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Battaglia dello Jutland - Wikipedia

Battaglia dello Jutland

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Battaglia dello Jutland
Parte della Prima guerra mondiale

La battaglia dello Jutland, 1916
Data: 31 maggio 19161 giugno 1916
Luogo: Mare del Nord, presso le coste danesi
Esito: Vittoria strategica britannica, vittoria tattica tedesca
Schieramenti
Regno Unito di Gran Bretagna ed Irlanda Impero germanico
Comandanti
Sir John Jellicoe
Sir David Beatty
Reinhard Scheer
Franz von Hipper
Effettivi
28 navi da battaglia,
9 incrociatori da battaglia,
8 incrociatori corazzati,
26 incrociatori leggeri,
78 cacciatorpedinieri
16 navi da battaglia,
5 incrociatori da battaglia,
6 pre-dreadnoughts,
11 incrociatori leggeri,
61 torpedinieri
Perdite
6.094 morti
510 feriti
177 prigionieri
3 incrociatori da battaglia
3 incrociatori corazzati
8 cacciatorpedinieri
(115.025 tonnellate totali affondate)
2.551 morti
507 feriti
1 incrociatore da battaglia
1 pre-dreadnought
4 incrociatori leggeri
5 torpedinieri
(61.180 tonnellate totali affondate)
Mare del Nord 1914-1918
1a Heligoland Bight – Dogger BankJutland – 2a Heligoland Bight

La battaglia dello Jutland fu uno scontro navale avvenuto fra il 31 maggio e il 2 giugno 1916 fra le principali flotte da guerra operative nel corso della prima guerra mondiale: la Royal Navy britannica e la Kaiserliche Marine tedesca.

Lo scontro fu la risultante della corsa agli armamenti navali che aveva interessato i due paesi nei vent'anni precedenti. La flotta britannica era la prima al mondo e non temeva confronti ma la marina imperiale germanica, sotto la guida dell'ammiraglio Alfred von Tirpitz (1849-1930), era divenuta una forza competitiva ed assai temuta dall'Ammiragliato.

Ciò era costato molto in termini economici. La Germania era una grande potenza continentale ma non rinunciava a sfidare la Gran Bretagna anche sul mare. Entrambe le flotte poi investirono su un tipo di nave la cui validità era molto discussa, vale a dire gli incrociatori da battaglia. Queste costosissime navi univano la velocità e la manovrabilità di un incrociatore alla potenza di fuoco di una corazzata, ma rispetto a questa erano più vulnerabili.

Il vantaggio britannico in termini numerici era netto, basti pensare che la Grand Fleet, o "Grande Flotta", al comando dell'ammiraglio John Rushworth Jellicoe, di base a Scapa Flow, all'estremità settentrionale della Scozia, disponeva di 28 corazzate monocalibro (o dreadnought, dal nome della prima unità di questo tipo) e 10 incrociatori da battaglia, mentre la germanica Hochseeflotte, o "Flotta d'alto mare", con sede nella base di Jade, era comandata in una fase iniziale dall'ammiraglio Frederich von Ingenohl per poi passare agli inizi del 1916 sotto il comando dell'ammiraglio Hugo von Pohl che lasciò a sua volta il comando all'ammiraglio Reinhard Scheer.

Il vantaggio britannico aumentava considerevolmente riguardo alle unità minori e al naviglio sottile. Tuttavia il comandante tedesco riteneva che fosse possibile azzardare una "sortita" per attirare la flotta avversaria in una trappola ed infliggerle danni pesanti.

Nave da battaglia britannica Dreadnought
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Nave da battaglia britannica Dreadnought

Fu così che, dopo aver inviato un falso dispaccio (che si sapeva sarebbe stato intercettato e decrittato dall'Ammiragliato britannico), il 31 maggio 1916 la Hochseeflotte salpò da Jade e ingaggiò un violento combattimento con la prudente flotta britannica - rimasta fino ad allora all'ancora nella protetta base di Scapa Flow per evitare le insidie degli U-Boote germanici che avevano inflitto non pochi danni al suo naviglio, tali da vanificare i positivi risultati conseguiti nella battaglia svoltasi davanti all'isola di Helgoland - che non immaginava di trovarsi di fronte l'intero potenziale avversario.

Incrociatore da battaglia tedesco Moltke
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Incrociatore da battaglia tedesco Moltke

La flotta di Scheer (sedici navi da battaglia, undici incrociatori leggeri, cinque incrociatori da battaglia e sessantuno cacciatorpediniere) e le forze dell'ammiraglio sir John Rushworth Jellicoe comprensiva di nove incrociatori di battaglia (comandati dall'ammiraglio sir David Beatty) e quattro supercorazzate, ventiquattro corazzate semplici, ventisei incrociatori leggeri e settantanove cacciatorpediniere) pervennero così a un violentissimo scontro al termine del quale il bilancio britannico fu pesantemente negativo dopo un lunghissimo periodo di incontrastato dominio dei mari, assai peggiore comunque di quello tedesco: quasi seimilacento morti, tre incrociatori da battaglia, tre incrociatori corazzati, e otto cacciatorpediniere distrutti a fronte di poco più di duemilacinquecento morti tedeschi e all'affondamento di una sola corazzata, di un incrociatore e di quattro cacciatorpediniere.

È da notare come le perdite più gravi vennero registrate tra gli incrociatori da battaglia, che saltarono letteralmente in aria sotto i colpi tedeschi. La corazzatura leggera, necessaria per favorire la maggiore velocità, rendeva queste unità molto vulnerabili a colpi con un angolo di caduta elevato. In generale poi le unità tedesche dimostrarono di essere più robuste e meglio concepite rispetto alle pari classe britanniche, e fu dimostrato come i cannoni da 280 e 305mm che armavano le navi germaniche erano più che sufficienti per mandare a fondo grandi navi come il Queen Mary, che pure era armato con cannoni da 343mm.

Presi tuttavia da incomprensibile prudenza, gli alti comandi imperiali germanici, anziché cercare l'urto definitivo con la Grand Fleet, preferirono non rischiare più le loro unità anche a causa dell'ottima risposta tattica comunque fornita da Beatty e si chiusero a loro volta nella base di Jade, affidandosi per il resto del conflitto alla subdola ma efficace azione dei loro U-Boote.

[modifica] Bibliografia

  • Geoffrey Bennett, Naval Battles of the First World War, Londra, B.T. Betsford Ltd, 1968.
  • Jonathan Steinberg, Yesterday's Deterrent: Tirpitz and the Birth of the German Battle Fleet, Londra, MacDonald & Co., 1968.

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