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Erwin Rommel - Wikipedia

Erwin Rommel

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Erwin Rommel
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Erwin Rommel

Erwin Johannes Eugen Rommel (Heidenheim, 15 novembre 1891 - 14 ottobre 1944, Herrlingen presso Ulm) fu un generale tedesco e comandante dell' Afrika Korps durante la seconda guerra mondiale. È anche conosciuto per il suo soprannome: La volpe del deserto (Wüstenfuchs).

Indice

[modifica] Gioventù

Rommel nacque a Heidenheim, a circa 50 km da Ulm, nello stato del Württemberg. Figlio di un insegnante protestante, Rommel voleva diventare ingegnere (magari per lavorare sugli zeppelin), ma invece si arruolò nel locale 124o Reggimento di Fanteria come ufficiale cadetto, nel 1910. Due anni dopo, venne nominato Tenente. Durante la prima guerra mondiale, Rommel prestò servizio in Francia, così come sul fronte rumeno e italiano, durante quel periodo venne ferito tre volte e premiato con la Croce di Ferro di prima e seconda classe. Fu anche il più giovane militare a ricevere la più alta onorificenza militare tedesca, la medaglia Pour le Mérite, che ricevette dopo aver combattuto sulle montagne dell'Italia nord orientale, precisamente nella Battaglia di Longarone. Ivi con un audace colpo di mano fece 9000 prigionieri e un bottino impressionante che gli valsero la suddetta medaglia.

Nel 1911, come cadetto a Danzica, Rommel conobbe la sua futura moglie, Lucie, che sposò nel 1916. Nel 1928, ebbero un figlio, Manfred Rommel. Gli studiosi Bierman e Smith sostengono che Rommel ebbe anche una relazione con Walburga Stemmer, nel 1912, e che dalla storia nacque una figlia di nome Gertrud (The Battle of Alamein: Turning Point, World War II, p. 56).

[modifica] Dopo la prima guerra mondiale

Nel primo dopoguerra fu comandante di reggimento ed istruttore alla Scuola di Fanterie di Dresda (1929-1933) e all'Accademia di Guerra di Potsdam (1935-1938). I suoi diari di guerra, Infanterie greift an (La fanteria attacca!), divenne uno dei principali libri di testo dopo essere stato pubblicato nel 1937. Nel 1938, Rommel (ora Colonnello) viene nominato comandante dell'Accademia di Guerra di Wiener Neustadt. Venne comunque rimosso dopo poco tempo, e posto al comando del battaglione di protezione personale di Adolf Hitler. Venne nuovamente promosso a Generale maggiore poco prima dell'invasione della Polonia.

[modifica] Seconda guerra mondiale

Nel 1940 gli venne affidato il comando della 7a Panzer Divisionen, per il Fall Gelb, l'invasione ad occidente. Rommel mostrò un'abilità considerevole in quell'operazione, e venne nominato comandante delle truppe tedesche, la 5a Leggera (poi rinominata 21. Panzer-Division)e successivamente la 15a Panzer Divisionen, che vennero inviate in Libia all'inizio del 1941 per aiutare le truppe italiane sconfitte, formando così i celebri Deutsches Afrika Korps. Fu proprio in Africa che Rommel si conquistò la sua grande fama di comandante.

Spese la maggior parte del 1941 costruendo la sua organizzazione e riformando le unità italiane frantumate, che avevano subito una serie di sconfitte, per mano dei britannici guidati dal Generale maggiore Richard O'Connor. Un'offensiva spinse le forze britanniche fuori dalla Libia, ma si fermò poco oltre il confine egiziano, e l'importante porto di Tobruk rimase ancora nelle mani delle forze alleate, dietro le linee dell'Asse. Il comandante in capo britannico, Generale Archibald Wavell scambiò il comando con il comandante in capo in India, Generale Claude Auchinleck. Auchinleck lanciò una grande offensiva (denominata Operazione Battleaxe) per alleviare l'assedio di Tobruk ma, quando la spinta si esaurì, Rommel colpì.

In un classico esempio di blitzkrieg, le forze britanniche vennero completamente sbaragliate. Nel giro di settimane furono respinte in Egitto. L'offensiva di Rommel si fermò nei pressi della piccola stazione ferroviaria di El Alamein, appena un centinaio di chilometri da Il Cairo. La Prima battaglia di El Alamein venne persa da Rommel perché soffrì dell'eterna maledizione della guerra nel deserto, le linee di approvvigionamento troppo allungate. I Britannici, con le spalle al muro, erano molto vicini ai loro punti di rifornimento, e disponevano di truppe fresche. Rommel cercò ancora di penetrare le linee nemiche durante le Battaglia di Alam Halfa. Venne fermato definitivamente dal nuovo comandante britannico, il Tenente Generale Bernard Montgomery.

Con le forze britanniche che da Malta interdivano i rifornimenti via mare, e l'enorme distanza che aveva coperto nel deserto, Rommel non poteva tenere la posizione di El Alamein per sempre. Nonostante ciò, occorse un'altra grossa battaglia, la Seconda battaglia di El Alamein per forzare le sue truppe a ritirarsi. Dopo la sconfitta di El Alamein, nonostante le pressioni di Hitler e Mussolini, le truppe di Rommel non riuscirono a resistere e combattere fino a quando non entrarono in Tunisia. Lì giunti, la loro prima battaglia non fu contro l'Ottava Armata Britannica, ma contro il Secondo Corpo d'Armata Statunitense. Rommel inflisse un bruciante rovescio alle truppe americane nella Battaglia del Passo di Kasserine.

Rivolgendosi ancora una volta a fronteggiare le forze britanniche, sul vecchio confine difensivo francese della Linea del Mareth, Rommel poté solo ritardare l'inevitabile. Lasciò l'Africa dopo essersi ammalato, e gli uomini del suo comando divennero prigionieri di guerra.

Alcuni sostengono che il ritiro dell'armata di Rommel fino in Tunisia contro il volere di Hitler fu una vittoria più grande della cattura di Tobruk. Tornato in Germania, Rommel fu per qualche tempo virtualmente "disoccupato". Comunque, quando le sorti della guerra si rivolsero contro la Germania, Hitler pose Rommel al comando del Gruppo d'armate B, responsabile della difesa della costa francese contro una possibile invasione alleata. Dopo le sue battaglie in Africa, Rommel concluse che ogni movimento offensivo sarebbe stato impossibile a causa della supremazia aerea alleata. Riteneva che le forze dei panzer dovessero essere tenute il più vicino possibile al fronte, di modo che non dovessero partire da lontano al momento dell'invasione, di modo da poterla fermare sulle spiagge.

Il suo comandante, Gerd von Rundstedt, invece sentiva che non c'era modo di fermare l'invasione vicino alle spiagge a causa della soverchiante potenza di fuoco della Royal Navy. Riteneva che i panzer dovessero essere disposti in grosse unità nel retroterra vicino a Parigi, dove potevano permettere agli alleati di dilagare in Francia per poterli poi tagliare fuori. Quando gli venne chiesto di scegliere un piano, Hitler vacillò e li posizionò a metà strada, abbastanza lontani da essere inutili a Rommel, e non abbastanza lontani da poter solo osservare la battaglia come voleva von Rundstedt.

Il piano di Rommel quasi riuscì a dare comunque i suoi frutti. Durante il D-Day molte unità di panzer, soprattutto la 12. SS-Panzer-Division (la divisione d'élite Hitler Jugend), erano abbastanza vicine alle spiagge e crearono gravi danni. Il soverchiante numero di truppe alleate rese comunque improbabile qualsiasi speranza di successo, e ben presto le teste di ponte sulle spiagge furono assicurate.

Nel luglio 1944 la sua autovettura venne mitragliata da un aeroplano britannico, e Rommel dovette essere ricoverato con gravi ferite alla testa. Nel frattempo, dopo il fallito complotto del 20 luglio contro Adolf Hitler, vennero sospettate le connessioni di Rommel con i cospiratori. Bormann era sicuro del coinvolgimento di Rommel, Goebbels non lo era affatto. La vera estensione della conoscenza del complotto da parte di Rommel non è ancora chiara. A causa della popolarità di Rommel tra il popolo tedesco, Hitler gli diede la possibilità di suicidarsi con il cianuro o di affrontare il disonore e la rappresaglia nei confronti della sua famiglia e dei suoi collaboratori. Rommel diede termine alla sua vita il 14 ottobre 1944, e venne seppellito con pieni onori militari dopo un grandioso funerale di stato.

Dopo la guerra vennero pubblicati i suoi diari.

[modifica] La personalità di Rommel

Rommel non apparteneva all'aristocrazia militare prussiana, era invece un ufficiale che proveniva dalla gavetta e in condizioni normali avrebbe potuto aspirare al massimo al grado di Colonnello. Ma la partecipazione alle due guerre mondiali dove diede sfoggio delle sue indubbie doti di comando, unita alla militanza nei Freikorps (da cui sarebbe scaturito il partito Nazista), a cavallo tra le due guerre, lo lanciarono in una carriera che lo portò a poco più di cinquant'anni ad ottenere il grado di Feldmaresciallo (il più alto dell'esercito tedesco).

La sua estrazione "popolare" piaceva molto a Goebbels, verso il quale Rommel fu sempre molto disponibile, che ne volle sfruttare l'"immagine vincente" per la sua propaganda. I suoi colleghi generali, provenienti dalle accademie prussiane, non nascondevano l'antipatia, se non il disprezzo, che nutrivano nei suoi confronti.

D'altra parte Rommel non fece mai molto per rendersi simpatico agli occhi degli altri ufficiali superiori. Testardo nelle sue convinzioni, spesso sgarbato, a volte ben oltre i limiti dell'insulto, nei confronti degli altri generali, soprattutto italiani, ma anche della stessa Wehrmacht, era invece adorato dai suoi uomini.

Motivo dell'ammirazione che suscitava tra la truppa era sicuramente il fatto che Rommel, contrariamente agli altri generali, non si limitava a seguire i combattimenti da distanza di sicurezza, ma era sempre presente in prima linea. A bordo del suo panzer, o del "Mammuth" (un centro comando mobile ricavato da un camion blindato inglese catturato in Africa), o in volo sulle linee a bordo di uno Storch da ricognizione, Rommel si muoveva lungo tutta la prima linea impartendo ordini e guidando i suoi uomini in battaglia.

Le sue decisioni in battaglia, spesso improvvise e talvolta ai limiti dell'insubordinazione (avanzare quando gli veniva ordinato di fermarsi), oltre a far infuriare i superiori, resero spesso inutile il lavoro svolto da Ultra (il complesso apparato utilizzato dagli inglesi per decodificare i messaggi che i tedeschi si trasmettevano con Enigma) per scoprire i piani dei tedeschi.

Vale la pena di citare alcuni episodi della "Campagna d'Africa" che possono aiutare a comprendere il carattere di Rommel. Quando la strada verso Il Cairo e il Canale di Suez sembrava ormai spianata, Mussolini volò in Libia per godersi un trionfo che non arrivò; durante la sua permanenza chiese più volte di incontrare Rommel, ma questi si rifiutò sempre, adducendo come scusa il fatto che fosse "troppo impegnato in prima linea". Rommel trovò però il tempo per recarsi in visita al capezzale di un maggiore italiano, che, al comando di un reparto di artiglieria, si era distinto nella difesa del Passo di Halfaya, conquistandosi la stima della "volpe del deserto".

Dopo la presa di Tobruk, un generale sudafricano bianco, parlando anche a nome dei suoi ufficiali, chiese a Rommel di essere detenuto in un'area separata da quella delle truppe di colore. La risposta di Rommel fu secca: "Per me i soldati sono tutti uguali. I neri vestono la vostra stessa divisa, hanno combattuto al vostro fianco, e quindi starete rinchiusi nello stesso recinto."

[modifica] Canto dell'Afrikakorps a lui dedicato

1. Wir sind das deutsche Afrikakorps

Des Führers verwegene Truppe

Wir stürmen wie die Teufel hervor

Versalzen dem Tommy die Suppe

Wir fürchten nicht Hitze und Wüstensand

Wir trotzen dem Durst und dem Sonnenbrand

Marschieren beim Takt unserer Trommel

Vorwärts, vorwärts

|: Vorwärts mit unserem Rommel! :|


2. Die Briten fürchten uns wie die Pest

Sie sitzen auf glühenden Kohlen

Wir rächen Deutsch-Ost und rächen Südwest

Das einst sie uns feige gestohlen

Sind Churchhill und Roosevelt auch Wut entbrannt

Wir werfen die Feinde in jedem Land

Es schlägt Generalmarsch die Trommel

Vorwärts, vorwärts

|: Vorwärts mit unserem Rommel! :|


3. Mit uns im Kampf und im Siege vereint

Marschieren Italiens Scharen

Bis einst die Sonne des Friedens uns scheint

Und wieder gen Deutschland wir fahren.

Doch wenn mich die feindliche Kugel fand

So lasset mich ruhen im Wüstensand

Und rühret noch einmal die Trommel

|: Vorwärts mit unserem Rommel :|


[modifica] Battaglie di Erwin Rommel

[modifica] Voci correlate

[modifica] Bibliografia

  • David Fraser, Rommel - L'ambiguità di un soldato, Milano: Mondadori, 1994, ISBN 8804418843
  • Erwin Rommel, Fanteria all'attacco, Libreria Editrice Goriziana, 2004, ISBN 8886928742

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