Torino Football Club 1906
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Il Toro; I Granata | |||
Segni distintivi | |||
Uniformi di gara
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Colori sociali: | ![]() ![]() |
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Simboli: | Toro | ||
Dati societari | |||
Confederazione: | ![]() |
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Nazione: | ![]() |
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Federazione: | ![]() ![]() |
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Città: | Torino | ||
Fondazione: | 1906 | ||
Presidente: | Urbano Cairo | ||
Palmarès | |||
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Scudetti: | 7 | ||
Trofei nazionali: | 5 Coppa/e Italia |
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Trofei Internazionali: | 1 Coppa/e Mitropa | ||
Stadio | |||
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Stadio Olimpico di Torino (27.168 posti) |
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Contatti | |||
Torino Football Club 1906 S.p.A. Via Arcivescovado 1 |
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www.torinofc.it |
Il Torino Football Club 1906 o, semplicemente, Torino - per i suoi tifosi, il Toro - è, insieme alla Juventus, la principale società calcistica di Torino.
La società originaria era il Torino Calcio, compagine fondata il 3 dicembre 1906 ed erede dell'Internazionale Torino; in seguito al doppio fallimento (quello sportivo, avvenuto il 9 agosto 2005, che ha posto le basi per l'adesione al cosiddetto Lodo Petrucci, e quello societario, sancito definitivamente dal Tribunale cittadino il 17 novembre 2005) è sorta una nuova società, che ne porta avanti la tradizione sportiva con il nome di Torino FC 1906.
Colori sociali: maglia granata, calzoncini bianchi (talvolta granata), calzettoni neri con risvolto granata; in trasferta maglia bianca, calzoncini granata, calzettoni bianchi.
L'11 giugno 2006 il Torino è ritornato in Serie A: dopo aver terminato il campionato di B 2005-06 al 3° posto, infatti, ha superato la doppia sfida nella finale dei play-off con il Mantova grazie ai risultati di 2-4 e 3-1.
Il 3 dicembre 2006, allo Stadio Olimpico di Torino, il Toro ha festeggiato il suo Centenario con una grande festa che ha visto sfilare in campo 100 tra gli ex giocatori ed allenatori più rappresentativi, tra gli applausi dei 25.000 tifosi presenti sugli spalti.
Indice |
[modifica] Storia
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«Il "Torino", la cui parabola ha ospitato ferite crudeli e successi epici e che il destino ha accarezzato come un fiore e trafitto con una lama saracena...»
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[modifica] La fondazione
Nella città il gioco del calcio arriva sul finire dell'Ottocento, portato dall'iniziativa di industriali svizzeri ed inglesi. Già nel 1891 nel capoluogo Piemontese la compagine calcistica dell'Internazionale Torino, presieduta dal Duca degli Abruzzi, svolge la sua attività; nel 1894 in città le squadre divennero due, con la fondazione del Football Club Torinese.
Il nuovo gioco spopola, soppiantando presto quello del pallone elastico, che al tempo era lo sport con la palla più seguito: nel 1897 è la volta della Ginnastica Torino e della Juventus. Le prime tre, assieme al Genoa, l'8 maggio 1898 nell'ambito dei festeggiamenti in occasione dell'Esposizione Internazionale per i cinquant'anni dello Statuto Albertino, sul campo del Velodromo Umberto I di Torino (nei pressi dell'attuale ospedale Mauriziano) diedero vita al primo Campionato Italiano di Calcio, vinto dai rossoblù genovesi.
Nel 1900, l'FC Torinese assorbe l'Internazionale Torino, ma la vera svolta per la squadra, che in quegli anni veste una maglia giallonera a strisce verticali, arriva il 3 dicembre 1906, una gelida sera d'inverno: nella birreria Voigt (oggi bar Norman) di Via Pietro Micca, veniva sancita un'alleanza con un gruppo di dissidenti della Juventus, guidati dallo svizzero Alfredo Dick, che non condividevano la svolta verso il professionismo della società bianconera. Dalla fusione tra l'FC Torinese e il citato gruppo di dissidenti nasce il Foot Ball Club Torino (dal 1936 per decisione del regime fascista muta nome in Associazione Calcio); per via delle ascendenze taluni lo considerano la più antica società calcistica d'Italia. Altri considerano tale il Genoa 1893 ed altri ancora la Pro Vercelli 1892.
[modifica] Dai primi passi alla Grande Guerra
- 1906 -
Hans Schönbrod
- 1907 -
Alfredo Dick
- 1908 -
Alfredo Secondi
- 1911 -
Guido Castoldi
- 1919 -
Giovanni Secondi
- 1920 -
Luigi Paissa
- 1922 -
Giuseppe Bevione
- 1924 -
Enrico Marone Cinzano
- 1928 -
Giacomo Ferrari
- 1930 -
Giovanni Vastapane
- 1931 -
Vittorino Gervasio
- 1932 -
Giovanni Battista Mossetto
- 1934 -
Euclide Silvestri
- 1935 -
Giovan Battista Cuniberti
- 1939 -
Ferruccio Novo
- 1954 - Comitato di Reggenza
(Simeone Colombo, Arturo Colonna, Beniamino Gay, Dino Lora Totino) - 1955 - Teresio Guglielmone
- 1956 - Comitato esecutivo
(Arturo Colonna, Beniamino Gay, Antonio Liberti) - 1957 -
Mario Rubatto
- 1959 -
Luigi Morando
- 1961 -
Angelo Filippone
- 1963 -
Orfeo Pianelli
- 1982 -
Sergio Rossi
- 1987 -
Mario Gerbi
- 1989 -
Gian Mauro Borsano
- 1993 -
Roberto Goveani
- 1994 -
Gian Marco Calleri
- 1997 -
Massimo Vidulich
- 2000 -
Giuseppe Aghemo
- 2000 -
Attilio Romero
- 2005 -
Pierluigi Marengo (Società Civile Campo Torino)
- 2005 -
Urbano Cairo
La nuova società cambia i colori sociali in granata; sui motivi della scelta si narrano varie versioni. Spesso riportata è quella secondo cui lo svizzero Dick sarebbe stato tifoso del Servette, squadra di Ginevra dai colori granata; pare però attendibile anche la versione secondo cui, in onore del Duca presidente onorario, in luogo dei colori arancio-nero a strisce verticali delle divise dell'Internazionale - che con il tempo s'erano sbiadite in giallo-nere, i colori degli Asburgo nemici storici della Casa regnante - fu scelto il colore della Brigata Savoia, che esattamente duecento anni prima, dopo la vittoriosa liberazione di Torino assediata dai francesi, aveva adottato un fazzoletto color del sangue in onore del messaggero caduto per portare la notizia della vittoria.
Il primo incontro ufficiale viene giocato già il 16 dicembre 1906, a Vercelli contro la Pro, terminato 3-1 per i granata, di nome ma non di fatto, poiché non disponendo ancora delle nuove casacche vestivano le maglie giallonere ereditate dal FC Torinese. Il primo derby viene con l'anno nuovo, è datato 13 gennaio 1907, e per Alfredo Dick sono subito soddisfazioni: il Toro vince di misura per 2-1, successo poi replicato con un più largo 4-1 un mese più tardi.
Campo di gioco per molti anni sarà il già citato velodromo Umberto I. Nel 1912 entra a far parte dello staff tecnico Vittorio Pozzo: con lui nel 1914, in piena epoca di calcio eroico, partecipa addirittura ad una tournée transoceanica, in Sud America, conclusasi con sei vittorie in altrettante partite, contro squadre del calibro della Nazionale argentina e dei brasiliani del Corinthians.
Con l'inizio della Grande Guerra viene sospeso anche il campionato di calcio, e questa decisione causerà la prima di una lunga serie di beffe del destino: il campionato 1914/15 viene infatti sospeso ad una giornata dal termine, e il Genoa, che era in testa, dichiarato campione. Nulla da eccepire, viste le cause di forza maggiore: un peccato solo per i granata che, secondi a due lunghezze dalla capolista, nell'ultima avrebbero avuto l'occasione di incontrare proprio i genovesi, che nella partita di andata erano stati battuti per 6-1.
In quel periodo, seppur in anni diversi, vestirono la maglia del Toro ben quattro fratelli, i Mosso: quello che oggi può apparire come una curiosità era invece all'epoca una consuetudine abbastanza diffusa.
[modifica] La partita più lunga
Nella stagione 1920/21 non esisteva ancora il Girone Unico. Lo scudetto veniva assegnato con una formula che oggi potrebbe ricordare quella della Champions League: nell'alta Italia le vincenti di gironi regionali venivano raggruppate in quattro gironi di semifinale; le prime classificate davano quindi vita a scontri diretti per determinare la finalista che avrebbe affrontato la vincente degli analoghi confronti del gruppo centro-sud. Il Torino aveva terminato il suo girone di semifinale a pari merito con il Legnano, e fu necessaria una gara di spareggio.
Benché manchino statistiche ufficiali certe, tale partita passerà alla storia per essere stata il più lungo incontro ufficiale disputato in Italia: terminata 1-1 nei tempi regolamentari, il regolamente dell'epoca prevedeva tempi supplementari ad oltranza. Per sciogliere l'equilibrio si diede seguito a due tempi supplementari, da 30 minuti ciascuno, al termine dei quali il risultato era ancora in parità. L'arbitro fece iniziare un terzo tempo supplementare, ma dopo ulteriori 8 minuti di gioco le squadre, di comune accordo, si arresero, si strinsero cavallerescamente la mano e rinunciarono a proseguire, rinunciando anche a disputare la ripetizione. Lo scudetto quell'anno fu appannaggio della Pro Vercelli, che batté poi il Pisa nella finalissima.
Gli anni Venti videro iniziare, dopo la "serie dei Mosso", quella dei fratelli Martin, anche loro quattro. Il più forte sarà Martin II, che con il Toro disputerà 359 gare di campionato.
[modifica] La costruzione dello Stadio Filadelfia e lo scudetto revocato
La squadra conosce il primo periodo felice della sua storia sotto la presidenza del conte Enrico Marone di Cinzano, che fa anche costruire attorno al Campo Torino, le prime tribune di quello che poi diventerà lo Stadio Filadelfia, che ospiterà tutti gli incontri interni dei granata fino al 1958, e acquista giocatori di prim'ordine per fare subito una squadra molto competitiva, che in attacco poté vantare su un trio dalla potenza micidiale, ai tempi noto come il "trio delle meraviglie": Julio Libonatti, Adolfo Baloncieri e Gino Rossetti.
Sotto la sua guida i granata vinceranno il Campionato del 1928, ripetendo il successo dell'anno prima, revocato per il (presunto) tentativo di corruzione del giocatore Allemandi, terzino della Juventus, vicenda nei dettagli oscura ancora oggi: in base a quanto accertato dall'inchiesta il giocatore venne avvicinato da un dirigente granata, il dottor Nani, che avrebbe corrotto il giocatore anticipandogli metà della somma pattuita (50 mila lire), affinché questi "addomesticasse" la partita nello scontro diretto. Per contattare il giocatore Nani si affidò a Francesco Gaudioso, uno studente catanese del Politecnico che alloggiava in una pensione di via Lagrange dove aveva domicilio Allemandi. In quella stessa pensione vi era anche il giornalista del Tifone Renato Farminelli, corrispondente da Torino della testata.
Il derby si chiuse con la vittoria per 2 a 1 del Torino, ma Allemandi contrariamente ai (presunti) patti si segnalò tra i migliori in campo. Per questo, Nani si rifiutò di pagare le restanti 25 mila lire al calciatore: la discussione che si accese tra i due avviene nella pensione di via Lagrange alla presenza di Gaudioso, venne udita dal giornalista Farminelli che origliava da un'altra camera, che a fine campionato ne ricavò un pepato articolo (dal titolo "C'è del marcio in Danimarca"). Subito parirtono le indagini della Federcalcio, il cui presidente era Leandro Arpinati, gerarca fascista, nonché podestà della città di Bologna. Poiché fu proprio la squadra del Bologna che arrivò seconda dietro il Toro, vi furono e vi sono tuttora sospetti sull'imparzialità con cui vennero condotte le indagini.
Effettivamente quella che venne considerata la "prova schiacciante" era così fragile da suscitare il dubbio che fosse stata creata ad arte: durante un sopralluogo nella famosa pensione il vice di Arpinati, Giuseppe Zanetti, rinvenì in un cestino dei rifiuti alcuni pezzi di carta, che uniti risultarono essere una lettera nella quale Allemandi reclamava il pagamento a saldo delle 25 mila lire. Il direttorio Federale, riunito nella Casa del Fascio, revocò lo scudetto al Torino e squalificò a vita Allemandi (che nell'estate era passato dalla Juventus all'Ambrosiana). In seguito alla vittoria della Nazionale Italiana della medaglia di bronzo alle Olimpiadi del 1928 il giocatore godrà poi di un'amnistia, mentre dello scudetto revocato non se ne fece più nulla, neanche quando - durante i funerali del Grande Torino - ne venne promessa la riassegnazione.
[modifica] La prima Coppa Italia
Complice l'abbandono del conte Cinzano prima, e l'emergere della Juventus dei cinque scudetti consecutivi, per il Toro inizia un lento declino che nei primi anni Trenta lo portò ad accontentarsi di piazzamenti a centro classifica.
Tuttavia, a partire dalla stagione 1935-36 iniziò una rinascita, che getterà le basi per il periodo d'oro che sarebbe stato poi rappresentato dal Grande Torino: quell'anno il Toro conclude al terzo posto, dietro al Bologna che tremare il mondo fa e della Roma, ma soprattutto proprio nell'anno di esordio della manifestazione arriva la prima Coppa Italia. Il successo finale arriva contro i grigi dell'Alessandria, battuti a Genova per 5-1. Nella stagione 1936/37, cambiato il nome in Associazione Calcio per imposizione del regime fascista (che non tollerava la presenza di parole straniere), il Toro termina il campionato terzo, nel 1938/39 secondo.
[modifica] Il Grande Torino
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Per approfondire, vedi la voce Grande Torino. |
Il momento più fulgido è però quello rappresentato dal Grande Torino, una squadra imbattibile, capace di vincere 5 titoli consecutivi (se non si considera l'interruzione del Campionato Alta Italia del 1943-44 vinto dai VV.F. Spezia) tra il 1942 e il 1949, e una Coppa Italia nel 1943 (e, grazie a questo successo, il Toro fu la prima squadra a centrare l'ambitissima accoppiata Scudetto-Coppa Italia nella stessa stagione). Asse portante della Nazionale di quegli anni, il Grande Torino riuscì a portare anche 10 giocatori contemporaneamente in campo in azzurro. Capitano e leader indiscusso di quella formazione era Valentino Mazzola, padre di Ferruccio e Sandro che poi percorreranno le orme paterne diventando anch'essi calciatori. La formazione tipo, che tutti gli sportivi italiani conoscevano a memoria, era: Bacigalupo; Ballarin, Maroso; Grezar, Rigamonti, Castigliano; Menti, Loik, Gabetto, Mazzola, Ossola. Il ciclo di vittorie viene bruscamente interrotto il 4 maggio del 1949, quando l'aereo che trasportava l'intera squadra, di ritorno da una amichevole giocata a Lisbona, a causa di una fitta nebbia e di un guasto all'altimetro, andò ad infrangersi contro il muraglione posteriore della Basilica di Superga. In quel terribile incidente aereo, rimasto nel cuore dei torinesi come la "Tragedia di Superga, oltre all'intera squadra, titolari e riserve, perirono due dirigenti, i tecnici e tre giornalisti al seguito, Luigi Cavallero, Renato Tosatti e Renato Casalbore.
[modifica] Gli anni 70
Seguiranno anni difficili con la prima retrocessione in serie B, avvenuta nel 1959 (con la denominazione Talmone Torino), e per la ricostruzione di un squadra vincente si dovrà attendere fino agli anni '70, quando sotto la presidenza di Pianelli, i granata riusciranno a vincere due Coppe Italia e un titolo tricolore.
Lo scudetto viene conquistato nella stagione 1975/76, al termine di una rimonta entusiasmante ai danni della Juventus di Carlo Parola, la quale in primavera era giunta ad avere cinque punti di vantaggio sui granata. Ma tre sconfitte consecutive dei bianconeri, la seconda delle quali proprio nel derby di ritorno, consentono al Toro il clamoroso sorpasso. All'ultima giornata si arriva col Torino in vantaggio di un punto e, fino ad allora, sempre vittorioso in casa. Ospite al Comunale il Cesena di Marchioro: i granata non vanno oltre il pareggio, ma la Juve cade a Perugia. Il titolo tricolore viene vinto con due punti di vantaggio sui cugini: 27 anni dopo Superga.
La sfida si ripete l'anno seguente in un campionato appassionante e combattuto che vede il Toro terminare secondo a 50 punti contro i 51 della Juventus (record per il campionato a sedici squadre).
Nel 1978 il Torino arriva di nuovo secondo (a pari merito col Vicenza di Paolo Rossi), ancora dietro alla Juventus ma più staccato; negli anni successivi la squadra declina e non riesce più a ripetere questi risultati, con l'eccezione del secondo posto del campionato 1984-85, dietro al Verona di Bagnoli.
[modifica] Caduta e rinascita
Al termine del campionato 1988-89 il Torino torna in serie B per la seconda volta nella sua storia. La serie cadetta sembra rigenerare la squadra, che dopo una pronta risalita (1989-90), vive un'entusiasmante stagione sotto la guida dell'allenatore Emiliano Mondonico e si qualifica per la Coppa Uefa proprio davanti ai cugini della Juventus, che a sorpresa resta fuori dalle Coppe europee per la prima volta dopo ventotto anni. La cavalcata europea della stagione 1991-92 è quasi inarrestabile: i granata arrivano alla finale, con l'Ajax, ma il doppio confronto è stregato: dopo il 2-2 di Torino, ad Amsterdam finisce 0-0, con tre legni colpiti dal Toro e un rigore reclamato dai granata ma non concesso dall'arbitro, decisione che fa infuriare l'allenatore Mondonico che si sfoga alzando la sedia al cielo d'Olanda.
Ma il riscatto è per l'anno successivo, con la conquista della quinta coppa Italia (1993) ai danni della Roma, in un'altra finale incandescente, con tre discussi calci di rigore assegnati ai giallorossi, nella partita di ritorno all'Olimpico.
[modifica] La crisi
Ma la conquista della coppa Italia aveva basi fragili: vengono a galla numerosi falsi in bilancio commessi dalla società (tra cui la vendita in nero del giocatore Lentini al Milan) che la portano a un passo dalla bancarotta: si succedono impianti societari disastrosi, che in poco tempo riescono a disfare il da sempre prolifico settore giovanile, e a chiudere e abbattere lo storico Stadio Filadelfia, vero e proprio tempio granata, di cui oggi si conservano resti e, ambiziosi, quando non solo sulla carta, progetti di ricostruzione.
La società, evitato per un soffio il fallimento, cambia presidenti e allenatori ma i risultati continuano a peggiorare: nel 1995 un derby perso 5-0 costa il posto all'allenatore Sonetti e al termine della stagione la squadra retrocede in serie B per la terza volta. Il ritorno in serie A dopo uno spareggio perso ai rigori contro il Perugia nel 1998 (3-5 a Reggio Emilia, con gli umbri promossi in serie A) avviene nel 1999, a seguito di una esaltante stagione (primo posto finale), suggellata dal primo posto dell'attaccante Marco Ferrante nella classifica cannonieri, ma la gloria dura una solta stagione: in pochi anni arrivano altre due retrocessioni, l'ultima al termine del campionato 2002-2003.
Nei tempi del calcio moderno il Toro perde la sua identità: speculatori e affaristi si danno il cambio ai vertici della società, che non trova più posto né fra le grandi ricche del calcio, né fra le piccole emergenti, eccezion fatta per la stagione 2001-2002 al termine della quale, dopo aver disputato un campionato più che discreto , il Toro centra la qualificazione in Coppa Intertoto, dalla quale uscirà però al terzo turno.
In questo periodo buio, l'identità del Torino Calcio viene mantenuta in vita dai suoi tifosi: unica nella storia del tifo è la marcia popolare (50.000 persone secondo gli organizzatori) che il 4 maggio del 2003, all'indomani di un'ennesima retrocessione in serie B, affolla le strade della città, partendo dai resti del Filadelfia, passano davanti la lapide commemorativa di Luigi Meroni, piazza San Carlo, giungendo finalmente alla lapide dei grandi di Superga. È questo il segno di un'incredibile e ostinata passione, anni prima definita "tremendismo" dal noto scrittore e poeta Giovanni Arpino.
L'ultima soddisfazione in serie A, per i tifosi del Toro, risale a un incredibile derby di andata con i cugini bianconeri disputato nella stagione 2001/02, dove il Toro alla fine del primo tempo è sotto di tre gol, ma guidato del capitano Antonino Asta e trascinato da uno strepitoso Marco Ferrante riesce a recuperare e pareggiare.
Il 26 giugno 2005 in uno stadio stracolmo il Torino festeggia il ritorno in Serie A, in una sorta di nemesi dello spareggio del 1998, contro il Perugia al termine dei playoff. Ma la gioia dura poco: imposte mai pagate per 38 milioni di euro fanno sì che venga negata al Toro l'iscrizione al Campionato di Serie A, costringendo i granata ad attendere gli esiti dei ricorsi presso la giustizia sportiva e amministrativa.
Tali ricorsi risulteranno negativi, dopo ben 5 gradi di giudizio e altrettante bocciature nell'arco di 40 lunghissimi ed estenuanti giorni, a fronte di una mancata presentazione - da parte dell'azionista di maggioranza - della fidejussione da 38 milioni di Euro necessaria a garantire la copertura delle precedenti ed accumulate insolvenze per debiti pendenti con l'erario, il 9 agosto 2005 il Torino Calcio viene dichiarato in via definitiva non idoneo all'iscrizione del Campionato suddetto, cosicché dopo ben 99 anni di storia memorabile viene sancito l'inevitabile fallimento della società granata, con la susseguente cancellazione dal panorama calcistico.
[modifica] Da Torino Calcio a Torino Football Club
In seguito a questa situazione deficitaria, mai così drasticamente provata in passato dal Torino Calcio, una nuova cordata d'imprenditori facenti capo all'avv. Pierluigi Marengo (tra i piu' conosciuti Sergio Rodda, Manlio Collino, Gianni Bellino, Alex Carrera), ma con limitate risorse finanziarie, si fa carico di far rinascere una nuova entità professionistica e, attraverso la creazione della Società Civile Campo Torino (la denominazione è presa dall'antico nome dello Stadio Filadelfia), il 19 luglio presenta la domanda per l'ammissione al Lodo Petrucci, che garantisce il trasferimento alla nuova società del titolo e dei meriti sportivi, in modo da evitare di dover ripartire dalla serie C, ed avvia le pratiche per l'iscrizione al Campionato di Serie B.
Una prima proposta economica viene però ritenuta insufficiente dalla FIGC: alla cordata si aggiunge quindi anche la sponsorizzazione della municipalizzata SMAT (società che gestisce l'acquedotto torinese), completando così l'iter burocratico.
Il 16 agosto 2005 finalmente, la FIGC affida ufficialmente alla SCC Torino il titolo sportivo del Torino Calcio: la nuova dirigenza, ripartendo completamente da zero, acquisisce quindi l'onere e l'onore di rifondare tutto l'organigramma societario, nonché l'organico dei giocatori e dei relativi dipendenti del Club. Il 19 agosto, nel bar Norman (noto un tempo come birreria Voigt, lo stesso luogo delle origini), durante la conferenza stampa che avrebbe dovuto vedere la presentazione del nuovo organigramma societario, viene invece annunciato che la proprietà verrà ceduta all'editore-pubblicitario alessandrino Urbano Cairo, che il giorno prima aveva lanciato una proposta di acquisto.
Quando tutto sembra concluso per il passaggio ad un imprenditore facoltoso, il 22 agosto, Luca Giovannone, un imprenditore laziale di Ceccano (FR) che con 180.000 Euro aveva contribuito a finanziare il Lodo, facendosi forte di una scrittura privata (avuta dal presidente dei cosiddetti Lodisti) che gli garantiva il 51% delle azioni del nuovo Toro, si rifiuta di vendere. In un continuo tira-molla interviene anche il sindaco Sergio Chiamparino: il 24 agosto Giovannone si dichiara disposto a passare la mano, poi cambia di nuovo idea (facendo infuriare i tifosi, che già avevano acclamato Cairo nuovo presidente), fugge dalla città e diviene irreperibile. Rintracciato in un albergo a Moncalieri, poi assediato dai tifosi, rifiuta il tentativo di mediazione offerto dal Sindaco e dal Prefetto e, scortato dalla polizia, lascia la città. Il 26 agosto l'assemblea dei soci della SCC Torino delibera l'aumento di capitale a 10 milioni di Euro, e crea ufficialmente il Torino Football Club Srl con capitale da versare interamente entro il 31 agosto, giorno in cui, quasi alla mezzanotte, e dopo una lunga e estenuante trattativa, Giovannone cede: il 2 settembre viene firmato l'atto notarile e Cairo diventa il secondo presidente della storia del nuovo Toro (dopo l'avvocato Marengo); il fil rouge della storia granata verrà poi compiutamente raccolto il 12 luglio 2006 quando Cairo acquista all'asta fallimentare per 1 milione e 411 mila euro il marchio del "vecchio" Torino, con le coppe e i cimeli del Grande Torino, accogliendo così le richieste che tifosi e personalità cittadine avevano lanciato, consentendo così di programmare pienamente i festeggiamenti per il Centenario, non solo nella continuità sportiva, ma anche in quella societaria.
La squadra fa il suo esordio appena 7 giorni dopo, rinforzata con gli ultimi innesti (alcuni dei quali acquistati la sera prima), esordendo vittoriosamente contro l'Albinoleffe. In un crescendo di entusiasmo i giocatori granata terminano la stagione 2005/06 al terzo posto, conquistando i play-off, vinti contro Cesena (1-1, 1-0) e Mantova (2-4, 3-1 dts).
[modifica] La stagione in corso
[modifica] La rosa 2006/07
Portieri | |
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Difensori | |
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55 | ![]() |
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Centrocampisti | |
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Attaccanti | |
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Allenatore | |
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Preparatori atletici | |
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[modifica] Acquisti e cessioni, sessione estiva
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dal | Grenoble |
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f.c. allo | Skoda Xanthi |
[modifica] Lo stadio
Dal 1990 al 2005 la squadra ha giocato nello stadio Delle Alpi (69.041 posti), costruito per il Campionato Mondiale di Calcio disputatosi quell'anno in Italia. Questo stadio non è stato mai amato dai tifosi granata; in precedenza, per circa 30 anni, la squadra ha giocato nello stadio Comunale e prima ancora nello stadio Filadelfia, casa del grande Torino. A partire dal 2006, in seguito alla ristrutturazione operata per renderlo adatto ad ospitare le cerimonie di apertura e chiusura delle Olimpiadi invernali, che in quell'anno si sono svolte in città e nelle valli vicine, è tornato a giocare nell'ex Stadio Comunale, ribattezzato Stadio Olimpico, che ha una capienza di 25.370 posti tutti al coperto e a sedere, ridotta rispetto a quella originaria (conteneva circa 65.000 spettatori in piedi), in rispetto delle più moderne norme di sicurezza.
[modifica] Campioni illustri
Raramente una squadra italiana ha fondato la propria forza sulla bontà del proprio vivaio.
A partire dalle origini i più grandi campioni del Torino sono i seguenti:
Piero Ferraris II (Ala, Campione del Mondo 1938, 6 scudetti, 4 col Toro, 2 con l'Inter)
Aldo Olivieri
Cesare Martin II roccioso difensore: 355 presenze tra il 1919 e il 1936
Dario Martin III 254 partite; mediano
Onesto Silano Attaccante: 217 partite, 67 gol
Raf Vallone
Antonio Janni Giocatore (330 partite), allenatore, dirigente, infine osservatore per il vivaio
Adolfo Baloncieri (27 volte nazionale azzurro negli anni 20 e 100 gol da TORO
Gino Rossetti II 144 gol (con Baloncieri e Libonatti formò il trio di attaccanti più forte degli anni 1920/30)
Julio Libonatti 157 gol
Vincenzo Bosia (portiere 1926-36: 191 partite, 1 Coppa Italia, 1 scudetto)
Giuseppe Maina (portiere 1931-40: 167 partite, 1 coppa Italia)
Alfredo Oberdan Ussello giocatore, allenatore, talent-scout settore giovanile granata
Osvaldo Ferrini Difensore , 268 presenze tra il 1932 e il 1944
Giacinto Ellena (Giocatore, allenatore,preparatore, osservatore, tifoso del Toro)
Silvio Piola
Enzo Bearzot Mitico capitano anni '50; C.T. Nazionale Italia Campione del Mondo 1982
Vincenzo Rigamonti (portiere anni '50)
Raffaele Cuscela (grande capitano del dopo Superga)
Para Bengtsson
Robert Hjalmarsson
Beniamino Santos
Juan Carlos Tacchi
Faas Wilkes
Horst Buhtz
Antoine Bonifaci
Giorgio Ferrini (dal vivaio - Con le 548 presenze è il giocatore con più presenze dell’ intera storia granata)
Luigi Meroni (talentuoso giocatore italiano degli anni '60; morì in seguito ad un incidente stradale che coinvolse Attilio Romero che sarà presidente del Torino Calcio)
Lido Vieri (Portiere dal 1958 al 1969)
Joe Baker Centravanti di Nazionalità Inglese
Denis Law Nazionale scozzese, Pallone d'Oro 1964
Natalino Fossati (dal vivaio, 410 presenze)
Fabrizio Poletti (dal vivaio)
Roberto Rosato (dal vivaio)
Angelo Cereser (dal vivaio) stopper,2 coppe Italia
Aldo Agroppi (dal vivaio)
Luciano Castellini (portiere dal 1970 al 78; 264 presenze
Roberto Mozzini (dal vivaio)
Claudio Sala (il Poeta del Gol, 2 volte Guerin d'Oro, 370 partite, 26 volte nazionale)
Eraldo Pecci
Francesco Graziani (una volta capocannoniere con maglia granata)
Renato Zaccarelli (dal vivaio - direttore sportivo e allenatore al momento della promozione in A vanificata dal fallimento del 2005)
Paolino Pulici (tre volte capocannoniere del campionato, 170 gol in 436 partite, 1 scudetto, 2 coppe Italia)
Giuliano Terraneo (portiere dal 1977 al 1984; 270 presenze)
Giacomo Ferri I° (dal vivaio)
Giuseppe Dossena (dal vivaio) Campione del Mondo 1982
Roberto Cravero (dal vivaio)
Diego Fuser (dal vivaio)
Roberto Salvadori
Patrizio Sala
Luigi Danova
Giancarlo Corradini
Giovanni Francini
Paolo Beruatto
Leo Junior (Brasile, ha partecipato al Mondiale 1982)
Willem Kieft (Nazionale Olandese, Scarpa d'Oro Europea 1982)
Gianluigi Lentini (dal vivaio) 18 miliardi nel 1992 per il trasferimento al Milan
Roberto Cravero (Il capitano. Rifiutò il trasferimento alla Juventus)
Benito Carbone (dal vivaio) Il più giovane esordiente in Serie A nella storia granata: 17 anni e 5 mesi il 15 gennaio 1989
Luis Muller (Brasile)
Luca Marchegiani (portiere 1988-93: 183 presenze, 1 Coppa Italia)
Luca Fusi
Pasquale Bruno (detto "o'animale",beniamino della curva maratona, 8 giornate di squalifica dopo un derby in cui cercò di aggredire l'arbitro)
Enrico Annoni (detto "Tarzan",beniamino della curva maratona)
Vincenzo Scifo (Nazionale Belga, 1 Coppa Italia 1993)
Rafael Martin Vasquez (Spagna)
Walter Junior Casagrande (Brasile)
Christian Vieri
Giovanni Galli
Robert Jarni
Carlos Aguilera
Enzo Francescoli (Uruguay - Pallone d'Oro Sudamericano 1984 e 1995)
Abedi Pelé (Ghana - 3 volte Pallone d'Oro Africano)
Jocelyn Angloma
Ruggiero Rizzitelli
Luca Bucci portiere 1997-2003
Marco Ferrante (l'attaccante granata più prolifico dai tempi di Pulici)
Antonino Asta
Riccardo Maspero
Cristiano Lucarelli
Andrè Luciano da Silva Pinga
Christian Abbiati
Stefano Fiore
Simone BaroneCampione del Mondo 2006
[modifica] Gli Allenatori e i Direttori Tecnici
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[modifica] Curiosità
Il Torino è stata una delle prime società italiane a dotarsi di un vero e proprio settore giovanile, organizzato già a partire dagli anni Trenta. Il settore venne inizialmente soprannominato Balon-Boys, in onore di Adolfo Baloncieri, giocatore-simbolo che proprio in quegli anni concluse la carriera. Curiosamente "balon" (prn. balùn), in lingua piemontese significa "pallone".
Nelle giovanili granata sono cresciuti numerosi giocatori, tra cui anche l'attore e giornalista Raf Vallone, che preferì la carriera artistica all'arte pedatoria quando ormai calcava i campi da gioco nelle fila della prima squadra.
Il Torino ha ritirato la maglia numero 12, come da qualche tempo si fa per i calciatori più illustri, assegnandola in via definitiva alla "Curva Maratona", quella del tifo più caldo e spettacolare, attribuendo così simbolicamente ai suoi tifosi il ruolo di 12° uomo in campo.
Vincendo l'11 giugno 2006 il play off con il Mantova, il Toro ha conquistato due record difficilmente battibili: essere riuscito a ritornare nella categoria superiore immediatamente dopo un fallimento e conseguente ricostruzione secondo il Lodo Petrucci, e aver vinto due volte consecutive il play off per l'ammissione alla Serie A.
[modifica] Sponsor ufficiali
A partire dalla Talmone, che nel 1958 abbinò con una sponsorizzazione il suo nome ai granata (sulle maglie appariva una grossa "T" all'altezza del cuore), a sponsorizzare il Torino sono stati anche:
[modifica] Palmarès
[modifica] Prima Squadra
(*) Il campionato 1926/27 fu revocato al Torino ma non assegnato a nessuna squadra
[modifica] Titoli Giovanili
- Campionato Italiano Primavera (8) (record)
- 1966/67 - 1967/68 - 1969/70 - 1976/77 - 1984/85 - 1987/88 - 1990/91 - 1991/92
- Coppa Italia Primavera (7) (record)
- 1982/83, 1983/84, 1985/86, 1987/88, 1988/89, 1989/90, 1998/99
- Coppa Carnevale / Torneo di Viareggio (6)
- 1984, 1985, 1987, 1989, 1995, 1998
- Campionato Italiano Berretti (8) (record)
- 1973/74, 1974/75, 1977/78,1980/81, 1985/86, 1987/88, 1988/89, 1991/92
- Campionato Italiano Allievi (5)
- 1966/67, 1971/72, 1972/73,1975/76, 1979/80
- Campionato Italiano Giovanissimi (2)
- 1984/85, 1999/00
[modifica] Cronistoria
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Campionato Sospeso dal 1943 al 1945 a causa della II° Guerra Mondiale
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[modifica] Derby
Sono 220 i "derby della Mole" giocati fra Torino e Juventus: 74 vittorie del TORO , 59 pareggi, 87 vittorie della Juventus; 307 i gol segnati dai granata, 335 dai bianconeri.
[modifica] Bibliografia
Poche Squadre al Mondo possono vantare una bibliografia così assortita:
- AA.VV, "Football Club Torino-25° anniversario", Artale, Torino, 1931
- AA.VV, "A.C.Torino-Storia della squadra granata", Edizioni juventus, Milano, 1943
- AA.VV, "Gabetto" (assi dello sport), Milano,1948
- AA.VV, "A.C.Torino" (assi dello sport) ,Milano ,1948
- AA.VV, "In memoria Caduti di Superga" (bollettino straordinario), F.I.G.C. Roma, 1949
- AA.VV, "Carapellese", Edzioni S.E.S.S., Milano, 1951
- AA.VV, "Il Torino compie 50 anni" (numero unico), Arzio Editore, Torino, 1956
- AA.VV, "Forza TORO !", La Stamperia, Torino, 1959
- AA.VV, "Forza TORO !", La stamperia, Torino, 1960
- AA.VV, "Forza TORO !", La stamperia, Torino, 1963
- AA.VV, "A.C. Torino", Saep, Torino, 1965
- AA.VV, "Obbiettivo: il 7° scudetto", (supplemento intrepido n°16), 1970
- AA.VV, "Pianelli e lo Sport", E.S.T.P., Torino, 1971
- AA.VV, "Toro chiama coppa", Torino, 1971
- AA.VV, "65 artisti e il Grande Torino", La cittadella-Galleria d'arte, Torino, 1974
- AA.VV, "Siamo campioni", Zinetti editore, Torino, 1976
- AA.VV, "Torino calcio: Superga nella sua storia", Edizioni Litograph, Firenze, 1981
- AA.VV, "Renato Zaccarelli", Forte Editore, Milano, 1986
- AA.VV, "Il Torino nella storia", Forte Edzioni, Milano, 1987
- AA.VV, "Beppe Dossena", Forte Editore, Milano, 1987
- AA.VV, "Quel giorno a Superga - 40anni dopo" (suppl. Repubblica), Milano, 1989
- AA.VV, "Speciale Grande Torino", Q&P, Torino, 1999
- AA.VV, "Un fiore a Superga chiamato Grande Torino", Associazione memoria storica granata, Torino, 1999
- AA.VV, "Mitissimo: Grande Torino mezzo secolo dopo Superga", Toro club Melfi, Melfi, 1999
- AA.VV, "La concertina del Grande Torino", Agami, Cuneo, 1999
- AA.VV, "Torino: Il MIto e i Campioni", Ed.La Stampa, Torino, 1999
- AA.VV, "Il Toro e il Giglio", Edizioni Scramasax, Firenze, 2000
- AA.VV, "Almanacco del Torino 2001", Graphot,Torino, 2000
- AA.VV, "Collezione Torino Calcio", T.C.P., Torino, 2000
- Baggioli Vincenzo, "Il Torino oltre la vita", Arti Grafiche Pezzini, Milano, 1949
- Cudiona Giuseppina, "Valentino racconta", Torino, 1950
- Pavese-Gilardi, "I 60 anni del Torino", Ed.Tipografica Torinese, Torino, 1966
- Gandolfi-Perucca, "Il Torino 1972", Sargraf, Torino, 1972
- Gandolfi-Perucca, "Il Torino 1974", Sargraf, Torino, 1974
- Ciotti Sandro, "Sotto il segno del Toro" (volume con disco), Torino, 1975
- Ossola Franco, "I Grandi del torino", Meb edizioni, Torino, 1976
- Lo Presti Salvatore, "Profondo Granata", Sargraf, Torino, 1976
- Bellè-Gandolfi, "Supertoro" (numero unico), G.B.C., Torino, 1976
- Perucca Bruno, "Orfeo Pianelli", Sei, Torino, 1977
- Panza Giglio, "A.C.Torino", Ed.Grafica, Firenze ,1977
- Gandolfi-Pastorin, "I Gemelli del gol", Sargraf, Torino, 1977
- Ferrara Franco, "Graziani:il Gol come favola", Ed. Grafica, Firenze ,1978
- Colombero-Pacifico, "Agenda Granata 1982-83", Graphot, Torino, 1982
- Tavella Renato, "Capitan Valentino", Graphot, Torino, 1983
- Burzio Massimo, "Torino 1983-84:l'anno della rinascita", Forte edizioni, Milano, 1983
- Barbero Sergio, "Il Toro Addosso", Graphot, Torino, 1985
- Bernardini-Pastorini, "Junior: Un tocco di classe", Siad, Milano, 1986
- Colombero-Perucca-Romeo, "La storia del Torino", G.E.F., Firenze, 1988
- Tomà-Barbero, "Vecchio cuore granata", Graphot, Torino, 1988
- Ansaldo-Lo Presti, "Vecchio cuore granata", Graphot, Torino, 1988
- Barbero Sergio, "Granatissimo", Graphot, Torino, 1990
- Gandolfi-Di Gesù, "Torino Almanacco 90-91", G.D.C., Torino, 1990
- Gandolfi-Di Gesù, "Torino Almanacco 91-92", G.D.C., Torino, 1991
- Barbero-Torello, "I Quattro del Filadelfia", Graphot, Torino,1991
- Barbero Sergio, "La Leggenda del Torino", Graphot, Torino, 1993
continua......
[modifica] Collegamenti esterni
- Torino FC, Sito non ufficiale dedicato al Torino FC 1906
- Torino FC, Unofficial Site Dedicated to Torino FC 1906 - English Language
- Toro on the Net, Sito ufficiale del Torino Club Internet, primo sito della storia dedicato al Torino FC 1906
- Sito del Torino Club Internet dedicato al centenario del Torino FC 1906 e al decennale di Toro on The Net
- Tuttotoro, Testata giornalistica sportiva dedicata al Torino FC 1906
- Toronews, la più grande community di tifosi granata
- 006...granata, la rubrica sul Toro del giornale dei Ragazzi del 2006
- Forum Granata Pabbe, altra community virtuale granata
- Torcida Granata, sito non ufficiale dedicato al Toro
- Granatissimo, "giornale dei tifosi del Toro"
- Ultras Granata, il gruppo storico della tifoseria organizzata
- sito dedicato allo Stadio Comunale e ai lavori di ristrutturazione
- Il sito ufficiale del Torino Club "Gigi Meroni" Milano
- Archivio Toro, l'archivio storico online del Torino
- Fedegranata.it, commenti, pagelle, attualità e vastissima photogallery
- Sito dell'Associazione Ex Calciatori Granata Onlus
- Toro Club Barcelona - La casa del Torino FC a Barcellona, Spagna (IT)
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