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Alessandria - Wikipedia

Alessandria

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Wikipedia:WikiProject/Progetto geografia/Antropica/Comuni Alessandria
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Stato: Italia
Regione: Piemonte
Provincia: Alessandria
Coordinate:
Latitudine: 44° 54′ 48′′ N
Longitudine: 8° 37′ 12′′ E
Mappa
Altitudine: 95 m s.l.m.
Superficie: 203,97 km²
Abitanti:
91.593 2005
Densità: 449,05 ab./km²
Frazioni: Vedi elenco 
Comuni contigui: Bosco Marengo, Castellazzo Bormida, Castelletto Monferrato, Frugarolo, Montecastello, Oviglio, Pecetto di Valenza, Pietra Marazzi, Piovera, Quargnento, Sale, San Salvatore Monferrato, Solero, Tortona, Valenza
CAP: 15100
Pref. tel: 0131
Codice ISTAT: 006003
Codice catasto: A182 
Nome abitanti: alessandrini 
Santo patrono: San Baudolino 
Giorno festivo: 10 novembre 
Comune
Posizione del comune nell'Italia
Sito istituzionale

Alessandria (Lissändria in Piemontese) è una città del Piemonte, capoluogo dell'omonima provincia. Sorge nella pianura tra il Tanaro e la Bormida, in prossimità della confluenza dei due fiumi.

Importante nodo ferroviario con scalo di smistamento di testa, situato nel sud-ovest della stazione viaggiatori.

Indice

[modifica] Storia

[modifica] La fondazione e l'assedio

Orologio di piazza Garibaldi
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Orologio di piazza Garibaldi

La città nacque nella seconda metà del XII secolo con il nome di Civitas Nova su un nucleo urbano già esistente, costituito dall'antico borgo di Rovereto e dai feudi contigui (Marengo, Bergoglio, Gamondio, Solero, Foro, Oviglio e Quargnento), che intendevano ribellarsi degli Aleramici, allora signori del Monferrato. In questo le popolazioni furono supportate dai comuni della Lega Lombarda, in contrasto con il marchesato del Monferrato, principale alleato del Barbarossa. La città fu fondata ufficialmente nel 1168 e in quell'anno assunse il nome attuale, in onore di Papa Alessandro III, che in quel periodo sosteneva le azioni della Lega Lombarda contro il Sacro Romano Impero. Il 29 ottobre 1174 Alessandria, che contava in quel periodo circa 8.000 abitanti, subì un attacco delle forze imperiali, che avevano già espugnato nei mesi precedenti Susa ed Asti, e che però rimasero bloccate di fronte al fossato che circondava la città: cominciò un lungo assedio, che terminò il 12 aprile 1175, Venerdì Santo, con la resa degli uomini del Barbarossa, attaccati e colti impreparati dagli alessandrini mentre erano intenti a scavare un tunnel per fare irruzione all'interno della città; una tradizione vuole, invece, che a salvare la città fosse stato uno stratagemma ideato dall'anziano Gagliaudo. Nel 1183, dopo la Pace di Costanza, su ordine dell'Impero, assunse il nome di Cesarea, mantenendolo per un breve periodo. Nel 1198 divenne libero comune.

Fu intorno al 1220 che San Francesco d'Assisi, diretto in Francia, si fermò nei pressi di Alessandria, dove ammaestrò una lupa che terrorizzava la popolazione: un bassorilievo che ritrae questo episodio è conservato ancora oggi all'interno della Cattedrale.

[modifica] La città nel Medioevo

Per oltre due secoli, Alessandria mantenne la condizione di libero comune, entrando in conflitto con le vicine Casale, che era ancora parte del Marchesato del Monferrato, con Asti e con Pavia, che ne temevano una possibile espansione. Alessandria era ottimamente fortificata: per i suoi tetti e per le sue robuste mura, costruiti con semplice paglia e fango, fu a lungo conosciuta nel Nord-Italia come Alessandria della Paglia. Finì per allearsi con Vercelli e, soprattutto, con Milano, alla quale legò nei secoli successivi le sue sorti. Nel 1215 le tre città attaccarono e distrussero Casale.

Anche Alessandria, città tradizionalmente militare, conobbe il Monachesimo: ebbe particolare rilevanza il Movimento degli Umiliati, Ordine riconosciuto proprio da Papa Alessandro III, che introdusse in città nuove tecniche per la lavorazione dei tessuti e, in particolare, della lana.

Nel 1316 le famiglie guelfe e ghibelline, preoccupate dalle continue lotte contro il Monferrato ed Asti, scelsero di mettere la città in protezione ai Visconti, che nel 1348 la inglobarono tra i propri territori. Successivamente, Alessandria appoggiò i Visconti nella guerra contro la Francia ed entrò a far parte del Ducato di Milano sotto il dominio di Gian Galeazzo. Alla morte di quest'ultimo, nel 1402, il Ducato fu attaccato dai casalesi di Facino Cane, che conquistò Alessandria nel 1404. La città e il Ducato, comunque, ritornarono ai Visconti quando la vedova di quest'ultimo, Beatrice di Tenda, sposò Filippo Maria.

[modifica] Alessandria sotto il Ducato di Milano

Successivamente seguì le sorti del Ducato di Milano, passando agli Sforza a metà del XV secolo. In questo periodo cadde più volte vittima delle invasioni dei francesi; successivamente, dal 1535, finì sotto il dominio spagnolo e vi rimase per tutto il XVII secolo, nel corso del quale diventò importante nodo commerciale tra Genova e la Lombardia. Nel 1707 fu conquistata dal Principe Eugenio, finendo così, dopo i trattati di Utrecht del 1713, nelle mani di Savoia, sotto il Piemonte: Vittorio Amedeo II, considerata la posizione strategica della città, ne riorganizzò la vita politica, istituendo il ruolo del Governatore, e le strutture militari, per aggiornarle agli ultimi sviluppi della fortificazione alla moderna, costruendovi una enorme Cittadella che causò l'abbandono e la distruzione di un intero sobborgo della città. In questo periodo, il numero dei cittadini salì a circa 15.000 unità.

Alla fine del secolo, l'intero Piemonte fu colpito dalle battaglie conseguenti alle mire espansionistiche di Napoleone Bonaparte e, se già dopo l'armistizio di Cherasco l'influenza dell'imperatore corso era tangibile, nel 1802, dopo la battaglia di Marengo vinta dalle truppe transalpine, Alessandria fu ufficialmente annessa alla Francia assieme a tutta la regione, diventando capoluogo del Dipartimento di Marengo. Successivamente, nel 1814, la città venne conquistata dagli austriaci e, il 30 maggio di quello stesso anno, dopo i trattati di Parigi, entrò a far parte del Regno di Sardegna in quanto fu restituita ai Savoia. Alla fine del secolo, l'intero Piemonte fu colpito dalle battaglie conseguenti alle mire espansionistiche di Napoleone Bonaparte e, se già dopo l'armistizio di Cherasco l'influenza dell'imperatore corso era tangibile, nel 1802, dopo la battaglia di Marengo vinta dalle truppe transalpine, Alessandria fu ufficialmente annessa alla Francia assieme a tutta la regione, diventando capoluogo del Dipartimento di Marengo. Successivamente, nel 1814, la città venne conquistata dagli austriaci e, il 30 maggio di quello stesso anno, dopo i trattati di Parigi, entrò a far parte del Regno di Sardegna in quanto fu restituita ai Savoia. Tutte le successive dominazioni si presero cura soprattutto della cittadella, ingrandendone le opere esterne. Gli ebrei ottennero facoltà dai duchi di Milano di stabilirsi nella città di Alessandria, sul principio del XIII secolo: vi fondarono con l'andare del tempo una sinagoga diretta da un rabbino indipendente e capo dell'Università stabilita in questa città. Così una vaga tradizione fa risalire a quest'epoca la loro venuta. Checché ne sia, certo si è che documenti storici non esistono per delucidare questo punto.

Quel che è certo è che in Alessandria come a Casale Monferrato, così come in piccoli centri monferrini come Fubine e Moncalvo, come ben documentato dallo storico Aldo Perosino, esistevano famiglie ebree prima della famosa cacciata degli ebrei dalla Spagna per opera del famoso Torquemada nel 1492. A Fubine, importante centro monferrino adagiato sulle colline tra Alessandria e Casale Monferrato, in regione Valmezzana c'era una cascina abitata da una famiglia di ebrei, appunto la Cascina Valmezzana, così denominata perché posta in una mezza valle e che esiste ancora a Fubine. Fin dall'epoca napoleonica, quando gli israeliti furono chiamati a Parigi per il Sinedrio, fu discussa la questione della possidenza. L'avvocato Francesco Gambini sconsigliava che gli ebrei dovessero possedere terre. Questa sua dottrina compendiò nel libro: "l'ebreo possidente"(Asti, Paglieri, 1815). In un altra opera dal titolo "La cittadinanza giudaica in Europa "voleva dimostrare che gli ebrei non avrebbero mai potuto affratellarsi con gli altri membri dell'umana famiglia, confortando il suo assunto con le istituzioni talmudiche e coi precetti dell'esperienza. Egli stesso però chiamava la questione esaminata da lui un problema dell'avvenire. Gli fu risposto con un altro libro : "Origini delle interdizioni giudaiche". Passò del tempo. Il 29 marzo 1848, re Carlo Alberto chiamava gli israeliti subalpini a far parte dei diritti civili e politici. I cristiani facevano plauso, fra cui è degno di ricordo Massimo d'Azeglio e il teologo canonico Gatti pubblicava "l'emancipazione degli israeliti".
Chiosando la frase del filosofo George Santayana, “Quelli che ignorano il passato sono condannati a ripeterlo”, si potrebbe dire che le vicende della comunità ebraica di Alessandria dall’arrivo in città di Abramo figlio di Giuseppe Vitali de’ Sacerdoti nel 1490 sino all’epoca presente, sia anch'essa nell’ottica di evitare di compiere in futuro gli errori del passato. La storia della comunità ebraica di Alessandria, come di tutte le altre comunità sparse sulla penisola italiana, ha lasciato molte tracce. La Sinagoga di Alessandria, è situata a pochi metri da piazzetta della Lega Lombarda, in via Milano, l'antica contrada degli ebrei. Il ghetto che fu decretato dal governatore spagnolo fin dal 1585, rinnovato in epoca napoleonica, è riconoscibile ancora oggi dagli stretti androni di alcuni palazzi delle vie adiacenti il Tempio.
Quest'ultimo, aperto nel 1871 e costruito su progetto dell'architetto Giovanni Roveda, ha una facciata in stile neo-gotico e un'ampia sala con due matronei. Non è aperto alle visite. Non poco interesse artistico e storico riveste il cimitero israelitico alle spalle del cimitero urbano.

[modifica] Il Risorgimento e l'Unità d'Italia

Durante il Risorgimento, Alessandria fu un importante centro liberale e fu proprio dalla città piemontese che partirono i moti del marzo 1821; per questo, diversi cittadini che avevano aderito alla Giovine Italia vennero sottoposti a processi sommari e condannati per cospirazione: ne rimase vittima anche il patriota Andrea Vochieri, nel 1833.

Nell'ottobre 1859 fu scelta come capoluogo di una delle prime quattro province piemontesi, per una fetta di territorio che comprendeva anche l'astigiano. Il 25 luglio 1899 diventò la prima città italiana capoluogo di provincia ad essere governata da una Giunta a maggioranza socialista: quel giorno venne infatti eletto sindaco della città l'orologiaio Paolo Sacco.

La nascita delle Ferrovie e l'incremento dei commerci nel Nord-Italia, alla fine dell'Ottocento trasformarono Alessandria in uno dei punti nevralgici per il mercato italiano. Per la sua posizione, al centro di Torino, Milano e Genova, in questo periodo la città conobbe un grande incremento demografico, che portò alla riurbanizzazione e all'espansione del territorio cittadino, e un importante sviluppo nell'industria, testimoniato dal successo di aziende come l'industria di cosmetici Paglieri, la Cicli Maino, il biscottificio Saiwa e, soprattutto, la Borsalino, la cui produzione di caratteristici cappelli in feltro diventò famosa in tutto il mondo.

[modifica] Durante il Fascismo e la Seconda guerra mondiale

Sotto il Fascismo Alessandria mantenne la sua importanza; negli anni Trenta furono eretti importanti edifici pubblici opere architettoniche, come il Dispensario Antiturbercolare, progettato da Ignazio Gardella e il Palazzo delle Poste, decorato dai mosaici di Gino Severini.

Nel corso della Seconda guerra mondiale, la città subì ripetuti e pesanti bombardamenti aerei: il 30 aprile 1944 le bombe colpirono il quartiere popolare Cristo, facendo 239 morti e centinaia di feriti, distruggendo il Teatro Municipale; nelle notti d'estate, poi, nacque il mito di "Pippo", un aereo utilizzato per la ricognizione, il cui rumore assordante terrorizzava il Nord Italia. A giugno furono distrutti i ponti sul Tanaro e sul Bormida. Un altro bombardamento, il 5 aprile 1945, fece 160 morti, tra i quali 40 bambini dell'asilo infantile di Via Gagliaudo. A causa dei bombardamenti aerei morirono più di 500 cittadini, circa l'un per cento della popolazione: i tedeschi si arresero il 29 aprile; Tra il 1943 e il 1944, 27 ebrei alessandrini furono arrestati ad opera della Repubblica Sociale Italiana e trasferiti nel campo di concentramento di Fossoli. La Sinagoga di Alessandria fu saccheggiata e parzialmente distrutta dai fascisti nel dicembre del 1943.

[modifica] Il dopoguerra

Nel dopoguerra Alessandria seguì le sorti del Nord-Italia, conoscendo inizialmente quello sviluppo e quella forma di benessere che si dffuse nel Settentrione nel corso degli anni Sessanta con il boom economico, conoscendo anche l'immigrazione della gente proveniente dalle regioni del Sud e arrivando a superare i 100.000 abitanti nel 1970; successivamente, quando gli effetti del boom economico rientrarono, Alessandria conobbe un calo demografico.

Il fiume Tanaro.
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Il fiume Tanaro.

La città venne anche scossa dai fatti di cronaca a sfondo politico che insanguinarono l'Italia degli anni Settanta: il 9 e il 10 maggio 1974, una rivolta interna al carcere si risolse tragicamente, con 7 persone morte e 14 ferite: quest'episodio fu ricordato come la "Strage di Alessandria". Inoltre, fu in una cascina nei pressi della città piemontese che si tennero le prime riunione del gruppo delle Brigate Rosse e che ebbe luogo il sequestro Gancia.

Il 6 novembre 1994 il fiume Tanaro esondò, invadendo buona parte della città (specialmente il quartiere Orti) e varie frazioni, raggiungendo Astuti. L'alluvione provocò otto morti e ingenti danni, sia alle abitazioni private sia alla struttura industriale della città.

Nel 1998 diventò sede, assieme a Novara e Vercelli, dell'Università degli studi del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro”.

[modifica] Personalità legate ad Alessandria

[modifica] Evoluzione demografica

Abitanti censiti


[modifica] Monumenti

Palazzi del centro cittadino.
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Palazzi del centro cittadino.

Il centro della città è caratterizzato dalla vastità di Piazza della Libertà, piazza d'armi voluta da Napoleone e ottenuta mediante la demolizione dell'antica cattedrale (1803), di cui sono stati recentemente portati alla luce i resti delle fondamenta. Al centro, la statua di Urbano Rattazzi, di Giulio Monteverde. Vi si affacciano: il Palazzo del Municipio o Palazzo Rosso (dal colore della facciata, XVIII secolo) dotato di un particolare orologio a tre quadranti (da notare sulla sommità il galletto sottratto dagli alessandrini ai casalesi nel 1225); Palazzo Ghilini, oggi sede della provincia e della prefettura, progettato da Benedetto Alfieri nel 1733, di pregevoli forme barocche; il Palazzo delle poste (1939-1941) con un mosaico lungo 38 metri di Gino Severini; Palazzo Cuttica di Cassine, futura sede del museo civico.

La nuova Cattedrale neoclassica (1810-1849) è situata a breve distanza. Conserva al suo interno la statua lignea della Madonna della Salve. Sul lato sinistro della facciata Gagliaudo che regge una formaggetta lodigiana, scultura romana raffigurante l'eroe alessandrino che secondo la leggenda si distinse nel corso dell'assedio del Barbarossa. Di notevole interesse è la chiesa di S. Maria di Castello (XV secolo): in essa si fondono epoche diverse, infatti lo stile tardo romanico della costruzione si unisce al portale rinascimentale e a diverse opere di epoche successive (il crocefisso, l'altare, la fonte battesimale, la sacrestia); inoltre nei sotterranei, da qualche tempo riaperti al pubblico, si possono osservare i resti di 2 precedenti chiese. Nonostante una fase di decadenza, negli ultimi anni sono stati notevoli i lavori di ristrutturazione. La chiesa è sita nell'omonima piazza vicina a via dei Guasco; in questa stessa via si può ammirare anche la facciata barocco-piemontese di "Palazzo Guasco" oggi sede di Assessorati provinciali. In attesa di restauro alcuni saloni del Palazzo che conservano la struttura architettonica Settecentesca.
In fondo a via Dante, l'arco di trionfo fu eretto nel 1768 a ricordo della visita di Vittorio Amedeo III e di Maria Ferdinanda di Spagna.

Sull'altra sponda del Tanaro sorge la Cittadella, imponente costruzione militare su progetto di Ignazio Bertola. La costruzione, voluta dai Savoia nel XVIII secolo, comportò l'evacuazione e la demolizione dell'intero quartiere di Borgoglio. Di proprietà del Demanio Militare, è visitabile solo in rare occasioni: è a pianta stellare, con sei baluardi attorniati da fossati. Di notevole interesse architettonico-militare i quartieri militare con gli edifici Settecenteschi e Ottocenteschi.

Di prossima riapertura il Museo civico, nella nuova sede di palazzo Cuttica di Cassine che conserva, tra l'altro, due arazzi fiamminghi di pregevole fattura, un interessante polittico di Gandolfino da Roreto, i paramenti sacri di papa Pio V e i corali destinati al convento di S. Croce di Bosco Marengo da lui stessi ordinati.

[modifica] Frazioni

Cabanette, Cantalupo, Cascinagrossa, Castelceriolo, Litta Parodi, Lobbi, Mandrogne, San Giuliano Nuovo, San Giuliano Vecchio, San Michele, Spinetta Marengo, Val Madonna, Valle San Bartolomeo, Villa del Foro.

[modifica] Città gemellate

Alessandria è gemellata con:

La Provincia di Alessandria è inoltre gemellata dal 2003 con la Provincia di Pistoia, Italia.

[modifica] Amministrazione comunale

Sindaco: Mara Scagni dal 26/05/2002
Centralino del comune: 0131 515111
Email del comune: comuneal@tin.it

[modifica] Eventi

Durante la festa di Borgo Rovereto
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Durante la festa di Borgo Rovereto

[modifica] Rievocazione Storica della Battaglia di Marengo

Rievocazione della famosa Battaglia di Marengo vinta da Napoleone a Spinetta il 14 giugno del 1800. Battaglioni di austriaci, francesi e italiani, provenienti da tutta Europa, tornano a fronteggiarsi in uno scontro che sembra sospeso nel tempo. Manifestazioni, incontri e mostre trovano spazio in città e al Castello di Marengo. Periodo: prima metà di giugno.

[modifica] Fraskettando SkaBluesJazz Festival

È l'appuntamento musicale dell'estate organizzato dal Circolo ARCI "Paolo Rossi" e il Circolo culturale "Il Ghilino", due associazioni che da alcuni anni si occupano di promozione culturale ed organizzazione di eventi e manifestazioni. Nel 1999 venne proposta la prima edizione di "Fraskettando", evento musicale nato per rivitalizzare i sobborghi della Fraschetta e per dare l’opportunità alle giovani band emergenti di esibirsi su un palcoscenico; ebbe un discreto successo e venne riproposto l’anno successivo. Accantonato per alcuni anni per motivi organizzativi, viene ora nuovamente riproposto con un progetto più ambizioso e rivisto nei contenuti e nell’immagine.

Teatro della manifestazione e la piazza principale di un piccolo sobborgo del Comune di Alessandria nella zona circoscrizionale Fraschetta: San Giuliano Nuovo. La piazza è stata recentemente ristrutturata, trasformata in un luogo accogliente ed idonea a contenere eventi culturali. Fraskettando SkaBluesJazz Festival vuole essere un punto di partenza per realizzare un progetto le cui finalità siano quelle di promuovere la cultura e la musica, soprattutto, nelle loro diverse espressioni. Ecco alcuni artisti che hanno partecipato: The Blues Brothers Band, Eddie Floyd, Soft Machine, Mick Abrahams & Clive Bunker, Roy Paci & Aretuska, Persiana Jones, Statuto. Periodo: prima metà di luglio.

[modifica] Motoraduno internazionale

Motoraduno internazionale Madonnina dei Centauri, in collaborazione con il comune di Castellazzo Bormida

Periodo: seconda domenica di luglio.

[modifica] Salone del biscotto piemontese

Organizzato in collaborazione da: Regione Piemonte; Provincie di Alessandria Cuneo Novara Torino Vercelli; Amministrazione Città di Alessandria.

Prima edizione nel 2005.

[modifica] Sport

[modifica] Ciclismo

La città ha una grande tradizione ciclistica: ad Alessandria crebbero grandissimi campioni come Costante Girardengo, Fausto Coppi e Giorgio Zancanaro.

Diverse tappe del Giro d'Italia iniziarono o si conclusero ad Alessandria.

  • 1929: arrivo della XIII tappa (Parma-Alessandria, vinta da Mario Bianchi) e partenza della XIV e ultima tappa (Alessandria-Milano).
  • 1956: arrivo della I tappa (Milano-Alessandria, vinta da Pierino Baffi) e partenza della II tappa (Alessandria-Genova).
  • 1964: arrivo della XVIII tappa (Santa Margherita Ligure-Alessandria, vinta da Bruno Mealli) e partenza della XIX tappa (Alessandria-Cuneo).
  • 1967: arrivo della I tappa (Treviglio-Alessandria, vinta da Giorgio Zancanaro) e partenza della II tappa (Alessandria-La Spezia).
  • 1968: arrivo della VI tappa (Sanremo-Alessandria), vinta da José Antonio Momeñe Campo) e partenza della VII tappa (Alessandria-Piacenza).
  • 1979: partenza della XII tappa (Alessandria-Saint-Vincent).
  • 1984: arrivo della XIV tappa (Lerici-Alessandria, vinta da Sergio Santimaria) e partenza della XVI tappa (Alessandria-Bardonecchia).
  • 2006: partenza della XIII tappa (Alessandria-La Thuile).

[modifica] Calcio

Stemma dell'U.S. Alessandria.
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Stemma dell'U.S. Alessandria.

La maggiore squadra di calcio cittadina è l'U.S. Alessandria, nata nel 1912, dalla caratteristica maglia grigia. Gioca le sue partite casalinghe allo Stadio "Giuseppe Moccagatta", in Spalto Rovereto.

Attualmente la squadra, dopo un periodo economicamente poco felice, si trova in Serie D, ma vanta un passato onorevole: tra le altre cose, sfiorò lo scudetto nel 1927-28 e partecipò, nel 1929-30 al primo campionato di Serie A, giungendo sesta; nel vivaio della squadra crebbero campioni come i campioni del mondo Luigi Bertolini e Giovanni Ferrari, oltre al Pallone d'oro Gianni Rivera.

Alessandria ha anche una squadra di calcio femminile, che milita attualmente nel campionato di Serie A2.

[modifica] Volley

Alessandria ha conosciuto un buon periodo anche in un altro sport, la pallavolo: nei primi anni '50, la Borsalino Pallavolo sfiorò più volte la conquista del campionato maschile. Anche la squadra femminile, la Saves mancò di poco lo scudetto.

[modifica] Basket

La Delta Copra, squadra di basket femminile, nel 2002 partecipò all'Eurocoppa (pallacanestro femminile), diventando così la prima squadra di Alessandria a disputare una competizione europea. La storia della società si concluse però nel 2004, con il fallimento.

[modifica] Rugby

La squadra di rugby del dopolavoro ferroviario ora milita nel campionato di serie B con la storica maglia grigia sponsorizzata dalla "Centrale del Latte di Alessandria e Asti"; le giovanili Under-15 sono arrivate lo scorso campionato alla fase interregionale tra Liguria e Piemonte.

[modifica] Bibliografia

  • Roberto Livraghi, Alessandria (Milano, Electa, 1997).
  • Carlo Gilardenghi, Canton di rus e dintorni (Recco, Le Mani-Isral, 2004)

[modifica] Collegamenti esterni


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