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Cristoforo Colombo - Wikipedia

Cristoforo Colombo

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Statua a Colombo a Rapallo. Secondo talune fonti storiche il navigatore sarebbe originario della Val Fontanabuona
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Statua a Colombo a Rapallo. Secondo talune fonti storiche il navigatore sarebbe originario della Val Fontanabuona

Cristoforo Colombo (Genova, 25 agosto o 31 ottobre 1451 - Valladolid, 20 maggio 1506) è stato un navigatore ed esploratore italiano.

Primogenito dei quattro figli (tre fratelli ed una sorella) di Domenico e Susanna Fontanarossa, poco si sa della sua vita fino al 1470. In una lettera lo stesso afferma di aver iniziato a navigare all'età di quattordici anni. Quel che si sa per certo è che nel 1470 la famiglia del futuro navigatore si trasferì a Savona, città nella quale il padre aveva rilevato la gestione di una taverna.

Indice

[modifica] Biografia

Ritratto di Colombo
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Ritratto di Colombo

Dopo aver prestato servizio sotto Renato d'Angiò, probabilmente nel 1473 Cristoforo iniziò l'apprendistato come agente commerciale per i traffici di merci gestiti dalle famiglie Centurione, Di Negro e Spinola.

Nel 1474 fu a Chio in Grecia e poi in Portogallo.
Nel 1476 Colombo fu a Bristol, dopo aver fatto presumibilmente parte della flotta genovese, diretta in Inghilterra, che fu attaccata da navi francesi al largo del Capo Vincenzo.
Poi si recò a Galway in Irlanda e quasi certamente nel 1477 raggiunse l'Islanda.

Verso il 1479 Colombo si trasferì a Lisbona, continuando a commerciare per la famiglia Centurione. In questo periodo sposò Filipa Moniz Perestrello, dalla quale nel 1481 ebbe un figlio, Diego, e andò ad abitare nella casa della moglie a Porto Santo (Madera). Poco tempo dopo si trasferì a Lisbona, dove il fratello Bartolomeo lavorava come cartografo.

Fu probabilmente in questo periodo della sua vita, tra il soggiorno a Madera ed il successivo in Portogallo che nella mente di Cristoforo iniziò a prendere forma il disegno della rotta breve per le Indie.

Basandosi sulle carte geografiche del suocero, sui racconti dei marinai e sui reperti (canne, legni ed altro) trovati al largo delle coste delle isole dell'Oceano Atlantico, Colombo cominciò a convincersi che al di là delle Azzorre dovesse esserci una terra e che questa non potesse essere altro che l'Asia.

A Lisbona Colombo cominciò a documentarsi ed a leggere testi geografici, come la Historia rerum ubique gestarum di papa Pio II, stampata nel 1477, l'Imago mundi di Pierre d'Ailly (1480) e il Milione di Marco Polo.
Una notevole influenza sulla decisione poi presa da Colombo dovette esercitare una lettera che nel 1474 Paolo Toscanelli indirizzò ad un canonico di Lisbona, Fernan Martins.
Nella missiva, che è quasi certo che Colombo conoscesse, il fisico fiorentino indicava la rotta verso ovest per raggiungere l'India.

Dopo aver chiesto inutilmente al re Giovanni II la somma necessaria per il suo progetto, Colombo nel 1485, dopo la morte della moglie, si recò a Palos con il figlio.

Dopo essere stato a Cordoba ed a Siviglia, nel 1486 Colombo si presentò al cospetto di Ferdinando II di Aragona e di Isabella di Castiglia, ai quali presentò il suo progetto di raggiungere per mare il Catai ed il Cipango.
Ma una commissione riunita per vagliare le effettive possibilità di riuscita del viaggio bocciò la proposta.

Nel 1488 Colombo ebbe un altro figlio, Fernando, da Beatriz Enriquez Arana.

Negli anni seguenti Colombo cercò varie volte di farsi ascoltare dalla corte spagnola e si rivolse pure, tramite il fratello Bartolomeo, ai re d'Inghilterra e di Francia. In seguito all'unificazione della Spagna con la conquista di Granada, Colombo, grazie all'intermediazione del francescano Juan Pérez, del duca di Medinaceli e del tesoriere di corte Luis de Santangel, raggiunse un accordo con Isabella.

Secondo il contratto, firmato il 17 aprile 1492 a Santa Fè, Colombo, in caso di riuscita del viaggio, avrebbe avuto il titolo di ammiraglio e la carica di Viceré e Governatore delle terre scoperte.
La somma necessaria per l'armamento della flotta, pari a 2.000.000 di maravedí, sarebbe stata versata metà dalla corte e l'altra metà da Colombo, finanziato da alcuni banchieri italiani, tra cui il Berardi.

Furono così allestite tre caravelle, la Santa Maria, di 150 tonnellate, capitanata da Colombo, la Pinta di 140 t. e la Niña di 100 t., al comando di due armatori di Palos, Alonso e Vicente Pinzón.

[modifica] Viaggi

I quattro viaggi di Colombo
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I quattro viaggi di Colombo

[modifica] Primo viaggio

La partenza avvenne il 3 agosto 1492 da Palos. Dopo uno scalo nelle Canarie per rifornimenti, le tre navi ripresero il largo il 6 settembre. Spinte dagli alisei, le caravelle navigarono per un mese senza che i marinai riuscissero a scorgere alcuna terra. Il 7 ottobre Colombo decise di virare verso sud-ovest, avendo visto alcuni uccelli dirigersi verso quella direzione. Finalmente alle due del 12 ottobre Rodrigo de Triana, a bordo della Pinta, avvistò la terra. All'alba Colombo sbarcò su un'isola, chiamata Guanahani dagli indigeni, che battezzò San Salvador.
L'esplorazione dell'isola non diede i risultati sperati, in quanto Colombo non trovò le ricchezze descritte da Marco Polo.

Colombo prende possesso del Nuovo Mondo
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Colombo prende possesso del Nuovo Mondo

Ripreso il mare, Colombo esplorò la costa nord-orientale di Cuba. La sera del 27 ottobre 1492, le caravelle di Colombo arrivano alla fonda di Cayo Bariay a Cuba, nell'attuale provincia di Holguin, il giorno successivo invia il suo ammiraglio ad esplorare la terraferma, nel diario di bordo di domenica 28 ottobre 1492 troviamo scritto: "Es la isla mas hermosa que ojos humanos hayan visto" (E' l'isola più bella che occhio umano abbia mai visto). Successivamente esplora quella settentrionale di Haiti, raggiunta il 5 dicembre e chiamata Hispaniola. Qui la Santa Maria urtò uno scoglio e dovette essere abbandonata. Colombo fece costruire un forte, La Navidad, dove lasciò parte dell'equipaggio.

Il 2 gennaio 1493 Colombo riprese la rotta verso l'Europa. Dopo che una tempesta lo costrinse ad attraccare alle Azzorre, Colombo arrivò nel porto di Lisbona il 4 marzo.

Dopo aver incontrato il re del Portogallo Giovanni II, Colombo arrivò a Palos il 15 marzo.

In Spagna Colombo, che aveva portato con sé alcuni indigeni, un po' di oro, tabacco e dei pappagalli, fu accolto come un eroe dai sovrani, che lo sollecitarono ad intraprendere un altro viaggio.

[modifica] Secondo viaggio

Secondo viaggio
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Secondo viaggio

L'ammiraglio Colombo salpò per il suo secondo viaggio da Cadice il 25 settembre con 17 navi ed un equipaggio di circa 1200 uomini, tra i quali vi erano il figlio Diego ed il fratello Giacomo.

Il 3 novembre la flotta raggiunse Dominica e veleggiò tra le piccole e le grandi Antille. Il 19 arrivarono a Porto Rico ed il 22 dello stesso mese Colombo tornò ad Hispaniola, dove scoprì che gli uomini dell'equipaggio che aveva lasciato erano stati uccisi.

Dopo aver fondato un nuovo avamposto, Isabella, Colombo trascorse alcuni mesi nell'esplorazione dell'entroterra alla ricerca di oro. Poi nel 1494 lasciò Hispaniola e il 30 aprile giunse a Cuba e pochi giorni dopo in Giamaica. Tornato ad Hispaniola, Colombo, dopo aver inviato una nave carica di indigeni in Spagna, costrinse i nativi rimasti a cercare l'oro.

Alla fine del 1495 Colombo ripartì alla volta della Spagna, che raggiunse nella primavera del 1496.

[modifica] Terzo viaggio

Terzo viaggio
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Terzo viaggio

Dopo due anni trascorsi in Spagna a convincere i reali della necessità di una nuova spedizione e a reperire la somma necessaria per il viaggio, Colombo riuscì ad armare 6 navi, con un equipaggio di circa 300 marinai.

La flotta, partita il 30 maggio 1498, si diresse verso le isole di Capo Verde e di lì raggiunse Trinidad, il 31 luglio.
Nell'agosto dello stesso anno Colombo esplorò il Golfo di Paria ed il delta dell'Orinoco.

Tornato a Santo Domingo, Colombo dovette fare i conti con i coloni in rivolta e gli indigeni decimati dalle malattie e dai lavori forzati.
I sovrani spagnoli, avvertiti dai reduci dei disordini sull'isola, inviarono nel 1500 Francisco de Bobadilla, per far luce sull'accaduto.
Questi, resosi conto della situazione, arrestò Colombo ed i fratelli e li ricondusse in patria.
All'arrivo Isabella fece liberare Colombo, che però dovette rinunciare al titolo di viceré.

[modifica] Quarto viaggio

Quarto viaggio
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Quarto viaggio

Nonostante tutto, Colombo intraprese un quarto viaggio, accompagnato dal fratello Bartolomeo e dal figlio tredicenne Fernando. Le quattro navi, salpate da Cadice l'11 maggio 1502, arrivarono a Santo Domingo il 29 giugno.
Qui le autorità di Hispaniola vietarono a Colombo l'attracco ed egli ripartì verso l'America centrale.

Tra il luglio e l'ottobre di quell'anno Colombo costeggiò l'Honduras, il Nicaragua ed il Costa Rica. Il 16 ottobre arrivò a Panama, dove si fermò per l'inverno. Qui fondò una colonia, presso il Rio Belen.

Il 15 aprile 1503 Colombo ripartì per Hispaniola, ma durante il viaggio una tempesta provocò gravi danni agli scafi e lo costrinse a fermarsi sulla costa settentrionale della Giamaica. Colombo rimase sull'isola per circa un anno, aspettando i soccorsi richiesti tramite due amici diretti in canoa verso Hispaniola. Il 29 giugno 1504 la nave concessagli arrivò e con essa Colombo salpò per la Spagna, dove arrivò il 7 novembre.

[modifica] La scoperta dell'America

Ritratto nella Sala de los Almirantes,all'Alcazar di Siviglia
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Ritratto nella Sala de los Almirantes,
all'Alcazar di Siviglia

La figura di Cristoforo Colombo è rimasta nella storia per la Scoperta delle Americhe.

L'impresa navale di Colombo, motivata dal desiderio di raggiungere le Indie e commerciarvi direttamente e più velocemente, fu resa possibile dalla determinazione del viaggiatore genovese ma anche da un suo errore.
Egli sosteneva infatti che la Terra avesse un diametro più piccolo di quello effettivo e che il continente euroasiatico fosse più esteso di quanto non sia in realtà: la composizione di questi due errori aveva come effetto la convinzione, effettivamente infondata, di poter compiere la traversata.

Infatti, nonostante la credenza oggi molto diffusa che Colombo fosse il solo a sostenere che la Terra fosse rotonda, questa idea era invece opinione comune della gente colta del basso Medio Evo (per tutti, si possono citare San Tommaso d'Aquino e Dante Alighieri).
Già dall'antichità, infatti, le osservazioni prodotte in ambiente astronomico-matematico ellenistico (dove la circonferenza della Terra era stata accuratamente misurata da Eratostene) erano state riprese e perfezionate dagli scienziati musulmani, che avevano tradotto e studiato quei testi, e dagli studiosi occidentali.
La leggenda urbana che la Terra fosse considerata piatta deriva da un romanzo del 1828, La vita e i viaggi di Cristoforo Colombo di Washington Irving, che descriveva la falsa immagine di un Colombo unico sostenitore della teoria di una Terra rotonda contro l'ignoranza medioevale. In realtà, la forte opposizione che Colombo trovò derivava dal fatto che la traversata oceanica era considerata troppo lunga per essere fattibile.

I calcoli di Colombo erano, oggi sappiamo, sbagliati, mentre quelli dei suoi avversari erano sostanzialmente corretti: Colombo stimava in appena 4400 km la distanza dalle Isole Canarie alla costa asiatica, un valore cinque volte più piccolo di quello reale.
La grande fortuna di Colombo fu che il suo viaggio venne molto ridotto, perché sulla strada per le Indie trovò le Americhe, altrimenti la sua spedizione sarebbe sicuramente perita in mezzo all'oceano, o sarebbe tornata indietro.

Colombo stesso non si rese conto di essere su un continente diverso da quello che si aspettava: pensava invece di essere arrivato in Giappone, e rimase di tale convinzione fino alla morte.
Alcuni anni dopo, Amerigo Vespucci divulgò l'opinione che si trattasse di un continente nuovo.

[modifica] Curiosità

Pochi sanno che Colombo fu lo scopritore del mais, sul giornale di bordo il 5 novembre 1492 scrisse: "C'erano grandi campi coltivati con radici, una specie di fava e una specie di grano chiamato mahiz".

[modifica] Nazionalità di Colombo

Sulla genovesità di Colombo
Casa di Colombo a Genova

Colombo genovese? Colombo spagnolo? Colombo portoghese? A Genova non hanno dubbi a rivendicare le radici locali del grande navigatore, considerato uno dei figli più prestigiosi. Che sarebbe testimoniata da copiosa documentazione raccolta nel tempo da esimi studiosi di cose colombiane, primo fra tutti Paolo Emilio Taviani, uomo politico e storico.
In ordine di tempo, a mettere una parola definitiva sulla genovesità di Colombo è intervenuta (maggio 2006) l'opera di uno studioso, Aldo Agosto, già direttore dell'Archivio di Stato, che ha raccolto - per presentarli ufficialmente in un convegno di studi a Valladolid - ben centodieci documenti notarili in buona parte inediti, frutto del lavoro di una ricerca durata molti anni, che testimoniano, in un albero genealogico che risale a ritroso per circa sette generazioni, le origini "genovesi" - e levantine - del navigatore. In particolare, la famiglia di Colombo - un cui bisnonno si chiamava Antonio - avrebbe abitato sulla riviera ligure di levante, in quello che oggi viene chiamato Golfo Paradiso, spostando la propria residenza con una certa frequenza (ad esempio tra Bogliasco e Sori), a seconda della conflittualità tra il partito dei Guelfi (cui i Colombo appartenevano) e quello dei Ghibellini, sulle cui liste di proscrizione il nome dei Colombo spesso figurò.
Lo studio del ricercatore Agosto mette un punto fermo anche su una rara suggestione espressa in passato: sarebbe da escludere che la famiglia Colombo potesse aver avuto origine da una comunità di conversi sefarditi.
(nell'immagine: la casa di Colombo al Piano di Sant'Andrea, Genova(adibita a convento all'epoca di Colombo))

L'indicazione dell'esatto luogo di nascita di Cristoforo Colombo è sempre stata piuttosto controversa, anche se eminente studiosi di cose colombiane sono concordi nell'individuarlo all'interno del genovesato. A Genova, nei pressi del Piano di Sant'Andrea si trova tuttora la casa nella quale il navigatore avrebbe vissuto per qualche tempo assieme alla famiglia.

Mentre a lungo anche la Spagna ha rivendicato i natali di Cristobal Colon, riguardo alla pressoché certa origine italiana di Colombo sono state avanzate svariate ipotesi che indicherebbero come luogo di nascita tanto Savona o una località del savonese quanto altri paesi del genovese (in particolare la frazione Terrarossa del comune di Mocònesi, in Val Fontanabuona, proprio alle spalle di Chiavari, che si dichiara da sempre luogo natale di Colombo); secondo altri studiosi, invece, il luogo di nascita di Colombo potrebbe essere individuato nel comune di Bettola nel Piacentino o in quello di Cuccaro Monferrato in provincia di Alessandria.

Molti documenti anteriori alla disputa sul luogo natale di Colombo, relativa all'eredita' indicano Cogoleto come citta' natale (come riportato sul monumento a Colombo): CIRCA HAEC TEMPORA CHRISTOPHORUS COLUMBIS LIGUR COGORETIO REPERIT INDIAS OCCIDUAS CRONACA DI TAGGIA ANNO 1498. Va aggiunto che, in "Atlas Novus Mercator", stampato ad Amsterdam nel 1638, la città di Cogoleto è identificata come "Coguretto Christophori Columbi patria"

Lo stemma della famiglia Colombo, pubblicato dal quotidiano La Stampa di Torino il 9 ottobre 1929 e riportato dal «Codice delle Famiglie di Genova e loro origini», Fondo Regina di Svezia, XVI secolo, Biblioteca Vaticana di Roma, recita: «Colombi - Por reyno Castilla y por reyno Leonno. Mundo nuevo halio Colon - Tranno origine da Cogoreto, Quinto e Savona e vivono in Spagna li descendenti del Cristofaro, quali sono Prencipi e Signori di qualità - 1387. Domenico quondam Joanne de Quinto et filii qui sunt Christofaro, Bartolomeo, Giacomo: come in Atti di Gio. Gallo de Savona - 1492. Christofaro di Cogoreto fu valoroso in mare e trovò Terre nuove domandate le Indie per il Re di Spagna».

In ogni caso, la data ed il luogo di nascita di Colombo sembrano destinati a rimanere ancora a lungo un mistero. Di sicuro non si sa quasi niente di lui in data anteriore al 1470 e questo fatto ha determinato il sorgere di versioni diverse sulla sua biografia. In genere tali versioni tendono al nazionalismo: in Italia si ritiene che Colombo fosse italiano, mentre come è per certi versi comprensibile in Spagna si pensa che fosse spagnolo, e in Portogallo che fosse portoghese.

Colombo stesso lasciò indizi ambigui sulla questione: la maggior parte degli storici, sulla base dei registri di nascita e della storia delle famiglie, ritiene che fosse genovese. Egli però scriveva quasi esclusivamente in spagnolo, sia nei documenti ufficiali che nelle lettere ai familiari, ed a più di quaranta isole dei Caraibi dette dei nomi in portoghese.

Sono sorte anche diverse spiegazioni per questi misteri ed ambiguità: che avesse qualcosa da nascondere e avesse deliberatamente confuso le sue origini, ovvero che stesse facendo un doppio gioco tra le diverse potenze europee o che, più semplicemente, fosse un cosmopolita del suo tempo.

Sull'origine genovese del grande navigatore non dovrebbero però esistere più dubbi da quando, nel 1929, dagli archivi della Biblioteca turca del Topkapı d'Istanbul in cui era conservato, è stato pubblicato un lacerto - un terzo - della mappa geografica disegnata nel 1513 per il grande navigatore ed esploratore ottomano Piri Reis.

I Colombo a Cogoleto
Casa di Colombo a Cogoleto

Casa natale di Colombo con l'affresco del grande navigatore su cui il Rev. Antonio Colombo discendente della famiglia, nel 1650 fece mettere l'epigrafe "Unus erat mundus; duo sunt ait iste, fuere.".
(Uno era il mondo: due disse costui. E due furono!).
preceduta da: Hospes siste gradum: fuit HIClux prima Columbi Orbe viro majori; Heu! Nimis arcta Domus..
(Qui, o, passeggier nacque Colombo, ahi Tetto! - Per il maggiore degli Eroi troppo ristretto!).
Numerose iscrizioni lapidee, ricordano le visite alla casa dei principi di Savoia, di rappresentanze della marina militare Nord Americana,e del principe Federico poi imperatore di Germania oltre a molti altri viaggiatori stranieri.

In essa, in caratteri turco-ottomani, una scritta, in particolare, dovrebbe aver messo la parola fine alla disputa. Essa infatti dice: «Amma şöyle rivayet ederler kim "Cinevizden bir kâfir adına Qolōnbō" derler imiş, bu yerleri ol bulmuştur», ovvero: «Ma si racconta che "un infedele di Genova di nome Colombo" ha scoperto questi paraggi». Se il nome fosse stato Colon, chi ha redatto la mappa non avrebbe avuto alcuna difficoltà a traslitterare "Qolōn", anziché, come ha invece fatto, Qolōnbō. Sull'autenticità della mappa nessuno studioso ha mai sollevato alcun dubbio.

[modifica] Bibliografia

  • Bartolomeo de Las Casas, Historia de las Indias, México-Buenos Aires 1951
  • R. Caddeo (a cura di), Le Historie della vita e dei fatti di Cristoforo Colombo per Don Fernando suo figlio, Milano 1930 http://www.liberliber.it/biblioteca/c/colombo_fernando/
  • Cristoforo Colombo. Documenti e prove della sua appartenenza a Genova, Genova 1931
  • Studi colombiani, Genova 1952
  • Samuel Eliot Morison, Cristoforo Colombo ammiraglio del mare Oceano, Bologna 1962
  • Paolo Emilio Taviani, Cristoforo Colombo. La genesi della grande scoperta, Novara 1982
  • Le grand livre des explorateurs et des explorations, éditions France Loisirs, sous la direction de Michèle Gavet-Imbert et Perrine Cambournac, préface de Paul-Émile Victor
  • Fernand Colomb, son fils, La Vie de Christophe Colomb (traduit en français par Charles Cotolendi, 1681) ;
  • Luigi Bossi, Histoire de Christophe Colomb, suivie de sa correspondance, d'éclaircissemens et de pièces curieuses et inédites (traduit par C.-M. Urano, 1824) ;
  • Washington Irving, Voyages et aventures de Christophe Colomb, traduit par Paul Merruau, Paris, 1838.
  • Antoine-François-Félix Roselly de Lorgues, Christophe Colomb, histoire de sa vie et de ses voyages..., 1856 ;
  • Augusto Mascarenhas Barreto : Le portugais Christophe Colomb, agent secret du roi Dom João II. édition Referendo, Lisbonne, 1988. (600 pages)
  • Christophe Colomb : La Découverte de l'Amérique, Editions La découverte, Coffret 2 volumes, Paris, novembre 2003 - ISBN 2-70-7137731.
  • Michel Lequenne : Christophe Colomb : amiral de la mer océane. – [Nouvelle édition]. – Paris : Gallimard, coll. « Découvertes Gallimard : histoire » n° 120, 2005. – 175 p., 18 cm. – ISBN 2-07-031470-7.
  • Jean Métellus : Colomb, Editions de l'Autre mer, Martinique 1992.
  • Jacques Heers : Christophe Colomb, Hachette, Paris, 1991.
  • Ulloa, Luis : Cristòfor Colom fou català. Catalònia, Barcelona, 1927.
  • Ulloa, Luis : Noves proves de la catalanitat de Colom. Oriental-Americana, Paris, s.d.
  • Urvoy, Jean-Michel : "Où est enterré christophe Colomb ?" dans la revue l'Histoire, p.20-21, N° 286, Avril 2004.
  • Verdera, Nito : Colón ibicenco. ISBN 84-86879-07-8
  • Bcngrafics.com

[modifica] Voci correlate

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[modifica] Collegamenti esterni

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