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Battaglia di Lissa (1866) - Wikipedia

Battaglia di Lissa (1866)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Battaglia di Lissa
Parte della Terza guerra di indipendenza italiana
L'Ammiraglio Tegetthoff durante la battaglia di Lissa
Admiral Tegetthoff in der Seeschlacht bei Lissa (L'ammiraglio Tegetthoff nella Battaglia di Lissa) di Anton Romako
Data: 20 luglio 1866
Luogo: Mare Adriatico, nei pressi dell'isola di Lissa
Esito: Vittoria austriaca
Schieramenti
Regno d'Italia Impero Austriaco
Comandanti
Carlo Pellion di Persano Wilhelm von Tegetthoff
Effettivi
12 navi corazzate
10 incrociatori
4 cannoniere
(circa 68.000 tons)
7 navi corazzate
1 nave di linea a vapore
6 incrociatori
12 cannoniere
(circa 50.000 tons)
Perdite
2 navi corazzate affondate
643 morti, 40 feriti
38 morti, 138 feriti
Terza guerra di indipendenza italiana
Custoza – Trutnov – Langensalza – Mnichovo Hradiste – Jicin – SadowaLissaBezzecca

La battaglia di Lissa fu un uno scontro navale che si svolse il 20 luglio 1866 nel mare Adriatico nelle vicinanze dell'isola di Lissa tra le flotte dell'Impero Austriaco e della Regia Marina Italiana. Fu la prima grande battaglia marina in cui vennero impiegate navi a vapore corazzate e l'ultima nella quale vennero eseguite manovre deliberate di speronamento.

La battaglia avvenne come parte della guerra Austro-Prussiana con l'Italia alleata alla Prussia, per l'Italia, terza guerra di indipendenza italiana . L'obiettivo principale italiano era di catturare il Veneto all'Austria.

Le flotte erano composte da un insieme di navi a vela, con motori a vapore e navi corazzate che combinavano anch'esse vele e motori a vapore. La flotta italiana, di 12 corazzate e 17 vascelli lignei, sopravanzava in numero la flotta austriaca, composta rispettivamente da 7 navi corazzate e 11 in legno. Una singola nave, l'Affondatore italiano, aveva i cannoni montati in torretta piuttosto che lungo le fiancate.

Indice

[modifica] Antefatto

Il giovane Regno d'Italia, allo scopo di conquistare gli ultimi territori della Penisola ancora in mano all'Impero d'Austria, stringe alleanza con la Prussia (che mirava a riunificare gli Stati tedeschi in un'unica nazione sotto la propria leadership) dichiara guerra all'Austria il 20 giugno 1866. Il 24 giugno l'esercito austriaco sconfigge quello italiano a Custoza, ma il 3 luglio gli austriaci subiscono una devastante sconfitta a Sadowa. Nel frattempo la flotta, al comando dell'ammiraglio Persano, dopo essersi trasferita ad Ancona dal 26 giugno, era rimasta sostanzialmente inattiva.

L'opinione pubblica, indignata per l'immobilismo della flotta, inizia a far pressioni perché la flotta riscatti l'onore della patria, evitando l'umiliazione di vedersi consegnare il Veneto dalla Prussia, anziché di esserselo conquistato sul campo. Persano, all'inizio temporeggiò sostenendo di voler attendere l'arrivo della nuova unità, l'Affondatore (una corazzata con torri mobili e uno sperone di otto metri di lunghezza costruito in Gran Bretagna, in navigazione per raggiungere la flotta) ma infine, minacciato di essere sostituito al comando entrò in azione.

[modifica] Attacco contro l'Isola di Lissa

Il 15 luglio, il ministro della Regia Marina Depretis elaborò il piano di guerra: il bombardamento e l'invasione dell'isola di Lissa, base navale austriaca. Il 16 luglio, Persano lasciò Ancona con trentatré navi, l'atteso Affondatore non era ancora arrivato. La spedizione fu organizzata affrettatamente, la flotta italiana mancava totalmente di informazioni, mappe o conoscenze della disposizione o consistenza delle difese di Lissa e disponeva di truppe insufficienti (1.500 uomini a cui se ne aggiungeranno 500) per attaccare un'isola scoscesa, difesa da 2.000 uomini e 93 cannoni.

Il 17 luglio Persano inviò il capo di Stato Maggiore D'Amico, a effettuare una ricognizione ravvicinata intorno a Lissa a bordo del Messagere. In base alle informazioni raccolte si decise di attaccare con tre gruppi di navi i principali ancoraggi: Porto Comica, Porto Manego e Porto San Giorgio. Vengono inviate a nord e a sud dell'isola, in funzione di vedetta, l' Esploratore e la Stella d'Italia.

Verso le 10:30 del 18 luglio la parte principale della flotta iniziò l'attacco, delle cannoniere furono inviate al porto dell'isola di Lesina per tagliare il cavo telegrafico che collegava Lissa - Lesina - Spalato (sulla terraferma), ma questo venne tagliato solo verso le 18:00, dando quindi il tempo ai difensori di dare l'allarme.

Quattro corazzate al comando di Vacca attaccarono le batterie austriache sopra porto Comica, la seconda squadra al comando di Persano attaccò il porto di San Giorgio, mentre la terza al comando di Albini attaccò le batterie sopra la baia di Rukavac. Mentre Persano riuscì a demolire i porti esterni che proteggevano la rada del porto, gli altri attacchi non ebbero il successo sperato, le batterie costiere risultarono essere situate troppo in alto per i cannoni delle navi italiane, che interruppero quasi subito l'attacco (la squadra al comando di Albini sparò in tutto una quindicina di colpi).

Il giorno successivo la flotta italiana venne raggiunta dall'Affondatore e riprese l'attacco concentrandosi questa volta interamente contro il porto di San Giorgio distruggendone i forti rimanenti. Il 20 luglio era previsto l'inizio delle operazioni di sbarco al comando di Albini, ma alle 8:00 l'avviso Esploratore segnalò l'avvicinarsi di una flotta nemica, si trattava delle navi dell'ammiraglio Tegetthoff.

[modifica] Piani di battaglia

La flotta austriaca attaccante era divisa in 3 divisioni. La 1a Divisione consisteva delle navi corazzate, la 2a Divisione della potente, ma obsoleta nave di linea Kaiser e da 5 fregate. Infine la 3a Divisione consisteva delle più piccole cannoniere a elica e di mercantili armati. L'incrociatore mercantile Stadion navigava di fronte alla flotta agendo da esploratore.

Le 3 divisioni erano disposte in 3 consecutive formazioni a punta di freccia ( a "V"), la 1a Divisione corazzata al comando di Tegetthoff era all'avanguardia, le più deboli cannoniere e mercantili della 3a Divisione formavano la retroguardia, mentre i vascelli potenti, ma privi di corazzatura della 2a Divisione al comando del contrammiraglio Petz eano al centro.

Il piano austriaco a causa della loro relativa mancanza di potenza di fuoco era di stringere rapidamente le distanze e di far fuoco a distanza ravvicinata e speronare una piccola porzione della flotta italiana, affondandola e demoralizzando la flotta italiana per costringerla alla ritirata.

Persano, sorpreso dalla flotta austriaca durante le operazioni di sbarco, comanda di interromperle e dà ordine alle corazzate di radunarsi per la battaglia, assumendo una formazione di linea. Albini, nonostante gli ordini ricevuti di lasciare alle cannoniere il compito di recuperare le lance già messe a mare, si attarda a recuperarle.

La 1a Divisione all'avanguardia consisteva della Principe di Carignano, Castelfidardo e Ancona al comando del contrammiraglio Giuseppe Vacca, la 2a Divisione al centro consisteva della Re d'Italia, Palestro e San Martino al comando di Emilio Faà di Bruno e la 3a Divisione alla retroguardia, comandata dal capitano di vascello Augusto Riboty, comprendeva la Re di Portogallo, Maria Pia e distanziata la Varese. In totale gli Italiani disponeva di 11 corazzate nella linea di battaglia. Le altre navi di legno erano disperse lungo la linea di battaglia. Faceva eccezione l'Affondatore, che si trovava sul fianco estremo della seconda squadra, fuori dalla linea di battaglia. Può essere che Persano intendesse mantenerlo di rinforzo.

Prima della battaglia Persano aumentò la confusione decidendo di trasferire il suo comando sull'Affondatore, e la 2a e 3a Divisione rallentarono per permettere alla Re d'Italia di abbassare le sue barche. Comunque il segnale di rallentare non raggiunse la 1a Divisione che continuò ad allontanarsi, aumentando il varco nella linea di battaglia. Per aggiungere all'errore Persano non segnalò il trasferimento del comando e per tutta l'azione gli italiani continuarono a guardare alla Re d'Italia per ordini, piuttosto che all'Affondatore.

[modifica] 10 del mattino, inizano i combattimenti

Situazione iniziale della battaglia
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Situazione iniziale della battaglia

Tegetthoff, vedendo aprirsi il varco tra la 1a e la 2a Divisione decise di emulare la tattica di Horatio Nelson alla battaglia di Trafalgar, ordinò pertanto alle corazzate di assumere una formazione di linea forzando il varco e concentrarsi nel colpire d'infilata gli italiani. Questo significava che permise di tagliare la sua T, ma mentre la 1a Divisione di Vacca aprì il fuoco contro gli austriaci, che risposero solo con i loro cannoni cacciatori, né la 2a Divisione, né la 3a Divisione si unirono al fuoco, dato che Persano stava trasferendo il suo comando e non venne nessun ordine generale di fuoco. Gli Austriaci attraversarono la zona più pericolosa subendo alcuni gravi danni: la Drache sull'estremità destra dell'ala della 1a Divisione austriaca venne colpita 17 volte da proiettili pesanti, perse l'albero maestro e rimase temporaneamente priva di propulsione. Il suo capitano, von Moll, venne decapitato da un proiettile, ma il secondo in comando, Weyprecht, riportò la nave nel combattimento.

Alle 10:43 del mattino gli Austriaci avevano stretto le distanze con l'avanguardia italiana. La Habsburg, Salamander e Kaiser Max dell'ala sinistra ingaggiò la 1a Divisione italiana, mentre l'ala destra formata dal Don Juan, Drache e Prinz Eugen ingaggiò la 2a Divisione italiana. Persano, che ora si trovava sulla nave più potente della flotta, l'Affondatore rimase fuori dal combattimento.

Approffittando della confusione del gruppo italiano, Petz al comando del Kaiser puntò con la sua 2a Divisione sulla retroguardia italiana. Per bloccarlo Riboty fece accostare le sue navi a sinistra staccandosi dal gruppo centrale. Le navi in legno della 2a dvisione austriaca, prive di corazzatura, affrontarono quindi le moderne corazzate italiane armate di cannoni pesanti, ma nonostante le perdite subite mantennero la formazione. La fregata ad elica Novara venne colpita 47 volte ed il suo capitano von Klint rimase ucciso. La Erzherzog Friedrich fu colpita da un proiettile sotto la linea di galleggiamento, ma riuscì a restare a galla, mentre la Schwarzenburg venne disabilitata dal pesante fuoco italiano ed andò alla deriva.

Nel frattempo Vacca iniziò con le sue navi un'accostata sulla sinistra per dirigersi per aggirare la squadra nemica e attaccare le sue navi in legno. In conseguenza di queste manovre non organizzate il gruppo delle tre navi centrali della prima squadra italiana rimase isolata dal resto della flotta. Tegetthoff ordinò quindi alle sue corazzate di concentrare l'attacco su di esse.

[modifica] Il momento decisivo - gli speronamenti

Vedendo che le cose stavano andando male, Persano si gettò nella battaglia, decidendo di speronare la nave ad elica non corazzata Kaiser, piuttosto che una delle navi corazzate ingaggiate con la 2a Divisione italiana e molto più vicine a lui. La Kaiser riuscì però a evitare l'Affondatore. Prendendo esempio dal suo ammiraglio, il capitano della Re di Portogallo tentò di speronare la Kaiser, mantendendo durante il tentativo un fuoco costante con i suoi cannoni a canna rigata. All'ultimo momento Petz capovolse la situazione e virò per speronare a sua volta, in effetti eseguendo un controsperonamento. Le due navi si strisciarono lungo la murata di sinistra, ma l'impatto spezzò la prua e l'albero di bompresso della Kaiser, lasciando la sua polena conficcata nel Re di Portogallo. Gli Italiani sfruttarono quest'opportunità per colpire d'infilata la Kaiser con i cannoni, abbattendone l'albero maestro e la ciminiera. Il fumo fu così tanto che arretrando per un altro tentativo di speronamento si persero di vista a vicenda, terminando così il duello.

All'incirca allo stesso tempo Tegetthoff scagliò la sua nave ammiraglia Erzherzog Ferdinand Max, prima contro la precedente ammiraglia italiana, la Re d'Italia, e quindi contro la Palestro. In entrambi i casi le colpì solo di striscio, causando comunque gravi danni. La Palestro perse un albero e una bordata incendiò un deposito di carbone lasciato alla scoperto e il suo capitano Alfredo Cappellini diede ordine di allagare la santabarbara e si ritirò dalla battaglia. Nonostante ciò il fuoco arrivò lo stesso ai barili di polvere e alle 14:30 la Palestro esplose e affondò portando con sé tutto l'equipaggio, salvo per una ventina di marinai.

La Re d'Italia rimasta sola (la San Martino era riuscita a sganciarsi dall'accerchiamento delle corazzate austriache) venne circondata da quattro corazzate avversarie. Un colpo bloccò il suo timone e il comandante Faà di Bruno ordinò di fermare i motori, forse per riparare l'avaria. Il comandante Sterneck della Erzherzog Ferdinand Max approffittò dell'occasione e ordinò di speronare la Re d'Italia, aprendo uno squarcio di 6 metri sotto alla linea di galleggiamento. La Re d'Italia affondò nel giro di pochi minuti.

Mentre la Erzherzog Ferdinand Max si allontanava danneggiata dai 3 attacchi di speronamento eseguiti, la Ancona strinse le distanze tentando di speronarla. Nell'eccitazione, i cannonieri italiani spararono una bordata a bruciapelo, dimenticando però di caricare le palle di cannone.

La Kaiser, dopo il suo incontro con la Re di Portogallo ed essendosi liberata della Maria Pia si ritrovò a breve distanza dall'Affondatore. Nonostante la Kaiser fosse in quel momento un bersaglio perfetto per uno speronamento Persano ordinò all'Affondatore di allontanarsi.

[modifica] Conseguenze

L'incontro della Kaiser con l'Affondatore fu l'ultima azione importante della battaglia. Con due navi corazzate affondate gli Italiani si ritirarono, sebbene ci fossero ancora degli scambi di artiglieria a lunga distanza per alcune ore.

Persano ritornò annunciando una grande vittoria, causando inizialmente molte feste fino a che i risultati reali della battaglia non vennero pubblicati. Fu processato dal Senato nel gennaio 1867 e radiato dalla marina dopo essere stato riconosciuto colpevole di imperizia, negligenza e inadempimento della missione affidatagli.

Politicamente la battaglia non ebbe conseguenze, dato che la sconfitta italiana venne messa in ombra dalla schiacciante vittoria prussiana sull'esercito austriaco alla Königgrätz. L'Austria, umiliata dalla Prussia e in accordo segreto con la Francia di Napoleone III di Francia, accettò di cedere Venezia a Napoleone III, che a sua volta la cedette all'Italia, nonostante il fallimento globale dello sforzo di guerra italiano, solo parzialmente risollevato dalla vittoria di Garibaldi a Bezzecca e dalla tardiva avanzata di Cialdini verso Udine.

[modifica] Ordine di battaglia

[modifica] Austria

  • 1a Divisione - Navi corazzate - Ammiraglio Wilhelm Von Tegetthoff
    • Erzherzog Ferdinand Max (ammiraglia di flotta, pirofregata corazzata di 2a classe, 5.130 t, 16 pezzi da 48 libbre a canna liscia, 4 pezzi da 8 libbre a canna liscia, 2 pezzi da 3 libbre a canna liscisa, cintura corazzata di 101 mm sulle batterie, 12,5 nodi)
    • Habsburg (stesse caratteristiche della Erzherzog Ferdinand Max)
    • Kaiser Max (corvetta corazzata, 3.588 t, 16 pezzi da 48 libbre a canna liscia, 1 pezzo da 12 libbre a canna liscia, 1 pezzo da 6 libbre a canna liscia, 15 pezzi da 24 libbre ML rifles. 4.3in wrought iron belt, 11 nodi)
    • Don Juan d'Austria (stesse caratteristiche della Kaiser Max)
    • Prinz Eugen (stesse caratteristiche della Kaiser Max)
    • Drache (corvetta corazzata, 2.750 t, 10 pezzi da 48 libbre a canna liscia, 18 pezzi da 24 libbre a canna liscia, 1 pezzo da 8 libbre a canna liscia, 1 pezzo da 4 libbre a canna liscia. cintura corazzata in ferro di 100 mm., 11 nodi)
    • Salamander (stesse caratteristiche della Drache)
  • 2a Divisione - Navi a vapore in legno - capitano di vascello Petz
    • Kaiser (ammiraglia di squadrone, nave di linea a elica a due ponti, 5.811 t, 2 pezzi da 24 libbre a canna rigata ad avancarica, 16 pezzi da 40 libbre a canna liscia, 74 pezzi da 30 libbre a canna liscia, priva di corazza, 11,5 nodi)
    • Novara (fregata a elica, 2.615 t, 4 pezzi da 60 libbre, 28 pezzi da 30 libbre a canna liscia, 2 pezzi da 24 libbre a canna rigata a retrocarica, 12 nodi)
    • Schwarzenburg (fregata a elica, 2.614 t, 6 pezzi Paixhans da 60 libbre, 40 pezzi da 30 libbre a canna liscia, 4 pezzi da 24 libbre a canna rigata, 11 nodi)
    • Radetzky (fregata a elica, 2.234 t, 6 pezzi Paixhans da 60 libbre, 40 pezzi da 24 libbre a canna liscia, 4 pezzi da 24 libbre a canna rigata a retrocarica, 9 nodi)
    • Donau (stesse caratteristiche della Radetzky)
    • Adria (stesse caratteristiche della Radetzky)
    • Erzherzog Friedrich (corvetta a elica, 1.697t, 4 pezzi Paixhans da 60 libbre, 16 pezzi da 30 libbre a canna liscia, 2 pezzi da 24 libbre a canna rigata a retrocarica, c. 8,5 nodi)
  • 3a Divisione - Naviglio minore - capitano di fregata Eberle
    • Narenta (cannoniera a elica, 2 pezzi da 48 libbre a canna liscia, 2 pezzi da 24 libbre a canna rigata a retrocarica)
    • Kerka (stesse caratteristiche della Narenta)
    • Hum (cannoniera di 2a classe, 2 pezzi da 48 libbre a canna liscia, 2 pezzi da 24 libbre a canna rigata a retrocarica, 11? nodi)
    • Vellebich (stesse caratteristiche della Hum)
    • Dalmat (stesse caratteristiche della Hum)
    • Seehund (cannoniera di 2a classe, 2 pezzi da 48 libbre a canna liscia, 2 pezzi da 24 libbre a canna rigata a retrocarica, 11 nodi)
    • Wall (stesse caratteristiche della Seehund)
    • Streiter (stesse caratteristiche della Seehund)
    • Reka (stesse caratteristiche della Seehund)
    • Andreas Hofer (rimorchio a elica, 3 pezzi da 30 libbre a canna liscia)
    • Kaiserin Elizabeth (yacth a pale, 4 pezzi da 12 libbre a canna liscia)
    • Greif (yacth a pale, 2 pezzi da 12 libbre a canna liscia )
    • Stadion (vapore disarmato. Utilizzato come esploratore)

[modifica] Regno d'Italia

  • Squadra di Battaglia - Navi corazzate - Ammiraglio Carlo Pellion di Persano
      • Affondatore (Ammiraglia di flotta, ariete corazzato a torri di primo rango, costruzione britannnica, 4.376 t, 2 pezzi da 9"/14 100 libbre Somerset a canna lisciaS, cintura corazzata e sulle torrette in ferro di 127 mm, 12 nodi)
    • 1a Divisione Contrammiraglio Giuseppe Vacca
      • Principe di Carignano (Fregata corazzata di primo rango a elica, 3.446 t, 10 pezzi da 72 libbre a canna liscia - proiettili da 8", 12 pezzi da 164 mm a canna rigata a retrocarica, corazza di 220 mm, 10 nodi)
      • Castelfidardo (stesse caratteristiche della Regina Maria Pia)
      • Ancona (stesse caratteristiche della Regina Maria Pia)
    • 2a Divisione Emilio Faà di Bruno
      • Re d'Italia (Ammiraglia di squadrone, fregata corazzata di primo rango a elica, costruzione americana, 5.610 t, 6 pezzi da 200mm 72 libbre a canna liscia, 32 pezzi da 164 mm a canna rigata a retrocarica, cintura corazzata di 120 mm, 10,5 nodi)
      • Palestro (Fregata corazzata ad elica, c. 2.000 t, 2 pezzi da 200 mm ad avancarica a canna rigata, 12 pezzi da 160 mm, corazza di 100 mm)
      • San Martino (stesse caratteristiche della Regina Maria Pia)
  • 3a Divisione Capitano di vascello Augusto Riboty
      • Re di Portogallo (stesse caratteristiche della Re d'Italia eccetto i pezzi da 164 mm canna rigata a retrocarica sono 26)
      • Regina Maria Pia (pirofregata corazzata di 2° rango, costruzione francese, 4.201 t, 4 pezzi da 72 libbre a canna liscia, 22 pezzi da 164mm a canna rigata a retrocarica, corazzattura di 120 mm, 12-13 nodi)
      • Varese (stesse caratteristiche della Palestro)
    • Formidabile (Pirocorvetta corazzata di costruzione francese, 2.682 t, 4 pezzi da 72 libbre a canna liscia, 16 da 164 mm a canna rigata a retrocarica, corazza di 115 mm, 10 nodi)
    • Terrible (stesse caratteristiche della Formidabile)
  • 2a Squadra - Navi a vapore in legno - Contrammiraglio Giovanni Battista Albini
    • Gaeta (Fregata di 1° rango a elica, appartenuta al Regno delle Due Sicilie, 3.917 t, 8 pezzi da 160 mm a canna rigata ad avancarica, 12 pezzi da 108 libbre, 34 pezzi da 72 libbre)
    • Maria Adelaide (Fregata di 1° rango a elica, appartenuta al Regno delle Due Sicilie, 3.429 t, 10 pezzi da 160 mm a canna rigata ad avancarica, 22 pezzi da 108 libbre, 19 cannoncini) (ammiraglia di squadrone)
    • Duca di Genova (Fregata di 1° rango a elica, appartenuta al Regno di Sardegna, 3.459 t, 8 pezzi da 160mm a canna rigata ad avancarica, 10 pezzi da 108 libbre, 32 pezzi da 72 libbre)
    • Garibaldi (Fregata di 1° rango a elica, appartenuta al Regno delle Due Sicilie, 3390 t, 8 pezzi da 160mm a canna rigata ad avancarica, 12 pezzi da 108 libbre, 34 pezzi da 72 libbre)
    • Principe Umberto (Fregata corazzata di 1° rango a elica, appartenuta al Regno di Sardegna, 3.446t, 8 pezzi da 160mm a canna rigata ad avancarica, 10 pezzi da 108 libbre, 32 pezzi da 72 libbre, 4 cannoncini)
    • Carlo Alberto (Fregata corazzata di 1° rango a elica, appartenuta al Regno di Sardegna, 3.231t, 8 pezzi da 160mm a canna rigata ad avancarica, 10 pezzi da 108 libbre, 32 pezzi da 72 libbre, 7 cannoncini)
    • Vittorio Emanuele ((Fregata corazzata di 1° rango a elica, appartenuta al Regno di Sardegna, 3.201 t, 8 pezzi da 160mm a canna rigata ad avancarica, 10 pezzi da 108 libbre, 32 pezzi da 72 libbre, 7 cannoncini)
    • San Giovanni ((Fregata corazzata di 1° rango a elica, appartenuta al Regno di Sardegna, 1.752 t, 8 pezzi da 160mm a canna rigata ad avancarica, 14 pezzi da 72 libbre, 12 cannoncini)
    • Governolo (Pirofregata di II rango a ruote, appartenuta al Regno di Sardegna, 2.243t, 10 pezzi da 108 libbre, 32 pezzi da 72 libbre, 2 cannoncini)
    • Guiscardo (Pirofregata di II rango a ruote, appartenuta al Regno delle Due Sicilie, 1.343t, 2 pezzi da 160mm a canna rigata ad avancarica, 4 pezzzi da 72 libbre)
  • Naviglio minore
    • Giglio (corvetta appartenuta al Granducato di Toscana, 2 pezzi a canna liscia di dimensioni sconosciute)
    • Cristoforo Colombo (cannoniera, 4 pezzi da 30 libbre a canna liscia)
    • Gottemolo (stesse caratteristiche della Cristoforo Colombo)
    • -- sconosciuta-- (stesse caratteristiche della Cristoforo Colombo)
    • Esploratore (avviso a ruote di prima classe, 2 pezzi da 30 libbre a canna liscia)
    • Messaggere (avviso a ruote di prima classe, 2 pezzi da 30 libbre a canna liscia)
    • Indepenza (mercantile disarmato)
    • Piemonte (mercantile disarmato)
    • Flavio Gioja (mercantile disarmato)
    • Stella d'Italia (mercantile disarmato)

[modifica] Bibliografia

  • Martino Sacchi - Navi e cannoni: la Marina italiana da Lissa a oggi - Giunti - Firenze, 2000

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