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Martin Lutero - Wikipedia

Martin Lutero

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Lucas Cranach, Ritratto di Martin Lutero, 1529
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Lucas Cranach, Ritratto di Martin Lutero, 1529

Martin Lutero (Eisleben, 10 novembre 1483 - Eisleben, 18 febbraio 1546), in tedesco Martin Luther o Luder, teologo e riformatore tedesco fu il padre spirituale della Riforma protestante.

Indice

[modifica] Biografia

Nacque il 10 novembre 1483 ad Eisleben (Sassonia) da Hans Luder, minatore, e da Margarethe Lindemann. Di famiglia modesta, religiosa e severissima nell'educazione dei figli.

[modifica] Gli studi

Nel 1497 Lutero frequentò la scuola di latino a Magdeburgo presso i "Fratelli della vita comune". Attirato dagli studi universitari, si iscrisse all'università di Erfurt (1501) dove conseguì il titolo di Baccalaureus artium. Sono ancora contrastanti i giudizi emessi dagli storici sulla conversione di Lutero. La tradizione (e lo stesso Lutero nei suoi discorsi autobiografici) vuole che a causa del forte spavento causatogli da un fulmine durante un temporale, egli abbia fatto voto di prendere l'abito sacerdotale. Ad ogni modo si trattava certamente di un uomo inquieto, la cui religiosità era fortemente improntata sulle convinzioni medioevali. In base a ciò che egli stesso racconta, da giovane fu indotto a meditare sull'ira divina a causa della morte prematura di un compagno di studi. La paura, quindi, costituì un importante elemento nelle scelte di Lutero, e forse proprio la paura fece maturare nella sua mente la scelta improvvisa di entrare nel convento agostiniano di Erfurt.

Fu consacrato sacerdote nel 1507, nonostante i rimproveri del padre, non convinto della sua vocazione. Il giovane monaco si dedicò agli studi teologici ed alla pratica delle virtù monastiche a cominciare dall'umiltà. Johann von Staupitz, il vicario generale dell'ordine, fu attratto dalle capacità e dalla disciplina del giovane e lo segnalò al principe elettore Federico III di Sassonia, detto il Saggio, che aveva appena fondato l'università di Wittenberg e cercava nuovi insegnanti.

Nel 1508 Lutero iniziò l'insegnamento della dialettica e della fisica leggendo e commentando l'Etica Nicomachea di Aristotele all'università di Wittenberg, indi diresse le disputationes degli studenti. Proseguì poi i suoi studi di teologia e delle scritture. Nel 1510 fu inviato a Roma in rappresentanza del convento agostiniano di Erfurt per questioni interne all'Ordine. Il 19 ottobre dell'anno seguente si laureò in teologia.

Nel 1513 iniziò le lezioni sui Salmi all'università di Wittenberg. L'anno successivo papa Leone X concesse l'indulgenza plenaria ad ogni fedele che dopo la confessione e la comunione avesse fatto un'offerta per la costruzione della basilica di San Pietro a Roma.

Nell'anno 1515 Lutero fu nominato, dal capitolo degli Agostiniani, vicario generale dei numerosi conventi del distretto della Misnia e della Turingia, e secondo la consuetudine il vicario generale Staupitz lo invitò ad accompagnarlo in visita a molti di questi importanti monasteri. Nello stesso anno iniziò le lezioni sull'Epistola ai Romani.

[modifica] La predica contro le indulgenze e le 95 tesi

Martin Lutero
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Martin Lutero

Negli anni di Wittenberg la riflessione luterana sul rapporto tra Dio e uomo si fece sempre più intensa. Il punto nodale di questa riflessione era costituito dalla dottrina del perdono dei peccati, che Lutero interpretò secondo la teologia paolina: il perdono è concesso dalla grazia di Dio che l'uomo non merita assolutamente, ma che è resa possibile dal sacrificio di Cristo, il quale non ha bisogno di intermediari per attuare la sua missione di redenzione del genere umano. Un'interpretazione radicale del pensiero di San Paolo che mal si conciliava con la consuetudine ecclesiastica di concedere il perdono ai peccatori pentiti, e che spesso si manifestava tramite un'effettiva vendita dell'indulgenza dietro un pagamento che simboleggiava il sincero pentimento. La predicazione contro la vendita delle indulgenze fu, quindi, il primo atto "riformatore" intrapreso da Lutero, giacché proprio a Wittenberg il principe Federico aveva impiantato tale pratica, avendo ottenuto da Roma il permesso di esercitarla una volta l'anno il giorno di Ognissanti.

In tre occasioni, nell'anno 1516, Lutero parlò contro le indulgenze, affermando che il semplice pagamento non poteva garantire il reale pentimento dell'acquirente né che la confessione del peccato costituisse di per sé una sufficiente espiazione. La situazione degenerò nell'anno seguente (1517) quando un altro esempio di vendita delle indulgenze dalle amplissime ramificazioni richiamò l'attenzione di Lutero. Tutta la questione era nata due anni prima con la bolla Sacrosancti Salvatoris et Redemptoris, emessa il 31 marzo 1515 da papa Leone X, con la quale questi nominava il principe Alberto di Brandeburgo commissario delle indulgenze per un tempo di otto anni. Scopo del principe era quello di ottenere la prestigiosa carica di arcivescovo di Magonza che effettivamente ottenne (nel 1516) dietro un pagamento di diecimila ducati finanziati dalla casa d'affari della famiglia Fugger. Con metà dei redditi generati dalla vendita delle indulgenze, poi, Alberto avrebbe risarcito i suoi creditori, mentre l'altra metà avrebbe costituito un'ulteriore offerta alla Chiesa di Roma per la "fabbricazione" di San Pietro.

Sempre nel 1516 Lutero iniziò le lezioni sull'Epistola ai Galati, e visitò le comunità dell'ordine agostiniano di Dresda, Neustadt, Orla, Erfurt, Gotha, Langensalza e Nordhausen.

Nel 1517 il principe Alberto di Brandeburgo, ora anche arcivescovo di Magonza, incaricò il monaco domenicano Johann Tetzel di predicare le indulgenze nei suoi domini. Tale predicazione era accompagnata da stravaganti asserzioni, di cui Lutero ne cita una alla tesi n° 27: "come il soldino nella cassa risuona, ecco che un'anima il purgatorio abbandona". Il principe Federico e il suo confinante, il duca Giorgio di Sassonia "il Barbuto", vietarono a Tetzel l'ingresso nelle loro terre, soprattutto per difendere i propri interessi dato che entrambi godevano dell'autorizzazione papale per la vendita delle indulgenze nei rispettivi territori. Tuttavia, quando il monaco domenicano giunse a Jüteborg (Brandeburgo) nelle vicinanze di Wittenberg, i parrocchiani di Lutero si misero in viaggio per acquistarle. Di conseguenza, al momento della confessione, i fedeli presentarono la pergamena benedetta sostenendo che non dovevano più pentirsi dei loro peccati poiché il documento ne sanciva la remissione plenaria. Lutero giudicò la predicazione di Tetzel assurda sotto ogni punto di vista e decise di contrastarla per iscritto. Vuole la tradizione che il 31 ottobre 1517 Lutero abbia affisso sulla porta della chiesa di Wittenberg, com'era uso a quel tempo, 95 tesi in latino riguardanti il valore e l'efficacia delle indulgenze. Il testo era indirizzato proprio all'arcivescovo Alberto, cui Lutero sperava di mostrare il pessimo comportamento del suo incaricato Tetzel. Lo scontro con le alte gerarchie ecclesiastiche fu inevitabile. La fama del monaco ribelle si diffuse in tutta la Sassonia elettorale: teologi, semplici religiosi, artigiani, studenti, il principe elettore e la sua corte. Due elementi, più di ogni altra cosa, contribuirono a questo rapido successo: l'interesse generale che suscitava questa disputa, giacché trattava tematiche molto vicine alle esigenze materiali e spirituali della popolazione; in secondo luogo la stampa a caratteri mobili, che consentì la stesura e la diffusione in migliaia di copie delle tesi luterane e dei successivi scritti.

[modifica] Il confronto con il papato

Nel gennaio del 1518 giunse a Roma l'annuncio della discussione proposta da Lutero con le sue tesi. Papa Leone X ordinò la trasmissione dell'incartamento al generale vicario dell'ordine degli agostiniani con l'annotazione di tenere tranquillo Lutero. Johann Tetzel attaccò duramente il Sermone sull'indulgenza e la grazia scritto in tedesco dal teologo di Wittenberg, ma il sermone ebbe subito un notevole successo con ben ventuno ristampe prima del 1520. Il popolo prestò ascolto alla nuova teologia scritta in lingua volgare che si diffuse con rapidità sorprendente.

Nell'aprile del 1518 Lutero fu citato a comparire davanti al capitolo dell'ordine agostiniano ad Heidelberg, ma la cosa si risolse in un nulla di fatto, giacché la rivalità con i domenicani, sostenitori del loro confratello Tetzel, non invogliò i superiori di Lutero a ridurlo in silenzio. Contemporaneamente egli dava alle stampe le Risoluzioni riguardo alle 95 tesi, un testo in cui le affermazioni del '17 venivano ridiscusse in modo più articolato attraverso citazioni e riferimenti alla sacra scrittura. Le Risoluzioni furono inviate a Roma per essere esaminate da papa Leone X, il quale autorizzò l'apertura di un processo nei confronti del monaco ribelle. Lutero ebbe sessanta giorni di tempo per presentarsi a Roma e contestare l'accusa di aver diffuso idee erronee. Tuttavia la paura di essere arrestato e condannato senza alcuna possibilità di spiegare le proprie ragioni spinse Lutero a rivolgersi al principe Federico per ottenere delle garanzie. Fu quindi deciso di spostare il processo in Germania, ad Augusta (Augsburg), dove in quel periodo si sarebbe tenuta la dieta imperiale. Lutero sarebbe stato ricevuto dal legato pontificio il cardinale Tommaso De Vio detto il "Caetano". Onde tutelare l'incolumità di Lutero, il principe Federico ottenne un salvacondotto dall'imperatore Massimiliano I che ne garantiva l'intoccabilità fino al ritorno a Wittenberg. Il colloquio si svolse a metà ottobre. Il cardinal Caetano cercò di ottenere da Lutero una pubblica e completa ritrattazione, ma poiché egli non si considerava un eretico rifiutò la richiesta del legato invocando la protezione del papa contro i calunniatori e i nemici. Va detto, infatti, che fino a quel momento Lutero non aveva mai auspicato una frattura del mondo cristiano, tutti gli scritti di quel periodo dimostrano un chiaro intento di riformare dall'interno la dottrina della Chiesa, che ai suoi occhi aveva smarrito la missione assegnatale da Cristo. Non deve quindi stupire il suo appello al papa, come non deve stupire il fatto che tale appello venne rifiutato e le tesi di Lutero respinte dal Caetano.

Nel gennaio del 1519, alcuni mesi dopo il ritorno di Lutero a Wittenberg, si verificò un importante fatto politico che avrebbe concesso al monaco ribelle un breve periodo di tranquillità: la morte dell'imperatore Massimiliano. Per molti anni l'imperatore era stato un buon alleato della Chiesa di Roma, il suo improvviso decesso costrinse Leone X a cercare un candidato da appoggiare alla dieta dei grandi elettori dell'impero. La scelta non era semplice giacché si erano candidati sia il re di Francia Francesco I che il re di Spagna Carlo I (futuro vincitore di questa contesa che salirà al trono col nome di Carlo V), e chiunque dei due fosse stato il vincitore per la Chiesa ciò avrebbe significato un enorme rischio (come poi effettivamente sarà) per i propri domini in Italia e quindi per l'autonomia del papato. La scelta più conveniente era dunque quella di sostenere un candidato tedesco e Leone X propose Federico il Saggio, il quale temporeggiò per un breve periodo fino a rifiutare la candidatura offertagli, costringendo il papa ad accettare l'elezione di Carlo che avvenne il 28 giugno 1519 a Francoforte. Tuttavia il nuovo imperatore non poté essere consacrato prima dell'autunno del 1520, nel mentre Federico di Sassonia restava la figura di maggior prestigio in Germania. In conseguenza di questi eventi la Chiesa non procedette contro Lutero per un altro anno e mezzo.

In questo periodo di relativa calma Lutero radicalizzò sempre più le proprie opinioni sostenendo che l'unica fonte di verità fosse la sacra scrittura, e non i papi o i concili che a più riprese si erano contraddetti nel corso dei secoli. Contemporaneamente la sua fama continuò a crescere e ad attirare molti curiosi a Wittenberg; tra questi spiccava la figura di Filippo Melantone, che a soli ventuno anni era già uno studioso affermato della lingua greca. Diversamente da Lutero, che era stato un monaco agostiniano e aveva ricevuto l'ordine sacro, Melantone era un laico. Differente da Lutero anche come carattere, Melantone era un umanista di indole pacifica, alla ricerca di soluzioni equilibrate ai problemi che sconvolgevano la vita religiosa europea del tempo. Di opinioni del tutto contrarie era invece un altro intellettuale che aderì al movimento riformatore: Andrea Carlostadio. Più anziano di Lutero (fu lui a conferirgli il dottorato) aperto sostenitore della ribellione armata contro la nobiltà e il clero tedeschi, cosa che infine causerà la rottura tra i due e l'allontanamento forzato di Carlostadio dalla Sassonia elettorale. Nonostante la parziale tranquillità di cui godeva in quel momento il gruppo riformatore, il papato non abbandonò completamente la questione. Verso la fine del 1518 (quindi già prima della morte dell'imperatore Massimiliano) fu inviato a Wittenberg il giovane nobile sassone Karl von Miltitz, parente del principe Federico, con l'incarico di convincere Lutero a rinunciare alla polemica pubblica, in cambio il papato avrebbe garantito il silenzio degli avversari di Lutero in Germania. Il monaco riformatore accettò e promise di pubblicare uno scritto per invitare tutti a rimanere obbedienti e sottomessi alla Chiesa cattolica; questo testo fu intitolato Istruzione su alcune dottrine (1519). A fare le spese di questo accordo fu il predicatore domenicano Tetzel, accusato da von Miltitz di condurre una vita dispendiosa e di avere due figli illegittimi, costringendolo a ritirarsi permanentemente in convento dove morì di crepacuore poco tempo dopo. La tregua formale non durò che qualche mese giacché le altre università cattoliche della Germania continuarono ad attaccare l'opera di Lutero e dei suoi seguaci, i quali replicavano per iscritto o partecipando a dispute teologiche in luoghi prestabiliti. Il più noto di questi confronti accademici fu quello svoltosi a Lipsia (Leipzig) nel febbraio del '19 tra Lutero, Carlostadio e un professore proveniente da Ingolstadt, Johann Eck. L'importanza di questo dibattito risiede nell'ammissione che compì Lutero di condividere alcuni punti della dottrina hussita. Ciò fornì al papato il capo di imputazione necessario per la condanna di Lutero giacché cento anni prima il Concilio di Costanza aveva giudicato le proposizioni hussite come eretiche. Tornato a Wittenberg, Lutero si rese conto del pericolo che stava correndo e cercò di spiegare meglio la sua posizione con un opuscolo, le Resolutiones Lutherianae super propositionibus suis Lipsiae disputatis, ma non sortì alcun effetto.

Nel gennaio del 1520 si riunì a Roma il primo concistoro contro Lutero, ed in giugno fu emanata la bolla Exsurge Domine che intimava a Lutero di ritrattare ufficialmente le sue posizioni o di comparire a Roma per fare altrettanto, pena la scomunica. Nell'agosto dello stesso anno Lutero replicò pubblicando la lunga lettera Alla nobiltà cristiana di nazionalità tedesca, sulla riforma della cristianità, con la quale invitò i nobili, i capi, i tutori della Germania alla lotta contro la Chiesa di Roma contestando l'infallibilità del papa (che all'epoca non era ancora un dogma di fede ma una tradizione ben consolidata), il monachesimo e il celibato clericale. A questo scritto seguì, in ottobre, il trattato teologico De captivitate babylonica ecclesiae praeludium (Preludio alla cattività babilonese della chiesa), nel quale Lutero passa in rassegna i sette sacramenti, accettandone soltanto tre: battesimo, eucarestia e penitenza (ossia la confessione), ma tutti, soprattutto l'ultimo, in forma molto relativizzata (vedi luteranesimo). Ancora nel 1520 Lutero pubblicò un trattato destinato ad avere grande importanza nel pensiero politico dei secoli a venire: Von Freiheit eines Christenmenschen (Della libertà del cristiano), in cui egli stabilisce una ferma scissione tra la vita spirituale, completamente libera, e quella corporale, soggetta all'amore per il prossimo e quindi vincolata.

La situazione era ormai irreversibile, in molte città della Germania i testi di Lutero venivano arsi nelle piazze, mentre in altre aree dell'Impero si alimentavano focolai di rivolta. A questi fatti si aggiungevano i nuovi propositi di alcuni principi tedeschi i quali, accogliendo le teorie riformatrici di Lutero, non erano disposti a vedere condannata e dispersa la sua opera; tra essi vi era anche Federico il Saggio. Nel novembre 1520 il nuovo imperatore Carlo V d'Asburgo pretese dall'elettore di Sassonia che Lutero comparisse dinanzi alla dieta imperiale a Worms. Il 10 dicembre dello stesso anno Lutero fa bruciare nella piazza di Wittenberg i testi del diritto canonico, la bolla papale e alcuni scritti dei suoi avversari.

[modifica] La scomunica e la rottura con Roma

Il 3 gennaio 1521 con la bolla Decet Romanum Pontificem, Leone X scomunicava Martin Lutero, l'accusa era di eresia hussita. Il principe Federico ottenne che a Lutero non fosse fatto alcun male a Worms e che gli si consentisse di esporre le sue ragioni. Il 16 aprile Lutero giunse alla dieta salutato festosamente dalla popolazione. Nel corso dei successivi due giorni il monaco riformatore spiegò i contenuti dei suoi scritti all'assemblea composta dall'imperatore e dai principi, compresi alcuni delegati papali. Ciononostante gli fu imposto di abiurare ma Lutero rifiutò costringendo Carlo V a condannarlo come nemico della cristianità tedesca ed eretico. Il salvacondotto imperiale che il principe Federico aveva ottenuto per il suo protetto impedì l'immediato arresto di Lutero a Worms. E per salvarlo dalla condanna che ormai era stata emessa, il principe organizzò un falso rapimento di Lutero allo scopo di tenerlo nascosto nel castello di Wartburg, ad Eisenach, dove rimase per dieci mesi, nel corso dei quali si dedicò alla sua più importante opera: la traduzione del Nuovo Testamento in lingua tedesca, reinterpretando la traduzione in greco della Vulgata latina che era stata compiuta da Erasmo da Rotterdam non molti anni prima (1516). Con Lutero assente la responsabilità di portare avanti il movimento riformatore ricadde su Melantone e Carlostadio mentre sia a Wittenberg che in altri luoghi della Germania iniziarono a scoppiare disordini e si riscontravano comportamenti contrari alla dottrina cattolica da parte dei sacerdoti. L'8 maggio 1521 Carlo V proclamò l'editto di Worms, con il quale le tesi di luterane venivano ufficialmente condannate e perseguite in tutti i territori dell'impero. Il 1 dicembre 1521 morì papa Leone X. Nel marzo 1522 Lutero rientrò a Wittenberg. La prima edizione del Nuovo Testamento fu pubblicata in quell'anno. Sempre il 1522 fu un anno difficile per il movimento riformatore:

  • Thomas Müntzer, un teologo che aveva aderito alle tesi riformatrici, fu protagonista di un aperto scontro con Lutero che lo portò ad abbandonare la causa moderata per mettersi alla testa di una delle numerose bande armate che si stavano formando con l'intento di affermare con la forza un nuovo ordine cristiano basato sull'eguaglianza di tutti gli uomini.
  • Contemporaneamente un gruppo di Ritter (cavalieri), ossia la piccola nobiltà guerriera erede delle antiche tradizioni della cavalleria medievale, guidati da Franz von Sickingen ed Ulrich von Hutten attaccarono le terre dell'elettorato di Treviri, allo scopo di veder ripristinate, assieme agli antichi valori del cristianesimo delle origini, anche le loro prerogative, messe in ombra dai nascenti eserciti moderni composti in prevalenza da mercenari. E fu proprio l'esercito mercenario dell'arcivescovo di Treviri nello stesso anno a sconfiggere e disperdere i Ritter.

La situazione rimase tale per alcuni anni, nei quali la riforma protestante andò diffondendosi oltre i territori dell'impero mentre Lutero continuava la sua opera teologica pubblicando nuovi scritti che invocavano la pace e la separazione delle faccende temporali da quelle spirituali, in conformità con le teorie agostiniane che Lutero non rinnegò mai. Nel maggio del 1524 le insurrezioni contadine divennero una vera e propria ribellione che si diffuse in tutta la Germania meridionale e centrale e che successivamente prese il nome di guerra dei contadini. Nell'aprile del 1525 Lutero pubblicò l'Esortazione alla pace a proposito dei dodici articoli dei contadini di Svevia. Con questo scritto egli prendeva le distanze da questo movimento esortando i principi tedeschi alla soppressione degli insorti. Fu un gesto importante ma dalle terribili conseguenze (le fonti dell'epoca parlano di 100.000 morti), ma con esso Lutero aveva garantito la sopravvivenza della Riforma ponendola su posizioni moderate e sotto la protezione di un buon numero di principi tedeschi.

[modifica] La nascita e il consolidamento della nuova Chiesa

Il 15 maggio 1525 gli ultimi insorti della guerra dei contadini, guidati da Thomas Müntzer, furono annientati a Frankenhausen dal langravio Filippo d'Assia. Dieci giorni prima era morto Federico il Saggio, cui era succeduto il fratello Giovanni. In giugno Lutero sposa Katharina von Bora, una monaca che aveva dismesso l'abito in conseguenza della riforma. Fu un gesto di grande importanza che contribuiva alla formazione della nuova teologia luterana. I due ebbero sei figli e la loro casa fu uno dei principali centri irradiatori delle idee riformatrici (basti pensare ai 6596 paragrafi dei Discorsi conviviali tenuti da Lutero nella sua casa e accuratamente registrati dai suoi allievi). Sempre nel 1525 vengono pubblicati La Messa tedesca e Del servo arbitrio, quest'ultimo in risposta a uno scritto di Erasmo, Del libero arbitrio, pubblicato l'anno precedente, nel quale il grande umanista invitava il monaco ribelle a ritornare sui suoi passi riesaminando le sue concezioni circa il destino dell'uomo. Ciò comportò la rottura definitiva tra i due e un ulteriore indizio sulla mentalità di Lutero. Infatti, respingendo le nuove idee dell'umanesimo sulla centralità dell'uomo, Lutero manifestava un modo di pensare tutto improntato sulla mistica medioevale e sul cristianesimo paolino e agostiniano.

Gli anni che vanno dal 1525 al 1530 vedono Lutero e i suoi seguaci impegnati nel duplice obiettivo di consolidare la dottrina riformata, contrastando le repliche e le accuse della Chiesa romana, e di proteggerla da possibili derive estremiste.

Nel giugno 1530 venne presentata la Confessione Augustana.

Ad ottobre dello stesso anno Ulrico Zwingli fu sconfitto ed ucciso nella battaglia di Kappel.

Nel febbraio del 1531 venne conclusa tra i nobili e le città protestanti la Lega di Smalcalda. Nello stesso anno il monaco teutonico pubblicò l'Avvertimento del dottor M. Lutero ai suoi cari Tedeschi. Nel 1534 uscì la Bibbia completamente tradotta in tedesco da Lutero. Intanto veniva eletto papa Alessandro Farnese, con il nome di Paolo III. Gli anabattisti presero il potere a Münster in Westfalia, ma nel giugno del 1535 la città fu riconquistata dal vescovo Francesco di Waldeck con l'aiuto di Filippo d'Assia.

Lutero dettò le linee generali per l'organizzazione della Chiesa evangelica della Sassonia, fornendo il modello fondamentale alle altre chiese luterane.

Morì ad Eisleben il 18 febbraio 1546.

[modifica] Principali scritti di Lutero

  • Le 95 tesi di Martin Lutero
  • Resolutiones Lutherianae super propositionibus suis Lipsiae disputatis (1519)
  • Alla nobiltà cristiana della nazione tedesca (1520)
  • Preludio sulla cattività babilonese della chiesa (1520)
  • Della libertà del cristiano (1520)
  • Il Nuovo Testamento tedesco (1522)
  • Una fedele esortazione a tutti i Cristiani a guardarsi dai tumulti e dalle rivolte (1521)
  • Esortazione alla pace, a proposito dei dodici articoli dei contadini di Svevia (1524)
  • Sull'autorità secolare, fino a che punto si sia tenuti a prestarle obbedienza (1524)
  • De servo arbitrio (1525)
  • Avvertimento del dottor M. Lutero ai suoi cari Tedeschi (1531)
  • La Bibbia: cioè l'intera scrittura sacra in tedesco (1534)

[modifica] Bibliografia

[modifica] Scritti di Lutero

[modifica] Opera omnia

  • Doctor Martin Luthers Sämmtliche Werke, Erlangen, 1826-1923. Comprende: a) Scritti tedeschi, 67 voll., a cura di Johann Georg PLOCHMANN e Johann Konrad JRMISCHER; b) Scritti latini, 38 voll.; c) Lettere, 18 voll., a cura di K. ENDERS, G. KAWERAU, P. FLEMING, O. ALBRECHT.
  • Doctor Martin Luthers Werke. Kritische Ausgabe, Böhlaus, Weimar, 1883 ss. Comprende più di 100 voll. in 4º. L’edizione si suddivide in quattro parti: a) Werke, b) Deutsche Bibel, c) Tischreden, d) Briefwechsel. È stata iniziata la ristampa fotomeccanica dei voll. 1-54 e di fascicoli supplementari di ogni volume con note di revisione e aggiunte. È uscito il vol. 33, contenente prediche su Giov. 6-8, e i primi fascicoli del vol. 55 con l’edizione completamente riveduta e corretta della Erste Psalmvorlesung 1513-15 (= voll. 3-4 della 1a ed.).

[modifica] Opere scelte

  • Martin Luthers Ausgewählte Werke, 8 voll. a cura di Hans Heinrich BORCHERDT, Georg Müller, München und Leipzig 1914-1925.
  • Luther Deutsch, 10 voll. a cura di Kurt ALAND, Klotz-Vandenhoeck, Stuttgart-Göttingen 1949-1969 (varie ristampe).
  • Luthers Werke in Auswahl, 8 voll. a cura di Otto CLEMEN, W. De Gruyter, Berlin 1962-67.
  • Calwer Luther-Ausgabe, 10 voll. a cura di Wolfgang METZGER, Mohn, Gütersloh 1977-82.
  • Martin Luther Studienausgabe, a cura di Hans-Ulrich DELIUS, 6 voll., Evangelischer Verlagsanstalt, Berlin 1979-1999.
  • Martin Luthers Briefe, Sendschreiben und Bedenken, 6 voll., Berlin, 1825 ss., a cura di DE WETTE e SEIDEMANN.
  • Disputationes Martin Luthers, a cura di Paul DREWS, Göttingen 1895.

[modifica] Versioni italiane

Collana Opere scelte di Martin Lutero, diretta da Paolo RICCA. Sono finora usciti presso l’editrice Claudiana di Torino i seguenti volumi:

  • 1. Il Piccolo Catechismo - Il Grande Catechismo (1529), a cura di Fulvio FERRARIO, Torino 1998.
  • 2. Come si devono istituire i ministri della chiesa (1523), a cura di Silvana NITTI, Torino 1987.
  • 3. L'Anticristo. Replica ad Ambrogio Catarino sull’Anticristo (1521). Antitesi illustrata della vita di Cristo e dell’Anticristo (1521), a cura di Laura RONCHI DE MICHELIS, Torino 1989.
  • 4. Scuola e cultura. Compiti delle autorità, doveri dei genitori (1524 e 1530), a cura di Maria Cristina LAURENZI, Torino 1990.
  • 5. Gli articoli di Smalcalda (1537-38) e Il primato e l’autorità del papa (1537) (di F. Melantone), a cura di Paolo RICCA, Torino 1992.
  • 6. Il servo arbitrio (1525), a cura di Fiorella DE MICHELIS PINTACUDA, Torino 1993
  • 7. Messa, sacrificio e sacerdozio (1520, 1521 e 1533), a cura di Silvana NITTI, Torino 1990.
  • 8. Contro i profeti celesti sulle immagini e sul sacramento (1525), a cura di Alberto GALLAS, Torino 1999.
  • 9. I concili e le chiese (1539), a cura di Giuseppe FERRARI, Torino 2002.
  • 10. Sermoni e scritti sul battesimo (1519-1546), a cura di Gino CONTE, Torino 2004.
  • 12. La cattività babilonese della Chiesa (1520), con testo riginale a fronte, a cura di Fulvio FERRARIO e Giacomo QUARTINO, Torino 2006.
  • 13. La libertà del cristiano (1520). Lettera a Leone X, con in appendice la Bolla Exsurge Domine, con testo originale a fronte, a cura di Paolo RICCA, Torino 2005


  • Della vita Christiana. Traduzione anonima del XVI secolo dello scritto Von der Freiheit eines Christenmenschen (= La libertà del cristiano). Stampa s.n.t. Una copia si trova alla Guicciardiniana di Firenze.
  • Catechismo piocciolo [sic!] di Martin Luthero, traduzione anonima, stampata a Tubinga nel 1562 e ristampata nel 1588 senza indicazione del luogo. Le biblioteche di Dresda, Königsberg e Wolfenbüttel conservano ciascuna una copia della 1a ed.; della ristampa possiede una copia la Biblioteca Nazionale di Firenze. Di quest’ultima fece una nuova edizione EUGEN LESSING, Tipografia B. Coppini, Firenze 1942, in vendita presso la Casa Editrice Sansoni, Firenze.
  • Il piccolo catechismo del Dr. Martino Lutero, nuovamente tradotto da CARLO ROENNEKE, Roma 1883, Enrico Medicus Editore, Trieste 1900.
  • Martino Lutero secondo i suoi scritti. Scelta di scritti tradotti e presentati al popolo italiano, Tipografia Claudiana, Roma-Firenze 1883.
  • Il Pater nostro spiegato da un cristiano del secolo decimosesto. Traduzione libera dal tedesco, Claudiana, Firenze 1885.
  • Il piccolo catechismo del Dottor Martin Lutero. Coll’aggiunta di un manuale d’istruzione religiosa. Per uso delle chiese Evangeliche Luterane Italiane del Sinodo di Missouri, a cura di Andrea BONGARZONE [senza indicazione di editore né di luogo di edizione], 1927.
  • Poesie di Lutero, introdotte e tradotte da Giovanni NECCO, «Doxa», Roma 1927 (con testo tedesco a fronte).
  • Il servo arbitrio di Lutero contro Erasmo. Introduzione, traduzione, annotazioni di GIOVANNI MIEGGE, «Doxa», Roma 1930.
  • Libertà del cristiano di Martin Lutero, con epistola dedicatoria a Leone X, a cura di Giovanni MIEGGE, Doxa, Milano 1931. Ripubblicato più volte dalla Claudiana, Torino, 1970.
  • Brani scelti, Bocca, Milano 1943. La raccolta comprende estratti dagli scritti seguenti: Il papato romano, La libertà del cristiano, Un sermone sul Vangelo (1522), Predica sul dovere di mandare i figli a scuola, Discorsi a tavola, Lettere e canti religiosi.
  • Lutero. Introduzione, scelta e versione a cura di Clementina DI SAN LAZZARO, Milano, 1948. Comprende parti degli scritti seguenti: Il Magnificat, La libertà del cristiano, L’autorità temporale e dei limiti dell’obbedienza, Prefazione dell’edizione wittemberghese delle opere in lingua tedesca, Epistola sul tradurre, Ai consiglieri di tutte le città tedesche, L’opera di Galeazzo Cappella, Prefazione al libro di Giuditta, Prefazione al libro di Tobia, Prefazione all’Esodo, Prefazione alla nuova versione tedesca del Salterio, Predica sul dovere di mandare i figli a scuola, Epistola sull’aspro opuscolo contro i contadini, Se anche le genti di guerra possono giungere alla beatitudine, Lettere, Discorsi a tavola, Canti religiosi.
  • Scritti politici, a cura di Giuseppina PANZIERI SAIJA, con introduzione di Luigi FIRPO, UTET, Torino 1949. Comprende le opere seguenti: Il papato romano, Alla nobiltà cristiana della nazione tedesca, La cattività babilonese della Chiesa, La libertà del cristiano, L’autorità secolare, Testi sulla guerra dei contadini, Se anche le genti di guerra possono giungere alla beatitudine.
  • Canti religiosi di Martin Lutero in versione italiana si trovano in: Margherita FUERST-WULLE, Canti della Riforma, con musica, Centro Evangelico di Cultura, Roma 1951.
  • Il Padre Nostro spiegato ai semplici laici. Traduzione e note di Valdo VINAY, Claudiana, Torre Pellice 1957, Torino 1995.
  • Scritti religiosi, a cura di Valdo VINAY in collaborazione con Giovanni MIEGGE, Laterza,Bari 1958. Comprende le opere seguenti: Le tesi sulle indulgenze, Sermone sul santo e venerabile sacramento del battesimo, Sermone sul venerabile sacramento del santo vero corpo di Cristo e sulle confraternite, Le buone opere, Il Magnificat tradotto in tedesco e commentato, Una fedele esortazione a tutti i cristiani a guardarsi dai tumulti e dalle rivolte, Prediche sui Vangeli, Secondo la Scrittura, una assemblea o comunità cristiana ha diritto e la facoltà di giudicare ogni dottrina e di chiamare, insediare e destituire i dottori, Enchiridion. Il piccolo catechismo per pastori e predicatori indotti.
  • Il piccolo catechismo di Martin Lutero, a cura di Erich DAHLGRÜN, Herbert Reuner, Berlin 1959.
  • ERASMO da Rotterdam, Il libero arbitrio (testo integrale) – Martin LUTERO, Il servo arbitrio (passi scelti), a cura di Roberto JOUVENAL, Claudiana, Torino 1969. Terza edizione a cura di Fiorella DE MICHELIS PINTACUDA, 2004.
  • Scritti sull’educazione, a cura di Ferdinando VIDONI, Libr. ed. Canova, Treviso 1972.
  • Canti spirituali, a cura di Benno SCHARF, Morcelliana, Brescia 1982.
  • Dalla Parola alla vita. Scritti spirituali, a cura di Johannes HANSELMANN e Peter HELBICH, Città Nuova, Roma 1984.
  • Le 95 tesi, a cura di Sergio QUINZIO (trad. di Italo PIN), Studio Tesi, Pordenone 1984, (oltre alle Tesi del 1517 comprende: La libertà del cristiano e La prigionia babilonese della chiesa, 1520).
  • Prediche sulla chiesa e lo Spirito Santo, a cura di Giuliana GANDOLFO, Claudiana, Torino 1984.
  • Prefazioni alla Bibbia, a cura di Marco VANNINI, Marietti, Genova 1987.
  • Scritti pastorali minori, a cura di Stefano CAVALLOTTO, EDB, Napoli 1987.
  • Le tesi De homine (1530), a cura di Sergio ROSTAGNO, “Protestantesimo” 4/1990, 306-317 (testo e commento).
  • La Lettera ai Romani (1515-16), a cura di Franco BUZZI, Edizioni Paoline, Milano 1991.
  • Lezioni sulla lettera ai Romani (1515-16), a cura di Giancarlo PANI, 2 voll., Genova, Marietti, 1991-92.
  • Lieder e prose, a cura di Emilio BONFATTI, Milano, Mondadori, 1992.
  • La libertà del cristiano con il testo della lettera aperta a Leone X, a cura di Joachim LANDKAMMER, la Rosa Editrice, Torino 1994.
  • Breviario, a cura di Claudio POZZOLI, Rusconi, Milano 1996.
  • I sette salmi penitenziali (1525); Il bel Confitemini (1530), a cura di Franco BUZZI, Rizzoli, Cinisello Balsamo 1996.
  • Contro gli Ebrei. Versione latina di Justus Jonas (1544). A cura di Attilio AGNOLETTO, Terziaria, Milano 1997.
  • Preghiere, a cura di Stefano CAVALLOTTO, Piemme, Casale Monferrato 1997.
  • Lettera del tradurre, a cura di Emilio BONFATTI, Marsilio, Venezia 1998.
  • Discorsi a tavola, a cura di Leandro PERINI, con un saggio di Delio CANTIMORI, Einaudi, Torino 1999.
  • Sermoni. Traduzione di Federica MASIERO, Edizioni Ariele, Milano 1999.
  • Degli ebrei e delle loro menzogne, a cura di Adelisa MALENA. Prefazione di Adriano PROSPERI, Einaudi, Torino 2000.
  • Della libertà del cristiano, a cura di Giampiero BOF, Messaggero, Padova 2004.
  • Commento al Magnificat, a cura di Dino MANZELLI (trad. di R. M. Bruno) (Quaderni di ricerca, 2), Centro di Studi Ecumenici Giovanni XXIII, Sotto il monte (BG) 2005.

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