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Nave da battaglia - Wikipedia

Nave da battaglia

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La Gloire, la prima nave da battaglia corazzata (1858)
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La Gloire, la prima nave da battaglia corazzata (1858)

Con nave da battaglia (chiamata anche Corazzata) si indica la più potente nave da guerra delle marine militari dalla seconda metà del XIX secolo. Le navi da battaglia erano protette da pesanti corazze in acciaio (o inizialmente ferro) ed avevano come ruolo principale l'ingaggio di navi da guerra nemiche con il fuoco diretto o indiretto di un arsenale di cannoni. Inoltre come ruolo secondario il bombardamento di bersagli costieri o in prossimità della costa come supporto agli assalti della fanteria. Nel corso della seconda guerra mondiale, vennero rese obsolete dal maggiore raggio operativo e potenzialità bellica delle portarerei, sebbene alcune continuarono ad essere usate per il bombardamento costiero e come piattaforme lanciamissili fino all'inizio degli anni 1990.

Indice

[modifica] Antesignane delle navi corazzate

Una nave da guerra costiera "Atakebune" giapponese
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Una nave da guerra costiera "Atakebune" giapponese

Oda Nobunaga, un daimyo giapponese, fece costruire, nel 1576, sei Ōatakebune (大安宅船) corazzate in ferro. Queste navi erano chiatte chiamate "Tekkōsen" (鉄甲船, letteralmente "navi corazzate in ferro") armate con cannoni multipli e fucili di grande calibro per sconfiggere i più grandi, ma non corazzati, vascelli usati dal nemico. Con esse, nel 1578 durante un'operazione di blocco navale, sconfisse la marina del Clan Mori alla bocca del fiume Kizu ad Osaka] . Queste navi erano considerate come fortezze galleggianti, piuttosto che come delle vere navi da guerra e vennero usate solo in azioni costiere.

La Corea sviluppò le Geobukseon ("Navi Tartaruga" - intese come a "forma di tartaruga") nel XVI secolo per respingere i tentativi del Giappone di invadere Joseon. Si dice che quello progettato dall'ammiraglio Yi Sun-sin fosse rivestito di ferro, ma in realtà non era completamente ricoperto: solo il tetto era coperto di lastre in ferro o spine di metallo, così che i soldati nemici non potessero abbordarla.

[modifica] Età industriale

A cominciare dall'inizio degli anni 1840 numerose innovazioni tecnologiche iniziarono a rivoluzionare la concezione delle navi da guerra. Caldaie a vapore affidabili iniziarono a rendere le navi da guerra molto più manovrabili e divennero l'ovvia alternativa alle vele non appena i problemi dei viaggi a lunga distanza e del rifornimento vennero risolti. L'ammiraglio francese Henri-Joseph Paixhans inventò cannoni navali con proiettili esplosivi capaci di penetrare gli scafi di legno e di incendiarli che furono adottati a partire dal 1841 dalle marine di Francia, Inghilterra, Russia e Stati Uniti. La loro efficacia chiaramente dimostrata durante la Guerra di Crimea portò a sua volta allo sviluppo delle prime navi corazzate nel 1859, ed alla successiva diffusione generalizzata degli scafi in ferro fuso. Negli anni 1860 le maggiori potenze navali costruirono fregate corazzate (le prime ironclad) che sebbene fossero provviste di un solo ponte cannoni venivano usate come navi di linea, non come fregate. Le prime navi con scafo in acciaio comparvero nel 1876 con il varo della francese Redoutable.

[modifica] Cannoni navali con proietti esplosivi

Sebbene i proietti esplosivi fossero stati utilizzati già da lungo tempo nella guerra terrestre (negli obici e nei mortai), questi potevano sparare solo ad alzo elevato con traiettoria ellittica ed a velocità relativamente basse, rendendoli quindi poco pratici per il combattimento navale. Il combattimento navale nel XIX secolo consisteva nel fuoco di cannoni a traiettoria relativamente piatta (per poter avere una probabiltà di colpire il bersaglio) e quindi gli scontri navali si risolvevano nel fuoco di cannoni che sparavano proietti inerti, che una nave di legno poteva sopportare.

L'ammiraglio francese Henri-Joseph Paixhans sviluppò un meccanismo ritardante mediante il quale si poté per la prima volta sparare proietti esplosivi da cannoni potenti e dalla traiettoria piatta. L'effetto dei proietti esplosivi contro gli scafi di legno causava incendi e si dimostrò devastante. I primi cannoni Paixhans vennero prodotti nel 1841 e Francia, Regno Unito, Russia e Stati Uniti adottarono i nuovi cannoni nel corso degli anni 1840. Il cambiamento dela guerra navale venne chiaramente dimostrato dalla distruzione della flotta turca da parte della flotta Russa (equipaggiata con questi cannoni) durante la Battaglia di Sinop nel 1853.

L'americano John A. Dahlgren migliorò successivamente (a partire dal 1854 circa) il cannone Paixhans, che era in grado di sparare solo proiettili esplosivi, realizzando il cannone Paixhans in grado di sparare anche proiettili solidi e che venne utilizzato durante la Guerra di secessione americana (1861-1865).

[modifica] Navi da battaglia a vapore

Le Napoléon (1850), la prima nave a vapore costruita come tale
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Le Napoléon (1850), la prima nave a vapore costruita come tale

Prima dell'adozione sperimentale dell'elica sulle navi da guerra negli anni 1840 la sola tecnologia a vapore disponibile era quella della ruota a pale che a causa del loro posizionamento sulle fiancate dello scafo e del grande apparato meccanico richiesto non erano compatibili con la disposizione dei cannoni lungo le fiancate. L'elica fu pertanto la sola opzione tecnologica per lo sviluppo delle navi da battaglia a vapore.

Il Regno Unito sviluppò alcune unità costiere con propulsione a vapore ed elica negli anni 1840, chiamandole blockship, queste erano conversioni di piccole navi da battaglia tradizionali in batterie galleggianti con un motore a vapore adattato da 450 hp, che permetteva loro di raggiungere velocità comprese tra 5,8 e 8,9 nodi. Il Regno Unito fu comunque riluttante a sviluppare regolari navi da battaglia a vapore, apparentemente per il suo impegno in operazioni mondiali a grande distanza, per le quali le vele erano ancora la forma di propulsione più appropriata ed affidabile.

La nave da battaglia della marina francese Le Napoléon divenne la prima nave da battaglia a vapore intenzionalmente costruita come tale, varata nel 1850[1]. Fu anche la prima nave da battaglia ad elica. Nel Regno Unito la Agamemnon venne ordinata nel 1849 in risposta alle voci dello sviluppo francese ed entrò in servizio nel 1853. Otto navi sorelle della Le Napoléon vennero costruite in Francia nel corso di un periodo di dieci anni, mentre il Regno Unito presto prese il vantaggio nella produzione, sia nel numero di navi costruite che convertite.

Le navi a vapore corazzate vennero usate in un conflitto per la prima volta durante la Guerra di secessione americana. Il primo di questi vascelli a ricevere il battesimo del fuoco fu il CSS Manassas una nave corazzata a dorso di tartaruga da speronamento, precedentemente noto come il rimorchiatore Enoch Train. Venne usato in combattimento contro la Marina USA e si dimostrò moderatamente efficace finché quest'ultima non imparò a penetrarne la piuttosto debole corazzatura.

Il primo combattimento tra due navi corazzate fu la Battaglia di Hampton Roads, del 8-9 marzo 1862. Sebbene lo scontro si risolse in un nulla di fatto la nave corazzata Confederata CSS Virginia e la sua contropoarte Federale USS Monitor, divennero in qualche modo leggendarie ed aiutarono l'arrivo di una nuova era di navi corazzate a vapore.

Nel 1864 la Spagna usò navi corazzate contro i porti Cileni, ma la più grande battaglia che abbia coinvolto navi corazzate di questo tipo fu la Battaglia di Lissa, nel 1866. Le marine dell'Austria-Ungheria e quella dell'Italia, ognuna schierando una flotta combinata di fregate e corvette di legno e di navi corazzate a vapore si affrontarono in quella che fu la più grande battaglia navale in Europa dall'epoca della Battaglia di Trafalgar. La vittoria dell'Austro-Ungheria la impose brevemente come il potere navale predominante del Mar Mediterraneo. Successivamente le navi corazzate furono usate dal Peru e dal Cile nella Guerra del Pacifico del 1879.

[modifica] Ironclad

Nel 1855, la marina Francese fece degli esperimenti con delle batterie corazzate in ferro come mezzo per ridurre le difese russe a Kinburn sul Mar Nero. Nel 1856 il Regno Unito costruì dei congegni simili per ridurre le difese costiere russe di Kronstadt, ma non fecero in tempo ad utilizzarle prima della fine delle ostilità.

Nel 1857 Herny Dupuy de Lôme, lo stesso ideatore dei 5 mezzi operanti in Crimea, varò la La Gloire, prima nave corazzata da battaglia oceanica. Sebbene costruita in legno (le fu data la precedenza rispetto alla Couronne con scafo in ferro, progettata da Camille Audenet e varata in seguito) e propulsa principalmente da vele, era anche equipaggiata con un elica ed il suo scafo era protetto da uno spessa corazza in ferro (ironclad). Questa nave rendette istantaneamente obsolete tutte le navi di linea britanniche, dato che era maggiormente manovrabile e che sulla sua spessa corazza le palle di cannone semplicemente rimbalzavano via. L'anno successivo, come risposta, il Regno Unito varò la molto superiore Warrior, la prima corazzata interamente in ferro e a scafo compartimentato. I miglioramenti nella costruzione navale che seguirono resero obsolete entrambe le navi nel giro di dieci anni.

L'innovazione scatenò una corsa agli armamenti con le altre potenze mondiali, che afferarono la possibilità di costruire navi da guerra moderne per sfidare i vascelli britannici: programmi di costruzione navale iniziarono nel Regno Unito, Francia, Italia, Regno Austro-Ungarico, Russia e Prussia/Germania. Nel tentativo disperato di mantenere la superiorità navale (con la premessa che la Royal Navy doveva essere in grado di essere superiore a qualunque combinazione di altre due marine nazionali), il governo britannico investì fondi sempre maggiori nello sforzo di essere costantemente all'avanguardia nel progetto di navi da guerra.

[modifica] Torrette e cannoni a canna rigata

Molto presto iniziò anche l'uso di cannoni a canna rigata, seguendo il progetto dell'architetto navale John Ericsson. Questi si resero necessari dall'introduzione della propulsione a ruota, che impediva alle navi di allineare i cannoni lungo le fiancate. La torretta permise ai cannoni di sparare sia a babordo che a tribordo, quindi sim potevano imbarcare meno cannoni. Negli anni 1870 le pirofregate corazzate con i cannoni allineati lungo le fiancate persero favore e furono sostituite dagli incrociatori protetti che rapidamente adottatoro le torrette. La transizione dai cannoni a canna liscia ai cannoni a canna rigata influenzò grandemente il progetto delle navi. La paura che una potenza navale nemica potesse lanciare un attacco con navi che fossero anche solo lievemente superiori, divenne uno dei fattori principali della politica di difesa britannica della fine del XIX secolo. La tecnologia di costruzione delle navi da guerra avanzò così rapidamente dal 1865 al 1906 che le nuove navi da battaglia divennero spesso obsolete pochi anni dopo la costruzione. Questo impose un enorme sforzo finanziario - nel 1870 il governo britannico investì il 37% del suo budget annuale nella costruzione di nuove navi da guerra.

[modifica] Polvere bruna

Lo sviluppo di nuovi esplosivi fu un passo critico nella creazione delle navi da battaglia moderne - la combustione della polvere nera era molto rapida, e pertanto i cannoni dovevano avere delle canne relativamente corte o altrimenti la frizione esercitata sul proiettile avrebbe rallentato il proietto spinto dalla violenta espansione della polvere. La rapidità dell'esplosione della polvere nera significava anche che i cannoni erano soggetti ad un estremo stress del materiale. Lo sviluppo della polvere bruna, la cui combustione era più lenta, permise di utilizzare canne più lunghe, che sono più precise e soggette ad uno stress minore. Pertanto i cannoni erano maggiormente durevoli e potevano essere costruiti con tolleranze minori. Inoltre, questo permise alle navi da battaglia di montare meno cannoni perché erano più efficaci dei modelli precedenti.

[modifica] Sperimentazioni

Tra il 1870 ed il 1890 le navi da battaglia entrarono in una concitata fase sperimentale, numerose marine sperimentarono diversi arrangiamenti di torrette, dimensioni e numeri, con ogni nuovo progetto che rendeva in gran parte obsoleti i precedenti. Diversarmenti dagli inglesi i francesi costruirono spesso un singolo esemplare di ogni nuovo progetto. Pertanto la marina francese venne soprannominata una "marina di esperimenti".

L'taliana Duilio , la prima moderna corazzata d'altura a torri della storia
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L'taliana Duilio , la prima moderna corazzata d'altura a torri della storia

Una serie di navi da battaglia tedesche venne progettata con numerosi piccoli cannoni per respingere navi di dimensioni minori, una inglese venne costruita con un motore a turbina (che ironicamente divenne il sistema di propulsione principale per tutte le navi). Le principali nazioni costruttrici di navi di battaglia di questo periodo furono la Gran Bretagna, Francia, Russia e le nuove arrivate Germania, Impero Austro-Ungarico e Italia la quale con la classe Duilio ottenne un breve periodo di primato tecnico, mentre la Turchia e la Spagna si dotarono di un piccolo numero di fregata corazzate e di incrociatori, perlopiù di costruzione estera, così come Svezia, Norvegia ed Olanda che acquistarono o costruirono più piccole "navi da battaglia costiere" ("Pantserschip" o "Panzership" (secondo il linguaggio) del tonnellaggio massimo di 5.000 t. Alcune marine sperimentarono anche "navi da battaglia di seconda classe", vascelli più economici di una vera nave da battaglia, ma anche meno potenti; questi non furono comunque particolarmente popolari, specialmente nelle marine di nazioni con ambizioni globali. Gli Stati Uniti sperimentarono quattro di queste navi, tra cui le prime due navi da battaglia americane, il Maine e il Texas.

La nave da battaglia pre-Dreadnought Mikasa, ammiraglia della flotta giapponese alla Battaglia di Tsushima, nel 1905
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La nave da battaglia pre-Dreadnought Mikasa, ammiraglia della flotta giapponese alla Battaglia di Tsushima, nel 1905

La prima nave da battaglia somigliante alle navi da battaglia moderne venne costruita in Gran Bretagna intorno al 1870 con la classe Devastation di navi a vapore, prive di vele, con i cannoni montati in torrette, derivanti dal modello del USS Monitor. Comunque non fu prima del 1880 circa che il progetto delle navi da battaglia si stabilizzò. Successivamente il dislocamento delle navi da battaglia crebbe rapidamente man mano che motori più potenti, corazze più spesse e cannoni di calibro inferiore vennero aggiunti. Molti modelli sperimentali vennero costruiti, ma infine tutte le marine conversero su un modello definito a posteriori come Pre-dreadnought, per cui le navi da battaglia costruite nel periodo 1890-1905 avevano solitamente un dislocamento di 9.000-16.000 t, una velocità di 13-18 nodi ed un armamento principale di quattro "grossi cannoni", di solito di calibro 12" (305mm) in due torrette poste centreline a poppa e a prua, più una batteria intermedia pesante di tipicamente 8 cannonida 8" posti in torrette doppie sugli angoli della superstruttura e una batteria secondaria di cannoni minori. Le batterie principali da 12"e da 8"erano generalmente usate nel combattimento contro altre navi da battaglia, mentre quelle secondarie (tipicamente di calibro compreso tra 7"e 5") erano riservate a minacce minori, incrociatori e le nuove cacciatorpediniere. Alcuni progetti diversi, tra cui le navi americane classe Kearsarge e Virginia testarono la sovrapposizione dei cannoni secondari da 8" sopra a quelli primari da 12", con risultati non entusiasmanti. Le torrette, la corazzatura ed il motore a vapore, vennero migliorati nel corso degli anni e venne introdotto il tubo lanciatorpedini. Comunque gli eventi scatenarono una nuova corsa agli armamenti navali nel 1906.

[modifica] Corazzate monocalibro

Nel 1905 la marina russa venne decisamente sconfitta nella Battaglia di Tsushima dalla flotta della Marina Imperiale Giapponese, equipaggiata con navi da battaglia moderne. Gli eventi della battaglia rivelarono al mondo che nelle battaglie navali moderne solo i cannoni più grossi avevano importanza. Veniva così confermata la teoria elaborata alla fine dell'Ottocento dall'italiano Vittorio Cuniberti e resa famosa da un articolo edito nel 1903 sulla rivista Jane's. Con la crescita di calibro dei cannoni secondari l'identificazione e distinzione degli impatti dei cannoni secondari e di quelli primari (indispensabile per correggere il tiro) divenne sempre più problematica. La battaglia di Tsushima dimostrò che il danno dei cannoni principali era molto maggiore di quello dei secondari. Inoltre la battaglia dimostrò la possibilità pratica di combattimenti a distanza maggiore della gittata dei cannoni secondari (12.000 m).

La corazzata Satsuma, la prima nave ad essere progettata e costruita come corazzata monocalibro
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La corazzata Satsuma, la prima nave ad essere progettata e costruita come corazzata monocalibro

Comprendendo ciò gli Stati Uniti, il Giappone e la Gran Bretagna progettarono corazzate monocalibro. La Satsuma della Marina Imperiale Giapponese fu la prima nave da battaglia nel mondo ad essere progettata e costruita come corazzata monocalibro (ovvero con i cannoni tutti dello stesso calibro), sebbene la carenza di cannoni disponibili permise di equipaggiarla con soli quattro dei dodici cannoni da 12" previsti.

La Gran Bretagna, condotta dal Primo Lord del Mare Jacky Fisher, completò e varò il Dreadnought in soli 11 mesi. Il Dreadnought era equipaggiato con dieci cannoni da 12" in 5 torri binate e, invece dei consueti motori a vapore alternativi, era propulsa da una rivoluzionaria (per navi di grosse dimensioni dell'epoca) turbina a vapore. Le navi coi motori a vapore alternativi erano costrette a limitare la velocità ai 18 nodi a causa delle vibrazioni. Ma anche a quella velocità le vibrazioni limitavano la capacità di mirare e usuravano rapidamente i motori. La Dreadnought raggiungeva la velocità massima di 21 nodi. Fu la prima di un nuovo tipo di navi da battaglia monocalibro ed il suo nome ne divenne sinonimo. Le principali potenze navali si misero tutte a costruirsi corazzate monocalibro per evitare di essere sopravanzate dalla Gran Bretagna. La Royal Navy, pianificava l'aggiornamento della flotta con l'obiettivo di avere abbastanza potenza da poter sconfiggere le flotte combinate di due avversari (qualunque essi fossero). Tali ambizioni di costruzione di corazzate monocalibro, però, richiedevano somme sempre più elevate. Il governo, già investito dalla crisi finanziaria successiva alla catastroffe militare della seconda guerra boera e da un'opinione pubblica che richiedeva spese maggiori per i lavori pubblici e l'assistenza sociale, non poteva permettesi di spendere denaro in altre navi da battaglia. Questo avvantaggiò relativamente le marine rivali (particolamente la Kaiserliche Marine) consentendo loro di avvicinarsi alla flotta britannica. Soprattutto dopo l'entrata in servizio del Dreadnought, le navi da battaglia continuarono a crescere in dimensioni, calibro dei cannoni ed efficienza man mano che le nazioni facevano a gara per disporre delle navi migliori. Nel 1914 il Dreadnought era ormai obsoleto. Questa costosa corsa agli armamenti terminò solo con il Trattato navale di Washington del 1922, che limitò il numero e tonnellaggio delle navi da battaglia delle principali nazioni.

[modifica] L'era delle corazzate monocalibro

HMS Dreadnought
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HMS Dreadnought

Grazie al miglioramento nella disposizione dei cannoni e coi nuovi sistemi di puntamento, le distanze di ingaggio erano aumentate da un massimo di 1.000 m a 6.000 m e oltre nel giro di pochi anni, in parte anche come conseguenza della recente invenzione della torpedine: devastante ma a corto raggio d'azione. Questo aveva spinto ad allontanarsi dall'installazione di armamenti di calibro differente, dato che ogni calibro richiedeva calibrazioni di puntamento differenti che complicavano senza necessità le tecniche di puntamento. Alle distanze maggiori la piu' elevata cadenza di fuoco degli armamenti più leggeri veniva negata dal bisogno di attendere l'impatto in mare dei grandi calibri, prima di poter sparare la salva successiva e poter determinare le correzioni al tiro. Questo negava il vantaggio delle armi di piccolo calibro: le armi più pesanti risultavano all'atto pratico altrettanto veloci e causavano un danno maggiore.

Parzialmente a causa di questa nuova filosofia e parzialmente in conseguenza della suo nuovo potente motore a turbina, il Dreadnought trascurò completamente l'armamento secondario di calibro inferiore portato dal suo immediato predecessore, a favore di un numero maggiore di cannoni di grosso calibro di ogni altra nave di quel periodo. Le cinque torri binate erano tre lungo la centreline e due sulle ali, ottendendo così una potenza di fuoco doppia di ogni altra nave esistente all'epoca. Grazie al motore a turbina, poteva raggiungere i 21 nodi di velocità in mare calmo, superando quindi in velocità ogni nave da battaglia dell'epoca. La sua corazzatura era abbastanza forte che avrebbe potuto concettualmente affrontare in uno scontro a fuoco ogni nave dell'epoca e vincere.

Sebbbene ci fossero alcuni problemi con la nave - le torri montate sulle ali mettevano sotto sforzo lo scafo quando sparavano laterlamente e la parte più spessa della corazza rimaneva sotto la linea di galleggiamento quando la nave era a pieno carico - il Dreadnought fu così rivoluzionario che le navi da battaglia costruite prima di lui vennero denominate pre-Dreadnought, mentre quelle successive vennero chiamate Dreadnoughts. Nel giro di pochi anni vennero costruite navi da battaglia più grosse e con cannoni di calibro superiore che vennero chiamate Super Dreadnoughts. Con un sol colpo il Dreadnought aveva reso obsolete tutte le navi da battaglia esistenti, incluse quelle della Royal Navy, che si imbarcò in un programma di costruzione di progetti ancora più potenti.

L'orgolio nazionale nei primi anni del XX secolo fu grandemente basato su quante di queste navi possedeva una marina ed i dettagli venivano pubblicati sui giornali, seguiti da un pubblico avido di notizie. La corsa agli armamenti che scatenò il Dreadnought, specialmente tra la Gran Bretagna ed il neonato impero germanico creò potenti onde d'urto. Mentre la Germania prima dell'entrata in servizio del Dreadnought era rimasta indietro all'Impero Britannico di più di una ventina di navi da battaglia, ora era indietro di solo una.

Le turbine a vapore che alimentavano i motori del Dreadnought gli permettevano di mantenere una velocità massima maggiore per un tempo più lungo e con meno manutenzione dei motori a tripla espansione utilizzati dai suoi predecessori. Essendo più compatte le turbine permettevano di avere uno scafo più basso, che aveva l'effetto collaterale di ridurre il peso della corazza che la nave doveva portare. Sebbene le turbine fossero già state utilizzate dai cacciatorpediniere da alcuni anni, il Dreadnought fu la prima nave da battaglia ad utilizzarle. In conseguenza delle turbine il Dreadnought era in realtà lievemente più economico della classe precedente di navi da battaglia pre-Dreadnought Lord Nelson .

Le navi da battaglia americane classe South Carolina furono iniziate prima del Dreadnought, ed avevano molte delle sue caratteristiche, eccetto per le turbine a vapore; comunque il loro progetto finale non venne completato prima del Dreadnought, e la loro costruzione richiese molto più tempo.

Un progetto di corazzata monocalibro armata con 12 cannoni da 305mm fu presentato nel 1902 dall'ingegnere del genio navale italiano Vittorio Cuniberti alla Regia Marina, che però lo rifiutò.

[modifica] Le super dreadnought

Navi da battaglia Orion in linea
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Navi da battaglia Orion in linea

L'arrivo delle super dreadnought non è chiaramente identificato con una singola nave nella stessa maniera che l'epoca delle corazzate monocalibro venne iniziato dall' HMS Dreadnought. Comunque si ritiene comunemente che iniziò con la classe britannica Orion e la tedesca König.

Le navi della classe Orion furono semplicemente un passo nella rapida evoluzione iniziata dal Dreadnought. Quello che le rese "super" fu il balzo senza precedenti nel dislocamento di 2.000 t oltre la classe precendente, l'introduzione del cannone da 13,5" (343 mm) e la distribuzione di tutto l'armamento principale sulla centrolinea dello scafo. Perciò nel giro dei cinque anni che erano passati dal varo del Dreadnought a quello dell'Orion, il dislocamento era aumentato del 25% e la potenza di fuoco era raddoppiata.

Le super dreadnought incorporarono anche durante la costruzione gli ultimi avanzamenti tecnici in artiglieria. Perciò erano dotate di una centrale di tiro progettata fin dall'inizio con posizioni di osservazioni più grandi, dotate di range finder e ripetitori elettrici in alto e di calcolatori meccanici in posizioni protette al di sotto, con sistemi di allineamento e di correzione molto avanzati per i cannoni.

La debolezza di progetto delle super dreadnoughts, che le distingue dai progetti successivi alla prima guerra mondiale è la disposizione dell'armatura. Il loro progetto enfatizzava la protezione verticale, che era necessaria negli scontri d'artiglieria a corto raggio. Queste navi erano capaci di ingaggiare il nemico a 20.000 m, ma erano vulnerabili all'angolo con cui il fuoco arrivava da tali distanze di fuoco. I progetti successivi alla guerra includevano tipicamente da 12 a 15 cm di corazza sul ponte per protezione contro il fuoco dall'alto. La mancanza di protezione sotto la linea di galleggiamento fu anch'essa una debolezza delle navi da battaglia precedenti alla prima guerra mondiale.

L'era delle super dreadnought era finita per la fine della prima guerra mondiale, quelle che servirono nella seconda guerra mondiale avevano ricevuto tutte modifiche estensive o furono fonte di estrema ansietà a causa della loro vulnerabilità a navi da battaglia più moderne.

[modifica] Prima guerra mondiale

La British Grand Fleet durante la prima guerra mondiale
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La British Grand Fleet durante la prima guerra mondiale

Una corsa navale agli armamenti era stata in corso tra la Germania ed il Regno Unito fin dall'ultimo decennio del XIX secolo. La costruzione del Dreadnought aiutò in realtà la Germania, dato che ridusse di fatto il divario in navi da battaglia rispetto al Regno Unito da 15 navi dell'ultimo modello ad appena una. Inoltre la politica britannica di mantenre una marina più grande delle seconda e terza marina combinate stava diventando insostibilmente costosa. Nel giro di pochi anni tutte le rimanenti marine passarono a costruire il nuovo tipo di navi.

Da diversi secoli la Royal Navy dominava i mari, ma il Kaiser Guglielmo II ed il suo ministro della marina, Alfred von Tirpitz, si misero al lavoro per cambiare la situazione. La Hochseeflotte e la British Grand Fleet valevano troppo per essere rischiate in battaglia e quindi trascorsero la maggior parte della guerra in porto aspettando che l'avversario prendesse il mare. Paradossalmente le navi erano troppo costose (perlomeno strategicamente) per essere lasciate in porto e troppo costose da usare in battaglia. Eccetto per alcune operazioni nel Mar Baltico contro la Russia, la flotta principale tedesca si limitò a attachi di incrociatori da battaglia contro la costa orientale britannica, nel tentativo di attirare la flotta inglese in mare aperto, così che potesse essere distrutta dalla Flotta d'alto mare tedesca in attesa. A sua volta i britannici fecero puntate contro il Mare del Nord ed entrambe le fazioni stesero estesi campi minati. Sebbene ci furono diverse battaglie navali l'unico scontro tra le flotte principali inglesi e tedesche fu l'abortita Battaglia dello Jutland, una specie di vittoria tattica tedesca (furono affondate quattordici navi britanniche contro undici navi tedesche, sebbene la Hochseeflotte abbandonò il campo), ma una vittoria strategica britannica, dato che sebbene la flotta tedesca non venisse distrutta, perse tempo per riportarsi in stato di piena efficienza e rimase in gran parte in porto per il resto della guerra.

Dopo la prima guerra mondiale, l'Armistizio con la Germania richiese che la maggior parte della Flotta d'alto mare tedesca venisse internata a Scapa Flow in Scozia. La maggior parte di queste navi vennero successivamente affondate dai loro equipaggi tedeschi il 21 giugno 1919 appena prima della resa formale della Germania. Per quanto riguardava i marinai tedeschi essi erano stati imbattuti, non desideravano che le loro navi cadessero nelle mani dei britannici.

[modifica] Seconda guerra mondiale

La giapponese Yamato nel 1941. Insieme alla nave sorella Musashi fu la più grande nave da battaglia nella storia
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La giapponese Yamato nel 1941. Insieme alla nave sorella Musashi fu la più grande nave da battaglia nella storia

Con il Trattato navale di Washington del 1922 le principali marine del mondo ridussero il loro programma di costruzione di corazzate e numerose navi furono smantellate o destinate ad altro scopo. Il trattato durò, con varie estensioni, fino al 1936 quando le principali marine del mondo iniziarono una nuova corsa agli armamenti. Navi famose come la Bismarck, Prince of Wales e la Yamato furono tutte varate in questi pochi anni. Durante il conflitto la guerra navale evolvette rapidamente e le navi da battaglia persero il loro ruolo di navi principali della flotta. La maggior parte delle navi da battaglia di nuova costruzione della seconda guerra modniale, erano dotate con triple torri con cannoni di calibro tra i 14" ed i 16" (18.1" nel caso della Yamato) in una disposizione "2-A-1" ed una superstruttura fiancheggiata da cannoni secondari di calibro 4"-6".

Nei primi stati della Seconda battaglia dell'Atlantico le unità di superficie tedesche minacciarono i convogli atlantici che rifornivano la Gran Bretagna, quindi le unità inglesi dovettero impegnarsi nella protezione dei convogli e nella caccia e distruzione delle navi tedesche, così come rimanere in attesa a Scapa Flow. Le navi corsare tedesche segnarono alcuni successi iniziali, il Scharnhorst e il Gneisenau sorpresero ed affondarono la portaerei HMS Glorious al largo della Norvegia occidentale nel giugno 1940. Una successiva crociera nell'Atlantico del nord, fruttò alllo Scharnhorst ed al Gneisenau 22 navi. La Bismarck affondò l'incrociatore da battaglia HMS Hood il 24 maggio 1941 durante un tentativo penetrare nell'Atlantico del nord (Battaglia dello Stretto di Danimarca). La Royal Navy diede la caccia alla Bismarck: l'attacco di biplani Swordfish armati con torpedini, provenienti dalla portaerei Ark Royal disabilitò le sue capacità di manovra, rendendola un facile bersaglio e il 27 maggio 1941 le corazzate King George V, Rodney ed altri incrociatori e cacciatorpediniere la ingaggiarono affondandola dopo una battaglia durata 88 minuti.

Le navi da battaglia vennero coinvolte anche nella battaglia per il controllo del Mediterraneo. A Taranto nella notte tra l'11 novembre e il 12 novembre 1940, dei biplani Swordifish decollati dalla HMS Illustrious attaccarono la flotta Italiana all'ancora nella loro base di Taranto. Al prezzo di 2 aeroplani abbattuti la Royal Navy affondò una nave da battaglia e ne mise fuori servizio altre due. Il successo di questo raid ispirò il piano giapponese di attaccare Pearl Harbor, che entrò nella fase di preparazione tre mesi dopo. Alla Battaglia di Capo Matapan del 27-29 marzo 1941, tre incrociatori pesanti italiani vennero sorpresi e sopraffatti da una flotta di navi da battaglia inglesi, nelle vicinaze di Creta, dimostrando che le navi leggere delle flotte erano ancora vulnerabili ai cannoni di grosso calibro.

Comunque la tecnologia stava rendendo obsolete le navi da battaglia. La gittata dei cannoni di una nave da battaglia poteva raggiungere le trenta miglia, ma una portaerei dispone di aerei che possono colpire a centinaia di miglia di distanza. Il Bismarck venne messo in avaria da obsoleti aereosiluranti Swordfish decollati dalla Victorious e dalla Ark Royal. La nave da battaglia sovietica Petropavlovsk e l'italiana Roma vennero affondate da attacchi aerei. La nave da battaglia inglese HMS Prince of Wales e l'incrociatore da battaglia che la scortava HMS Repulse vennero affondati da aeresiluranti giapponesi Mitsubishi G4M mentre difendevano la Malaya. Il Prince of Wales divenne la prima nave da battaglia ad essere affondata da aerei mentre era in grado di difendersi in mare aperto.

Il D-Day vide le navi da battaglia nel ruolo di bombordamento costiero di supporto dello sbarco su una spiaggia ostile e fortificata. Diverse vecchie navi dimostrarono il loro valore, non solo eliminando l'artiglieria costiera che minacciava i trasporti e le navi da sbarco, ma anche colpendo nodi ferroviari e concentrazioni di truppe e carri armati. La HMS Ramillies sparò 1.002 colpi calibro 15" contro bersagli costieri così come tenendo a bada aerei tedeschi ed attacchidi cacciatorpediere e di E Boat.

L'attacco giapponese di Pearl Harbor del dicembre 1941 affondò o danneggiò la maggior parte della flotta del pacifico americana, ma le tre portaerei non erano in porto e sfuggirono al danno. Sei mesi più tardi furono queste a fermare l'ondata giapponese alla Battaglia delle Midway. Con il progredire della guerra le navi da battaglia si coprirono di armi antiaere come il cannone Bofors da 40mm, ma nonostante ciò l'avvento delle forze aeree segnò la fine per le navi da battaglia.

La Pennsylvania mentre guida la Colorado, Louisville, Portland e la Columbia nel golfo di Lingayen nelle Filippine, gennaio 1945
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La Pennsylvania mentre guida la Colorado, Louisville, Portland e la Columbia nel golfo di Lingayen nelle Filippine, gennaio 1945

Le navi da battaglia nell'oceano pacifico eseguirono principalmente missioni di bombardamento costiero e di difesa antiaerea per le portaerei. Le più grosse navi da battaglia mai costruite, le giapponesi Yamato e Musashi, furono affondate da attacchi aerei molto prima che potessero entrare in contatto con la flotta americana. L'ultima nave da battaglia attiva tedesca Tirpitz, rimase fino a guerra avanzata nascosta nei fiordi norvegesi protetta da difese antisottomarini e da cannoni antiaerei costieri, ma venne comunque affondata da aeri della RAF che utilizzarono bombe Tallboy.

La seconda metà della seconda guerra mondiale vide gli ultimi quattro duelli tra navi da battaglia. Il 27 ottobre 1942 la Massachusetts statunitense combatté contro la nave da battaglia della Francia di Vichy Jean Bart. Il 15 novembre 1942, nella Battaglia di Guadalcanal, le navi da battaglia statunitense South Dakota e Washington combatterono e distrussero l'incrociatore da battaglia giapponese Kirishima. Il 26 dicembre 1943, nella Battaglia di Capo Nord, la HMS Duke of York accompagnata da cacciatorpediniere affondò la tedesca Scharnhorst al largo della Norvegia. Infine, il 25 ottobre 1944 nella Battaglia del Golfo di Leyte sei navi da battaglia statunitensi affondarono le navi da battaglia giapponesi Yamashiro e Fuso.

Nonostante ciò la Battaglia di Samar del 25 ottobre 1944 durante la Battaglia del golfo di Leyte dimostrò che le navi da battaglia erano ancora letali. Solo l'indecisione dell'ammiraglio Takeo Kurita salvò le portaerei americane del gruppo "Taffy 3" dall'essere affondate dal fuoco delle navi da battaglia Yamato, Kongo e Nagato e dagli incrociatori che le accompagnavano. Miracolosamente solo la portaerei Gambier Bay e quattro cacciatorpedinieri vennero affondati.

In conseguenza dei mutamenti tecnologici, i piani per navi da battaglia ancora più grosse, la classe americana Montana e giapponese Super Yamato vennero cancellati. Alla fine della guerra praticamente tutte le navi da battaglia del mondo furono disarmate o radiate e demolite. Si deve notare che la maggior parte delle navi da battaglia vennero perse mentre erano in porto. Nessuna nave da battaglia venne affondata da bombardieri pesanti in mare aperto, che erano considerati il rischio più grave per le navi da battaglia, prima della seconda guerra mondiale a causa dei bombardamenti test effettuati sul SMS Ostfriesland, una nave da battaglia tedesca che si arrese agli stati uniti al termine della prima guerra mondiale. La Roma venne affondata da una bomba guidata (una Fritz X), mentre stava per arrendersi. Invece il vero pericolo areo per le navi da battaglia venne da piccoli bombardieri in picchiata e aereosiluranti con da uno a tre uomini di equipaggio, come il Douglas SBD Dauntless e il Grumman TBF Avenger.

[modifica] Dopo la seconda guerra mondiale

Successivamente alla seconda guerra mondiale alcune marine mantennero in servizio navi da battaglia, sebbene ormai surclassate dalle portaerei. L'italiana Giulio Cesare venne ceduta come compensazione di guerra all'Unione Sovietica che la ribattezzò Novorossiysk; venne affondata (presumibilmente da una mina residuato bellico tedesco) nel mar Nero il 29 ottobre 1955. Le francesi Lorraine, Richelieu e Jean Bart vennero smantellate rispettivamente nel 1954, 1964 e 1970. Le quattro sopravvissute navi da battaglia britanniche classe King George V vennero smantellate intorno al 1958 mentre la Vanguard intorno al 1960; le rimanenti navi da battaglia britanniche furono tutte smantellate alla fine degli anni 1940. La sovietica Petropavlovsk venne smantellata nel 1953, la Sevastopol nel 1957 e la Gangut nel 1959. La brasiliana Minas Gerais venne smantellata nel 1954 (la nave sorella Sao Paulo affondò in una tempesta nel 1951). L'Argentina mantenne in servizio le sue navi da battaglia classe Rivadavia fino al 1956, il Cile tenne la Canada fino al 1959, e l'incrociatore da battaglia Turco Yavuz (l'ex tedesco Goeben, varato nel 1911)venne smantellato nel 1976 dopo che un'offerta di rivenderlo alla Germania venne declinata. La Svezia mantenne in servizio diverse navi da battaglia costiere fino alla fine degli anni 1950.

La USS Iowa mentre spara una bordata a tribordo
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La USS Iowa mentre spara una bordata a tribordo
La USS Missouri alla fine degli anni 1980
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La USS Missouri alla fine degli anni 1980

Nella marina militare statunitense le navi battaglia ottennero un'estensione di vita come navi di supporto fuoco. L'artiglieria imbarcata veniva giudicata dalla marina come un metodo più efficace, accurato ed economico di un attacco aereo. Il fuoco d'artiglieria controllato da radar e computer poteva essere indirizzato con estrema precisione sul bersaglio. Gli stati uniti rimisero in servizio tutte le quattro navi da battaglia classe Iowa per la Guerra di Corea e la New Jersey per la Guerra del Vietnam. Furono usate principalmente per il bombardamento costiero. Come parte dello sforzo del Segretario della Marina John F. Lehman di ricostituire la forza della marina statunitense (il piano 600-ship Navy) ed in risposta alla messa in servizio della Kirov da parte dell'Unione Sovietica gli Stati Uniti modernizzarono tutte le navi da battaglia classe Iowa armandole di Tomahawk rimettendole in servizio insieme alla New Jersey (furono utilizzate in missioni di bombardamento in Libano) mentre la Missouri e la Wisconsin parteciparono alla Guerra del Golfo del 1991. La Wisconsin servì come TLAM strike commander (centrale di controllo dei missili Tomahawk) per la guerra del Golfo, dirigendo la seguenza di attacchi che segnarono l'apertura dell'Operazione Tempesta nel Deserto e lanciò un totale di 24 Tomahawk durante i primi due giorni della campagna. Questo è per il momento l'ultima azione di guerra in cui venne impegnata una nave da battaglia.

Tutte e quattro vennero messe fuori servizio all'inizio degli anni 1990. La Missouri e la New Jersey sono ora navi museo (rispettivamente a Pearl Harbor e a Camden, N.J.. La Wisconsin funziona ancora da nave museo (a Norfolk, Va.), ma è mantenuta tutt'ora nel Naval Vessel Register, ed il pubblico può visitare solo il ponte. La Iowa (a Suisun Bay) e la Wisconsin fanno ancora parte della United States Navy reserve fleets e potrebbero essere riattivate.

A partire dalla fine degli anni 1970 l'Unione Sovietica costruì quattro grandi incrociatori da battaglia nucleari lanciamissili classe Kirov (Raketny Kreyser ("Incrociatori lanciamissili"), uno dei quali ancora in attività (alla data del 2005). La loro introduzione è stata una dei fattori che portò all'aggiornamento delle navi classe Iowa. Queste navi, pur essendo grosse per un incrociatore, non sono navi da battaglia nel senso tradizionale del termine, sono concepite come grossi incrociatori lanciamissimili e mancano di diversi tratti tradizionali delle navi da battaglia, come una pesante corazzatura ed una capacità significativa di bombardamento costiero. Per esempio con 26.000 t di dislocamento sono quasi il doppio di un incrociatore lanciamissili classe Krasina (circa 11.000 tons), ma la metà di una classe Iowa (55.000 t).

Oltre a quelle già citate le navi da battaglia ancora esistenti come navi da museo includono le statunitensi USS Massachusetts, North Carolina, Alabama e Texas, la britannica HMS Mary Rose e Warrior, la giapponese Mikasa, le olandesi Buffel e Schorpioen, e la cilena Huascar.

[modifica] Usi nella narrativa

Il termine "nave da battaglia" compare spesso nella fantascienza di ispirazione militare, dove generalmente occcupano un ruolo simile a quelle delle corrispondenti storiche. Si deve far notare che alcuni scrittori considerano "nave da battaglia" sinonimo di "nave da guerra" e pertanto occasionalmente compaiono strane classificazioni come "nave da battaglia leggera" o "piccola nave da battaglia". Alcune navi da battaglia futuristiche sono in realtà grandi astronavi che operano nello spazio profondo, piuttosto che nel mare aperto.

[modifica] H.G. Wells

Oltre a descrivere la nave corazzata Thunder Child ne La Guerra dei Mondi, H. G. Wells ha usato il termine come ispirazione per il romanzo Le corazzate terrestri. Wells prese l'idea delle navi corazzate e la utilizzò per creare quelli che in effetti erano proto-carri armati anni prima del loro uso effettivo nella guerra reale.

[modifica] Note bibliografiche

  1. ^  Steam, Steel and Shellfire, Conway's History of the Ship (p. 39).

[modifica] Collegamenti esterni

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