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Italo Calvino - Wikipedia

Italo Calvino

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Italo Calvino
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Italo Calvino
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«Così, a cavallo del nostro secchio, ci affacceremo al nuovo millennio, senza sperare di trovarvi nulla di più di quello che saremo capaci di portarvi»
(Italo Calvino, Lezioni americane, 1985)

Italo Calvino (Santiago de las Vegas, L'Avana, Cuba, 15 ottobre 1923 - Siena, 19 settembre 1985) è stato uno dei maggiori scrittori italiani del XX secolo.

Indice

[modifica] Biografia

[modifica] L'infanzia

Italo Calvino nasce a Santiago de las Vegas (Cuba) il 15 ottobre 1923, durante il breve trasferimento dei genitori per motivi professionali. Il padre Mario, ligure d'origine, è agronomo mentre la madre, (Eva) Evelina Mameli, nativa della Sardegna, è biologa. Nel 1925 la famiglia ritorna in Italia, stabilendosi a San Remo.

Qui Calvino vive la sua infanzia, che egli ricorda spensierata nel clima amorevole di in una famiglia dedita alle attività scientifiche ed alla ricerca. Il padre dirige la stazione sperimentale di floricoltura "Orazio Raimondo" di San Remo, mentre la madre collabora con l’Istituto di botanica dell'Università di Pavia. Il periodo fascista non sembra sulle prime segnare in modo particolare la sua personalità né sconvolgere la serenità familiare di quegli anni. Nonostante i genitori siano intimamente e culturalmente contrari al "Regime", la loro posizione (socialista lei, tendenzialmente anarchico lui) sfuma dentro una generale condanna della politica.

Nel 1927 frequenta l'asilo infantile St.George College. Il primo vero contatto con la cultura fascista è vissuto da Calvino negli anni tra il 1929 ed il 1933, quando non può sottrarsi all'esperienza di diventare balilla, obbligo scolastico esteso anche alle scuole valdesi frequentate dal piccolo Italo.

Nel 1934 inizia la frequentazione del ginnasio-liceo "G.D. Cassini", dove coltiva l'amicizia con Eugenio Scalfari, che più tardi diverrà un importante rapporto per la sua crescita letteraria e politica.

La famiglia Calvino non ha una fede religiosa, e per quei tempi manifestare apertamente un certo atteggiamento agnostico costava almeno l'appellativo di "anticonformisti". Segno che Calvino ricorderà poi quale elemento di formazione importante, per averlo presto svezzato ai sentimenti della tolleranza e della diversità, con la conseguenza di predisporlo al costante confronto con le ragioni dell'"altro".

Sono questi i semi culturali e sociali di quella formazione poliedrica che il giovane Calvino più tardi tradurrà in una scrittura capace di spaziare dalla saggistica politica a quella letteraria e teatrale; dal racconto impegnato, a quello ironico e umoristico; dalla pungente critica sociale, alla sceneggiatura di testi teatrali, finanche alla composizione di testi per canzoni.

Ma proprio quando l'età gli darebbe occasione di gustare appieno quella grande ricchezza cosmopolita e culturale che si addensa nel circondario di San Remo in quegli anni, la guerra sconvolge la serena vita di provincia. Destina Calvino ad una serie di vicissitudini, dai toni anche drammatici, capaci però di saldarsi con l'apertura di vedute già matura nel carattere, forgiando così l'impegno politico e sociale che Calvino esprimerà in forma di partecipazione e di scrittura.

[modifica] Gli anni della guerra

Tra il 1941 e 1942, dopo aver completato gli studi liceali, si trasferisce a Torino e si iscrive alla facoltà di Agraria. Mentre prepara e sostiene gli esami dei primi anni, superati poi con successo ma senza convinzione, Calvino coltiva quelli che sempre più marcatamente appaiono come i suoi veri interessi: la letteratura, il cinema, il teatro. Scrive La commedia della gente, un lavoro teatrale per un concorso letterario e Pazzo io o pazzi gli altri che presenterà alla casa editrice Einaudi ma senza successo.

L'ambiente culturale di Torino, che Calvino frequenta assiduamente, ed i fermenti politici di contrapposizione al regime, più che mai vivi nel capoluogo piemontese, fondono in lui letteratura e politica. Grazie all'amicizia ed ai suggerimenti di Eugenio Scalfari (già suo compagno al liceo), focalizza i suoi interessi sugli aspetti etici e sociali che coltiva nelle letture di Huizinga, Montale, Vittorini, Pisacane. Nel 1943 si trasferisce alla facoltà di Agraria e Forestale di Firenze, dove sostiene pochi esami.

Il 9 agosto 1943 ritorna a Sanremo. L'8 settembre trova Calvino renitente alla leva. Contrario ad aderire alla Repubblica di Salò, trascorre un breve periodo nascosto e solitario a Sanremo, momento in cui approfondisce ulteriormente il canovaccio politico-sociale della sua passione letteraria. La definitiva scelta per la clandestinità matura più per questioni affettive ed emozionali che per persuasione politica. All'indomani dell'uccisione del giovane medico Felice Cascione per mano fascista, Calvino aderisce assieme al fratello Floriano,alla seconda divisione d'assalto partigiana "Garibaldi" intitolata allo stesso Cascione. In verità, egli si definisce un anarchico, ma in quegli anni di clandestinità impara ad ammirare gli esiti positivi dell'organizzazione ed il coraggio che la genuina persuasione politica irradia, allorché è scelta convinta. Nel marzo del 1945, quando ormai gli alleati sono in Italia, Calvino è protagonista attivo nella battaglia di Baiardo, una delle ultime battaglie partigiane. Ricorderà l'evento nel racconto Ricordo di una battaglia, scritto nel 1974.

[modifica] L'impegno politico e culturale

Dopo la Liberazione, mentre la sua inclinazione anarchica e libertaria non affievolisce, in lui va costruendosi un'ampia e complessa visione del mondo che non cede a semplificazioni politiche e sociali. Non esalta l'idea comunista sotto il profilo culturale e filosofico. Matura, ciononostante, l'esigenza di organizzare forme politiche e strutture sociali a difesa dei diritti, della dignità umana e della libertà. Con questo spirito aderisce al P.C.I. e ne diviene attivista e quadro, esprimendo la sua partecipazione con interventi di carattere politico e sociale, su quotidiani e periodici culturali, oltre che nelle sedi istituzionali del partito.

Si iscrive alla Facoltà di lettere di Torino, accedendo direttamente al III anno, grazie alla legislazione postbellica in favore dei partigiani ed ex combattenti. Conosce Cesare Pavese che diverrà guida culturale ed umana, oltre che "primo lettore" delle sue opere. Scrive Angoscia in caserma ed inizia una collaborazione con Il Politecnico, periodico diretto da Elio Vittorini. Tra il '46 ed il '47 compone Campo di mine, vincitore di un concorso letterario indetto da "L'Unità", ed una serie di racconti che saranno poi messi assieme ne Ultimo viene il corvo pubblicato nel 1949. Tra l'estate e il 31 dicembre del 1946, per concorrere al Premio Mondadori per un inedito, scrive il primo romanzo Il sentiero dei nidi di ragno. Dopo la laurea nel 1947, che consegue con una tesi su Joseph Conrad, inizia una collaborazione con l'Einaudi, curandone l'ufficio stampa. Il rapporto con la casa editrice sarà centrale nelle attività di Calvino, anche se talvolta intermittente ma ricco di incarichi sempre diversi e via via più importanti. Durerà fino al 1961, momento in cui si trasformerà in "consulenza editoriale esterna".

Le attività culturali si intensificano assieme alle conoscenze personali. Frequenta Vittorini, Natalia Ginzburg, Delio Cantimori, Franco Venturi, Norberto Bobbio, Felice Balbo. Collabora con "l'Unità" e con "Rinascita". Nel 1949 viene pubblicato Ultimo viene il corvo e resta inedito Il bianco Veliero. Scrive interventi politico-sociali e di saggistica letteraria, su diverse riviste culturali, tra cui "Officina", "Cultura e realtà", "Cinema Nuovo", "Botteghe Oscure", "Paragone", oltre che su "Il Politecnico" di Vittorini già citato. Sulle riviste pubblica anche brevi racconti, fra cui La formica argentina e le prime novelle di Marcovaldo.

Nel mese di agosto del 1950 Cesare Pavese si suicida e Calvino perde l'amico e maestro, oltre che il suo "primo lettore". Ne rimane sconvolto poiché Pavese era da lui vissuto come uomo forte di carattere e di temperamento risoluto. Gli resta il profondo rammarico per non aver intuito il dramma dell'amico.

I suoi viaggi sporadici si infittiscono e nel 1951 visita l'Unione Sovietica per un paio di mesi, dandone puntuale resoconto nel Taccuino di viaggio in URSS di Italo Calvino, con cui vince il premio Saint Vincent. Scrive il romanzo I giovani del Po e, quasi di getto, Il visconte dimezzato.

Tra il '53 ed il '54 tenta un romanzo di ampio respiro che resterà inedito La collana della regina, mentre lavora assiduamente ad un progetto nuovo che lo appassiona particolarmente. Si tratta delle Fiabe italiane, rimaneggiamento e raccolta di antiche fiabe popolari, pubblicate nel novembre del 1956.

Sul versante dell'impegno politico, l'idea di società maturata con gli anni non delude il suo spirito anarchico e libertario, anzi lo arricchisce e lo caratterizza nella forma di precisi interventi critici in occasione del XX Congresso del PCUS del 1956. Calvino esprime il dissenso per certi aspetti che la politica sovietica va prendendo, soprattutto in ragione della libera espressione e circa l'importanza della forma democratica. Ma non risparmia critiche neppure ad una certa chiusura culturale dei dirigenti del PCI, né a a talune pratiche interne all'apparato. L'idea di un nuovo PCI riformato e rifondato, che ispira Calvino, è dichiaratamente di matrice giolittiana. La disillusione è però incolmabile solo pochi mesi dopo il Congresso, quando l'armata rossa invade la Polonia. Con i fatti di Poznan e Budapest matura in Calvino la decisione di abbandonare il partito.

Il 1 agosto 1957 formalizzerà con una lettera al Comitato Federale di Torino le proprie dimissioni,seguite a quelle di Antonio Giolitti. Spesso interviene su una rivista di intellettuali dissidenti "Città aperta", a conferma che l'amarezza maturata a seguito di certe scelte del partito non degrada in qualunquismo, ma si fa critica puntuale e propositiva.

[modifica] La maturità artistica

Italo Calvino durante un'intervista
Italo Calvino durante un'intervista

Continua a scrivere ed a viaggiare e fonda con Vittorini "Il Menabò". Tra il '58 ed il '62 pubblica La gallina di reparto, La nuvola di smog e l'antologia Racconti. Sulla rivista culturale "Contacronache" scrive testi di canzoni: Canzone triste, Dove vola l’avvoltoio, Oltre il ponte, Sul verde fiume Po. Nel 1959 pubblica il romanzo Il cavaliere inesistente e parte per un viaggio negli Stati Uniti, esperienza che diverrà soggetto del racconto inedito Un ottimista in America . Escono su "Il Menabò" il saggio La sfida al labirinto ed il racconto La strada di San Giovanni.

La sua fama è ormai affermata. Spesso è chiamato per conferenze e dibattiti in ogni parte d'Europa. Nell'isola di Maiorca riceve il premio internazionale Formentor. Nel 1962, in occasione di un ciclo di incontri letterari, conosce a Parigi la sua futura moglie, la traduttrice argentina Esther Juthit Singer, detta Chiquita, che sposerà a L'Avana il 19 febbraio del 1964. A Cuba ha anche occasione di incontrare Ernesto Che Guevara. Torna in Italia e si stabilisce a Roma con la moglie ed il figlio di lei Marcello Weil.

Nasce in quegli anni il gruppo '63, corrente letteraria neoavanguardista, che Calvino segue con interesse pur senza condividerne l'impostazione di fondo. Pubblica i racconti La giornata di uno scrutatore e Speculazione edilizia. A fine '64 vanno in stampa le prime cosmicomiche La distanza della Luna, Sul far del giorno, Un segno nello spazio, Tutto in punto. Poco dopo pubblica Il barone rampante ed il dittico La nuvola di smog - La Formica argentina.

Il 12 febbraio del 1966 muore l'amico Elio Vittorini, al quale dedica il saggio Vittorini: progettazione e letteratura. Calvino traccia nel saggio il pensiero d'un intellettuale aperto e fiducioso, in dissonanza col pessimismo letterario di quegli anni, della decadenza e della crisi. All'indomani della morte di Vittorini, Calvino inaugura un periodo di meditazione, necessario forse ad elaborare il proprio vissuto, distante dal frastuono delle città e della vita pubblica. Così egli descrive il cambiamento: Lo stendhalismo, che era stata la filosofia pratica della mia giovinezza, a un certo punto è finito. Forse è solo un processo del metabolismo, una cosa che viene con l'età, ero stato giovane a lungo, forse troppo, tutt'a un tratto ho sentito che doveva incominciare la vecchiaia, sì proprio la vecchiaia, sperando magari di allungare la vecchiaia cominciandola prima.

Nel 1967 si trasferisce a Parigi assieme alla famiglia. Segue il dibattito culturale francese ma conduce una vita pressoché in disparte, pur frequentando alcuni intellettuali parigini come Georges Perec, François Le Lionnais, Jacques Roubaud, Paul Fournel, Raymond Queneau. Di quest'ultimo traduce I fiori blu, da cui la letteratura del maturo Calvino trarrà gli aspetti più umoristici ed i riferimenti cosmologici. Approfondisce la sua passione per le materie scientifiche e per il gioco combinatorio. I frutti di questo nuovo arricchimento già si manifestano nella raccolta di racconti Ti con zero, vincitore del Premio Viareggio 1968. Premio che però Calvino rifiuta, ritenendo ormai tali manifestazioni letterarie semplice espressione retorica, anche se, successivamente, accetterà altri premi letterari. Pubblica la prima edizione dell'antologia scolastica La lettura. Assieme a Guido Neri, Gianni Celati ed altri intellettuali, lavora al progetto per la realizzazione di una rivista sociale e letteraria a larga diffusione, destinata al grande pubblico.

Pur non condividendo l'ideologia di fondo del sessantotto francese, Calvino è particolarmente attratto ed affascinato dal valore utopico disseminato di certe rivendicazioni del movimento studentesco e sociale. Tra il '69 ed il '73 lavora ad alcuni progetti letterari e pubblica racconti e saggi su diverse riviste. Escono il racconto I tarocchi ed i saggi Osservare e descrivere e Problema da risolvere, pubblicati nella nuova edizione del testo scolastico La lettura.

Nel 1971 scrive Gli amori difficili per la collana "Centopagine" della Einaudi. Nel 1972 vince il Premio Feltrinelli conferito dalla Accademia nazionale dei Lincei, pubblica Le città invisibili che sarà finalista al XXIII Premio Pozzale 1974 per la letteratura. In quell'anno inizia anche una collaborazione con il "Corriere della Sera" che durerà fino al 1979, quando inaugura la serie di racconti del signor Palomar. Pubblica due lavori autobiografici, il primo, Ricordo di una battaglia, rievoca la dura ed umanamente ricca esperienza da partigiano. L'altro, Autobiografia di uno spettatore, particolare sguardo di Calvino sul cinema, diventa prefazione a Quattro film di Federico Fellini.

Nel mese di maggio del 1975 inizia un altro periodo di intensi viaggi. A maggio è in Iran dove, per conto della RAI, cura la preparazione di un programma radiofonico. L'anno successivo si reca negli USA, in Messico ed in Giappone, per una serie di incontri e di conferenze. Il signor Palomar in Giappone, racconto che pubblica nelle colonne del Corriere della sera, s'ispira a quei viaggi. A Vienna, nel 1976, viene insignito d'un importante premio letterario europeo, dal Ministero dell'Istruzione austriaco.

Nel 1979 pubblica Se una notte d'inverno un viaggiatore ed inizia la sua collaborazione con il giornale "La Repubblica". Chiude quasi completamente il suoi interventi di carattere politico e sociale, con l'amaro articolo L'apologo sull'onestà nel paese dei corrotti, pubblicato l'anno successivo sul quotidiano diretto da Eugenio Scalfari.

Gli anni '80 vedono Calvino, ritornato a Roma con la famiglia, prevalentemente alla ricerca lungo quel territorio che è il punto di confine tra letteratura e scienze, sempre ispirato all'amico francese Queneau. Ne cura l'opera Segni cifre e lettere e ne traduce la Piccola cosmologia portatile, redigendone anche la guida. S'impegna altresì nella stesura di testi teatrali, dove tenta d'inserire l'arte cosmologica e combinatoria.

Nel 1983 esce Palomar pubblicato da Einaudi. Per la casa editrice torinese cura anche l'introduzione ad America di Franz Kafka. A causa della seria crisi in cui versa l'Einaudi, nel 1984 è costretto a pubblicare presso Garzanti Collezioni di sabbia e Cosmicomiche vecchie e nuove.

Nel 1985, durante l'estate, Calvino lavora ad una serie di conferenze (Lezioni americane, pubblicate postume) che avrebbe dovuto tenere presso l'Università di Harvard. Colto da ictus il 6 settembre a Castiglione della Pescaia, viene ricoverato all'ospedale Santa Maria della Scala di Siena dove muore nella notte tra il 18 e il 19 settembre.

Sono usciti postumi anche i volumi Sotto il sole giaguaro, La strada di San Giovanni e Prima che tu dica pronto.

[modifica] La poetica

[modifica] L'esperienza del neorealismo

In questa prima fase della sua produzione, collocabile all'interno del movimento neorealista, Calvino scrive il suo romanzo breve Il sentiero dei nidi di ragno e numerosi racconti raccolti nel volume Ultimo viene il corvo. Con queste opere Calvino mostra una lucida capacità rappresentativa della realtà che coniuga impegno politico e letteratura in modo spontaneo e leggero.

In queste storie lo scrittore ligure per raccontare le storie della sua esperienza partigiana adotta un punto di vista oggettivo, tramite il quale i suoi ricordi diventano la misura della comprensione del mondo.

In Il sentiero dei nidi di ragno l'intreccio è narrato dal punto di vista di Pin, un ragazzo, il protagonista del romanzo. Questa ricerca di oggettività, comunque, non scade mai in pura cronaca: è sempre presente la dimensione mitico-fiabesca che permette a Calvino di far intravedere la realtà sotto le spoglie del sogno.

È proprio con quest'opera che Calvino dà l'avvio all'operazione di sdoppiamento dei piani interpretativi che contraddistingue la sua produzione: da una parte il livello puramente narrativo, semplice e comprensibile da tutti i lettori, dall'altra quello visibile solo dai lettori più smaliziati.

Questa scelta è compiuta, all'inizio, su precise basi ideologiche, in seguito, con la contaminazione di forme colte e popolari, Calvino mantiene la tecnica dello sdoppiamento dei livelli di lettura.

[modifica] Il periodo fantastico

Calvino da sempre era stato attirato dalla letteratura popolare, con particolare attenzione al mondo delle fiabe.

Con Il visconte dimezzato, percorre sempre di più la strada dell'invenzione fantastica: l'impianto è ormai totalmente abbandonato al fiabesco e la narrazione procede secondo due livelli di lettura: quello di immediata fruizione e quello allegorico-simbolica, in cui sono presenti numerosi spunti di riflessione (contrasto tra realtà e illusione, tra ideologia ed etica, etc.). In conclusione il romanzo invita i lettori all'equilibrio, in quanto non è possibile possedere la verità assoluta.

Anche le altre due opere della trilogia I nostri antenati mostrano caratteristiche simili. Il protagonista de Il barone rampante è un alter ego di Calvino che ormai ha abbandonato la concezione della letteratura come messaggio politico. Il Cavaliere inesistente invece è velato da un cupo pessimismo, dietro al quale la realtà appare irrazionale e minacciosa.

Accanto alla produzione allegorico-simbolica, Calvino continua comunque un tipo narrazione che descrive la realtà quotidiana. Riprende ad esaminare il ruolo dell'intellettuale nella società, constatando la sua assoluta impotenza di fronte alle cose del mondo.

Sempre a questa fase appartengono i racconti di Marcovaldo, in due serie: più aderente a strutture fiabesche la prima (1958) mentre le seconda (1963) tratta temi urbani con toni che a volte sfiorano l'assurdo.

Nel 1963 esce anche La giornata di uno scrutatore, in cui Calvino narra le vicende di un militante comunista che, scrutatore in manicomio, entra in contatto con l'irrazionale ed entra in crisi

Nella pubblicazione Sfida al labirinto (dell'esistenza) Calvino espone le sue idee riguardo la funzione degli intellettuali, i quali, secondo lui, devono cercare di comprendere il caos del reale per tentare di dare un senso alla vita.

L'influsso di varie discipline scientifiche apre la fase "fantascientifica" de Le cosmicomiche e di Ti con Zero, in cui lo scrittore si domanda come la ragione e scienza possano influire sulla ricerca esistenziale dell'uomo.

[modifica] Il periodo combinatorio

Intorno agli anni Sessanta Calvino aderisce ad un nuovo modo di fare letteratura, intesa ora come artificio e come gioco combinatorio. Per lo scrittore ligure è necessario rendere visibile ai lettori la struttura stessa della narrazione, per accrescere il loro grado di consapevolezza. In questa nuova fase produttiva Calvino si avvicina ad un tipo di scrittura che potrebbe essere definita combinatoria perché il meccanismo stesso che permette di scrivere assume un ruolo centrale all'interno della produzione; Calvino infatti è convinto che ormai l'universo linguistico abbia soppiantato la realtà e concepisce il romanzo come un meccanismo che gioca artificialmente con le possibili combinazioni delle parole: anche se questo aspetto può essere considerato il più vicino alla Neoavanguardia, egli se ne distanzia per uno stile ed un linguaggio estremamente comprensibili.

Questa nuova concezione di Calvino risente di numerosi influssi: lo strutturalismo e la semiologia, le lezioni parigine di Roland Barthes sull'ars combinatoria e la frequentazione del gruppo di Raymond Queneau (l'Oulipo), la scrittura labirintica di Jorge Luis Borges nonché la rilettura del Tristram Shandy di Sterne, che definirà come il progenitore di tutti i romanzi d’avanguardia del nostro secolo.

Il primo prodotto di questa nuova concezione della letteratura è il Castello dei destini incrociati (1969), al quale in seguito verrà aggiunto La Taverna dei destini incrociati (1973), in cui il percorso narrativo è affidato alla combinazione delle carte di un mazzo di tarocchi. Un gruppo di viandanti si incontra in un castello: ognuno avrebbe un'avventura da raccontare ma non può perché ha perduto la parola. Per comunicare allora i viandanti usano le carte dei tarocchi, ricostruendo grazie ad esse le proprie vicissitudini. Qui Calvino usa il mazzo dei tarocchi come un sistema di segni, come un vero e proprio linguaggio: ogni figura impressa sulla carta ha un senso polivalente così come lo ha una parola, il cui esatto significato dipende dal contesto in cui viene pronunciata. L'intento di Calvino è proprio di smascherare i meccanismi che stanno alla base di tutte le narrazioni, creando così un romanzo che va oltre sé stesso, in quanto riflessione sulla propria natura e configurazione.

Questo gioco combinatorio è centrale anche nel successivo romanzo dello scrittore, Le città invisibili (1972), sorta di riscrittura del Milione di Marco Polo in cui è lo stesso mercante veneziano a descrivere a Kublai Khan le città del suo impero. Queste città però non esistono tranne che nell'immaginazione di Marco Polo, vivono solo all'interno delle sue parole. La narrazione quindi per Calvino può creare dei mondi ma non può distruggere l'inferno dei viventi che sta intorno a noi, per combattere il quale, come suggerito nella conclusione del romanzo, non si può far altro se non valorizzare quello che inferno non è.

Ne Le città invisibili l'esibizione dei meccanismi combinatori del racconto diventa ancora più esplicita che nel Castello dei destini incrociati grazie anche alla struttura stessa del romanzo, segmentata in testi brevi che si susseguono dentro una cornice. Le città invisibili infatti è composto da nove capitoli, ognuno all'interno di una cornice in corsivo nella quale avviene il dialogo tra l'imperatore dei Tartari, Kublai Khan, e Marco Polo. All'interno dei capitoli vengono narrate le descrizioni di cinquantacinque città, secondo nuclei tematici. Questa complessa costruzione architettonica è indubbiamente finalizzata alla riflessione da parte del lettore sulle modalità compositive dell'opera: in questo senso Le città invisibili è un romanzo fortemente metatestuale, poiché induce a produrre riflessioni su sé stesso e sul funzionamento della narrativa in generale.

L'opera più metanarrativa di Calvino, però, è sicuramente da considerarsi Se una notte d'inverno un viaggiatore (1979). In questo romanzo, più che altrove, Calvino mette a nudo i meccanismi della narrazione, avviando una riflessione sulla pratica della scrittura e sui rapporti tra scrittore e lettore. Il libro è formato da dieci capitoli inseriti all'interno di una cornice: i capitoli in realtà sono dieci incipit di altrettanti romanzi. Nella cornice invece si narra della storia tra il Lettore e Ludmilla, la Lettrice, una vicenda tradizionale in cui non manca il lieto fine. La narrazione inizia con il Lettore che va a comprare una copia del romanzo di Calvino Se una notte d'inverno un viaggiatore scoprendo però dopo poche pagine che il libro è difettoso, è composto cioè da tanti racconti tutti uguali; torna allora in libreria trovando Ludmilla nella sua stessa condizione. Da qui si dipana una storia inframezzata solo da inizi di romanzi: ogni volta che Ludmilla e il Lettore si imbattono in un romanzo al quale si appassionano, la narrazione si interrompe per i più svariati motivi. Alla fine il Lettore non riuscirà a completare la lettura dei romanzi ma finirà per sposarsi con la Lettrice alla quale, a letto prima di spegnere la luce, comunicherà che sta finendo di leggere Se una notte d'inverno un viaggiatore di Italo Calvino. I dieci inizi di racconti da cui è composto il libro corrispondono ognuno ad un diverso tipo di narrazione. Mediante questo "esercizio di stile" Calvino esemplifica quali sono i modelli e gli stilemi del romanzo moderno (da quello della neoavanguardia a quello neo-realistico, da quello esistenziale a quello fantastico surreale). Alla base del racconto c'è dichiaratamente lo schema a incastro delle Mille e una notte, all'interno del quale Calvino colloca i suggerimenti e le sollecitazioni provenienti dal romanzo contemporaneo.

Se una notte d'inverno un viaggiatore è sostanzialmente un gioco in cui Calvino ostenta in modo quasi provocatorio i suoi "trucchi" di narratore, ma è un gioco serio, quasi drammatico, perché vuole denunciare l'impossibilità di giungere alla conoscenza della realtà. Il romanzo ha avuto un notevole successo in Italia e all'estero, specialmente negli Stati Uniti, dove è stato letto immediatamente come esempio di letteratura postmoderna.

[modifica] Cronologia delle opere

Edizioni postume:

  • Sotto il sole giaguaro (1988)
  • Lezioni americane. Sei proposte per il prossimo millennio (1988)
  • Sulla fiaba (1988)
  • La strada di san Giovanni (1990)
  • Perché leggere i classici (1991)
  • Prima che tu dica "pronto" (1993)
  • Eremita a Parigi (1994)

[modifica] Canzoni

  • Dove vola l'avvoltoio
  • Il padrone del mondo
  • Oltre il ponte
  • Canzone triste

Tutte le canzoni sono musicate da Sergio Liberovici. Alcune sono state incise in tempi recenti dai Modena City Ramblers e da Grazia Di Michele

[modifica] Bibliografia

  • G. Bertone (a cura di), Italo Calvino, la letteratura, la scienza, la città, Genova, 1988
  • G. Baroni, Italo Calvino. Introduzione e guida all'opera calviniana. Storia e antologia critica, Firenze, 1988
  • C. Benussi, Introduzione a Calvino, Roma-Bari, 1989

[modifica] Filmografia

Di Calvino e anche il soggetto o la sceneggiatura delle seguenti pellicole:

  • L'avventura di un soldato, episodio di L'amore difficile, regia di Nino Manfredi (1962) con sceneggiatura di Fabio Carpi, Nino Manfredi, Giuseppe Orlandini e Ettore Scola
  • Renzo e Luciana, episodio di Boccaccio '70, tratto da L'avventura di due sposi, regia di Mario Monicelli (1962). Sceneggiato dallo stesso Calvino con Giovanni Arpino, Susi Cecchi D'Amico e Mario Monicelli. L'episodio fu però soppresso nella copia presentata a Cannes e poi distribuita all'estero per ricondurre il film ad una durata più breve.
  • Ti-Koyo e il suo pescecane (Tiko and the Shark), regia di Folco Quilici (1964), ispirato anche al romanzo "Ti-Koyo et son requin" di Clement Richter
  • Il cavaliere inesistente, regia di Pino Zac (1969) e sceneggiatura dello stesso regista e di Tommaso Chiaretti. Film misto a cartoni animati, vincitore di diversi premi
  • Marcovaldo, sceneggiato per la televisione, regia di Giuseppe Bennati (1970), con Nanni Loy, tratto dagli omonimi racconti.
  • Amores dificiles, cortometraggio, regia di Ana Luisa Liguori (1983)
  • Avventura di un fotografo, mediometraggio per la TV, regia di Francesco Maselli (1983)
  • Lontanamente ispirato al racconto breve Ultimo viene il corvo è Palookaville (1995) diretto da Alan Taylor.

Calvino compare poi nel film documentario Fellini: Sono un gran bugiardo (Fellini: Je suis un grand menteur), regia di Damian Pettigrew (2002).

A Calvino è invece dedicato il mediometraggio documentario L'isola di Calvino, diretto da Roberto Giannarelli (2005)

[modifica] Voci correlate

[modifica] Altri progetti

[modifica] Collegamenti esterni

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