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Giorgio La Pira - Wikipedia

Giorgio La Pira

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Giorgio La Pira (Pozzallo, Ragusa, 9 gennaio 1904 - Firenze, 5 novembre 1977) fu un uomo politico italiano.

Giorgio La Pira, Sindaco di Firenze
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Giorgio La Pira, Sindaco di Firenze

Nacque primogenito di una famiglia di umili condizioni. Nel 1921 conseguì a Messina il diploma di ragioniere, nel 1922 anche la maturità classica, quindi si iscrisse a Giurisprudenza. In questi anni conosce Salvatore Quasimodo e il futuro rettore dell'Università di Messina, Salvatore Pugliatti. Nel 1926 si trasferisce a Firenze seguendo il professor Emilio Betti, relatore della sua tesi di Diritto romano, qui si laurea con lode presentando una tesi sulla successione ereditaria. L'anno dopo divenne professore supplente di Diritto Romano all'Università di Firenze e nel 1934 diventa ordinario. Avrà sempre con gli studenti un rapporto aperto e cordiale, fantasticando spesso con loro sui progetti di pace e sul futuro. Fonda la "Messa di San Procolo", per l’assistenza materiale e spirituale dei poveri.

Nel 1939 fonda la rivista Principi volta alla difesa dei diritti della persona umana, critica il fascismo e condanna apertamente l'invasione della Polonia. La rivista è soppressa dal regime. In quegli anni tra i suoi studenti c'è anche il sociologo Franco Fortini. La Pira crea nel 1943 il foglio clandestino San Marco. Il regime fascista lo avverserà e costringerà La Pira ad interrompere le pubblicazioni. [1] In seguito è ricercato dalla polizia e sfugge prima a Siena e poi a Roma. Tornerà alla sua vita fiorentina nel 1945.

Indice

[modifica] La Costituente

Nel 1946 viene eletto all'Assemblea costituente ed è parte integrante del nucleo centrale del "dossettismo": nello stesso anno con Giuseppe Dossetti e altri cofonda l'associazione Civitas Humana; fa parte della cosiddetta comunità del porcellino, collabora alla rivista "Cronache Sociali". Il gruppetto di sodali è formato da Giuseppe Dossetti, Amintore Fanfani, La Pira, Giuseppe Lazzati.

La Pira svolge un'opera apprezzata nell'ambito della "Commissione dei 75", specialmente nella redazione dei Principi Fondamentali. L'attuale Art. 2 della Costituzione viene modellato attorno alla sua proposta iniziale. La sua Relazione alla Sottocommissione I accostò la centralità dell'individuo secondo la tradizione cristiana alla Religione di Stato di stampo Hegeliano realizzata dal Fascismo in Italia. A causa di tale esperienza storica trovava necessaria una specifica menzione dei Diritti Umani nellla Costituzione italiana, per la prima volta nella storia dell'Occidente. Scrisse alcune Costituzioni recenti (Austria 1920, Lettonia 1932, Polonia 1935) mancano di tale premessa: e ne mancano per la ragione che gli essenziali e tradizionali diritti dell'uomo sono in esse considerati come il presupposto tacito ed ineliminabile di ogni Costituzione. Diverso è il caso per la nuova Costituzione italiana: essa è necessariamente legata alla dura esperienza dello stato "totalitario", il quale non si limitò a violare questo o quel diritto fondamentale dell'uomo: negò in radice l'esistenza di diritti originari dell'uomo, anteriori allo stato: esso anzi, accogliendo al teoria dei "diritti riflessi", fu propugnatore ed esecutore di questa tesi: - non vi sono, per l'uomo, diritti naturali ed originari; vi sono soltanto concessioni, diritti riflessi: queste "concessioni" e questi "diritti riflessi", possono essere in qualunque momento totalmente o parzialmente ritirati, secondo il beneplacito di colui dal quale soltanto tali diritti derivano, lo Stato.

L'Articolo 2 della Costituzione Italiana sancita allora recita: La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.

[modifica] Sottosegretario con Fanfani

Eletto alla Camera dei Deputati nel Collegio di Firenze - Pistoia con le elezioni del 18 aprile 1948, fu nominato sottosegretario al Ministero del Lavoro e Previdenza sociale nel Governo De Gasperi V. Ministro era l'amico Amintore Fanfani.

[modifica] La Pira sindaco

Il 6 luglio 1951 è eletto sindaco di Firenze. Sarà sindaco in due mandati storici: 1951-1958 e 1961-1965. Tra le principali realizzazioni si ricordano la ricostruzione dei ponti Alle Grazie, Vespucci e Santa Trinita distrutti dalla guerra, la creazione del quartiere-satellite dell’Isolotto, l'impostazione del quartiere di Sorgane, la costruzione di moltissime case popolari, la riedificazione del nuovo teatro comunale, la realizzazione della Centrale del Latte, la ripavimentazione del centro storico. Firenze viene dotata di un numero di scuole tale da ritardare di almeno vent’anni la crisi dell’edilizia scolastica in città. Interviene attivamente e con successo a difesa dell'occupazione presso Enrico Mattei a difesa dei posti di lavoro delle officine Pignone, la cui crisi aveva colpito duramente la regione Toscana minacciando di coinvolgere tremila operai. In seguito si adopera per la Galileo e la Cure.

Fu accusato per il suo intervento di statalismo e di comunismo bianco. Tra gli altri critici a difesa della libera iniziativa Don Luigi Sturzo che lo ammoniva del rischio di finire in un marxismo spurio se non si atteneva ai principi del non-statalismo e dell'interclassismo. La Pira rispose indicando le seguenti cifre: 10000 disoccupati, 3000 sfrattati, 17000 libretti di povertà. Poi le considerazioni: ..cosa deve fare il sindaco? Può lavarsi le mani dicendo a tutti: "scusate, non posso interessarmi di voi perché non sono statalista ma interclassista?"

Firenze si gemella con Filadelfia, Kiev, Kioto, Fez e Reims. Il segretario dell’ONU U Thant l'architetto Le Corbusier vengono nominati cittadini onorari di Firenze. La Pira promuove a Firenze il Comitato internazionale per le ricerche spaziali, una tavola rotonda sul disarmo, iniziative tese a mettere in luce il valore e l’importanza del terzo mondo e degli emergenti Stati africani. Fra i protagonisti di queste iniziative c'è Ernesto Balducci. La Pira invita a Firenze il Presidente del Senegal Léopold Senghor. Per primo lancia l’idea dell’Università Europea da istituire a Firenze.

[modifica] Pace e Guerra Fredda

La Pira nel 1952 organizza il Primo Convegno internazionale per la pace e la civiltà cristiana. Da esso ha inizio un’attività, unica in Occidente, tesa a promuovere contatti vivi, profondi, sistematici tra esponenti politici di tutti i Paesi. Nel 1955 i sindaci delle capitali del mondo siglano a Palazzo Vecchio un patto di amicizia. A partire dal 1958 organizza i Colloqui Mediterranei cui partecipano, tra gli altri, rappresentanti arabi ed israeliani. Nel 1959 La Pira, invitato a Mosca, parla addirittura al Soviet Supremo in difesa della distensione e del disarmo. (Fonte: [2])

A Palazzo Vecchio, nel 1958, ricevette la più alta autorità di Pechino. Destò scandalo e ilarità lo spiritoso saluto: Dica al suo Governo che la Repubblica di Firenze riconosce la Repubblica Popolare di Cina.

[modifica] La crisi del Vietnam

Nel 1965 si reca in Vietnam e incontra di persona Ho Chi Minh. La bozza di accordo a cui lavorano insieme, dopo il tragico fallimento delle iniziative belliche, costituirà la base delle attività diplomatiche successive. L'anno dopo il presidente degli USA Johnson ricevette da La Pira e Fanfani un messaggio segreto di Ho Chi Minh. Nel 1973 Henry Kissinger si meriterà il Premio Nobel per la Pace, con il termine della Guerra del Vietnam, dopo che il trattato abbozzato da La Pira verrà fatto proprio dagli USA.

[modifica] La Federazione Mondiale delle Città Unite

Nel 1967 La Pira viene eletto presidente della Federazione Mondiale delle Città Unite. Il suo slogan è "Unire le città per unire le nazioni". La Federazione è riconosciuta dall'ONU. Dopo la guerra dei sei giorni visita Hebron, Gerusalemme, l'Egitto. Ha lunghi colloqui con il ministro degli esteri di Israele Abba Eban, con il Presidente egiziano Nasser e con i sindaci di Hebron, di Betlemme e i rappresentanti palestinesi di Gerusalemme est nella Cisgiordania occupata. Nel 1968 al Convegno dei Giovani della Federazione dichiara "I giovani sono come le rondini, vanno verso la primavera". Per sei anni si adopera attivando ad ogni livello le istituzioni di tutto il mondo (città, regioni, stati) tramite la Federazione perché si organizzino incontri al vertice in materia di disarmo, pace e sicurezza. Nel 1973 si tengono a Helsinki nell'ambito della Conferenza per la Sicurezza e Cooperazione in Europa (CSCE) le Helsinki consultations", multilaterali preparatori. Non a caso l'operare politico di La Pira è stato definito con l'espressione l'arte della pace. Fu fortemente orientato alla multilateralità, alla pariteticità e alla compresenza di più livelli di dialogo per rendere giustizia alla complessità dei conflitti.

[modifica] La beatificazione

Nel 1986 sotto Papa Giovanni Paolo II è stata avviata la sua causa di beatificazione. A Firenze viene a volte indicato come il Sindaco Santo. Nell'aprile 2005 si è chiusa la fase diocesana della causa di beatificazione. Al termine i documenti sono stati inviati in Vaticano.

[modifica] Opere scritte

  • Lettere al Carmelo, Edizioni Vita e Pensiero, Milano 1987
  • L'attesa della povera gente, LEF Libreria Editrice Fiorentina, Firenze 1983
  • I colloqui della Badia, LEF Libreria Editrice Fiorentina, Firenze 1989
  • La Pira autobiografico (antologia di testi), SEI, Torino 1995

Giorgio La Pira, 'Il sentiero di Isaia', Cultura Editrice, Firenze 1978. 'Il Grande Lago di Tiberiade' scritti e discorsi di La Pira per la pacificazione del Mediterraneo, (ed M.P. Giovannoni), Pagliai, Firenze 2006.

[modifica] Opere su Giorgio La Pira

  • Amintore Fanfani, Giorgio La Pira : un profilo e 24 lettere inedite, Rusconi, Milano 1978.
  • Ernesto Balducci, Giorgio La Pira, ECP Edizioni Cultura della Pace, Firenze 1986.
  • Paola Palagi, Giorgio La Pira. Politica e opzione per i poveri, EDB, Bologna 1996.
  • Angelo Scivoletto, Giorgio La Pira: la politica come arte della pace, Edizioni Studium, Roma 2003.

Piero Antonio Carnemolla,"Un cristiano siciliano. Rassegna degli studi su Giorgio La Pira (1978-1989)" Sciascia Editore, Caltanissetta-Roma, 1999

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