Giovanni Bessarione

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Cardinale
Giovanni Bessarione   della Chiesa cattolica
titolo
[[Immagine:|100px|Stemma di Giovanni Bessarione]]
Proclamato	18 dicembre 1439 da papa Eugenio IV
Nato	2 gennaio 1402, Trebisonda
Ordinato
Consacrato
Vescovo
Deceduto	18 novembre 1472, Ravenna
Cardinale Titolo cardinalizio Collegio cardinalizio · Concistoro Tutti i cardinali Progetto Cattolicesimo · uso tabella

Basilio Bessarione (Trebisonda, Asia Minore, oggi in Turchia, 2 gennaio 1402 - Ravenna, 18 novembre 1472), cardinale umanista greco.

Discendente di un ramo collaterale dei Comneni, studia a Costantinopoli, dove diventa monaco basiliano assumendo il nome di Bessarione e si avvicina alla filosofia sincretistico-neoplatonica di Giorgio Gemisto Pletone. Diplomatico di ampio successo, ottiene presto la stima dell'imperatore Giovanni VIII Paleologo.

Nel 1437 viene fatto arcivescovo di Nicea e nel 1439 viene inviato in qualità di legato al Concilio di Ferrara e Firenze. Qui si dimostra fautore dell'unione della chiesa romana con la bizantina, necessaria anche per far sì che gli occidentali aiutassero Costantinopoli che si preparava ad essere assediata dai Turchi; su tale argomento si con Marco d'Efeso e prevalendo su du lui grazie alla sua cultura filologica: Bessarione dimostra che un passo dibattuto del testo di San Basilio (figura di spicco della chiesa ortodossa) sostiene posizioni uguali a quelle della chiesa di Roma, mentre le copie del testo che non avevano il passo incriminato era tutte molto recenti. Ma tornato a Costantinopoli nella chiesa greca prevale la avversione verso i latini (forse per il sacco del 1204) e l'accordo avviato viene abbandonato. Egli quindi torna in Italia avvicinandosi alla chiesa romana e nel 1439 viene fatto cardinale. Da allora si fa sostenitore di una nuova crociata volta a contrastare gli ottomani ed a salvare l'unità dei cristiani. Si dedica inoltre agli studi e al mecenatismo e la sua casa romana diventa un centro di elaborazione dell'umanesimo.

Caduta Costantinopoli nel 1453, si dedica a soccorrere i dotti bizantini fuggiti dai turchi. Volendo salvare l'immenso patrimonio della cultura greca raccoglie numerose opere altrimenti mai pervenute in Occidente costituendo una ricca biblioteca che con lui ancora in vita 1468 viene donata alla città di Venezia, dove costituisce il patrimonio iniziale della Biblioteca marciana. Tra le altre, salvò numerose opere contenute nella ricchissima biblioteca del Monastero di San Nicola di Casole, presso Otranto, che finì poi distrutta (ad opera dei Turchi) nel corso della Battaglia di Otranto del 1480.

È celebre il suo opuscolo in cui, sulla base del testo greco originale (eàn) e sulla base di antichi autori della chiesa latina e greca, corregge il testo di Giovanni 21.22 da sic in si rendendolo anche molto più consono al contesto. A noi la correzione pare ovvia, ma all'epoca, in cui il testo della Vulgata era quasi sacro, suscitò scalpore tra i contemporanei, mostrando la vicinanza delle sue idee a quelle del Valla, del Poliziano e agli altri campioni del Rinascimento.

Scrive la sua maggiore opera filosofica in greco, successivamente tradotta in latino e intitolata In calumniatorem Platonis (1457-1458), testo favorevole al platonismo cristiano e avverso alle tesi sostenute da Giorgio da Trebisonda favorevoli alla integrazione di ispirazione tomistica dell'aristotelismo nella dottrina cristiana.

Nel 1472 viene inviato dal papa Sisto IV presso Luigi XI di Francia a perorare la causa di una crociata per la liberazione di Costantinopoli, nonostante la sua età e la sua scarsa salute. Nel viaggio di ritorno, a causa dei disagi, le sue condizioni peggiorano e muore a Ravenna, forse avvelenato per volontà dei cardinali francesi suoi oppositori.

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