Classifica calcio Serie A italiana 1981
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Il Campionato di Serie A 1980-81 fu il settantanovesimo campionato di calcio italiano, il quarantanovesimo giocato a girone unico.
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[modifica] Avvenimenti
La controversa stagione 1979-80 lasciò più di un segno sul campionato; l'incubo Totonero diede come risultati l'assenza del blasonato Milan e la penalizzazione di tre squadre, Avellino, Bologna e Perugia, costrette a partire da quota -5; la conseguenza fu una lotta per la salvezza più aspra. Inoltre, visto il progressivo impoverimento di qualità di gioco e del numero di gol, venne permesso alle squadre di dotarsi finalmente di un giocatore straniero. Lo scudetto se lo aggiudicò la Juventus di Giovanni Trapattoni e del nuovo arrivato Liam Brady; ma fu un titolo avvolto da polemiche che vennero trascinate per anni.
La prima giornata è il 14 settembre 1980: l'avvio premiò la Roma, che prima si liberò dell'insidia-Fiorentina e poi fu avvicinata dall'Internazionale: il passo spedito dei giallorossi permise loro di vincere il girone d'andata il 1 febbraio 1981, con un punto di vantaggio sui nerazzurri. Intanto si stava facendo avanti la Juve, che inizialmente, con soli 6 punti guadagnati nelle prime 7 giornate, aveva un po' deluso le aspettative.
Il girone di ritorno fu un susseguirsi di agganci e sorpassi, nelle prime posizioni: il 1 marzo l'Inter perse a Napoli, cedendo il secondo posto agli stessi partenopei e alla Juve; la settimana dopo fu di nuovo il Napoli a frenare la corsa della Roma e a permettere ai torinesi l'aggancio. Il 22 marzo la Juve approfittò dello stop dei giallorossi a Catanzaro e volò in testa con un punto di vantaggio, ma la settimana dopo furono i bianconeri a cadere a Milano e a cedere la vetta. Il Napoli provò a inserirsi, ma fallì a causa di un'inopinata sconfitta interna contro il Perugia: lo scudetto restò dunque un discorso tra la Roma e la Juventus, che si presentò allo scontro diretto del 10 maggio (28. giornata) al "Comunale" con un punto di vantaggio. Al 75', con la Juve in dieci uomini e il risultato inchiodato sullo 0-0, un gol di Maurizio Turone per gli ospiti venne annullato per segnalato fuorigioco dall'arbitro Bergamo; la stessa sera, le moviole televisive insinuarono il dubbio che la posizione del calciatore fosse regolare. L'Italia si spaccò, si scatenò un'autentica bufera che non portò ad alcun particolare provvedimento, ma che fu vissuta come un'ingiustizia dai tifosi romanisti e che creò, nel corso degli anni, un meritato e pesante clima di sospetto nei confronti della Juventus, la quale d'ora in poi venne periodicamente accusata di ottenere "aiutini" arbitrali. La squadra piemontese diventò comunque Campione d'Italia il 24 maggio.
In zona-retrocessione, riuscirono nell'impresa il Bologna, addirittura settimo in classifica, e l'Avellino, che finì per far parte del gruppo di 5 squadra che terminò il campionato a quota 25 punti; per classifica avulsa, cadde il Brescia. Missione fallita per il Perugia, mentre l'esordiente Pistoiese, dopo un solo campionato in massima serie, ritornò in B. Salvo, invece, il Como, due anni prima in Serie C1.
[modifica] Classifica finale
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[modifica] Verdetti
[modifica] Note
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[modifica] Altre classifiche
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