via delle Mura insieme a via Sansoni, in seguito alla rettifica del tracciato del Fosso Reale nel 1858, poi nel 1927 ebbe il nome attuale. Le mura a cui si riferiva il vecchio nome sono quelle costruite a partire dal 28 marzo 1577 che proteggevano la nuova città medicea (il cosiddetto Pentagono del Buontalenti).
Via del Crocino
si chiama così dal 1867 circa. Il Crocino è una località a circa un chilometro a est di Salviano.
Via Vincenzo Cuoco
ha questo nome dal 1962.
Via Eugenio Curiel
partigiano (Trieste, 1912 - Milano, 1945). La strada ebbe questo nome il 26 gennaio 1960.
Via Curtatone e Montanara
da prima del 1872 si chiamò via Montanara poi nel 1951 fu aggiunto il vecchio nome dell'attuale via Lilla.

[modifica] D

Via Salvo D'Acquisto
ha questo nome dal 1952.
Via Nello Danesi
pioniere dello sport (1896 - 1949). La strada ha questo nome dal 1970.
Via Danimarca
Piazza Dante
ebbe questo nome il 5 maggio 1911. In piazza Dante si trova la Stazione ferroviaria Centrale costuita nel 1910, in precedenza al posto della piazza vi era un campo militare detto Campo di Osservazione.
Scali della Darsena
hanno questo nome da prima del 1784 ma si chiamarono anche scali del Buon Viaggio, con riferimento alla vicina "Madonnina del buon viaggio". La darsena in origine era costituita dalla piccola cala naturale di forma quadrangolare che i Genovesi chiamarono Pamiglione; per molti secoli costituì il porto di Livorno, poi nel 1591 fu ampliata.
Via Guido d'Arezzo
fu realizzata nel 1958 e così chiamata nel 1960.
Via Antonio da Sangallo
la strada nacque nel 1966 con la costruzione del nuovo edificio della Banca d'Italia. Ebbe questo nome il 5 febbraio 1966 con riferimento all'architetto autore della Fortezza Vecchia.
Via Giovanni da Verrazzano
ha questo nome dal 1966.
Via Leonardo da Vinci
ebbe questo nome il 26 febbraio 1936.
Scali Massimo D'Azeglio
costruiti nel 1858, dopo la demolizione del Bastione del Mulino a vento e la rettifica del tracciato del Fosso Reale, si chiamarono inizialmente scali di Porta Murata, perché iniziavano di fronte al Forte di Porta Murata. Ebbero il nome attuale il 9 gennaio 1872.
Via Edmondo De Amicis
ebbe questo nome nel 1958.
Via Alcide De Gasperi
ebbe questo nome il 4 dicembre 1967, anno in cui fu realizzata.
Via De Lardarel
fu realizzata nel 1826 col nome di stradone dei Condotti nuovi e in seguito di via dei Condotti Nuovi. Nel 1857 ebbe il nome attuale con riferimento alla famiglia dell'industriale Francesco De Larderel (Vienne, 1789 - Livorno, 1858). La parte più ampia della strada, verso piazza della Repubblica, si chiamò piazzetta dei Condotti nuovi e dal 1928 piazza Oberdan perché qui fu posto il monumento a Guglielmo Oberdan.
Via Andrea De' Pazzi
comandante delle truppe che difesero Livorno dall'assedio del'imperatore Massimiliano nel 1496. La strada ebbe questo nome nel 1911, in precedenza fece parte di via del Testaio.
Via Francesco De Sanctis
ebbe questo nome nel 1962.
Via Serafino De Tivoli
pittore (Livorno, 1826 - Firenze, 1892). Da prima del 1846 si chiamò via Fonda, poi il 19 settembre 1936 ebbe il nome attuale. In origine era collegata direttamente a via Redi (nel tratto che allora si chiamava via dei Vignacci).
Via Fratelli Del Conte
partigiani di Antignano (Mauro nato nel 1919 e Giovanni nato nel 1925) caduti nel 1944. Da prima del 1840 si chiamò via dell'Uliveta ed ebbe il nome attuale nel 1946.
Via Pio Alberto Del Corona
scrittore e predicatore (1837 - 1912). In origine fece parte di via delle Spianate poi di via della Ragnaia e dal 5 settembre 1836 di corso Reale, con riferimento ad una corsa di cavalli che si svolgeva ogni anno in questa strada per ricordare l'inaugurazione della chiesa del Soccorso. Nel 1871 corso Reale fu rinominato corso Amedeo. Il 3 ottobre 1927 il nome attuale fu assegnato al tratto dal Cisternone alla curva di corso Amedeo (in prossimità di via delle Lavandaie, poi nel 1960 il nome fu esteso fino all'incrocio con via Mentana.
Via Giovanni Del Fantasia
architetto, governatore di Livorno nel 1715. La strada ha questo nome dal 1953.
Via Cosimo Del Fante
fino al 1866 si chiamò via dell'Abbondanza. Prendeva questo nome dall'Ufficio dell'Abbondanza, esistito fino al 1843, che aveva l'incarico di provvedere al vettovagliamento della città. Era gestito da un magistrato detto Abbondanziere. Fino al 1927 la strada si estendeva fino a via del Platano, comprendendo quindi anche l'attuale via Bosi.
Via Della Gherardesca
strada realizzata negli anni Sessanta, prende nome dalla storica famiglia che ebbe feudi nella provincia di Livorno.
Via Luigi Del Moro
architetto (1845 - 1898), tra il 1884 e il 1887 terminò la facciata del duomo di Firenze. In origine fu denominata via dei Bagni.
Via Piero della Francesca
Via Odoardo Della Torre
avvocato (Livorno, 1894 - Roma, 1944), ucciso alle Fosse Ardeatine.
Via Enrico Delle Sedie
musicista (Livorno, 1820 - Parigi, 1907). La strada ebbe questo nome nel 1930, anno in cui fu realizzata.
Via Paolo Emilio Demi
scultore (Livorno, 1798 - 1863). Dal 1836 al 1898 si chiamò via della Costanza, con riferimento alla vicina chiesa del Soccorso. Demi realizzò la grande statua a Leopoldo II dapprima posta in piazza della Repubblica, poi abbattuta durante l'insurrezione del 1848 e poi ricollocata in piazza Venti settembre dopo decenni di abbandono in un cantiere navale. Realizzò anche il gruppo scultoreo "la madre educatrice" dapprima posta nella Chiesa del Soccorso, poi trasferita nella casa di riposo "Giovanni Pascoli" e attualmente nella Biblioteca Labronica.
Via Derna
ebbe questo nome il 5 luglio 1930.
Via Giacomo Di Castelnuovo
Via Tina Di Lorenzo
attrice teatrale drammatica (Torino, 1872 - 1930). La strada ha questo nome dal 23 agosto 1930.
Piazza Giuseppe Di Vittorio
ha questo nome dal 4 dicembre 1967.
Via Armando Diaz
la strada fu realizzata nel 1858 con la rettifica del tracciato del Fosso Reale e da allora fece parte di via della Tazza (dal 1918 via Piave) fino al 29 dicembre 1928, quando le fu assegnato il nome attuale.
Via Diciannove Luglio 1944
è la data di liberazione di Livorno dal dominio nazi-fascista. La strada ebbe questo nome nel 1966.
Via Corrado Dodoli
garibaldino che partecipò all'impresa dei Mille e combatté a Viterbo. La strada ebbe questo nome nel 1952, anno in cui fu realizzata.
Vicolo della Dogana
ha questo nome da prima del 1870 e si riferisce ad un presidio della Guardia di Finanza qui esistente fino al 1843.
Scali della Dogana d'Acqua
in precedenza si chiamò via della Nuova darsena con riferimento alla darsena interna scavata nel 1838. Prende nome dall'edificio della Dogana costruito nel 1840 sul canale dei Navicelli con la funzione di barriera doganale per le merci in entrata e uscita per via d'acqua. Erano presenti anche due darsene, quella esterna interrata nel 1870 e quella interna interrata nel 1950. L'edificio della Dogana d'acqua andò parzialmente distrutto durante un bombardamento aereo nel 1944 e i resti furono demoliti nel dopoguerra; oggi ne rimangono solo le arcate del basamento.
Piazza dei Domenicani
il nome si riferisce alla chiesa dei Domenicani qui costruita nel 1720. Dal 1888 al 1938 si chiamò piazza Giordano Bruno, dal 1938 al 1948 piazza Padre Reginaldo Giuliani (1887 -1936; medaglia d'oro) e dal 1948 tornò a chiamarsi piazza dei Domenicani. In questa piazza si trovava la vecchia Porta San Marco, costruita nel 1703 e demolita nel 1802, che in epoca napoleonica si chiamò Porta Elisa. Il ponte sul fosso fu costruito nel 1701, andò distrutto durante i bombardamenti aerei della seconda guerra mondiale e fu ricostruito nel 1949. Nel 1862 fu costruito un piedistallo sul quale doveva essere eretta una statua raffigurante il personaggio biblico di Rebecca, ma il monumento non fu mai realizzato e rimase solo il piedistallo.
Largo Guido Donegani
Via Guido Donegani
industriale (1877 - 1947). È la strada privata che porta al pronto soccorso della Misericordia.
Via Piero Donnini
ingegnere (Siena, 1842 - Livorno, 1897) e sindaco di Livorno. La strada ha questo nome dal 3 ottobre 1927.
Via Alessandro Doveri
giureconsulto (1823 - 1892). La strada ebbe questo nome nel 1927, anno in cui fu realizzata.
Via Duca Cosimo
ha questo nome da prima del 1840, ma in origine il tratto da piazza Ero Gelli e via Vespucci si chiamò via Antica del Littorale, mentre il tratto vicino al castello di Antignano si chiamò via Treggiaia e poi via della Fonte per la presenza di una fonte con un lavatoio pubblico. Fino al 1960 la strada comprendeva anche il tratto dell'attuale via Pendola che arriva fino all'intersezione con via della Salute.
Via Robert Dudley
Piazza Due Giugno
è la data di morte di Giuseppe Garibaldi. Fino al 1872 era unita alla vicina via Garibaldi poi fu separata da alcuni edifici e si chiamò piazza San Giuseppe, dal nome della chiesa qui costruita nel 1842. Il 22 luglio 1889 ebbe il nome attuale.
Largo del Duomo
da prima del 1785 fino al 1846 si chiamò via Dietro il Duomo perché era una breve strada posta appunto dietro l'abside del Duomo, poi fino al 1930 fece parte di piazza Grande. Nel 1927 la strada fu allargata per divenire una piazzetta semicircolare che nel 1930 ricevette la denominazione di largo del Littorio. Ebbe il nome attuale il 5 agosto 1943. Il Duomo fu costruito tra il 1581 e il 1595 ma gli fu data una forma a croce latina solo nel 1705. Fu quasi totalmente distrutto nel 1944 a causa di un bombardamento aereo e ricostruito nel 1951, aggiungendo i due piccoli portici laterali nel 1956. Con la ricostruzione del Duomo anche il largo retrostante fu ampliato alle dimensioni attuali.

[modifica] E

Via Costanzo Ebat
partigiano livornese fucilato nel 1944 a Forte Boccea.
Via degli Ebrei Vittime del Nazismo
la strada fu realizzata nel 1949 e nel 1950 le fu assegnato il nome di via Pilo Albertelli. Il 26 gennaio 1960 fu assegnato al tratto fra via Fabbricotti e viale della Libertà il nome attuale in memoria delle vittime della Shoah, mentre al restante tratto fra viale della Libertà e via Paganucci rimase intitolata ad Albertelli.
Via dell'Edera
ebbe questo nome nel 1966.
Via dell'Elba
ebbe questo nome il 2 maggio 1911.
Largo Emanuele Filiberto di Savoia comandante della III Armata
largo realizzato nel 1930 e chiamato largo Emanuele Filiberto di Savoia Duca d'Aosta. All'avvento della repubblica nel 1946 fu cambiato nel nome attuale, eliminando il titolo nobiliare.
Via Emilia
ebbe questo nome nel 1960.
Via Federico Enriquez
ebbe qusto nome nel 1950.
Via Anna Maria Enriques Agnoletti
la strada ebbe questo nome nel 1960, anno in cui fu realizzata.
Via Eolo
Via delle Erbe
Via dell'Erbuccia
Via dell'Eremo
il nome fa riferimento all'eremo degli agostiniani, costruito prima del 1187 presso la chiesa di San Jacopo.
Via delle Eriche
ha questo nome dal 1966.
Via degli Etruschi
Via Eugenia
prende nome da Eugenio Sansoni che donò i terreni per realizzare questa strada, dopo il 1846. Nel 1918 le fu cambiato il nome in via Verdun, ma nel 1941 fu ripristinato il vecchio nome.
Piazza Europa

[modifica] F

Via dei Fabbri
Fabbricotti (rione)
Viale Fabbricotti
ebbe questo nome nel 1958, anno in cui fu realizzata. Prende nome dalla vicina villa Fabbricotti (già villa Franceschi), sede per molti anni della Biblioteca Labronica e del Museo Fattori. Anche il viale Boccaccio fra il 1927 e il 1950 si chiamò viale Fabbricotti.
Via del Fagiano
in origine si chiamò via Valsovano dal nome della villa che qui si trova, con entrata da via Venuti e dove soggiornò Percy Bysshe Shelley tra il 1819 e il 1821. La villa appartenne a Pietro Domenico Valsovano fino al 1792. La strada ebbe il nome attuale verso il 1820.
Via Fagiuoli
da prima del 1846 si chiamò via dello Spalto San Cosimo, poi le fu assegnato il nome attuale con riferimento alla famiglia il cui più noto rappresentante fu l'industriale e filantropo Benedetto Fagiuoli (1752 - 1814).
Via Falcone e Borsellino
in origine si chiamò via dei Gesuiti, poi ebbe la denominazione di via dei Milanesi e infine ebbe il nome attuale dopo la morte del giudice Borsellino.
Via Domenico Falcucci
scrittore e patriota (1835 - 1895). Strada di Quercianella che ebbe questo nome nel 1930.
Via dei Fanciulli
fu senza nome (ma comunque popolarmente nota come via Traversa) fino al 1860 quando ebbe il nome attuale che si riferiva alla scuola, ormai scomparsa, alla quale la strada conduceva.
Via Elio Fantini
Piazza Giovanni Fattori
piazza di Quercianella che ha questo nome dal 1946.
Viale Giovanni Fattori
originariamente anonimo, nel 1913 si chiamò viale Rosolino Orlando (che fu presidente dell'Istituto Case Popolari), nel 1928 si chiamò viale Principe di Piemonte e nel 1946 ebbe il nome attuale. Anche l'attuale viale dei Macchiaioli a Quercianella si chiamò viale Fattori , dal 1927 al 1946.
Via delle Fattorie
Via del Felciaio
il nome si riferisce all'omonimo ruscello che qui scorre e che anticamente si chiamò Feliciaio (probabilmente dal latino filix, "felce").
Via Galileo Ferraris
strada costruita nel 1957 e così nominata nel 1960.
Via Lina Ferretti Mannocci
vittima della strage di Bologna.
Via della Ferrovia
Piazza Francesco Ferrucci
ebbe questo nome il 1 febbraio 1930, in precedenza era senza nome.
Via della Fiera di Sant'Antonino
ebbe questo nome nel 1952 in riferimento alla fiera che si tiene ogni anno in occasione della festa di Sant'Antonio a cui è intitolata la piccola cappella ("Sant'Antonino") costruita prima del 1686. La cappella si trova ancora oggi in via Provinciale pisana, nel rione di Fiorentina, dove si svolge la fiera stessa. Indicazione del 1686: chiesina a cupola, posta in cura di San Martino, luogo detto Sant'Antonino, confina: via Pisana, via che va alle Vigne, via delle Colline (attuali via Provinciale Pisana, via del Vigna e via delle Sorgenti).
Via Filippelli
Filzi (rione)
prende nome da via Filzi, che ne costituisce il limite settentrionale. Popolarmente il rione è chiamato Sciangai perché quando fu costruito nel 1931 era lontano dal centro cittadino e perché poi risultò essere abbastanza affollato.
Via Fabio Filzi
in origine si chiamò via del Camposanto nuovo perché conduceva al cimitero comunale "I Lupi", poi nel 1930 le fu dato il nome attuale. Indicazione del 1814: nuova strada che conduce al nuovo cimitero, nei due tronchi, che uno dalla Bastia dei signori Michon va alla casa delle Cateratte e l'altro da detta casa delle Cateratte al ponte della Cigna.
Via Finlandia
Scali Finocchietti
in origine il nome si riferì solo al tratto fra le attuali via Pollastrini e via del Porticciolo perché qui la famiglia Finocchietti aveva il proprio palazzo. Nel 1784 questo tratto fu rinominato scali del Porticciolo, mentre il tratto fra via Pollastrini e gli attuali scali del Corso si chiamò scali delle Farine. Successivamente entrambi i tratti furono posti sotto la denominazione di scali delle Farine, ma nel 1797 fu di nuovo imposto il nome di scali delle Farine a tutta la strada; infine il 25 febbraio 1887 fu ripristinato il nome di scali Finocchietti. I rappresentanti più noti di questa famiglia furono l' ambasciatore e maresciallo Giuseppe Finocchietti (1702 - 1782) , e il fratello cardinale Ranieri Finocchietti (1710 - 1793). Nel fosso antistante la strada si svolgeva l'8 settembre di ogni anno il "palio delle barchette", che fu soppresso il 7 marzo 1844.
Via Umberto Fioravanti
scultore (Livorno, 1882 - 1918). La strada ha questo nome dal 1934.
Piazza del Fiore
Fiorentina (località)
Via Fiorenza
la strada fu realizzata nel 1846 nei campi coltivati con il nome di via della Fiorenza, poi nel 1871 ebbe il nome attuale.
Bacino Firenze
Via Firenze
parte della via Aurelia così chiamata dal 3 settembre 1938. In passato su questo stesso tracciato si trovò la strada delle Cantine e delle Fornaci.
Via Fiume
dal 1634 si chiamò via del Giardino, poi il 21 dicembre 1918 le fu assegnato il nome attuale. Il vecchio nome si riferiva al giardino adiacente al Palazzo Pretorio che nel 1847 esisteva ancora e si chiamava "giardino della Prefettura". Nel 1846 furono demoliti alcuni edifici militari in fondo alla strada, che risultò così unita alla darsena. In questa strada si trovavano le mura costruite dai Pisani nel 1392 e ancora oggi un rudere del vecchio Bagno penale delle galere (costruito nel 1602) affiora da un'aiuola adiacente all'attuale palazzo della Questura. Qui si trova anche il monumento ai caduti civili della seconda guerra mondiale, realizzato nel 1966 dallo scultore Vitaliano De Angelis.
Via dei Floridi
in origine parte di scali del Teatro, assunse poi il nome attuale in riferimento all'Accademia dei Floridi (detta anche "del giardinetto"), un sodalizio culturale la cui prima sede fu dal 1722 in via Strozzi ma che nel 1848 si trasferì al teatro San Marco.
Via della Fociarella
strada di Valle Benedetta, ebbe questo nome dopo il 1867. La Fociarella è una delle cinque sorgenti che in origine alimentavano l'acquedotto di Colognole, che a sua volta alimenta la città.
Via della Fonderia
si chiama così da prima del 1846, dal nome della fonderia di ferro Hoppner qui esistita.
Via Enrico Fontana
Via della Fontanella
già parte di via del Pino, nel 1951 le fu assegnato questo nome, con riferimento al torrente omonimo che attraversa.
Via Giorgio Fontanelli
Via Voltolino Fontani
Via di Fonte di Santo Stefano
prende nome dalla fonte che a sua volta fa riferimento alla vicina chiesa dedicata a questo santo e la cui esistenza è attestata già nel 1247. La fonte era alimentata da un acquedotto risalente al 1156.
Scali delle Fontine
avevano questo nome da prima del 1846 ma nel 1900 scomparvero con l'interramento del fosso e la realizzazione di viale Caprera. In anni recenti però il tratto iniziale del fosso è stato riaperto ed è stato ripristinato anche il nome della strada.
Via delle Fornaci
ebbe questo nome dopo il 1846 con riferimento ad una località omonima situata presso Banditella. Prima del 1784 anche via del Mulino a vento si chiamò via delle Fornaci, con riferimento alle fornaci di mattoni utilizzati per costruite le mura della città.
Via del Forte dei Cavalleggeri
ebbe questo nome nel 1846 e univa il viale Italia a via San Jacopo. Nel 1866 fu rettificato il percorso e unita a via Carlo Mayer. Prende nome dal Forte dei Cavalleggeri costruito nel 1595 sull'attuale Terrazza Mascagni e demolito nel 1872.
Via del Forte San Pietro
il nome si riferisce all'omonimo forte costruito nel 1682 in questa strada. Il primo tratto si chiamò via San Marco da prima del 1784 poi verso il 1817 assunse il nome attuale. Si chiamò anche via San Pietro da prima del 1784.
Scali della Fortezza Nuova
hanno questo nome da prima del 1784 con riferimento all'attigua Fortezza Nuova, costruita nel 1590 e ridotta alle dimensioni attuali nel 1697.
Piazza della Fortezza Vecchia
in origine si chiamò piazza dei Grani in riferimento alle "buche da grano", cisterne a mattoni ognuna delle quali aveva la capacità di 600 sacchi (ogni sacco equivale a 73,09 litri) che dovevano servire in caso di carestia. Poi ebbe il nome attuale in riferimento alla prospiciente fortezza costruita nelle forme attuali negli anni fra il 1525 e il 1534 inglobando il Mastio di Matilde (anteriore all'anno 1000) e la Rocca nuova (del 1374). Il palazzo all'angolo con via San Giovanni (attualmente sede della Guardia di Finanza) fu costruito nel 1543 al posto dell'antica chiesa di Santa Maria e Giulia, esistita fino al 1525 con il suo cimitero. La chiesa era anteriore al 1160 e probabilmente ebbe il doppio titolo nel 1268. Secondo lo scrittore Aldo Del Lucchese però dall'esame di antichi documenti la chiesa potrebbe essere esistita fino agli inizi del XVII secolo.
Via Ugo Foscolo
ebbe questo il 15 novembre 1911, anno in cui la strada fu realizzata.
Via Fosse Ardeatine
ebbe questo nome nel 1966.
Via Oreste Franchini
patriota (Livorno, 1834 - 1907). Fino al 1907 si chiamò via dei Casini con riferimento ai Casini di Ardenza, un grande complesso residenziale costruito intorno al 1841 e destinato alla villeggiatura al mare. La "Società per azioni dei casini e bagni di mare all'Ardenza", proprietaria del complesso, avanzò la richiesta di destinare alcuni locali ad un casinò ma proprio in quel periodo il governo granducale proibì il gioco d'azzardo. In conseguenza di ciò la società entrò in un giro di controversie, litigi, debiti e passaggi di mano, finché si sciolse nel 1871. La strada ebbe il nome attuale l'11 marzo 1907.
Via Francia
Via di Franco
fin da prima del 1784 la strada era divisa in due tratti, il primo (da via Cairoli a via Sant'Omobono) si chiamò strada Franco e in seguito via del Giardino del governatore e via degli Ebrei, mentre il secondo (da via Sant'Omobono a via del Cardinale) si chiamò via Recanati e in seguito via San Bernardo. Nel 1872 i due tratti furono unificati sotto l'attuale denominazione ma nel 1939 in seguito alle leggi razziali il nome fu cambiato in via Giorgio Pazzini, combattente fascista caduto nella guerra civile spagnola. Il 28 febbraio 1945 fu ripristinato il nome attuale. Franco e Recanati sono i nomi di due famiglie di origine ebraica che abitavano e possedevano immobili in questa strada. L'incrocio fra via di Franco, via del Tempio e via Cairoli si chiamò "quattro cantonte degli Ebrei".
Via Dino Frangioni
Via Anna Frank
Via Fraschetti
si chiamò così dopo il 1846, dal nome della famiglia che qui possedeva immobili.
Via Enzo Fregosi
Via Renato Fucini
scrittore (1843 - 1922).
Via dei Fulgidi
la strada fu realizzata nel 1862 e prese nome dall'Accademia dei Fulgidi, un sodalizio letterario costituitosi nel 1842 e che ebbe sede in questa strada, allo scomparso teatro Rossini. Si chiamò anche via dei Magazzini.
Via Funaioli
ebbe questo nome dopo il 1870, in riferimento alle fabbriche di cordami presenti all'inizio del XIX secolo sullo scomparso canale dei Lazzeretti, presso questa strada. All'epoca questa località era conosciuta come "andane dei funaioli".

[modifica] G

Via del Gabbiano
ha questo nome dal 1966.
Via delle Galere
il primo tratto, da piazza Grande a via della Madonna, si chiamava così già nel 1656 perché sboccava quasi davanti al porticciolo dei Genovesi dove ormeggiavano le galere da guerra. Il tratto da via della Madonna a via del Pantalone si chiamò via dell'Annunziata, fin da prima del 1607, e prendeva nome dalla chiesa dei Greci Uniti detta dell'Annunziata, costruita nel 1605. Si chiamò anche via del Sole (dal nome di un'osteria qui esistente da prima del 1783) e fu divisa in tre parti: via dietro i Greci, via della Frusta e via dietro il Picchetto. Nel 1845 fu collegata alla nuova piazza della Repubblica dopo aver demolito le mura medicee e nel 1872 il nome di via delle Galere fu esteso a tutta la strada attuale.
Via Galileo Galilei
già via Riseccoli, dal nome del piccolo corso d'acqua che scorreva sul tracciato della strada attuale. Il nome originale, attestato in documenti dell'alto medioevo, è rivus Sulculus, cioè "piccolo solco". Il corso d'acqua fu coperto nel 1837. Nel 1925 la strada ebbe il nome attuale. In precedenza, dal 1901 al 1925 il nome di Galileo Galilei era stato assegnato all'attuale via San Francesco. Galileo fece alcuni esperimenti a Livorno nel 1617.
Via Duccio Galimberti
ha questo nome dal 1972.
Via Luigi Galvani
ha questo nome dal 1954.
Via Don Italo Gambini
sacerdote (1918 - 1944), organizzatore del movimento cristiano sociale. La strada ebbe questo nome nel 1958, anno in cui fu realizzata.
Via Raffaello Gambogi
pittore (Livorno, 1874 - 1943). La strada ha questo nome dal 1958.
Via Giovanni Gamerra
generale (1848 - 1915) combattente in Africa. Ebbe questo nome nel 1936, in precedenza si chiamò via Parenti e poi via delle Siepi. La strada fu realizzata nel 1840.
Via Monsignor Filippo Ganucci
primo vescovo di Livorno(Firenze, 1741 - Livorno, 12 febbraio 1813). Il primo nome della strada (da prima del 1660) fu via della Fortezza Nuova, poi dal 1705 via di Pescheria nuova. Dal 1872 fece parte di via dell'Angiolo, fino al 1970 quando ebbe il nome attuale. Qui esisteva l'ospedale dei Gesuiti, dove risiedevano i vescovi di Livorno dal 1807.
Garibaldi (rione)
Piazza Anita Garibaldi
inizialmente chiamata solo piazzetta, poi piazza o piazzetta del Pallone (o del Giuoco del Pallone) da prima del 1784. Si chiamò anche piazza di Crocetta dal 1716, anno di costruzione della chiesa di San Ferdinando Re detta di Crocetta, fino al 1889 quando ebbe il nome attuale. In questa piazza vi era lo stabile (non più esistente) dove nacquero i fratelli Andrea e Jacopo Sgarallino, patrioti e garibaldini. Fino al 1889 si chiamò piazza di Crocetta per la presenza della chiesa di San Ferdinando, detta di Crocetta perché i religiosi che la amministravano portavano sull'abito una piccola croce rossa e blu.
Piazza Giuseppe Garibaldi
fin da prima del 1828 si chiamò piazza Rangoni, dal nome della famiglia che qui possedeva degli immobili. Nel 1882 ebbe il nome attuale e nel 1889 fu costruito il monumento a Garibaldi, opera di Augusto Rivalta. Garibaldi si trovò varie volte a Livorno, ospitato da Andrea Sgarallino, per attività politiche.
Via Giuseppe Garibaldi
in origine via Maestra Pisana, poi strada Regia Postale, poi Borgo Reale da prima del 1794. Sulla strada presso l'attuale piazza Garibaldi si trovava la dogana di terra con il "pettine", un cancello che si sollevava grazie ad un contrappeso. Il tratto di strada dal "pettine" alla Porta a Pisa si chiamò strada regia postale dell'Avanzata, dove "Avanzata" era il nome del corpo di guardia al "pettine". Indicazioni antiche: Via vecchia di Porto Pisano, oggi la via che da S. Stefano va alla Torretta e Livorno (1686); Strada maestra pisana veniente a Livorno dal punto in cui termina l'antica via di Porto Pisano, sotto i Lupi, sino alla Porta a Pisa (Metà XVIII secolo); Nuova strada da costruirsi dalla chiesa di San Pietro in grado fino al Ponte Arcione, per la macchia di Pisa (1776); Nuova strada regia da Ponte Arcione a Livorno (1780); Tronco di strada regia pisana, cioè che dalla strada regia pisana (Gigante) conduce alla Bastia (1798); Strada pisana dal ponte dei Riseccoli fino alla metà del Ponte Arcione (1803).
Via Fortunato Garzelli
Via Rosa Gattorno
beata (1831 - 1900).
Piazza Gavi
già piazza dei Cappuccini fino al 9 gennaio 1872 quando ebbe il nome attuale, in ricordo di Girolamo Gavi (1775 - 1869), vescovo di Livorno.
Via del Gazometro
prende nome dall'impianto qui costruito nel 1844.
Via Gazzarrini
si chiamò da prima del 1828 Via del Glori, poi verso il 1846 via Duclou, dal nome di una famiglia che possedeva qui un edificio, e intorno al 1870 via San Benedetto. Verso il 1896 ebbe il nome attuale in ricordo del pittore Tommaso Gazzarrini (Livorno, 1790 - 1853). Si chiamò anche via dello Spalto.
Piazza Ero Gelli
partigiano ucciso nel 1944. Da prima del 1840 si chiamò piazza della Dogana, ma dal 1923 al 1943 cambiò nome in piazza Dino Leoni, nome di uno squadrista fascista (1895 - 19 febbraio 1921) che partecipò alla spedizione di Cecina. Era accaduto che l'amministrazione di sinistra di Cecina aveva fatto togliere dal Municipio la lapide che riportava il bollettino della vittoria della prima guerra mondiale e un gruppo di fascisti (tra i quali lo stesso Leoni) aveva provveduto a rimetterla. Tolta una seconda volta, i fascisti accorsero in maggior numero da Pisa e da Livorno ricollocando la lapide al suo posto; ne seguì una sparatoria con i comunisti locali e Leoni fu ferito mortalmente. I dirigenti del partito socialista locale e lo stesso sindaco di Cecina avvocato Ambrogi furono arrestati il giorno dopo dalle autorità con l'accusa di tentato omicidio. Nel 1943 fu ripristinato il nome di piazza della Dogana e nel 1946 ebbe il nome attuale.
Via del Gelsomino
ebbe questo nome nel 1958.
Via Luigi Gemignani
militante antifascista (Livorno, 1884 - 1922). La strada ha questo nome dal 1958, anno in cui fu realizzata.
Viale Genova
ebbe questo nome il 26 febbraio 1936.
Via Georgia
Via dei Gerani
ebbe questo nome nel 1970.
Via Germania
Via Gherardi del Testa
la strada fu realizzata nel 1857 quando fu rettificato il tracciato del Fosso Reale ma non ebbe alcun nome fino al 16 maggio 1900 quando fu dedicata al commediografo Tommaso Gherardi del Testa (Terricciola, 1814 - Pistoia, 1888). Anche un teatro fu intitolato nel 1852 a Gherardi del Testa, costruito nel 1818 e inizialmente chiamato Teatro del Giardinetto, perché fu costruito al posto di un piccolo giardino. Si trovava all'angolo fra via Carraia e via Strozzi e fu demolito nel 1931.
Via Lanciotto Gherardi
partigiano caduto nel 1994. La strada ha questo nome dal 1949.
Via delle Ghiandaie
Via Oscar Ghiglia
pittore macchiaiolo (Livorno, 1876 - Firenze, 1946), allievo di Giovanni Fattori. La strada ebbe questo nome nel 1957, anno in cui fu realizzata.
Via Arcangelo Ghisleri
Via Nelusco Giachini
Via Giovanni Battista Giacomelli
medico e scrittore (1814 - 1875). La strada ebbe questo nome il 1 febbraio 1930.
Via del Giaggiolo
ebbe questo nome nel 1958.
Via Vittorio Giambruni
Largo Gigante
Via Fratelli Gigli
militanti comunisti (Pietro nato nel 1886 e Pilade nato nel 1892), uccisi nel 1922. La strada ha questo nome dal 1958, anno in cui fu realizzata.
Via del Giglio
da prima del 1784 la parte vicina a via Grande si chiamò via della Fontanella, per la presenza di una fonte. Prende nome dall'osteria del Giglio, presente in questa strada nel 1739.
Via dei Ginepri
ha questo nome dal 1966.
Via della Ginestra
ebbe questo nome il 21 aprile 1954, fino ad allora fece parte di via della Giuncaiola.
Via Ginori
si chiama così dal 1843 in onore della famiglia Ginori il cui più noto rappresentante fu Carlo Maria Ginori (morto nel 1757), governatore di Livorno che nel 1740 introdusse per primo in Toscana la lavorazione della porcellana. Prima del 1843 erano stati dedicati ai Ginori gli attuali scali degli Isolotti.
Via Vincenzo Gioberti
ha questo nome dal 1962.
Via Giovanni Giolitti
ha questo nome dal 1953. Anche l'attuale via Trieste si chiamò in precedenza via Goilitti, dal 1912 al 1918.
Via Giotto
Via Giovannetti
dopo il 1846 fu dedicata ad Andrea Giovannetti, sindaco di Livorno dal 1877 al 1879. In precedenza si chiamò via dell'Arena perché qui fino al 1847 si trovò il teatro all'aperto Arena Labronica.
Via Giovanni XXIII
ha questo nome dal 1964.
Piazza Giovine Italia
il primo nome che ebbe fu piazza d'Arme di Porta ai Cappuccini, poi piazza dei Cappuccini, poi dopo il 1844 piazza del Ponte nuovo (con riferimento al ponte costruito da Pasquale Poccianti nel 1844, distrutto nel 1943 e ricostruito nel 1949) e nel 1866 piazza Alfredo Cappellini. Nel 1927 ebbe il nome attuale.
Via Giuliana
fin dal 1825 si chiamò via Giulia ed era un vicolo con accesso da Borgo Cappuccini che terminava contro il muro di cinta della proprietà del capitano Giustiera. Intorno al 1828 si chiamò via Ginesi, insieme all'attuale via dei Carrozzieri, dal nome della famiglia che possedeva i terreni sui quali fu realizzata la strada. Nel 1841 si chiamò via Niccolai Gamba e infine nel 1872 ebbe il nome attuale.
Via della Giuncaiola
prende nome dal torrente che scorre lungo la strada e che ora è coperto. La strada ha questo nome da prima del 1840 e fino al 1954 comprese anche l'attuale via della Ginestra.
Via Giuseppe Giusti
poeta (Monsummano, 1809 - Firenze, 1850). La strada ebbe il nome attuale nel 1948, in precedenza si chiamò via del Conforto fin dal 1847 e il nome si riferiva alla adiacente chiesa di Santa Maria del Soccorso.
Via del Glicine
ha questo nome dal 1966.
Via Piero Gobetti
ha questo nome dal 1953, anno in cui fu realizzata.
Via Goito
il 22 luglio 1889 fu assegnato questo nome alla parte della vecchia via dei Pensieri che era rimasta dentro la cinta muraria del 1888.
Via Carlo Goldoni
esiste da prima del 1846 e prende nome dal teatro qui presente, costruito negli anni 1843-1847 e chiamato inizialmente Teatro Leopoldo e poi dedicato nel 1859 a Carlo Goldoni.
Calata Gondar
Via dell Gore
Via della Gorgona
ebbe questo nome il 2 maggio 1911.
Via Don Renzo Gori
patriota (1919 - 1944). La strada ebbe questo nome il 21 luglio 1958, anno in cui fu realizzata.
Via Lorenzo Gori
scultore (Livorno, 1842 - 1923), autore del monumento a Francesco Domenico Guerrazzi. La strada ebbe questo nome nel 1951.
Via Pietro Gori
da prima del 1841 si chiamò via della Lepre perché attraversava la proprietà di Francesco Lepri, poi nel 1947 ebbe il nome attuale. La strada fu realizzata nel 1857 sul tracciato di un viottolo dallo stesso nome.
Via del Governatore
strada di Montenero che fu realizzata verso il 1769 insieme alla villa che apparteneva al governatore di Livorno e che dette il nome alla strada.
Via dei Gower
ha questo nome dal 12 gennaio 1935, dal nome della villa qui situata appartenente alla famiglia Gower, di origine inglese (esiste una Gower street a Londra).
Via Guido Gozzano
ebbe questo nome nel 1972.
Via Giuseppe Gozzer
Via Arturo Graf
poeta (1848 - 1913). La strada ebbe questo nome nel 1972.
Via Antonio Gramsci
ebbe questo nome nel 1947. In precedenza si chiamò via di Salviano (fin da epoca antica), poi via della Porta di San Leopoldo o via della Porta Leopolda (dal 1838) e poi via della Porta alle Colline (dal 1846, dal nome della porta che fu costruita nel 1838 allo sbocco di questa strada in piazza Damiano Chiesa, e demolita nel 1930). Per alcuni anni dopo il 1859 si chiamò via a Salviano.
Piazza Grande
fu realizzata nel 1577 con la costruzione della nuova città medicea e in origine si estendeva dal Duomo al Municipio. In precedenza da qui passavano antiche vie (indicazione del 1535: la strada che va dalla porta della Terra fino alla fonte e quella che va da detta porta a Santa Giulia). Fin dal 1594 si chiamò piazza d'Arme, perché vi si tenevano le esercitazioni militari e comprese anche le due piccole piazze della Dogana e della Comunità (che fino al 1946 si chiamarono piazza Anna di Francia, in onore della moglie di Amedeo d'Aosta, e piazza Maria del Belgio) e fino al 1930 comprese anche il largo Duomo. Durante l'occupazione francese, dal 1808 al 1813, si chiamò piazza Napoleone e nel 1878 piazza Vittorio Emanuele, ma fu sempre chiamata popolarmente piazza Grande. Con l'abolizione della monarchia, il 10 giugno 1946 la piazza assunse il nome attuale e fu ristretta alle dimensioni attuali con la costruzione nel 1952 del Palazzo Grande, al centro della piazza, dove in precedenza e fin dal 1892 era situato il monumento equestre a Vittorio Emanuele II, opera di Augusto Rivalta e oggi in piazza Unità d'Italia. Presso il portico della Gran Guardia si trovavano le "fontine di piazza d'arme", quattro piccoli getti detti anche "fonti dei barili". Agli angoli centrali della piazza furono realizzati da Alessandro Pieroni quattro portici, dei quali due si chiamarono sempre portico della Gran Guardia (quello di sud-est, con riferimento al corpo di guardia stanziato nell'edificio militare qui situato; anche l'angolo stesso della piazza si chiamò Gran Guardia, fin da prima del 1600) e portico del Diacciaio (quello di sud-ovest, con riferimento al commercio del ghiaccio che si faceva sotto di essa; anche la locanda che si trovava sotto il portico e l'angolo stesso della piazza si chiamarono Diacciaio), mentre gli altri due ebbero vari nomi: uno si chiamò portico della Fonte o del Mèngoli o degli Sproni (quello di nord-est, è l'unico sopravvissuto alle distruzioni della seconda guerra mondiale e oggi si chiama portico del Pieroni; gli Sproni erano la famiglia a cui apparteneva l'immobile), l'altro portico del Cacialli o dello Strambi (quello di nord-ovest). Sotto il portico del Diacciaio si tenne da prima del 1656 la Tromba, cioè l'asta pubblica dove si vendevano anche le prede di guerra. I proventi andavano per un terzo dell'un per cento alla Comunità, i due addetti erano dipendenti comunitativi ed erano chiamati trombi o trombetti.
Via Grande
fu realizzata nel 1577 con la costruzione della nuova città medicea e fu chiamata popolarmente via Grande della Colonnella nel tratto verso mare e via Grande della Porta a Pisa nel tratto verso terra. Ufficialmente si chiamò via Ferdinanda in onore del fondatore della nuova Livorno, il granduca Ferdinando I de' Medici, dal 1594 al 1860, tranne la parentesi del Regno d'Etruria, dal 1808 al 1813, durante il quale si chiamò via Napoleone. Nel 1860 fu rinominata via Vittorio Emanuele, in onore del primo re d'Italia fino al 1946 quando tornò a chiamarsi col nome popolare di via Grande. In via Grande, all'angolo con piazza Colonnella, si trovava il palazzo Balbiani, costruito nel 1600 dal gonfaloniere e provveditore Sebastiano Balbiani, sulla cui facciata si trovavano dentro nicchie i busti dei granduchi della famiglia dei Medici, realizzati dagli scultori Fancelli. Il palazzo andò distrutto durante un bombardamento aereo nel 1944 ma i busti furono recuperati e portati a Villa Fabbricotti. Prima della realizzazione della strada passarono di qui due strade che partendo dalla Porta di Terra (nei pressi dell'attuale Camera di Commercio) andavano l'una all'antica chiesa di Santa Giulia (di fronte all'attuale via Santa Barbara) e ad una fonte nei pressi della successiva Porta a Pisa. La strada fu unita all'attuale piazza della Repubblica nel 1844 con la costruzione del Voltone e nel 1846 fu anche prolungata fino al mare.
Via Achille Grandi
sindacalista (Como, 1883 - Desio, 1946), ebbe questo nome il 2 febbraio 1957, anno in cui fu realizzata.
Via Gino Graziani
Via delle Grazie
la strada fu realizzata verso il 1847 e il nome fa riferimento alla vicina chiesa del Soccorso. Nel 1863 la strada fu estesa fino alla via delle Ville (attuale via Borsi) e nel 1864 fino a via Calzabigi.
Via Grecale
Via Grecia
Via Grotta delle Fate
il nome si riferisce ad una grotta che si trovava ad Ardenza Terra, a pochi metri dal passaggio a livello di via San Martino. Nella grotta furono ritrovati oggetti preistorici ma poi nel 1854 fu demolita in gran parte a causa dell'estrazione di pietra per la costruzione del Molo nuovo.
Via Guadalajara
Via Giovanni Guarducci
patriota (1813 - 1863), difensore di Livorno durante l'assedio del 1849 da parte degli austriaci. La strada ebbe questo nome nel 1953, anno in cui fu realizzata. Dal 1911 al 1953 era stata dedicata a Guarducci una strada ora scomparsa che collegava via Andrea De' Pazzi a via della Cinta esterna.
Via Giovanni Battista Guarini
scrittore (Ferrara, 1538 - Venezia, 1612). La strada ha questo nome dal 1970.
Via Aramis Guelfi
Piazza Guerrazzi
si chiamò in origine piazzetta di Porta a Pisa, poi piazza di Santa Barbara, piazza dello Spedale (in riferimento all'ospedale militare di Santa Barbara) e piazza del Picchetto dal 1866 fino al 1873 quando ebbe il nome attuale. Nella piazza si trovano la statua di Guerrazzi realizzata da Lorenzo Gori e collocata qui nel 1885 e il palazzo del Picchetto, costruito nel 1705 e di cui l'unica parte superstite dei bombardamenti della seconda guerra mondiale è quella aggiunta nel 1708. Qui si trovò anche la prima fonte alimentata dall'acquedotto mediceo costruito nel 1605 (indicazione dell'epoca: il condotto traversa il fosso reale, passa sotto la muraglia castellana e arriva alla casa del fontaniere che resta accanto al corpo di guardia della porta a Pisa). La Porta a Pisa fu costruita nel 1597 circa e demolita nel 1838. In questa piazza, lato via Cavalieri si trovò l'ospedale militare di Santa Barbara, costruito nel 1663.
Via Temistocle Guerrazzi
scultore (Livorno, 1806 - 1884), autore del busto alla scrittrice Angelica Palli, dei bassorilievi del monumento a Ferdinando III in piazza della Repubblica e della statua dell'Esule nella casa di riposo "Giovanni Pascoli". La strada ebbe questo nome nel 1957.
Vicolo delle Guglie
ebbe questo nome dopo il 1870, in precedenza si chiamò vicolo del Mainardi dal nome della famiglia che vi abitava. Il nome attuale si riferisce alle guglie che poste a circa 800 metri di distanza dalle mura indicavano lo spazio entro il quale non si poteva edificare e al tempo stesso la portata dei cannoni piazzati sulle mura. Il divieto di edificazione fu abrogato nel 1776. Anche la strada delle Spianate (attuali corso Mazzini e corso Amedeo) si chiamò talvolta strada delle Guglie (vecchia indicazione: strada delle Spianate o sia la strada che fa il giro di tutte le guglie).

[modifica] H

Via Haiphong
città portuale vietnamita gemellata con Livorno.

[modifica] I

Via dell'Indipendenza
in origine parte della strada regia degli Spalti, si chiamò poi via santi Pietro e Paolo e nel 1866 ebbe il nome attuale.
Via dell'Industria
realizzata e così chiamata dopo il 1870.
Canale Industriale
Porto Industriale
Via Inghilterra
Darsena Ammiraglio Inghirami
Via Carolina Internari
attrice drammatica (1792 - 1859) attiva nella prima metà del XIX secolo. La strada ebbe questo nome nel 1930, anno in cui fu realizzata.
Via Irlanda
Scali degli Isolotti
fino al 1843 si chiamarono scali Ginori, in onore della famiglia di Carlo Maria Ginori. Con "isolotti" si indicavano case isolate. Il tratto fra scali Finocchietti e via Borra si chiamò via dell'Isolotto primo (nome anteriore al 1823), il tratto fra via Borra e via della Venezia si chiamò via dell'Isolotto secondo (nome anteriore al 1828).
Viale Italia
in origine via del Littorale, in seguito (ma fin da prima del 1722) il primo tratto si chiamò Strada dei Cavalleggeri e iniziava dall'attuale Corso Mazzini (allora via delle Spianate) fino alla spianata dei Cavalleggeri (nell'attuale Terrazza Mascagni). Intorno al 1630 era semplicemente chiamata "strada della marina". Nel XVIII secolo la strada dei Cavalleggeri era una delle 5 strade maestre (insieme a quelle di Montenero, di Collina, dei Condotti e Pisana), seguite per importanza dalle strade di Salviano, del Rio Maggiore, dell'Origine e della Bastia. Nel 1743 la strada dei Cavalleggeri fu estesa fino alla torre del Romito e al torrente Chioma. In seguito (da prima del 1846) si chiamò pubblico passeggio dell'Ardenza o viale del Passeggio dell'Ardenza, poi il 25 maggio 1888 fu chiamata viale Regina Margherita e infine ebbe il nome attuale il 10 giugno 1946. Nel 1837 fu realizzato il tratto fra via Sant'Agostino e piazza San Jacopo riempiendo un'insenatura. Lungo questo viale si trova l'Accademia Navale realizzata sui due vecchi lazzeretti di San Jacopo (costruito nel 1648) e di San Leopoldo (costruito nel 1773). L'ultimo tratto del viale fino alla Rotonda si chiamò via del Parterre.

[modifica] J

Via Vasco Natale Jacoponi
partigiano (Livorno, 24 dicembre 1901 - 7 aprile 1963), deputato dal 1948 al 1953 (cfr. [9]).
Via Alfredo Jeri
scrittore e traduttore (Livorno, 17 ottobre 1896 - Milano, 1962) (cfr. [10]).

[modifica] K

Via Margherita Kaiser Parodi
infermiera della Croce Rossa caduta nella prima guerra mondiale. La strada ebbe questo nome il 22 novembre 1930, anno in cui fu realizzata.
Via Martin Luther King
dal 17 aprile 1962 (anno in cui fu realizzata) fino agli anni Settanta si chiamò via Benedetto Croce.
Via Luigi Kossuth
eroe nazionale ungherese (Manok, 1802 - Torino, 1894). La strada ebbe questo nome nel 1958, anno in cui fu realizzata.
Via Jerzi Sas Kulczycki
ufficiale della Regia Marina (Roma, 24 dicembre 1905 - Fossoli, 12 luglio 1944) fucilato dai nazisti e medaglia d'oro al valor militare alla memoria (cfr. [11]).

[modifica] L

Via Giorgio La Pira
La Rotonda (Ardenza)
Via Antonio Labriola
la strada ebbe questo nome nel 1958, anno in cui fu realizzata. Dal 1954 al 1958 fu dato il nome di Labriola all'attuale via Cogorano.
Via Lamarmora
intitolata al generale Alessandro La Marmora il 22 agosto 1863. Dal dal 24 aprile 1838, anno in cui fu realizzata, si chiamò via Carolina, dal nome della figlia primogenita di Leopoldo II.
Via Raffaello Lambruschini
fu realizzata nel 1971 ed ebbe questo nome il 14 febbraio 1972.
Via Aurelio Lampredi
progettista Ferrari (Livorno, 1917 - 1989).
Via dei Lanzi
strada realizzata dopo il 1828, con la demolizione di parte del Casone presidiato dai Lanzi (da cui il nome). Fu unita a via dei Carabinieri col nome di via delle Due rampe, perché alle due estremità della strada si trovava una rampa che saliva al Bastione del Casone. Nel 1901 faceva parte di via Reale, insieme all'attuale via Crispi. Ai Lanzi era intitolata un'osteria in via San Giovanni, fin dal 1784.
La Rosa (rione)
il toponimo è attestato fin dal 1686 e si riferiva ad una fattoria appartenente agli eredi di Francesco La Rosa situata, lungo via dell'Ardenza (allora strada di Montenero) e sulla sponda del rio Felciaio (nella zona del rione attuale, sorto nel 1960). Verso il 1843 qui fu la Villa Lloyd che si disse anch'essa La Rosa.
Via delle Lastre
ebbe questo nome dopo il 1846 con riferimento al deposito di pietre per lastricare le strade.
Piazza Giovanni Maria Lavagna
matematico (Livorno, 27 gennaio 1812 - Pisa, 9 aprile 1870), cfr. [12]. La piazza ebbe questo nome nel 1927, in precedenza era nota come piazza Napoli.
Vicolo delle Lavandaie
si chiama così dal 1845.
Via del Lavoro
ebbe questo nome nel 1873, anno in cui fu realizzata.
Via Lazio
fu realizzata nel 1959 e così chiamata nel 1960.
Le Corti (località)
Le Gore (località)
Le Sughere (località)
Via della Lecceta
prima del 1846 comprendeva anche la via delle Vignacce (dal nome di una località che attraversava).
Leccia (rione)
Via della Leccia
Via Silvestro Lega
ha questo nome da 27 gennaio 1960.
Piazza Legnami
da prima del 1819 si chiamò piazza San Marco con rifeimento alla porta, dedicata a questo santo, che si qui trovava.
Via Adriano Lemmi
patriota e gran maestro della massoneria italiana (Livorno, 30 aprile 1822 - Firenze, 23 maggio 1906). La strada ebbe questo nome nel 1960.
Via del Leone
in origine si chiamò via degli Ammazzatoi per la presenza dei macelli che servivano il quartiere, poi verso il 1846 ebbe il nome attuale, con riferimento alla statua del leone alato collocato sulla vicina Porta San Marco.
Via Giacomo Leopardi
ebbe questo nome nel 1972.
Via Lepanto
in origine si chiamò strada traversa del Lazzeretto, poi nel 1857 fu chiamata viottolone Lloyd (o semplicemente Viottolone) fino al 13 giugno 1899, quando ebbe il nome attuale.
Via di Levante
si chiama così dal 4 dicembre 1970.
Piazza Aldo Li Gobbi
radiotelegrafista partigiano (1918 - 1944), morì torturato dai nazifascisti.
Via Libeccio
Viale della Libertà
fu realizzata nel 1927 sul terreno già appartenente alla Villa Fabbricotti e chiamata viale XXVIII ottobre in riferimento alla data della marcia su Roma. Il 5 agosto 1943 questo nome fu cancellato e la strada fece parte di via Marradi fino al 29 maggio 1945, quando ebbe il nome attuale in riferimento alla liberazione dal nazi-fascismo.
Via Liguria
ebbe questo nome nel 1964.
Via Paolo Lilla
urologo (1881 - 1950) e presidente della Società Italiana di Urologia dal 1938 al 1940. Nel 1927 fondò all'ospedale di Livorno il primo reparto di urologia della Toscana e lo diresse fino all'anno della morte. Da prima del 1865 al 1951 si chiamò via Curtatone, poi il vecchio nome fu aggiunto all'attuale via Curtatone e Montanara e la srasa ebbe il nome attuale (perché Lilla abitò qui).
Via del Limoncino
ufficialmente si chiama così dal 21 luglio 1958 ma è un nome antico e si riferisce alla località a cui conduce la strada. In questa località visse fino alla morte Giuseppe Ravizza, l'ideatore della macchina da scrivere.
Limone
località appartenuta ai Della Gherardesca, vicina al colle La Poggia, sito di un antico villaggio e di una pieve dedidcata a San Giovanni, entrambi scomparsi. Da qui partiva l'acquedotto per Livorno costruito dai Medici nel 1606, rimasto in funzione per due secoli. Il toponimo è attestato fin dal 949.
Via del Littorale
In origine partiva dalla Porta dei Cappuccini (attuale piazza Giovine Italia) e correva lungo la linea di costa. Intorno al 1705 il tratto dal Romito verso sud fino al torrente Chioma si chiamò via delle Due vie, perché da essa si staccavano due strade che si addentravano nelle colline dell'interno (Castellaccio, Montenero, Valle del Chioma). Mentre la strada continuò ad attraversare il rio Ardenza in corrispondenza di un guado citato nei documenti come passo a collo o sia senza barca, nel 1799 fu realizzato il ponte sul botro delle Carrozze, poco a nord dell'attuale piazza Bartolommei, ad Antignano. Fra il 1835 e il 1839 la strada fu ampliata, il tracciato fu rettificato in corrispondenza di Antignano e la lunghezza estesa fino a Vada. In seguito la denominazione fu restrinta al tratto compreso fra il viale Boccaccio e il torrente Chioma (cioè comprensiva delle attuali via dell'Ardenza e via Mondolfi) e infine nel 1954 fu restrinta ancora all'estensione attuale. Indicazione del 1841: strada regia del Littorale; dal piazzale esterno della Barriera Maremmana, varca il rio Maggiore e il torrente Ardenza, il paese, per Banditella, rasenta Antignano, dalla torre del Boccale e Calafuria sul ponte di Calignaia presso la torre del Romito sopra il rio di Quercianella, al confine di Rosignano, in mezzo al ponte della Chioma: braccia 13515, larga braccia 12.
Via Augusto Liverani
educatore (1858 - 1929). La strada ebbe questo nome nel 1960, in precedenza fece parte di via Gramsci.
Via della Livornina
Via Llewelyn Lloyd
pittore (Livorno, 1879 - Firenze, 1949). La strada ha questo nome dal 1960.
Via Lombardia
Via Longrilli
Via Sabatino Lopez
drammaturgo (Livorno, 1861 - 1951). La strada ebbe questo nome nel 1952.
Via Carlo Lorenzini
è lo scrittore Collodi. La strada ebbe questo nome nel 1960.
Via Alessandro Lotti
violinista (1898 - 1950). La strada ebbe questo nome nel 1967, anno in cui fu realizzata.
Via Dino Lugetti
Via Giovan Battista Lulli
si chiama così dal 1960.
Via Astolfo Lunardi
partigiano caduto nel 1944, già combattente nella prima guerra mondiale. La strada ebbe questo nome nel 1947, in precedenza era anonima.
Piazza del Luogo Pio
si chiamò piazza o piazzetta del Pallone da prima del 1784, poi degli Ammazzatoi, per la vicinanza ai Macelli Pubblici e infine ebbe il nome attuale. Il nome si riferisce sia alle Case Pie, due edifici realizzati nel 1682 per i mendicanti, poi fusi in un unico stabile, sia alla chiesa dell'Assunzione di Maria costruita nel 1714. Dopo le devastazioni dei bombardamenti della seconda guerra mondiale la piazza è stata ampliata sgombrando le macerie degli edifici distrutti.
Lupi
località posta su quella che un tempo era la sponda del Sinus Pisanus, la grande insenatura che si trovava tra Pisa e Livorno.Il nome è quello della famiglia proprietaria del podere e della villa che si trovò qui (intorno al 1760 il proprietario era Giovanni Francesco Lupi). Secondo un'indicazione dell'epoca, il podere si trovava in una lingua di terreno tra la via Pisana e la così detta via Fonda, una volta Porto Pisano, località Poggetto di Santo Stefano. Il nome passò poi dalla villa al gruppo di case che furono qui costruite e infine al nuovo cimitero comunale costruito nel 1804 che ancora oggi viene chiamato popolarmente "cimitero dei Lupi" o "I Lupi".
Via Umberto Lusena
partigiano ucciso alle catacombe romane nel 1944. La strada ebbe questo nome nel 1949, in precedenza era anonima
Via Lussemburgo
Via Martin Lutero
Via Luigi Luzzati
economista e sociologo (Venezia, 1841 - Roma, 1927). La strada ha questo nome dal 1958, anno in cui fu realizzata. In precedenza l'attuale via Giacomo Puccini era stata dedicata a Luzzatti, fra il 1912 e il 1927.

[modifica] M

Via dei Macchiaioli
strada di Quercianella che dal 1927 al 1946 si chiamò viale Fattori. Alla metà del XIX secolo i Macchiaioli formavano un gruppo di artisti che durante l'estate si ritrovavano tutti insieme nella vicina Castiglioncello.
Via delle Macchie
Viale Niccolò Machiavelli
ebbe questo nome nel 1962.
Scali delle Macine
ha questo nome da prima del 1843.
Via della Maddalena
si chiama così da prima del 1846, dal nome dell'Istituto Santa Maria Maddalena costruito in questa strada nel 1828.
Via della Madonna
da prima del 1602 al 1870 i vari tratti della strada attuale ebbero nomi diversi: via dei Greci (per la presenza della chiesa dei Greci Uniti costruita nel 1607; da via Grande a via delle Galere), via della Madonna (da via delle Galere a via della Posta), via degli Armeni (per la presenza della chiesa degli Armeni costruita nel 1701; poi via della Posta vecchia delle lettere, da via della Posta a viale degli Avvalorati), via dei Gesuiti (da prima del 1784 perché essi ebbero qui un palazzo, una chiesa e un collegio, successivamente trasformati nel 1707 in sede vescovile e nel periodo tra il 1857 e il 1916 nell'attuale palazzo di giustizia; in seguito si chiamò via del Corso perché nel tratto del Fosso antistante alla strada si svolgeva il "corso" del palio delle barchette; si chiamò anche via del Ponte di San Giovanni Nepomuceno; da viale degli Avvalorati al ponte dei Domenicani). Nel 1870 tutti i tratti furono riuniti sotto la denominazione attuale. Nel 1901 fu rinominata via Giordano Bruno, ma nel 1925 riacquistò il nome di via della Madonna. Prima dell'edificazione della città nuova nel 1577 esisteva già la chiesa dei Santi Cosimo e Damiano, costruita da Cosimo I de' Medici alla metà del XVI secolo e in seguito trasformata in ufficio postale fino al 1848.
Via Maestrale
Via Maestri del Lavoro
Via Alfredo Maffi
partigiano caduto nel 1944. La strada ebbe questo nome nel 1949, in precedenza fece parte di via del Vigna.
Via Ferdinando Magagnini
architetto (Livorno, 1801 - 1874), ebanista. In origine parte di via delle Spianate poi di via della Ragnaia e dal 5 settembre 1836, di Corso reale, con riferimento ad una corsa di cavalli che si svolgeva ogni anno in questa strada per ricordare l'inaugurazione della chiesa del Soccorso. Fece poi parte di corso Amedeo fino al 1927 quando ebbe il nome attuale. Ebbe anche il nome di via del Crocifisso.
Via Magenta
fu realizzata nel 1836 per accedere alla chiesa del Soccorso e fu chiamata via Maria Antonia in onore della seconda moglie del granduca Leopoldo II. Il 20 agosto 1859 le fu assegnato il nome attuale.
Via Maggi
corrisponde in parte alla vecchia strada regia degli Spalti e fu chiamata così in onore della famiglia a cui appartenne il vescovo Sebastiano Maggi (1763 - 1839). Fino al 1846 via Maggi comprese anche l'attuale via dell'Indipendenza. Verso il 1850 il largo alberato situato tra via Maggi e via Cantini si chiamò piazzetta Leoni, dal nome del palazzo dei Tre Leoni (che risulta già esistente nel 1784).
Via Don Maggini
Via Mario Magnozzi
Via Padre Nicola Magri
storico (vissuto nel XVII secolo). La strada ebbe questo nome nel 1930.
Via di Magrignano
prende nome dallo scomparso villaggio altomedievale di Magrignano che si trovava nella zona.
Via Athos Mainardi
entomologo (Livorno, 1874 - 1943). La strada ebbe questo nome nel 1960, anno in cui fu realizzata.
Via Vincenzo Malenchini
comandante dei volontari garibaldini che parteciparono alla spedizione dei Mille (Livorno, 1813 - 1881), fu anche sindaco di Livorno e senatore del Regno. Assunse il comando di un corpo di volontari in Sicilia. Da prima del 1828 fino al 1953 si chiamò semplicemente via Malenchini.
Via Malta
si chiama così dal 6 gennaio 1934, in precedenza era senza nome.
Via della Malva
Viale Goffredo Mameli
fu realizzata nel 1835 lungo le mura costruite lo stesso anno e inizialmente fece parte della strada regia suburbana e poi di via Montebello. Nel 1923 ebbe il nome attuale e nel 1952 fu limitata all'estensione attuale perché in precedenza comprendeva anche parte di viale Petrarca fino a piazza Damiano Chiesa.
Via Ugo Manaresi
pittore (Firenze, 1851 - Livorno, 1917). La strada ebbe questo nome nel 1954, in precedenza era anonima.
Via Ernesto Manasse
mineralogista (1875 - 1922). La strada ebbe questo nome nel 1966.
Via Luigi Mancini
architetto navale (1780 - 1848). La strada ha questo nome dal 1934.
Via del Mandorlo
ha questo nome dal 9 gennaio 1872.
Via Antonio Mangini
scrittore (1819 - 1880). La strada ebbe questo nome nel 1927, anno in cui fu realizzata.
Piazza Manin
costruta nel 1858, ebbe questo nome nel 1866 in onore di Daniele Manin.
Scali Manzoni
dedicati ad Alessandro Manzoni, furono costruiti nel 1858 e si chiamarono inizialmente scali Santi Pietro e Paolo.
Via Giovanni March
Via Marche
ebbe questo nome nel 1960.
Via Giovanni Marchi
scrittore e patriota (Cairo Montenotte, 1838 - Brescia, 1910). La strada ha questo nome dal 1952.
Via Irma Marchiani
partigiana (1911 - 1944), medaglia d'oro della resistenza. La strada ebbe questo nome nel 1962.
Viale Guglielmo Marconi
la strada fu realizzata prima del 1840 col nome di vicolo del Pesco (più tardi via del Pesco) ed era a fondo cieco (indicazione dell'epoca: nella via della Porta Leopolda s'interna braccia 180, larga braccia 10). Nel 1864 fu unita a via del Fagiano e nel 1866 fu allungata fno a via Calzabigi e rinominata via Nazionale. Infine nel 1939 ebbe il nome attuale.
Via del Mare
esiste da prima del 1841.
Via delle Margherite
si chiama così dal 1960.
Piazzale dei Marmi
è un piazzale costruito dopo il 1854 sul tratto di mare adiacente alla Fortezza Vecchia. In precedenza (fin da prima del 1784) un piazzale dei Marmi si trovava tra la fortezza stessa e la batteria di Porta Trinità, dove ora c'è un parcheggio e il nuovo ponte di Santa Trinità. Il nme deriva dal fatto che qui veniva depositato il marmo in attesa di essere imbarcato.
Via Giovanni Marradi
poeta (Livorno, 1851 - 1922). La strada fece inizialmente parte di via Ricasoli come tratto aggiunto fino a via Calzabigi ed ebbe il nome attuale nel 1923, quando fu allungata fino a viale Mameli. Dal 5 agosto 1943 al 1945 comprese anche l'attuale viale della Libertà.
Via Diego Martelli
critico d'arte (1839 - 1897). La strada ebbe questo nome nel 1966.
Via Martellini
dedicata ad Albizzo Martellini, gonfaloniere dal 1835 fino alla morte nel 1859; la strada esiste da prima del 1846.
Via Pietro Martini
scrittore (1820 - 1911), autore del diario della Difesa di Livorno. La strada ha questo nome dal 1953, anno in cui fu realizzata.
Via Renato Martorelli
medaglia d'oro della Resistenza (Livorno, 1895 - Taranto, 1944). La strada ebbe questo nome nel 1958, anno in cui fu realizzata.
Via Vittor Ezio Marzocchini
deputato. La strada fu realizzata ed ebbe questo nome nel 1952.
Diga del Marzocco
Via del Marzocco
strada realizzata poco prima del 1846, con riferimento alla torre del Marzocco costruita nel 1423 per difendere il porto.
Via Masaccio
ha questo nome dal 1964.
Terrazza Pietro Mascagni
si chiamò spianata dei Cavalleggeri fino al 1927, poi una parte fu pavimentata e chiamata Terrazza Costanzo Ciano fino al 1943, quando fu assegnata al viale Italia. Nel 1945 ebbe il nome attuale. L'Acquario fu costruito nel 1937 sul preesistente Asilo Elioterapico (realizzato nel 1916).
Largo Tommaso Masera
educatore (1875 - 1934). La strada ebbe questo nome nel 1962.
Via Glauco Masi
tipografo (Livorno, 1775 - Bologna, 1860). La strada ha questo nome dal 2 maggio 1911.
Viale Massaua
ha questo nome dal 1936.
Via Marco Mastacchi
organizzatore della difesa di Livorno dall'assedio degli Austriaci nel 1849. La strada fece parte dell'antica via Erbosa, così detta perché era una strada di campagna, e oltre a via Mastacchi comprendeva anche l'attuale via Solferino. Nel 1902 ebbe il nome attuale. Lungo questa strada si trovavano e si trovano ancora alcuni cimiteri delle comunità straniere di Livorno: il Cimitero degli Inglesi (costruito nel 1839 quando fu interdetto quello di via Verdi) in prossimità della Porta San Marco, il Cimitero Olandese Alemanno e quello Greco Ortodosso all'incrocio con via Firenze e lo scomparso Cimitero Armeno quasi all'incrocio con via Provinciale Pisana. Qui dal 1881 fu il deposito del tram a cavalli.
Via dei Materassai
Via Tommaso Mati
ingegnere (1823 - 1900), nel 1866 costruì il cantiere navale trasformando il Lazzeretto di San Rocco. La strada ha questo nome dal 3 ottobre 1927.
Via Enrico Mattei
Piazza Giacomo Matteotti
quando fu costruita la nuova cinta muraria del 1835 furono qui realizzati due piazzali, uno esterno e uno interno al varco doganale detto Barriera Maremmana. Quando le mura furono demolite la piazza che ne risultò fu chiamata piazza della Barriera Maremmana o di Porta Maremmana(dal nome della barriera doganale qui eretta nel 1835) e nel 1888 piazza Roma. Nel 1945 ebbe il nome attuale ma ancora oggi è popolarmente nota come piazza Roma.
Via Enrico Mayer
patriota (Livorno, 1803 - 1877). Da prima del 1684 si chiamò via Vecchia di Montenero ma ebbe il nome attuale dopo la morte di Mayer. Dall'attuale via Maggi (che allora si chiamava strada regia degli Spalti) in origine arrivava solo fino a via delle Spianate (attuale corso Amedeo) alla quale si univa passando sopra un ponticello. Nel 1838 la strada fu estesa fino ad incontrare l'attuale via Cambini. Questo tratto aggiunto venne poi assegnato all'attuale via Marradi e via Mayer tornò alla lunghezza originaria che mantiene ancora oggi.
Via Giovanni Ambrogio Mazenta
sacerdote barnabita (Milano, 1565 - 1635), fu architetto militare al servizio dei Medici. La strada ebbe questo nome il 19 settembre 1936, in precedenza si chiamò via Tronca.
Piazza Mazzini
dedicata a Giuseppe Mazzini, fino al 21 marzo 1872 si chiamò piazza di Marte perché vi si svolgevano le esercitazioni militari. Il monumento a Mazzini in questa piazza fu realizzato nel 1971 da U. Becchini.
Corso Giuseppe Mazzini
dal 1696, anno in cui fu costruita, fece parte di via delle Spianate e poi, dal 5 settembre 1836, di Corso reale, con riferimento ad una corsa di cavalli che si svolgeva ogni anno in questa strada per ricordare l'inaugurazione della chiesa del Soccorso. Nel 1871 le fu assegnato il nome di Corso Umberto e infine nel 1946 ebbe il nome attuale.
Via Gaetano Mazzoni
botanico (1787 - 1884). La strada ha questo nome dal 1966.
Via Medaglie D'Oro della Resistenza
ebbe questo nome nel 1952.
Molo Mediceo
Porto Mediceo
Via Don Aldo Mei
già v. Dietro il Camposanto nuovo e dal 1930 parte di via Filzi, in seguito le fu dato il nome attuale.
Diga della Meloria
Via della Meloria
fu realizzata nel 1911, con riferimento agli scogli antistanti Livorno, dovve avvenne la battaglia fra pisani e genovesi nel 1284.
Via Guido Menasci
scrittore (Livorno, 1867 - 1925). La strada ebbe questo nome nel 1953, anno in cui fu realizzata.
Via Giampaolo Menichetti
partigiano (Livorno, 1921 - Angrogna, 1944). La strada ebbe questo nome nel 1952.
Via Ciro Menotti
ebbe questo nome nel 1938, anno in cui fu realizzata.
Via Mentana
da prima del 1828 si trova divisa in due tratti, il primo fra via De Larderel e piazza Venti settembre si chiamò via dello Spalto, mentre il secondo tratto fra la piazza e corso Amedeo si chiamò via del Muro rotto. Il 22 luglio 1899 furono riuniti sotto l'unica denominazione attuale. Il Muro Rotto era il luogo dove si trovava il patibolo delle forche. Anche un vicolo di via delle Spianate (cioè le attuali corso Amedeo e via Del Corona) prendeva nome dal Muro Rotto.
Porto Mercantile
Largo del Mercato ortofrutticolo
ebbe questo nome nel 1960, perché c'è l'entrata al mercato ortofrutticolo all'ingrosso.
Via della Meridiana
Via Merli
Via del Metallo
fino al 1846 si chiamò vicolo Malenchini.
Via Antonio Meucci
Via Carlo Meyer
ingegnere e patriota (1837 - 1897). La strada ebbe questo nome il 23 maggio 1899, in precedenza si chiamò via dei Prati, perché intorno al 1837 sul lato della strada verso il mare vi era uno spiazzo alberato denominato Prato della Cala dei Cavalleggeri. Qui dal 1897 fu il deposito del tram elettrico, dal 1935 il deposito dei filobus e attualmente il deposito degli autobus.
Via Giuseppe Micali
storico e archeologo (Livorno, 1769 - 1844). La strada si chiama così dal 1866, anno in cui fu realizzata sui terreni dei fratelli Lepri.
Via Ersilio Michel
Via Michelangelo
ebbe questo nome nel 1950.
Piazza Giuseppe Micheli
architetto navale (1823 - 1883). Fino al 1896 si chiamò piazza del Cantiere perché qui si costruivano le navi per la marina granducale. Era uno dei sette cantieri navali che allora esistevano a Livorno e Micheli ne fu il proprietario. Dal 1846 al 1854 furono costruite 124 navi per un totale di 18.000 tonnellate, mentre nel solo anno fra il 1854 e il 1855 furono costruite 10 navi a vela quadra e 8 a vela latina. La piazza è sempre stata comunemente nota come piazza dei Quattro Mori, dal nome del monumento qui esistente, realizzato tra il 1599 e il 1626. Dietro il monumento esiste ancora un tratto delle mura medicee (ora trasformato in albergo) che dal 1577 difesero la città dalla parte del mare.
Via Guglielmo Micheli
pittore (Livorno, 1866 - 1926), allievo di Giovanni Fattori. Dapprima parte di corso Mazzini, poi si chiamò via delle Spighe fino al 1949, quando ebbe il nome attuale.
Via Michon
dedicata alla famiglia Michon, alla quale appartennero il gonfaloniere Pietro e il filantropo Carlo (Livorno, 1771 - 1839.
Via Don Milani
Via Milano
ebbe questo nome nel 1964.
Piazza dei Mille
in origine (prima del 1745) fu denominata piazza della Pina d'oro, poi fu chiamata piazza dei Condotti, verso il 1846 piazza delle Quattro fonti (dalla fontana a quattro getti che fu posta qui nel 1826), piazza della Fonte e nel 1907 ebbe il nome attuale.
Via Francesco Mimbelli
Via Adolfo Minghi
Via Don Giovanni Minzoni
già v. Dietro il Camposanto nuovo e dal 1930 parte di via Filzi, in seguito le fu dato il nome attuale.
Via della Misericordia
fino al 1780 si chiamò via della Posta dei cavalli (perché qui si trovava la stazione di posta dove si cambiavano i cavalli delle corriere), poi ebbe il nome attuale, in riferimento alla confraternita della Misericordia che ebbe qui la sua sede. La Misericordia a Livorno fu costituita nel 1595 e la sua prima sede fu nella chiesetta di via San Francesco, poi nel 1780 si trasferì nella chiesa di Santa Barbara, in via Grande. Nel 1943 si trasferì all'Ardenza e dal 1952 è nella sede attuale di via Verdi. Indicazione del 1781: dalla Porta a Pisa volta in via dei Pagliacci dalla parte delle mura, nelle vie Serristori e Coroncina.
Via Frida Misul
Via Aldobrandino Mochi
antropologo (Livorno, 1874 - 1932). La strada ebbe questo nome nel 1966, anno in cui fu realizzata, e finisce sul retro della chiesa di San Matteo.
Via Amedeo Modigliani
ebbe questo nome nel 1948, anno in cui fu realizzata la strada. In precedenza vi erano solo campi coltivati.
Piazza Giuseppe Emanuele Modigliani
avvocato e politico (1872 - 1947). In precedenza si chiamò piazza delle Isole, poi nel 1903 fu chiamata piazza Benedetto Brin e nel 1948 ebbe il nome attuale.
Via Mogadiscio
ebbe questo nome il 26 febbraio 1930.
Via Molise
ebbe questo nome nel 1964.
Spianata del Molo Mediceo
Via del Molo Mediceo
fu costruita nel 1571 con l'ampliamento del porto e prende nome dal molo fatto costruite da Cosimo II de' Medici tra il 1609 e il 1617. Prima del 1846 si chiamò Andana degli Anelli. Il 18 dicembre 1866 fu chiamata via del Molo vecchio. In origine la via del Molo era quella che correva lungo tutta la Darsena, da piazza del Pamiglione a via dell'Arsenale, a scali della Darsena.
Via Uberto Mondolfi
insegnante (Livorno, 1877 - Firenze, 1941), sindaco socialista dal 1920 al 1922. La strada ha questo nome dal 1954, in precedenza si chiamava Via del Litorale.
Via Jeanne Monnet
Via Alberto Montanari
musicista (Livorno, 1878 - 1953), autore dell'operetta Il birichino di Parigi.
Via Montebello
al centro di questa strada si trovava il percorso delle mura costruite nel 1835 e demolite nel 1888, quando la cinta daziaria cittadina fu ampliata. Su entrambi i lati delle mura si trovavano due strade, via della Cinta interna e via della Cinta esterna. Una volta abbattute le mura, la strada ebbe il nome attuale il 22 luglio 1889.
Monte Burrone (località)
Via del Monte d'Oro
Via Moses Montefiore
ha questo nome dal 1964.
Piazzale del Montello
il piazzale si formò con la costruzione dello stadio nel 1934 ed ebbe subito questo nome.
Via Monte Grappa
La strada ricevette il nome attuale nel 1918 in ricordo degli scontri avvenuti in questa località durante la prima guerra mondiale. In precedenza si chiamò via Pratese (dal 1606), via dell'Amore (intorno al 1634, per la presenza di alcune case di tolleranza), via dei Materassai (da prima del 1784 al 1918) e anche via dei Cappottai per la presenza di negozi che vendevano cappotti.
Via Montelungo
fu realizzata nel 1963 e l'anno dopo ebbe questo nome. Si riferisce alla battaglia combattuta l'8 dicembre 1943 fra l'esercito italiano e i tedeschi.
Montenero (frazione)
Piazza di Montenero
fu realizzata nel 1345 insieme al primo oratorio dedicato alla Madonna di Montenero, che nel 1463 fu trasformato in santuario e ingrandito nel 1531. Qui si trova anche il Famedio, costruito nel 1873, dove sono sepolti illustri personaggi cittadini.
Via di Montenero
nel 1781 la via di Montenero partiva dalla Porta dei Cappuccini (attuale piazza Giovine Italia) e percorreva Borgo Cappuccini, piazza Roma, via Roma, via dell'Ardenza e il tratto di via Mondolfi fino alla chiesa dell'apparizione dove si congiungeva all'attuale via di Montenero. Nel 1835 l'inizio della via di montenero fu spostato all'incrocio con corso Mazzini, nel 1841 a piazza Roma e nel 1846 ebbe l'estensione attuale. Da prima del 1694 si ebbe anche la via vecchia di Montenero, che comprendeva via Enrico Meyer e via Roma fino a piazza Roma. Anche via Cecconi si chiamò via di Montenero.
Scali del Monte Pio
da prima del 1660 si chiamarono scali Dietro il Monte e scali del Monte, perché qui si trovò dal 1708 il Monte di pietà. La parte più vicina alla chiesa dei Domenicani si chiamò scali dei Domenicani.
Via di Monterotondo
la strada esisteva già nel 1798.
Via Maria Montessori
Via delle More
Piazza Aldo Moro
già piazza delle Belle Arti dal 1952 per la vicinanza della pinacoteca "Giovanni Fattori".
Darsena Morosini
Scalo Morosini
Via delle Mortelle
ha questo nome dal 1964.
Via dei Mulinacci
la strada ebbe questo nome dopo il 1846, in riferimento alla località Mulinaccio e al ponte del Mulinaccio, attestati da prima del 1782, dove si trovava il Campaccio dei Turchi (cioè il cimitero musulmano). I "mulinacci" erano due antiche torri per la difesa costiera costruite nel 1595 che furono poi adibite a mulini del grano. Qui si trovava anche il Fosso dei Mulinacci, che fu coperto nel 1845.
Via dei Mulini
ebbe questo nome da prima del 1846 in riferimento ai mulini qui esistenti, poi trasformati in case e demoliti nel 1904. Al loro posto furono costruiti gli Asili Notturni, qui trasferiti dall'ospedale di Santa Barbara sito in via Santa Fortunata.
Via del Mulino a Vento
prende nome dal mulino a vento costruito nel 1611. La strada esiste da prima del 1660, anche se nel 1958 fu ricostruita in posizione leggermente diversa. Prima del 1784 si chiamò via delle Fornaci, con riferimento alle fornaci di mattoni utilizzati per costruite le mura della città. All'epoca la strada si estendeva dall'attuale via Cassuto alla scomparsa via del Sassetto.
Piazza del Municipio
nel 1720 fu costruito il Palazzo della Comunità (l'attuale Municipio, che entrò in funzione nel 1742) e la parte antistante prese il nome di piazzetta della Comunità . Nel 1929 fu rinominata piazza Maria del Belgio principessa di Piemonte, nel 1946 largo del Municipio e nel 1954 ebbe nome e dimensioni attuali.
Via Ludovico Antonio Muratori

[modifica] N

Via Nedo Nadi
ebbe questo nome nel 1958, anno in cui fu realizzata. Qui si trovava l'ala sinistra della grande caserma chiamata "il Casone" e una piccola rampa che saliva sul Bastione del Casone.
Via Napoli
ha questo nome dal 1964. Fino al 1927 l'attuale piazza Lavagna si chiamò piazza Napoli.
Via Aristide Nardini Despotti Mospignotti
ingegnere (Livorno, 1826 - 1903). La strada ebbe questo nome il 3 ottobre 1927.
Via Pietro Nardini
ebbe questo nome il 3 ottobre 1927.
Via delle Navi
da prima del 1828 al 1846 si chiamò via del Condotto alle navi, poi ricevette il nome attuale. Dal 1923 al 1943 si chiamò via Giorgio Moriani in ricordo dello squadrista fascista (Marina di Pisa, 8 aprile 1904 - Livorno, 18 maggio 1921) ucciso proprio in questa strada. La strada conduceva alla Doccia sul fosso del Lazzeretto di San Rocco, dove le navi si rifornivano d'acqua.
Scali del Naviglio
si chiama così da prima del 1843.
Calata Negrelli
Via Luigi Negrelli
ingegnere (1789 - 1858), progettista del canale di Suez. La strada ha questo nome dal 26 febbraio 1926.
Via Pietro Nenni
Via Dario Niccodemi
commediografo (Livorno, 1874 - Roma, 1934). La strada ebbe questo nome nel 1948, anno in cui fu realizzata.
Via Aurelio Nicolodi
fondatore dell'Unione Italiana Ciechi (Trento, 1894 - Firenze, 1950). La strada ebbe questo nome il 24 febbraio 1970, anno in cui fu realizzata.
Viale Ippolito Nievo
in origine fece parte della strada regia Suburbana, poi del viale di Circonvallazione e infine il 21 febbraio 1927 ebbe il nome attuale.
Via Plinio Nomellini
pittore (Livorno, 1866 - 1943). La strada ha questo nome dal 1952, anno in cui fu realizzata.
Via Nord
Via Norvegia
Via Augusto Novelli
commediografo (Firenze, 1868 - Carmignano, 1927). La strada nacque nel 1893 con la costruzione della scuola elementare nella vecchia piazza Carlo Poerio, ma fino al 1960 fece parte di via Bernardina, poi le fu assegnato il nome attuale.
Scali Adriano Novi Lena
deputato e magistrato (1839 - 1888). Ebbe questo nome nel 1896, in precedenza si chiamò via San Rocco, via degli scali San Rocco e via del Lazzeretto di San Rocco, perché la strada conduceva a questo lazzeretto, costruito nel 1590, al cui posto fu in seguito costruito l'attuale cantiere navale Orlando. Sotto la strada vi sono dei magazzini ai quali si accede dalla darsena e per questo motivo ancora a inizio Novecento la strada era popolarmente chiamata "via sulle cantine". Al numero 3 vi erano i Bagni Casalini (dal nome del proprietario), uno dei primi stabilimenti balneari della città, già esistente nel 1834 quando scavando un pozzo per l'acqua dolce all'interno dell'immobile si scoprì invece una polla di acqua salmastra alla quale furono riconosciute proprietà curative. Lo stabilimento assunse il nome di Bagno e Acqua Purgativa di San Rocco e l'acqua venne venduta a 10 centesimi al fiasco ma poi la polla fu abbandonata e lo stabilimento era già chiuso nei primi anni del Novecento.
Via Novorossijsk
città portuale russa affacciata sul Mar Nero, gemellata con Livorno.
Darsena Nuova

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Via dell'O.N.U.
Via Guglielmo Oberdan
da prima del 1828 si chiamò via del Ponte de' Lami, poi fece parte di via dell'Origine e dal 1836 fu chiamata via delle Spianate fino al 14 settembre 1916, quando ebbe il nome attuale. Con il termine "spianate" veniva indicato il territorio attorno alla città dove era proibito edificare. A circa 800 metri dalle mura vennero poste delle guglie che indicavano la gittata massima dei cannoni posti sulle mura stesse e la via delle Spianate era la strada che toccava quelle guglie.
Via Olanda
Scali Olandesi
furono realizzati nel 1857 in seguito alla rettifica del tracciato del Fosso Reale ed ebbero il nome attuale nel 1866. Nel 1923 furono chiamati scali Ugo Botti, dal nome di uno squadrista fascista (1902 - 1921). Il 5 agosto 1943 furono rinominati scali Antonio Benci, dal nome della scuole elementare qui esistente dal 1893 e il 29 maggio 1945 fu ripristinato il vecchio nome di scali degli Olandesi che ricorda la qui esistente chiesa della congregazione olandese-alemanna. La congregazione esiste dal 1600, la chiesa fu costruita nel 1864 e il cimitero fu situato prima presso la chiesa di San Giuseppe (nel 1683) e poi dal 1840 in via Mastacchi presso l'incrocio con via Firenze, accanto al cimitero greco ortodosso.
Via degli Oleandri
ha questo nome dal 1953, anno in cui fu realizzata.
Via degli Oleastri
Via dell'Olivara
Via dell'Olmo
il 9 gennaio 1872 ebbe il nome attuale, in precedenza faceva parte di via dei Condotti Vecchi. Anche l'ultimo tratto di via dell'Angiolo si chiamò da prima del 1784 via dell'Olmo.
Via Ombrosa
Origine (rione)
da prima del 1694 era detto Origine un gruppo di case che non aveva la qualifica di borgo perché non aveva una chiesa. Si trovava intorno alla biforcazione dell'attuale via dell'Origine nelle vie De' Tivoli e Bonomo. Qui si trovò anche la villa Funaro (poi Lemach) e il piccolo ponte dell'Origine.
Via dell'Origine
In origine la strada fece parte della via vicinale di Coteto, poi nel 1780 fu costruita una cappella nella villa Lemach e per questo la strada divenne comunitativa ed ebbe il nome attuale. Comprese anche il tratto fra piazza Venti settembre e corso Amedeo, che nel 1836 fu chamato via delle Spianate (attuale via Guglielmo Oberdan). Nel 1837 via dell'Origine fu chiamata anche via delle Colonne.
Via dell'Oriolino
prima del 1846 si chiamò via del Corallo, dal nome del torrente che qui scorreva; poi ebbe il nome attuale. Un'osteria dell'Oriolino nel 1783 si trovava in via dei Cavalieri lato piazza Guerrazzi.
Via Beppe Orlandi
attore vernacolare.
Calata Orlando
Piazza Luigi Orlando
ingegnere navale (1814 - 1896) e patriota. : La piazza ebbe il nome attuale nel 1896, in precedenza si chiamò piazza Bellavista. Qui si trova il monumento a Luigi Orlando realizzato nel 1898 da Lio Gangeri. La porta a mare fu costruita nel 1835 e demolita nel 1890; si trovava sul canale dei Lazzeretti, in linea con corso Mazzini, accanto al cinema all'aperto. Accanto alla porta, sulla spalletta del canale erano collocati i delfini di ghisa che dopo la demolizione furono trasferiti alla Barriera Regina Margherita e poi sugli scali Novi Lena, finché nel 1955 furono definitivamente installati al porticciolo d'Ardenza.
Via Salvatore Orlando
ingegnere navale (1856 - 1926). La strada ebbe questo nome il 26 febbraio 1936.
Via Vittorio Emanuele Orlando
ebbe questo nome nel 1953, in precedenza fu intitolata ad Orlando l'attuale via Leonardo Cambini, dal 1918 al 1927.
Viale Giuseppe Orosi
chimico (1815 - 1875). Ha questo nome dal 1927.
Via Pietro Orsilago
Via delle Ortensie
ha questo nome dal 1972.
Via Ostro
Via Federico Antonio Ozanam
storico e filosofo (Milano, 1813 - Marsiglia, 1853) che soggiornò in una casa di questa strada. Da prima del 1840 si chiamò via dei Giardini, poi nel 1927 fu intitolata a Nazzareno Giovannucci (Prezza, 10 febbraio 1904 - Livorno, 1924), cofondatore del Fascio di Livorno ucciso in un agguato. Nel 1943 fu ripristinato il vecchio nome di via dei Giardini e nel 1953 ebbe il nome attuale. Il nome via dei Giardini faceva riferimento ad un'antica villa appartenuta ai Medici, poi ai Sampieri e ai Niccolai Gamba, detta Villa del Giardino, a sua volta così chiamata dalla località Giardino, qui attestata fin dal 1537. In questa villa soggiornò il poeta Tobias Smollett dal 1769 al 1771 quando morì. Nel 1839 il percorso della via del Littorale fu spostato verso il mare e il tratto abbandonato venne venduto alla famiglia Gamba, per cui la villa che una volta era a ovest della via Aurelia, ora si trova a est. Secondo un'indicazione del 1845, questo era il percorso dela strada che dalla villa portava in città: Villa Sampieri, villa dei signori Gerbault, poi dalla torretta di Ardenza (attuale Rotonda di Ardenza) al ponte di Santa Lucia (attuale inizio di via dei Pensieri dal viale Italia), lazzeretto di San Leopoldo (attuale Accademia Navale), poi ponte che va ai Cavalleggeri (viale Italia all'altezza degli attuali Bagni Pancaldi), poi Campaccio dei turchi, ponte del Mulinaccio fino alla capanna di Bellano (il campaccio, il ponte e la capanna si trovavano nel tratto di viale Italia compreso fra la Terrazza e il cantiere navale), lungo i terrapieni del primo lazzeretto (l'attuale cantiere navale), alla porta dei Cappuccini (attuale piazza Giovine Italia).

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Via della Pace
Via Antonio Pacinotti
la strada ebbe questo nome nel 1927, in precedenza si chiamò via della Torre. Fu realizzata prima del 1846 con il nome di "strada traversa dell'Ardenza alla strada Regia". La torre a cui si riferisce il vecchio nome è la torre di osservazione e difesa contro i pirati, costruita nel 1595 nel lato sud dell'attuale Rotonda di Ardenza e distrutta nel 1944 dai tedeschi durante la loro ritirata.
Via della Padula
esiste con questo nome da prima del 1867, in riferimento alla vicina Villa della Padula.
Paduletta (località)
Via Niccolò Paganini
la strada ebbe questo nome nel 1966, anno in cui fu realizzata.
Via Giovanni Paganucci
scultore (Livorno, 1824 - 1885). La strada ebbe questo nome nel 1938, anno in cui fu realizzata.
Via Cosimo Palamidessi
scienziato (1818 - 1868). La strada ebbe questo nome il 1 febbraio 1930.
Via Pietro Paleocapa
ingegnere e uomo politico (1789 - 1869). La strada ebbe questo nome il 26 febbraio 1936.
Via Palestro
in origine denominata strada del Riseccoli perché realizzata coprendo il torrente omonimo, comprendeva anche l'attuale via Galilei. Dal 24 aprile 1838 al 20 agosto 1859 si chiamò via Augusta Ferdinanda, dal nome di una figlia del granduca Leopoldo II. Nel 1859 ebbe il nome attuale.
Via Angelica Palli
poetessa (Livorno, 1798 - 1875) e patriota. La strada ebbe questo nome nel 1911, in precedenza fece parte di via Santo Stefano.
Via del Pallone
il nome si riferisce ad un campo da gioco che si trovava sulla falsabraca (cioè un bastione più basso degli altri) del Forte San Pietro. Il campo fu ripristinato nel 1841
Via Gaetano Palloni
medico (1767 - 1830). La strada ha questo nome dal 22 novembre 1930.
Piazza del Pamiglione
da prima del 1696 si chiamò Fascetti e dopo il 1870 scali dei Fascetti. Ebbe questo nome nel 1960, in riferimento alla darsena primitiva così chiamata dai Genovesi.
Via del Panificio
fu realizzata intorno al 1870 e prende nome dal panificio militare che si trovò qui dal 1875. Nel 1880 fu costruito al suo posto l'odierno ospedale militare.
Via Alessandro Pannocchia
è il nome di un cittadino che offrì i propri terreni al Comune di Livorno. In suo onore fu intitolata questa strada nel 1913.
Via del Pantalone
prende nome da un'osteria già esistente quando la strada fu realizzata. Indicazione del 1705: dalla piazzetta di Porta a Pisa, lato fonte, a via dei Lavatoi, braccia 201.
Via Pietro Paoli
matematico (Livorno, 1756 - 1839). La strada fu realizzata nel 1857 col nome di via Paoli, poi nel 1940 ebbe il nome attuale.
Piazza Paracadutisti Nembo
Via del Parco
strada realizzata nel 1841, comprendente fino al 28 aprile 1892 anche l'attuale via Pastrengo.
Via Galeazzo Pardera
Via Orazio Paretti
uno dei fondatori del sistema nazionale di previdenza sociale (Livorno, 1878 - 1923). La strada ebbe questo nome nel 1934.
Via del Partigiano
dal 1931 al 1945 si chiamò via Cortellazzo, con riferimento ad un episodio della prima guerra mondiale.
Via Giovanni Pascoli
ha questo nome dal 1927. Abitò a Livorno alcuni anni.
Via Domenico Passaponti
patriota caduto durante la difesa della Repubblica Romana nel 1849. La strada ebbe questo nome nel 1962, anno in cui fu realizzata.
Via del Pastore
ha questo nome da prima del 1867.
Via Pastrengo
ebbe questo nome il 28 aprile 1892, in precedenza fece parte di via del Parco. Il tratto fra via del Mare e via Tiberini si chiamò fino al 1867 via San Felice, dal nome della pieve omonima esistente fin dal 1300. Dopo il 1867 si chiamò via del Parco.
Via dei Pelaghi
esiste da prima del 1776. Il nome è un riferimento all'antica natura acquitrinosa del luogo.
Via Francesco Carlo Pellegrini
educatore e scrittore (Livorno, 1856 - 1929). Da prima del 1846 si chiamò via dei Franceschi, poi si chiamò via Pellegrini dopo la morte dell'educatore e nel 1949 fu corretto nel nome attuale.
Via Pellettier
la strada esiste da prima del 1792 e prende nome dalla famiglia che qui possedeva degli immobili. Nel 1813 vi fu costruito il Teatro Pellettier. Prima del 1846 si chiamò via Sambuchi, dal nome della famiglia proprietaria di immobili che vi abitava.
Via Silvio Pellico
ha questo nome dal 1972.
Via Tommaso Pendola
educatore (1800 - 1883). La strada fu realizzata nel 1959 e così chiamata nel 1960, perché qui si trova dal 24 ottobre 1934 l'Istituto Pendola nella ex Villa Del Nero. Prima del 1959 un tratto di strada fece già parte di via Duca Cosimo.
Via dei Pensieri
indicazione del 1781: Via dei Pensieri o delle Case Rosse, dalla via dell'Imbrogiana alla via del Littorale, al ponte di Santa Lucia. Nel 1835, quando furono costruite le mura leopoldine, via dei Pensieri partiva da Borgo Cappuccini e arrivava fino a viale Italia, ma nel 1843 il tratto fra borgo Cappuccini e via Montebello fu venduto a privati e scomparve. Il 22 luglio 1889 fu assegnato il nome di via Goito al tratto della via dei Pensieri fra via Montebello e viale Nazario Sauro. Il tratto iniziale della strada a partire da viale Italia si chiamò via Santa Lucia, dal nome della chiesa che in antico si trovava qui nei pressi. Anche la scomparsa via delle Colombe si chiamò via dei Pensieri.
Via Francesco Pera
scrittore (1832 - 1914). Dal 1804 al 1930 la strada si chiamò via del Camposanto in riferimento al cimitero degli Inglesi qui esistente ancora oggi.
Vicolo della Pergola
inizialmente anonima, ebbe questo nome dopo il 1870.
Via Giovan Battista Pergolesi
Via Giulio Perini
Via dei Pescatori
già esistente prima del 1784 si chiamò prima via del Palazzo Franceschi (che fu interamente ricostruito nel 1964), poi via delle belle donne, poi via della Pescheria nuova dal 1784 al 1870. Nel 1896 ebbe il nome attuale.
Scali del Pesce
ha questo nome da prima del 1784.
Viale Petrarca
in precedenza fece parte della stada Suburbana e poi di via di Circonvallazione, nel 1923 fece parte di via Mameli e nel 1950 ebbe il nome attuale.
Darsena Petroli
Nuova Darsena Petroli
Via del Pettine
ebbe questo nome prima del 1825, in precedenza si chiamò sdrucciolo del Malenchini. Qui c'era la dogana di terra, detta "doganone", con un cavallo di frisia a bilanciere (detto "pettine", da cui il nome della strada) che fungeva da barriera daziaria.
Via del Pian di Rota
si chiama così dal 1970, dal nome di un podere e di una località, attestato a partire dal 1868 (Rota sta per "ruta"). La strada fu realizzata nel 1967 e assegnata a via delle Sorgenti.
Via delle Pianacce
fino al 1792 si chiamò via Traversa da Montenero ad Antignano, poi ebbe il nome attuale con riferimento alla località delle Pianacce (attestata fin da prima del 1600).
Via Piave
ebbe questo nome nel 1918; in precedenza il tratto fra via Grande e via San Francesco si chiamò via della Tazza e poi verso il 1660 via Marsiliana, il tratto fra via San Francesco e via del Tempio si chiamò via della Saponiera da prima del 1660, con riferimento ad una fabbrica di sapone che qui esisteva, mentre il tratto fra via del tempio e via Crispi si chiamò strada o via Balbiana. La strada Balbiana prendeva nome da Bastiano Balbiani, provveditore delle fabbriche cittadine durante i governi di Ferdinando I e Cosimo II e gonfaloniere di Livorno nel 1614, che in questa strada possedeva degli immobili. Una targa ricordava accanto al nome anche l'anno in cui fu costruita la strada, il 1606. Al numero 14 di questa strada si trovava l'edificio con più finestre (132) della vecchia Livorno antecedente la seconda guerra mondiale. Nel 1858 la via Balbiana fu estesa fino agli scali D'Azeglio e nel 1872 le tre parti della strada furono riunite sotto l'unica denominazione di via della Tazza. Nel 1928 il tratto fra via Crispi e gli scali D'Azeglio fu rinominato via Armando Diaz.
Via vecchia del Picchianti
Via Monsignor Giovanni Piccioni
Via Piemonte
si chiama così dal 1960.
Via Alessandro Pieroni
la strada fu realizzata nel 1952 con la costruzione del Palazzo Grande che divise in due parti la vecchia Piazza Grande. Dal 1952 al 1954 continuò a far parte nominalmente della piazza, poi nel 1954 le fu assegnato il nome attuale. In via Pieroni si è conservato l'unico dei quattro portici di Piazza Grande costruiti dall'architetto seicentesco (gli altri scomparvero con i bombardamenti della seconda guerra mondiale); per questo motivo oggi viene chiamato Portico del Pieroni, mentre prima della guerra era detto Portico del Falchetto e prima ancora Portico degli Sproni.
Scali delle Pietre
si chiamò così fino al 1784, poi la strada fu chiamata scali della Fdortezza Nuova e nel 1896 fu ripristinato il nome attuale.
Via Giuseppe Pietri
Via della Pieve
esiste da prima del 1867 e si chiama così perché nelle sue vicinanze si trova la pieve di San Jacopo.
Via Francesco Antonio Pigafetta
ebbe questo nome nel 1960.
Via Carlo Pigli
patriota e governatore di Livorno negli anni 1848-1849. La strada ebbe questo nome nel 1951.
Via della Pina d'Oro
fino al 1846 si chiamò piazza delle Fontine. Il nome attuale deriva da un'osteria con questo nome che esisteva intorno al 1745. In precedenza si chiamò così l'attuale piazza dei Mille.
Viale dei Pini
il nome si riferisce agli alberi che fiancheggiano la strada ed era già in uso da tempo quando nel 1952 fu ufficialmente assegnato a questo viale.
Via Renato Pini
partigiano (1908 - 1944). La strada ebbe questo nome nel 1953.
Via del Pino
ha questo nome da prima del 1854 e fino al 1951 comprese anche l'attuale via della Fontanella. LA strada però iniziava dalla via del Littorale, di fronte all'attuale via del Pastore e nel 1951 ne fu rettificato il percorso per farla partire da via di Montenero.
Via Giuseppe Piombanti
storico (1831 - Livorno, 1909). La strada ebbe questo nome nel 1931, centenario della nascita di Piombanti.
Via Luigi Pirandello
si chiama così dal 1962.
Calata Pisa
Darsena Pisa
Via Pisa
ha questo nome dal 3 settembre 1938.
Via Carlo Pisacane
dal 1931 al 1946 si chiamò via Buccari per ricordare un episodio della prima guerra mondiale, la beffa di Buccari.
Via Silvano Pizzi
partigiano caduto nel 1944.
Via del Platano
la strada fu realizzata dopo il 1846 e inizialmente fece parte di via Cosimo Del Fante.
Via Pasquale Poccianti
ingegnere e architetto (Bibbiena, 1774 - 1858), progettò l'acquedotto di Colognole, che rifornisce d'acqua Livorno, e ne fu il direttore. Fu anche l'autore del Cisternone. La strada fu realizzata in gran parte nel 1931 ricevendone il nome attuale il 24 gennaio di quell'anno, ma il tratto compreso tra via Sproni e piazza Venti settembre era già esistente fin da prima del 1846 e si chiamava via Corta.
Via dei Poderi
Via Poerio
dedicata ai fratelli Carlo e Alessandro Poerio, patrioti. La strada ebbe questo nome il 3 settembre 1938. A Carlo Poerio era intitolata la piazza sulla quale fu costruita nel 1893 l'attuale scuola elementare "Antonio Benci".
Via del Poggetto
si chiama così fin da prima del 1784 ma arrivava fino a via Duca Cosimo. Il nome è quello di un podere che si trovava qui.
Via della Poggia e della Sambuca
via vicinale già esistente nel 1846 che dalla via delle Sorgenti conduce al colle La Poggia e all'antico romitorio della Sambuca, nell'alta valle dell'Ugione.
Via Gaetano Poggiali
dal 1846 al 1948 si chiamò via della Beneficenza in ricordo della sottoscrizione per costruire la vicina chiesa di Santa Maria del Soccorso in scioglimento di un voto fatto durante l'epidemia di colera del 1835-1837. Prima che fosse realizzata l'attuale piazza della Vittoria, via Poggiali era detta la strada che fiancheggiava la chiesa del Soccorso sul suo lato sinistro (cioè verso l'Attias) e tale rimase fino al 1888. Nel 1948 il nome Poggiali fu assegnato alla strada attuale.
Via del Poggio
esiste da prima del 1864 col nome di via del Poggio di Montenero.
Via Enzo Poli
Via Enrico Pollastrini
pittore (Livorno, 1817 - 1876). Da prima del 1784 si chiamò via del Consiglio perché fiancheggia il Municipio, poi via del Monte Vecchio e il 19 aprile 1887 ebbe il nome attuale. Qui fu istituito il primo Monte di pietà nel 1625.
Via Pompilia
prima del 1846 si chiamava via del Pontino e arrivava fino ai Mulini a vapore lungo il fosso delle Cateratte.
Via Ponentino
Via del Ponte
prende nome dal ponte sul canale dei Lazzeretti, costruito nel 1714 e interrato nel 1888. La strada si chiama così da prima del 1896. Qui si trovavano anche le Andane dei Funaioli.
Ponte del Cigna (località)
Scali del Ponte di Marmo
prende nome dal ponte di via Borra costruito nel 1629 e ricostruito nel 1774. La strada ha questo nome da prima del 1784. Qui si trovava la Porta dei Navicelli.
Scali del Pontino
inizialmente si chiamarono scali San Marco perché conducevano all'allora piazza San Marco (attuale piazza dei Legnami) dove era situata la Porta San Marco. Intorno al 1825 ebbero il nome attuale, con riferimento al piccolo ponte (ricostruito nel 1720) che attraversa il punto di inizio del Fosso dei Navicelli. Insieme al tratto di scali delle Cantine compreso fra via Pellettier e il Fosso dei Navicelli, fece parte di via dei Vecchi Spalti, detta anche "via del Pontino dell'antico cimitero degli Ebrei".
Via di Popogna
da prima del 1846 il tratto iniziale si chiamò via Fonda di Monterotondo e strada maestra di Rio Maggiore. Il nome è quello della località a cui la strada conduce, attestata fin dal 1009 come villaggio e sede di un castello e poi di una villa medicea. Si chiama Popogna anche il torrente che scorre per un certo tratto accanto alla strada. Indicazione del 1781: Strada che staccandosi dalla via Maestra di Montenero, dopo il ponte di Rio Maggiore, prosegue fino ai mulini e colline di Popogna e di lì sbocca nella via pubblica che conduce al Gabbro ed alle Maremme onde assicurare l'apertura della comunicazione con le Maremme con carri e barrocci.
Via della Porcigliana
esiste da prima del 1846 e prende nome dalla località a cui la strada conduce, l'antica Purciliano attestata nel 949 come villa appartenente ai vescovi di Pisa. La strada si chiamò anche via del Sasso Rosso.
Molo Porta Containers
Via del Porticciolo
ha questo nome da prima del 1784 e si riferisce al porticciolo costruito dai Genovesi nel 1412 e interrato nel 1629. Il porticciolo si trovava in corrispondenza dell'attuale edificio del Comune (accanto al Municipio). Si è chiamata anche via della Dogana, con riferimento all'adiacente edificio dell'attuale Camera di Commercio, un tempo sede della Dogana. Indicazione del 1872: dalla piazza d'Arme alla pedata del Ponte Lungo.
Via Portogallo
Piazzale del Portuale
ha questo nome dal 1960.
Via della Posta
in origine fu divisa in tre parti, di cui il tratto fra piazza Grande e via della Madonna si chiamò via della Doganetta (e prima via della Posta) e prendeva nome dall'edificio costruito dai Genovesi nel 1412 insieme al porticciolo che si trovava nell'attuale piazza Grande. Il porticciolo fu poi interrato nel 1629 e la Doganetta rimase fino al 1633. Il tratto fra via della Madonna e via dell'Angiolo si chiamò via Verrazzana (in ricordo di Lodovico da Verrazzano, generale delle galere e governatore di Livorno, morto nel 1646) e il tratto fra via dell'Angiolo e via del Pantalone via dei Magazzini fin da prima del 1784(si chiamò anche via dei Tre Re, dal nome di un'osteria qui esistente da prima del 1700).
Vicolo del Pozzo
strada cieca, deve il suo nome alla presenza di un pozzo. La strada ha questo nome dal 1872, in precedenza era senza nome. È uno degli ultimi pozzi rimasti dopo che nel 1912 furono quasi tutti chiusi in seguito all'attivazione dell'acquedotto di Filettole. Nel 1784 c'erano in città 846 pozzi e 97 cisterne, alle quali si aggiunsero all'inizio del XIX secolo la cisterna della Gran Guardia (dalla capacità di 22.000 barili) e quella del Bagno.
Via Bernardo Prato
storico (Livorno, 1748 - 1813), compilò il Giornale della città e Porto di Livorno, in 63 volumi nei quali raccolse la cronaca della città durante tutto il periodo della sua vita. Il manoscritto (che si trova alla Biblioteca Labronica) è una fonte importante per conoscere i rapporti che intercorsero tra Corsica e Toscana durante quel periodo e specialmente durante i moti per l'indipendenza dell'isola e il governo di Pasquale Paoli. La strada (a fondo cieco) ebbe questa denominazione nel 1970, quando fu costruita.
Via della Principessa
Via Dino Provenzal
Via Provinciale Pisana
fece parte della strada Maestra Pisana, poi detta strada Regia Postale (intorno al 1781). Fino al 1938 fece parte della via Aurelia e fino al 1967 arrivava a via Firenze in prossimità di Pontarcione. Di fronte a via del Vigna si trovava il cimitero armeno, aperto nel 1784 e chiuso nel 1875. Indicazione del 1846: dal ponte dell'Ugione, passa dai Lupi, la Cigna, via Erbosa e del Vigna, arriva a piazza della Barriera Fiorentina, braccia 4.800.
Via della Prugnoliccia
Via Giacomo Puccini
ebbe questo nome il 27 settembre 1937, in precedenza si chiamò via Luigi Luzzatti, nome che fu poi assegnato ad un'altra strada.
Via Mario Puccini
pittore (Livorno, 1869 - Firenze, 1920). La strada ha questo nome dal 1949, in precedenza era anonima.
Via Puglie
ha questo nome dal 1964.
Via Carlo Puini
scrittore (1839 - 1924). La strada ebbe questo nome con delibera del 26 febbraio 1936, anno in cui fu realizzata.
Calata Punto Franco
Via del Puntone
Via Giovanni Puntoni
scultore (Livorno, 1827 - 1902). La strada ha questo nome dal 1938.

[modifica] Q

Via Ettore Pablo Quaglierini
antifascista.
Via della Querceta
si chiamò via delle Querci fino al 1846, poi ebbe il nome attuale.
Quercianella (frazione)
Via di Quercianella
esiste da prima del 1781. Nel 1918 fu chiamata via di Quercianella Sonnino, in onore del presidente del Consiglio Sidney Sonnino, proprietario del vicino Castello del Romito, ma poco dopo tornò a chiamarsi solamente via di Quercianella.
Via Don Giovanni Battista Quilici
sacerdote (1791 - 1844). Da circa il 1846 fino al 1936 si chiamò via del Convento, con riferimento all'Istituto delle Suore Crocerossine. La strada ha questo nome dal 19 settembre 1936.

[modifica] R

Via della Ragnaia
fino al 1836 si chiamò vicolo del Ciampi, poi le fu assegnato il nome attuale che in precedenza indicava una parte della via delle Spianate e precisamente quella comprendente le attuali via Magagnini, via Del Corona e il tratto di Corso Amedeo fino a via dell'Origine. Il nome Ragnaia era quello di un podere a cui la strada portava e a sua volta alludeva alle reti da caccia che venivano tese fra gli alberi di questo podere.
Via dei Ramai
zona Picchianti.
Via Giovanni Randaccio
combattente della prima guerra mondiale (1884 - 1917), medaglia d'oro al valor militare . La strada ha questo nome dal 1934, anno in cui fu realizzata.
Via Giuseppe Ravizza
primo ideatore della macchina da scrivere ((Suno, 1811 - villa del Limoncino a Livorno, 1885). Dal 1857 al 1927 si chiamò via della Palazzetta Comunale, in riferimento ad un piccolo edificio che il comune acquistò nel 1857 in un'asta pubblica e vendette nel 1867, e che si trovava all'angolo di questa strada con via del Mare. Per un breve periodo di tempo la strada si chiamò anche via della Palazzetta della Comunità, poi nel 1927 ebbe il nome attuale.
Via Gastone Razzaguta
scrittore e pittore (Livorno, 1890 - 1950). La strada fu realizzata nel 1961 sui terreni di proprietà della famiglia Vignoli e per questo si chiamò inizialmente via Vignoli. Poi nel 1970 ebbe il nome attuale.
Spiazzo Alberto Razzauti
Via Francesco Redi
in origine parte di via delle Siepi, ebbe il nome attuale nel 1966.
Scali del Refugio
prende nome da una Casa Pia denominata Refugio, costruita nel 1755; prima del 1784 si chiamarono scali dei Domenicani. Indicazione del 1784 circa: Dal ponte di faccia alla porta del Forte San Marco, lungo la Chiesa di Santa Caterina sul fosso fino al piccolo ponte che divide il fosso detto dei Lavatoi.
Via delle Regate
fu realizzata nel 1970 e così chiamata in ricordo delle vittorie dei canottieri livornesi nel 1929 (quarto campionato italiano e terzo europeo).
Via Remota
Piazza della Repubblica
dopo aver demolito il ponte a Pisa, la piazza fu costruita nel 1844 dall'architetto Luigi Bettarini con una grande volta sul Fosso Reale e per questo il primo nome fu piazza del Voltone. Dal 1850 al 1859 fu chiamata piazza dei Granduchi dalle due grandi statue dei granduchi Ferdinando III e Leopoldo II commissionate il 27 gennaio 1832, realizzate da Francesco Pozzi e Paolo Emilio Demi e qui collocate nel 1848. La statua di Leopoldo II (collocata il 6 giugno) fu danneggiata durante i moti del 1848 e rimossa il 7 maggio 1849; il 5 novembre dello stesso anno fu incaricato lo scultore Emilio Santarelli di realizzarne un'altra che fu collocata al posto di quella vecchia. La vecchia statua fu ritrovata nel 1958 e collocata in piazza Venti settembre. Il 20 agosto 1859 la piazza fu rinominata piazza Carlo Alberto fino al 2 giugno 1946 quando ebbe il nome attuale. La piazza fu sempre comunemente nota come Voltone o piazza del Voltone.
Diga Rettilinea
Via Ricasoli
intitolata a Bettino Ricasoli, fino al 1859 si chiamava via Leopolda o borgo San Leopoldo e comprendeva anche l'attuale via Marradi. Il 2 dicembre 1854 fu unita alla vecchia via delle Ville (attuali via Borsi e via Cambini) e prolungata fino a via Calzabigi. Nel 1923 il tratto fra corso Mazzini e via Mameli fu chiamato via Giovanni Marradi.
Via Giuliano Ricci
scrittore (1803 - 1848). La strada ebbe questo nome il 2 maggio 1911.
Via Augusto Righi
fisico (Bologna, 1850 - 1921). La strada ebbe questo nome nel 1960, anno in cui fu realizzata.
Via Eugenio Rignano
biologo (1870 - 1930). La strada ebbe questo nome nel 1966.
Vicolo delle Rimesse
ebbe questo nome nel 1846.
Via del Riposo
ha questo nome dal 1845, anno in cui fu realizzata dietro la chiesa di San Giuseppe, costruita nel 1842).
Erta dei Risicatori
faceva parte degli scomparsi scali del Piaggione (dal 1898 inclusi in viale Caprera per l'interramento del fosso) ed ebbe il nome attuale nel 1960. I "risicatori" erano delle associazioni remiere costituite con lo scopo di salvare gli equipaggi delle navi in difficoltà ma soprattutto per disputarsi il diritto di trasportare a terra per primi il carico delle navi.
Largo dei Risicatori
Viale del Risorgimento
inizialmente fu chiamata viale degli Acquedotti, poi dal 20 dicembre 1900 si chiamò viale Regina Elena fino al 1946, quando ebbe il nome attuale.
Via delle Robinie
Via Giorgio Rodocanacchi
ufficiale della Regia Marina che il 31 dicembre 1941 affondò con la sua nave durante una battaglia navale. La strada si chiama così dal 1947, in precedenza non aveva nome.
Via Roma
in origine si chiamò via per Antignano e Maremma, poi nuova via Maremmana o semplicemente via Maremmana. Nel 1776 è attestata come via vicinale mentre nel 1792 fu classificata come via comunitativa (cioè "comunale"). Nel 1835 fu chiamata via della Barriera Maremmana e nel 1840 via di Montenero e poi via vecchia di Montenero. Il 24 maggio 1888 ebbe il nome attuale, esteso fino all'incrocio con viale Nazario Sauro dove l'anno successivo fu costruita la Barriera Roma a causa dell'allargamento della cinta daziaria. Indicazione del 1781: strada numero 20 fra la via delle Spianate o sia fra il ponte de' Lami e la già cappellina del Castinelli luogo detto il Fanale sulla via di Montenero.
Via Gian Domenico Romagnosi
ebbe questo nome nel 1972.
Rombolino
località posta in prossimità dell'incontro tra le attuali via di Salviano, via Giuseppe Cambini, via della Padula e via Carlo Campioni. Prende nome da un antico podere che dal XVII secolo circa fino alla metà del XIX secolo si chiamò Romolino, a sua volta così chiamato dal nome del proprietario Romolo Cremoni.
Via Gugliemo Romiti
anatomista (Pisa, 1850 - Carrara, 1936). La strada fece parte di via del Castellaccio fino al 21 aprile 1954, quando ebbe il nome attuale.
Porticciolo del Romito
Via della Rondinella
fu realizzata nel 1847, insieme alle vicine via Fiorenza e via Bernardina, su commissione dello Scrittoio delle Regie Fabbriche.
Via Ferruccio Rontini
Via Rosa dei venti
Via Rosa del Tirreno
realizzata nel 1953, ebbe questo nome nel 1958. Il nme si riferisca ad una moneta emessa dalla zecca di Firenze e destinata a Livorno negli anni fra il 1665 e il 1726.
Scali Rosciano
prende nome dal Palazzo Rosciano, costruito nel 1672 da Giuseppe Rosciano, ricco commerciante di cereali.
Via del Rosmarino
ha questo nome dal 5 febbraio 1966.
Via Antonio Rosmini
Largo Fratelli Rosselli
il largo fu realizzato con la demolizione del Mulino a vento e ampliato nel 1952, anno in cui ebbe il nome attuale. Nel 1956 fu posta qui la nuova statua del Villano realizzata da Vitaliano De Angelis e Giulio Guiggi.
Via Donato Rossetti
scienziato (1633 - 1685). La strada ebbe questo nome il 24 febbraio 1931.
Via Ernesto Rossi
già facente parte di via della Pace, allungata fino a corso Amedeo nel 1845 ebbe il nome attuale nel 1898. Fino al 1843 si chiamò via Malenchini. Indicazione del 1846: dal Corso reale alla piazza del Casone braccia 775.
Via Rossini
prendeva nome dal teatro intitolato a Gioacchino Rossini, costruito nel 1839 fra questa strada e le attuali via dei Fulgidi e via dei Carabinieri. Nel teatro ebbe sde l'Accademia dei Fugidi e fu distrutto dai bombardamenti aerei della seconda guerra mondiale.
Rotonda d'Ardenza
il piazzale fu sistemato a pineta nel 1840 e inizialmente si chiamò piazzale della Torre, dalla presenza di una torre medicea di forma quadrangolare costruita nel 1595 per la sorveglianza costiera. La torre si trovava nei pressi del ponte a tre luci denominato Tre Ponti, costruito nel 1898, e fu poi distrutta dai tedeschi in ritirata nel 1944.
Via Luigi Russo

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Scali Aurelio Saffi
si chiamarono scali San Cosimo dal 1858 al 1890 perché si trovavano sotto le mura del bastione San Cosimo e all'epoca comprendevano anche gli scali Luigi Bettarini. All'angolo con via Cossa si trovava il teatro Politeama, costruito nel 1878 e scomparso nel 1969. Fra gli scali Saffi e via Buontalenti si trova il Mercato Centrale (popolarmente noto come "mercato coperto"), aperto al pubblico il 1 marzo 1894.
Via Padre Giovanni Battista Saglietto
Via dei Salici
Via Luigi Salmi
Via della Salute
fu realizzata nel 1857 con il nome di via San Pietro e limitata al tratto fra il mare e la via del Littorale, poi ebbe il nome attuale in riferimento alla Villa della Salute (costruita nel 1855), che si trova all'angolo con via Pendola. Il 2 maggio 1911 la strada fu estesa alla lunghezza attuale. A San Pietro era dedicata la cappella del vecchio cimitero costruito nel 1854. La Villa della Salute si chiamò anche Villa Del Nero (dal nome del proprietario), per cui la strada si chiamò anche via Del Nero.
Via Giovanni Salvestri
commediografo (1841 - 1890). La strada ha questo nome dal 1927.
Salviano (frazione)
il toponimo è già attestato nel 960 e deriverebbe dal gentilizio romano Salvius, proprietario del fondo sul quale nacque il primo nucleo abitato della frazione. La chiesa (dedicata a San Martino) è stata costruita nella forma attuale nel 1781, ma l'abside faceva parte della chiesa precedente, che risaliva al 1078.
Via di Salviano
è una strada antichissima che prima della costruzione della nuova città medicea nel 1577 probabilmente iniziava dalla Porta a Terra della Livorno medievale, dopo la costruzione iniziava dalla strada degli Spalti (attuale via Mentana) e infine fu fatta partire dalla Porta alle Colline (attuale piazza Damiano Chiesa). Il tratto fino a Porta alle Colline (attuale via Gramsci) si chiamò via della Porta Leopolda. Indicazione del 1846: dall'esterno della Porta San Leopoldo passando dalla casa poderale detta del Bandinelli sopra il rio Maggiore, dalla chiesa di Salviano, dalle fornaci e mulini del Canaccini, passando e ripassando il rio Maggiore all'albero gattrice, giunge al ponte di Spalla Rossa al piede della salita della Valle Benedetta, braccia 10.331 e ½, larga 10.
Via vecchia di Salviano
Via Gustavo Salvini
attore drammatico (1859 - 1930). La strada ebbe questo nome nel 1952, anno in cui fu realizzata.
Via Salvino Salvini
scultore (Livorno, 1829 - 1889). La strada ebbe questo nome il 3 settembre 1938, in precedenza era anonima.
Via della Sambuca
dalla chiesa della Valle Benedetta conduce all'antico romitorio della Sambuca, nell'alta valle dell'Ugione, attestato già nell'anno 1443. Il nome della strada è divenuto ufficiale il 21 luglio 1958.
Via San Carlo
prima del 1828 si chiamò via Dietro i Cappuccini ma il primo tratto fece parte di via del Cimitero inglese e poi di via della Crimea. Ebbe il nome attuale prima del 1846. Indicazione del 1817: strada sterrata nel sobborgo della Crimea tra il borgo dei Cappuccini e la via delle Spianate, al ponte del Fedi.
Via San Francesco
si chiama così da prima del 1632 con riferimento al santo titolare della vicina cattedrale e alla chiesetta che dal 1595 al 1786 è esistita in questa strada, anch'essa intitolata a San Francesco e prima sede della Misericordia. Dal 25 ottobre 1901 al 14 novembre 1925 fu chiamata via Galileo Galilei. L'angolo ovest tra la strada e via del Cupido (attuale tratto di via Tre Novembre posto tra la stessa via San Francesco e via Grande) era noto come "cantonata della Madonna di Montenero" perché intorno al 1780 vi era una sua immagine. L'angolo è scomparso con la demolizione dell'edificio interessato che si trovava nell'attuale piazza Barontini.
Via San Gaetano
ha questo nome da prima del 1844 con riferimento ad un oratorio dedicato a questo santo e fatto costruire nel 1795 dal capitano Gaetano Ricci, proprietario di un podere con casa padronale in Coteto. Nella casa di Ricci abitavano anche alcuni inglesi che tra il 1818 e il 1822 ricevettero frequenti visite del poeta Percy Bysshe Shelley, abitante nella vicina Villa Valsovano.
Via San Giovanni
esiste da prima del 1392 e prende nome dalla chiesa qui esistente fin dal 1256, anche se più piccola dell'attuale e orientata diversamente (l'entrata era su questa strada anziché su via Carraia come adesso). È la strada principale della Livorno medievale, chiamata in origine strada Maestra e si estende dalla piazza della Fortezza Vecchia al sito dell'antica Porta a Terra (un tempo posta tra le attuali Camera di Commercio e Banca d'Italia). In questa strada si trova la sede della Società Volontaria di Soccorso, che in precedenza era situata in via della Banca, all'ingresso principale dell'Ospedale di Sant'Antonio, fin dal 1890 quando nacque dalla fusione della Pubblica Assistenza con la Croce Verde.
Via San Giovanni Bosco
la strada ebbe questo nome nel 1927, anno in cui fu realizzata; inizialmente però si estendeva solo da piazza Damiano Chiesa a viale del Risorgimento, dove si trova tutt'ora la chiesa dei Salesiani. Nel 1950 fu estesa alla lunghezza attuale fino a via Bengasi.
Via San Giuseppe Cottolengo
Piazza della Sanità
si riferisce all'Ufficio di Sanità Marittima qui esistito dal 1598.
Borgo San Jacopo
prima del 1870 era unita all'attuale via San Jacopo in Acquaviva e si chiamava via del Borgo San Jacopo.
San Jacopo (località)
Piazza San Jacopo in Acquaviva
fu realizzata nel 1837 interrando una insenatura. Prende nome dalla chiesa qui esistente fin da prima del 1187, inizialmente nata come romitorio agostiniano. La chiesa attuale risale al 1606. Accanto alla chiesa si trova in una nicchia la statua del granduca Pietro Leopoldo che dal 1773 al 1931 si trovò nel vicino Lazzeretto di San Leopoldo (oggi parte dell'Accademia Navale). Nella piazza si trova la statua a Benedetto Brin, fondatore dell'Accademia e sul lato abitato c'era in epoca preunitaria la caserma della Guardia Civica.
Via San Jacopo in Acquaviva
prima del 1870 era unita a Borgo San Jacopo con il nome di via del Borgo San Jacopo ed era così indicata: dalla via lungo la cinta (via Montebello) in luogo detto il Campo alla Vela, passa sul fosso dei Lazzeretti, presso la casa Terreni e costeggiando il fosso dei Lazzeretti giunge alla strada dell'Ardenza al ponte del Lazzeretto di San Jacopo, braccia 1500.
Scali San Lorenzo
in passato si chiamò via degli scali di San Lorenzo.
Via San Luigi
da prima del 1816 si chiamò via delle Capannucce, poi verso il 1870 ebbe il nome attuale.
San Marco (località)
Via San Marco
ebbe questo nome verso il 1817 con riferimento alle due vecchie e scomparse porte intitolate a questo santo, la più antica in piazza dei Domenicani (costruita nel 1703 e demolita nel 1802, quando era chiamata Porta Elisa), la più recente in piazza dei Legnami (la terza e ultima è quella che si trova ancora oggi in piazza Undici maggio).
Via San Marino
Via San Martino
prima del 1867 si chiamò via del Palazzaccio.
Via San Matteo
si chiama così da prima del 1867 e prende nome dalla chiesa qui costruita nel 1783.
Via San Sebastiano
si chiamò anche via San Bastiano e prende nome dall'oratorio dedicato a questo santo, costruito nel 1539, trasformato in chiesa nel 1633 per sciogliere un voto fatto durante la pestilenza degli anni 1629-1632. In origine la strada si chiamò via dei Quartieri della Colonnella, dal nome della compagnia che si trasferì qui nel 1610, poi prima del 1700 prese il nome attuale.
Piazza San Simone
è la piazza antistante alla chiesa costruita nel 1837 e dedicata a questo santo, in memoria di Simone Bini proprietario del terreno e principale finanziatore della costruzione.
Via San Simone
la strada esiste da prima del 1867 e anch'essa come la piazza prende nome dalla chiesa di San Simone.
Via Eugenio Sansoni
primo sindaco di Livorno (1828 - 1906). In origine parte di via delle Mura, realizzata nel 1858 in seguito alla rettifica del tracciato del Fosso Reale, nel 1862 fu chiamata via del Telegrafo e nel 1927 ebbe il nome attuale. Si chiamò anche via dei Magazzini. Le mura a cui si riferiva il vecchio nome sono quelle costruite a partire dal 28 marzo 1577 che proteggevano la nuova città medicea (il cosiddetto Pentagono del Buontalenti). L'ufficio del telegrafo fu istituito nel 1847 con sede in tre stanze della Prefettura (nell'attuale piazza Grande), poi nel 1862 fu trasferito in via Sansoni e vi rimase fino al 1897.
Via Santa Barbara
prende nome dalla santa a cui era dedicata la chiesa della Misericordia, che si trovava in via Grande di fronte a questa strada e alla quale era annesso un ospedale militare, andato distrutto durante i bombardamenti aerei del 1943. Il primo tratto della strada, da via Grande a via delle Galere, fino a qualche anno prima del 1791 si chiamò via del Picchetto perché si trova di fianco alla caserma del Picchetto (costruita nel 1701 e sede del reggimento di fanteria Real Toscano), il secondo tratto (fra via delle Galere e via della Posta) si chiamò via della Frusta (già dal 1660) e il terzo tratto (oggi scomparso, tra via della Posta e la scomparsa via dei Lavatoi ) via del Satiro già dal 1784, entrambe dal nome di due osterie. Da prima del 1784 il nome di via Santa Barbara fu limitato al tratto compreso fra via Grande e via delle Galere, poi nel 1870 fu esteso fino all'attuale via della Posta.
Via Santa Caterina
il nome si riferisce alla chiesa dei Domenicani, qui costruita fra il 1720 e il 1739. Da prima del 1784 si chiamò via del Camposanto a causa di un cimitero demolito nel 1755 per costruire il Palazzo del Refugio, poi dal 1809 al 1871 si chiamò via delle Carceri e anche via dietro le Carceri perché la prigione fu qui trasferita dal Palazzo Pretorio.
Via Santa Fortunata
si chiamò dal 1660 via delle Stalle per la presenza delle stalle del governatore. Dal 1846 ebbe il nome attuale che ricorda la santa già compatrona della città e le cui spoglie furono trasferite nel Duomo nel 1614. Qui si trovava lo Spedale della Marineria.
Via Santa Giulia
la strada prende nome dalla chiesa che fu costruita qui nel 1602 e che accanto aveva un proprio cimitero, sul quale fu poi costruito nel 1696 l'oratorio di San Ranieri.
Via Sant'Agostino
si chiama così da prima del 1826 e prende nome dal romitorio del 1187, intitolato a questo santo e che si trovava a San Jacopo in Acquaviva.
Via Sant'Alò
Via Santa Lucia
fu realizzata nel 1838 e le fu dato il nome della chiesa di Santa Lucia che si trova nel Forte di Antignano dal 1370. In precedenza questa chiesa si trovava nei pressi dell'attuale incrocio fra via dei Pensieri e viale Italia: infatti sia il ponte che si trovava in corrispondenza di questo incrocio, sia il tratto iniziale della stessa via dei Pensieri erano intitolati a Santa Lucia.
Via Sant'Andrea
in precedenza si chiamò via dei Condotti, via del Seminario e via dei Condotti Vecchi perché da qui passava l'acquedotto proveniente dalla località di Limone. Nel 1806 fu costruito un oratorio dedicato a Sant'Andrea, nel 1837 trasformato nella chiesa attuale. Il nome attuale fu assunto dalla strada prima del 1828, in riferimento alla chiesa di Sant'Andrea. All'inizio del Novecento era detta popolarmente "via sudicia".
Via Sant'Anna
prende nome dalla chiesa della Natività della Madonna e di Sant'Anna. Arrivava fino alla barriera della Stazione Marittima, fatta costruire nel 1887 dal sindaco Niccola Costella.
Via Santa Vigilia
compatrona secondaria di Livorno dal 5 aprile 1642 fino al 1966 quando fu cancellata dal calendario diocesano. La strada ebbe questo nome prima del 1846.
Via Santelli
ha questo nome dal 1866 con riferimento allo storico cittadino Agostino Santelli.
Piazza Santi Pietro e Paolo
si chiama così da prima del 1846, dal titolo della chiesa che qui si trova dal 1829. Già da prima del 1796 si chiamò via del Cimitero inglese e comprendeva anche il tratto iniziale dell'attuale via San Carlo. Il cimitero inglese della zona fu costruito nel 1646 ma alla fine del XVIII secolo era già stato chiuso.
Ponte Santissima Trinità
Via Sant'Omobono
prendeva nome dalla chiesa dedicata a questo santo che si trovava all'inizio della strada, lato piazza Cavallotti. La chiesa fu costruita nel 1657 sull'antico cimitero di Santa Giulia (come anche l'oratorio di San Ranieri) e fu demolita nel 1786. La strada aveva già questo nome intorno al 1784 ma si chiamò anche via San Giuseppe.
Bacino Santo Stefano
Via Santo Stefano
prima del 1846 una parte della strada si chiamò via Aulla, dal nome della famiglia la cui proprietà era attraversata dalla strada. Si è ipotizzato che la strada abbia un qualche riferimento all'ordine dei cavalieri di Santo Stefano. Nel 1911 una parte della strada fu dedicata ad Angelica Palli.
Santo Stefano ai Lupi (località)
Vicolo San Vincenzo
ha questo nome da prima del 1846.
Via Sardegna
ha questo nome dal 1960.
Via Sardi
intitolata al mercante Pietro Sardi (1666 - 1751) che nominò erede del suo patrimonio il comune di Livorno affinché con le rendite finanziasse gli studi di tre livornesi all'Università di Pisa. La strada ha questo nome da prima del 1846.
Via Urano Sarti
scrittore vernacolare satirico, soprannominato "Il Pappa", attivo subito dopo la seconda guerra mondiale. Faceva l'operaio al Cantiere Navale.
Via Sasso Rosso
strada del Castellaccio che si chiama così dal 1966 e prende nome dalla località che attraversa.
Porticciolo Nazario Sauro
Viale Nazario Sauro
nel 1888 vi furono costruite le nuove mura e la strada che le percorreva si chiamò dal 1889 via di Circonvallazione. Nel 1923 le mura furono demolite e il 18 agosto di quell'anno la strada ebbe il nome attuale. Nella Barriera Regina Margherita (all'incrocio fra viale Nazario Sauro e viale Italia) si trovò dal 1932 al 1962 il capolinea della linea ferroviaria Livorno-Tirrenia-Pisa, che attraversava la periferia cittadina percorrendo gli attuali viali Sauro, Boccaccio, Petrarca, Alfieri, Nievo e via Firenze.
Piazza Girolamo Savonarola
ha questo nome dal 1960.
Via della Scala
strada realizzata in seguito alla rettifica del tracciato del Fosso Reale nel 1857, prende nome dalla scalinata che dalla strada porta agli scali Manzoni (il cui piano stradale è più in alto rispetto a quello di via della Scala).
Via Tiberio Scali
naturalista (1655 - 1737). La strada ebbe questo nome nel 1928.
Via degli Scalpellini
Via degli Scarronzoni
si chiama così dal 1970, anno in cui fu realizzata e si riferisce al soprannome dei canottieri livornesi che vinsero diverse competizioni internazionali fra il 1929 e il 1940. "Scarronzoni" viene da scarrocciare.
Via Giuseppe Schiavazzi
Via Scirocco
Via dello Scolmatore
Scopaia (rione)
Via della Scopaia
Via Scozia
Via Scuola Comunale
si chiama così da prima del 1911 e prende nome dalla scuola che si trovava in questa strada.
Via del Seminario
prende nome dal Seminario qui costruito nel 1843. In precedenza faceva parte di via dei Condotti Vecchi.
Via Raffaello Sernesi
Via Serristori
si chiama così da prima del 1686, con riferimento ad Antonio Serristori, provveditore di Livorno dal 1655 al 1672. La strada si estendeva da via Cosimo Del Fante a via Cairoli, ma in precedenza era divisa in diverse parti con altrettanti nomi: via della Stufa (in riferimento ad impianti di riscaldamento per bagni pubblici), via della Maddalena, via dello Sdrucciolo, via dietro il Falcone. Nel 1954, con la demolizione degli edifici danneggiati dalla guerra, gran parte della strada entrò a far parte della nuova via Buontalenti.
Via Carlo Servolini
insegnante, pittore, incisore (1876 - 1948). La strada ebbe questo nome nel 1966.
Via dei Sette Santi
si chiama così dal 1972, con riferimento al titolo della parrocchia qui istituita il 12 febbraio 1965.
Via Luigi Settembrini
si chiama così dal 1962.
Piazza Alfredo Sforzini
partigiano caduto nel 1944. La piazza ebbe questo nome nel 1945 e in precedenza non aveva alcun nome ufficiale, anche se era comunemente nota come piazza d'Ardenza.
Calata Sgarallino
Piazza Andrea Sgarallino
dal 1827 si chiamò piazza San Paolo, dal nome del santo a cui era dedicata una chiesa di Ardenza esistente fin dal 1277. Nel 1901 ebbe il nome attuale perché qui è la casa dove Andrea Sgarallino abitò fino alla morte.
Via Andrea Sgarallino
dal 1827 si chiamò via San Paolo, dal nome del santo a cui era dedicata una chiesa di Ardenza esistente fin dal 1277. Nel 1901 ebbe il nome attuale perché qui è la casa dove Andrea Sgarallino abitò fino alla morte.
Via Jacopo Sgarallino
garibaldino. La strada ebbe questo nome nel 1912, anno in cui fu realizzata.
Via Percy Bysshe Shelley
si chiama così dal 21 gennaio 1931.
Via Sicilia
Via delle Siepi
esistente da prima del 1867, si estendeva in origine da viale Marconi a via Roma. Nel 1936 il tratto fra via Roma e via Marradi fu rinominato via Gamerra, mentre il tratto fra via De Tivoli e via Calzabigi scomparve perché reso inutile dall'allungamento di viale Marconi. Prima del 1846 si chiamò via Parenti (dal nome della famiglia che qui possedeva degli immobili) ma il tratto che si congiungeva a via De Tivoli si chiamava via dei Vignacci. Nel 1966 fu delimitata all'estensione attuale, dove, vicino a via Mangini, si trovava la cappella Parenti, poi trasformata dall'abate Giovanni Notain Darauni nella chiesa dei siro-maroniti, che nel 1960 fu demolita e ricostruita.
Via Telemaco Signorini
ebbe questo nome nel 1960.
Via Tobia Smollet
scrittore britannico (Dalquhurn in Scozia, 16 marzo 1721 - Livorno, 17 settembre 1771). Smollett morì nella villa Il Giardino ad Antignano e sepolto nel cimitero inglese di via Verdi. La strada fu realizzata e così chiamata nel 1960.
Via dei Soffiatori del Vetro
Via Alfredo Soffredini
musicista e musicologo (Livorno, 1854 - Milano, 1923), maestro di Pietro Mascagni. La strada ebbe questo nome nel 1964, anno in cui fu costruita.
Via Solferino
in origine tratto della via Erbosa, dal 24 aprile 1838 si chiamò via del Gran Principe (in onore del principe ereditario di Toscana). Ebbe il nome attuale il 20 agosto 1859. Quando iniziò il traffico ferroviario nella vicina stazione San Marco (tra gli anni 1841 e 1848) la strada rimase quasi disabitata per anni a causa del rumore ritenuto insopportabile.
Via Pier Donato Sommati
Sorgenti (rione)
Via delle Sorgenti
si chiamò via di Collina, strada di Colline e via Collinese da prima del 1722 fino al 1900 quando le fu assegnato il nome attuale. In origine iniziava da via Provinciale Pisana, in corrispondenza dell'oratorio di Sant'Antonino (oggi restaurato, di fronte alla chiesa di San Matteo) e arrivava fino al fiume Ugione. Dal 1967 al 1970 fu assegnata a via delle Sorgenti anche l'attuale via Pian di Rota. Indicazione del 1722: dalla strada regia Pisana, presso la chiesina di S. Antonino al fiume Ugione ove si unisce alla strada comunitativa di Fauglia. Indicazione del 1846: Dalla via Regia Suburbana di faccia all'angolo delle mura della Barriera Fiorentina, presso il cimitero israelitico, passando dal Vigna sopra il terrente Cigna, dalla casa del podere Nuovo degl'archi bassi, dai secondi archi, dal Campo al Melo nella valle della Bocca di Gesso, giunge all'Ugione e serve di confine fra Livorno e Collesalvetti, braccia 7387.
Via Spagna
Via Spalato
ha questo nome dal 6 gennaio 1934.
Via Tito Speri
martire del Risorgimento (1825 - 1853). La strada fu realizzata nel 1958 e ha questo nome dal 27 gennaio 1960).
Via Rurik Spolidoro
Via Sproni
fu realizzata nel 1828 e il nome ricorda Ferdinando Sproni, gonfaloniere fino al 1831.
Via delle Stalle
il nome ricorda una vecchia postazione dei Cavalleggeri. Da prima del 1660 si chiamò via del Monte d'oro, con riferimento al nome di una locanda.
Stazione (località)
Via della Stazione
si chiama così dal 5 febbraio 1966, perché dal 1910 qui c'è la stazione di Quercianella.
Via Niccolò Stenone
ha questo nome dal 1966. Stenone fu a Livorno nel 1666.
Via dello Stillo
Strada Statale 1 - Aurelia
Via Strozzi
si chiama così perché una casa di questa strada (indicata come "casa delli Strozzi di Firenze") apparteneva a questa famiglia, tra i cui membri ci furono Marcello, primo capitano giusdicente della città nel 1421 e Bernardo, provveditore di Livorno nel 1574.

Fin da prima del 1784 si chiamò via della Lepre, dal nome di un'osteria che aveva questo animale per insegna. Poi si chiamò via del Giardinetto per il piccolo giardino sul quale nel 1818 fu costruito il teatro del Giardinetto, poi intitolato a Gherardi del Testa. Anche l'Accademia dei Floridi era chiamata "del Giardinetto", perché ebbe la sua prima sede in questo teatro, fino al 1848 quando si trasferì al Teatro San Marco. Il tratto da via delle Stalle a via dell'Uffizio dei grani si chiamò verso il 1430 via dell'Ulivo, dal nome di un'osteria.

Via dello Struggino
Via Svezia
Via Svizzera

[modifica] T

Via Pietro Tacca
la strada fu realizzata sul piazzale sorto in seguito alle demolizioni del 1939 che distrussero quanto rimaneva della Livorno medievale per costruire l'attuale palazzo del Governo. La strada ebbe questo nome nel 1949 e fino al 1964 comprese anche l'attuale piazza dell'Unità d'Italia.
Via Niccola Tacchinardi
cantante lirico (1772 - 1859). La strada si chiama così dal 1936, quando fu realizzata.
Via delle Tamerici
ha questo nome dal 1867 circa.
Via Giovanni Targioni Tozzetti
scrittore (Livorno, 1863 - 1934). La strada ha questo nome dal 1958.
Via Ottaviano Targioni Tozzetti
scrittore (1832 - 1899). La strada ha questo nome dal 1972.
Via Cesare Tarrini
scultore (Chianni, 14 marzo 1885 - Livorno, 1953).
Scali del Teatro
ebbero questo nome dopo il 1846 con riferimento allo scomparso Teatro San Marco (del quale oggi rimane solo parte della facciata). Il teatro fu costruito nel 1806 col nome di Carlo Lodovico, figlio della regina reggente d'Etruria Maria Luisa di Borbone. Aveva 136 palchi sistemati in cinque ordini, dipinti da Luigi Ademollo. Il teatro fu poi acquistato dall'Accademia dei Floridi che ne fece la sua sede.
Via Enrico Tellini
generale (ucciso in Albania nel 1923). La strada ha questo nome dal 19 settembre 1923; in precedenza si chiamava Via Greca (da prima del 1784), in ricordo dei marinai greci delle galee granducali che qui abitavano. Indicazione del 1791: dalla piazzetta del Villano alla piazzetta di Porta Colonnella, lato pozzo, braccia 101.
Via del Tempio
in origine si chiamò via della Sinagoga, poi da prima del 1784 si chiamò via della Scuola (termine che un tempo indicava la sinagoga) e il 9 gennaio 1872 fu rinominata via del Tempio, comprendendo anche il tratto dell'attuale via Chiarini vicino a via Piave. Dal 1939 al 5 agosto 1943 a causa delle leggi razziali il nome fu cambiato in via Dino Rimediotti, con riferimento al capitano dell'esercito caduto in Etiopia il 26 dicembre 1935. Rimediotti era stato anche comandante della squadra d'azione "La Disperata" di Livorno, succedendo al fondatore Marcello Vaccari. Tutti i nomi storici (a parte Rimediotti) si riferiscono alla sinagoga, costruita in questa strada fra il 1591 e il 1603, danneggiata durante la seconda guerra mondiale, demolita e ricostruita nel 1960. Indicazione del 1686: dalla via Balbiana alle quattro cantonate degli Ebrei.
Via Umberto Terracini
Via Terrazzini
esiste da prima del 1816; in precedenza la parte compresa fra via Pellegrini e via dell'Oriolino si chiamò via Disperati, dal nome di una famiglia che possedeva qui degli immobili.
Via Giovanni Maria Terreni
pittore (Livorno, 1739 - 1811). La strada fu realizzata nel 1861 e chiamata via del Ricovero, dall'edificio costruito proprio nel 1861, allo scopo di offrire un tetto ai mendicanti. In seguito il "ricovero" divene una casa di riposo. Nel 1927 la strada ebbe il nome attuale.
Via Carlo Tesi
storico e scrittore (1811 - 1891). La strada ebbe questo nome nel 1970, anno in cui fu realizzata.
Via del Testaio
ha questo nome dal 1899 in riferimento al ponte del Testaio (costruito prima del 1846), al podere del Testaio e alla Casina del Testai (esistente nel 1836).
Via Pilade Tevenè
educatore (Livorno, 1849 - 1916). La strada ebbe questo nome il 4 dicembre 1967.
Via Angelina Tiberini
cantante lirica (1830 - 1913). La strada ebe questo nome nel 1936, in precedenza si chiamò prima via della Fonte e poi via delle Scuderie.
Viale del Tirreno
fu realizzato nel 1940 ed ebbe questo nome nel 1947. Questa strada parte da via Mondolfi e sale verso Monte Burrone per giungere a quello che doveva essere il mausoleo dedicato a Costanzo Ciano, del quale invece rimane solo il basamento di forma cubica. L'opera fu costruita negli anni 1940-1943 dall'architetto Marcello Piacentini e comprendeva anche una torre che fungeva da faro e che fu demolita dai tedeschi il 9 luglio 1944.
Via Ettore Toci
scrittore (1843 - 1899). Strada di Quercianella che ebbe questo nome nel 1927.
Via Nicolò Tommaseo
ha questo nome dal 1962.
Via Adolfo Tommasi
pittore (Livorno, 1851 - Firenze, 1933). La strada ebbe questo nome nel 1954.
Via Angiolo Tommasi
pittore (Livorno, 1858 - Torre del Lago, 1923). La strada ebbe questo nome nel 1958, anno in cui fu realizzata.
Via Michele Tonci
restauratore, attivo nella prima metà del XIX secolo. In precedenza si chiamò via San Giorgio, dal nome della caserma dei carabinieri a cavallo qui esistente, e via degli Esautieri, dal nome di una famiglia che qui possedeva alcuni immobili. Il 22 luglio 1889 fu ripristinato il nome di via Tonci, che aveva già in origine. La strada fu realizzata nei terreni appartenenti alla famiglia Tonci.
Via Torino
ebbe questo nome nel 1958, in riferimento alla Fiat che si trovava in questa strada.
Via del Toro
si chiama così da prima del 1781, in riferimento ai vicini macelli.
Torre del Marzocco
Via della Torretta
esiste con questo nome da prima del 1611 e arrivava fino ai confini del Comune. Fa riferimento ad una delle sei torri che difendevano il porto e la cui esistenza è già attestata nel 1284. Dal 21 dicembre 1918 al 1941 si chiamò via Marna in ricordo della seconda battaglia della Marna, sul fronte occidentale della prima guerra mondiale. Indicazione del 1820: via della Torretta, dalla via del Riseccoli alla via del Calambrone.
Darsena Toscana
Via Toscana
fu realizzata nel 1959 e così chiamata nel 1960.
Via Enrico Toti
ebbe questo nome nel 1934, anno in cui la strada fu realizzata.
Via Tramontana
Via dei Tranquilli
era il nome di un circolo ricreativo. Prima del 1816 si chiamò via delle Capanne.
Via dei Trasportatori
Via Traversa
ha questo nome da prima del 1784, in precedenza si chiamò via dietro il Palazzo dei Franceschi di Pisa e Viucciola.
Via delle Travi
ha questo nome dal 1846 circa.
Via Tre Novembre
ebbe questo nome nel 1918, in riferimento alla data dell'armistizio di Villa Giusti. Il tratto fra via Grande e via San Francesco si chiamò fin da prima del 1660 via del Cupido, dal nome di un'osteria e poi verso il 1798 via Genovese e in seguito via delle Macine. Il nome di via Genovese fu poi esteso a tutta la strada fino alle vecchie mura. In seguito alla rettifica del tracciato del Fosso Reale, nel 1858 la strada fu estesa fino agli scali D'Azeglio (compresa cioè anche l'attuale via Cadorna) e tornò al vecchio nome di via del Cupido fino al 1918.
Via Trento
strada realizzata e così chiamata nel 1918.
Tre ponti
è il nome con la quale è conosciuta la località e la spiaggia alla foce del Rio Ardenza. Prende nome dal ponte a tre luci sul torrente, posto fra la Rotonda e l'inizio del viale di Antignano e costruito nel 1898 al posto di un precedente ponte di legno realizzato nel 1859. In seguito ad una alluvione avvenuta agli inizi degli anni Novanta, al ponte furono aggiunte altre due luci.
Via Trieste
nel 1912 fu intitolata a Giovanni Giolitti, poi nel 1918 ebbe il nome attuale.
Via Tripoli
si chiama così dall'8 dicembre 1911, in precedenza fece parte di via dei Condotti, detta poi via dei Condotti vecchi.
Via delle Tuberose
Via Filippo Turati
ha questo nome dal 1958, anno in cui fu realizzata.

[modifica] U

Via dell'Uffizio dei Grani
prima del 1784 si chiamò via degli Ammazzatoi Vecchi perché qui c'erano i primi macelli pubblici della città. Nomi precedenti furono via Dietro gli Strozzi e via degli Strozzi con riferimento alla famiglia fiorentina che qui possedeva degli immobili, via Guelfa e via dello Scrittoio dei Grani. Il nome attuale si riferisce ai magazzini di grano e agli uffici relativi che un tempo erano qui situati. Alcuni di questi magazzini, quelli denominati magazzini della Scala Santa, dovevano essere svuotati dal grano e adibiti a spese del Comune all'alloggio delle truppe di passaggio. Il piccolo tratto coperto che unisce la strada agli scali delle Ancore in passato si è chiamato Piccolo Chiasso. La strada si chiamò anche via Guelfa forse da prima del 1412 fino al 1846 (indicazione del 1825: via Guelfa, da via dell'Ulivo a via degli Ammazzatoi Vecchi, braccia 63, larga braccia 10).
Darsena Ugione
Via Ugione
Via Aurelio Ugolini
scrittore (1875 - 1907)
Via dell'Uliveta
Via dell'Ulivo
strada di Ardenza che si chiama così da prima del 1871.
Via Ulvi Liegi
pittore (vero nome Luigi Levi; Livorno, 1868 - 1939). La strada ebbe questo nome dal 1958.
Via Umbria
la strada ebbe questo nome nel 1960.
Piazza Undici Maggio
in precedenza si chiamò piazza San Marco (perché al centro della piazza si trova la Porta San Marco), poi dal 1889 al 1970 piazzale interno Undici Maggio. La data fa riferimento all'11 maggio 1849, giorno culminante della difesa di Livorno dalle truppe austriache che assediavano la città in rivolta.
Via dell'Unghero
prende nome da un'osteria qui situata nel 1846, anno in cui la strada ebbe questo nome. L'osteria a sua volta prendeva nome dall'unghero o ongaro, una moneta d'oro da quattro pezzi coniata in varie zecche italiane (tra cui Firenze nel 1655) ad imitazione del fiorino ungherese.
Piazza dell'Unità d'Italia
fu realizzata nel 1949 dopo le distruzioni della seconda guerra mondiale e fece parte di via Pietro Tacca fino al 24 marzo 1964, quando ebbe il nome attuale che si riferisce alla presenza nella piazza della statua equestre di Vittorio Emanuele II, qui trasferita da Piazza Grande.

[modifica] V

Largo dei Valdesi
fu realizzato nel 1952 abbattendo un mura di cinta. Prende nome dalla chiesa qui esistente dal 1845 e in origine appartenente alla comunità scozzese presbiteriana.
Via Achille Valenti
garibaldino (Livorno, 1843 - 1928). La strada ebbe questo nome nel 1962, anno in cui fu realizzata.
Via della Valle Benedetta
strada che da Salviano conduce alla località di Valle Benedetta, sorto intorno alla chiesa del 1692. Da prima del 1846 si chiamò via del Canaccini il tratto che da Salviano arrivava fino alle case di questa famiglia. Vecchie indicazioni: parte della via di Salviano ai poderi Marignano e Tonci... fino alla chiesa e fino al confine del popolo di Colognole (1784); dal ponte di Spalla Rossa (osteria) al piede della salita, costeggiando il piazzale della chiesa della Valle e le cave del manganese, passa dalla Fociarella... al confine della Comunità di Collesalvetti (1846).
Via delle Vallicelle
va da via della Valle Benedetta ai mulini della Sambuca in località Vallicelle. La strada ha questo nome da prima del 1846 ma è diventato ufficiale il 21 luglio 1958.
Viale dei Vallombrosani
strada di Montenero così chiamata in onore dei monaci custodi del santuario mariano dal 1792. LA strada ha questo nome dal 5 luglio 1930.
Via Paolo Vannucci
sottotenente dell'esercito (Martinez, California, 1917 - Gruda, Bocche di Cattaro, 18 settembre 1943), medaglia d'oro della Resistenza. La strada ha questo nome dal 1960.
Via Varese
si chiama così dal 22 luglio 1889 in ricordo della vittoria di Giuseppe Garibaldi sugli austriaci avvenuta a Varese nel 1859.
Variante Aurelia
Via del Vascello
ha questo nome dal 1970 in ricordo della battaglia del 1849 fra i garibaldini che difendevano la Repubblica Romana e i francesi.
Largo Vittorio Vaturi
giureconsulto (1871 - 1937). Ha questo nome dal 1958.
Via dei Vecchi Orti
Darsena Vecchia
Via della Vecchia Casina
in origine si chiamò via dei Chiellini, poi intorno al 1825 si chiamò via della Casina e infine prima del 1846 ebe il nome attuale, sempre in riferimento all'antica Casina delle Ostriche, esistente fin dal 1600 lungo questo tratto del Fosso Reale.
Via Vecchia del Picchianti
Via Vecchia di Salviano
esiste da prima del 1600 ed è il vecchio percorso della via di Salviano antecedente la costruzione delle mura del 1835 (quelle costruite in corrispondenza degli attuali viali Alfieri e Petrarca).
Via della Vecchia Salita
è la strada che corre lungo la funicolare di Montenero. Ebbe questo nome anche la vicina via del Governatore.
Via del Vecchio Faro
Via del Vecchio Lazzaretto
Diga della Vegliaia
fu costruita nel 1888 sopra uno scoglio che aveva questo nome e sul quale si trovava un'antica torre.
Via delle Vele
si chiama così da prima del 1846, in riferimento ad una delle sei fabbriche di vele che esistevano in città.
Via Veneto
ha questo nome dal 1964.
Via della Venezia
ha questo nome dal 9 gennaio 1872 in riferimento al quartiere della Venezia Nuova, in precedenza si chiamò via della Crocetta (dal soprannome della chiesa di San Ferdinando Re), via dei Trinitari ( da prima del 1784, perché la chiesa era gestita dai padri trinitari), via delle Monachine (con riferimento alle suore addette all'ospedale delle donne) e via del Porticciolo e terminava al ponte di Crocetta (demolito nel 1889).
Piazza Venti Settembre
ha questo nome dal 5 settembre 1881. Nel 1958 fu collocata al centro della piazza la statua di Leopoldo II opera di Paolo Emilio Demi che in origine si trovava in piazza della Repubblica ma che fu danneggiata durante l'insurrezione del 1849 e tolta con decisione presa dal consiglio comunale nella notte fra il 6 e il 7 maggio, per restare nascosta da allora e per oltre un secolo nel vecchio arsenale del porto. Dal 1 novembre 1944 in questa piazza ha sede il cosiddetto "mercatino americano". Dal 1835 al 1881 si chiamò piazza San Benedetto, dal nome della chiesa qui costruita fra il 1817 e il 1837.
Via Venticinque Aprile 1945
ha questo nome dal 1966.
Via Filippo Venuti
scrittore (morto nel 1769). La strada ha questo nome dal 3 settembre 1938.
Via Giuseppe Verdi
è in parte l'antica via del Cimitero inglese, il tratto da via Ricasoli al cimitero degli Inglesi (attuale cimitero valdese) fece parte di via della Pace, in seguito (ma da prima del 1838) quando fu costruita l'attuale via Ricasoli la strada cambiò nome in via degli Elisi. Nel 1845 la strada fu prolungata fino a via San Carlo, nel 1863 fino a borgo Cappuccini e nel 1865 fino a piazza Mazzini. Il 1 marzo 1901 le fu assegnato il nome attuale. Il cimitero inglese fu costruito in località Fundo Magno nel 1646 su un terreno di proprietà del cavalier Adami. In questo cimitero è sepoto il poeta Tobias Smollett. Il cimitero fu interdetto nel 1838 e ne fu aperto un'altro nell'attuale via Pera. In questa strada si trovano anche la sede della Arciconfraternita della Misericordia (dal 1952), la chiesa anglicana e la chiesa presbiteriana, entrambe costruite nel 1845.
Via Giovanni Verga
si chiama così dal 14 febbraio 1972.
Via Don Giovanni Verità
sacerdote patriota (1807 - 1885). La strada ha questo nome dal 1962, anno in cui fu realizzata.
Via Giovanni da Verrazzano
Scali del Vescovado
dal 1784 si chiamarono scali dello Spedale, in riferimento all'ospedale dei Gesuiti, che in seguito fu trasformato nell'attuale tribunale. Sul sito dell'attuale tribunale vi era anche la sede del vescovo, da cui il nome attuale della strada, da prima del 1846.
Via Amerigo Vespucci
ebbe questo nome nel 1911, in precedenza fece parte di via Duca Cosimo.
Via dei Veterani dello Sport
fiancheggia il nuovo palasport.
Vicolo dei Vetrai
esiste da prima del 1876 e ha questo nome in riferimento alle due vetrerie che una volta qui esistevano da prima del 1776.
Via Giovan Battista Vico
ebbe questo nome il 17 aprile 1962.
Via del Vigna
aperta nel 1781, fu via vicinale fino al 1835 e chiamata "via delle case del Vigna" perché fiancheggiava le case del Vigna (così dette perché intorno al 1686 erano appartenute al capitano Stefano Vigna), dalle quali prese il nome anche la località, denominata Vigna. Fino al 1949 comprese anche l'attuale via Maffi. Indicazione del 1781: strada del Vigna; dalla strada dei Condotti, presso la Villa Fremura, passa dalle case del Vigna e attraversando la strada di Collina va ad imboccare nella strada regia pisana dirimpetto al camposanto degli Armeni, braccia 1911.
Via delle Vignacce
strada di Montenero Alto, prima del 1846 fece parte di via della Lecceta.
Piazza Pietro Vigo
storico (Livorno, 1856 - 1918) e scrittore. La piazzetta nacque con la costruzione del liceo scientifico e dell'istituto tecnico commerciale ed ebbe questo nome il 10 febbraio 1929.
Piazza della Villa Chayes
Villa Corridi (Parco Pubblico)
Via Villa Glori
ha questo nome dal 24 febbraio 1970.
Via Giovanni Villani
Via Pasquale Villari
storico (Napoli, 1826 - 1917). La strada ebbe questo nome nel 1972.
Via delle Villette
Via Giulio Cesare Vinzio
pittore (Firenze, 1881 - 1940). Ha questo nome dal 1958.
Via delle Viole
Via del Viperaio
Via Vitalba
ha questo nome dal 1966.
Piazzale Vittime della Moby Prince
Piazza della Vittoria
in origine vi era un prato con alcune case allineate sul lato destro e quello sinistro, poi nel 1836 (dopo l'epidemia di colera dei due anni precedenti) vi fu costruita la chiesa formando le due strade laterali denominate via Poggiali e via del Salcio, mentre lo spazio antistante la chiesa fu chiamato piazza del Soccorso, dal titolo della chiesa (Santa Maria del Soccorso). Nel 1889 furono demolite le case adiacenti alla chiesa facendo scomparire via Poggiali e via del Salcio, la piazza fu estesa alle dimensioni attuali e assunse il nome di piazza Magenta. Nel 1924 fu qui eretto il monumento ai caduti di guerra, opera dello scultore Mario Carlesi, e la piazza ebbe il nome attuale.
Via Vittorio Veneto
da prima del 1784 si chiamò via del Fiore, poi via del Bastione della Cera (dal bastione eretto da Cosimo I dopo il 1537 in difesa del centro cittadino, situato fra le attuali via Fiume e via della Banca) e poi via del Corno, ma rimase sempre il nome di via del Fiore fino al 1918. Il "corno" era lo spigolo anteriore del Bastione della Cera che si trovava davanti all'entrata della strada.
Via Aristide Vivarelli
educatore (1857 - 1930), fondatore della Scuola Arti e Mestieri. La strada ebbe questo nome nel 1949, anno cui fu realizzata.
Via Giuseppe Vivoli
storico (Livorno, 1779 - 1853), compilò gli annali cittadini. La strada ha questo nome dal 9 gennaio 1872, prima era senza nome.
Via del Volontario
Via Alessandro Volta
la strada fu realizzata nel 1858 e chiamata via del Fosso (perché termina alla spalletta del Fosso Reale]]) fino al 1927, anno in cui le fu assegnato il nome attuale.
Via della Voltina
la "voltina" era un piccolo arco sovrastante la via che scomparve con le demolizioni seguenti all'epidemia di colera del 1837. La strada si chiamava così già nel 1784. Da prima del 1660 si chiamò via della Volticciola e anche via della Volticciola degli Strozzi. Si chiama "voltina" anche il sottopassaggio che si trova in via Garibaldi, di fronte a via dell'Oriolino.
Via del Voltone
ha questo nome dal 1850 circa, quando fu costruita la grande volta su Fosso Reale che ha permesso la realizzazione dell'attuale piazza della Repubblica.

[modifica] W

Via Icilio Wan Bergher
avvocato e giornalista (1807 - 1875). Amico di Guerrazzi, prese parte al movimento risorgimentale. La sua famiglia, cattolica, era originaria di Aquisgrana che lasciò in seguito alla guerra dei trent'anni. La grafia esatta del cognome è Von Berger, stabilita nel 1892 con una sentenza del tribunale. La strada fu realizzata nel 1963 ed ebbe questo nome con delibera del 24 marzo 1964.

[modifica] Z

Via Ilario Zambelli
telegrafista della Regia Marina (Rio nell'Elba, 1909 - Roma, 24 marzo 1944), martire delle Fosse Ardeatine e medaglia d'oro della Resistenza italiana (cfr. [13]). La strada ebbe questo nome nel 1960, anno in cui fu realizzata.
Via Giovanni Zannacchini
pittore e incisore (Livorno, 1884 - 1939). La strada ha questo nome dal 1958.
Piazzale Zara
realizzato con la costruzione del porto industriale negli anni 1924 - 1932, ebbe questo nome nel 1936.
Via Elio Zeme
politico socialista (1896 - 1978), presidente della Fondazione Culturale d'Arte Trossi-Uberti.
Via Emilio Zola
strada realizzata intorno al 1840, chiamata dapprima via Fonda e poi via del Corallo, per un laboratorio di lavorazione del corallo che aveva sede in questa strada, e poi dal 1927 con il nome attuale. Dal 1902 al 1927, il nome di Emilio Zola era già stato dato al primo tratto dell'attuale Viale Carducci, quello che va dal Cisternone a Viale Ippolito Nievo. Il nome di Emilio Zola fu scelto come segno di amicizia nei confronti della Francia, verso la quale l'Italia stava migliorando i propri rapporti.

[modifica] Toponimi scomparsi

In questa sezione sono presenti i nomi di strade e piazze scomparse a causa di demolizioni urbanistiche o per i bombardamenti della seconda guerra mondiale, e inoltre i nomi di località di epoca medievale dei quali si è persa la memoria.

Aguliana
attestato nel 949.
Amule
attestato nel 949.
Piazza Anna di Francia duchessa d'Aosta
era una piazzetta adiacente alla piazza Grande pre-bellica e prendeva nome dalla moglie di Amedeo d'Aosta. Ebbe questo nome dal 1929 al 1946 quando per le distruzioni della guerra e la successiva ricostruzione, la piazzetta fu inglobata nell'attuale piazza del Municipio. In origine si chiamò piazzetta avanti il Bagno vecchio perché qui c'era l'unica entrata del vecchio Bagno penale delle galere, costruito nel 1602 sul Bastione della Cera e demolito per ampliare l'ospedale di Sant'Antonio fra il 1870 e gli anni successivi. Guarnigione e prigionieri erano però già stati trasferiti in Fortezza Vecchia nel 1766, mentre il bagno da allora in poi fu trasformato in scuola militare. Successivamente, ma comunque prima del 1784, si chiamò piazzetta della Dogana con riferimento al palazzo della Nuova Dogana costruito qui nel 1647 e nel quale oggi si trova la Camera di Commercio. Si chiamò anche piazzetta del Giuoco del Lotto da prima del 1846, perché nell'adiacente palazzo della dogana si tenne il gioco del lotto fin da quando fu introdotto a Livorno, nel 1749.
Arrianna
attestato nel 949.
Via dei Bacchettoni
vecchio nome di parte di Via dell'Angiolo, prendeva nome da una piccola chiesa retta dalla Compagnia delle Santissime Stimmate di San Francesco, i cui membri erano popolarmente chiamati "bacchettoni".
Piazzetta dei Barrocci
era un largo situato fra via delle Stalle e via del Porticciolo. Si chiamò anche piazzetta del Porticciolo.
Trivio del Bertolla
punto di incontro delle tre piccole piazze della Livorno medievale, vale a dire piazza Vecchia, piazza Galli Tassi e piazza del Nettuno. Anche questo toponimo prendeva nome dalla famiglia Bertolla e anch'esso scomparve con le demolizioni del 1939 (delibera del 27 ottobre dello stesso anno).
Blotitiano
attestato nel 949.
Via del Borgo
situata tra via della Biscottiera e via Sant'Antonio, anticamente si chiamò via dello Stradino della Scala dello Spedale di Sant'Antonio. La strada era lunga 108 braccia (circa 63 metri) e larga 5,5 (circa 3 metri) e scomparve con le demolizioni del 1901.
Via del Borgo vecchio
in origine vicolo Sant'Antonio, poi via del Borgo, scomparve con le demolizioni del 1901.
Vicolo dei Bozzellai
da via Sant'Antonio a piazza Galli Tassi. Il nome si riferisce all'antica presenza di una piccola fabbrica di bozzelli, una tipo di carrucola.
Piazza Buontalenti
fra via Cosimo Del Fante e via della Misericordia.
Scali del Buon viaggio
andava da Piazza Arsenale alla Porta Murata, lungo il Canale dei francesi. Il nome, antecedente al 1780, deriva dalla vicina chiesa della Madonnina del buon viaggio.
Via della Cala
era la strada che andava dalla Porta a Mare al Varatoio, parallelamente agli Scali Fascetti. Ebbe questo nome fin da prima del 1392.
Strada del Calambrone
andava da via del Valessini alle fornaci in località Calambrone, che a sua volta prendeva nome dal fosso che la attraversava. Fino al 1570 il fosso si chiamava Calabrone.
Campo
attestato nel 949.
Canale dei Francesi
canale costruito dai francesi del V Corpo d'Armata nel 1799 per unire la Darsena al cantiere navale.
Piazzale del Cantiere di Porta Murata
ebbe questo nome dopo il 1870 e si trovava all'esterno delle mura in prossimità della Porta Murata. Dal 1965 fino a pochi anni fa il piazzale fu occupato dal grande edificio della LIPS Italiana.
Via del Cappello
una delle prime strade di Livorno, esistente già nel 1392, prendeva il nome da un'osteria. Posta fra piazza della Fortezza vecchia e piazza di Livorno vecchio, in origine si chiamò via del Lauro, poi cambiò nome in via dell'Oro (anch'esso nome di un'osteria) e, verso il 1660, via del Chiasso d'oro. La strada è poi scomparsa con le demolizioni del 1937.
Carbonaia
attestato nel 949.
Casale Gavini
attestato nel 949.
Casale Meruli
attestato nel 949.
Via della Casina
ebbe questo da prima del 1828 la strada che andava dal Borgo dei Cappuccini alla Casina delle ostriche, dalla quale prendeva il nome la strada. La Casina delle ostriche, già esistente nel 1619, era un luogo dove i frutti di mare venivano allevati, venduti e mangiati sul posto, frequentato spesso da aristocratici. La strada scomparve nel 1857 in seguito alle operazione di rettifica del tracciato del Fosso Reale, ma il riferimento alla casina delle ostriche è passato in seguito al nome dell'attuale via della Vecchia casina.
Castello Navaretto
con questo nome veniva indicata una località situata lungo il rio Cigna e vicino alla via Pisana. Il luogo era noto anche come Madonna Luvisa d'Alfonso del Capraino.
Spianata dei Cavalleggeri
è l'antico nome dello spiazzo sul quale nel 1927 fu costruita l'attuale Terrazza Mascagni. Il nome si riferiva al fortilizio, un tempo qui esistente, presidiato da nove cacciatori volontari a cavallo adibiti al servizio di difesa costiera, comandati da un tenente. Il forte fu costruito nel 1595 e demolito nel 1872, aveva le scuderie al piano terra e gli alloggi dei cacciatori al primo piano; nel 1837 la spianata fu ampliata colmando l'adiacente insenatura detta Cala dei Cavalleggeri. Dal 1927 al 1943 si chiamò piazzale Costanzo Ciano.
Il Cerretini
località posta tra le vie di Montenero e Mondolfi, dove nel 1603 fu costruita la chiesetta detta della Madonna di mezza via, riedificata nel 1956 dopo le distruzioni della seconda guerra mondiale.
Via della Cinta interna
era la strada che correva lungo il lato interno delle mura costruite nel 1835.
Via delle Colombe
prima della costruzione della cinta muraria del 1835 questa strada irregolare conduceva ad alcune ville in Coteto partendo da villa Valsovano (che si trova ancora oggi tra le vie del Fagiano e Filippo Venuti). Si chiamava anche via dei Pensieri (ma era strada diversa dall'odierna via omonima). Con la costruzione delle mura la via scomparve perché tagliata in due. Indicazione del 1835: via delle Colombe o dei Pensieri, presso la villa Valsovano, avanti la costruzione della nuova cinta potava ad alcune ville.
Vicolo delle Colombe
si tratta di un vicolo ancora esistente ma chiuso da un cancello e quindi non più accessibile. L'entrata è in Corso Mazzini, nel tratto fra via Ricasoli e Borgo Cappuccini.
Via della Concordia
è il nome di una strada che avrebbe dovuto essere realizzata nell'attuale piazza della Vittoria in direzione dell'Attias ma che poi non fu costruita. Anche questo nome, come quelli delle altre strade della zona, faceva riferimento alla chiesa del Soccorso.
Strada o via dei Condotti
seguiva il pecorso delle condutture sotterranee dell'acquedotto costruito nel 1606 e proveniente dalla località di Limone. Fino al 1826 percorreva le attuali via Sant'Andrea, viale Carducci, via dell'Olmo.
Via delle Cucine vecchie
strada di ignota ubicazione attestata nel 1696.
Doccia
era il nome di una fontana esistita fin dal 1600 che forniva l'acqua alle navi del porto. Si trovava presso il Lazzeretto di San Rocco ed era alimentata dalle fonti di Santa Chiara e del Fanale.
Via della Dogana Vecchia
in origine si chiamò via delle Gomene (o Gumine) poi via del Nettuno e si trovava fra gli scali dei Fascetti e piazza del Nettuno. In seguito il tratto vicino a via San Giovani fu chiamato via dello Scalo Regio e una parte della strada si chiamò via della Vecchia darsena dal 9 gennaio 1872. La strada scomparve nel 1939 con le ultime demolizioni edilizie prima dello scoppio della seconda guerra mondiale. Indicazione del 1791: Via delle Gumine, dalla piazzetta della Fortezza vecchia a alla piazzetta della Dogana vecchia: è irregolare e non se ne può indicare la lunghezza e la larghezza e se ne indica la superficie che è di braccia quadrate 1600.
Via Erbosa
antica strada che dal Pontino si congiungeva con l'attuale via Provinciale pisana. La strada percorreva le attuali via Solferino e via Mastacchi e il nome si riferisce al fatto che all'epoca si trovava in aperta campagna. Indicazione del 1747: tratto della via Erbosa, dalla via del Fosso Reale di San Marco fino al Riseccoli, braccia 620... ponte sul Riseccoli passa dalla Bastia dal cimitero (armeno) alla strada regia Pisana... braccia 2035.
Erbuccia
le più antiche attestazioni di questo toponimo si trovano in delibere del Consiglio della Comunità del 1531 e 1538. La località era situata sull'attuale via Roma, esattamente in corrispondenza dell'attuale villa Fabbricotti. Il nome passò a quello del podere qui esistente, compreso tra la via Roma attuale, il Rio Maggiore e la via di Salviano, e appartenente ai fratelli Balbiani. Il toponimo dette origine anche al cognome Erbucci come è attestato da altre delibere del XVI e XVII secolo (Orazio e Vincenzo Erbucci furono gonfalonieri nei primi decenni del XVII secolo).
Via del Falcone
si trovava all'incirca al posto dell'attuale galleria di via Cairoli. Prendeva nome da un'osteria e si chiamò anche via dell'Annunziatina e poi nel 1784 via Santa Maria, popolarmente nota come "Santa Maria degli Ebrei". La via scomparve nel 1925 in seguito alle demolizioni della zona e alla costruzione del palazzo della Galleria.
Il Fanale
toponimo anteriore al 1600 che indicava una località situata tra l'inizio dell'attuale viale Rosa del Tirreno e le prime case del tratto di via Roma compreso tra piazza Matteotti e via Ambrogiana. In questo punto si trovavano la cappella del Fanale (detta anche del Castinelli, esistente fino al 1796) e la fonte del Fanale che insieme a quella di Santa Caterina riforniva la Doccia. Il toponimo dette poi nome alll'omonimo sobborgo di Porta Maremmana.
Scali dei Fascetti
dallo Scalo Regio a piazza Micheli.
Felciaio
corrisponde all'attuale piazza Gavi.
Fondo Magno
attestato come Fundomangno nel 949.
Fonte della Guglia
era così chiamata la fonte che si trovava fino al 1884 all'incrocio fra corso Mazzini e Borgo Cappuccini, per la presenza di una delle guglie che segnavano il limite della zona non edificabile.
Fonte di Santo Stefano
era situata in via Provinciale pisana, nei pressi della chiesa di Santo Stefano. Qui erano i ruderi di un acquedotto costruito nel 1154.
Scali delle Fontine
scomparsi nel 1898 con l'interramento del fosso di viale Caprera.
Via delle Formiche
prese il nome dall'osteria delle Formicole esistente nel 1745, ma si chiamò anche Viucciola. Scomparve in parte per la distruzione di alcuni edifici durante i bombardamenti aerei della seconda guerra mondiale e in parte per la costruzione di un garage che chiuse definitivamente la strada.
Piazza Galli Tassi
sorta con le demolizioni del 1837 si chiamò inizialmente piazza San Giovanni, riprendendo il nome dell'adiacente via San Giovanni. Fu radiata il 27 ottobre 1939 e scomparve con le demolizioni di quell'anno. La famiglia Galli Tassi finanziò nel 1862 il vicino ospedale di Sant'Antonio.
Via dei Gatti
indicazione del 1784: dagli scali San Giovanni Nepomuceno a via del Consiglio, braccia 61.
Gigante
toponimo attestato fin dal 1686 nel tratto dell'attuale via Garibaldi compreso fra via Galilei e piazza Barriera Garibaldi (tratto un tempo indicato come "fra le due guglie"), precisamente a nord di via della Bastia. Prendeva nome dall'osteria del Gigante, esistita fra il 1745 e il 1794.
Gnurignano
attestato nel 949.
Vicolo delle Gomene
anticamente si chiamò vico di Lauro, poi Malcantone fino al 1578, esisteva già nel 1392 e si trovava di fronte alla Porta a Mare. In seguito si chiamò vicolo Sant'Antonio. La strada scomparve con le demolizioni del 1939. Metteva in comunicazione piazza del Nettuno con via del Chiasso d'oro (e in seguito con piazza San Giovanni) e scomparve in seguito alle demolizioni del 1939. Secondo una vecchia indicazione andava dalla piazza San Giovanni alla piazza del Nettuno, lunghezza braccia 25.
Vicolo Holt
era una breve strada (lunga 522 braccia) che andava da scali delle Barchette a viale Caprera. Da prima del 1694 era anonima e veniva indicata come "stradino senza cartello di nome", in seguito si chiamò vicolo delle Barchette e scomparve con i bombardamenti aerei del 1944.
Piazza delle Isole
ne facevano parte le attuali piazze Giuseppe Emanuele Modigliani e Benedetto Brin. scomparve in seguito alla costruzione di edifici.
Piazzetta Lavagna
era un piazzetta triangolare situata sul retro del Palazzo dei Tre Leoni (il cui antico proprietario si chiamava Lavagna), fra via Maggi e scali Olandesi, scomparsa nel 1965 quando fu costruito un nuovo edificio.
Via dei Lavatoi
corrisponde in pratica al tratto di viale Avvalorati (lato fosso) fra piazza della Repubblica e il ponte dell'Angiolo (all'altezza di via Ganucci). La strada comunicava con via San Giovanni Nepomuceno attraverso un arco adiacente al Teatro degli Avvalorati, ma nel 1920 l'arco fu chiuso. Il tratto fra via San Giovanni Nepomuceno e via dell'Angiolo si chiamò scalo del Copertini da prima del 1784 e fece parte di via della Pera (che comprese anche il tratto di via San Giovanni Nepomuceno denominato Magazzini delle Mummie, tra il cavalcavia del Teatro degli Avvalorati e il tratto scomparso della via dell'Angiolo che si trovava nell'attuale viale degli Avvalorati; il nome di via della Pera derivava da quello di un'osteria). Il nome derivava dai lavatoi pubblici esistenti nel sotto suolo di via dell'Angiolo e via dei Lavatoi, davanti alla Fortezza Nuova, fin dal 1739. I lavatoi furono interrati nel 1960 e la strada scomparve nel 1964.
Le Lenze
località situata fra il cimitero inglese (odierno cimitero valdese) e Borgo Cappuccini, attestata fin dal 1686. La "lenze" erano terreni terrazzati esistenti in questa zona prima che divensse una zona edificata.
Via delle Lenze
non è stata individuata con precisione ma gli antichi documenti la collocano tra Borgo Cappuccini e Via del Littorale (attuale Viale Italia).
Piazzetta di Livorno vecchio
esiste con questo nome da prima del 1660 e si trovava all'incirca in corrispondenza dell'attuale Palazzo del Portuale. Quando nel 1837 fu demolito l'edificio situato fra via del Cappello e lo Stradino fu creata una piazza di fatto unita alla piazzetta di Livorno veccho ma con un nome diverso, piazza San Giovanni. In seguito le due piazze ebbero un'unica denominazione, piazza Galli Tassi, dal nome del finanziatore del vicino ospedale di Sant'Antonio. Tutto scomparve nel 1939 con le demolizioni precedenti alla costruzione del nuovo Palazzo del Governo (realizzato nel 1942).
Maglio o Palla al Maglio
località attestata da prima del 1663 e posta tra via Garibaldi e l'asse via Galilei-via Palestro. Il nome si riferiva ad un gioco; qui si trovava una sorgente che alimentava l'antico acquedotto mediceo.
Via dei Magnani
il nome si riferiva alle botteghe dei magnani qui presenti. Verso il 1392 il tratto a monte si chiamò vico del Leone o vico Lione, poi prima del 1660 si chiamò via Dietro il Bagno, poi via dei Forni, poi via Cara del Leone; il tratto verso mare invece si chiamò Vico Nuovo intorno al 1392 e fu una delle prime strade del villaggio di Livorno, poi da prima del 1700 via dei Forni regi (o semplicemente via dei Forni), poi via della Biscotteria e infine prima del 1784 via del Re David (dal nome di una locanda). In questo tratto di strada esistevano i forni da pane e da biscotto che appartenevano alla Comunità, al Bagno delle Galere e alla marina da guerra. I forni dovevano essere numerosi perché sappiamo da una delibera del 1610 che venti di essi erano autorizzati, mediante sorteggio, a rifornire anche gli ammalati del vicino ospedale di Sant'Antonio. Questi forni esistevano da prima del 1600 ed erano chiamati "forni della scaletta" e "forni della biscotteria delle galere". I forni appartenenti alla Comunità furono soppressi il 4 febbraio 1776, gli altri pochi anni dopo. La strada scomparve con le demolizioni degli anni 1901 - 1905.
Magrignano
villaggio altomedievale situato poco a est dell'attuale quartiere di Coteto. Probabilmente il nome deriva dal gentilizio romano Macrinius, proprietario del fondo sul quale nacque il villaggio.
Maria del Belgio principessa di Piemonte
era la parte dell'attuale piazza del Municipio antistante lo stesso palazzo del Municipio, costruito nel 1720, anno in cui la piazzetta ricevette il nome di piazzetta della Comunità. In seguito fece parte della vecchia piazza Grande fino al 1929 quando fu chiamata piazza Maria del Belgio principessa di Piemonte. Nel 1946 questo nome fu radiato e la piazzetta tornò a far parte di piazza Grande e poi di piazza del Municipio. Da alcune delibere del 1646 sembra di capire che esistesse un palazzo della Comunità prima della costruzione del Municipio; questo palazzo potrebbe essere identificato con la Casa del Porticciolo, all'incirca sul luogo dell'attuale Municipio. Anche piazza Cavallotti talvolta si chiamò piazza della Comunità perché qui si riunì qualche volta il consiglio comunale nella spezieria di un tale Grassi.
Maringnano
attestato nel 949.
Masciana
attestato nel 949.
Via Medicea
fu realizzata nel 1606 con il nome di via della Porta nuova, poi nel 1765 prese il nome di via Leopolda e infine il 9 gennaio 1872 fu rinominata via Medicea in ricordo della dinastia dei Medici. Era lunga 77,5 braccia e larga 9 e si trovava lungo l'asse centrale di quella che ora è la via Pietro Tacca. La strada collegava via delle Gomene a via Sant'Antonio e scomparve con le demolizioni del 1937-1939.
Via di Mezzo
detta anche via della Natività (perché qui esisteva la chiesa della Natività di Maria costruita nel 1631), in origine era a fondo cieco con entrata da piazza Anita Garibaldi, poi fino al 1899 fu unita a via delle Formiche. Sia la strada che la chiesa scomparvero con i bombardamenti del 1944. Attualmente il suo spazio è occupato dai giardinetti di piazza Anita Garibaldi.
Il Moro
era il punto terminale della vecchia via del Pantalone e prendeva nome da un'osteria.
Via di Mulinara
indicazione del 1816: dalla via Fonda passando dal luogo detto La Chiesaccia per la tenuta di Collinaia, porta ai nuovi mulini fabbricati da Pietro Brandi, al termine della strada che va in Popogna, lunga 2/3 di miglio.
Muroruto
attestato nel 1017.
Piazza del Nettuno
si chiamò in origine piazzetta avanti la Porta a mare, dal nome della porta davanti la quale si trovava la piazza. Poi si chiamò piazza della Dogana vecchia perché qui si trovava la dogana del castello di Livorno, costruita da Cosimo I nel 1544, e piazza del Bertolla perché la famiglia Bertolla era proprietaria di un grande edificio che si affacciava su questa piccola piazza del nucleo medievale di Livorno. Infine si chiamò piazza del Nettuno a causa di una grande statua marmorea raffigurante Nettuno che la famiglia Bertolla fece mettere nel 1789 sulla fontana posta al centro di questa piazza. In un locale di questa piazza sarebbe stata aperta la prima sinagoga della città. La piazza scomparve con le demolizioni "risanatrici" del 1939.
Oliveto
attestato nel 949.
Olivule
attestato nel 949.
Via dell'Orto
la strada fu così chiamata nel 1660, in riferimento all'orto dei frati francescani, che ne furono proprietari fino al 1692 e sul quale fu costruita la chiesa degli Armeni nel 1697. Nel 1846 la strada fu rinominata via degli Avvalorati e il nome di via dell'Orto fu assegnato alla breve strada che da qui andava in via della Pera. La strada scomparve nel 1964 con la realizzazione del nuovo viale degli Avvalorati, sul cui lato sud si trovava.
Largo della Palla a corda
si chiamò così dal 1660 circa il largo situato tra le attuali vie Santa Fortunata e Buontalenti. Il nome si riferiva ad un gioco che qui si faceva.
Pectuli
attestato nel 949.
Piazza della Pescheria Nuova
presso la Corte d'Assise.
Via di Pescheria vecchia
si chiamò in precedenza via di Pescheria. Indicazione dell'epoca: dalla piazzetta del Villano al canto della via Leopolda.
Via dei Pesciaioli
in precedenza si chiamò via del Pesce e scomparve nel 1908. Indicazione dell'epoca: da via di Pescheria vecchia al canto della fonte del Villano.
Scali del Piaggione
scomparsi nel 1898 con l'interramento del fosso di viale Caprera. Prendevano nome dal Piaggione dei Grani, un grande deposito di granaglie situato lungo questi scali. Nel 1960 l'ultimo tratto di questi scali ormai scomparsi ebbe il nome di Erta dei Risicatori.
Podii della Bastia
toponimo presistente al 1559, situato vicino alla chiesa di Santo Stefano presso il condotto del Poggio alle Capanne.
Piazza Carlo Poerio
patriota (1805 - 1867); radiata nel 1888 e scomparsa nel 1893 quando vi fu costruita la scuola elementare Antonio Benci.
Ponte alla Bellana o di Bellano
aveva questo nome da prima del 1782 e si trovava presso il Mulinaccio (nei presso dell'attuale largo Bellavista).
Ponte di Crocetta
scomparso nel 1898 con l'interramento del fosso di viale Caprera.
Ponte del Fedi
nel 1817 si trovava in corso Mazzini all'incrocio con via San Carlo.
Ponte di Gasperino
era il nome con cui era conosciuto l'icrocio fra via Mentana e corso Amedeo, fin dal 1781.
Ponte de' Lami
piccolo ponte che si trovava all'incrocio fra corso Amedeo e via dell'Origine. Aveva questo nome da prima del 1780 perché si trovava sui terreni della famiglia Lami.
Ponte di Porta a Pisa
era situato sul lato nord di piazza della Repubblica e fu demolito nel 1844.
Ponte di Santa Lucia
si trovava in corrispondenza dell'incrocio delle attuali via dei Pensieri e viale Italia.
Porta del Casone
era l'entrata del Casone, la grande caserma che chiudeva via Cairoli. Attraversata la porta, una rampa conduceva sul bastione retrostante, anch'esso denominato del Casone. La porta fu costruita nel 1628 e demolita nel 1828, anno in cui fu costruita un'altra porta che ufficialmente si chiamò Porta Leopolda ma che fu chiamata anch'essa Porta del Casone e che rimase in piedi soltanto per tre anni.
Porta della Chiatta
si trovava fra la darsena della Torretta e la darsena interna della Dogana d'acqua. La porta fu chiusa nel 1870 per l'interramento della darsena della Torretta.
Porta a Mare
fu costruita nel 1835 nel punto in cui il canale dei Lazzeretti attraversava l'attuale piazza Orlando; fu demolita nel 1890.
Via di Porta Murata
realizzata nel 1865, metteva in comunicazione via dei Calafati e via del Molo Mediceo in corripondenza del ponte girante.
Porta dei Navicelli
si trovava in corrispondenza dell'attuale ponte di marmo, all'inizio di via Borra.
Scali di Porta Trinità
situati tra il ponte omonimo e il ponte di Via della Venezia, di fronte agli Scali del Piaggione, sul lato sud dell'attuale viale Caprera, verso la Fortezza Vecchia. Scomparvero nel 1898 con l'interramento del fosso e la costruzione di Viale Caprera. Prendevano nome dalla porta costruita nel 1676 e demolita nel 1844.
Porta a Terra
fu aperta nelle mura pisane del 1392 e aveva forma triangolare. Si trovava al termine di via San Giovanni, fra le attuali Camera di Commercio e Banca d'Italia.
Via del Pozzetto
è il vecchio nome di un tratto dell'attuale via del Tempio, compreso fra via Piave e via Reale. Esisteva già nel 1784 e scomparve in seguito ai bombardamenti della seconda guerra mondiale.
Puliano
attestato nel 949.
Strada di Quarata
andava dal Gabbro al santuario di Montenero e prendeva nome da una località che nel 1606 era così indicata: tenuta botri e valli, vi è un castello rovonato di Quarata; confina con Cafaggio e botro Quarata. L'esistenza di questa strada è attesata fino al 1774 quando fu chiusa e riaperta.
Vicolo Quaratesi
da via San Giovanni a via Sant'Antonio. Esisteva da prima del 1784 e scomparve con le demolizioni del 1908. Si chiamò in origine via dei Quaratesi (anziché vicolo), dal nome dalla famiglia proprietaria degli immobili, ma si chiamò anche stradino di Sant'Antonio, vico del Settino verso il 1392 e vicolo di Borgo.
Via Remota
era una breve strada che andava da via delle Commedie a via del Mulino a vento e aveva questo nome da prima del 1781. Scomparve nel 1952 in seguito alla demolizione di alcuni edifici danneggiati dai bombardamenti aerei della seconda guerra mondiale e alla ricostruzione in posizione leggermente diversa dei nuovi palazzi. Il nome alludeva alla posizione della strada, nascosta nell'angolo più "remoto" del rione del Mulino a vento, addossata alle antiche mura. Omonima di una strada di Montenero.
Rio Maiore
attestato nel 949.
Riutta
attestato nel 949.
Via della Rosa bianca
esisteva da prima del 1660 e prendeva nome da un'osteria che a sua volta derivava dal nome di una delle 12 compagnie del presidio militare. Qui era presente dal 1757 la chiesa greca ortodossa (che venne soprannominata chiesa della Rosa Bianca), la prima mai costruita in tutta l'Europa occidentale. Con le demolizioni effettuate fra il 1901 e il 1908, la chiesa fu isolata dagli edifici circostanti e inclusa nel giardino dell'ospedale di Sant'Antonio. Fu definitivamente demolita nel 1942 per far posto al nuovo palazzo del governo. Il tratto che fiancheggiava il Bagno penale e sboccava in via delle Carceri si chiamò via Dietro il Bagno già nel 1660. La strada scomparve con le demolizioni del 1901.
Rota
attestato nel 949.
Sala Regi
attestato nel 949.
Via del Salcio
fiancheggiava il lato nord-est della chiesa del Soccorso e scomparve nel 1889 quando fu realizzata l'attuale piazza della Vittoria. Il nome si riferiva alla presenza di un salice.
Sampieri
era il nome dell'isolato che si trovava tra via Fiume e le scomparse via del Pesce e Pescheria vecchia. Era anche il nome di un podere ad Antignano, nella località Il Giardino, dove si trovava una sorgente che forniva l'acqua al villaggio fin dal XVII secolo.
Sancta Iulia
attestato nel 949.
Sancto Quirico
attestato nel 949.
Via o scali San Giovanni Nepomuceno
sboccava in via del Consiglio e in via dell'Orto. Scomparve durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale e fu inglobata nel nuovo viale degli Avvalorati del dopoguerra. Aveva questo nome perché la statua di questo santo si trova dal 1739 sul ponte qui esistente. Prima del 1784 si chiamarono scali del Ponte della Madonna. Il tratto di via della Madonna posto fra viale degli Avvalorati e il ponte dei Domenicani si chiamò via del Ponte di San Giovanni Nepomuceno.
Via San Martino
era una traversa dell'attuale via Cairoli e fiancheggiava il retro della Sinagoga, infatti si chiamava in origine via Dietro la Scuola. Scomparve con le demolizioni del 1866 e del 1919. L'ingresso da via Cairoli era situato in corrispondenza dell'attuale palazzo delle Poste Centrali.
Via San Michele
collegava via Roma e via dei Pensieri e arrivava fino a Salviano. La strada prendeva nome dalla piccola chiesa qui costruita nel 1703 e scomparve nel 1888, in seguito alla costruzione dell'ultima cinta muraria.
Santa Chiara
zona approssimativamente compresa tra le attuali via Verdi (lato Borgo Cappuccini) e via dei Carrozzieri; in questa zona esisteva una fonte che alimentava tramite un condotto la Doccia del Lazzeretto di San Rocco.
Via Sant'Anna
scomparsa nel 1944, prese nome dalla chiesa qui costruita nel 1631 e demolita nel 1905. Indicazione del 1721: dalla piazzetta del Luogo Pio alla via delle Formiche, braccia 122.
Piazza Sant'Antonio
in origine si chiamò piazzetta e poi piazza Vecchia ed è probabile che si sia formata con la costruzione della chiesa di Sant'Antonio e dell'ospedale anch'esso intitolato a Sant'Antonio, la cui esistenza è attestata fin dal 1287. Accanto alla chiesa fu costruita nel 1502 la caserma dei Lanzi.
Via Sant'Antonio
sboccava in via San Giovanni e piazza del Villano. Era divisa in due tratti da piazza Vecchia, dei quali il primo tratto si chiamò anche via della Pescheria e costeggiava il Bastione del Villano. Il 4 settembre 1685 avvenne in questa strada un attentato alla vita del governatore Alessandro Del Borro per mano del conte francese Giovanni Bogito di Mamber, il quale era stato da lui rimproverato per le sue prepotenze. Del Borro si salvò mentre Bogito, ferito, venne arrestato e decapitato il 22 settembre nell'attuale Piazza Grande, di fronte al Duomo. Il tratto fra piazza Vecchia e piazzetta del Villano si chiamò via della Rocca vecchia, via della Pescheria e via della Pescheria vecchia. La Rocca vecchia (o Bastione del Villano) era di origine molto antica e fu demolita nel 1606; probabilmente fu chiamata "vecchia" quando fu costruita la Rocca nuova, poi inglobata nella Fortezza vecchia. Si trovava davanti alla Darsena, all'incirca in corrispondenza dell'attuale palazzo dell'INPS. Il tratto della strada fra via San Giovanni e piazza Vecchia si chiamò via Santa Giulina perché al numero 5 c'era un oratorio con questo nome, poi ridotto a magazzino, realizzato nei locali di un vecchio edificio dopo la demolizione nel XVI secolo dell'antica chiesa di Santa Maria e Giulia che si trovava nella vicina piazza della Fortezza Vecchia, in corrispondenza dell'attuale comando provinciale della Guardia di Finanza.
Scali delle Saponiere
si chiamavano così da prima del 1784 con riferimento a fabbriche di sapone che qui esistevano. In origine si chiamarono scali delle Case Pie e poi scali delle Bilance, dal nome di un tipo di barca da pesca. Scomparvero nel 1898 con l'interramento del fosso e la realizzazione di viale Caprera.
Via del Sassetto
da via del Mulino a Vento a via delle Commedie, intorno al 1784 si chiamò via del Mulino a Vento. La strada era lunga 57 metri. Ebbe questo nome da prima del 1784 in riferimento all'osteria del Sasso che qui esisteva già dal 1739. In precedenza si era chiamata via dello Scoglietto (altro nome di osteria) e via del Bastione del Mulino a vento (perchè conduceva in cima a questo bastione). Nel 1952 la strada scomparve in seguito alla demolizione e ricostruzione degli edifici della zona, già danneggiati dai bombardamenti aerei della seconda guerra mondiale.
Via della Scala
strada della Livorno medievale, già esistente nel 1392, che si trovava fra via della Biscotteria e via Sant'Antonio. Prendeva nome dalla scala con la quale si accedeva all'ospedale di Sant'Antonio. Si chiamò anche stradino della Scala dello Spedale di Sant'Antonio, via del Borgo e Borgo vecchio. Scomparve in seguito alle demolizioni del 1901.
Via dello Scalo Regio
da via San Giovanni a piazza del Nettuno. Detta anche via della Cala. Si chiamò così dal 1837 dal nome dello scalo dove i granduchi si imbarcavano. In origine si chiamò via dei Quartieri di Porta nuova poi dal 1784 via delle Gumine (cioè Gomene). La strada e il nome sono scomparsi a seguito delle demolizioni, ma sono sopravvissuti i due pilastri che individuano lo "scalo regio" vero e proprio (attualmente in piazza della Fortezza vecchia, ai piedi del nuovo ponte di Santa Trinità).
Via del Sette
da via dell'Angiolo a via delle Galere, girava attorno all'attuale cinema Gragnani. Parte della strada esiste ancora ma è chiusa da un cancello. Era detta anche Settino dei Greci, perché aveva la forma di un 7 e si trovava dietro la chiesa dei Greci Uniti.
Setteri
attestato come Sectari nel 949 e come Septere nel 1017.
Sobborgo del Casone
o Sobborgo di Porta Nuova era il quartiere formatosi nel 1828 dopo la costruzione della Porta Nuova nel Bastione del Casone e l'allungamento di via Cairoli nell'attuale via Ricasoli. La porta Nuova fu demolita dopo soli tre anni.
Via degli Spalti
era una lunga strada che si estendeva lungo gli "spalti", ovvero le mura che proteggevano il Fosso Reale sul lato esterno alla città. Nel corso del tempo la strada fu rettificata, spezzettata e i vari tratti assunsero nomi propri: ne fecero parte le attuali via Crimea, piazza Santi Pietro e Paolo, via dell'Indipendenza, via Maggi e via Mentana.
Via delle Spighe
da prima del 1843 univa Borgo dei Cappuccini, Borgo San Jacopo e corso Mazzini. Nel 1949 fu divisa tra via Corcos e via Micheli.
Stradino
collegava piazzetta della Dogana vecchia al Chiasso d'oro. Era lunga solo 20 braccia (circa 11 metri) e larga 5 (circa 3 metri).
Via Suburbana o strada Suburbana
era la lunga strada che percorreva il lato esterno delle mura cittadine (circuito del 1888). Nel corso del tempo i vari segmenti hanno assunto un nome proprio e precisamente: via della Cinta esterna, via Mastacchi, viale Ippolito Nievo, viale Alfieri, viale Mameli, viale Petrarca, viale Boccaccio, viale Nazario Sauro.
Tecgla
attestato nel 949.
Tepotitionaia
attestato nel 949.
Via Terreni
strada che univa l'attuale piazza Due giugno a via Garibaldi. Fino al 1872 si chiamò via San Giuseppe, poi il 9 gennaio 1872 fu chiamata via Terreni, in ricordo di due pittori, i fratelli Terreni. Il 17 dicembre 1923 fu ceduta alla Scuola Industriale e radiata.
Via del Traforo
andava da piazza Cavallotti a via dell'Olio, cioè al tratto scomparso di via dei Cavalieri che sboccava in piazza Grande attraverso un passaggio coperto ("traforo") che dette il nome alla strada. Via del Traforo esisteva con questo nome da prima del 1784, ma in precedenza si chiamò Viucciola e per un certo periodo fece parte di via dell'Olio.
Tre palazzi
nome dell'edificio costruito nel 1708 al posto dell'antico porticciolo dei Genovesi del 1412. L'edificio scomparve durante la seconda guerra mondiale e al suo posto fu edificato il palazzo degli uffici comunali.
Tribio Alduli
(1017)
Via Tronca
si trovava nel vecchio Borgo dei Greci a San Jacopo, fra le attuali via del Moro e via Sant'Agostino.
Via del Valessini
esisteva da prima del 1791 e andava da via Palestro alla via del Calambrone.
Varatoio
era lo spazio dove venivano varati i vascelli e si trovava davanti all'antica Porta a Mare, all'incirca davanti all'attuale Palazzo del Portuale. Aveva questo nome fin da prima del 1392.
Piazza Vecchia
in origine si chiamò piazza Centrale, poi dal 9 gennaio 1872 si chiamò piazza Vecchia. Esisteva già nel 1392 ed era una delle prime piazze del villaggio medievale di Livorno, insieme al Varatoio e piazza Sant'Antonio. Collegava via Sant'Antonio a piazza del Nettuno.
Borgo Vecchio
da via Magnani a via Sant'Antonio.
Villamangna
attestato nel 949.
Piazza del Villano
si trovava tra le attuali via Fiume e via Tellini e prendeva nome dallo scomparso Bastione del Villano (detto anche Piaggioncino o Bastione di Porta Nuova; si trovava tra l'attuale via Fiume e la Darsena) e dalla Fontana del Villano, che nel nome ricordavano i villici livornesi difensori di Livorno e del suo castello durante l'assedio delle truppe dell'imperatore Massimiliano nel 1496. La statua del Villano era opera di Romolo del Tadda ed è scomparsa verso la metà del XVII secolo. Ebbe questo nome nel 1784 e in precedenza si chiamò piazzetta della Pescheria Vecchia, perché qui aveva sede il vecchio mercato del pesce.
Villa Pititienna
attestato nel 949.
Vicolo Vincenti
in origine vicolo del Luogo Pio, era una breve strada che dal viale Caprera conduceva alla piazza del Luogo Pio. Aveva questo nome dal 1872 in riferimento al capitano Francesco Vincenti (1738 - 1804), comandante del Lazzeretto di San Rocco. Scomparve nel 1951 con la demolizione di edifici danneggiati nel 1944 e il suo spazio fa parte dell'attuale piazza del Luogo Pio.
Waralda
è il nome altomedievale, di origine longobarda, dell'odierno rione di Fiorentina. La località è descritta nei documenti dell'epoca come situata fra la Terra Comitorum ("Terra dei Conti", cioè dei Ghisolfingi conti di Pisa), il rivus Waralda, il rivus Molinarius ("rio dei molini", presso l'attuale Piazza Garibaldi) e il rivus Sulculus ("piccolo solco", poi chiamato Riseccoli, l'attuale via Galileo Galilei). In questa località si sarebbe trovata la pieve di Santa Giulia di Porto Pisano, distrutta nel 1268 dai soldati di Carlo d'Angiò. Il nome è attestato come Vuaralda nel 1017 e in seguito come Guaralda.

[modifica] Note

  1. AA.VV. Fascisti a Livorno. Livorno, Editrice l'Informazione, 2001.
  2. Dino Frangioni, "Con gli Arditi del Popolo di Livorno", in Il prezzo della libertà, a cura dell'ANPPIA. Roma, 1958.

[modifica] Bibliografia

  • Su e giù per Livorno. Livorno, Ugo Bastogi editore, 1981 (ristampa anastatica dell'edizione del 1901).
  • Gaetano Ciccone, Clara Errico, Michele Montanelli, Carmela Sturmann Ciccone, Setteri. Un insediamento livornese dai Longobardi ad oggi. Livorno, Casa editrice Donnino, 2004. ISBN 8863411447.
  • Aldo Del Lucchese, Stradario storico della città e del comune di Livorno. Livorno, Belforte, 1973.
  • Vittorio Marchi, Conoscere Livorno. Livorno, Editrice Nuova Fortezza, 1984.
  • Giuseppe Piombanti, Guida storica e artistica della città e dei dintorni di Livorno. Bologna, Arnaldo Forni editore, 2003 (ristampa anastatica dell'edizione del 1903).
  • Giovanni Wiquel, Dizionario di persone e cose livornesi, pubblicato sulla rivista La Canaviglia. Livorno, Ugo Bastogi editore, 1976 - 1985.
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