Shari'a
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Shari'a (sharī'a), in arabo شريعة (scritto anche Sharī'ah, Shariah o Syariah), è il termine arabo per indicare la Legge divina contenuta nel Corano e nella Sunna del fondatore dell'Islam Maometto.
Se fonti della legge islamica sono generalmente considerate il Corano, la Sunna del Profeta, il consenso dei dotti (ijmā') e l'analogia giuridica (qiyās), la sharī'a accetta solo le prime due fonti in quanto divinamente prodotte o ispirate.
In realtà anche le altre due fonti sono rilevanti ma, concettualmente, il consenso si basa su un hadīth (tradizione giuridica) di Maometto che avrebbe affermato: «La mia Comunità non si troverà mai d'accordo su un errore». Quindi la terza fonte trova linfa vitale nella seconda e da essa è assorbita.
Più discutibile l'analogia iuris, perché troppo legata all'opinione - per quanto autorevole - di un uomo o di una scuola giuridica (madhhab, pl. madhāhib) che, di per sé, non può essere assorbita e legittimata dalla terza fonte, salvo diventare consenso assolutamente maggioritario e, quindi, ijmā'.
La Sharia consente la pena di morte solamente in tre casi: omicidio di un islamico, adulterio di una donna islamica sposata, bestemmia contro Allah (da parte di persone di qualunque fede). Ciò nonostante viene invocata regolarmente per giustificare i casi di condanna a morte per omosessualità in nazioni come l'Iran, la Nigeria o l'Arabia Saudita.
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