Cristianesimo e Islam
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Il Cristianesimo e l'Islam sono due religioni molto diverse tra loro eppur profondamente legate tra di loro. Pur non essendo religioni monolitiche ed avendo diverse branche e scuole di pensiero al loro interno, è comunque possibile individuare tendenze generali che le caratterizzano, le differenziano e le accomunano. La parola "religione" applicata al Cristianesimo non ha lo stesso senso che la stessa parola ha in relazione all'Islam.
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[modifica] Differenze tra le due religioni
[modifica] Unità di Dio
Per l'Islam Dio è Uno e Unico.
Per il Cristanesimo Dio è un solo Dio, ma in tre persone: è Trinità (esistono alcune chiese cristiane non trinitarie, come la Chiesa dell'Unificazione, la Chiesa unitariana, o alcune Chiese pentecostali, ma sono marginali). Per i cristiani la Trinità è costituita da Padre-Figlio-Spirito Santo.
Nel Corano la Trinità cristiana è vista talora come la rappresentazione della triade Dio-Gesù-Maria (i cristiani considerano questo un grave errore di interpretazione) e, per lo più, come una forma inconscia di politeismo. La cosa è del tutto inaccettabile per l'Islam che rifiuta ogni "associazione" a Dio (lā šārik la-Hu, "Non cè chi Gli si [possa] associ[are]")
[modifica] Conoscibilità di Dio
Per l'Islam Dio non può essere conosciuto e ha voluto rivelare di Sé ciò che ha voluto nel Corano, che rimane l'unica fonte possibile per conoscerLo.
Invece per il Cristianesimo il Dio inconoscibile si è fatto conoscere in Cristo. Egli è "l'irradiazione della gloria del Padre e l'impronta della Sua sostanza" (Lettera agli Ebrei 1,3): cioè in Cristo Dio ha voluto farsi conoscere, e i Suoi gesti e le Sue parole ci svelano chi è Dio. "Chi ha visto me ha visto il Padre" (Giovanni 14,9), afferma Gesù stesso.
[modifica] Fonti della rivelazione
Il Corano è per l'Islam l'unica fonte possibile per conoscere Dio. È stato dettato in arabo e in questa lingua deve essere letto dai fedeli.
Invece per i cristiani la rivelazione di Dio è avvenuta attraverso Gesù Cristo, la Parola del Padre. La Sua rivelazione è custodita nei libri sacri dell'Antico e del Nuovo Testamento.
Per l'Islam i libri della Bibbia sono divinamente ispirati ma corrotti per effetto oggettivo del tempo o per effetto soggettivo della malizia umana.
[modifica] Vocazione dell'uomo
Per l'Islam il dovere dell'uomo è riconoscere la suprema autorità di Dio al fine di ottenere la salvezza nella vita dopo la morte, la pace interiore e la concordia nei rapporti interpersonali. Il modo di realizzare questi obiettivi secondo l'Islam è quello di mettere in pratica il Corano e non associare a Dio a nessun altro. Da questo principio discende la polemica col Cristianesimo che, strictu sensu, avrebbe secondo l'Islam reintrodotto surrettiziamente una sorta di politeismo nell'affermare la compresenza di diverse "persone" nell'Essere Supremo.
Per il Cristianesimo la vocazione dell'uomo è conoscere, amare e servire il Dio di Gesù Cristo nello Spirito Santo.
[modifica] Persona e diritti
Nell'Islam il diritto va inteso come diritto della comunità (Umma), non della persona. L'Islam non conosce la parola "persona", il suo sinonimo è fard (individuo). Il fard è parte integrante e dipendente della grande società islamica (Umma). Dentro la Umma egli ha diritti e doveri. Se abbandona la religione per ateismo o conversione a un'altra religione, perde tutti i suoi diritti, anzi, è passibile di morte. Perciò la fonte dei diritti nei paesi a maggioranza islamica è la comunità islamica e, in ultima analisi, essa è garante dei diritti e dei doveri che il Corano e la Legge islamica, la šarī'a, riconoscono, concedono e negano.
In quasi tutti i paesi a maggioranza islamica non è consentito abbandonare la fede islamica per aderire a un'altra, con il rischio anche della sentenza di morte, talvolta commutata in carcere.
Anche se l'apostasia non è permessa, nel Cristianesimo è nato il concetto di "persona" in seguito alle dispute cristologiche del V secolo. In questa maniera si è fatta strada una concezione del diritto legata all'essere umano, alla persona umana, che in certo senso (unita all'azione dell'Illuminismo)), rese possibile la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo.
Invece la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo non è riconosciuta, e non può esserlo, in molti paesi che applicano la Legge islamica. La ragione è che l'Islam ha una concezione dell'individuo e della comunità che è incompatibile con il substrato della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo. Per questo i paesi islamici hanno elaborato una loro propria Dichiarazione islamica dei diritti dell'uomo.
[modifica] Religione e Stato
Malgrado la nascita degli Stati nazionali sia iniziata già nel X-XI secolo con l'inizio della disgregazione del califfato abbaside, lo sfaldamento dell'impero ottomano all'inizio del XX secolo favorì l'organizzazione di nuovi Stati costruiti sul modello nazionale occidentale, con l'adozione di diverse forme di governo. Nel quadro di questo processo più recente (che aveva però radici assai più antiche) i movimenti islamici radicali hanno tentato di recuperare il principio assai teorico della non scindibilità fra religione (dīn) e Stato (dunya). Una delle poche eccezioni è stata la Turchia dove furono aboliti il sultanato e il califfato ottomano e molte prescrizioni islamiche, istituendo la domenica come giorno di festa, il calendario occidentale, vietando l'uso del velo, adottando l'alfabeto occidentale ecc. e ciò fu sentito come una laicizzazione de-islamizzante. Ma a partire dalla prima metà del XX secolo gli ideologi del fondamentalismo hanno ribadito la non scindibilità di religione e Stato che, pure, è un principio di carattere etico che esorta il credente a operare appieno in questo mondo in accordo con i principi più profondi della religione rivelata, nella speranza di un premio ultraterreno: principio in base al quale ogni fedele islamico è soggetto alle leggi islamiche, anche a quelle di carattere civile, dovunque si trovi.
È per questo che una delle parole d'ordine dei movimenti "radicali" (asāsī) islamici è quella della reintroduzione della shari'a e dei relativi tribunali sciaraitici.
Invece per il Cristianesimo il Concilio Vaticano II afferma, limitatamente al Cattolicesimo, che la missione propria che Cristo ha affidato alla sua Chiesa non è di ordine politico, economico e sociale: il fine, infatti che le ha prefisso è di ordine religioso (Gaudium et spes 42). È una convinzione che appare molto presto, già nella Lettera a Diogneto, uno scritto del II secolo, dove si dice che "i cristiani partecipano a tutto come cittadini e da tutto sono distaccati come stranieri" (5,5). È quello che troviamo almeno embrionalmente in Matteo 22,21: "Date a Cesare quello che è di Cesare, e a Dio quello che è di Dio" o nell'affermazione di Gesù secondo cui "il mio regno non è di questo mondo" (Giovanni 18,36).
[modifica] Comunanze tra le due religioni
L'essere, in maniera diversa, nate entrambe come completamento della rivelazione biblica concessa al popolo ebraico, le due religioni sono estremamente collegate. Per l'Islam i tre grandi profeti sono Mosè, Gesù e Maometto. Il Corano parla molto bene dei Popoli del libro, ed in particolare del cristiani, e dedica ampio spazio alle vicende di Gesù.
[modifica] Collegamenti esterni
- Islamismo e Cristianesimo (pagina del sito "Popoli antichi")
- Islam e cristianesimo (pagina sul sito "Grandi Notizie")
- Islam e cristianesimo (opuscolo del 2000 della Conferenza episcopale dell'Emilia Romagna)
- Dialogo tra Islam e Cristianesimo (testo di Elena Bolognesi sulle possibilità e difficoltà del dialogo)
- Confronto e luoghi comuni su Islam e Cristianesimo (pagina del sito "Il Cammino Cristiano", da un punto di vista cristiano evangelico)
- La Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo secondo l'Islam (sito IslamItalia.it)
- Islam e Cristianesimo ortodosso (pagina sul sto di Al-Jazira.it)
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