Antropologia
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L'Antropologia (dal greco Ανθρωπολογία, composto da άνθρωπος, ànthropos = "uomo" e λόγος, lògos = nel senso di "studio") è la scienza che studia l'uomo in tutti i suoi aspetti, sia sociali e culturali che fisici.
L'antropologia viene tradizionalmente suddivisa in diverse discipline:
- l'antropologia fisica (o "antropologia biologica"), che studia l'evoluzione delle caratteristiche fisiche degli esseri umani, la genetica delle popolazioni e le basi biologiche dei comportamenti della specie umana e dei suoi parenti più stretti, le grandi scimmie (primatologia);
- l'antropologia culturale (o "antropologia sociale" o ancora "antropologia socio-culturale", o, in un'altra variante, "antropologia filosofica"), che si occupa delle reti sociali, dei comportamenti, degli usi e costumi, degli schemi di parentela, delle leggi e istituzioni politiche, dell'ideologia, religione e credenze, degli schemi di comportamento nella produzione e nel consumo dei beni e negli scambi e nelle altre espressioni culturali, con particolare enfasi al lavoro sul campo, che prevede un periodo di vita nel gruppo sociale oggetto di studio. I maggiori rappresentanti dell'antropologia filosofica sono Immanuel Kant, Johann Gottfried Herder, Ralph Waldo Emerson, Friedrich Nietzsche, Max Scheler, Arnold Gehlen e Helmuth Plessner.
Il concetto centrale dell'antropologia culturale è quello di cultura e l'universale capacità degli esseri umani di concepire il mondo attraverso simboli, di insegnare e apprendere tali simboli e di trasformare il mondo esterno e noi stessi tramite essi. Una caratteristica che distingue l'antropologia dalle altre scienze umane è l'enfasi sulle comparazioni socio-culturali, ma questo concetto è stato sempre più soggetto a dibattito, in relazione ai metodi antropologici utilizzati nello studio di singoli gruppi o società.
Sono inoltre strettamente collegate le discipline dell'etnolinguistica, che si occupa delle variazioni linguistiche delle diverse società umane, e l'archeologia, che indaga le società del passato attraverso i resti materiali che esse hanno lasciato ("cultura materiale").
Indice |
[modifica] Storia dell'antropologia
Con l'Illuminismo fu iniziato lo studio sistematico del comportamento umano. In questo periodo i tradizionali studi di giurisprudenza, storia, filologia e sociologia si svilupparono nelle scienze sociali come oggi le conosciamo. Poco dopo la reazione romantica produsse pensatori come Herder e più tardi Wilhelm Dilthey, la cui opera fu all'origine del concetto di cultura che è alla base della disciplina.
Istituzionalmente la disciplina dell'antropologia si sviluppò dalla storia naturale nel XIX secolo, età dominata da massicce colonizzazioni che portarono l'Occidente "moderno" e "civilizzato" al contatto con popolazioni di diversi usi e costumi dei continenti dell'Africa, dell'Asia, dell'America e dell'Australia: allo studio della flora e della fauna di queste lontane regioni, si aggiunse allo studio della cultura, del linguaggio, dei manufatti e della fisiologia degli esseri umani che vi abitavano.
Agli inizi del XX secolo gli studi erano dominati dal metodo comparativo e dalla concezione secondo la quale tutte le società attraversassero un processo evolutivo da primitivo ad avanzato, per cui le società non europee venivano viste come dei "fossili viventi" di stadi di evoluzione sorpassati dalla civiltà occidentale e che potevano essere studiati per gettare luce sul suo passato. In questo periodo si sviluppò inoltre il concetto di razza, come sistema di classificazione degli esseri umani basato sulle loro differenze biologiche. In quest'ambito sono da ricordare anche gli studi di antropologia criminale di Cesare Lombroso riguardanti lo studio dei profili antropologici per identificare il criminale "tipo".
La disciplina definì progressivamente come proprio campo di indagine l'umanità concepita come un tutto, attraverso sia metodi propri delle scienze naturali, sia metodi propri, quali le "interviste strutturate" o l'"osservazione partecipata". Un lungo tragitto storico porta quindi allo studio di quello che dapprima venne definito "primitivo" e che poi divenne semplicemente "l'altro". In seguito l'antropologia è diventata anche scienza "del ritorno", applicando riflessioni e metodologie utilizzate per lo studio delle società tradizionali all'analisi di specifici aspetti e dinamiche della società moderna.
Le più importanti tradizioni di studio sono quelle degli Stati Uniti (Franz Boas, Alfred Kroeber, Robert Lowie, Edward Sapir, Margaret Mead, Ruth Benedict, Ralph Linton, particolarmente rivolta alle culture dei nativi americani e spesso impegnata politicamente), della Gran Bretagna (Alfred Reginald Radcliffe-Brown, Bronislaw Malinowski, Edward Evan Evans-Pritchard, Meyer Fortes, focalizzata sull'analisi del funzionamento sociale) e della Francia, che nasce dalla sociologia di Émile Durkheim con Marcel Mauss, che si interessò dell'analisi di società non ancora differenziate come quella europea. Qui l'istituzionalizzazione della disciplina avvenne pienamente solo con Claude Levi-Strauss, che esercitò un'enorme influenza, anche al di fuori del campo antropologico, con il suo strutturalismo.
[modifica] L'antropologia nel dopoguerra
Negli anni 1950 e 1960, l'antropologia si è rivolta verso una sempre maggiore integrazione con le scienze naturali. I maggiori campi di interesse furono i processi di modernizzazione per lo sviluppo degli stati indipendenti (Llyd Fallers e Clifford Geertz), lo sviluppo delle società e la loro occupazione della propria nicchia ecologica (Julian Steward e Leslie White), studi di economia influenzati da Karl Polanyi (Marshall Sahlins e Greg Dalton). In Gran Bretagna nacquero scuole influenzate dal marxismo (Max Gluckman e Peter Worsley) o dallo strutturalismo (Rodney Needham e Edmund Leach).
Lo strutturalismo influenzò numerosi sviluppi ulteriori negli anni 1960 e 1970, compresa l'"antropologia cognitiva" e l'"analisi componenziale" (David Schneider, Clifford Geertz, Marshall Sahlins). Negli anni 1980 furono di grande importanza gli studi sui fenomeni del potere e dell'egemonia (Antonio Gramsci, Michel Foucault), e ancora sui rapporti tra i generi (Marshall Sahlins).
[modifica] In Italia: alcuni esempi
Uno dei nomi più importanti nell'antropologia italiana è sicuramente quello di Ernesto de Martino, con i lavori sul tarantismo e sul lutto, con approccio derivato da quello gramsciano.
Un esempio tutto italiano di approccio etnografico utilizzato per studiare fenomeni culturali della società contemporanea, è lo studio del tifo calcistico attraverso lo schema del "gioco profondo", ideato da Clifford Geertz per analizzare la tradizione culturale del "combattimento dei galli" nelle popolazioni balinesi
[modifica] Scuole e correnti
Le principali correnti dell'antropologia sociale sono
- Evoluzionismo
- Lewis Henry Morgan (1818-1881)
- Edward Burnett Tylor (1832-1917)
- James George Frazer (1854-1941)
- Henry Sumner Maine (1822-1888)
- Materialismo culturale
- Leslie White
- Marvin Harris
- Diffusionismo
- Franz Boas (1858 - 1942)
- William H. R. Rivers (1864 - 1922)
- Scuola di "Cultura e Personalità"
- Margaret Mead (1901-1978)
- Ruth Benedict (1887-1948)
- Scuola sociologica francese
- Émile Durkheim (1858-1917)
- Lucien Lévy-Bruhl (1857-1939)
- Robert Hertz (1882-1915)
- Arnold Van Gennep (1873-1957)
- Marcel Mauss (1873-1950)
- Scuola sociologica tedesca
- Max Weber (1864-1920)
- Scuola britannica (Funzional-strutturalismo)
- Alfred Reginald Radcliffe-Brown (1881-1955)
- Edward Evan Evans-Pritchard (1902 - 1973)
- Meyer Fortes (1904 - 1983)
- Funzionalismo
- Bronislaw Malinowski (1884-1942)
- Strutturalismo
- Claude Lévi-Strauss (1908-...)
- Antropologia interpretativa
- Clifford Geertz (1926-2006)
- Etnologia postmoderna
- James Clifford
- George E. Marcus
[modifica] Tematiche dell'antropologia
- Uomo e natura
(la specie umana, le teorie dell'evoluzione, la primatologia comparata, l'ecologia umana, la paleoantropologia)
- Antropologia sociale
- Modelli e codici sociali (cultura, etnia, ruoli, scambi culturali, reti sociali, gerarchia, generi sessuali, costumi, diritto, educazione).
- Parentele e alleanze (famiglia, filiazione, discendenza, lignaggio, matrimonio, relazioni intra-familiari).
- Organizzazioni della politica (antropologia politica, la guerra, il potere e l'autorità).
- Aspetti simbolici (antropologia religiosa, antropologia dell'arte, antropologia fisica, giochi, parole e discorsi, riti, simboli gestuali, tecniche del corpo).
- Antropologia economica (economia delle società tradizionali, antropologia dell'impresa)
[modifica] Musei antropologici
Per approfondire, vedi la voce Categoria:Musei etnografici. |
[modifica] Bibliografia
Per saperne di più:
- Dal tribale al globale. Fabietti, Malighetti, Matera
- Dizionario di antropologia. a cura di Fabietti - Remotti, Zanichelli, Bologna
- Dibattito sulla razza. Mead - Baldwin, Rizzoli, Milano
- Lévi-Strauss e l'antropologia strutturale. Moravia, Sansoni, Firenze
- Descrizione di una battaglia. I rituali del calcio. A.dal Lago, Il Mulino 2001
- Interpretazione di culture. C. Geertz, Il Mulino, Bologna, 1998
- Mondo Globale, mondi locali Cultura e Politica alla fine del ventesimo secolo C.Geertz, Il Mulino, Bologna
- Storia dell'antropologia U.Fabietti. Zanichelli
[modifica] Voci correlate
[modifica] Collegamenti esterni
- Storia dell'antropologia
- Storia dell'antropologia culturale di Cecilia Gatto Trocchi
- Cybercultura.it - Sito dedicato all'antropologia del cyberspazio
- Antropologica Sito in mediawiki interamente dedicato alle discipline etno-antropologiche.
- Spiegazione del lemma "antropologia"
- Dizionario di antropologia
- TerritorioScuola ODP - Risorse sull'antropologia
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