Filosofia
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La definizione di filosofia (dal greco φίλος (filos) = amore e σοφία (sofìa) = sapienza, cioè amore per la sapienza) rimane un problema filosofico di per sé stesso. Ma ancor più problematica risulta da comprendere la questione del "cominciamento" filosofico. Se la filosofia indaga sé stessa dialetticamente, dove possiamo collocare il suo domandare? Al solo scopo di introdurne il concetto (vedi sezione seguente), possiamo dire che si tratta dello studio del significato e della giustificazione della conoscenza del più generale, o universale, aspetto delle cose. Si tratta di uno studio che viene compiuto formulando linguisticamente i problemi, offrendone la soluzione e giustificandola, ed usando procedure rigorose per argomentarla. È inoltre lo studio dei principî primi e delle ragioni ultime.
[modifica] Definizione
Per semplificare, potremmo dire che quella esposta inizialmente è la visione "attuale" della filosofia (o, meglio ancora, della parte dominante dell'attuale panorama filosofico, quello della filosofia analitica di matrice angloamericana). Ma, in origine, le cose stavano ben diversamente (si veda al riguardo la posizione di un filosofo come Raimon Panikkar o degli storici della filosofia Pierre Hadot, Christoph Horn e Giovanni Reale): la filosofia che, come riportato in seguito, nasce come "amore della saggezza", è tutt’altro che un'attività meramente intellettuale, ma è al contrario finalizzata espressamente al vivere bene (il concetto di saggezza non è mai stato qualcosa di soltanto intellettuale).
La filosofia, che nasce (con la sola eccezione dei presocratici) in comunità di vita molto simili a quelli che saranno successivamente i monasteri cristiani, parte dall'accettazione e dalla condivisione di un certo modo di vivere (lettura e studio a una determinata ora, mangiare o dormire insieme al maestro, vestire in un certo modo) orientato ad un ben preciso fine, che quasi sempre ha a che fare con la giusta disposizione dell'animo (serenità, atarassia), pur se in modi apparentemente molto distanti tra loro (ad esempio, il piacere per gli epicurei, il dovere per gli stoici). Pur basata su un'attività genuinamente intellettuale (anche se l'antichità non conosceva la categorica distinzione tra intellettuale e razionale tipica della nostra epoca, per cui Platone poteva scrivere nella Lettera VII che non tutto ciò che è reale è esprimibile in parole e concetti), la filosofia aveva come scopo prioritario l'orientamento dell'esistenza. Chiaro al riguardo Aristotele quando afferma che non siamo sani fisicamente per il fatto che studiamo la medicina, ma per il fatto che la applichiamo al nostro corpo.
Per contro, la filosofia non rinchiude l'uomo in un egotismo maniacale: essa, partendo dall'indagine della realtà nella quale l'uomo è immerso (l'antichità non conosce ancora neanche quella separazione tra soggetto e oggetto, tipica della modernità, che rende l'uomo estraneo al suo ambiente circostante), si pone come obiettivo l'indagine di "tutto ciò che è" (i Sette Savi avevano esortato, alle origini della filosofia, ad avere "cura del tutto"). Più d'ogni altra cosa, ciò che distingue la filosofia dalle altre branche del sapere è questa pretesa di accedere al tutto, e non a questo o quell'ambito specifico; di indagare ciò che tiene insieme le cose nel loro "essere" comune. La progressiva specializzazione dei saperi (accelerata dalla nascita della scienza galileiana) ha infine condotto alla separazione degli ambiti, per cui oggi si può parlare di estetica, filosofia morale, gnoseologia: si è trattato quindi di un'evoluzione (quanto si tratti di una negazione del senso originario è attualmente oggetto di dibattito) della filosofia, spinta in buona parte (secondo l'analisi di Hadot) dal passaggio dell'insegnamento della filosofia alle istituzioni statali (passaggio che, facendo perdere l'importanza della vita in comune, ha ridotto la filosofia a dottrina intellettuale, qualcosa che può essere appreso tramite la mera lettura di alcuni libri).
Al di là di queste considerazioni di ordine storico, ancora oggi la filosofia studia la formazione di concetti come quello dell'esistenza, del bene, della conoscenza, e della bellezza, e cerca di rispondere a domande come Cos'è il bene?, o Come è possibile conoscere?. Fra i più famosi filosofi troviamo Socrate, Platone, Aristotele, Plotino, Tommaso d'Aquino, Cartesio, Spinoza, Locke, Kant, Hegel, Schopenhauer, Emerson, Nietzsche, Husserl, Heidegger, Wittgenstein, Voltaire.
L'uso popolare della parola "filosofia" ha conservato questo aspetto originario: essa è infatti usata spesso per indicare la saggezza, o una prospettiva di vita (una "filosofia di vita"), o principi basilari dietro al metodo per raggiungere un obiettivo (come in "la mia filosofia di guida dell'auto..."). Si tratta di significati diversi da quello accademico odierno, che viene trattato nel seguito di questo articolo.
Originariamente, "filosofia" significava "l'amore per la saggezza". "Philo-" deriva dalla parola greca φιλο-, che significa amore, e "-σοφια", dal greco sophia, o saggezza. Pare che l'introduzione del termine "filosofia" sia da attribuire al pensatore greco Pitagora, che avrebbe coniato questo termine per indicare la 'ricerca' del sapere da parte dell'uomo, dunque philo-sophos (mentre solo gli dei possederebbero pienamente la sofia) (vedi Diogene Laerzio: "De vita et moribus philosophorum", I, 12; Cicerone: "Tusculanae disputationes", V, 8-9). Questa attribuzione è certamente basata su un brano di un libro perduto di Eraclide Pontico, discepolo di Aristotele. È una delle note leggende pitagoriche di questo tempo. Di fatto il termine "filosofia" non venne usato molto prima di Platone. Il termine "filosofo" sostituisce il termine "sofista" (da sophoi), usato all'epoca di Socrate per descrivere gli insegnanti di retorica a pagamento, le cui tecniche oratorie erano molto richieste dalla classe politica rampante della democrazia ateniese, che ben sapeva quanto le parole possono convincere il popolo più delle azioni. Per il fatto che questi insegnanti accettassero denaro come compenso del loro insegnamento filosofico (cosa da cui tutti gli altri filosofi prendevano le distanze, accettando solo per sopravvivere offerte modestissime da parte degli allievi), oltre che per il metodo (basato spesso su sottigliezze linguistiche – cfr. eristica - finalizzate alla vittoria sull'interlocutore piuttosto che al genuino incontro filosofico), essi erano spesso mal visti (uno dei più famosi di essi Protagora, venne addirittura esiliato per le sue affermazioni "scandalose" intorno alla divinità).
[modifica] Cenni storici
Per approfondire, vedi la voce Storia della filosofia. |
[modifica] Nascita della filosofia
Come nacque e soprattutto quando nacque la filosofia è tuttora uno dei dibattiti storici di maggior rilievo, tanto da aver creato due correnti di pensiero opposte che vantano entrambe nomi illustri e fondamenta storiche all'apparenza inespugnabili. Infatti ci sono due tesi che si contrappongono per decretare dove la filosofia nacque: questi sono gli "orientalisti" e gli "occidentalisti".
- Gli orientalisti dichiarano che la filosofia abbia avuto origini in oriente circa nel 1300 a.C., e che la stessa filosofia greca (quella che per gli occidentalisti rappresenta la nascita di questa disciplina) derivi dall'antico pensiero sviluppatosi in Asia. A supporto della loro tesi è la prova dei molti rapporti commerciali tra i greci e queste popolazioni che erano assai più sviluppate dell'allora intero mondo europeo: basti pensare nel XII secolo a.C. gli egizi distinguevano già la medicina dalla magia usando il metodo diagnostico e facevano progressi in campo matematico (come i babilonesi) e i caldei già nel 2000 a.C. erano in possesso di documenti di studio sui corpi celesti. Ma le motivazioni degli orientalisti vanno ben oltre le documentazioni sui contatti commerciali dei greci e sulle molteplici invenzioni degli orientali poiché secondo questa corrente di pensiero il pensiero inteso come riflessione e quindi filosofia era già in uso della religione induista, buddista e secoli dopo dal confucianesimo.
- Gli occidentalisti sono invece coloro che pensano che la filosofia sia nata in occidente e più precisamente in Grecia nel VI secolo a.C.. Qundi smontano le affermazioni dell'altra parte sostenendo che che le "filosofie" orientali non sono vere e proprie filosofie ma religioni per 3 motivi:
- Anche se erano basate in un principio di pensiero venivano poste come verità indiscutibili.
- Erano conosciute solo da un gruppo ristrettissimo di persone, i cosiddétti "sacerdoti".
- Non erano utilizzabili per scopi pratici: servivano ideologicamente per il raggiungimento di vite ultraterrene o proprietà inumane e di conseguenza non erano utili per nessun scopo pratico.
Oggi tra le due correnti si preferisce quella occidentalista che vede in Grecia la nascita e lo sviluppo della Filosofia.
[modifica] Suddivisione in periodi
I filosofi dividono la lunga storia della filosofia occidentale in filosofia antica, filosofia medievale, filosofia moderna e filosofia contemporanea. La filosofia antica è dominata da tre filosofi: Socrate, Platone e Aristotele.
La Filosofia medievale costituisce un imponente ripensamento dell'intera tradizione classica sotto la spinta delle domande poste dai tre grandi monoteismi. I nomi più importanti di questo periodo sono Avicenna e Averroè in ambito islamico, Mosè Maimonide in ambito ebraico, Abelardo, Tommaso d'Aquino e Duns Scoto in ambito cristiano.
La Filosofia moderna si estende dal 1600 fino al 1900 circa, e fra i Primi Filosofi Moderni i più importanti sono René Descartes, Baruch Spinoza, Thomas Hobbes, John Locke, David Hume e Immanuel Kant. La Filosofia del diciannovesimo secolo, che è spesso trattata come un periodo a sé stante, è stata dominata dalla Filosofia post-kantiana tedesca e da filosofi idealisti come Georg Wilhelm Friedrich Hegel, Karl Marx, e F. H. Bradley. Altri importanti pensatori del periodo sono stati John Stuart Mill, Ralph Waldo Emerson, Friedrich Nietzsche e Søren Kierkegaard.
Nella Filosofia del ventesimo secolo i filosofi europei e americani hanno preso strade diverse. La cosiddetta Filosofia analitica, con Bertrand Russell, G. E. Moore, e Ludwig Wittgenstein, si sviluppò soprattutto a Oxford e Cambridge, dove si riunirono anche gli empiristi logici emigrati dalla Germania e dall'Austria (ad esempio Rudolf Carnap) e altri studiosi americani (come W. V. Quine, Donald Davidson, e Saul Kripke), o comunque di lingua inglese (per esempio A. J. Ayer).
In Europa (specialmente in Germania e Francia), il fenomenologo tedesco di origine ebraica Edmund Husserl e il suo allievo Martin Heidegger aprirono la strada, presto seguiti da Jean-Paul Sartre e altri esistenzialisti, ad una varietà di discipline filosofiche che portarono al postmodernismo, corrente che domina le scuole di teoria critica e i dipartimenti di filosofia di Francia e Germania, i quali continuano i progetti perseguiti da questi filosofi.
Per ulteriori informazioni si veda l'elenco di filosofi celebri e l'articolo Storia della filosofia.
[modifica] Discipline filosofiche
Per approfondire, vedi la voce Categoria:Discipline filosofiche. |
Come ogni campo di studio accademico, la filosofia si suddivide in numerose sottodiscipline. La filosofia sembra avere un numero particolarmente alto di discipline, in larga parte a causa del fatto che esiste una tendenza a sviluppare una "filosofia di", per quasi tutto ciò che viene studiato. I neofiti di questa materia sono di norma invitati a prestare particolare attenzione a logica, metafisica, filosofia della mente, filosofia del linguaggio, epistemologia, filosofia della scienza, etica e filosofia politica, in quanto (certo, discutibilmente) "discipline centrali" della filosofia.
- Epistemologia: il concetto di epistemologia rimanda a due diversi significati. Da un lato, soprattutto nel mondo anglosassone, viene usato per riferirsi alla disciplina filosofica che si occupa della natura, dei limiti e della validità della conoscenza e in questo senso è sinonimo di gnoseologia o teoria della conoscenza. Dall'altro lato, in ambito italiano ed europeo, viene usato per riferirsi alla riflessione filosofica sulla scienza e in questo caso è sinonimo di filosofia della scienza.
- Estetica: lo studio delle questioni filosofiche basilari, riguardo l'arte e la bellezza. A volte si usa il termine filosofia dell'arte per descrivere solo le questioni legate all'arte, mentre "estetica" è un termine più generale.
- Etica: lo studio di ciò che rende un'azione giusta o sbagliata, e di come le teorie sull'azione giusta si applicano a particolari problemi morali. Le sottodiscipline includono, metaetica, teoria dei valori, teoria della condotta, ed etica applicata.
- Logica: lo studio delle convenzioni di corretta argomentazione. Include la logica formale, come i sillogismi aristotelici e la logica proposizionale.
- Filosofia del linguaggio: lo studio dei concetti di significato e verità.
- Filosofia della mente: lo studio filosofico della natura della mente, e la sua relazione con il resto del corpo e il resto del mondo.
- Filosofia della religione: lo studio del significato del concetto di Dio e la razionalità della credenza nell'esistenza di Dio.
- Filosofia della scienza: include, oltre alle "filosofie di" alcune scienze particolari (fisica, biologia, ecc.), le questioni riguardanti l'induzione, il metodo scientifico, il progresso scientifico, ecc.
- Filosofia della biologia: lo studio filosofico di alcuni concetti base della biologia, inclusa la nozione di specie e la discussione se i concetti biologici sono riducibili a concetti non biologici.
- Filosofia della fisica: lo studio filosofico di alcuni concetti fondamentali della fisica, tra i quali: spazio, tempo e forza.
- Filosofia della matematica: lo studio delle questioni filosofiche sollevate dalla matematica, come: cosa sono i numeri, e qual è la natura e le origini della nostra conoscenza matematica.
- Filosofia della psicologia: lo studio di alcune questioni fondamentali circa i metodi e i concetti della psicologia e della psichiatria, come la completezza dei concetti Freudiani; questa disciplina viene a volte trattata come comprendente la filosofia della mente.
- Filosofia delle scienze sociali: lo studio filosofico di alcuni concetti base, metodi e presupposti delle scienze sociali quali sociologia ed economia.
- Filosofia della storia: lo studio dei metodi con i quali la storia viene interpretata ed accettata.
- Filosofia politica: lo studio degli argomenti base riguardanti il governo, tra i quali, lo scopo dello stato, la giustizia politica, la libertà politica, la natura del diritto e la giustificazione della punizione.
- Filosofia della tecnica: lo studio dell'origine, del significato e delle conseguenze delle arti, delle tecniche e della tecnologia sull'essere umano. Settore a cavallo tra antropologia ed etica.
- Gnoseologia: la riflessione filosofica sulla natura, sulla validità e sui limiti della conoscenza. Viene chiamata anche teoria della conoscenza.
- Metafisica (che comprende l'ontologia): lo studio delle fondamentali categorie delle cose, come l'esistenza, le proprietà degli oggetti, la causalità e così via. La metafisica spesso viene portata a includere problematiche ora studiate da altre sottodiscipline filosofiche, come il problema mente-corpo, il libero arbitrio e il determinismo.
- Storia della filosofia: lo studio degli scritti dei filosofi del passato, e la loro interpretazione. Sulle domande interpretative, si basa il nucleo della storia della filosofia.
- Teoria della conoscenza: vedi gnoseologia.
[modifica] Come avvicinarsi alla filosofia
È una banalità (almeno per chi scrive introduzioni alla filosofia) dire che ognuno ha una filosofia (giacché di quest'ultima bisognerebbe considerare le accezioni e le sfumature filosofico-letterarie al riguardo), anche se non tutti sono in grado di realizzarla o di difenderla. Se si è già interessati allo studio della filosofia, può essere che si voglia migliorare il proprio modo di vivere o di pensare, o più semplicemente si desideri prendere confidenza con una delle più antiche aree del pensiero umano. D'altra parte, se non si comprende il perché di tutto ciò, può essere di aiuto scoprire cosa spinga molte persone a "filosofare", e avere un' introduzione al metodo filosofico, che è fondamentale per comprendere le varie correnti di pensiero. Il pensiero filosofico, si può identificare in varie correnti che comprendono le diverse arti ma anche le plurime religioni, all'interno delle quali si possono trovare molteplici opinioni (e considerazioni) al riguardo che possono interessare tutto il campo dello sciibile. La filosofia, che spesso si va cercando, assume un carattere "pragmatico", teso perciò all'applicazione della stessa alla vita quotidiana.
[modifica] Filosofia applicata
La filosofia ha applicazioni pratiche. Le più ovvie sono l'etica e la filosofia politica. Le filosofie politiche di John Locke, Jean-Jacques Rousseau, Karl Marx, John Stuart Mill, e John Rawls hanno dato forma (o sono state usate per giustificare) ai governi e alle loro azioni. La filosofia dell'educazione merita anch'essa attenzione; l'educazione progressiva promossa da John Dewey ha avuto un impatto profondo sulle pratiche educative del XX secolo.
Altre applicazioni importanti, ma meno immediate, si possono trovare in epistemologia, che aiuta a definire le nozioni di conoscenza, prova e credenza giustificata. La filosofia della scienza discute le fondamenta del metodo scientifico e altri argomenti utili agli scienziati. L'estetica può aiutare a interpretare l'arte. Anche l'ontologia, sicuramente la più astratta e apparentemente la meno pratica tra le branche della filosofia, ha avuto conseguenze importanti per la logica e l'informatica. In generale, le varie "filosofie di", come la filosofia del diritto, possono fornire agli specialisti dei rispettivi campi una conoscenza più profonda delle basi teoriche e concettuali della propria disciplina.
[modifica] Filosofia e scienze naturali
Secondo la visione della tradizione filosofica anglo-americana e la tradizione del Circolo di Vienna, la filosofia deve emulare i metodi esatti della scienza e della matematica, ma, in senso stretto, la filosofia deve essere distinta dalla scienza. Non è compito della filosofia condurre esperimenti. Gli esperimenti giocano un ruolo irrilevante nella soluzione dei problemi filosofici. Qualcuno può obiettare a ciò, avendo conoscenza delle intersezioni tra filosofia e scienza. I filosofi fanno spesso riferimento ed interpretano il lavoro scientifico dei fisici che svolgono esperimenti sullo spazio-tempo e la meccanica quantistica (si veda: filosofia della scienza). Inoltre citano spesso il lavoro sperimentale svolto in psicologia quando discutono di filosofia della psicologia. In generale, molti filosofi che studiano filosofia della scienza hanno una formazione scientifica.
Non c'è dubbio che i filosofi a volte interpretano e fanno riferimento al lavoro sperimentale svolto in vari campi, specialmente nelle filosofie delle così dette "scienze speciali". Ma ciò non è sorprendente: lo scopo di queste branche della filosofia, è di aiutare a interpretare gli aspetti filosofici del lavoro sperimentale, ma non sono i filosofi che svolgono gli esperimenti e formulano le teorie esplicative dei dati raccolti.
Esiste una ragione storica fondamentale per cui la filosofia non è sperimentale. In origine, lo scopo della filosofia era quello di un'attività intellettuale completamente astratta. Fino ai tempi moderni le persone che noi oggi chiamiamo "scienziati" erano indicate come "filosofi naturali", ovvero filosofi che studiano la natura. Nel corso degli anni, il raggio d'azione della filosofia si è andato via via riducendo, mentre le diverse scienze divenivano discipline indipendenti a tutti gli effetti. Le prime scienze a distaccarsi furono la fisica e la chimica, seguite più recentemente dalla psicologia.
Ci si può chiedere perché gli studiosi hanno iniziato a trattare queste scienze speciali come indipendenti dalla filosofia. La risposta, per ognuna di queste è che iniziarono ad essere studiate usando metodi di osservazione e sperimentazione rigorosi e ben definiti. La filosofia, nel suo senso più stretto, quello che resta valido ancora oggi, è essenzialmente qualcosa che chiunque deve essere in grado di fare seduto in poltrona, al limite circondato dai libri e dagli articoli scritti dagli scienziati (e da altri filosofi).
Naturalmente la filosofia è lontana dall'essere totalmente non-osservativa e non-empirica. Certamente la filosofia fa un uso essenziale dell'osservazione del mondo. Ma queste osservazioni, va detto, sono molto generali, osservazioni come "Mi sembra che io possa fare delle libere scelte" e "Credo che uccidere una persona, se mai necessario, richieda un valido motivo". Osservazioni come queste devono richiedere una certa attenzione, ma nella maggior parte dei casi, non richiedono una conoscenza più specializzata di quella in possesso della persona con una normale educazione, ad eccezione della conoscenza specializzata riguardante la filosofia stessa.
Alcuni principianti confondono filosofia e psicologia, che pure sono campi ben distinti. La filosofia, come la psicologia, studia la mente, ma studia anche altre cose che vanno oltre la mente, sulle quali la psicologia non ha niente da dire. I modi in cui filosofi e psicologi studiano la mente sono altresì differenti. Lo studio della mente effettuato dalla psicologia, comporta l'osservazione attenta e specifica di particolari fenomeni mentali, e anche la sperimentazione; per contro i filosofi pensano ad aspetti più generali della mente, domande come "Cos'è la coscienza?" e "Qual è la relazione tra mente e corpo?"
[modifica] Filosofia e studi religiosi e classici
Cosa distingue la filosofia dagli studi religiosi, anch'essi non sperimentali? Parti della teologia, quelle che si chiedono cosa è Dio e come provarne l'esistenza, si sovrappongono chiaramente a quello che i filosofi chiamano "filosofia della religione". Questo non costituisce un problema. Similarmente, gli studi classici, si occupano dei filosofi greci, come Socrate e Platone, e quindi si sovrappongono a aree della filosofia quali la "storia della filosofia greca". Anche questo non è un problema. Nessuna di queste sovrapposizioni inquina il concetto di filosofia, o di studi religiosi o di studi classici.
Ma consideriamo altre parti degli studi religiosi, la parte empirica, che spesso si concentra sullo studio comparativo delle differenti religioni mondiali. Questa parte di studi religiosi, può essere distinta dalla filosofia allo stesso modo in cui vengono distinte le altre scienze sociali. Più precisamente, vengono coinvolte osservazioni specifiche di particolari fenomeni, o particolari pratiche religiose, mentre la filosofia non se ne occupa.
[modifica] Filosofia e matematica
La matematica differisce dalla filosofia per altri motivi. Essa usa alcuni metodi di prova, molto rigorosi e specifici, che i filosofi cercano talvolta di emulare, ma raramente vi riescono con lo stesso grado di rigore. Come conseguenza, i matematici difficilmente sono in disaccordo sui risultati, mentre i filosofi discutono su di essi classificandoli ed esponenedo le loro critiche al riguardo. Molti filosofi non cercano nemmeno di rendere il loro lavoro rigoroso in senso matematico. Contrariamente ai matematici, i filosofi sono in disaccordo anche sul metodo, e le differenze metodologiche possono spesso essere usate come motivazione delle differenti conclusioni. L'indagine filosofica tende alla ricerca di determinati "meccanismi",insiti nella natura(ma anche nella mente umana), che fanno parte del metodo . La discussione parte dai postulati, per poi giungere agli assiomi con un tentativo di spiegazione ma,anche di analisi degli stessi. Questo processo di "smembramento" o di analisi è teso a verificare la funzione di ogni singolo elemento concernente il postulato o l'assioma.
Un altro modo per distinguere la filosofia dalla matematica è il seguente. La matematica, oltre un certo livello di base, richiede una conoscenza estremamente specializzata, che può essere ottenuta solo tramite duro lavoro e concentrazione. Non è il tipo di disciplina che può essere perseguita con la conoscenza in possesso della persona di educazione media. La filosofia normalmente richiede tali sforzi, ma un filosofo può spesso spiegare i suoi argomenti, senza troppa difficoltà, ad un "non-filosofo" intelligente in meno di dieci minuti. È chiaro tuttavia che normalmente il "non-filosofo" capirà solo a livello intuitivo: gli mancheranno, in altri termini, le competenze per comprendere a fondo la "giustificazione" di quanto ha ascoltato.
[modifica] Alcune generalizzazioni sperimentali su cosa è la filosofia
La parola "filosofia", di origine greca, ha un significato multiforme, che può essere spiegato dall'unione dei due termini φίλος e σοφία (rispettivamente "amico" -ma anche "amante"- e "sapienza" [quindi amante del sapere]). Essa è considerata la madre di tutte le scienze.
A quanto pare la filosofia è una disciplina che si basa sulla conoscenza in possesso della persona mediamente educata, e non fa uso della sperimentazione e dell'osservazione attenta, anche se può interpretare filosoficamente esperimenti e osservazioni.
Più costruttivamente, si può dire che la filosofia è la disciplina che esamina il significato e la giustificazione di alcune delle nostre più fondamentali convinzioni, in base a un insieme di metodi generali. Ma cosa si intende con "convinzioni fondamentali"?
Una convinzione è fondamentale se riguarda quegli aspetti dell'universo che si incontrano più comunemente, che si incontrano ovunque: l'aspetto universale delle cose. La filosofia studia, ad esempio, cos'è l'esistenza stessa. Studia anche i valori - la giustezza delle cose - in generale. Sicuramente nella vita umana troviamo l'attinenza del valore o della giustezza ovunque, non solo la giustezza morale, anche se può essere molto importante, ma anche più in generale, la giustezza nel senso di qualsiasi cosa che sia auspicabile, il senso, ad esempio, in cui una mela, un dipinto o una persona possano essere tutte giuste. (Ovvero se esiste un unico senso in cui tutte quante possono dirsi "giuste").
Naturalmente, la fisica e le altre scienze studiano alcuni aspetti universali delle cose; ma lo fanno sperimentalmente. La filosofia studia quegli aspetti che possono essere analizzati senza sperimentazione. Quelli sono gli aspetti delle cose che sono veramente generali; per fare un altro esempio, i filosofi si chiedono cosa sono gli oggetti fisici in quanto tali, distinguendoli dalle loro proprietà e dalle relazioni tra di essi, e anche distinguendo tra corpo e mente. I fisici procedono come se la nozione di corpo fisico fosse abbastanza chiara ed elementare - e in fondo potrebbe anche essere così - ma comunque i fisici danno questo per assunto, e quindi si pongono domande su come tutti i corpi fisici si comportano, e fanno esperimenti per trovare la risposta.
[modifica] Posizioni e teorie filosofiche
Per approfondire, vedi la voce Categoria:Posizioni e teorie filosofiche. |
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[modifica] Scuole e correnti filosofiche
Per approfondire, vedi la voce Categoria:Scuole e correnti filosofiche. |
[modifica] Liste filosofiche
Per approfondire, vedi la voce Categoria:Liste filosofiche. |
[modifica] Voci correlate
- Advaita Vedānta
- Comunicazione
- Consulenza filosofica
- Filosofia ebraica
- Scienze
- Storia della filosofia
- Teologia
- Universo
[modifica] Bibliografia
- La filosofia italiana nelle sue relazioni con la filosofia europea (Bertrando Spaventa - 1908) (ebook Liber Liber)
- Wikisource:Bibliothèque philosophique
[modifica] Altri progetti
[modifica] Collegamenti esterni
Per approfondire, vedi la voce Progetto:Filosofia/Lista dei siti web. |
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