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Bardonecchia - Wikipedia

Bardonecchia

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.


Wikipedia:WikiProject/Progetto geografia/Antropica/Comuni Bardonecchia
Portale:Portali Visita il [[Portale:{{{portale}}}|Portale {{{portale}}}]]
Stato: Italia
Regione: Piemonte
Provincia: Torino
Coordinate:
Latitudine: 45° 5′ 0′′ N
Longitudine: 6° 42′ 0′′ E
Mappa
Altitudine: 1.312 m s.l.m.
Superficie: 132,31 km²
Abitanti:
3.037
Densità: 23 ab./km²
Frazioni: Lez Arnauds, Melezet, Millaures, Rochemolles 
Comuni contigui: Avrieux (FR-73), Bramans (FR-73), Exilles, Modane (FR-73), Névache (FR-05), Oulx
CAP: 10052
Pref. tel: 0122
Codice ISTAT: 001022
Codice catasto: A651 
Nome abitanti: bardonecchiesi 
Santo patrono: Sant'Ippolito 
Giorno festivo: 13 agosto 
Coordinate fuori mappa
Sito istituzionale

Bardonecchia (Bardonnèche in Occitano) è un comune di 3.037 abitanti della provincia di Torino, situato in Alta Valsusa al centro di una conca che dista circa 90 km dal capoluogo.

Indice

[modifica] Geografia e topografia

Si trova al centro di una conca in cui convergono le quattro convalli di Valle di Rochemolles, Frejus, Rho e Valle Stretta. È circondata da un'imponente chiostra di montagne le cui cime più alte superano i 3000 m (P. Valfredda 3051, C. Cardiola 3124, P. Bagna 3129, C. de la Planetta 3149). Il capoluogo si allunga su un falsopiano attraversata da più torrenti a flusso pressochè perenne e si suddivide in due grossi borghi: il Borgonuovo che sorge sul fondo della valle, dove si trova anche la stazione ferroviaria, ed il Borgovecchio. Quest'ultimo, che presenta ancora aspetti medievali, si trova a monte del Borgonuovo. I due borghi sono collegati tra loro mediante un viale: divisi dalla linea ferroviaria, sono collegati tramite due sottopassi rotabili e pedonali. Per estensione, dopo l'assorbimento dei comuni di Millaures, Mélezet e Rochemolles, il territorio del comune è uno dei più vasti della valle di Susa. Alle sue porte ha inizio la Dora di Bardonecchia, che una ventina di chilometri a valle confluisce nella Dora Riparia. È il comune sito nel punto più occidentale d'Italia.

[modifica] Storia

I primi abitatori di Bardonecchia sarebbero stati i celtici Belaci. Probabilmente il borgo conobbe la conquista romana e le varie incursioni barbariche, ma le prime notizie certe risalgono al IX secolo, quando la borgata fu donata da Carlomagno al monastero della Novalesa. Passò quindi alla marchesa Adelaide di Susa che la portò in dote ai Savoia nell'XI secolo. Dopo una parentesi di signoria dei Delfini di Francia, con la pace di Utrecht fu restituita ai Savoia. Nel 1562 i Valdesi si scontrarono con i soldati del capitano La Gazette, persecutore della fede valdese, nelle vicinanze di un castello a monte del Borgovecchio. Nel 1871 fu aperto al traffico il Traforo ferroviario del Frejus, il primo grande traforo alpino che, lungo 12.849 m, si snoda ad una altitudine media di 1200 m sotto la punta del Monte Frejus (2907 m), a nordest del colle omonimo che unisce la Valle di Susa con la valle della Maurienne. Progettato nelle sue linee generali dall'ingegnere Gino Levi Medail nel 1841, il tunnel fu scavato tra il 1857 e il 1870. Con l'apertura del tunnel il paese perse la sua caratteristica di borgo agricolo per diventare un posto di frontiera e, grazie alla linea ferroviaria, una località di villeggiatura. La vocazione turistica nacque, infatti, alla fine dell'Ottocento, quando arrivarono i primi esponenti dell'aristocrazia e della borghesia torinesi e genovesi.
Inizialmente il turismo interessava soprattutto la stagione estiva; soltanto nel Novecento si cominciò a parlare anche di turismo invernale. Nel 1908 fu fondato lo Sci Club Bardonecchia e nel 1911 i fratelli Smith diedero spettacolo coi salti dal trampolino in una zona che poi prenderà il loro nome, Campo Smith. Nel volgere di qualche anno il paese si trasformò, diventando una nota località turistica frequentata, tra l’altro, dallo statista Giovanni Giolitti. Con la seconda guerra mondiale le attività turistiche si fermarono.

Col trattato di pace del 1947 Bardonecchia perse la Valle Stretta, ceduta alla Francia. Nel secondo dopoguerra il paese sviluppò la sua vocazione turistica con la proliferazione degli alberghi e poi delle seconde case. Contemporaneamente, all'economia di Bardonecchia contribuì la presenza del personale impiegato negli uffici della dogana, che restò in servizio fino al 1993, quando entrò in vigore nei paesi dell'Unione europea la libera circolazione delle merci. Un ulteriore rafforzamento della sua vocazione di transito si ebbe nel luglio del 1980 con l'apertura del Traforo stradale del Frejus e poi con il completamento dell'autostrada Torino-Bardonecchia a metà degli anni Novanta.

Bardonecchia è stata nel febbraio 2006 una delle sedi della XX Olimpiade Invernale, durante la quale ha ospitato le gare di snowboard; è stata anche sede di uno dei tre villaggi olimpici.

[modifica] Arte

Nell'abside della chiesa parrocchiale di S. Ippolito, con facciata rifatta nel 1827, si trova un coro ligneo adorno di antichi stalli del XV secolo trasportati dal'abbazia della Novalesa; nell'interno, ad una navata, si conservano una vasca battesimale del 1571 e un'antica croce d'argento.
Nel Museo civico sono custoditi cimeli locali tra cui degli sci del XIX secolo. In località Millaures, sulla sponda sinistra del Bardonecchia, vi è la chiesa di S. Andrea (1477) con un grande affresco sulla facciata. Nelle sue vicinanze si trova la Cappella di Horress con interno affrescato nel 1506. Una pregevole icona di legno è conservata nella chiesa di Les Arnauds, località a metà strada tra il Borgonuovo e Mélezet.

[modifica] Trasporti

È collegata con la Francia per mezzo di due trafori: il Traforo ferroviario del Frejus ed il Traforo stradale del Frejus, e con Torino per mezzo dell'Autostrada A32, Torino-Bardonecchia, una delle autostrade più recenti, per mezzo della Statale 535, detta "di Bardonecchia" che si innesta a poco più di venti chilometri a valle con la statale n. 24 detta "del Monginevro" e per mezzo della linea ferroviaria Torino-Modane, tratto del collegamento ferroviario Roma-Torino-Parigi.

[modifica] Economia

Con l'apertura del Traforo ferroviario del Frejus l'economia di Bardonecchia subì una trasformazione radicale assumendo una notevole importanza quale ultima stazione italiana sulla linea ferroviaria Torino-Modane. Dopo il 1925, con l'enorme sviluppo dello sport dello sci e l'aumentata frequenza dei villeggianti estivi, l'economia di Bardonecchia ha subito un'ulteriore caratterizzazione traendo da queste due voci la maggior parte del reddito locale.
Le attività sportive invernali si accentrano in particolare in cinque zone distinte: Colomion, Jafferau, Mélezet, Les Arnauds e Bramafan, con un comprensorio di 140 km di piste da discese e 17 km di piste da fondo.

[modifica] Frazioni

Mélezet, situata allo sbocco della secondaria Valle Stretta, fu sede di una scuola di pittura, scultura e architettura che ebbe notorietà in tutta la Valle di Susa e nella Valle della Maurienne tra il XV e il XVIII secolo; attualmente vi si trova una scuola di intaglio; nella chiesa di S. Antonio vi sono affreschi del '500. Verso Pian del Colle sorge la cappella di S. Sisto con affreschi quattrocenteschi all'interno.

Rochemolles è un piccolo villaggio situato nell'aspro vallone omonimo, alla confluenza della Valfredda. L'antica chiesa, con soffittatura in legno, conserva un leggìo del 1571, una croce processionale ed una acquasantiera del 1552.

Millaures, situata sula versante nord occidentale del monte Jaffreau, a circa 1400 metri s.l.m.; comune fino alla metà degli anni sessanta, in seguito allo spopolamento fu declassata a frazione. Oggi gli abitanti stabili sono poche decine, mentre nell'ultimo decennio è aumentato enormemente il numero di seconde case che ha determinato un aumento stagionale della popolazione (principalmente d'estate). Interessanti la chiesa parrocchiale dedicata a Sant'Andrea e le varie cappellette situate in tutte le borgate (tra cui l'antica cappella di San Claudio).

[modifica] Evoluzione demografica

Abitanti censiti


[modifica] Bibliografia

  • Città e paesi d'Italia, vol. I, De Agostini, 1966

[modifica] Collegamenti esterni



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