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Peste - Wikipedia

Peste

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Le informazioni qui riportate hanno solo un fine illustrativo: non sono riferibili né a prescrizioni né a consigli medici - Leggi il disclaimer


La peste è una malattia infettiva di origine batterica causata dal batterio Yersinia pestis. È una malattia quarantenaria e per il Regolamento Sanitario Internazionale è assoggettata a denuncia internazionale all'OMS, sia per i casi accertati che per quelli sospetti.

Indice

[modifica] Effetti e contagi

Esistono tre forme principali di peste: la differenza si può determinare analizzando l'interno dei bubboni infetti o attraverso un'emocoltura.

[modifica] Peste bubbonica

Oripsylla montana, vettore della Yersinia pestis negli Stati Uniti
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Oripsylla montana, vettore della Yersinia pestis negli Stati Uniti

La trasmissione nell'uomo avviene attraverso la puntura delle pulci dei ratti (Xenopsilla cheopis) o di altri roditori. La pulce dell'uomo (Pulex irritans), in forma minore, permette di trasmettere la peste bubbonica anche da uomo ad uomo.

Insorge violentemente dopo un periodo di incubazione da 2 a 12 giorni. Si presenta con febbre alta, cefalea, grave debolezza, nausea, vomito e delirio. Si formano pustole nelle zone punte dalla pulce infetta; i linfonodi delle zone colpite (generalmente la zona inguinale e quella ascellare) si infiammano, gonfiandosi fino a formare uno o più bubboni.

Nei casi gravi, l'infezione si propaga nell'organismo provocando insufficienza cardiocircolatoria o complicazioni renali, le quali possono portare alla morte. Altrimenti, nei casi meno gravi, la febbre cessa dopo circa due settimane, i bubboni gettano fuori il pus sgonfiandosi e lasciando una cicatrice.

[modifica] Peste polmonare

Forma decisamente più grave rispetto alla precedente in quanto attacca i polmoni, può presentarsi anche come aggravamento. Il periodo di incubazione va da 1 a 7 giorni e presenta febbre alta, dispnea (difficoltà respiratorie), tosse, cianosi (colorazione bluastra della pelle e delle mucose, sintomo di disturbi circolatori o respiratori) e grave debolezza. Se non viene curata in tempo, porta quasi sicuramente alla morte per edema polmonare acuto.

La peste polmonare è trasmissibile anche senza l'azione di pulci, per via aerea: attraverso, cioè, tosse e starnuti di persone infette.

[modifica] Peste setticemica

È la forma più rara ma certamente fatale. Dopo la puntura il bacillo infetta il sangue, la vittima denota un arrossamento della pelle e muore dopo poche ore dal contagio

[modifica] Cura

Per combattere la peste sono necessari degli antibiotici, fra cui la streptomicina, il tetracicline ed il cloramfenicolo. Importante è l'isolamento dei malati per evitare ulteriori contagi.

Esistono dei vaccini antipestosi, ma a causa della brevità del loro effetto sono somministrati solo in casi di rischio evidente e programmabile di contagio (per esempio per le figure professionali di biologi, ricercatori, ecc.)

[modifica] Yersinia pestis

Yersinia pestis
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Yersinia pestis

Yersinia pestis (della famiglia delle Enterobacteriaceae) è l'agente eziologico della peste. Il batterio infetta i tessuti linfoidi dell'uomo, facendo in modo di annullare la capacità di difesa dei linfociti. Ma per far questo, il batterio deve evitare di essere ingerito dai macrofagi, le cellule del sistema immunitario che distruggono gli agenti esterni: Y. pestis risolve questo problema producendo delle proteine che penetrano nei macrofagi e li disattivano. Alcune di queste proteine provocano danni diretti alla cellula, altre invece (come YopH) fanno in modo di annullare la rete di comunicazioni interne dei macrofagi.

Jack E. Dixon, in uno studio portato avanti alla Purdue University, ha scoperto che YopH fa parte di una classe di enzimi che rimuove i fosfati aggiunti dai macrofagi, facendo sì che questi ultimi perdano la loro efficienza e che Y. pestis possa prosperare. Alcune specie di Yersinia, inoltre, usano i sistemi di comunicazione dei macrofagi per scopi proprî: per esempio si fanno inglobare dai macrofagi per essere trasportate attraverso l'organismo.

[modifica] La scoperta

Nel 1894 il medico svizzero Alexandre John-Émile Yersin, durante l'epidemia di Hong Kong, isola il bacillo che per millenni ha seminato la morte nel mondo. Lo battezza Pasteurella pestis, in onore di Louis Pasteur, l'uomo che con le sue teorie ha reso possibile la concezione batterica.

Lo stesso anno anche il medico giapponese Shibasaburo Kitasato, che già nel 1889 ha isolato il bacillo del tetano, ottiene indipendentemente gli stessi risultati del collega svizzero. Ma la Storia si ricorderà solo di Yersin, in quanto solo in suo onore il bacillo della peste verrà mutato da Pasteurella a Yersinia pestis.

[modifica] La peste nella storia

[modifica] I primordi

La peste di Ashdod (Nicolas Poussin)
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La peste di Ashdod (Nicolas Poussin)

Alcuni testi egizi del secondo millennio a.C. descrivono alcune gravi epidemie di quella che convenzionalmente viene chiamata peste, così come ne parlano gli Ittiti, della Mesopotamia (l'attuale Iraq). Anche nella Bibbia si parla di pestilenze ed epidemie, a testimonianza della frequenza di questi eventi.

Nel Primo libro di Samuele si racconta di come Dio abbia inviato una pestilenza ai Filistei, colpevoli di aver rubato l'Arca dell'Alleanza ebraica. Gli studiosi dicono si tratti di peste bubbonica e datano l'evento al 1030 a.C. o, secondo altre fonti, al 1076 a.C. Il pittore Nicolas Poussin immortala questo passo biblico nel suo dipinto La peste di Ashdod o, secondo altre fonti, La peste di Azoth (1630 circa), conservato al Museo del Louvre a Parigi.

[modifica] La peste di Atene del 430 a.C.

Il primo storico a descrivere accuratamente un'epidemia di peste è il greco Tucidide, che narra gli eventi di Atene durante la guerra del Peloponneso (431-430 a.C.).

L'epidemia si dice sia arrivata dall'Etiopia, e che abbia imperversato in Persia ed in Egitto prima di raggiungere la Grecia. Arriva in un momento critico per il Peloponneso, in quanto imperversa la guerra ed Atene è presa d'assedio, tanto che le proprie condizioni igienico-sanitarie sono molto scarse. Migliaia sono i morti, malgrado l'opera di medici e sacerdoti. Fra le prime vittime vi fu lo stesso Pericle, la cui morte avvenuta nel 429 a.C. privò Atene di una forte guida.

Comunque gli storici moderni, analizzando la descrizione di Tucidide, tendono a credere più probabile che l'epidemia fosse o di vaiolo, o di tifo o di colera.

[modifica] La peste nera del 1348

Per approfondire, vedi la voce Peste nera.

L'epidemia arriva in Europa dall'Est, attraverso le rotte commerciali, infuriando nelle pianure del Volga e del Don. Nel 1347, durante l'assedio di Caffa (l'odierna Feodosia), scalo commerciale genovese in Crimea, il khan tartaro Ganī Bek fa lanciare dei cadaveri infetti all'interno delle mura cittadine. Le galere genovesi trasportano così la peste prima a Pera, nel porto di Costantinopoli, poi a Messina. Genova rifiuta di accogliere le proprie navi infette, così che queste devono ripiegare sul porto di Marsiglia, ma ormai il contagio è sparso per tutti i porti del Mar Mediterraneo.

Le cause della tremenda diffusione della peste in Europa vanno però anche ricercate in una serie di avvenimenti precedenti al 1347. L'Europa del XIII secolo era stata caratterizzata da un notevole incremento demografico. Ma una mutazione climatica nel XIV secolo comportò un abbassamento della temperatura sia in occidente sia in oriente (questo periodo viene chiamato la "piccola era glaciale"). Conseguenze di ciò furono l'abbandono della coltivazione di cereali in Islanda e della coltivazione dell'uva in Inghilterra e, più in generale, una diminuzione della produzione agricola in tutta Europa. Ci furono numerose carestie e la malnutrizione comportò un indebolimento delle persone, motivo per cui, anche a causa delle scarse condizioni igieniche, assistemmo alla diffusione di malattie come la peste.

Nel 1348 la mortalità fu altissima: dato che in Europa la peste non compariva dal VII secolo, epoca in cui terminò la cosiddetta "peste di Giustiniano" descritta da Procopio di Cesarea e iniziata nel 542-543, non esisteva più una "memoria immunitaria" per questa malattia e quindi la forma più frequente di manifestazione fu quella polmonare, a contagio interumano (cioè non mediata dalla pulce), e con una mortalità prossima al 100%. In un secondo tempo e specialmente nelle epidemie degli anni seguenti la peste si propagò nella forma bubbonica, sensibilmente meno letale.

Agli inizi del 1348 la peste raggiunge l'entroterra. Il 20 agosto raggiunge Parigi, il 29 settembre Londra. Dopo una pausa durante l'inverno, il 1349 vede la peste imperversare in tutta Europa. Fu questo l'anno di maggior contagio, tanto che in Scandinavia questo periodo (1348 - 1350) viene ricordato come "la peste nera".

Fra alti e bassi, la peste si presenta ogni 10-12 anni, mietendo innumerevoli vittime e slabbrando il tessuto sociale. Come Giovanni Boccaccio scrive nel suo Decameron, la peste rende nulle le leggi umane, come rende vano ogni ordine sociale e civile. « altri [...] affermavano il bere assai e il godere e l'andar cantando a torno e sollazzando e il sodisfare d'ogni cosa all'appetito che si potesse e di ciò che avveniva ridersi e beffarsi esser medicina certissima a tanto male ».

Anche una volta cessata l'epidemia, le istituzioni civili rimangono profondamente colpite, e le usanze dei sopravvissuti alle epidemie si fanno meno rigide. Un cronista dell'epoca, Matteo Villani, nella sua Nova Cronica riporta che « trovandosi pochi, e abbondanti per l'eredità e successioni dei beni terreni, dimenticando le cose passate come se state non fossero, si diedero alla più sconcia e disonesta vita che prima non avieno usata ».

La peste, paradossalmente, crea una forte ricchezza nella gente sopravvissuta, in quanto pochi muoiono lasciando delle volontà testamentarie, anche perché difficilmente i notai si recano in casa dei moribondi. Dopo la peste, i tribunali vengono intasati da centinaia di cause legate a dispute ereditarie.

[modifica] La peste del Nord Italia del 1630

Gli anni 1628 e 1629 vedono una terribile carestia imperversare per il nord Italia. Le città vengono prese d'assalto da vagabondi e mendicanti, in cerca di condizioni di vita migliori rispetto alle campagne, scoppiano tumulti ed agitazioni. Per ultimo arriva la peste.

Per evitare che il contagio dilaghi, le autorità sanitarie impongono l'isolamento dei paesi dove si hanno i primi casi di peste, mediante la chiusura della strada. Fra alti e bassi la peste imperversa per tutto il Nord Italia. A fine maggio 1630 sembra che l'epidemia si sia dissipata, ma a giugno il morbo si ripresenta, mietendo innumerevoli vittime.

La peste di questi anni è descritta anche dal Manzoni nel suo celebre romanzo, I Promessi Sposi.

[modifica] Le ultime epidemie di peste in Europa

[modifica] La peste nell'età moderna

Nell'età moderna si registrano circa 1000-3000 casi annuali di peste nel mondo. Le epidemie più recenti si sono avute in Uganda (novembre 1998), in Namibia (maggio 1999) e Malawi (luglio 1999).

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