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Associazione Calcio Milan - Wikipedia

Associazione Calcio Milan

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Nota disambigua - Se stai cercando il missile anticarro franco-tedesco, vedi MILAN.


AC Milan
il Diavolo; Casciavit (desueto)
Segni distintivi
Uniformi di gara
Manica sinistra Maglia ufficiale Manica destra
Calzoncini da gara
Calzettoni da gara
 
Casa
Manica sinistra Maglia ufficiale Manica destra
Calzoncini da gara
Calzettoni da gara
 
Trasferta
Manica sinistra Maglia ufficiale Manica destra
Calzoncini da gara
Calzettoni da gara
 
Terza divisa
Colori sociali: rosso-neri
Simboli: Diavolo
Inno: Milan, Milan !
Dati societari
Confederazione: UEFA
Nazione: Italia
Federazione: FIGC
Città: Milano
Fondazione: 1899
Presidente: Silvio Berlusconi
Vicepresidente: Adriano Galliani
Palmarès
Scudetti: 17
Trofei nazionali: 5 Coppa/e Italia
5 Supercoppe Italiane
Trofei Internazionali: 6 Champions’ League/
Coppe dei Campioni

2 Coppa/e delle Coppe
4 Supercoppa/e d’Europa
3 Coppe Intercontinentali
2 Coppe Latine
1 Mitropa Cup
Stadio
"Giuseppe Meazza" di Milano (San Siro)
(85.700 posti)
Contatti
Associazione Calcio Milan S.p.A

Via Filippo Turati 3
20121 Milano
tel: +39 0262281
fax: +39 026598876

www.acmilan.com
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«...di colpo, dalle nubi squarciat' come da due potenti mani spunta il crapino di Dio - un bell'uomo, sui quarant'anni - che ... dice: "Gianni Rivera, ciapp' questo pallone, un Tango, e vai in giro per il mondo a insegnare il giuoco del calcio!»

L'Associazione Calcio Milan, denominazione abbreviata in Milan, è una società di calcio di Milano, nata alla fine del 1899. Gioca nella Serie A, così come l'altra compagine milanese, l'Inter.

Il Milan è una delle squadre italiane più conosciute nel mondo e una delle più titolate nella storia del calcio. Secondo un'indagine commissionata da Istat e Abacus nell'aprile 2005 il Milan è la seconda squadra per numero di tifosi in Italia con 7,4 milioni di appassionati [1]. Inoltre è tra le più gloriose e titolate compagini di tutto il mondo: insieme al Real Madrid e all'Independiente è la seconda squadra al mondo ad aver vinto più titoli internazionali (15, alle spalle del Boca Juniors che ne ha vinti 16), tra cui 6 coppe campioni/champions league. Vanta inoltre 27 trofei in Italia (seconda società per palmares): 17 scudetti, 5 Coppe Italia e 5 Supercoppe Italiane. Ha vinto anche 2 Coppe Latine, 3 Medaglie del Re, 1 Mundialito per club e 1 Mitropa Cup.


Indice

[modifica] Storia

[modifica] I pionieri

Venne fondata nella fiaschetteria toscana di via Berchet (secondo altre fonti all'Hotel du Nord), a Milano, il 18 dicembre 1899 da Alfred Edwards ed Herbert Kilpin, inglesi con la passione per il football importata direttamente dall'Inghilterra. Insieme alla passione, Kilpin portò con sé una serie di mute (i completi di gioco) della squadra di cui era, oltremanica, acceso sostenitore. Da allora il Milan vestirà la classica maglia a strisce di colore rosso-nero.

Nell' aprile 1900, sotto la direzione di Edwards primo presidente del sodalizio, la squadra vince la Medaglia del Re sconfiggendo la Juventus per 2-0. Il trofeo, messo in palio dal re Umberto I di Savoia, è il primo vinto dal Milan e la sua conquista è bissata l'anno successivo.

Il Milan del primo scudetto nel 1901
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Il Milan del primo scudetto nel 1901

I rossoneri salgono presto alla ribalta delle cronache calcistiche italiane conquistando il primo titolo nazionale nel 1901, interrompendo la serie di vittorie consecutive del Genoa, sconfitto in finale per 3-0. La squadra guidata dal leggendario capitano Kilpin sarà sconfitta nella finale dell’anno dopo, ad opera dei genoani, e nel 1906 riuscirà a bissare il titolo. In quell’occasione ci fu uno dei primi “casi” del calcio italiano: dopo il girone finale Milan e Juventus (campione d’Italia in carica) erano a pari punti, per cui fu necessaria una gara di finale. Si giocò a Torino sul campo dei bianconeri, in virtù della loro migliore differenza reti, ma il confronto terminò in parità (0-0) dopo i tempi supplementari. A quei tempi non si tiravano i calci di rigore, si procedeva alla ripetizione della partita: la Federazione scelse il neutro dell’U.S. Milanese a Milano, ma i bianconeri in segno di protesta rinunciarono a giocare. Il Milan poté tuttavia sancire la legittimità del suo successo ripetendo l’exploit l’anno dopo (1907).

Il Milan del secondo scudetto nel 1906
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Il Milan del secondo scudetto nel 1906

Nel 1908, a seguito dei dissidi interni riguardo alla necessità o meno di tesserare giocatori stranieri, un'ala per certi versi "progressista" della dirigenza si separa dalla società fondandone,il 9-3-1908,una nuova denominata Internazionale Football Club. Nel 1916 vinse la Coppa Federale che in quell’anno andava a sostituire in qualche modo il campionato, sospeso a causa della Prima Guerra Mondiale; non si tratta tuttavia di un trofeo ufficialmente riconosciuto dalla FIGC come titolo italiano. Nel 1919 muta la denominazione originale di Milan Football and Cricket Club in Milan Football Club.

[modifica] Gli anni bui

Dopo i primi tre titoli segue, sotto la presidenza Pirelli (la quale fa costruire lo Stadio S.Siro), un lungo periodo “buio”, in cui i rossoneri rimangono sempre in massima serie (prima in Prima Divisione, poi in Serie A dalla sua istituzione nel 1929-30), pur mantenendosi in zone di metà classifica e non andando mai oltre il terzo posto. Nel 1938 le autorità fasciste impongono l’italianizzazione del nome in Associazione Calcio Milano, abbandonato subito dopo la Seconda Guerra Mondiale per tornare alla vecchia denominazione, pur conservando la dizione A.C: nasce nel 1946 l’Associazione Calcio Milan.

[modifica] I favolosi anni '50

Gunnar Gren con la maglia del Milan negli anni '50
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Gunnar Gren con la maglia del Milan negli anni '50

Nell'immediato dopoguerra è sempre fra le migliori tre squadre italiane, tranne che per il quarto posto del 1946-47, sfiorando più volte il titolo, che arriverà finalmente nel 1951 dopo 44 anni di attesa.

Il Milan del quarto scudetto nel 1951
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Il Milan del quarto scudetto nel 1951

È il grande Milan degli anni '50, quello dei tre svedesi del Gre-No-Li, di Buffon e di Annovazzi. Gli anni '50 sono un periodo d'oro per i rossoneri, che s’impongono vincendo due volte la prestigiosa Coppa Latina nel 1951 e nel 1956, vincendo altri 3 campionati (1954-55, 1956-57 e 1958-59) grazie ai gol di Gunnar Nordahl, 5 volte capocannoniere, la guida tattica di Nils Liedholm, prima a metà campo e poi come libero, la difesa arcigna guidata da Cesare Maldini. Da sottolineare che nell’arco di un decennio, dal 1947-48 al 1956-57, il Milan ha sempre terminato il campionato fra i primi 3. Risale a questo periodo il memorabile 7-1 inflitto alla Juventus sul suo campo, successo datato 5 febbraio 1950.


[modifica] L'era Rocco

Il Milan dell'ottavo scudetto nel 1962
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Il Milan dell'ottavo scudetto nel 1962

Dopo lo scudetto del 1958-1959 sotto la guida di "Gipo" Viani, il Milan vince l'ottavo titolo nel 1961-1962, con Nereo Rocco in panchina e un giovane Gianni Rivera in campo e grazie ai gol di Josè Altafini. Proprio le reti di quest'ultimo porteranno la prima volta in Italia la Coppa dei Campioni, conquistata dal Milan nel mitico stadio di Wembley nel 1963, dopo la vittoria per 2-1 nella finale contro il Benfica. Nello stesso anno i rossoneri perdono la Coppa Intercontinentale al termine della terza partita (la "bella") contro il Santos di Pelè. Nell'occasione furono rivolte critiche molto pesanti all'arbitraggio dell'argentino Brozzi, radiato in seguito a quello scandalo.

Nonostante il predominio in campionato e in Europa dell’Inter di Helenio Herrera, il Milan di Rocco si dimostra una delle migliori squadre del tempo, costituendo un esempio cristallino del gioco all’italiana.

Il Milan del nono scudetto nel 1968
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Il Milan del nono scudetto nel 1968

Nel 1967-1968 torna a conquistare lo scudetto, il primo a 16 squadre del dopoguerra, con Pierino Prati capocannoniere, oltre alla Coppa delle Coppe, conquistata a spese dell'Amburgo grazie ad una doppietta di Kurt Hamrin. L’anno successivo arriverà la seconda Coppa dei Campioni (a Madrid 4-1 in finale all'Ajax). Nella stagione 1969-1970 il Milan conquista la sua prima Intercontinentale, sconfiggendo in una drammatica doppia finale gli argentini dell'Estudiantes (3-0; 1-2).

[modifica] Lo scudetto della stella e la Serie B

Negli anni ’70 raccoglie ancora numerosi trofei, tra cui 3 Coppe Italia e la seconda Coppa delle Coppe, mentre in campionato insegue a lungo lo "scudetto della stella" (cioè il decimo), perdendo nel 1972-1973 un campionato che sembrava già vinto con una umiliante sconfitta a Verona. Lo smacco fu definito la "fatal Verona".

Il Milan del decimo scudetto nel 1979
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Il Milan del decimo scudetto nel 1979

Il 23 aprile 1978 esordisce in Serie A Franco Baresi, futura bandiera del Milan. L'agognato decimo scudetto, atteso undici anni, arriva nel 1978-1979, l'ultima stagione da calciatore per Gianni Rivera, che supera le 500 presenze in maglia rossonera e si ritira con la stella e il tricolore sulla maglia. La vittoria è degna di essere sottolineata ancor meglio considerando che il Perugia chiuse il campionato imbattuto, prima tra le squadre italiane a riuscire in una simile impresa (eguagliata proprio dai rossoneri scudettati nel 1991-1992).

Tuttavia nella stagione 1979-1980, a seguito di uno scandalo per il calcio-scommesse e malgrado il terzo posto finale, la squadra viene retrocessa in Serie B. Le sentenze della giustizia sportiva (C.A.F.) prevedono: retrocessione del Milan in B (insieme alla Lazio); inibizione a vita per il presidente Felice Colombo; squalifiche ai calciatori Enrico Albertosi, Giorgio Morini e Stefano Chiodi, rispettivamente di 4 anni, 1 anno e 6 mesi. Nel 1981, risalita, sotto la presidenza Morazzoni, nella massima serie, la squadra è ceduta a Giuseppe "Giussy" Farina (in precedenza presidente del Vicenza), ma retrocede nuovamente in Serie B e questa volta sul campo, a seguito di una stagione fallimentare. Anche se all’ultima giornata la vittoria sul Cesena sembra aver momentaneamente risparmiato la nuova onta, in Napoli-Genoa, a cinque minuti dal termine, il portiere del Napoli, Luciano Castellini, commette un errore che regala al Genoa il calcio d'angolo da cui nasce il gol del 2-2 che sancisce, di fatto, la retrocessione del Milan. Questa seconda retrocessione in B è l'unica sul campo in tutta la storia del Milan.

[modifica] L'avvento di Berlusconi e il Milan degli Invincibili

[modifica] Il ciclo di Sacchi

Marco van Basten, Pallone d'Oro in tre occasioni
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Marco van Basten, Pallone d'Oro in tre occasioni

Alcuni anni dopo, sotto la presidenza di Farina, il Milan è sull' orlo di un fallimento quando, nel marzo 1986, viene acquistato dall'imprenditore Silvio Berlusconi. Con il nuovo proprietario il club rossonero, che deve superare anche difficoltà finanziarie, vive in poco tempo una rinascita. Berlusconi affida l'incarico di allenatore al promettente tecnico Arrigo Sacchi, che impone un nuovo tipo di gioco impostato su una difesa a zona, una perfetta tattica di fuorigioco, un centrocampo solido e un attacco che ha in Ruud Gullit, Pietro Paolo Virdis e Marco van Basten (quest'ultimo salterà tuttavia quasi tutta la prima stagione) le sue stelle. Le fortune di quel Milan sono da ricondurre soprattutto al talento dei tre olandesi (il terzo è Frankie Rijkaard), ma anche alla difesa guidata dal capitano Franco Baresi.

Al primo anno di Milan Sacchi conquista il campionato del 1987-1988 con un’incredibile rimonta sul Napoli di Maradona, campione d'Italia in carica. La svolta è in maggio, con lo scontro diretto del San Paolo che premia i rossoneri.

La stagione successiva, 1988-1989, vede il Milan protagonista in Coppa dei Campioni, anche se le difficoltà non mancano. Nel ritorno del secondo turno contro la Stella Rossa Belgrado (l'andata a Milano era finita 1-1) sul campo scende una fitta nebbia, spingendo l'arbitro tedesco Pauly a sospendere a norma di regolamento la partita dopo che, a visibilità già quasi nulla, gli slavi erano passati in vantaggio e Virdis era stato espulso. Da quel momento il Milan inanella una serie di risultati positivi, eliminando nell'ordine la Stella Rossa ai rigori nel recupero (dopo un gol rossonero non visto dalla terna nonostante la palla fosse entrata di almeno mezzo metro), il Werder Brema (anche qui gol rossonero non visto, anche se molto meno evidente di quello con la Stella Rossa) e il Real Madrid, sbaragliato con uno storico 5-0 a San Siro grazie ai gol di Ancelotti, Rijkaard, Gullit, Van Basten e Donadoni in quella che molti considerano la più bella partita mai giocata dal Milan. In finale il Diavolo conquista la sua terza Coppa dei Campioni a spese della Steaua Bucarest, battuta per 4-0 al Camp Nou di Barcellona. In quell'anno la squadra rossonera si aggiudica anche la prima Supercoppa Italiana. In campionato giunge terzo alle spalle di Inter e Napoli.

Nell'annata seguente il Milan è ancora campione d'Europa dopo aver sconfitto il Benfica per 1-0 (gol di Rijkaard) e vincitore della Supercoppa Europea, grazie alla vittoria nel doppio confronto con il Barcellona (1-1 e 1-0), e della Coppa Intercontinentale, superando i colombiani del Nacional Medellín per 1-0 dopo i tempi supplementari. In campionato giunge secondo a due punti dal Napoli, al termine di un testa a testa molto combattuto e terminato con molte polemiche. Alla 25a giornata, approfittando di un calo del Napoli capolista (5 punti in 6 gare), il Milan passa al comando della classifica. L'8 aprile 1990 i rossoneri sono bloccati sullo 0-0 dal Bologna al Dall'Ara come i partenopei, che terminano 0-0 il match contro l'Atalanta a Bergamo. Nel corso della partita del Napoli, però, una monetina colpisce dagli spalti Alemao, il quale, consigliato in tal senso, rinuncia a riprendere il gioco. Il giudice sportivo assegna così la vittoria al Napoli per 2-0 a tavolino, consentendogli di raggiungere il Milan in vetta alla graduatoria. Le due squadre proseguono a pari merito sino alla 33a giornata, quando i rossoneri vanno k.o. fuori casa in favore del Verona, come nel 1973 (scudetto consegnato alla Juventus). La seconda "fatal Verona" della storia milanista si concretizza all'89° minuto, quando il gol dei gialloblu decreta il sorpasso dei campani, che espugnano il campo del Bologna e si laureano campioni d'Italia prendendosi la rivincita rispetto a due anni prima. La partita del Bentegodi solleverà molte polemiche e sarà ricordata per le quattro espulsioni di Rijkaard, Van Basten e Costacurta e Sacchi. Tre giorni dopo, il Milan perderà, in casa, anche la Coppa Italia (0-1 contro la Juventus), dopo lo 0-0 della finale di andata.

Nel 1990-1991 arriva la terza Intercontinentale (3-0 ai paraguaiani dell'Olimpia Asunción) e la seconda Supercoppa Europea, questa volta a spese della Sampdoria (1-1 e 2-0). In campionato il Milan si piazza secondo insieme all'Inter, a cinque punti dalla Sampdoria campione d'Italia. Tuttavia il club rossonero si rende protagonista di uno spiacevole episodio a Marsiglia: a pochi minuti dalla fine, mentre il Milan sta perdendo, si spengono i riflettori dello stadio. L'amministratore delegato Adriano Galliani fa uscire i giocatori dal campo in segno di protesta: la squadra è poi squalificata per un anno dalle coppe europee.

[modifica] Il ciclo di Capello

L'anno successivo la squadra è guidata da Fabio Capello, che sorprendentemente conquista lo scudetto con un campionato da record: 56 punti e nessuna sconfitta. Van Basten è capocannoniere, ma, durante la stagione successiva, proprio quando è nuovamente lanciato verso la conquista di tale titolo, risente di un gravissimo infortunio alla cartilagine della caviglia, che ne interromperà anzitempo la pur eccezionale carriera. Nella stagione 1991-1992 prosegue la marcia trionfale del Milan di Capello, capace di prolungare incredibilmente la striscia di partite senza sconfitte fino a 58 incontri.

Nel 1992-1993 il Diavolo conquista il suo 13° scudetto, il secondo consecutivo. In campo continentale i francesi dell'Olympique Marsiglia strappano però ai rossoneri la Coppa dei Campioni, sconfiggendoli per 1-0 in finale e vanificando la striscia di imbattibilità stagionale in Champions stabilita dal Milan prima di quella partita. Poco meno di tredici anni più tardi, nel gennaio 2006, in una confessione alla stampa francese Jean Jacques Eydelie, ex centrocampista dell'Olympique Marsiglia campione d'Europa nel 1993, rivela che la squadra transalpina avrebbe usato sostanze dopanti prima della finale contro il Milan. Alla dichiarazione, seguita da smentite e querele da parte degli ex dirigenti e degli ex calciatori dell'Olympique, ha fatto seguito un vespaio di polemiche nonché l'ipotesi della revoca del trofeo al Marsiglia e della sua consegna al Milan (evento poi nnon verificatosi).

Franco Baresi festeggia il 15° scudetto nel 1996
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Franco Baresi festeggia il 15° scudetto nel 1996

Finita l'era degli olandesi, i nuovi campioni della stagione 1993-1994 si chiamano Savicevic, Boban, Papin e Desailly. Il Milan riscatta la sconfitta contro l'Olympique Marsiglia conquistando la sua quinta Champions League nella finale di Atene (18 maggio 1994). L'avversario è il Barcellona, il cui allenatore, Johann Cruyff, alla vigilia si è detto sicuro della vittoria. Malgrado l'ostentata sicurezza dell'olandese i rossoneri infliggono ai catalani una severa lezione di calcio, un 4-0 senza appelli e che resta ancora oggi il maggiore scarto mai registrato in una finale di Coppa dei Campioni-Champions League. Unitamente al successo continentale il Milan sale sulla vetta nazionale per la quattordicesima volta nella sua storia, ottenendo il terzo scudetto consecutivo. Il risultato è straordinario se si pensa che il Milan del 1993-1994 e l'Inter del 1964-1965 sono le uniche squadre italiane ad aver vinto lo scudetto e la Coppa dei Campioni-Champions League nella stessa stagione.

L'era Capello continua con prestazioni che portano il Milan ad essere considerato la più forte squadra del mondo del periodo. Nel 1994-1995 la squadra si piazza quarta in campionato e raggiunge la finale di Champions League per la quinta volta in sette anni (terza consecutiva), dove però si arrende all'Ajax per 1-0 (gol del futuro milanista Patrick Kluivert). Nel 1995 arriva comunque la Supercoppa Europea, vinta contro l'Arsenal.

La stagione 1995-1996, l'ultima del ciclo di Capello, si chiude con l'ennesimo trofeo, lo scudetto, il quarto in cinque anni. Il campionato è dominato, tant'è che alla fine sono 8 i punti di vantaggio dalla Juventus. In Coppa UEFA l'avventura del Milan finisce ai quarti dopo l'eliminazione per mano del Bordeaux di Zinedine Zidane. A fine stagione l'allenatore goriziano lascia, mettendo fine ad una serie interminabile di successi.

[modifica] La crisi del periodo 1996-1998

Tra il 1996 e il 1998, dopo un ciclo vincente a livello nazionale ed europeo, il Milan conosce due anni molto difficili, conclusisi con pessimi piazzamenti in campionato (11° e 10° posto nelle stagioni 1996-1997 e 1997-1998) e una brusca eliminazione dalla Champions League nella stagione 1996-1997, quando il Diavolo è estromesso nella fase a gironi dopo la sconfitta interna contro il Rosenborg per 2-1. Alla base del fallimento ci sono acquisti e scelte tecniche sbagliate, ma anche la realtà di un ciclo ormai giunto al termine. Queste annate sanciscono un cambiamento epocale, spingendo la dirigenza a progettare una rifondazione pressoché totale della squadra.

[modifica] La stagione di Tabarez e Sacchi

Nell'estate 1996 il Milan affida la conduzione tecnica all'allenatore uruguaiano Oscar Tabarez, accolto con scetticismo da tifosi e critica. I nuovi acquisti (Christophe Dugarry, Edgar Davids, Michael Reiziger e il portiere Angelo Pagotto) si aggiungono ad un impianto già collaudato e sulla carta affidabile come quello composto dai campioni d'Italia dell'anno precedente: Franco Baresi, Dejan Savićević, Roberto Baggio, Mauro Tassotti, Sebastiano Rossi, Zvonimir Boban, George Weah, Paolo Maldini, Demetrio Albertini, Marco Simone, Alessandro Costacurta e Marcel Desailly. La squadra rimane sostanzialmente invariata rispetto alla stagione 1995-1996, come testimonia l'esiguo numero di cessioni. È solo uno il calciatore regolarmente impiegati nel campionato appena trascorso che lascia il Milan: la bandiera Roberto Donadoni. Nonostante possa presentare una squadra con molte stelle, il Milan inizia male la stagione, perdendo a San Siro contro la Fiorentina nella partita valevole per l'assegnazione della Supercoppa Italiana. Nei successivi incontri continua a stentare, fino a che a dicembre, a seguito degli scarsi risultati della squadra, Tabarez è esonerato e sostituito da Arrigo Sacchi, di nuovo al timone della squadra rossonera dopo i successi di alcuni anni prima e appena dimessosi da commissario tecnico della nazionale italiana. L'avvento del nuovo allenatore non inverte la tendenza negativa, proseguita con la clamorosa sconfitta interna contro la Juventus per 6-1 (6 aprile 1997).

[modifica] L'amaro ritorno di Capello

Anche nel 1997-1998 il club di via Turati si affida ad un ex allenatore rossonero, Capello, che nella stagione precedente aveva vinto la Liga con il Real Madrid e che è chiamato a risollevare una squadra a pezzi. La campagna acquisti del Milan è più ricca dell'anno precedente: arrivano Christian Ziege, Patrick Kluivert, Massimo Taibi, Winston Bogarde, Jesper Blomqvist, Andreas Andersson, Leonardo, Filippo Maniero (quest'ultimo da gennaio) e ritorna Roberto Donadoni. Ci sono però cessioni sbagliate, come quella di Edgar Davids, proveniente nel 1996 dall'Ajax e girato alla Juventus, di cui il giocatore diventa subito un elemento imprescindibile. Come nell'anno precedente, il Milan parte male e protrae il suo rendimento negativo fino alla fine della stagione (spicca la sconfitta per 5-0 all' Olimpico contro la Roma). In campionato termina 10°, mentre in Coppa Italia, pur riuscendo a vincere per 5-0 nell'andata dei quarti di finale nel derby di Milano contro l'Inter, perde in finale contro la Lazio: dopo la vittoria per 1-0 a San Siro, i rossoneri sono sconfitti per 3-1 all'Olimpico, con il futuro milanista Alessandro Nesta che sigla il terzo gol biancoceleste.

[modifica] Il ciclo di Zaccheroni e l'era Maldini

[modifica] Il 16° scudetto

Nell'estate del 1998 la società affida la panchina ad Alberto Zaccheroni, emergente tecnico reduce dalla positiva esperienza all'Udinese, che ha incantato appassionati ed esperti con il suo gioco offensivo e con lo spregiudicato modulo 3-4-3. Zac, come è soprannominato dai tifosi Zaccheroni, porta con sé due giocatori che nella stagione precedente avevano ben figurato nell'Udinese: l'attaccante Oliver Bierhoff e il centrocampista di fascia destra Thomas Helveg. Sul fronte nuovi arrivati ci sono anche Roberto Ayala, Luigi Sala, Bruno N'Gotty e Andres Guglielminpietro. Nella stagione 1998-1999, la prima sulla panchina del Milan, l'allenatore romagnolo pone le basi per un nuovo ciclo vincente con la conquista dello scudetto, con cui viene festeggiato il centenario della squadra. La formazione-tipo del Milan campione d'Italia è schierata secondo il modulo preferito da Zaccheroni, il 3-4-3: Abbiati; Sala, Costacurta, Maldini; Helveg, Albertini, Ambrosini, Guglielminpietro; Boban (Leonardo), Bierhoff, Weah.

Su tutti è proprio il croato Zorro Boban a guidare la squadra ad una emozionante rimonta sulla Lazio, avanti sette punti a sette gare dal termine del campionato. La vittoria assume un'importanza ancora maggiore se si pensa che la Lazio era quasi unanimemente considerata la migliore squadra di quel Campionato sul piano dei valori tecnici dei calciatori. Il sorpasso si materializza alla penultima giornata (Fiorentina-Lazio 1-1, Milan-Empoli 4-0), mentre all'ultima il vantaggio è mantenuto grazie alla vittoria in trasferta per 2-1 contro il Perugia.

Di primario valore è da considerare l'apporto dato dal tecnico Alberto Zaccheroni alla conquista del 16° Scudetto del milan in quanto tale successo è stato ottenuto con giocatori tutt'altro che di prima qualità (vedi Luigi Sala, Thomas Helveg, Andres Guglielminpietro), giovani molto validi (Massimo Ambrosini, Christian Abbiati), e con svariate defezioni nei giocatori di maggiore talento e qualità.

[modifica] Due stagioni interlocutorie e lo storico 6-0 nel derby

L'anno successivo in via Turati arriva il giovane attaccante ucraino Andriy Shevchenko, giocatore decisivo per le sorti della squadra per i successivi sette anni e che, nel dicembre 2004, conquisterà anche il Pallone d'oro, sempre con la maglia rossonera. Malgrado le ottime prestazioni di Sheva, il Milan non mantiene le aspettative: in Champions League vince solo una partita su sei (tre pareggi e due sconfitte) e così è eliminato già nel girone eliminatorio, che qualifica ai primi due posti Galatasaray e Chelsea. Il Diavolo finisce poi il campionato al terzo posto, a undici punti dalla Lazio campione, non riuscendo mai a inserirsi tra i laziali e la Juventus nella lotta per il titolo. La nota positiva è Shevchenko che, con 24 gol, vince la classifica marcatori al suo primo anno in Italia, impresa prima riuscita solo a Michel Platini.

Anche la stagione 2000-2001 si rivela insoddisfacente. Pur avendo iniziato alla grande il cammino in Champions League, con le vittorie contro il Besiktas e il Barcellona (battuto per 2-0 al Camp Nou), in seguito non riesce ad esprimersi sui livelli alti che gli competono. In campionato è sconfitto per 3-0 dalla Juventus, mentre in Champions League continuano le performance negative (su tutte la sconfitta per 1-0 a Leeds con un errore del portiere Dida, in seguito titolare e punto di forza del Milan a partire dal 2003). Nella seconda fase della Champions nelle prime cinque partite ottiene una vittoria e quattro pareggi. Nell'ultimo match giocato a marzo il Milan, costretto alla vittoria interna contro il Deportivo La Coruña, non va oltre l'1-1 ed è perciò estromesso dalla massima competizione europea per club. L'eliminazione costa la panchina a Zaccheroni, che è sostituito da Cesare Maldini, vecchia gloria rossonera e padre di Paolo. Maldini esordisce con un roboante 4-0 interno contro il Bari, ma non riesce a condurre la squadra al 4° posto, l'ultimo disponibile per l'accesso alla Champions League. Alla fine il Milan si piazza soltanto al 6° posto in Serie A, qualificandosi per la Coppa UEFA, ma si consola con lo storico trionfo nel derby in trasferta contro l'Inter, sconfitta per 6-0 l'11 maggio 2001.

[modifica] Il ciclo di Ancelotti

[modifica] Da Terim ad Ancelotti

Nell'estate 2001 Fatih Terim, allenatore turco già della Fiorentina, diventa il nuovo tecnico del Milan. La dirigenza porta a Milano campioni del calibro di Manuel Rui Costa e Filippo Inzaghi (pagati rispettivamente 80 e 75 miliardi di lire) ed elementi di sicuro valore come Javi Moreno e Cosmin Contra, che pochi mesi prima avevano condotto l'Alaves alla finale della Coppa UEFA (poi persa contro il Liverpool). Nella lista dei nuovi compaiono, oltre a Kakhaber Kaladze e Gianni Comandini (arrivati già a gennaio 2001), anche Martin Laursen e l'ex interista Andrea Pirlo. L'avvio è promettente, ma a novembre il Milan si ritrova fuori dalle prime cinque posizioni della classifica della Serie A. Terim è quindi esonerato e sostituito da Carlo Ancelotti. Magrado i problemi del capitano Paolo Maldini, l'allenatore emiliano riesce a guidare la squadra alla semifinale di Coppa UEFA, dove il Milan è eliminato dal Borussia Dortmund (seconda semifinale di sempre nella competizione). In campionato il Milan guadagna l'obiettivo che si è prefissato dopo un inizio altalenante: il 4° posto, risultato che dà l'accesso ai preliminari di Champions League. In quel periodo la formazione titolare del Milan era il 4-3-1-2: Abbiati; Contra, Costacurta, Laursen, Kaladze; Gattuso, Albertini, Serginho; Rui Costa; Shevchenko, Inzaghi. Nell'ultima parte della stagione, però, il posto di Albertini è insediato da Pirlo, autore di ottime partite e di gol decisivi.

[modifica] Il ritorno al vertice

[modifica] La Champions League del 2003

La stagione 2002-2003 è quella della risurrezione per il Milan. Come sottolineato da molti critici del settore, i rossoneri giocano un calcio spettacolare, basato sul possesso palla e sulla tecnica ed espresso nel miglior modo da un modulo innovativo (il 4-3-1-2) ideato dall'allenatore Carlo Ancelotti per far convivere nella stessa formazione Andrea Pirlo e Manuel Rui Costa. Nel sistema di gioco dei rossoneri il portoghese è impiegato come trequartista classico, mentre Pirlo, dirottato in posizione più arretrata, diventa sin da subito il fulcro dell'intera manovra. Schierato nell'inedito ruolo di regista arretrato davanti alla difesa, l'ex calciatore dell'Inter è affiancato a centrocampo da Seedorf, mezzala con compiti offensivi e abile negli inserimenti, e Gattuso, ottimo interditore. Pur avendo perso Demetrio Albertini, il Milan è rinforzato dall'innesto in difesa del nazionale italiano Alessandro Nesta e può vantare un reparto arretrato validissimo, che ha in Paolo Maldini e nell'ex laziale i suoi pilastri, e una coppia d'attacco molto affiatata, formata da Filippo Inzaghi (miglior marcatore rossonero dell'annata) e Andriy Shevchenko (fermo per buona parte dell'anno a causa di un grave infortunio e sostituito positivamente da Jon Dahl Tomasson). Un'altra pedina fondamentale dello scacchiere milanista è il portiere brasiliano Nelson Dida, divenuto titolare durante l'andata del preliminare contro lo Slovan Liberec per un infortunio di Christian Abbiati. L'estremo difensore, che aveva vissuto un'infelice e fugace esperienza al Milan nella stagione 2000-2001, dimostra una continuità di rendimento straordinaria, risultando ancora oggi uno dei migliori portieri al mondo. La formazione-tipo della stagione è: Dida; Simic, Nesta, Maldini, Kaladze; Gattuso, Pirlo, Seedorf; Rui Costa; Inzaghi, Shevchenko. Con questa base titolare il Milan di Ancelotti torna a vincere la Champions League a nove anni dal successo di Atene e mette in bacheca il suo sesto titolo europeo. Il cammino dei rossoneri in Coppa, però, inizia tra molte perplessità: ad agosto i ragazzi di Ancelotti guadagnano l'accesso al tabellone principale della manifestazione con molta fatica, eliminando lo Slovan Liberec nel terzo turno preliminare soltanto grazie al gol segnato in trasferta (vittoria 1-0 a San Siro e sconfitta 2-1 in Repubblica Ceca). Nelle due fasi successive, però, vincono i gironi in anticipo battendo anche avversari illustri come il Bayern Monaco e il Real Madrid. Nei quarti di finale il Milan trova l'Ajax. Dopo il pareggio 0-0 in Olanda nell'andata, nella partita di ritorno il risultato è fermo sul 2-2 (e quindi favorevole ai lanceri) fino all'ultimo minuto di recupero, quando un gol rocambolesco di Tomasson al 93' sancisce la qualificazione del Milan in virtù del 3-2 finale. La semifinale coincide con il primo derby di Milano nella storia della Coppa dei Campioni-Champions League. La prima partita, Milan-Inter, finisce 0-0, mentre nel ritorno, con il Milan in trasferta, il punteggio finale è di 1-1. Il Milan passa il turno per il gol segnato fuori casa, anche se i due match si sono giocati entrambi a San Siro. In finale i rossoneri sconfiggono ai calci di rigore la Juventus, rivale storica, nella prima finale della Coppa dei Campioni-Champions League contesa tra due squadre italiane. La partita di Manchester, molto combattuta, termina a reti bianche dopo i tempi supplementari e viene decisa dal dischetto. Ai calci di rigore Dida para tre tiri, mentre Andriy Shevchenko realizza il rigore decisivo che consegna al Milan il trofeo. Tre giorni più tardi, a suggello di una stagione indimenticabile, arriva la vittoria della Coppa Italia, la quinta per i rossoneri, la prima sotto la gestione Berlusconi, a 26 anni dall'ultimo successo in tale competizione. In campionato, dopo un ottimo girone d'andata (campione d'inverno), la squadra rallenta il passo e giunge terza. Il 29 agosto 2003 conquista la sua quarta Supercoppa Europea (terzo trofeo stagionale) battendo il Porto per 1-0 a Montecarlo, con un altro gol di Shevchenko.

Coreografia della Curva Sud per il 17° scudetto in occasione di Milan-Brescia 4-2 del 16 maggio 2004
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Coreografia della Curva Sud per il 17° scudetto in occasione di Milan-Brescia 4-2 del 16 maggio 2004
Festeggiamenti per il 17° scudetto in Piazza Duomo a Milano
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Festeggiamenti per il 17° scudetto in Piazza Duomo a Milano

[modifica] Lo scudetto del 2004

Il 2003-2004 vede il ritorno del Milan al predominio nazionale. La squadra si laurea campione d'Italia per la diciassettesima volta con due turni d'anticipo sulla fine del torneo, distanziando notevolmente la Roma e surclassando nettamente tutte le dirette concorrenti. L'incontro decisivo si tiene a Milano il 2 maggio 2004: Milan-Roma termina 1-0 grazie a un gol di Shevchenko, servito da Kakà. Proprio il giovane brasiliano si rivela l'uomo-chiave della stagione, l'asso nella manica della squadra. Gli altri artefici dell successo sono Andriy Shevchenko (di nuovo capocannoniere della Serie A dopo sei anni), Cafu, Paolo Maldini, Andrea Pirlo, Gennaro Gattuso, Alessandro Nesta e Clarence Seedorf. La festa per lo scudetto si tiene all'ultima giornata, il 16 maggio 2004, in occasione di Milan-Brescia 4-2, partita che segna il congedo di Roberto Baggio dal calcio giocato. Il successo addolcisce le amarezze dell'annata: la sconfitta ai rigori patita a vantaggio del Boca Juniors nella sfida valevole per l'assegnazione della Coppa Intercontinentale e l'eliminazione dai quarti di finale della Champions League ad opera del Deportivo La Coruña (vittoria per 4-1 a Milano e sconfitta per 4-0 in Spagna).

[modifica] I due secondi posti del 2005

Nel 2004-2005, dopo una stagione giocata all'altezza della precedente, il Milan si imbatte in un finale a dir poco traumatizzante: l'8 maggio 2005 viene sconfitto dalla Juventus a San Siro nello scontro diretto per lo scudetto; il 25 maggio perde anche nella finale di Champions League. A Istanbul i rossoneri si portano sul 3-0 (grazie ad una rete di Paolo Maldini e alla doppietta di Hernan Crespo) sul Liverpool, ma sono raggiunti incredibilmente sul 3-3 nel secondo tempo, in soli 6 minuti. La gara procede ai supplementari e quindi ai rigori, dove la squadra inglese vince la coppa. La delusione dei tifosi rossoneri è paragonabile a quella che gli interisti subirono il 5 maggio 2002 (quando persero lo scudetto per un soffio a vantaggio della Juventus) e a quella degli stessi tifosi juventini, che avevano perso la Champions League ai rigori proprio contro il Milan nel 2003. Il Milan perde la finale della Champions League vestendo la seconda maglia bianca, tradizionale portafortuna.

[modifica] Il 2005-2006 e lo scandalo del calcio

Il Milan nella formazione-tipo 2005-2006
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Il Milan nella formazione-tipo 2005-2006
Veduta di San Siro prima della semifinale di Champions League 2005
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Veduta di San Siro prima della semifinale di Champions League 2005

L'8 marzo 2006 il Milan ha sconfitto il Bayern Monaco per 4-1 nel ritorno degli ottavi di finale di Champions League, eliminandolo dopo l'1-1 dell'Allianz Arena. Il club rossonero, così, è diventata l'unica squadra europea ad aver partecipato ai quarti di finale della competizione in tutte le edizioni dal 2002-2003 al 2005-2006 (con 3 semifinali, 2 finali ed un successo). Il club, quindi, si conferma come una delle potenze calcistiche continentali ed è considerato da molti la migliore squadra europea del periodo prima citato. Ai quarti di finale dell'ultima edizione della Champions League il Milan ha poi estromesso il Lione, pareggiando per 0-0 in Francia e battendo i transalpini per 3-1 a San Siro: decisive le reti nei minuti finali di Filippo Inzaghi e Andriy Shevchenko. Grazie a quel gol Shevchenko è diventato il miglior marcatore di tutti i tempi della Champions League. Il proposito rossonero di vendicare la sconfitta contro il Liverpool, però, si è spento in semifinale contro il Barcellona. Nella partita di andata a San Siro hanno vinto i blaugrana per 1-0 (gol di Giuly), nel ritorno al Camp Nou la partita è finita 0-0. Nella circostanza, però, peserebbe un gol annullato dall'arbitro Merk a Shevchenko, rete che i più hanno giudicato regolare. Si tratta della seconda eliminazione del Milan in semifinale di Coppa dei Campioni-Champions League, dopo quella del 1956 subita a vantaggio del Real Madrid. Malgrado l'eliminazione il Milan occupa il primo posto della graduatoria continentale dell'UEFA, stilata sulla base dei risultati ottenuti nelle coppe europee nell'ultimo quinquennio.

Nella Serie A 2005-2006, malgrado il dominio della Juventus, il Milan è venuto fuori alla distanza. Dopo aver inflitto ai bianconeri la loro prima e unica sconfitta in campionato (3-1 a San Siro il 29 ottobre 2005), nel girone di ritorno ha ridotto da 14 a 3 i punti di svantaggio sulla squadra piemontese, chiudendo il campionato a 88 punti, 3 in meno della capolista Juventus. Nel maggio 2006 anche il Milan (oltre a Juventus, Lazio, e Fiorentina e altre squadre) è indagato nello scandalo di intercettazioni telefoniche che fanno presumere illeciti sportivi riguardanti la stagione 2004-2005. Le gare inizialmente sospette sono due: la vittoria per 1-0 con il Chievo, in cui furono annullate due reti regolari (una al Milan e una gli ospiti) e il pareggio interno per 1-1 con il Brescia. Nel processo sportivo, però, sarà indagata e sottoposta a giudizio solo la posizione della società a proposito della partita con il Chievo. Il dirigente coinvolto è Leonardo Meani, collaboratore addetto al rapporto con gli arbitri, che secondo l'inchiesta avrebbe richiesto guardalinee compiacenti. Le richieste dell'accusa, rese note il 4 luglio 2006, prevedono la retrocessione del Milan in Serie B con 3 punti di penalizzazione. Il 14 luglio 2006 la sentenza di primo grado della giustizia sportiva riserva al Milan un trattamento ferreo, ma comunque meno pesante di quello riservato a Juventus, Fiorentina e Lazio, essendo riconosciuta al club di via Turati solo la responsabilità oggettiva e quindi una posizione meno grave. La società rossonera è condannata ad una penalizzazione di 44 punti da scontare nel campionato 2005-2006, con conseguente esclusione dalle coppe europee (anche se sarebbe stato ammesso in Coppa UEFA poiché l'Empoli, promosso nella competizione dopo lo scandalo, non aveva la licenza UEFA quindi non poteva qualificarsi per competizioni internazionali) e 15 punti di penalizzazione da scontare nel campionato 2006-2007. Vengono inoltre puniti il vicepresidente Adriano Galliani con l'inibizione per un anno e l'addetto agli arbitri Leonardo Meani con l'inibizione per 3 anni e 6 mesi. A seguito della prima sentenza, i rossoneri ricorrono in appello alla Corte Federale la quale, il 25 luglio, ha ridotto la penalizzazione per il campionato 2005-2006 a 30 punti, scalando il Milan alla terza posizione e consentendogli così di partecipare alla Champions League 2006-2007, seppur dal terzo turno preliminare. La sentenza ha ridotto anche i punti di penalizzazione da -15 a -8 per la stagione 2006-2007, definendo "marginale" la posizione di Meani. L'inibizione di Galliani è scesa a 9 mesi, mentre quella per Meani a 2 anni e 6 mesi.

[modifica] La sesta stagione di Ancelotti

WikiNews

Questa sezione tratta argomenti o eventi di attualità o in corso. Le informazioni contenute potrebbero cambiare rapidamente con il progredire degli eventi.

Per approfondire, vedi la voce Associazione Calcio Milan stagione 2006-2007.

Alla fine di maggio 2006, archiviata la stagione 2005-2006, il Milan cede Manuel Rui Costa, il quale rescinde consensualmente il contratto per trasferirsi al Benfica, Jaap Stam che torna in Olanda e Andriy Shevchenko, passato al Chelsea. La partenza dell'attaccante ucraino genera grande disappunto tra i tifosi e la stessa dirigenza, che prende atto della volontà del calciatore di lasciare il Milan. Pochi giorni più tardi, il 15 giugno, l'assemblea dei soci elegge per acclamazione Silvio Berlusconi presidente del Milan dopo un'assenza che durava dal 28 dicembre 2004. Alla metà di agosto del 2006 il Milan, nell'ambito del processo per lo scandalo del calcio italiano, viene nuovamente deferito dal procuratore Palazzi per responsabilità oggettiva. A far scattare il provvedimento è il deferimento dell'addetto agli arbitri Leonardo Meani per omessa denuncia riguardo a una presunta combine nella partita Arezzo-Salernitana della Serie B 2004-2005. Il 2 agosto, in seguito alle vicende dello scandalo nel calcio italiano, la UEFA decide di ammettere il Milan al terzo turno preliminare della Champions League 2006-2007 contro la Stella Rossa dopo aver esaminato il ricorso del Lens, squadra quarta classificata nel campionato francese 2005-2006 e che con l'appoggio della Federcalcio francese, aveva chiesto all'UEFA di escludere il Milan dalla Champions League per questioni di etica e morale sportiva e di subentrargli nella competizione. Nove giorni più tardi il Milan attua la stessa decisione dei club coinvolti nello scandalo (Juventus, Lazio e Fiorentina) e ricorre alla Camera di Conciliazione del CONI per ottenere un ulteriore sconto sui punti di penalizzazione. Il club, però, consegue solo l'annullamento di una pena accessoria, la squalifica del campo per una giornata.

Il 22 agosto il Milan supera il turno preliminare e accede alla fase a gironi della Champions League 2006-2007. Nell'ultimo giorno della sessione estiva del calciomercato la società acquista dal Betis Siviglia l'attaccante brasiliano Ricardo Oliveira, cedendo come contropartita tecnica Johann Vogel. Ad Oliveira viene assegnata la maglia numero 7 che apparteneva a Shevchenko. L'11 settembre, dopo l'esordio vittorioso del giorno prima in campionato contro la Lazio a San Siro, la società decide di presentare ricorso all'arbitrato del CONI, ultimo grado della giustizia sportiva, con l'obbiettivo di farsi ridurre la propria penalizzazione (-8 punti) nella massima serie. L'arbitrato, i cui provvedimenti sono stati resi noti il 27 ottobre, non ha tuttavia concesso al club rossonero riduzioni sui punti di penalizzazione, a differenza delle altre società coinvolte. Intanto, dopo un buon inizio di stagione, dalla fine di ottobre alla sosta natalizia il Milan attraversa un periodo di crisi di gioco e di risultati, occupando stabilmente la seconda metà della graduatoria.


[modifica] Cronistoria

  • 1899 - Fondazione del Milan Cricket and Football Club
  • 1900 - Eliminato prima della finale
  • 1901 - Campione d'Italia
  • 1902 - Finalista perdente
  • 1903 - Eliminato prima della finale
  • 1904 - Eliminato prima della finale
  • 1905 - Cambia denominazione in Milan Football Club - Eliminato nel Girone Lombardo
  • 1906 - Campione d'Italia
  • 1907 - Campione d'Italia
  • 1908 - Non prende parte al campionato
  • 1909 - 2° nel Girone Lombardo
  • 1910 - 7° nel Girone Unico
  • 1911 - 2° nel Girone Ligure-Lombardo-Piemontese
  • 1912 - 2° nel Girone Ligure-Lombardo-Piemontese
  • 1913 - 1° nel Girone Ligure-Lombardo - 4° nel Girone finale dell'Italia settentrionale
  • 1914 - 3° nel Girone Lombardo-Piemontese
  • 1915 - 1° nel Gruppo D dell'Italia settentrionale - 1° nel Girone B delle semifinali interregionali - 4° nel Girone finale
  • 1916 - Vince la Coppa Federale
  • 1920 - 1° nel Girone B Lombardo - 3° nel Girone A delle semifinali interregionali
  • 1921 - 1° nel Girone B Lombardo - 4° nel Girone finale Lombardo
  • 1922 - 10° nel Girone A della Lega Nord (Campionato C.C.I.)
  • 1923 - 4° nel Girone B della Lega Nord
  • 1924 - 7° nel Girone B della Lega Nord
  • 1925 - 8° nel Girone B della Lega Nord
  • 1926 - 7° nel Girone B della Lega Nord
  • 1927 - 2° nel Girone B del Campionato Nazionale - 6° e ultimo nel Girone finale
  • 1928 - 4° nel Girone A del Campionato Nazionale - 6° nel Girone finale
  • 1929 - 2° nel Girone finale del Campionato nazionale. Ammesso alla nuova Serie A
  • 1930 - 11° in Serie A
  • 1931 - 12° in Serie A
  • 1932 - 4° in Serie A
  • 1933 - 11° in Serie A
  • 1934 - 9° in Serie A
 
  • 1935 - 10° in Serie A
  • 1936 - 8° in Serie A
  • 1937 - 4° in Serie A
  • 1938 - 3° in Serie A
  • 1939 - Cambia denominazione in Associazione Calcio Milano - 9° in Serie A
  • 1940 - 8° in Serie A
  • 1941 - 3° in Serie A
  • 1942 - 9° in Serie A
  • 1943 - 6° in Serie A
  • 1946 - 4° nel Campionato Alta Italia - 3° nel Girone finale - Cambia denominazione in Associazione Calcio Milan
  • 1947 - 4° in Serie A
  • 1948 - 2° in Serie A
  • 1949 - 3° in Serie A
  • 1950 - 2° in Serie A
  • 1951 - Campione d'Italia - Vince la Coppa Latina
  • 1952 - 2° in Serie A
  • 1953 - 3° in Serie A
  • 1954 - 3° in Serie A
  • 1955 - Campione d'Italia
  • 1956 - 2° in Serie A - Vince la Coppa Latina
  • 1957 - Campione d'Italia
  • 1958 - 9° in Serie A
  • 1959 - Campione d'Italia
  • 1960 - 3° in Serie A
  • 1961 - 2° in Serie A
  • 1962 - Campione d'Italia
  • 1963 - 3° in Serie A - Vince la Coppa dei Campioni
  • 1964 - 3° in Serie A
  • 1965 - 2° in Serie A
  • 1966 - 7° in Serie A
  • 1967 - 8° in Serie A - Vince la Coppa Italia
  • 1968 - Campione d'Italia - Vince la Coppa delle Coppe
  • 1969 - 2° in Serie A - Vince la Coppa dei Campioni
  • 1970 - 4° in Serie A - Vince la Coppa Intercontinentale
  • 1971 - 2° in Serie A
  • 1972 - 2° in Serie A - Vince la Coppa Italia
  • 1973 - 2° in Serie A - Vince la Coppa Italia e la Coppa delle Coppe
  • 1974 - 7° in Serie A
  • 1975 - 5° in Serie A
  • 1976 - 3° in Serie A
 
  • 1977 - 10° in Serie A - Vince la Coppa Italia
  • 1978 - 4° in Serie A
  • 1979 - Campione d'Italia
  • 1980 - 3° in Serie A, retrocesso in Serie B per illecito
  • 1981 - 1° in Serie B, promosso in Serie A
  • 1982 - 14° in Serie A, retrocesso in Serie B
  • 1983 - 1° in Serie B, promosso in Serie A
  • 1984 - 6° in Serie A
  • 1985 - 5° in Serie A
  • 1986 - 7° in Serie A
  • 1987 - 5° in Serie A
  • 1988 - Campione d'Italia
  • 1989 - 3° in Serie A - Vince la Coppa dei Campioni e la Supercoppa Italiana
  • 1990 - 2° in Serie A - Vince la Coppa dei Campioni, la Supercoppa Europea e la Coppa Intercontinentale
  • 1991 - 2° in Serie A - Vince la Supercoppa Europea e la Coppa Intercontinentale
  • 1992 - Campione d'Italia - Vince la Supercoppa Italiana
  • 1993 - Campione d'Italia - Vince la Supercoppa Italiana
  • 1994 - Campione d'Italia - Vince la Coppa dei Campioni e la Supercoppa Italiana
  • 1995 - 4° in Serie A - Vince la Supercoppa Europea
  • 1996 - Campione d'Italia
  • 1997 - 11° in Serie A
  • 1998 - 10° in Serie A
  • 1999 - Campione d'Italia
  • 2000 - 3° in Serie A
  • 2001 - 6° in Serie A
  • 2002 - 4° in Serie A
  • 2003 - 3° in Serie A - Vince la Coppa dei Campioni, la Coppa Italia e la Supercoppa Europea
  • 2004 - Campione d'Italia - Vince la Supercoppa Italiana
  • 2005 - 2° in Serie A
  • 2006 - 2° in Serie A, declassato al 3° posto per illecito

[modifica] Piazzamenti recenti

MILAN: Piazzamenti ottenuti in Serie A dal 1992 al 2006
Stagione Pos G V N P GF GS Pt
1991-92 34 22 12 0 74 21 56[2]
1992-93 34 18 14 2 65 32 50[2]
1993-94 34 19 12 3 36 15 50[2]
1994-95 34 17 9 8 53 32 60
1995-96 34 21 10 3 60 24 73
1996-97 11° 34 11 10 13 43 45 43
1997-98 10° 34 11 11 12 37 43 44
1998-99 34 20 10 4 59 34 70
1999-00 34 16 13 5 65 40 61
2000-01 34 12 13 9 56 46 49
2001-02 34 14 13 7 47 33 55
2002-03 34 18 7 9 55 30 61
2003-04 34 25 7 2 65 24 82
2004-05 38 23 10 5 63 28 79
2005-06 38 28 4 6 85 31 88 [3]

Pos = Posizione di classifica; G = Partite giocate; V = Partite vinte; N = Partite pareggiate; P = Partite perse; GF = Gol fatti; GS = Gol subiti; Pt = Punti

[modifica] Rose

[modifica] Rosa

Rosa e numerazione maglie ufficializzate il 1° settembre 2006.

Portieri
1 Brasiliana Dida
16 Australiana Zejiko Kalac
29 Italiana Valerio Fiori
Difensori
2 Brasiliana Cafu
3 Italiana Paolo Maldini (Capitano)
4 Georgiana Kakhaber Kaladze
5 Italiana Alessandro Costacurta
13 Italiana Alessandro Nesta
17 Croata Dario Šimić
18 Ceca Marek Jankulovski
19 Italiana Giuseppe Favalli
25 Italiana Daniele Bonera
Centrocampisti
8 Italiana Gennaro Ivan Gattuso
10 Olandese Clarence Seedorf
20 Francese Yoann Gourcuff
21 Italiana Andrea Pirlo
22 Brasiliana Kakà
23 Italiana Massimo Ambrosini
27 Brasiliana Serginho
32 Italiana Cristian Brocchi
Attaccanti
7 Brasiliana Ricardo Oliveira
9 Italiana Filippo Inzaghi
11 Italiana Alberto Gilardino
15 Italiana Marco Borriello
Allenatore
Italiano Carlo Ancelotti


[modifica] Rose delle stagioni precedenti

2005-2006 | 2004-2005 | 2003-2004

[modifica] Palmares

[modifica] Ufficiali

[modifica] Altri trofei

[modifica] Non ufficiali

[modifica] Goleador e presidenti

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I presidenti dell'AC Milan
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  • 1899-1908 - Alfred Edwards
  • 1908-1929 - Piero Pirelli
  • 1929-1933 - Luigi Ravasco
  • 1933-1936 - Mario Bernazzoli
  • 1936-1938 - Pietro Annoni
  • 1938-1939 - Emilio Colombo
  • 1939-1940 - Achille Invernizzi
  • 1940-1954 - Umberto Trabattoni
  • 1954-1963 - Andrea Rizzoli
  • 1963-1966 - Felice Riva
  • 1966-1967 - Luigi Carraro
  • 1967-1971 - Franco Carraro
  • 1971-1972 - Federico Sordillo
  • 1972-1975 - Albino Buticchi
  • 1975-1976 - Bruno Pardi
  • 1976-1977 - Vittorio Duina
  • 1977-1980 - Felice Colombo
  • 1980-1982 - Gaetano Morazzoni
  • 1982-1986 - Giuseppe Farina
  • 1986-1986 - Rosario Lo Verde
  • 1986-2004 - Silvio Berlusconi
  • 2004-2006 - Adriano Galliani
  • dal 2006 - Silvio Berlusconi
[[|Leggi...]]
Giocatore Gol Stagioni
Gunnar Nordahl 221 8
Andriy Shevchenko 173 7
Gianni Rivera 164 19
Josè Altafini 161 7
Aldo Boffi 136 9
Marco Van Basten 124 6
Giuseppe Santagostino 106 11
Pierino Prati 102 7
Louis Van Hege 98 7
Albertino Bigon 90 9
Nils Liedholm 89 12
Renzo Burini 88 6
Pietro Paolo Virdis 76 5
Marco Simone 75 9
Filippo Inzaghi (*) 75 5
Aldo Cevenini I 73 7
Pietro Sante Arcari 70 6
Daniele Massaro 70 9
Giovanni Moretti 68 8
Angelo Benedicto Sormani 65 5

(*) ancora in attività, i dati possono non essere aggiornati.


[modifica] La prima partita ufficiale

[modifica] La formazione

[modifica] Il tabellino


15 aprile 1900
Fc Torinese 3-0 Milan Velodromo Umberto I, Torino
Arbitro: De Roote
Bosio (15')
Bosio (18')
Bosio (70')

[modifica] Giocatori celebri o rappresentativi

Legenda

Campioni del Mondo
* Nella rosa attuale
** In attività in altre squadre
*** Ora allenatori

[modifica] Italiani

   

[modifica] Stranieri

[modifica] Europei

Paesi Bassi

Francia

Svezia

 

Danimarca

Inghilterra

Germania

Belgio

Croazia

 

Norvegia

  • Per Bredesen
  • Steinar Nilsen

Portogallo

Romania

Spagna

Bielorussia

Repubblica Ceca

Georgia

Montenegro

 

Scozia

Svizzera

Turchia

  • Ümit Davala

Ucraina

[modifica] Sudamericani

Brasile

 

Argentina

 

Uruguay

Perù

  • Victor Benitez

[modifica] Africani

Liberia

 

Nigeria


[modifica] Allenatori celebri

[modifica] Italiani

 

[modifica] Stranieri


[modifica] Curiosità

  • Il tipico tifoso del Milan per lunghi decenni del XX secolo apparteneva alla classe popolare e operaia, spesso immigrato dal Sud o dal Triveneto. I tifosi rivali dell'Inter li soprannominavano "Casciavìtt", che in milanese significa "cacciaviti", proprio per indicare l'origine proletaria ed operaia della larga parte dei tifosi rossoneri. A loro volta i tifosi milanisti chiamavano i cugini neroazzurri "bauscia", termine milanese che significa gradasso, per indicare uno degli stereotipi classici dei milanesi, essendo allora la tifoseria neroazzurra composta perlopiù dalle classi medie ed altolocate, di origine prettamente meneghina. Questo divario tra tipo di tifosi si andò spegnendosi già negli anni '60 del secolo passato, sino ad essere ormai totalmente inutilizzabile oggi.
  • Il Milan e la Mitropa Cup (o Coppa Europa Centrale). Il club ha partecipato tre volte a questa manifestazione e, nel 1929, dopo due combattutissime partite con il Genoa, entrambe concluse in parità dopo i supplementari, fu beffato al sorteggio, perdendo il diritto ad essere il primo club italiano a partecipare ad una competizione europea. Le tre partecipazioni risalgono al 1938, 1966, e 1981-1982. Nel 1938 il trofeo equivaleva all'attuale UEFA Champions League ed il Milan fu eliminato negli ottavi dai romeni del Ripensia Timisoara (3-1; 0-3); nel 1966 equivaleva all'attuale Coppa Intertoto e fu eliminato negli ottavi dalla Dinamo Zagreb (0-0; 0-1); nel 1981-1982, quando il trofeo era riservato ai club vinictori del campionato di serie B e si disputava con un girone all'italiana, il Milan (retrocesso l'anno prima per il calcio-scommesse) lo vinse precedendo Vitkovice, Osijek e Haladas. Questi i risultati: Milan- Vitkovice 3-0, 1-2; Milan-Osijek 2-1, 1-1; Milan-Haladas 2-0,1-0.
  • Il Milan non ha mai vinto la Coppa Uefa, competizione dove ha raggiunto due volte la semifinale: nel 1971-1972 contro il Tottenham Hotspur (1-1 ; 1-2), e nel 2001-2002 contro il Borussia Dortmund (0-4 ; 3-1). Da notare che nelle tre partecipazioni degli ultimi venti anni (1987-1988; 1995-1996; 2001-2002) il Milan è stato sempre eliminato dalla squadra finalista perdente: Espanyol (0-2; 0-0), Bordeaux (2-0; 0-3) e Borussia Dortmund (0-4; 3-1).
  • Il club detiene il record di imbattibilità nel campionato di Serie A (58 partite) ed il record di vittorie della classifica marcatori del campionato di Serie A (16 volte): 5 con Nordahl, 3 con Boffi, 2 con Shevchenko e Van Basten, 1 con Altafini, Prati, Rivera, Virdis.
  • Il Milan è l'unica squadra italiana ad aver vinto un campionato di Serie A senza subire una sola sconfitta: si tratta della stagione 1991-92, la prima con allenatore Capello, nella quale i Rossoneri conquistarono 22 vittorie e 12 pareggi in 34 partite, segnando 74 reti e subendone solamente 21. In precedenza solo il Perugia, nella stagione 1978-79, era riuscito a concludere un campionato di A senza sconfitte, ma arrivò secondo, complici i troppi pareggi, proprio dietro il Milan che conquistò il leggendario scudetto della stella.
  • La squadra in campionato, oltre ai 17 scudetti, si è classificata 14 volte seconda e 16 volte terza. In oltre 100 anni di storia, la società è arrivata tra le prime tre posizioni nel 46% dei casi.
  • Il Milan ha disputato 26 finali nelle principali competizioni internazionali, un record: 10 in Coppa dei Campioni-Champions League (6 vittorie), 3 in Coppa delle Coppe (2 vittorie), 6 in Supercoppa Europea (4 vittorie), 7 in Coppa Intercontinentale (3 vittorie). Nella stagione 1993-1994 la squadra rossonera ha giocato le finali della Supercoppa Europea (contro il Parma) e della Coppa Intercontinentale (contro il San Paolo) per delibera della UEFA in seguito all'esculsione per illecito dell'Olympique Marsiglia campione d’Europa 1993.
  • Solo gli argentini del Boca Juniors, che si trovano a quota 16, hanno vinto più trofei internazionali del Milan. I Rossoneri condividono con Real Madrid ed Indipendiente il secondo posto nelle vittorie continentali ed intercontinentali (15): 6 Champions League, 2 Coppe delle Coppe, 4 Supercoppe Europee, 3 Coppe Intercontinentali.
  • Nei 72 campionati (sui 74 totali di serie A) disputati, il Milan ha preceduto l'Internazionale 35 volte ed altrettante volte ha finito il campionato dietro ai cugini. Inoltre, per due volte, i clubs hanno chiuso il campionato appaiati: nel 1957-1958 e nel 1990-1991, con il Milan avanti all'Inter, in entrambi i casi, per differenza-reti. Gli atri due sono i campionati di serie B. Da notare che anche nel 1945-1946 si verificò una situazione simile: l'Inter precedette il Milan nel campionato Alta Italia, mentre il Milan chiuse il girone finale davanti ai neroazzurri.
  • Dopo la stagione 1997-98,al capitano di tante battaglie Franco Baresi è stata ritirata la mitica maglia numero 6. Stessa cosa che succederà per Paolo Maldini: nessuno indosserà più la sua numero 3.
  • Gunnar Nordhal detiene il record di marcature nel Milan (221, delle quali 210 in serie A), ma questo record non sarebbe mai stato possibile se la Juventus non avesse soffiato ai rossoneri il danese Plogger, diretto al Milan per metter nero su bianco il contratto. Per risarcire i rivali, l'avvocato Agnelli mandò ai meneghini il poderoso svedese, già opzionato dai bianconeri.
  • Marco Van Basten, grande centravanti rossonero dal 1987 al 1993, che dovette abbandonare la carriera per problemi a una caviglia a 29 anni non ancora compiuti, segnò il primo e l'ultimo gol della sua carriera nel Milan allo stesso portiere, Nista: il primo nel settembre del 1987 in Pisa-Milan, l'ultimo il 9 maggio 1993 ad Ancona. Entrambe le partite, curiosamente, si chiusero sul 3-1 in favore dei rossoneri.

[modifica] Note

  1. Indagine Istat e Abacus 2005
  2. 2,0 2,1 2,2 La vittoria valeva 2 punti.
  3. Penalizzato di 30 punti dalla Corte Federale per illecito e declassato al 3° posto.

[modifica] Bibliografia

  • Per la sezione Cronistoria: "Il libro del calcio italiano", allegato a Il Corriere dello Sport-Stadio - ottobre 2000

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