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Associazione Sportiva Roma - Wikipedia

Associazione Sportiva Roma

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

AS Roma
'A Maggica (La Magica); Giallorossi
Segni distintivi
Uniformi di gara
Manica sinistra Maglia ufficiale Manica destra
Calzoncini da gara
Calzettoni da gara
 
Casa
Manica sinistra Maglia ufficiale Manica destra
Calzoncini da gara
Calzettoni da gara
 
Trasferta
Manica sinistra Maglia ufficiale Manica destra
Calzoncini da gara
Calzettoni da gara
 
Terza divisa
Colori sociali: giallo oro-rosso porpora
Simboli: Lupa capitolina
Inno: Roma (non si discute, si ama) (1974)
Grazie Roma


Antonello Venditti (1983)
Dati societari
Confederazione: UEFA
Nazione: Italia
Federazione: FIGC
Città: Roma
Fondazione: 1927
Presidente: Francesco Sensi
Palmarès
Scudetti: 3
Trofei nazionali: 7 Coppa/e Italia
1 Supercoppa Italiana
Trofei Internazionali: 1 Coppa/e UEFA
Stadio
Olimpico
(83.000 posti)
Contatti
Associazione Sportiva Roma

Via di Trigoria Km 3,600
00128 Roma
tel: (06) 501911
fax: (06) 5061736

www.asroma.it
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«Io la Roma la seguo sempre! Nun me so' sposato apposta!»
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«Chi affronta la Roma non sa mai cosa lo aspetta, anche perché i primi a non saperlo siamo proprio noi.»
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«La Roma non ha mai pianto e mai piangerà: perché piange il debole, i forti non piangono mai.»

L'Associazione Sportiva Roma, spesso abbreviata in A.S. Roma o Roma, è una società calcistica di Roma. È una delle principali squadre di calcio italiane.

Secondo una statistica del 2006 della Doxa per il settimanale L'Espresso, è la quarta squadra per numero di tifosi in Italia con circa il 6% degli appassionati di calcio, stimabili in circa 1.440.000 tifosi. Dall'anno della fondazione ha sempre partecipato, tranne che in un'occasione, ai campionati di Serie A, giungendo tre volte prima, otto volte seconda e cinque volte terza.

Indice

[modifica] Storia

Sostanzialmente nella storia della Associazione Sportiva Roma possono essere riconosciuti tre grandi periodi, coincidenti con i tre titoli nazionali conquistati, in cui la squadra visse una serie di annate decisamente positive. Gli anni che vanno dalla sua nascita fino all'inizio della Seconda Guerra Mondiale, furono l'epoca degli entusiasmi iniziali, quelli del Testaccio. A seguito di un decennio in cui la squadra esprimeva un bel gioco espresso da giocatori realmente attaccati alla maglia, il club coronò il sogno di vincere il suo primo Scudetto proprio sul finale di quello splendido periodo. Dopo una breve parentesi in cui, negli anni 60, la squadra non andò oltre l'unica vittoria europea della sua storia con la Coppa delle Fiere, un secondo periodo d'oro si può facilmente riconoscere negli anni della gestione Viola, quelli successivi alla prima grande crisi del calcio moderno, in cui la squadra giallorossa sotto la guida di Nils Liedholm, oltre a vincere il secondo titolo della sua storia, quasi riuscì nell'impresa storica di vincere la Coppa dei Campioni, arrendendosi solo in finale di fronte ai calci di rigore. Una terza epoca infine va ricondotta al recente passato, ai primi anni del 2000 quando grazie agli sforzi economici del presidente Franco Sensi e all'allenatore Fabio Capello, figura discordante e poco amata dai tifosi romanisti, la Roma arrivò a conquistare il suo terzo titolo nazionale e successivamente svolse una serie di annate di buon livello.

[modifica] Le origini

Per approfondire, vedi la voce Associazione Sportiva Roma/Le origini.
Manica sinistra Maglia ufficiale Manica destra
Calzoncini da gara
Calzettoni da gara
 
Alba
Manica sinistra Maglia ufficiale Manica destra
Calzoncini da gara
Calzettoni da gara
 
Fortitudo
Manica sinistra Maglia ufficiale Manica destra
Calzoncini da gara
Calzettoni da gara
 
Roman

Agli inizi del XX secolo, quando il gioco del calcio stava prendendo piede in tutta la penisola italiana, nella città di Roma la situazione era molto simile a quella che si viveva (e si vive tutt'ora) a Londra. Come nella capitale britannica, la pratica di questo sport era svolta da un gran numero di piccoli club, ognuno con le sue particolarità e differenze; spesso erano squadre di quartiere o vere e proprie rappresentanti di classi sociali ben definite. Negli anni 20, a Roma, nella prima divisione regionale giocavano ben otto società: U.S.Romana, Fortitudo, Alba, Juventus, Roman, Audace, Pro Roma e la Lazio.

[modifica] La nascita della A.S.Roma

Italo Foschi, fondatore della A.S. Roma.
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Italo Foschi, fondatore della A.S. Roma.

La squadra capitolina venne costituita grazie alla fusione di tre delle società calcistiche della Capitale: l'Alba audace, il Roman e la Fortitudo pro Roma. Tale decisione venne presa per volere dell'allora segretario della federazione romana del Partito Nazionale Fascista, l'abruzzese Italo Foschi (all'epoca anche membro del CONI e Presidente della Fortitudo pro Roma). La data di nascita dell'A.S. Roma è stata a lungo discussa: da molte fonti viene infatti indicato il 22 luglio 1927; in realtà sembra che la fusione sia stata formalizzata il 7 giugno dello stesso anno, come annunciato il giorno successivo dai quotidiani romani Il Tevere, La Tribuna e Il Messaggero.

Foschi diede corpo all'idea di avere una squadra sportiva che portasse il nome della città di Roma e che potesse ambire ai massimi risultati. Così come era accaduto in altre città del centro-sud (Firenze, Napoli e Bari), infatti, si intendeva dare vita, attraverso la fusione, a compagini di maggiori dimensioni in grado di reggere l'urto del calcio professionistico già ampiamente praticato dalle formazioni del nord dell'Italia, fino a quel momento dominatrici assolute della scena calcistica nazionale. Della fusione avrebbe dovuto far parte anche la Società Sportiva Lazio, ma la stessa rimase fuori dall'accordo per l'intervento del generale Giorgio Vaccaro, gerarca fascista, appartenente al club biancoceleste, che si oppose alla volontà del segretario romano del PNF.

Il primo presidente fu lo stesso Foschi, il quale, dopo solo un anno, dovette abbandonare: venne infatti nominato membro del direttorio federale di La Spezia e lasciò così l'incarico a Renato Sacerdoti, industriale del settore alimentare. La sede della Roma venne posta nel rione di Campo Marzio, in Via Uffici del Vicario 35, nei vecchi uffici del Roman. I primi due anni di esistenza, la Roma giocò provvisoriamente al Motovelodromo Appio, in attesa della costruzione del nuovo stadio dove si trasferì e giocò fino alla fine degli anni '30: il Campo Testaccio.

[modifica] I colori

I colori scelti per la nuova compagine nata dalla fusione, furono il giallo oro e il rosso porpora, che erano i colori della società Roman ma anche quelli del gonfalone del Campidoglio: il giallo oro ed il rosso porpora o pompeiano, ereditati dagli antichi vessilli dell'Impero Romano. Come simbolo fu invece scelta la lupa che allatta Romolo il fondatore di Roma e suo fratello Remo: l'emblema della squadra, uno scudo bipartito rosso-oro sormontato dalla lupa capitolina, comprende tutti questi elementi. Il fatto di rappresentare nei colori e nel simbolo la città e la tradizione di Roma, fece sì che la squadra richiamasse immediatamente a sé le simpatie delle classi popolari appartenenti ai vecchi quartieri e rioni nel cuore della città; mentre la Lazio, rivale cittadina, rimase legata agli ambienti della borghesia cittadina, dove era nata, e sviluppò il tifo soprattutto nell'ambito della provincia.

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I presidenti della A.S. Roma
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[modifica] Gli anni '30

Per approfondire, vedi la voce Associazione Sportiva Roma/Anni 30.
Il "mitico" Campo Testaccio.
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Il "mitico" Campo Testaccio.

La Roma conquistò il primo trofeo già nella stagione 1927/28, quella della sua fondazione, vincendo la Coppa C.O.N.I. (poi Coppa Italia).

[modifica] La Roma "testaccina"

A partire dal 1930, la Roma poté finalmente trasferirsi nel nuovo stadio, il Campo Testaccio. A quel periodo è legata una delle più belle pagine della storia romanista: il pubblico caloroso e gremito nelle tribune di legno dipinte di giallo-rosso di quello stadio costituì un elemento fondamentale che spingeva i giocatori a dare sempre il meglio in tutte le partite. Di conseguenza la squadra di quegli anni mostrava un carattere forte ed impavido di fronte a qualsiasi avversario. Protagonisti di tale periodo furono, oltre al già citato capitano Attilio Ferraris IV, il portiere Guido Masetti, il mediano Fulvio Bernardini, ed il centravanti fiumano Rodolfo Volk che segnò 103 gol con la maglia giallorossa.

Nell'estate del 1933 la Roma dopo aver venduto, con l'opposizione dei tifosi, il cannoniere Volk, mise a segno tre colpi di mercato acquistando i cosiddetti tre moschettieri argentini: Enrico Guaita, soprannominato il corsaro nero, la mezz'ala Alessandro Scopelli e il centro-mediano Andrea Stagnaro. I tre campioni restarono alla Roma soltando per due stagioni portando la squadra ad un quinto e ad un quarto posto. Dopo esser stati naturalizzati italiani per godere di alcuni vantaggi, tra cui anche quello di poter esser convocati nella nazionale azzurra, scapparono di nascosto in una notte del 1935 per evitare la chiamata alle armi. L'Italia in quel periodo stava infatti per entrare in guerra contro l'Etiopia.

Durante la stagione 34/35, per via di un'operazione di ringiovanimento della rosa, il presidente Renato Sacerdoti decise di vendere il capitano Ferraris IV che, poco propenso ad allontanarsi da Roma si accasò clamorosamente alla Lazio, diventandone addirittura il capitano. La notizia sconvolse i tifosi che gridarono al tradimento.

[modifica] Gli anni '40

Per approfondire, vedi la voce Associazione Sportiva Roma/Anni 40.
La Roma del primo scudetto.
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La Roma del primo scudetto.

[modifica] Il primo Scudetto

Dopo un decennio di piazzamenti più o meno buoni, nella stagione 1941/42 arrivò inaspettato il primo trionfo importante: lo scudetto, conquistato il 14 giugno 1942 battendo per 2-0 il Modena nell'allora Stadio Nazionale, sito al posto dell'attuale "Stadio Flaminio". Gli anni 30 si erano conclusi con l'egemonia del Bologna e dell'Ambrosiana che si erano divise gli ultimi due scudetti, risultando pertanto le favorite per la conquista del titolo. Il presidente Edgardo Bazzini, non avrebbe mai pensato che la Roma si sarebbe laureata Campione d'Italia: la squadra giallorossa nella stagione precedente si era addirittura classificata undicesima. Il protagonista della stagione, con 18 reti messe a segno, fu comunque un giovane centravanti: Amedeo Amadei, chiamato amorevolmente dai tifosi romanisti il fornaretto. Per la prima volta nella storia del calcio lo scudetto tricolore venne assegnato ad una squadra del centro Italia, al di sotto della pianura padana.

[modifica] Il declino del dopo scudetto

L'anno dopo la vittoria dello scudetto, il presidente Bazzini, non se la sentì di non confermare in blocco la squadra autrice di quella stagione straordinaria, commettendo un gravissimo errore che lentamente portò i meccanismi della squadra ad un improvviso ed inesorabile tracollo. Lo sbaglio principale fu quello di non considerare che l'età media della risicata rosa giallorossa era notevolmente alta, soprattutto per i parametri dell'epoca quando la carriera di un atleta terminava molto prima rispetto ai tempi attuali. Se da un lato questa era la causa principale del declino immediato della squadra dello scudetto, bisogna considerare che da un altro lato cominciava ad affermarsi nella realtà del campionato italiano la squadra che avrebbe dominato la scena nei travagliati anni 40: il Grande Torino.

La guerra pose fine al campionato nazionale che venne sospeso per tre anni, in cui vennero giocati in maniera amatoriale solo dei campionati regionali o locali. Il torneo nazionale riprese solo nel 1945/46 venne suddiviso di nuovo in due gironi, uno per il nord ed uno per il centro sud. La squadra capitolina però non riuscì a competere con le altre formazioni provenienti dal nord Italia, ma soprattutto era impossibile per quella squadra confrontarsi con il Grande Torino che si dimostrava imbattibile per chiunque.

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Gli allenatori della A.S. Roma
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[modifica] Gli anni '50

Per approfondire, vedi la voce Associazione Sportiva Roma/Anni 50.

[modifica] La retrocessione in serie B e l'immediato ritorno.

Nella stagione 1950/51 la panchina giallorossa subì diversi cambi di allenatore. La squadra perse 11 partite per 1-0, ogni volta che la squadra subiva un gol non era in grado di rimontare crollando in una sorta di impotenza nei confronti dell'avversario, il tracollo fu inevitabile e quell'anno si realizzò così la prima ed unica retrocessione in Serie B della storia giallorossa.

Nel 1952, avversaria agguerrita di quella stagione nel torneo cadetto era il Brescia che fino all'ultimo tenne testa alla Roma che rimase prima in classifica dall'inizio del campionato che concluse arrivando prima con 53 punti, con un solo punto di vantaggio sui rivali lombardi. Il 22 giugno del 1952, a dieci anni esatti dalla conquista dello scudetto, i giallorossi festeggiarono il ritorno in serie A.

Gli anni successivi alla promozione, portarono a Roma grandi novità, la squadra nell'arco di due stagioni venne arricchita di nuovi prestigiosi acquisti. La panchina venne affidata quindi all'inglese Mario Varglien, che riuscì nelle prime giornate a creare un buon sistema di gioco che consentì alla squadra di fare un'ottimo esordio, vanificato nel corso del campionato da una serie di infortuni che condussero la Roma al sesto posto in classifica.

Dino Da Costa in allenamento.
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Dino Da Costa in allenamento.

Il 17 maggio del 1953, la Roma si trasferì nel nuovo Stadio Olimpico. A sorpresa, nell'estate dello stesso anno venne messo a segno un grandissimo colpo di mercato: la Roma ingaggiò dal Penarol il ventisettenne, campione uruguagio Alcides Ghiggia, ala di gran classe, autore del gol vittoria nella finale tra il Brasile e l'Uruguay nei Mondiali del 1950.

Negli anni successivi la Roma alternò stagioni buone, come il terzo posto nel 1955 a stagioni disastrose, nel 1957 sfiorò nuovamente la retrocessione. Protagonisti della seconda metà degli anni 50 furono Alcides Ghiggia, campione uruguagio giunto nel '53, il brasiliano Dino Da Costa, formidabile attaccante che con la Roma vinse la classifica marcatori del 1957 con 22 reti. Da Costa divenne l'idolo dei tifosi romanisti poiché si esaltava particolarmente nei derby dove segnava puntualmente. Un altro pilastro della squadra e della storia giallorossa fu Giacomo Losi, difensore-mediano leader del reparto arretrato e fulcro del gioco romanista: è stato il giocatore con più presenze in assoluto con la maglia della Roma (386). L'attaccamento ai colori ed il suo carattere straordinario da capitano vero, gli valse il soprannome di Core de Roma.

[modifica] Gli anni '60

Per approfondire, vedi la voce Associazione Sportiva Roma/Anni 60.

[modifica] La Coppa delle Fiere

Nel 1960/61 i giallorossi riuscirono a raggiungere una dimensione "europea", grazie alla conquista della Coppa delle Fiere, torneo al quale partecipavano le squadre appartenenti a grandi città ospitanti di fiere internazionali del commercio. Dal 1971/72 questa competizione venne trasformata nell'attuale Coppa Uefa alla quale si partecipa invece per merito, ovvero grazie al piazzamento in campionato. La Roma di Giacomo Losi conquistò la coppa vincendo contro il Birmingham City; è stata l'unica formazione italiana ad aggiudicarsi il trofeo, prima che venisse convertito nell'attuale Coppa UEFA.

Durante gli anni Sessanta, la Roma disponeva di una formazione con un cospicuo numero di campioni: Pedro Manfredini, attaccante argentino, grandissimo rapinatore dell'area di rigore, uno dei cannonieri più prolifici della storia giallorossa. Nel 1963 fu capocannoniere del campionato a pari merito con Harald Nielsen del Bologna. Un altro giocatore, compatriota del forte centravanti, fu la mezz'ala Francisco Lojacono, giocatore ambidestro dotato di uno straordinario tiro da fuori area, aveva due specialità: i calci di punizione. Ed infine il forte cannoniere oriundo Antonio Valentin Angelillo. Altri protagonisti importanti dell'epoca furono sicuramente: lo svedese Arne Selmosson e l'uruguagio Juan Alberto Schiaffino. Se Roma negli anni 60 non riuscì mai a superare il 5° posto in classifica, probabilmente la causa era da ricondurre allo stile di vita lascivo dei suoi calciatori.

Nonostante la stagione deludente conclusasi con un dodicesimo posto in classifica, la squadra giallorossa nel 1963/64, conquistò la sua prima Coppa Italia, dopo aver battuto nella finale il Torino.

[modifica] La crisi finanziaria

Nel 1964 La Roma si trovava invece sull'orlo del fallimento, il deficit era arrivato ad un tale punto da vedere la società impossibilitata a pagare gli stipendi e con i giocatori che minacciavano di scioperare. Dopo la vendita di alcuni dei campioni, il presidente Evangelisti nel 1967, per completare il piano di risanamento delle casse societarie trasformò la Roma in una Società per azioni. Verso la fine degli anni sessanta la squadra venne affidata ad Helenio Herrera, tecnico vincente che aveva portato l'Inter sul tetto del mondo. Nonostante l'arrivo del nuovo allenatore i risultati sul campo non cambiarono; la Roma arrivò alla sua prima stagione ad grigio ottavo posto, ma vinse comunque la sua seconda Coppa Italia nel giugno del 1969.

[modifica] Gli anni '70

Per approfondire, vedi la voce Associazione Sportiva Roma/Anni 70.
Pierino Prati e Giancarlo De Sisti con la maglia della Roma negli anni 70.
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Pierino Prati e Giancarlo De Sisti con la maglia della Roma negli anni 70.

[modifica] Gli anni della "Rometta"

Gli anni 70, furono uno dei decenni meno gloriosi per la storia Romanista, ma più densi di sentimenti per la tifoseria a quei tempi molto calda. Si inizia con l'addio della mitica bandiera Giacomo Losi e la clamorosa cessione nell'ultimo anno della presidenza di Marchini, dei tre "gioielli" (Spinosi, Capello e Landini) alla Juventus, si entrò poi nell'era della cosiddetta "Rometta" di Gaetano Anzalone: una squadra fatta di gregari, giovani promesse e soprattutto vecchie glorie, giocatori che avevano già dato molto in altre piazze, come Pierino Prati, Luis Del Sol, Amarildo e il ritorno di Picchio De Sisti, grandi campioni utili solo per un anno o due. La Roma nel corso di questo decennio oscillò sempre in posizioni di media classifica, a parte il picco del 1975 con la conquista del terzo posto. Protagonisti di quest'epoca furono, oltre al giovane presidente, nella prima parte Helenio Herrera, il "mago", giunto a Roma già con Marchini, non riuscì mai ad ottenere buoni risultati, nonostante il suo prestigioso curriculum. Nella seconda metà degli anni 70 la panchina giallorossa era invece guidata da Nils Liedholm, il "barone" svedese, che realizzò il sogno dello scudetto solo negli anni 80 con l'arrivo di Dino Viola. Il momento peggiore di quegli anni si concretizzò nella stagione 1978/79, quando la Roma ebbe la certezza di rimanere in A solo alla penultima giornata: il 6 maggio 1979, grazie a un pareggio in casa con l'Atalanta per 2-2, lasciandosi alle spalle, però, quattro squadre. Dalla stagione immediatamente successiva, la Roma venne rilevata da Dino Viola che trasformò completamente la squadra cogliendo i frutti tecnici ed organizzativi che Anzalone aveva seminato.

Una delle prime immagini del CUCS, tifo organizzato romanista.
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Una delle prime immagini del CUCS, tifo organizzato romanista.

[modifica] Nascita del tifo organizzato e del CUCS
Per approfondire, vedi la voce Commando Ultrà Curva Sud.

Durante questi anni di crescente passione per i colori, all'interno dello Stadio Olimpico nella Curva Sud, la zona più calda del tifo giallorosso (che fu acquisita esclusivamente dai giallorossi l'11 marzo del 1973 dopo l'allontanamento di una minoranza di tifosi della Lazio che si erano appostati in quel settore durante i derby) cominciarono a formarsi dei gruppi organizzati di giovani, i quali, dal 1977, confluirono in un unico gruppo: il Commando Ultrà Curva Sud. La stessa società, nel nome del presidente Gaetano Anzalone, chiese ed ottenne dai personaggi carismatici del tifo di unirsi per cercare di risolvere il crescente problema della violenza. L'idea era quella di convogliare le forti energie dei giovani perlopiù impiegate fino ad allora in manifestazioni aggressive, in un sostegno fattivo per la squadra associato ad un rifiuto esplicito della violenza, la strategia si rivelò intelligente e diede il via ad una grande storia di passione sportiva, presa come esempio in tutta Europa.

[modifica] Gli anni '80

Per approfondire, vedi la voce Associazione Sportiva Roma/Anni 80.
La Roma del secondo scudetto.
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La Roma del secondo scudetto.

[modifica] Il secondo Scudetto

La crescita societaria portò, già nel stagione 1980/81, ad un secondo posto che stava stretto alla squadra per l'ottimo rendimento visto in campo, aprendo un felice quadriennio che regalò al club molti riconoscimenti. Nella stagione 1982/83, sotto la guida del presidente Dino Viola e dell'allenatore svedese Nils Liedholm, la Roma si aggiudicò il secondo scudetto della sua storia; fecero parte della rosa della prima squadra giocatori come il capitano Agostino Di Bartolomei, il centrocampista Carlo Ancelotti, il brasiliano Paulo Roberto Falcão, il difensore Pietro Vierchowod, il centravanti Roberto Pruzzo (secondo miglior cannoniere giallorosso di tutti i tempi con 106 gol, superato a fine 2004 da Francesco Totti) e l'ala Bruno Conti, già campione del mondo con la Nazionale italiana in Spagna nel 1982.

Bruno Conti in azione con la maglia della Roma.
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Bruno Conti in azione con la maglia della Roma.

[modifica] La finale della Coppa Campioni

Nel corso della stagione successiva la Roma raccolse i frutti del proprio gioco "a zona", giungendo in finale nella Coppa dei Campioni (il più importante trofeo continentale); pur giocando alla pari con il proprio avversario e, a tratti, imponendo il proprio gioco non riuscì a realizzare il secondo gol ai "reds" del Liverpool[2] e, dopo aver concluso i tempi regolamentari per 1-1, ai calci di rigore perse la coppa. Quella finale si giocò proprio allo Stadio Olimpico di Roma. La Roma giocò comunque una straordinaria stagione, aggiudicandosi nello stesso anno la Coppa Italia.

[modifica] L'incredibile sconfitta con il Lecce

Dopo aver concluso uno dei migliori periodi della sua storia con Liedholm, ma anche dopo la sfortunata finale persa ai rigori con il Liverpool, la Roma di Dino Viola affidò la panchina giallorossa ad un altro tecnico svedese Sven-Göran Eriksson, osservato da qualche tempo. Dopo una prima stagione deludente, conclusasi con il settimo posto in classifica e con l'amaro addio di Falcao, nella stagione '85/'86 la Roma sfiorò nuovamente il tricolore: dopo un'incredibile rimonta di 9 punti sulla capolista Juventus, battuta all'Olimpico con un sonoro 3-0, la penultima giornata di campionato riservò alla squadra giallorossa un turno teoricamente favorevole per il sorpasso in testa alla classifica: la Roma doveva infatti affrontare in casa il Lecce, squadra peraltro già retrocessa. Il gol dell'ex Alberto Di Chiara ed una doppietta di Juan Alberto Barbas condannarono invece la Roma ad un'amara sconfitta per 2-3 firmando una delle pagine più amare della storia del club capitolino. La conquista, nello stesso anno, della sua sesta Coppa Italia non bastò a consolare la gente per un'altra favorevole occasione sfumata di aggiudicarsi il titolo.

[modifica] Gli anni '90

[modifica] La morte di Dino Viola, gli anni bui

Il periodo grigio del dopo Dino Viola, morto nel gennaio del 1991, venne caratterizzato dall'avvicendamento di molti giocatori, dovuto all'allargamento delle rose, era il periodo di Giuseppe Giannini, er Principe, capitano di quella formazione, giallorosso nel cuore, che nonostante le sua indiscutibile tecnica e visione di gioco riuscì mai a rendersi protagonista, per via anche di una squadra che durante tutti gli anni '90 non fu mai all'altezza di quella del decennio precedente.

[modifica] La Coppa Uefa 90/91: un'altra finale sfortunata

L'anno della morte di Dino Viola venne segnato da una serie di avvenimenti che sconvolsero l'ambiente, dal caso Lipopil, che coinvolse i giocatori Angelo Peruzzi e Andrea Carnevale, squalificati dalla CAF per un anno, dopo che vennero rilevate delle tracce di fentermina, una sostanza dopante, nelle loro urine; fino ad arrivare ad un'altra sfortunata finale europea, la Coppa Uefa del 1990/91 contro l'Inter. Dopo aver perso l'incontro di andata a San Siro per 2-0, la partita di ritorno fu un'arrembaggio da parte dei capitolini, nonostante le numerose occasioni da gol, la squadra giallorossa non andò oltre l'1-0, con la rete di Rizzitelli, la finale finì pertanto con i nerazzurri che sollevarono la coppa sotto il cielo di Roma. Nello stesso anno dopo l'acquisto della società da parte di Giuseppe Ciarrapico la Roma, allenata da Ottavio Bianchi, conquistò la sua settima Coppa Italia, in finale contro la Sampdoria.

[modifica] Tempi recenti

17 giugno 2001: la Roma conquista il suo terzo scudetto. Un immagine dei festeggiamenti della Curva Sud dello Stadio Olimpico di Roma al termine della gara decisiva.
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17 giugno 2001: la Roma conquista il suo terzo scudetto. Un immagine dei festeggiamenti della Curva Sud dello Stadio Olimpico di Roma al termine della gara decisiva.

[modifica] Il terzo Scudetto

Il terzo scudetto arrivò nella stagione 2000/'01, sotto la presidenza di Franco Sensi e la guida tecnica dell'allenatore friulano Fabio Capello. Tra i protagonisti della vittoria del campionato, proprio gli autori dei tre gol decisivi di Roma-Parma (3-1) del 17 giugno 2001[3]: il Capitano Francesco Totti, il centravanti argentino Gabriel Omar Batistuta e l'attaccante Vincenzo Montella.

[modifica] Le occasioni sfumate

Nella stagione successiva la Roma tentò di ripetersi, arrivando però seconda ad un solo punto dalla Juventus; nel 2002/'03, invece, la squadra non ottenne i medesimi buoni risultati concludendo all'ottavo posto nel campionato, peggiore risultato dei precedenti 10 anni. Nella stagione 2003/'04 la Roma, pur avendo raggiunto il platonico titolo di "campione d'inverno" grazie ad un buon avvio di stagione, terminò il torneo al 2° posto in classifica, alle spalle del Milan.

[modifica] L'addio di Capello
Celebrazioni della vittoria del campionato 2000-2001: un "murales" con lo scudetto tricolore e il capitano della Roma Francesco Totti su una abitazione della capitale.
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Celebrazioni della vittoria del campionato 2000-2001: un "murales" con lo scudetto tricolore e il capitano della Roma Francesco Totti su una abitazione della capitale.

Nell'estate del 2004 il rapporto tra l'ambiente giallorosso e Fabio Capello si raffreddò molto, fino a portare alla discussa partenza del tecnico di Pieris, che approdò alla Juventus. Venne allora assoldato Cesare Prandelli, precedentemente allenatore del Parma. Il nuovo tecnico concordò con la società l'acquisto di alcuni giocatori, tra i quali il centrocampista Simone Perrotta (proveniente dal Chievo) e l'attaccante egiziano Ahmed Hossam Mido (dall'Olympique Marsiglia). Prima dell'inizio del campionato Prandelli si trovò costretto ad abbandonare la guida tecnica della squadra per motivi familiari. La Roma, a pochi giorni dalla partita di esordio di campionato, ingaggiò allora Rudi Voeller, ex-attaccante giallorosso degli anni 90, ed ex-allenatore della nazionale tedesca. I risultati non furono buoni: dopo un buon inizio nella prima di campionato contro la Fiorentina, si susseguirono una serie di sconfitte e pareggi, fino alle dimissioni presentate del tecnico tedesco, giunte subito dopo un episodio negativo che coinvolse la squadra giallorossa: la Roma impegnata nella prima gara di Champions League contro la Dynamo Kiev, in cui poco dopo il fischio finale del primo tempo l'arbitro svedese Anders Frisk venne ferito alla test da un oggetto tirato dalle tribune dell'Olimpico. Per questo episodio la UEFA impose oltre alla sconfitta a tavolino per 0-2, anche la chiusura al pubblico dello stadio per tre turni. Dopo l'abbandono di Voeller, la Roma corse ai ripari ingaggiando Luigi Del Neri, che cambiò lo schema, facendo giocare spesso Totti e l'attaccante barese Antonio Cassano insieme con Vincenzo Montella: con la decisione tattica di ricostituire il cosiddetto "Trio delle meraviglie" i risultati tornarono per un periodo a migliorare.

Nonostante un buon inizio, i risultati altalenanti dovuti a gravi problemi di spogliatoio, spinsero il 14 marzo 2005, dopo la sconfitta per 3 a 0 a Cagliari, Del Neri a dimettersi. Un altro ex giocatore giallo-rosso: Bruno Conti subentrò come allenatore. La Roma chiuse il campionato col bilancio, poco lusinghiero, di 5 allenatori utilizzati in 12 mesi.

A fine stagione il capitano Francesco Totti annunciò il rinnovo del contratto fino al 2010, sostanzialmente legando il suo nome alla Roma per tutta la carriera.

[modifica] L'era di Spalletti, il record di vittorie consecutive

La stagione 2005/2006 cominciò con l'ingaggio del tecnico Luciano Spalletti dall'Udinese, con la quale l'allenatore toscano aveva da poco conquistato la qualificazione alla Champions League. La società, col ritorno di Bruno Conti al ruolo di Direttore Tecnico e con quello di Daniele Pradè a Direttore Sportivo, cercò di portare avanti una campagna acquisti nonostante la stessa fosse stata bloccata, per quasi tutta l'estate, dal caso Mexès. Alla fine arrivarono, comunque, gli ingaggi a parametro zero di Samuel Kuffour, Rodrigo Taddei e Shabani Nonda, rispettivamente svincolati da Bayern Monaco, Siena e Monaco. L'inizio della stagione non fu dei migliori, e la squadra si trovò ad arrancare nelle posizioni di metà classifica. A dicembre arrivò però la svolta: con la fine dell'ormai travagliato rapporto tra la società e Antonio Cassano. L'attaccante di Bari vecchia venne ceduto al Real Madrid per circa 5 milioni di Euro. Da quel momento in poi la squadra ritrovò una compattezza grazie alla quale riuscì, nonostante i ripetuti infortuni dei suoi elementi (primo fra tutti quello di Totti), a battere il record italiano di 11 vittorie consecutive in campionato, primato raggiunto proprio grazie alla vittoria per 2-0 nello storico derby del 26 febbraio 2006[4].

[modifica] Eventi chiave e curiosità

  • Nella stagione 1990/91 perde la finale di Coppa UEFA contro l'Inter; dopo l'andata a Milano conclusasi 2-0 per i padroni di casa, la Roma si impone in casa 1-0 cogliendo anche un palo nel finale, ma non è sufficiente per vincere il trofeo.
  • Nel 1984, dopo aver vinto lo scudetto, la Roma gioca la Coppa dei Campioni arrivando fino alla finale contro il Liverpool dove perde ai calci di rigore. La partita venne disputata allo Stadio olimpico il 30 maggio 1984, dopo l'1-1 dei 120 minuti regolamentari, i rigori vennero battuti nella porta sotto la Curva Sud, quella che tradizionalmente ospita i tifosi giallorossi. Sembra che la "stella" della Roma, Paulo Roberto Falcao, si sia rifiutato di tirare uno dei cinque calci di rigore[5].
  • La Roma è la squadra italiana che, nelle coppe europee, ha giocato avvicinandosi di più al Polo Nord: fatto accaduto in occasione della trasferta a Tromsø, nella prima giornata del secondo turno della Coppa UEFA 2005/2006.
  • Il 26 febbraio 2006 la Roma, battendo la Lazio per 2-0[6] nel derby, stabilisce il record assoluto di 11 vittorie consecutive nella Serie A italiana, record precedentemente appartenente, con 10 vittorie, a Bologna, Juventus e Milan. La striscia positiva di vittorie viene poi interrotta, il 5 marzo 2006, col pareggio casalingo per 1-1 con l'Inter (reti di Taddei al 9', pareggio di Materazzi all'89').
  • La Roma è l'unico club calcistico italiano ad avere un quotidiano monotematico dedicatogli: Il Romanista.
  • L'unica retrocessione in serie B della Roma, maturata all'ultima giornata di campionato, precede esattamente di cinquant'anni la conquista, anch'essa all'ultima giornata, del terzo scudetto: avvenne infatti il 17 giugno del 1951.
  • Nel 2006, in seguito allo scandalo di "calciopoli", tre delle squadre classificatesi prima della Roma vengono penalizzate (la Juventus viene retrocessa in serie B; il Milan e la Fiorentina penalizzati) e la Roma si trova dunque matematicamente al secondo posto della classifica 2005/2006, conquistando così l'ingresso diretto alla Champions League.
Lo stemma in una delle prime raffigurazioni.
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Lo stemma in una delle prime raffigurazioni.
Il vecchio "lupetto" usato dal 1979 al 1997.
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Il vecchio "lupetto" usato dal 1979 al 1997.

[modifica] Lo stemma

 L'attuale logo della A.S. Roma è il restiling del primo stemma che la squadra adottò dalla sua fondazione fino alla fine degli anni '70. Durante un'amichevole internazionale nel 1978, l'ultimo anno di Anzalone alla presidenza della squadra, la Roma si trovò a giocare in trasferta negli Stati Uniti contro i New York Cosmos. I dirigenti giallorossi notarono che in America lo sport viaggiava su alti livelli, trainato dal merchandising, la vendita dei prodotti legati alla squadra. Prima di allora lo stemma non era un marchio registrato e le magliette non erano messe in vendita nei negozi specializzati. Si decise così di creare un ufficio per la pubblicità, diretto dal famoso grafico Piero Gratton (autore in quegli anni di molti stemmi famosi, su tutti quello del Tg2), che realizzò il nuovo logotipo per la società giallorossa, da cui partire per poter creare una serie di prodotti per la vendita legati ad esso. La lupa capitolina non poteva essere registrata come marchio così venne creato il celebre lupetto, poco gradito dal presidente Viola, che ha accompagnato le maglie giallorosse fino alla stagione 1997/1998.

Il 20 luglio 1997, grazie ad un accordo con il Comune di Roma venne concesso un permesso speciale alla società capitolina per poter utilizzare il simbolo della lupa e riproporre così una nuova versione dello stemma ispirato a quello originale.

[modifica] L'inno

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«Roma, Roma, Roma: core de 'sta città. Unico grande amore de tanta e tanta gente che fai sospirà.»
(Inno della Roma - Antonello Venditti)

L'inno ufficiale della Roma è "Roma (non si discute si ama)" meglio noto con il nome di: "Roma Roma", di Antonello Venditti. Viene diffuso dagli altoparlanti dello stadio prima di ogni partita, mentre la squadra entra in campo; la prima volta fu in occasione della partita Roma-Fiorentina del 1974. "Grazie Roma" è un altro inno composto dallo stesso cantante nel 1983 in occasione della vittoria del secondo scudetto giallorosso, a differenza della prima, questa canzone viene diffusa solamente dopo la fine delle partite giocate in casa, quando la Roma vince.

[modifica] Numeri ritirati

La Roma, come tributo alla classe e all'attaccamento alla squadra del difensore centrale Aldair, ha ritirato la maglia dallo stesso indossata nel corso della sua lunga carriera nella compagine giallorossa (1990-2003), quella con il numero 6.

[modifica] Gli sponsor sulla maglia

[modifica] Sponsor principali

Viola presenta alla stampa la nuova maglia con il primo sponsor ufficiale della Roma: Barilla.
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Viola presenta alla stampa la nuova maglia con il primo sponsor ufficiale della Roma: Barilla.

[modifica] Fornitori tecnici

[modifica] Cronistoria

Cronistoria della Associazione Sportiva Roma
  • 1913 - Roman 4°, Pro Roma 5ª, Alba 6ª (Campionato Federale - Girone Laziale).
  • 1914 - Roman 2°, Fortitudo 4ª, Pro Roma 6ª.
  • 1915 - Roman 1°, Fortitudo 4ª, Pro Roma 5ª. Il Roman è secondo nel Girone finale dell'Italia Centrale.
  • 1920 - Fortitudo 1ª, Pro Roma 5ª, Roman 6°, U.S.Romana 7ª, . La Fortitudo perde la semifinale interregionale contro il Livorno.
  • 1921 - Fortitudo 1ª, Pro Roma 5ª, U.S.Romana 6ª, Roman 8°. La Fortitudo è seconda nel girone B delle semifinali interregionali.
  • 1922 - Fortitudo 1ª, Alba 4ª, Roman 5°, U.S.Romana 6ª, Pro Roma 8ª. La Fortitudo perde la finale di Campionato contro il Pro Vercelli.
  • 1923 - Alba 2ª, Fortitudo 3ª, U.S.Romana 4ª, Roman 6°. L'Alba è seconda nel girone A delle semifinali interregionali.
  • 1924 - Alba 1ª, Fortitudo 3ª, U.S.Romana 5ª. L'Alba perde la finale della Lega Sud contro il Savoia.
  • 1925 - Alba 1ª, Fortitudo 3ª, Pro Roma 5ª. L'Alba perde la finale di Campionato contro il Bologna.
  • 1926 - Alba 1ª, Fortitudo 2ª, Roman 5°, Pro Roma 6ª. L'Alba perde la finale di Campionato contro la Juventus.
  • 1927 - Campionato Nazionale: Alba 9ª nel Girone A, Fortitudo 10ª nel Girone B.
  • 22 luglio 1927 - Alba, Fortitudo e Roman si fondono dando vita alla A.S. Roma.

  • 1928 - 8ª nel Girone B del Campionato Nazionale - Vince la Coppa Coni
  • 1929 - 3ª nel Girone finale del Campionato nazionale. Ammessa alla nuova Serie A
  • 1930 - 6ª in Serie A
  • 1931 - 2ª in Serie A
  • 1932 - 3ª in Serie A
  • 1933 - 5ª in Serie A
  • 1934 - 5ª in Serie A
  • 1935 - 4ª in Serie A
  • 1936 - 2ª in Serie A
  • 1937 - 10ª in Serie A
  • 1938 - 6ª in Serie A
 
  • 1939 - 5ª in Serie A
  • 1940 - 7ª in Serie A
  • 1941 - 11ª in Serie A
  • 1942 - Campione d'Italia
  • 1943 - 9ª in Serie A
  • 1944 - 2ª nel Campionato Romano
  • 1945 - 1ª nel Campionato Laziale
  • 1946 - 3ª nel Campionato Centro Sud - 6ª nel Girone Finale
  • 1947 - 15ª in Serie A
  • 1948 - 17ª in Serie A
  • 1949 - 14ª in Serie A
  • 1950 - 17ª in Serie A
  • 1951 - 19ª in Serie A, retrocessa in Serie B
  • 1952 - 1ª in Serie B, promossa in Serie A
  • 1953 - 6ª in Serie A
  • 1954 - 6ª in Serie A
  • 1955 - 3ª in Serie A
  • 1956 - 6ª in Serie A
  • 1957 - 14ª in Serie A
  • 1958 - 5ª in Serie A
  • 1959 - 6ª in Serie A
  • 1960 - 9ª in Serie A
  • 1961 - 5ª in Serie A - Vince la Coppa delle Fiere
  • 1962 - 5ª in Serie A
  • 1963 - 5ª in Serie A
  • 1964 - 12ª in Serie A - Vince la Coppa Italia
  • 1965 - 9ª in Serie A
  • 1966 - 8ª in Serie A
  • 1967 - 10ª in Serie A
  • 1968 - 10ª in Serie A
  • 1969 - 8ª in Serie A - Vince la Coppa Italia
 
  • 1970 - 11ª in Serie A
  • 1971 - 6ª in Serie A
  • 1972 - 7ª in Serie A - Vince il Torneo Anglo-Italiano
  • 1973 - 11ª in Serie A
  • 1974 - 8ª in Serie A
  • 1975 - 3ª in Serie A
  • 1976 - 10ª in Serie A
  • 1977 - 8ª in Serie A
  • 1978 - 8ª in Serie A
  • 1979 - 12ª in Serie A
  • 1980 - 7ª in Serie A - Vince la Coppa Italia
  • 1981 - 2ª in Serie A - Vince la Coppa Italia
  • 1982 - 3ª in Serie A
  • 1983 - Campione d'Italia
  • 1984 - 2ª in Serie A - Vince la Coppa Italia
  • 1985 - 7ª in Serie A
  • 1986 - 2ª in Serie A - Vince la Coppa Italia
  • 1987 - 7ª in Serie A
  • 1988 - 3ª in Serie A
  • 1989 - 8ª in Serie A
  • 1990 - 6ª in Serie A
  • 1991 - 9ª in Serie A - Vince la Coppa Italia
  • 1992 - 5ª in Serie A
  • 1993 - 10ª in Serie A
  • 1994 - 7ª in Serie A
  • 1995 - 5ª in Serie A
  • 1996 - 5ª in Serie A
  • 1997 - 13ª in Serie A
  • 1998 - 4ª in Serie A
  • 1999 - 5ª in Serie A
  • 2000 - 6ª in Serie A
  • 2001 - Campione d'Italia
  • 2002 - 2ª in Serie A - Vince la Supercoppa Italiana
  • 2003 - 8ª in Serie A
  • 2004 - 2ª in Serie A
  • 2005 - 8ª in Serie A
  • 2006 - 2ª in Serie A (a seguito di sentenza della giustizia sportiva viene promossa dalla 5ª posizione alla 2ª, classificandosi così direttamente per la Champions League)

[modifica] Palmares

[modifica] Ufficiali

[modifica] Non ufficiali

[modifica] Settore giovanile

[modifica] L'A.S. Roma S.p.A.

L'A.S. Roma S.p.A. è una società per azioni con un capitale sociale di circa 19.800 euro. A partire dal 2001 la società è stata quotata sul listino della borsa italiana (codice ISIN: IT0001008876 - codice alfanumerico: ASR) e su tale mercato vengono negoziati i circa 133 milioni di azioni ordinarie circolanti.

[modifica] Organigramma

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A.S. Roma S.p.A
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[modifica] Presidente

[modifica] Consiglio di amministrazione

  • Vice Presidenti:
    Ciro Di Martino, Giovanni Ferreri
  • Amministratore Delegato:
    Rosella Sensi
  • Consiglieri:
    Maria Cristina Sensi, Silvia Sensi, Renato Bernardini, Giuseppe P. Marra, Angela Nanni, Michele Baldi, Silvio Rotunno

[modifica] Collegio sindacale

  • Presidente del Collegio sindacale:
    Marco Lacchini
  • Sindaci effettivi:
    Alberto Dello Strologo, Giorgio Palasciano
  • Sindaci Supplenti:
    Guerrino Cavicchia, Francesco Spanò
[[|Leggi...]]

[modifica] Rosa 2006/2007

Formazione tipo dell' AS Roma 2006/07
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Formazione tipo dell' AS Roma 2006/07
Portieri
1 Italiano Gianluca Curci
12 Italiano Pietro Pipolo
24 Italiano Carlo Zotti
27 Brasiliano Julio Sergio
32 Brasiliano Doni
Difensori
2 Italiano Christian Panucci
3 Gilberto Martínez
5 Francese Philippe Mexès
13 Romeno Christian Chivu
19 Brasiliano Rodrigo Defendi
21 Italiano Matteo Ferrari ()
31 Italiano Fabrizio Grillo
33 Italiano Gianluca Freddi
37 Italiano Andrea Giacomini
77 Italiano Marco Cassetti
Centrocampisti
7 Cileno David Pizarro
8 Italiano Alberto Aquilani
11 Brasiliano Rodrigo Taddei ()
14 Francese Ricardo Faty ()
16 Italiano Daniele De Rossi
18 Italiano Valerio Virga
20 Italiano Simone Perrotta ()
22 Italiano Max Tonetto
28 Italiano Aleandro Rosi
30 Brasiliano Amantino Mancini
34 Italiano Massimiliano Marsili
36 Italiano Simone Palermo
Attaccanti
9 Italiano Vincenzo Montella
10 Italiano Francesco Totti
23 Montenegrino Mirko Vučinić
35 Italiano Stefano Okaka ()
Allenatore
Italiano Luciano Spalletti


[modifica] Rose del passato

Anni 2000

 

Anni 90

 

Anni 80

 

Anni 70


Anni 60

 

Anni 50

 

Anni 40

 

Anni 30

Anni 20

 

[modifica] Giocatori celebri del passato

Agostino Di Bartolomei, capitano indimenticato del secondo scudetto.
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Agostino Di Bartolomei, capitano indimenticato del secondo scudetto.
 

[modifica] Altri giocatori rappresentativi

Francesco Rocca detto Kawasaki, sfortunato campione giallorosso.
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Francesco Rocca detto Kawasaki, sfortunato campione giallorosso.

[modifica] Giocatori della Roma campioni del mondo

 

[modifica] I record giallorossi

Per le fonti dei dati vedi la bibliografia.[7]
N.B.: i dati seguenti sono aggiornati a tutto il campionato 2005/2006. Verranno nuovamente aggiornati - ove necessario - al termine dell'attuale campionato.

[modifica] Squadra

Sergio Santarini, 344 presenze in giallorosso.
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Sergio Santarini, 344 presenze in giallorosso.
[[Immagine:{{{sfondo}}}|center]]
Incontro singolo
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[modifica] In casa

[modifica] Fuori casa

[[|Leggi...]]
[[Immagine:{{{sfondo}}}|center]]
In campionato
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[modifica] Vittorie

  • Maggior numero di vittorie in campionato
    22 (1930-31 e 2000-01)
  • Minor numero di vittorie in campionato
    8 (1964-65 e 1992-93)
  • Maggior numero di vittorie consecutive
    11 (2005-06) - record italiano
  • Partite utili consecutive
    24 (2001-02)

[modifica] Gol

  • Maggior numero di gol segnati in campionato
    87 in 34 partite (1930-31)
  • Minor numero di gol subiti in campionato
    15 in 30 partite (1974-75)

[modifica] Punti

  • Maggior numero di punti in classifica
    75 in 34 partite (2000-01) - 3 punti a vittoria
  • Minor numero di punti in classifica
    18 in 20 partite (1927-28) - 2 punti a vittoria
[[|Leggi...]]

[modifica] Individuali

Roberto Pruzzo, premiato come miglior cannoniere del campionato nell'82 (lo è stato anche nell'81 e nell'86).
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Roberto Pruzzo, premiato come miglior cannoniere del campionato nell'82 (lo è stato anche nell'81 e nell'86).
[[Immagine:{{{sfondo}}}|center]]
Record Presenze
[{{fullurl:{{{link}}}|action=edit}} modifica]
  1. Giacomo Losi 386
  2. Sergio Santarini 344
  3. Guido Masetti 338
  4. Francesco Totti 335(*)
  5. Aldair 329
  6. Giuseppe Giannini 318
  7. Bruno Conti 304
  8. Franco Tancredi 288
  9. Arcadio Venturi 288
  10. Fulvio Bernardini 285
  11. Sebastiano Nela 281
  12. Damiano Tommasi 263
  13. Roberto Pruzzo 240
  14. Agostino Di Bartolomei 237
[[|Leggi...]]
[[Immagine:{{{sfondo}}}|center]]
Record Marcature
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[modifica] Gol in campionato con la maglia giallorossa

  1. Francesco Totti 125(*)
  2. Roberto Pruzzo 106
  3. Rodolfo Volk 103
  4. Amadeo Amadei 101

[modifica] Vincitori della classifica marcatori

[[|Leggi...]]

(*) Giocatori ancora in attività con la Roma. N.B.: per gli stessi le statistiche sono aggiornate a tutto il campionato 2005/2006. Verranno nuovamente aggiornate - ove necessario - al termine dell'attuale campionato.

[modifica] Partite importanti

Per approfondire, vedi la voce Associazione Sportiva Roma/Partite importanti.

^ Pur non potendo disporre di una bacheca ricca di trofei, i tifosi della Roma sono molto attaccati alla propria squadra e vivono visceralmente il tifo per i propri colori. Della squadra vengono ricordati soprattutto particolari incontri che hanno visto i giallorossi trionfare spesso anche con squadre di prestigio internazionale, su tutte le partite che più rimangono impresse sono certamente le vittorie nei derby, le sfide contro gli eterni rivali della Juventus e le partite che hanno permesso la vittoria nel campionato.

[modifica] Voci correlate

[modifica] Bibliografia

^ 

  • La squadra del mio cuore "La Roma", allegato a Corriere dello Sport - Stadio - Modena, Franco Cosimo Panini Editore 1995
  • Francesco Valitutti, La storia della grande Roma - Roma, Periodici Locali Newton 1996
  • Francesco Campanella, Enciclopedia Giallorossa - Roma, Edizioni La Campanella 1999
  • Luca Prosperi, Attaccati alla maglia - le maglie della Roma dal 1927 al 2001 - Roma, Artexpò Promotion 2001
  • Lorenzo Contucci, La maglia del cuore - Roma, Ufficio Comunicazione della Regione Lazio 2004
  • Alberto Pallotta e Angelo Olivieri, Magica Roma - Storia dei 600 uomini giallorossi - Roma, Un Mondo a Parte 2004

[modifica] Collegamenti esterni

Sport
Progetto: Sport | Portale: Sport | Categoria: Sport | Sport di squadra | Sport individuali | Calcio
Serie A 2006-2007
Ascoli - Atalanta - Cagliari - Catania - Chievo - Empoli

Fiorentina - Inter - Lazio - Livorno - Messina - Milan
Palermo - Parma - Reggina - Roma - Sampdoria
Siena - Torino - Udinese

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