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Torino Football Club 1906 - Wikipedia

Torino Football Club 1906

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.


Torino FC 1906
Il Toro; I Granata
Segni distintivi
Uniformi di gara
Manica sinistra Maglia ufficiale Manica destra
Calzoncini da gara
Calzettoni da gara
 
Casa
Manica sinistra Maglia ufficiale Manica destra
Calzoncini da gara
Calzettoni da gara
 
Trasferta
Colori sociali: granata
Simboli: Toro
Dati societari
Confederazione: UEFA
Nazione: Italia
Federazione: FIGC
Città: Torino
Fondazione: 1906
Presidente: Urbano Cairo
Palmarès
Scudetti: 7
Trofei nazionali: 5 Coppa/e Italia
Trofei Internazionali: 1 Coppa/e Mitropa

1 Coppa/e dell'Amicizia

Stadio
Stadio Olimpico di Torino
(27.168 posti)
Contatti
Torino Football Club 1906 S.p.A.

Via Arcivescovado 1
10122 Torino
tel: 011 19700348
fax: 011 19700349

www.torinofc.it


Il Torino Football Club 1906 o, semplicemente, Torino - per i suoi tifosi, il Toro - è, insieme alla Juventus, la principale società calcistica di Torino.

La società originaria era il Torino Calcio, compagine fondata il 3 dicembre 1906 ed erede dell'Internazionale Torino; in seguito al doppio fallimento (quello sportivo, avvenuto il 9 agosto 2005, che ha posto le basi per l'adesione al cosiddetto Lodo Petrucci, e quello societario, sancito definitivamente dal Tribunale cittadino il 17 novembre 2005) è sorta una nuova società, che ne porta avanti la tradizione sportiva con il nome di Torino FC 1906.

Colori sociali: maglia granata, calzoncini bianchi (talvolta granata), calzettoni neri con risvolto granata; in trasferta maglia bianca, calzoncini granata, calzettoni bianchi.

L'11 giugno 2006 il Torino è ritornato in Serie A: dopo aver terminato il campionato di B 2005-06 al 3° posto, infatti, ha superato la doppia sfida nella finale dei play-off con il Mantova grazie ai risultati di 2-4 e 3-1.

Il 3 dicembre 2006, allo Stadio Olimpico di Torino, il Toro ha festeggiato il suo Centenario con una grande festa che ha visto sfilare in campo 100 tra gli ex giocatori ed allenatori più rappresentativi, tra gli applausi dei 25.000 tifosi presenti sugli spalti.


Indice

[modifica] Storia

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«Il "Torino", la cui parabola ha ospitato ferite crudeli e successi epici e che il destino ha accarezzato come un fiore e trafitto con una lama saracena...»

[modifica] La fondazione

Nella città il gioco del calcio arriva sul finire dell'Ottocento, portato dall'iniziativa di industriali svizzeri ed inglesi. Già nel 1891 nel capoluogo Piemontese la compagine calcistica dell'Internazionale Torino, presieduta dal Duca degli Abruzzi, svolge la sua attività; nel 1894 in città le squadre divennero due, con la fondazione del Football Club Torinese.

Il nuovo gioco spopola, soppiantando presto quello del pallone elastico, che al tempo era lo sport con la palla più seguito: nel 1897 è la volta della Ginnastica Torino e della Juventus. Le prime tre, assieme al Genoa, l'8 maggio 1898 nell'ambito dei festeggiamenti in occasione dell'Esposizione Internazionale per i cinquant'anni dello Statuto Albertino, sul campo del Velodromo Umberto I di Torino (nei pressi dell'attuale ospedale Mauriziano) diedero vita al primo Campionato Italiano di Calcio, vinto dai rossoblù genovesi.

Nel 1900, l'FC Torinese assorbe l'Internazionale Torino, ma la vera svolta per la squadra, che in quegli anni veste una maglia giallonera a strisce verticali, arriva il 3 dicembre 1906, una gelida sera d'inverno: nella birreria Voigt (oggi bar Norman) di Via Pietro Micca, veniva sancita un'alleanza con un gruppo di dissidenti della Juventus, guidati dallo svizzero Alfredo Dick, che non condividevano la svolta verso il professionismo della società bianconera. Dalla fusione tra l'FC Torinese e il citato gruppo di dissidenti nasce il Foot Ball Club Torino (dal 1936 per decisione del regime fascista muta nome in Associazione Calcio); per via delle ascendenze taluni lo considerano la più antica società calcistica d'Italia. Altri considerano tale il Genoa 1893 ed altri ancora la Pro Vercelli 1892.

[modifica] Dai primi passi alla Grande Guerra

I Presidenti granata dal 1906 a oggi

La nuova società cambia i colori sociali in granata; sui motivi della scelta si narrano varie versioni. Spesso riportata è quella secondo cui lo svizzero Dick sarebbe stato tifoso del Servette, squadra di Ginevra dai colori granata; pare però attendibile anche la versione secondo cui, in onore del Duca presidente onorario, in luogo dei colori arancio-nero a strisce verticali delle divise dell'Internazionale - che con il tempo s'erano sbiadite in giallo-nere, i colori degli Asburgo nemici storici della Casa regnante - fu scelto il colore della Brigata Savoia, che esattamente duecento anni prima, dopo la vittoriosa liberazione di Torino assediata dai francesi, aveva adottato un fazzoletto color del sangue in onore del messaggero caduto per portare la notizia della vittoria.

Il primo incontro ufficiale viene giocato già il 16 dicembre 1906, a Vercelli contro la Pro, terminato 3-1 per i granata, di nome ma non di fatto, poiché non disponendo ancora delle nuove casacche vestivano le maglie giallonere ereditate dal FC Torinese. Il primo derby viene con l'anno nuovo, è datato 13 gennaio 1907, e per Alfredo Dick sono subito soddisfazioni: il Toro vince di misura per 2-1, successo poi replicato con un più largo 4-1 un mese più tardi.

Campo di gioco per molti anni sarà il già citato velodromo Umberto I. Nel 1912 entra a far parte dello staff tecnico Vittorio Pozzo: con lui nel 1914, in piena epoca di calcio eroico, partecipa addirittura ad una tournée transoceanica, in Sud America, conclusasi con sei vittorie in altrettante partite, contro squadre del calibro della Nazionale argentina e dei brasiliani del Corinthians.

Con l'inizio della Grande Guerra viene sospeso anche il campionato di calcio, e questa decisione causerà la prima di una lunga serie di beffe del destino: il campionato 1914/15 viene infatti sospeso ad una giornata dal termine, e il Genoa, che era in testa, dichiarato campione. Nulla da eccepire, viste le cause di forza maggiore: un peccato solo per i granata che, secondi a due lunghezze dalla capolista, nell'ultima avrebbero avuto l'occasione di incontrare proprio i genovesi, che nella partita di andata erano stati battuti per 6-1.

In quel periodo, seppur in anni diversi, vestirono la maglia del Toro ben quattro fratelli, i Mosso: quello che oggi può apparire come una curiosità era invece all'epoca una consuetudine abbastanza diffusa.

[modifica] La partita più lunga

Nella stagione 1920/21 non esisteva ancora il Girone Unico. Lo scudetto veniva assegnato con una formula che oggi potrebbe ricordare quella della Champions League: nell'alta Italia le vincenti di gironi regionali venivano raggruppate in quattro gironi di semifinale; le prime classificate davano quindi vita a scontri diretti per determinare la finalista che avrebbe affrontato la vincente degli analoghi confronti del gruppo centro-sud. Il Torino aveva terminato il suo girone di semifinale a pari merito con il Legnano, e fu necessaria una gara di spareggio.

Benché manchino statistiche ufficiali certe, tale partita passerà alla storia per essere stata il più lungo incontro ufficiale disputato in Italia: terminata 1-1 nei tempi regolamentari, il regolamente dell'epoca prevedeva tempi supplementari ad oltranza. Per sciogliere l'equilibrio si diede seguito a due tempi supplementari, da 30 minuti ciascuno, al termine dei quali il risultato era ancora in parità. L'arbitro fece iniziare un terzo tempo supplementare, ma dopo ulteriori 8 minuti di gioco le squadre, di comune accordo, si arresero, si strinsero cavallerescamente la mano e rinunciarono a proseguire, rinunciando anche a disputare la ripetizione. Lo scudetto quell'anno fu appannaggio della Pro Vercelli, che batté poi il Pisa nella finalissima.

Gli anni Venti videro iniziare, dopo la "serie dei Mosso", quella dei fratelli Martin, anche loro quattro. Il più forte sarà Martin II, che con il Toro disputerà 359 gare di campionato.

[modifica] La costruzione dello Stadio Filadelfia e lo scudetto revocato

La squadra conosce il primo periodo felice della sua storia sotto la presidenza del conte Enrico Marone di Cinzano, che fa anche costruire attorno al Campo Torino, le prime tribune di quello che poi diventerà lo Stadio Filadelfia, che ospiterà tutti gli incontri interni dei granata fino al 1958, e acquista giocatori di prim'ordine per fare subito una squadra molto competitiva, che in attacco poté vantare su un trio dalla potenza micidiale, ai tempi noto come il "trio delle meraviglie": Julio Libonatti, Adolfo Baloncieri e Gino Rossetti.

Sotto la sua guida i granata vinceranno il Campionato del 1928, ripetendo il successo dell'anno prima, revocato per il (presunto) tentativo di corruzione del giocatore Allemandi, terzino della Juventus, vicenda nei dettagli oscura ancora oggi: in base a quanto accertato dall'inchiesta il giocatore venne avvicinato da un dirigente granata, il dottor Nani, che avrebbe corrotto il giocatore anticipandogli metà della somma pattuita (50 mila lire), affinché questi "addomesticasse" la partita nello scontro diretto. Per contattare il giocatore Nani si affidò a Francesco Gaudioso, uno studente catanese del Politecnico che alloggiava in una pensione di via Lagrange dove aveva domicilio Allemandi. In quella stessa pensione vi era anche il giornalista del Tifone Renato Farminelli, corrispondente da Torino della testata.

Il derby si chiuse con la vittoria per 2 a 1 del Torino, ma Allemandi contrariamente ai (presunti) patti si segnalò tra i migliori in campo. Per questo, Nani si rifiutò di pagare le restanti 25 mila lire al calciatore: la discussione che si accese tra i due avviene nella pensione di via Lagrange alla presenza di Gaudioso, venne udita dal giornalista Farminelli che origliava da un'altra camera, che a fine campionato ne ricavò un pepato articolo (dal titolo "C'è del marcio in Danimarca"). Subito parirtono le indagini della Federcalcio, il cui presidente era Leandro Arpinati, gerarca fascista, nonché podestà della città di Bologna. Poiché fu proprio la squadra del Bologna che arrivò seconda dietro il Toro, vi furono e vi sono tuttora sospetti sull'imparzialità con cui vennero condotte le indagini.

Effettivamente quella che venne considerata la "prova schiacciante" era così fragile da suscitare il dubbio che fosse stata creata ad arte: durante un sopralluogo nella famosa pensione il vice di Arpinati, Giuseppe Zanetti, rinvenì in un cestino dei rifiuti alcuni pezzi di carta, che uniti risultarono essere una lettera nella quale Allemandi reclamava il pagamento a saldo delle 25 mila lire. Il direttorio Federale, riunito nella Casa del Fascio, revocò lo scudetto al Torino e squalificò a vita Allemandi (che nell'estate era passato dalla Juventus all'Ambrosiana). In seguito alla vittoria della Nazionale Italiana della medaglia di bronzo alle Olimpiadi del 1928 il giocatore godrà poi di un'amnistia, mentre dello scudetto revocato non se ne fece più nulla, neanche quando - durante i funerali del Grande Torino - ne venne promessa la riassegnazione.

[modifica] La prima Coppa Italia

Complice l'abbandono del conte Cinzano prima, e l'emergere della Juventus dei cinque scudetti consecutivi, per il Toro inizia un lento declino che nei primi anni Trenta lo portò ad accontentarsi di piazzamenti a centro classifica.
Tuttavia, a partire dalla stagione 1935-36 iniziò una rinascita, che getterà le basi per il periodo d'oro che sarebbe stato poi rappresentato dal Grande Torino: quell'anno il Toro conclude al terzo posto, dietro al Bologna che tremare il mondo fa e della Roma, ma soprattutto proprio nell'anno di esordio della manifestazione arriva la prima Coppa Italia. Il successo finale arriva contro i grigi dell'Alessandria, battuti a Genova per 5-1. Nella stagione 1936/37, cambiato il nome in Associazione Calcio per imposizione del regime fascista (che non tollerava la presenza di parole straniere), il Toro termina il campionato terzo, nel 1938/39 secondo.

[modifica] Il Grande Torino

Per approfondire, vedi la voce Grande Torino.
Il Grande Torino vincitore di 5 titoli consecutivi
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Il Grande Torino vincitore di 5 titoli consecutivi

Il momento più fulgido è però quello rappresentato dal Grande Torino, una squadra imbattibile, capace di vincere 5 titoli consecutivi (se non si considera l'interruzione del Campionato Alta Italia del 1943-44 vinto dai VV.F. Spezia) tra il 1942 e il 1949, e una Coppa Italia nel 1943 (e, grazie a questo successo, il Toro fu la prima squadra a centrare l'ambitissima accoppiata Scudetto-Coppa Italia nella stessa stagione). Asse portante della Nazionale di quegli anni, il Grande Torino riuscì a portare anche 10 giocatori contemporaneamente in campo in azzurro. Capitano e leader indiscusso di quella formazione era Valentino Mazzola, padre di Ferruccio e Sandro che poi percorreranno le orme paterne diventando anch'essi calciatori. La formazione tipo, che tutti gli sportivi italiani conoscevano a memoria, era: Bacigalupo; Ballarin, Maroso; Grezar, Rigamonti, Castigliano; Menti, Loik, Gabetto, Mazzola, Ossola. Il ciclo di vittorie viene bruscamente interrotto il 4 maggio del 1949, quando l'aereo che trasportava l'intera squadra, di ritorno da una amichevole giocata a Lisbona, a causa di una fitta nebbia e di un guasto all'altimetro, andò ad infrangersi contro il muraglione posteriore della Basilica di Superga. In quel terribile incidente aereo, rimasto nel cuore dei torinesi come la "Tragedia di Superga, oltre all'intera squadra, titolari e riserve, perirono due dirigenti, i tecnici e tre giornalisti al seguito, Luigi Cavallero, Renato Tosatti e Renato Casalbore.

[modifica] Gli anni 70

Seguiranno anni difficili con la prima retrocessione in serie B, avvenuta nel 1959 (con la denominazione Talmone Torino), e per la ricostruzione di un squadra vincente si dovrà attendere fino agli anni '70, quando sotto la presidenza di Pianelli, i granata riusciranno a vincere due Coppe Italia e un titolo tricolore.
Lo scudetto viene conquistato nella stagione 1975/76, al termine di una rimonta entusiasmante ai danni della Juventus di Carlo Parola, la quale in primavera era giunta ad avere cinque punti di vantaggio sui granata. Ma tre sconfitte consecutive dei bianconeri, la seconda delle quali proprio nel derby di ritorno, consentono al Toro il clamoroso sorpasso. All'ultima giornata si arriva col Torino in vantaggio di un punto e, fino ad allora, sempre vittorioso in casa. Ospite al Comunale il Cesena di Marchioro: i granata non vanno oltre il pareggio, ma la Juve cade a Perugia. Il titolo tricolore viene vinto con due punti di vantaggio sui cugini: 27 anni dopo Superga.
La sfida si ripete l'anno seguente in un campionato appassionante e combattuto che vede il Toro terminare secondo a 50 punti contro i 51 della Juventus (record per il campionato a sedici squadre).
Nel 1978 il Torino arriva di nuovo secondo (a pari merito col Vicenza di Paolo Rossi), ancora dietro alla Juventus ma più staccato; negli anni successivi la squadra declina e non riesce più a ripetere questi risultati, con l'eccezione del secondo posto del campionato 1984-85, dietro al Verona di Bagnoli.

[modifica] Caduta e rinascita

Al termine del campionato 1988-89 il Torino torna in serie B per la seconda volta nella sua storia. La serie cadetta sembra rigenerare la squadra, che dopo una pronta risalita (1989-90), vive un'entusiasmante stagione sotto la guida dell'allenatore Emiliano Mondonico e si qualifica per la Coppa Uefa proprio davanti ai cugini della Juventus, che a sorpresa resta fuori dalle Coppe europee per la prima volta dopo ventotto anni. La cavalcata europea della stagione 1991-92 è quasi inarrestabile: i granata arrivano alla finale, con l'Ajax, ma il doppio confronto è stregato: dopo il 2-2 di Torino, ad Amsterdam finisce 0-0, con tre legni colpiti dal Toro e un rigore reclamato dai granata ma non concesso dall'arbitro, decisione che fa infuriare l'allenatore Mondonico che si sfoga alzando la sedia al cielo d'Olanda.

Ma il riscatto è per l'anno successivo, con la conquista della quinta coppa Italia (1993) ai danni della Roma, in un'altra finale incandescente, con tre discussi calci di rigore assegnati ai giallorossi, nella partita di ritorno all'Olimpico.

[modifica] La crisi

Ma la conquista della coppa Italia aveva basi fragili: vengono a galla numerosi falsi in bilancio commessi dalla società (tra cui la vendita in nero del giocatore Lentini al Milan) che la portano a un passo dalla bancarotta: si succedono impianti societari disastrosi, che in poco tempo riescono a disfare il da sempre prolifico settore giovanile, e a chiudere e abbattere lo storico Stadio Filadelfia, vero e proprio tempio granata, di cui oggi si conservano resti e, ambiziosi, quando non solo sulla carta, progetti di ricostruzione.

La società, evitato per un soffio il fallimento, cambia presidenti e allenatori ma i risultati continuano a peggiorare: nel 1995 un derby perso 5-0 costa il posto all'allenatore Sonetti e al termine della stagione la squadra retrocede in serie B per la terza volta. Il ritorno in serie A dopo uno spareggio perso ai rigori contro il Perugia nel 1998 (3-5 a Reggio Emilia, con gli umbri promossi in serie A) avviene nel 1999, a seguito di una esaltante stagione (primo posto finale), suggellata dal primo posto dell'attaccante Marco Ferrante nella classifica cannonieri, ma la gloria dura una solta stagione: in pochi anni arrivano altre due retrocessioni, l'ultima al termine del campionato 2002-2003.
Nei tempi del calcio moderno il Toro perde la sua identità: speculatori e affaristi si danno il cambio ai vertici della società, che non trova più posto né fra le grandi ricche del calcio, né fra le piccole emergenti, eccezion fatta per la stagione 2001-2002 al termine della quale, dopo aver disputato un campionato più che discreto , il Toro centra la qualificazione in Coppa Intertoto, dalla quale uscirà però al terzo turno.

In questo periodo buio, l'identità del Torino Calcio viene mantenuta in vita dai suoi tifosi: unica nella storia del tifo è la marcia popolare (50.000 persone secondo gli organizzatori) che il 4 maggio del 2003, all'indomani di un'ennesima retrocessione in serie B, affolla le strade della città, partendo dai resti del Filadelfia, passano davanti la lapide commemorativa di Luigi Meroni, piazza San Carlo, giungendo finalmente alla lapide dei grandi di Superga. È questo il segno di un'incredibile e ostinata passione, anni prima definita "tremendismo" dal noto scrittore e poeta Giovanni Arpino.

L'ultima soddisfazione in serie A, per i tifosi del Toro, risale a un incredibile derby di andata con i cugini bianconeri disputato nella stagione 2001/02, dove il Toro alla fine del primo tempo è sotto di tre gol, ma guidato del capitano Antonino Asta e trascinato da uno strepitoso Marco Ferrante riesce a recuperare e pareggiare.

Il 26 giugno 2005 in uno stadio stracolmo il Torino festeggia il ritorno in Serie A, in una sorta di nemesi dello spareggio del 1998, contro il Perugia al termine dei playoff. Ma la gioia dura poco: imposte mai pagate per 38 milioni di euro fanno sì che venga negata al Toro l'iscrizione al Campionato di Serie A, costringendo i granata ad attendere gli esiti dei ricorsi presso la giustizia sportiva e amministrativa.

Tali ricorsi risulteranno negativi, dopo ben 5 gradi di giudizio e altrettante bocciature nell'arco di 40 lunghissimi ed estenuanti giorni, a fronte di una mancata presentazione - da parte dell'azionista di maggioranza - della fidejussione da 38 milioni di Euro necessaria a garantire la copertura delle precedenti ed accumulate insolvenze per debiti pendenti con l'erario, il 9 agosto 2005 il Torino Calcio viene dichiarato in via definitiva non idoneo all'iscrizione del Campionato suddetto, cosicché dopo ben 99 anni di storia memorabile viene sancito l'inevitabile fallimento della società granata, con la susseguente cancellazione dal panorama calcistico.

[modifica] Da Torino Calcio a Torino Football Club

In seguito a questa situazione deficitaria, mai così drasticamente provata in passato dal Torino Calcio, una nuova cordata d'imprenditori facenti capo all'avv. Pierluigi Marengo (tra i piu' conosciuti Sergio Rodda, Manlio Collino, Gianni Bellino, Alex Carrera), ma con limitate risorse finanziarie, si fa carico di far rinascere una nuova entità professionistica e, attraverso la creazione della Società Civile Campo Torino (la denominazione è presa dall'antico nome dello Stadio Filadelfia), il 19 luglio presenta la domanda per l'ammissione al Lodo Petrucci, che garantisce il trasferimento alla nuova società del titolo e dei meriti sportivi, in modo da evitare di dover ripartire dalla serie C, ed avvia le pratiche per l'iscrizione al Campionato di Serie B.

Una prima proposta economica viene però ritenuta insufficiente dalla FIGC: alla cordata si aggiunge quindi anche la sponsorizzazione della municipalizzata SMAT (società che gestisce l'acquedotto torinese), completando così l'iter burocratico.

Il 16 agosto 2005 finalmente, la FIGC affida ufficialmente alla SCC Torino il titolo sportivo del Torino Calcio: la nuova dirigenza, ripartendo completamente da zero, acquisisce quindi l'onere e l'onore di rifondare tutto l'organigramma societario, nonché l'organico dei giocatori e dei relativi dipendenti del Club. Il 19 agosto, nel bar Norman (noto un tempo come birreria Voigt, lo stesso luogo delle origini), durante la conferenza stampa che avrebbe dovuto vedere la presentazione del nuovo organigramma societario, viene invece annunciato che la proprietà verrà ceduta all'editore-pubblicitario alessandrino Urbano Cairo, che il giorno prima aveva lanciato una proposta di acquisto.

Quando tutto sembra concluso per il passaggio ad un imprenditore facoltoso, il 22 agosto, Luca Giovannone, un imprenditore laziale di Ceccano (FR) che con 180.000 Euro aveva contribuito a finanziare il Lodo, facendosi forte di una scrittura privata (avuta dal presidente dei cosiddetti Lodisti) che gli garantiva il 51% delle azioni del nuovo Toro, si rifiuta di vendere. In un continuo tira-molla interviene anche il sindaco Sergio Chiamparino: il 24 agosto Giovannone si dichiara disposto a passare la mano, poi cambia di nuovo idea (facendo infuriare i tifosi, che già avevano acclamato Cairo nuovo presidente), fugge dalla città e diviene irreperibile. Rintracciato in un albergo a Moncalieri, poi assediato dai tifosi, rifiuta il tentativo di mediazione offerto dal Sindaco e dal Prefetto e, scortato dalla polizia, lascia la città. Il 26 agosto l'assemblea dei soci della SCC Torino delibera l'aumento di capitale a 10 milioni di Euro, e crea ufficialmente il Torino Football Club Srl con capitale da versare interamente entro il 31 agosto, giorno in cui, quasi alla mezzanotte, e dopo una lunga e estenuante trattativa, Giovannone cede: il 2 settembre viene firmato l'atto notarile e Cairo diventa il secondo presidente della storia del nuovo Toro (dopo l'avvocato Marengo); il fil rouge della storia granata verrà poi compiutamente raccolto il 12 luglio 2006 quando Cairo acquista all'asta fallimentare per 1 milione e 411 mila euro il marchio del "vecchio" Torino, con le coppe e i cimeli del Grande Torino, accogliendo così le richieste che tifosi e personalità cittadine avevano lanciato, consentendo così di programmare pienamente i festeggiamenti per il Centenario, non solo nella continuità sportiva, ma anche in quella societaria.

La squadra fa il suo esordio appena 7 giorni dopo, rinforzata con gli ultimi innesti (alcuni dei quali acquistati la sera prima), esordendo vittoriosamente contro l'Albinoleffe. In un crescendo di entusiasmo i giocatori granata terminano la stagione 2005/06 al terzo posto, conquistando i play-off, vinti contro Cesena (1-1, 1-0) e Mantova (2-4, 3-1 dts).

[modifica] La stagione in corso

[modifica] La rosa 2006/07

Portieri
1 Italiano Massimo Taibi
31 Italiano Alberto Maria Fontana
32 Italiano Christian Abbiati
Difensori
2 Italiano Giuseppe Pancaro
3 Italiano Jacopo Balestri
4 Italiano Oscar Brevi
6 Italiano Gabriele Cioffi
14 Italiano Ivan Franceschini
18 Italiano Angelo Obinze Ogbonna
22 Italiano Gianluca Comotto
25 Italiano Marco Di Loreto
26 Italiano Luigi Martinelli
27 Senegalese Diaw Doudou
55 Italiano Giovanni Orfei
79 Italiano Matteo Melara
Centrocampisti
5 Italiano Fabio Gallo
7 Italiano Stefano Fiore
8 Italiano Simone Barone
10 Italiano Alessandro Rosina
15 Italiano Diego De Ascentis
17 Serbo Nikola Lazetić
20 Italiano Claudio Ferrarese
21 Bosniaco Vedin Musić
23 Italiano Andrea Ardito
Attaccanti
9 Italiano Roberto Muzzi
11 Italiano Roberto Stellone
16 Giapponese Masashi Oguro
19 Italiano Elvis Abbruscato
24 Ivoriano Axel Konan
44 Italiano Claudio De Sousa
Allenatore
Italiano Alberto Zaccheroni
Preparatori atletici
Italiano Paolo Artico
Italiano Francesco Siepi


[modifica] Acquisti e cessioni, sessione estiva

Acquisti
P Italiano Christian Abbiati (prestito) Milan
D Italiano Gabriele Cioffi dal Mantova
D Italiano Gianluca Comotto (prestito) Roma
D Italiano Marco Di Loreto dalla Fiorentina
D Italiano Ivan Franceschini dal Reggina
D Italiano Giuseppe Pancaro dalla Fiorentina
C Italiano Simone Barone dal Palermo
C Italiano Diego De Ascentis dal Livorno
C Italiano Stefano Fiore (prestito) Valencia
A Italiano Claudio De Sousa rientro f.p. Catanzaro
A Ivoriano Axel Konan dal Lecce
A Giapponese Masashi Oguro dal Grenoble
Cessioni
P Italiano Angelo Pagotto al Grosseto
D Italiano Davide Nicola f.p. Ternana
D Ghanese Mark Edusei f.p. Catania
D Italiano Luca Ungari f.p. Modena
C Italiano Raffele Longo f.p. Roma
C Italiano Enrico Fantini f.p. Fiorentina
C Italiano Tommaso "Ricky" Vailatti (prestito) Vicenza
A Greco Zisis Vryzas f.c. allo Skoda Xanthi


[modifica] Lo stadio

Dal 1990 al 2005 la squadra ha giocato nello stadio Delle Alpi (69.041 posti), costruito per il Campionato Mondiale di Calcio disputatosi quell'anno in Italia. Questo stadio non è stato mai amato dai tifosi granata; in precedenza, per circa 30 anni, la squadra ha giocato nello stadio Comunale e prima ancora nello stadio Filadelfia, casa del grande Torino. A partire dal 2006, in seguito alla ristrutturazione operata per renderlo adatto ad ospitare le cerimonie di apertura e chiusura delle Olimpiadi invernali, che in quell'anno si sono svolte in città e nelle valli vicine, è tornato a giocare nell'ex Stadio Comunale, ribattezzato Stadio Olimpico, che ha una capienza di 25.370 posti tutti al coperto e a sedere, ridotta rispetto a quella originaria (conteneva circa 65.000 spettatori in piedi), in rispetto delle più moderne norme di sicurezza.

[modifica] Campioni illustri

Raramente una squadra italiana ha fondato la propria forza sulla bontà del proprio vivaio.

A partire dalle origini i più grandi campioni del Torino sono i seguenti:

                [modifica] Gli Allenatori e i Direttori Tecnici

                 

                [modifica] Curiosità

                Il Torino è stata una delle prime società italiane a dotarsi di un vero e proprio settore giovanile, organizzato già a partire dagli anni Trenta. Il settore venne inizialmente soprannominato Balon-Boys, in onore di Adolfo Baloncieri, giocatore-simbolo che proprio in quegli anni concluse la carriera. Curiosamente "balon" (prn. balùn), in lingua piemontese significa "pallone".
                Nelle giovanili granata sono cresciuti numerosi giocatori, tra cui anche l'attore e giornalista Raf Vallone, che preferì la carriera artistica all'arte pedatoria quando ormai calcava i campi da gioco nelle fila della prima squadra.

                Il Torino ha ritirato la maglia numero 12, come da qualche tempo si fa per i calciatori più illustri, assegnandola in via definitiva alla "Curva Maratona", quella del tifo più caldo e spettacolare, attribuendo così simbolicamente ai suoi tifosi il ruolo di 12° uomo in campo.

                Vincendo l'11 giugno 2006 il play off con il Mantova, il Toro ha conquistato due record difficilmente battibili: essere riuscito a ritornare nella categoria superiore immediatamente dopo un fallimento e conseguente ricostruzione secondo il Lodo Petrucci, e aver vinto due volte consecutive il play off per l'ammissione alla Serie A.

                [modifica] Sponsor ufficiali

                A partire dalla Talmone, che nel 1958 abbinò con una sponsorizzazione il suo nome ai granata (sulle maglie appariva una grossa "T" all'altezza del cuore), a sponsorizzare il Torino sono stati anche:

                 
                • 1995-00 SDA (corriere espresso)
                • 2000-01 Directa (prodotti finanziari)
                • 2001-02 Conto Arancio (net-banking)
                • 2002-03 Ixfin (prodotti elettronici)
                • 2003-05 Bavaria (birra)
                • 2005-07 Reale Mutua (Assicurazioni) - Beretta

                [modifica] Palmarès

                [modifica] Prima Squadra

                (*) Il campionato 1926/27 fu revocato al Torino ma non assegnato a nessuna squadra

                [modifica] Titoli Giovanili

                • Campionato Italiano Berretti (8) (record)
                  • 1973/74, 1974/75, 1977/78,1980/81, 1985/86, 1987/88, 1988/89, 1991/92
                • Campionato Italiano Allievi (5)
                  • 1966/67, 1971/72, 1972/73,1975/76, 1979/80
                • Campionato Italiano Giovanissimi (2)
                  • 1984/85, 1999/00

                [modifica] Cronistoria

                 
                • 1887 A Torino vengono fondate le squadre del Football & Cricket Torino e dei Nobili Torino, quest'ultima è guidata dal Duca degli Abruzzi
                • 1891 Le due squadre si fondono e danno vita all'Internazionale Torino.
                • 1894 Fondazione Football Club Torinese
                • 1897 Anche la Ginnastica Torino apre una sezione dedicata al calcio.
                • Situazione prima del Girone Unico
                • 1898 Le 3 formazioni partecipano al 1° campionato Italiano. L'Internazionale perde la finale contro il Genoa
                • 1899 L'Internazionale perde la finale contro il Genoa
                • 1900 Il FC Torinese assorbe l'Internazionale: In finale perde contro il Genoa. Ginnastica eliminata
                • 1901 Ginnastica Torino eliminata
                • 1902 Audace Torino e Ginnastica eliminati. FC Torinese battuto in semifinale
                • 1903 Audace Torino e FC Torinese eliminati.
                • 1904 FC Torinese eliminato
                • 1905 FC Torinese eliminato per rinuncia
                • 1906 Il 3 dicembre dalla fusione del FC Torinese con alcuni soci dissidenti della Juventus, nasce il Foot Ball Club Torino
                • 1907 2° nel Girone finale
                • 1908 A causa dell'elevato numero di giocatori stranieri in squadra, non partecipa al Campionato *1909 2° nelle eliminatorie
                • 1909-10 4° nel Girone Unico
                • 1910-11 2° nel Girone A
                • 1911-12 5° nel Girone A
                • 1912-13 3° nel Girone piemontese
                • 1913-14 3° nel Girone Piemontese
                • 1914-15 Il campionato sospeso ad una giornata dal termine, prima della sfida con il 2° nel Girone Finale
                • Campionato Sospeso dal 1915 al 1919 a causa della I° Guerra Mondiale
                • 1919-20 4° nel Girone di semifinale
                • 1920-21 1° nel girone di semifinale (rinuncia alle Finali).
                • 1921-22 8° nel Girone B della Lega Nord (Campionato CCI).
                • 1922-23 2° nel Girone A della Lega Nord
                • 1923-24 2° nel Girone B della Lega Nord
                • 1924-25 6° nel Girone A della Lega Nord
                • 1925-26 2° nel Girone A della Lega Nord
                • 1926-27 Campione d’Italia (titolo revocato per un presunto tentativo di illecito sportivo).
                • 1927-28 Campione d’Italia.
                • 1928-29 Finalista
                • Situazione dopo l'istituzione del Girone Unico:
                • 1929-30 Quarto in Serie A con 39 punti
                • 1930-31 Settimo in Serie A con 36 punti
                • 1931-32 Ottavo in Serie A con 37 punti
                • 1932-33 Settimo in Serie A con 36 punti
                • 1933-34 Dodicesimo in Serie A con 29 punti
                • 1934-35 Quattordicesimo in Serie A con 25 punti
                • 1935-36 Terzo in Serie A con 38 punti. Vince la Coppa Italia.
                • 1936-37 Terzo in Serie A con 38 punti. Per imposizione del regime fascista la società cambia il nome in Associazione Calcio Torino.
                • 1937-38 Ottavo in Serie A con 32 punti
                • 1938-39 Secondo in Serie A con 38 punti
                • 1939-40 Sesto in Serie A con 33 punti
                • 1940-41 Settimo in Serie A con 30 punti.
                • 1941-42 Secondo in Serie A con 39 punti.
                • 1942-43 Campione d'Italia, con 44 punti. Vince la Coppa Italia. Prima squadra che riesce a vincere Scudetto e Coppa Italia nella stessa stagione.

                Campionato Sospeso dal 1943 al 1945 a causa della II° Guerra Mondiale

                • 1944 Il Torino Fiat è secondo nel Campionato di Guerra "Alta Italia" (torneo non ufficiale).
                • 1945-46 Campione d'Italia, con 64 punti.
                • 1946-47 Campione d'Italia, con 63 punti.
                • 1947-48 Campione d'Italia, con 65 punti.
                • 1948-49 Campione d'Italia, con 60 punti. Eguagliato il record delle cinque vittorie consecutive dello Scudetto. 4 maggio, l'aereo proveniente da Lisbona, che dopo un'amichevole riportava in Italia l'intera squadra, urta contro il muraglione posteriore della Basilica di Superga. Nessun sopravvissuto.
                • 1949-50 Sesto in Serie A con 41 punti.
                • 1950-51 Quindicesimo in Serie A con 30 punti.
                • 1951-52 Dodicesimo in Serie A con 34 punti.
                • 1952-53 Decimo in Serie A con 31 punti.
                • 1953-54 Nono in Serie A con 33 punti.
                • 1954-55 Nono in Serie A con 34 punti.
                • 1955-56 Nono in Serie A con 33 punti.
                • 1956-57 Quinto in Serie A con 35 punti.
                • 1957-58 Settimo in Serie A con 33 punti.
                • 1958-59 Diciasettesimo in Serie A con 23 punti. Retrocesso in Serie B.
                • 1959-60 Primo in Serie B con 51 punti: Promosso in Serie A. Vince la Coppa dell'Amicizia italo-francese.
                • 1960-61 Dodicesimo in Serie A con 30 punti.
                • 1962-63 Ottavo in Serie A con 34 punti.
                • 1963-64 Settimo in Serie A con 35 punti.
                • 1964-65 Terzo in Serie A con 44 punti.
                • 1965-66 Decimo in Serie A con 31 punti.
                • 1966-67 Settimo in Serie A con 38 punti.
                • 1967-68 Settimo in Serie A con 32 punti. Vince la Coppa Italia. Il 15 ottobre 1967 il giocatore Luigi Meroni, mentre attraversa la strada in Torino, viene travolto e ucciso da un'auto.
                • 1968-69 Sesto in Serie A con 33 punti.
                • 1969-70 Settimo in Serie A con 30 punti.
                • 1970-71 Ottavo in Serie A con 26 punti. Vince la Coppa Italia.
                • 1971-72 Terzo in Serie A con 42 punti.
                • 1972-73 Sesto in Serie A con 31 punti.
                • 1973-74 Quinto in Serie A con 34 punti.
                • 1974-75 Sesto in Serie A con 35 punti.
                 
                • 1975-76 Campione d'Italia, con 45 punti.
                • 1976-77 Secondo in Serie A con 50 punti. Eliminato agli ottavi di finale di Coppa dei Campioni.
                • 1977-78 Terzo in Serie A con 39 punti. La società prende il nome di Torino Calcio.
                • 1978-79 Quinto in Serie A con 36 punti.
                • 1979-80 Quarto in Serie A con 35 punti.
                • 1980-81 Nono in Serie A con 26 punti.
                • 1981-82 Nono in Serie A con 27 punti.
                • 1982-83 Ottavo in Serie A con 30 punti.
                • 1983-84 Quinto in Serie A con 33 punti.
                • 1984-85 Secondo in Serie A con 39 punti.
                • 1985-86 Quinto in Serie A con 33 punti.
                • 1986-87 Undicesimo in Serie A con 26 punti.
                • 1987-88 Settimo in Serie A con 31 punti.
                • 1988-89 Quindicesimo in Serie A, con 27 punti. Retrocesso in Serie B.
                • 1989-90 Primo in Serie B con 53 punti. Promosso in Serie A.
                • 1990-91 Quinto in Serie A con 38 punti. Vince la Mitropa Cup.
                • 1991-92 Terzo in Serie A con 43 punti. Finalista in Coppa Uefa: dopo aver pareggiato le finali di andata e ritorno con l'Ajax (2-2, 0-0) perde il trofeo per via dei gol subiti nell'incontro casalingo.
                • 1992-93 Nono in Serie A, con 35 punti. Vince la Coppa Italia.
                • 1993-94 Ottavo in Serie A con 34 punti. Perde la finale di Supercoppa italiana. Eliminato ai quarti di finale di Coppa delle Coppe.
                • 1994-95 Primo anno con la vittoria che vale 3 punti: undicesimo in Serie A, con 45 punti.
                • 1995-96 Sedicesimo in Serie A, con 29 punti. Retrocesso in Serie B.
                • 1996-97 Nono in Serie B con 50 punti.
                • 1997-98 Quarto in Serie B con 62 punti. Perde ai rigori lo spareggio con il Perugia per l'ammissione in Serie A.
                • 1998-99 Secondo in Serie B con 65 punti. Promosso in Serie A.
                • 1999-00 Quindicesimo in Serie A con 36 punti. Retrocesso in Serie B.
                • 2000-01 Primo in Serie B con 73 punti. Promosso in Serie A.
                • 2001-02 Undicesimo in Serie A con 43 punti.
                • 2002-03 Diciottesimo in Serie A con 21 punti. Retrocesso in Serie B. Eliminato al terzo turno di Coppa Intertoto.
                • 2003-04 Tredicesimo in Serie B con 59 punti. Non supera la fase a gironi della Coppa Italia (la società, dopo aver vinto il primo dei tre incontri del girone, aderisce allo sciopero dei club contro l'allargamento della Serie B a ventiquattro squadre).
                • 2004-05 Primo in Serie B con 74 punti a pari merito con Genoa, Empoli e Perugia (terzo per la classifica avulsa), vince i Play-off superando l'Ascoli e il Perugia (2-1, 0-1). Promosso in Serie A ma, a causa del dissesto economico-finanziario, non viene iscritto al Campionato. La società, col nome di Torino Football Club, aderisce al Lodo Petrucci ed è ammessa a disputare il Campionato di Serie B.
                • 2005-06 Terzo in Serie B con 76 punti, vince i Play-off superando il Cesena (1-1, 1-0) e il Mantova (2-4, 3-1). Promosso in Serie A. Non partecipa alla Coppa Italia.
                • 2006-07 Partecipa al Campionato di Serie A. Eliminato al secondo turno di Coppa Italia. Centenario della società, che assume l'attuale denominazione di Torino Football Club 1906.

                [modifica] Derby

                Sono 220 i "derby della Mole" giocati fra Torino e Juventus: 74 vittorie del TORO , 59 pareggi, 87 vittorie della Juventus; 307 i gol segnati dai granata, 335 dai bianconeri.

                [modifica] Bibliografia

                Poche Squadre al Mondo possono vantare una bibliografia così assortita:

                • AA.VV, "Football Club Torino-25° anniversario", Artale, Torino, 1931
                • AA.VV, "A.C.Torino-Storia della squadra granata", Edizioni juventus, Milano, 1943
                • AA.VV, "Gabetto" (assi dello sport), Milano,1948
                • AA.VV, "A.C.Torino" (assi dello sport) ,Milano ,1948
                • AA.VV, "In memoria Caduti di Superga" (bollettino straordinario), F.I.G.C. Roma, 1949
                • AA.VV, "Carapellese", Edzioni S.E.S.S., Milano, 1951
                • AA.VV, "Il Torino compie 50 anni" (numero unico), Arzio Editore, Torino, 1956
                • AA.VV, "Forza TORO !", La Stamperia, Torino, 1959
                • AA.VV, "Forza TORO !", La stamperia, Torino, 1960
                • AA.VV, "Forza TORO !", La stamperia, Torino, 1963
                • AA.VV, "A.C. Torino", Saep, Torino, 1965
                • AA.VV, "Obbiettivo: il 7° scudetto", (supplemento intrepido n°16), 1970
                • AA.VV, "Pianelli e lo Sport", E.S.T.P., Torino, 1971
                • AA.VV, "Toro chiama coppa", Torino, 1971
                • AA.VV, "65 artisti e il Grande Torino", La cittadella-Galleria d'arte, Torino, 1974
                • AA.VV, "Siamo campioni", Zinetti editore, Torino, 1976
                • AA.VV, "Torino calcio: Superga nella sua storia", Edizioni Litograph, Firenze, 1981
                • AA.VV, "Renato Zaccarelli", Forte Editore, Milano, 1986
                • AA.VV, "Il Torino nella storia", Forte Edzioni, Milano, 1987
                • AA.VV, "Beppe Dossena", Forte Editore, Milano, 1987
                • AA.VV, "Quel giorno a Superga - 40anni dopo" (suppl. Repubblica), Milano, 1989
                • AA.VV, "Speciale Grande Torino", Q&P, Torino, 1999
                • AA.VV, "Un fiore a Superga chiamato Grande Torino", Associazione memoria storica granata, Torino, 1999
                • AA.VV, "Mitissimo: Grande Torino mezzo secolo dopo Superga", Toro club Melfi, Melfi, 1999
                • AA.VV, "La concertina del Grande Torino", Agami, Cuneo, 1999
                • AA.VV, "Torino: Il MIto e i Campioni", Ed.La Stampa, Torino, 1999
                • AA.VV, "Il Toro e il Giglio", Edizioni Scramasax, Firenze, 2000
                • AA.VV, "Almanacco del Torino 2001", Graphot,Torino, 2000
                • AA.VV, "Collezione Torino Calcio", T.C.P., Torino, 2000
                • Baggioli Vincenzo, "Il Torino oltre la vita", Arti Grafiche Pezzini, Milano, 1949
                • Cudiona Giuseppina, "Valentino racconta", Torino, 1950
                • Pavese-Gilardi, "I 60 anni del Torino", Ed.Tipografica Torinese, Torino, 1966
                • Gandolfi-Perucca, "Il Torino 1972", Sargraf, Torino, 1972
                • Gandolfi-Perucca, "Il Torino 1974", Sargraf, Torino, 1974
                • Ciotti Sandro, "Sotto il segno del Toro" (volume con disco), Torino, 1975
                • Ossola Franco, "I Grandi del torino", Meb edizioni, Torino, 1976
                • Lo Presti Salvatore, "Profondo Granata", Sargraf, Torino, 1976
                • Bellè-Gandolfi, "Supertoro" (numero unico), G.B.C., Torino, 1976
                • Perucca Bruno, "Orfeo Pianelli", Sei, Torino, 1977
                • Panza Giglio, "A.C.Torino", Ed.Grafica, Firenze ,1977
                • Gandolfi-Pastorin, "I Gemelli del gol", Sargraf, Torino, 1977
                • Ferrara Franco, "Graziani:il Gol come favola", Ed. Grafica, Firenze ,1978
                • Colombero-Pacifico, "Agenda Granata 1982-83", Graphot, Torino, 1982
                • Tavella Renato, "Capitan Valentino", Graphot, Torino, 1983
                • Burzio Massimo, "Torino 1983-84:l'anno della rinascita", Forte edizioni, Milano, 1983
                • Barbero Sergio, "Il Toro Addosso", Graphot, Torino, 1985
                • Bernardini-Pastorini, "Junior: Un tocco di classe", Siad, Milano, 1986
                • Colombero-Perucca-Romeo, "La storia del Torino", G.E.F., Firenze, 1988
                • Tomà-Barbero, "Vecchio cuore granata", Graphot, Torino, 1988
                • Ansaldo-Lo Presti, "Vecchio cuore granata", Graphot, Torino, 1988
                • Barbero Sergio, "Granatissimo", Graphot, Torino, 1990
                • Gandolfi-Di Gesù, "Torino Almanacco 90-91", G.D.C., Torino, 1990
                • Gandolfi-Di Gesù, "Torino Almanacco 91-92", G.D.C., Torino, 1991
                • Barbero-Torello, "I Quattro del Filadelfia", Graphot, Torino,1991
                • Barbero Sergio, "La Leggenda del Torino", Graphot, Torino, 1993

                continua......

                [modifica] Collegamenti esterni

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