Giuseppe Mazzini
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«Egli solo vegliava, quando intorno tutto dormiva»
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Giuseppe Mazzini (22 giugno 1805 - 10 marzo 1872) fu un uomo politico e un rivoluzionario del Risorgimento.
Nacque a Genova, al numero 11 di via Lomellini, da Giacomo, medico e professore di anatomia, e da Maria Drago.
Nel 1827 divenne membro della carboneria, di qui divenne segretario della Valtellina. La Carboneria era un'associazione segreta nata anche dalle idee della rivoluzione francese con obiettivi politici (da cui sarebbero nati i susseguenti moti mazziniani).
La sua attività rivoluzionaria lo costrinse a rifugiarsi a Marsiglia dove organizzò un nuovo movimento politico chiamato Giovine Italia. Il motto dell'associazione era Dio e popolo (oppure Dio e il popolo) e il suo scopo era l'unione degli stati italiani in un'unica repubblica, quale unica condizione possibile della liberazione del popolo italiano dagli invasori stranieri.
L'obiettivo repubblicano e unitario avrebbe dovuto essere raggiunto con una insurrezione popolare. Mazzini fondò altri movimenti politici per la liberazione e l'unificazione di altri stati europei: la Giovine Germania, la Giovine Polonia e infine la Giovine Europa.
Il movimento mazziniano ebbe anche un forte ruolo di promozione dei diritti della donna, come testimonia l'opera di numerose mazziniane, tra cui Giorgina Saffi, la moglie di Aurelio Saffi, uno dei più stretti collaboratori di Mazzini.
Mazzini continuò a perseguire il suo obiettivo dall'esilio e in mezzo alle avversità con inflessibile costanza. Tuttavia la sua importanza fu più ideologica che pratica. Dopo il fallimento dei moti del 1848, durante i quali Mazzini era stato a capo della breve esperienza della Repubblica di Roma insieme ad Aurelio Saffi e Carlo Armellini, i nazionalisti italiani cominciarono a vedere nel re del Regno di Sardegna e in Camillo Benso conte di Cavour i leader del movimento di riunificazione.
Ciò volle dire separare l'unificazione dell'Italia dalla riforma sociale e politica invocata da Mazzini. Cavour fu abile nello stringere un'alleanza con la Francia e nel condurre una serie di guerre che portarono alla nascita dello stato italiano tra il 1859 e il 1861, ma la natura politica della nuova compagine statale era ben lontana dalla repubblica mazziniana.
Mazzini non accettò mai la monarchia e continuò a lottare per gli ideali repubblicani. Nel 1870 fu di nuovo arrestato e costretto all'esilio ma egli riuscì a rientrare sotto falso nome a Pisa dove visse fino alla sua morte (1872).
Indice |
[modifica] Bibliografia
- Franco Della Peruta, Mazzini e i rivoluzionari italiani: il partito d'azione, 1830-1845, Milano, Feltrinelli, 1974, pp. 469.
- Pietro Galletto, Mazzini, nella vita e nella storia, Giovanni Battagin Editore, 2005, 3 volumi, 1262 pagine.
- Denis Mack Smith, Mazzini, Milano, Rizzoli, 1993, pp. 412.
- Salvo Mastellone, Il progetto politico di Mazzini: Italia-Europa, Firenze, Olschki, 1994, pp. 243.
- Giuseppe Monsagrati, Giuseppe Mazzini, Milano, Adelphi, 1972, pp. 326.
- Roland Sarti, Giuseppe Mazzini: la politica come religione civile, Roma-Bari, Laterza, 2000, pp. VIII-352.
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[modifica] Voci correlate
- Mazzinianesimo
- Moti mazziniani
- Giovine Italia
- Casa di Mazzini, Museo del Risorgimento e Istituto Mazziniano