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Cortina d'Ampezzo - Wikipedia

Cortina d'Ampezzo

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Wikipedia:WikiProject/Progetto geografia/Antropica/Comuni Cortina d'Ampezzo
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Stato: Italia
Regione: Veneto
Provincia: Belluno
Coordinate:
Latitudine: 46° 32′ 0′′ N
Longitudine: 12° 8′ 0′′ E
Mappa
Altitudine: 1.224 m s.l.m.
Superficie: 254,51 km²
Abitanti:
5.954
Densità: 23 ab./km²
Frazioni: Vedi elenco 
Comuni contigui: Auronzo di Cadore, Badia (BZ), Braies (BZ), Colle Santa Lucia, Dobbiaco (BZ), Livinallongo del Col di Lana, Marebbe (BZ), San Vito di Cadore
CAP: 32043
Pref. tel: 0436
Codice ISTAT: 025016
Codice catasto: A266 
Nome abitanti: Ampezzani o Cortinesi 
Santo patrono: Santi Filippo e Giacomo 
Giorno festivo:  
Comune
Posizione del comune nell'Italia
Sito istituzionale

Cortina d'Ampezzo (in ladino Anpezo) è un comune di 5.954 abitanti della provincia di Belluno, nel Cadore, in Veneto, ed è il più grande e famoso fra i 18 che formano la Ladinia.

Indice

[modifica] Geografia

Cortina d'Ampezzo con il Cristallo sullo sfondo.
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Cortina d'Ampezzo con il Cristallo sullo sfondo.

Cortina è situata al centro della Valle d'Ampezzo, ed è il paese più a settentrione del Cadore prima della Val Pusteria. E' circondata a 360° dalle Dolomiti, conferendo alla vallata una bellezza unica al mondo. Tra le montagne più famose si ricordano le Tofane, il Pomagagnòn, il Cristallo, il Faloria, il Becco di Mezzodì, le Cinque Torri. Il centro urbano è all'incirca a 1229 m s.l.m., ma la vetta più alta è quella della Tofana di Mezzo (ovvero il picco centrale dell'omonimo massiccio) con i suoi 3244 m. Inoltre, è da ricordare il fiume Boite, che, raccolte le acque del bacino idrografico della valle ampezzana, sfocia come affluente nel Piave.

Il paese è raggiungibile per mezzo della SS51 d'Alemagna, che dall'autostrada A27 giunge fino a Dobbiaco, in Val Pusteria (provincia di Bolzano).

[modifica] Frazioni

Il centro urbano è tradizionalmente diviso in ventotto frazioni (che erano inizialmente piccolissimi borghi unitisi poi col nome del maggiore di questi, Cortina): Agabòna, Cadelvèrzo, Ciadìn, Ciànpo, Ciamulèra, Fiàmes, Fraìna, Mortìja, Pian da Lago,PECOL, Pocòl, Socùs, Socòl, Staulìn, Zuél, Gràa o Gnòche, Alverà, Ciàe, Rònco, Lazedèl, Col, Jilardòn, Guargné, Cortina, Pezié, Doneà, Melères, Crìgnes, Cianderìes (i nomi sono riportati nella originale lingua ladina, non nella traduzione italiana).

[modifica] Clima

Il clima ampezzano è tipicamente alpino, con estati breve e fresce e inverni lunghi, rigidi e nevosi. Tra la fine di dicembre e i primi di gennaio di ogni anno, si registrano alcune delle temperature più basse d'Italia, in particolare all'altezza del passo Cimabanche, zona di confine tra le province di Belluno e Bolzano. Le mezze stagioni, invece, sono generalmente piovose e fredde e molto ventilate.

[modifica] Storia

[modifica] Dall'antichità al 1914

I recenti ritrovamenti di sepolture primitive a Mondevàl e Similaun (risalenti al 7500 a.C. ca.), fanno pensare che la conca ampezzana fosse abitata già in epoca molto antica da tribù di Paleoveneti. A partire dal VI-V secolo a.C., fu introdotta in tutto il Cadore la scrittura a caratteri etruschi. I Romani che conquistarono la zona, sottomisero e civilizzarono i Paleoveneti, installandosi in diverse località (non si sa se anche nella vallata di Cortina), e dando il nome di Ampitium all'odierna Ampezzo.

La prima pagina dello Statuto del Cadore in una stampa del 1545.
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La prima pagina dello Statuto del Cadore in una stampa del 1545.

Durante l'Alto Medioevo non si hanno notizie riguardo tutto il Cadore. Certamente, però, la dominazione longobarda fu fondamentale per la formazione delle Regole, comunità familiari che possedevano il territorio collettivamente, acquistandolo per allodio.

Degno di nota è il Catello di Botestagno (di cui oggi rimangono solo poche rovine), fortilizio medievale fatto costruire tra la fine del XII e l'inizio del XIII secolo, strategico per il controllo della strada che da Cortina porta a Dobbiaco. Passato dai patriarchi di Aquileia ai signori da Camino, Trevigiani, il Cadore ottenne nel 1235 un piccolo codice di norme, lo Statuto, che fu il primo comune a tutta la zona. Coinvolta nelle vicende econimiche e politiche del tempo, essendo un importante collegamento tra il Sacro Romano Impero e l'Italia, l'Ampezzo tornò nuovamente ad essere governata dagli Aquileiani, per poi passare, nel 1420, alla Repubblica della Serenissima.

Se per il territorio cadorino la fruttuosa e sicura sottomissione a Venezia durò fino al 1797, quando Napoleone dichiarò caduto il dominio dei dogi, Cortina passò sotto il diretto controllo del Sacro Romano Impero nel 1511 con Massimiliano I d'Asburgo. Proclamatosi Magnifica Comunità (di fatto repubblica indipendente) durante il XVII secolo, il paese fu nuovamente sottomesso all'autorità imperiale da Giuseppe II, il quale fece annullare tutti gli statuti e le autonomie concessi agli Ampezzani.

Con la Rivoluzione Francese gli animi dei Cortinesi cominciarono a mal sopportare la dominazione austro-tedesca, e quando Napoleone scese nella Penisola, una colonna franco-italiana invase l'Ampezzo. Era il 31 agosto 1809. Il 28 febbraio dell'anno seguente Cortina e Dobbiaco vennero nuovamente unite al Cadore. La disastrosa spedizione in Russia nel 1812 e la caduta dell'imperatore di Francia, fecero sì che i due paesi alpini tornassero a far parte del Tirolo.

Con la fine dell'Ottocento, Cortina conobbe il suo primo periodo d'oro: scoperta dalla nobiltà austro-tedesca e dall'alta borghesia inglese, francese e americana, grazie alla sua straordinaria bellezza divenne una nuova St. Moritz, frequentata come luogo di villeggiatura estiva e invernale. I turisti cominciarono a mettere gli sci ai piedi, scendendo per le meravigliose piste (ancora non battute) in neve fresca. L'Ampezzo si arricchì, a differenza del Cadore, in territorio italiano, costretto a subire una forte emigrazione a causa della grandissima miseria. Cortina era internazionalmente conosciuta come "perla delle Dolomiti" e "regina delle Alpi", e venne dotata di una ferrovia che la collegava con Dobbiaco a Nord e con i paesi cadorini a Sud. Tra il 1850 e il 1858, l'artigiano Silvestro Franceschi fece erigere il famoso campanile della chiesa parrocchiale, mentre nel 1893 fu creata La Cooperativa. Mentre alberghi lussuosi, destinati ad accogliere ricchi villeggianti, crescevano come funghi sul suolo ampezzano, nel 1903 venne fondata la Scuola Sci Cortina (conosciuta oggi anche come "Scuola Sci Rossa"), la più antica scuola sciistica italiana. La fortuna del paese, però, cessò di colpo: con l'attentato di Sarajevo all'arciduca ereditario d'Austria Francesco Ferdinando e alla moglie Sofia (28 giugno 1914), e il conseguente scoppio della Prima Guerra Mondiale, l'Ampezzo divenne uno dei teatri principali del conflitto più sanguinoso che il mondo avesse mai visto.

[modifica] La Guerra del '15-'18

Per approfondire, vedi la voce Prima Guerra Mondiale.
Alcuni soldati combattono con un obice sotto le Cinque Torri.
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Alcuni soldati combattono con un obice sotto le Cinque Torri.
Un gruppo di Standschützen rioccupa Cortina dopo la disfatta italiana di Caporetto (1917).
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Un gruppo di Standschützen rioccupa Cortina dopo la disfatta italiana di Caporetto (1917).

Il 24 maggio 1915 il regno d'Italia dichiarò guerra all'Austria-Ungheria e al suo alleato tedesco. Da molti mesi, ormai, Cortina era già spopolata di uomini, mandati a combattere per Francesco Giuseppe sui Carpazi, in Galizia, sulla frontiera con la Russia. Senza sparare neppure un colpo, il 29 maggio il paese fu occupato da venticinquemila soldati dell'esercito italiano. Gli Austriaci si erano ritirati a Dobbiaco e Brunico, ma la maggior parte di essi era appostata sulle cime più alte delle Dolomiti ampezzane, ove stava scavando gallerie nella roccia ed erigendo fortilizi in pietra, lasciando che i nemici si trincerassero a bassa quota. Cominciò così una logorante guerra di trincea che durò fino al novembre del '17. Sul Col di Lana, sul Monte Piana, al Passo Falzarego, alle Cinque Torri e in molti altri luoghi vennero sacrificate migliaia di giovani vite da ambedue le parti. Si facevano cariche alla baionetta sotto i colpi delle mitragliatrici, si usavano gas tossici, granate e obici. I soldati erano costretti a passare all'aperto ogni stagione, dalla mite estate al nevosissimo inverno, notte e giorno, marcendo all'umidità e al gelo, morendo per le ferite riportate durante gli scontri, o per le diffuse epidemie di colera, polmonite e dissenteria. Le nostre truppe si batterono con valore: a novembre del '17 avevano il pieno controllo di gran parte delle postazioni asburgiche, quando inaspettato giunse l'ordine di ritirata. A Caporetto gli Austro-Tedeschi avevano sfondato le linee italiane, dilagando nella Pianura Padana fino al Piave. Nonostante la rabbia dei soldati, che non accettavano di lasciare i monti conquistati col sangue di migliaia di commilitoni, gli Italiani ripiegarono, lasciando Cortina in mano germanica. L'anno successivo, tuttavia, la situazione si ribaltò: vinto a Vittorio Veneto, il 4 novembre 1918 Carlo I d'Austria firmò la resa a Vittorio Emanuele III. Le truppe regie tornarono nell'Ampezzo, entrarono in Cortina, e giunsero fino al Sud Tirolo, dove fu posta la nuova frontiera con la neonata Repubblica Austriaca.

Ancora oggi sono aperti e visitabili dal pubblico molti cimiteri di guerra di medie e piccole dimensioni - sparsi un po' in tutta l'area delle Alpi orientali, che raccolgono le poche spoglie di tutti i soldati (di ogni cultura e nazione) che morirono sulle Dolomiti. Sono luoghi di grande forza emotiva, che dovrebbero farci riflettere di più sugli odi che hanno diviso l'Europa e che dividono molte parti del mondo.

[modifica] Il Secondo Conflitto Mondiale e le Olimpiadi del '56

Per approfondire, vedi la voce Seconda Guerra Mondiale.

Con l' armistizio di Villa Giusti, che sancì il termine del conflitto in Italia, Cortina poté ospitare nuovamente molti ricchi villeggianti. Questa seconda età dell'oro vide la frequentazione dell'Ampezzo anche e soprattutto da parte degli Italiani, che, avendola annessa al proprio regno, potevano più facilmente e comodamente raggiungerla. A partire dagli anni '20, divenne meta turistica delle più alte gerarchie fasciste. Gli anni '30 e i primissimi anni '40 videro un notevole sviluppo degli impianti sciistici, nonché la nascita del Notiziario di Cortina (1936). Il 29 gennaio 1923, il paese fu asseganto alla provincia di Belluno, deludendo le speranze della popolazione, che avrebbe preferito essere annessa ai territori Trento di o Bolzano.

Il 10 giugno 1940 l'Italia scese in guerra a fianco della Germania nazista. A Cortina si fecero sentire pesantemente le ristrettezze dovute al conflitto: fu vietata, per esempio, la consumazione di carne dal martedì al venerdì compresi; nessuna deroga per gli atleti che disputarono i campionati del mondo di sci sulle piste ampezzane nel febbraio del '41. Il 26 luglio '43 la Wehrmacht occupò il vicino Sud Tirolo, infondendo il terrore nel cuore dei Cortinesi. L'anno successivo, il '44, il paese divenne città ospedale, sicura dai bombardamenti ma affollata di invalidi di guerra. Finalmente, il 2 maggio 1945, le truppe americane entrano a Cortina: la guerra era finita.


Per approfondire, vedi la voce VII Olimpiade Invernale.

Come stabilito dal CIO nel 1930, il paese si era aggiudicato il compito di ospitare le Olimpiadi invernali del '44, che a causa della guerra non furono mai disputate. Fu così che nel '47 si tornò a parlare di tale evento in consiglio comunale. Tuttavia la proposta fu accolta tiepidamente dall'amministrazione, tanto che si pensò di chiedere il parere della comunità tramite un referendum. A sbloccare la situazione giunse da Roma la promessa che il CONI avrebbe pagato tutte le spese della preparazione. Rassicurati dunque dalla conferma che non il comune ma il governo avrebbe pagato le costose infrastrutture, il 30 novembre 1948 si decise di chidere ufficialmente che la VII Olimpiade invernale del '56 fosse assaganta a Cortina. Il 4 aprile 1949 giunse l'accettazione della proposta da parte del CIO.

Il logo delle Olimpiadi invernali di Cortina '56.
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Il logo delle Olimpiadi invernali di Cortina '56.

I problemi che gli organizzatori dovettero affrontare furono immani: per questo motivo fu creato un ente apposito e a presiederlo fu chiamato Otto Menardi. In primis si decise di potenziare e ampliare le strutture sportive: venne creato uno Stadio del ghiaccio per alcune competizioni di pattinaggio (quelle di velocità furono disputate al Lago di Misurina, a pochi chilometri da Cortina), un trampolino per il salto, la pista da bob e gli impianti di risalita con le relative piste per le gare di sci. Furono inoltre potenziate le infrastrutture che collegavano il paese alle zone circostanti: la SS51 venne resa ovunque più scorrevole, e si pensò di cambiare la vecchia ferrovia a scartamento ridotto, con una a scartamento normale.

Alla fine giunse il gran giorno: la fiaccola olimpica, benedetta da papa Pio XII, aveva fatto il giro dell'Italia, portando speranza e frenesia ovunque. Cortina aveva a disposizione circa 8000 letti in grado di ospitare la grande massa di curiosi che sarebbe giunta ad assistere alle prime Olimpiadi italiane. Il 26 gennaio 1956 il Presidente Gronchi inaugurò la VII Olimpiade invernale. Per la prima volta nella storia, il giuramento olimpico fu pronunciato a nome di tutti i concorrenti da una donna, Giuliana Chenal Minuzzo, atleta italiana che partecipò per lo sci alpino. A tale manifestazione sportiva presero parte i rappresentanti di ben 32 nazioni (per un totale di 821 atleti - 134 donne e 687 uomini) tra cui per la prima volta anche l'URSS, che sottrasse numerosissime medaglie agli atleti nordeuropei, attestandosi al primo posto nel medagliere. I partecipanti segnarono una grandissima quantità di record, addiritura 73 record olimpici sulla sola pista di Misurina. In particolare fu notissima la figura dell'austriaco Toni Sailer, che si aggiudicò tutti e tre gli ori in palio nelle gare di sci alpino maschile. Gli atleti italiani vinsero tre medaglie, un oro e due argenti. Questi ultimi furono conquistati proprio da un bobbista cortinese, il leggendario Eugenio Monti. Giunse infine il termine delle competizioni anche per questa Olimpiade, e il 5 febbario si tennero le celebrazioni di chiusura. Per Cortina una nuova era si era aperta.

[modifica] La terza età dell'oro

Già dall'inverno successivo i giochi olimpici, l'Ampezzo si gremì di turisti come non mai. Era l'inizio della terza età dell'oro. I prezzi ancora accessibli di case e alberghi, la forte ripresa economica del nostro Paese e la fama acquisita da Cortina grazie alla manifestazione sportiva, la fecero diventare di voga in tutt'Italia e in gran parte d'Europa. In breve tempo vennero costruite decine di edifici abitativi, richiestissimi dalle centinaia di villeggianti provenienti dalle città. Ancora oggi, a cinquant'anni di distanza, Cortina è certamente una delle maggiori località turistiche italiane e delle Alpi, méta della ricca società e del jetset internazionale.

[modifica] Cultura

[modifica] Manifestazioni e feste folkloristiche

Ogni anno vengono celebrate manifestazioni musicali, culturali e folkloristiche (soprattutto durante il periodo estivo), che si trasformano spesso in efficaci attrazioni turistiche. Ogni anno, a partire dall'inizio di luglio fino ai primi giorni di agosto, si tengono sagre (una ogni fine settimana), organizzate dai diversi sestieri del paese, durante le quali viene preparata una cena a base di prodotti e piatti tipici. La sera di ogni 14 agosto, invece, alla vigilia di Ferragosto e dell'Assunzione in cielo di Maria Vergine vengono accesi grandi falò un po' in tutta la vallata. Attorno ad essi si raccoglie la popolazione della zona, che spesso intona canti popolari. Contemporaneamente, sul versante della Tofana di Mezzo che s'affaccia sulla valle, si può vedere un'enorme lettera "M" (in onore di Maria di Nazareth), visibile anche a grandissima distanza, formata dai partecipanti di un'apposita fiaccolata. Un altro importante appuntamento con le tradizioni ampezzane (che generalmente segna la fine della stagione turistica estiva) si tiene durante l'ultima settimana di agosto: è la Fèŝta de ra Bandes ("Festa delle Bande"). Nel paese si raccolgono le bande paesane delle comunità alpine venete, friulane e tirolesi, che sfilano lungo Corso Italia attraversando per intero Cortina (spesso accompagnati da carri tipici trainati da buoi). Il culmine della celebrazione si tiene l'ultima domenica del mese, quando alla Conchiglia viene allestito un palco che ospita i concerti delle bande paesane e militari. La particolarità della festa è che i partecipanti (così come gran parte di Cortinesi) scendono in paese vestiti con abiti tradizionali. La sera vengono offerte ai visitatori le specialità gastronomiche locali e l'immancabile vin brulé. Durante i primi giorni di settembre, infine, si tiene la Coppa d'Oro delle Dolomiti, una competizione automobilistica tra auto d'epoca.

[modifica] Mostre, musei e incontri

Oltre che un grande centro turistico e naturalistico, Cortina ha di recente assunto un carattere culturale di rilievo: infatti sono stati aperti numerosi musei (seppur di piccole dimensioni), e ogni anno si svolgono mostre e incontri con grandi personalità del cinema, della politica e del giornalismo. L'edificio adibito alle tre maggiori esposizioni permanenti è la Ciasa de ra Regoles: al suo interno troviamo il Museo Paleontologico "Rinaldo Zardini", una raccolta di centinaia di fossili di ogni colore, forma e dimensione, trovati, radunati e catalogati dal fotografo cortinese Rinaldo Zardini, appassionato di paleontologia. Tutti i fossili presenti sono stati da lui rinvenuti sulle Dolomiti ampezzane e facevano parte della sua immensa collezione (che contava più di un milione di esemplari). Nel medesimo edificio, al secondo piano, è situato anche il Museo Etnografico d'Ampezzo, nel quale sono esposti oggetti della vita quotidiana, contadina e pastorale di un passato non tanto lontano: sono conservati oggetti della religiosità popolare, testimonianze artistiche, e abiti tipici che ancora oggi vengono sfoggiati nelle maggiori occasioni. All'ultimo piano si trova infine il Museo d’Arte Moderna "Mario Rimoldi", ove sono conservate 300 opere dei maggiori pittori del '900 italiano: Campigli, De Chirico, De Pisis, Sironi, Guttuso, Morandi, Music, Savinio, Tomea e molti altri. La galleria espone occasionalmente anche opere di altri artisti provenienti da pinacoteche internazionali o da collezioni private. Questa triade museale è anche conosciuta col nome di Musei delle Regole d'Ampezzo.

[modifica] Gastronomia

Un piatto di canederli agli spinaci.
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Un piatto di canederli agli spinaci.
L'apfelstrudel, torta di mele d'origine tirolese, divenuta un tipico dolce di Cortina.
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L'apfelstrudel, torta di mele d'origine tirolese, divenuta un tipico dolce di Cortina.

La gastronomia ampezzana è stata influenzata molto pesantemente dalla tradizione culinaria tirolese, rispecchiando anche in cucina i forti legami tra Cortina e l'Austria occidentale; pertanto molti piatti tipici cortinesi portano ancor oggi gli originali nomi tedeschi. Sono tutte comuque vivande della tradizione popolare, generalmente povere, ma ricche di sapore, e tradizione. I due primi piatti più famosi sono certamente i canederli (variante ampezzana dei knödel tirolesi), palle di pan grattato ripieni di spek, spinaci, lardo o formaggio e serviti in brodo caldo o in burro fuso, e i casunziei, ravioli triangolari ripieni di rapa rossa o patata, conditi con burro fuso e semi di papavero. Dalla tradizione veneta, invece, Cortina ha ereditato la polenta e il rise e bise (conosciuto anche come riso e piselli), affiancati da minestra di fave (detta anche faariesa) o di orzo; da quella asburgica la Goulasch süppe, specialità originaria dell'Ungheria, consistente in una zuppa di carne speziata. Tra le pietanze si ricordano l'arrosto ai funghi (che crescono abbondanti nei sottoboschi circostanti la valle), le costine di maiale e un gran numero di salumi ed insaccati; tra i contorni il più conosciuto sono le celebri patate all'ampezzana. La torta di mele (in tedesco apfelstrudel), le fartaies e il tortino di ricotta, infine, sono squisiti dessert, così come i krapfen (alla crema o alla marmellata) e la torta sacher, entrambi tipici dolci austriaci.

[modifica] Galleria fotografica

[modifica] Evoluzione demografica

Abitanti censiti


[modifica] Voci correlate

[modifica] Collegamenti esterni

[modifica] Bibliografia

  • Rachele Padovan: La cucina ampezzana - Franco Muzzio editore, Padova, 1981.
  • Stefano e Nicola Zardini Folòin: Cortina d'AmpezzoRitratto inedito di una signora - Light Hunter Publication, Cortina d'Ampezzo, 2002.
Bandiera della Regione Veneto Italia | Province del Veneto Bandiera della Regione Sicilia
Belluno | Padova | Rovigo | Treviso | Venezia | Verona | Vicenza
Città che hanno organizzato i Giochi Olimpici Invernali

1924 - Chamonix | 1928 - St. Moritz | 1932 - Lake Placid | 1936 - Garmisch-Partenkirchen | 1948 - St. Moritz | 1952 - Oslo | 1956 - Cortina d'Ampezzo | 1960 - Squaw Valley | 1964 - Innsbruck | 1968 - Grenoble | 1972 - Sapporo | 1976 - Innsbruck | 1980 - Lake Placid | 1984 - Sarajevo | 1988 - Calgary | 1992 - Albertville | 1994 - Lillehammer | 1998 - Nagano | 2002 - Salt Lake City | 2006 - Torino 
Future città organizzatrici: 2010 - Vancouver 

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