Privacy Policy Cookie Policy Terms and Conditions Bismarck (nave da battaglia) - Wikipedia

Bismarck (nave da battaglia)

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Bismarck

Vista di fronte della Bismarck
Descrizione generale
Tipo  Corazzata
Classe  Bismarck
Numero unità {{{numero_unità}}}
Costruttori  {{{costruttori}}}
Cantiere  Blohm und Voss, Amburgo
Matricola 
Ordine  16 novembre 1935
Impostazione 1 luglio 1936
Varo  14 febbraio 1939
Completamento  {{{completata}}}
Entrata in servizio  24 agosto 1940
Proprietario 
Radiazione  {{{radiata}}}
Destino finale  affondata 27 maggio 1941
Caratteristiche generali
Dislocamento  a vuoto: 41.700 t (di cui il 40% dedicato alle corazze)
a pieno carico: 50.900 t
Stazza lorda  t
Lunghezza  sulla linea di galleggiamento: 241 m
complessivo: 251 m
Larghezza  36 m
Altezza  m
Pescaggio  standard: 8,7 m
a pieno carico: 10,2 m
Profondità operativa  {{{profondità_operativa}}} m
Ponte di volo 
Propulsione  3 caldaie a coppie modello Wagner, 3 assi d'elica (138.000 HP)
Velocità  30 nodi
Autonomia  17.200 km a 16 nodi
Capacità di carico 
Equipaggio  2.100 (103 ufficiali)
Passeggeri 
Equipaggiamento
Sensori di bordo 
Sistemi difensivi 
Armamento  artiglieria:
  • 8 cannoni da 380 mm (4 torri binate)
  • 12 cannoni SKC/28 da 150 mm (6 barbette binate)
  • 16 cannoni FlaK SKC/28 da 105 mm (su affusto binato)
  • 20 cannoncini FlaK da 37 mm
Corazzatura  protezione verticale: 320 mm, orizzontale 50/80 mm
torre 340 mm
Mezzi aerei  catapulta con due idrovolanti Arado Ar 196
Note
Motto 
Soprannome 

La Bismarck fu una nave da battaglia tedesca della seconda guerra mondiale, così battezzata in onore del cancelliere del XIX secolo Otto von Bismarck (1815-1898). È famosa per l'affondamendo dell'incrociatore da battaglia Hood e per la caccia successiva che le venne data. Nave eponima della classe Bismarck, l'unica altra nave della classe fu la Tirpitz.

Indice

[modifica] Il piano di riarmo navale tedesco

La Bismarck fu studiata in funzione di un nuovo sviluppo della Kriegsmarine dopo che Hitler denunciò gli accordi anglo-tedeschi relativi alle limitazioni agli armamenti (dopo che erano decadute le precedenti limitazione imposte dal Trattato di Versailles). Il piano di riarmo navale tedesco prevedeva un numero di grandi navi che non poteva competere con la Royal Navy, ma che fosse qualitativamente all'avanguardia. Tra i risultati di questa politica vi fu una corazzata che poteva considerarsi la più potente del suo tempo. Solo con l'entrata in servizio delle gigantesche Yamato giapponesi la Bismarck venne superata. Le prime navi che entrarono in servizio furono le Panzerschiff ("navi corazzate", che i britannici definirono "corazzate tascabili") della classe Dutschland (1931) che, pur rispettando formalmente i limiti del Trattato di Versailles, presentavano innovazioni tecniche tali da poterle classificare fra le navi più potenti dell'epoca. Nel 1936 fu impostata la Bismarck, che avrebbe dovuto rappresentare la nuova frontiera della corazzate (o navi da battaglia). Oltre alla Bismarck era prevista un'altra corazzata della stessa classe (la Tirpitz) e, successivamente la costruzione di una portaerei (Graf Zeppelin). Tutte queste navi avrebbero dovuto essere schierate per il 1944, ma, all'inizio della seconda guerra mondiale solo la Bismarck era in stato di approntamento abbastanza avanzato e fu consegnata pochi giorni prima dell'inizio della guerra, mentre la Tirpitz fu consegnata solo il 25 febbraio 1941 e la Graf Zeppelin non fu mai varata.

[modifica] Servizio

[modifica] Le prove

La Bismarck fu consegnata ad Amburgo, al suo comando fu messo Ernst Lindemann, ed iniziò le prove in mare nel Mar Baltico. Nel marzo del 1941 effettuò le prove di tiro a Gotenhafen ed alla fine iniziò l'addestramento di squadra con l'incrociatore Prinz Eugen.

Mentre la Bismarck addestrava il suo equipaggio e metteva a punto i sistemi di bordo le altre navi da battaglia tedesche, ora che potevano fare base a Brest cercavano di impegnare il traffico navale della Gran Bretagna. A quel punto il comandante dell'OKM (Oberkommando der Marine), ammiraglio Räder, decise di utilizzare la Bismarck per proteggere le navi di superficie da interferenze delle corazzate britanniche, oltre che, naturalmente, per attccare i mercantili che rifornivano la Gran Bretagna. Per questo all'inizio di aprile la squadra ebbe l'ordine di trasferirsi nell'Atlantico, dove si sarebbe riunita con il Gneisenau per impegnare il traffico mercantile diretto verso la Gran Bretagna. Si trattava di ciò che l'Ammiragliato britannico da tempo paventava. L'operazione, chiamata Operazione Rheinübung, presentava un pericolo potenziale estremamnete elevato per il traffico mercantile, che era l'arteria da cui si nutriva la Gran Bretagna, isolata dall'Europa. Al comando del gruppo navale fu messo l'ammiraglio Gunther Lütjens.

[modifica] Operazione Rheinübung

Per approfondire, vedi le voci Rheinübung e Battaglia dello Stretto di Danimarca.

L'esecuzione dell'operazione Rheinübung prevedeva il massimo di segretezza, ma la squadra fu avvistata dall'incrociatore svedese Gotland mentre usciva dal Kattegat e dalla resistenza norvegese a Kristiansand, quindi l'ambasciata inglese a Stoccolma ne fu immediatamente informata. Immediatamente iniziò il pattugliamento del mare del Nord da parte della Home Fleet, ma la squadra fu avvistata nel fiordo di Korsfjord, presso Bergen dalla ricognizione della RAF, la Royal Navy mosse immediatamente l'Hood e la Prince of Wales da Scapa Flow per averle in area di operazioni appena la Bismarck fosse stata intercettata. La squadra (composta da Bismarck, Prinz Eugen e tre cacciatorpedinieri (non identificati) salpò da Bergen alle 19:30 del 21 maggio, rotta nord-ovest. Il mattino successivo i cacciatorpediniere lasciarono le navi principali ed iniziò il forzamento del canale di Danirmarca.

La squadra tedesca fu avvistata alle 18 del 23 maggio dall'incrociatore Suffolk che pattugliava il Canale di Danimarca con il Norfolk ed i due incrociatori cominciarono a pedinare la squadra tedesca, mentre Hood e Prince of Wales si dirigevano verso il nemico, guidati dai segnali dei loro incrociatori. Alle 5:52 del 24 maggio 1941 l'Hood apriva il fuoco sul Prinz Eugen, dando inizio alla battaglia dello Stretto di Danimarca. L' Hood veniva centrata, nella parte posteriore rispetto ai due fumaioli, prima da una salva della Prinz Eugen (la terza) e poi dalla quarta salva della Bismarck. Un proietto perforò i pontoni corazzati ed esplose in una santabarbara contenente i proietti da 381, provocando un'enorme esplosione che spezzò in due parti la nave inglese. Alle 6:00 l'Hood affondava con tutto il suo equipaggio (3 superstiti), alle 6:09 Bismarck e Prinz Eugen cessavano il fuoco sulla Prince of Wales, che, pesantemente danneggiata, rompeva il contatto con la squdra tedesca. A questo punto non c'erano più ostacoli perché le due navi potessero entrare nell'Atlantico.

Nel corso del combattimento la Bismarck aveva incassato tre colpi dalla Prince of Wales, mentre due di questi avevano provocato danni non troppo pesanti, il terzo, a prua ed a livello della linea di galleggiamento, aveva provocato una perdita di nafta ed un allagamento dei serbatoi, che, provocando appruamento, impedivano alla nave di tenere la piena velocità, quindi la Bismarck dovette puntare su un porto amico. I porti amici più vicini erano quelli norvegesi, a circa 1000 miglia, mentre i porti francesi erano a circa 1600 miglia. A questo punto Lütjens dovette prendere la decisione se continuare nell'Atlantico o tornare nel mare del Nord. A favore della seconda decisione era la minore distanza dai porti in cui riparare la Bismarck, ma contro erano queste considerazioni:

  • per rientrare in Norvegia avrebbe dovuto rientrare nel Canale di Danimarca, in cui non poteva sperare di far perdere le sue tracce agli incrociatori leggeri inglesi che la seguivano
  • rientrando verso la Norvegia si sarebbe avvicinato alla principale base navale della Home Fleet (Scapa Flow)
  • una volta rientrato, avrebbe nuovamente dovuto tentare il forzamento del canale di danimarca, questa volta in luglio o agosto

Queste considerazioni spinsero Lütjens a prendere la decisione di puntare verso la Francia, per cercare di approdare a Brest.

[modifica] La caccia alla Bismarck

Per approfondire, vedi la voce Caccia alla Bismarck.

Appena fu noto l'esito della battaglia dello Stretto di Danimarca l'Ammiragliato spostò tutte le navi che aveva a disposizione nell'Atlantico, dalla King George V fino alle vecchie corazzate della Prima Guerra Mondiale. Al calar della sera Lütjens ordinò al Prinz Eugen di dirigere verso Brest, mentre la Bismarck impegnava il Suffolk che continuava il pedinamento. Nel corso della notte la Bismarck fu attaccata dagli Swordfish lanciati dalla Victorious (Home Fleet), che misero a segno un solo siluro che non provocò danni, ma provocò il primo caduto nell'equipaggio. Tuttavia la velocità della Bismarck fu fatta scadere a 16 nodi per permettere di risistemare le toppe messe per riparare i danni dovuti allo scontro precedente, danneggiate dalle violente accostate della corazzata per evitare i siluri. Lindemann trovò il sistema di sottrarsi ai radar britannici, ed alle 3:13 della notte il Suffolk perse il contatto con la nave da battaglia tedesca. In Atlantico si trovava un oggetto pericoloso e non segnalato. Intanto la Forza H (portaerei Ark Royal, incrociatore da battaglia Renown e incrociatore Sheffield), partita da Gibilterra, ricevette l'ordine di unirsi alle forze che dovevano intercettare la Bismarck.

La mattina successiva (25 maggio) Lütjens, convinto di essere ancora pedinato dagli inglesi, inviò un lungo messaggio radio, che, intercettato dalle stazioni inglesi, permise una triangolazione della posizione della Bismarck, triangolazione tuttavia errata (data la distanza fra la nave e le stazioni di intercettazione radio la base di triangolazione era piuttosto stretta, quindi un piccolo errore dell'angolo provocava un fortissimo errore sulla posizione), che mandò fuori rotta la Home Fleet e la squadra Suffolk, Norfolk (la Prince of Wales si era allonatanata dagli incrociatori, una volta perso il contatto con la Bismarck). L'errore non fu corretto che alle 16:30 del pomeriggio, quando però alcuni incorciatori e cacciatorpediniere si erano diretti verso le basi per rifornirsi di nafta.

Solo alle 10.30 del 26 maggio un Catalina della 209° Squadriglia ritrovò la Bismarck, individuò la posizione e lanciò un messaggio all'Ammiragliato. Da quel momento la Bismarck tornò ad essere sotto il controllo britannico. Alla nave mancavano meno di 700 miglia per raggiungere Brest, ma non sarebbero state miglia facili, con tutte le forze britanniche disponibili che convergevano verso di lei. La forza più vicina era la Forza H, quindi poco prima delle 15 furono lanciati gli Swordfish della Ark Royal, che rientrarono prematuramente dopo un attacco contro lo Sheffield (confuso con la Bismarck). Alle 19:10 l'Ark Royal lanciò nuovamente gli Swordfish, che alle 20:53 giunsero a contatto con la nave tedesca. Gli aerosiluranti misero a segno due colpi, uno a centro nave, che, esplodendo sulla cintura, non provocò danni, ed uno sulla poppa che segnò il destino della Bismarck danneggiando il meccanismo di controllo del timone, che rimase bloccato a 15°.

[modifica] La fine

Sulla Bismarck si tentò di manovrare con le eliche, con risultati pratici nulli. Ormai l'unica cosa che poteva fare la nave da battaglia era di aspettare il suo fato. Nel corso della nottata fu attaccata dalla 5° Flottiglia Cacciatorpediniere dell'ammiraglio Vian, i cinque cacciatorpediniere nel corso della notte lanciarono 14 siluri contro la Bismarck, senza tuttavia mettere colpi a segno. In compenso svolsero il ruolo insostituibile di tenere la grossa nave sotto un controllo stretto e continuo, grazie al radar del Cossack. Alle 8:43 la Home Fleet avvistò la Bismarck, che stava navigando a 6 nodi. La prima nave ad aprire il fuoco fu il Rodney alle 8.47, da 19 km, seguito dopo un minuto dalla King George V. La Bismarck inzialmente tentò di rispondere al fuoco, ma, impedita a mantenere una rotta stabile, riuscì solamente a mettere qualche salva "a cavallo" del Rodney, senza procurargli danni sensibili. La King George V non riuscì a colpire il bersaglio con le sue artiglierie, mentre il Rodney fra le 8:49 e le 9:10 aveva messo sulla Bismarck 4 colpi da 406 mm, provocando danni sia alla direzione di tiro sia alle torri prodiere (le uniche che potevano impegnare le navi britanniche). Altri due colpi (356 mm) arrivarono dalla King Goerge V alle 9.13 sulla nave tedesca, a prua e a poppa. Un minuto dopo il Rodney metteva fuori uso anche la direzione di tiro secondaria, e la Bismarck non fu più in grado di reagire alle salve nemiche. La torre "Dora" (cioè la torre D, quella più vicina alla poppa della nave) tirò il suo ultimo colpo alle 9:31. Da quel momento la Bismarck si comportò come un pontone per il tiro delle navi britanniche, che ormai sparavano da meno di 9 km, a quel punto circa 300 colpi centrarono la nave tedesca. Alle 9:30 Lindemann (sembra infatti che Lütjens, vedendo ormai fallita la missione con la perdita sicura della nave, si sia suicidato nella notte precedente lo scontro) ordinava di iniziare le operazioni per l'autoaffondamento della Bismarck. Alle 10.36 del 27 maggio la Bismarck scomparve sotto la superficie del mare, con le eliche ancora in moto e la bandiera da guerra a picco.

[modifica] Confronto con le corazzate contemporanee

Si riportano, per confronto, le caratteristiche delle navi da battaglia delle principali marine varate prima della Bismarck, per questo motivo mancano le Yamato (giapponesi) e le Iowa (statunitensi). Le caratteristiche della classe Kongo (giapponese), sono quelle delle navi rimodernate alla fine degli anni '30. Caratteristiche:

  • Dislocamento, a pieno carico
  • Dimensioni: Lunghezza, larghezza, pescaggio (massimo)
  • Armamento: numero di cannoni x calibro dell'armamento principale (mm)
  • Protezione: Cintura/Ponte/Torri
  • velocità massima (nodi)
Classe Bismarck King George V Littorio Richelieu South Dakota Kongo
Nazione Germania Gran Bretagna Italia Francia USA Giappone
Dislocamento (t) 50000 43000 45000 47000 44000 32000
Dimensioni (m) 251x36x9,3 227x31x8,5 238x33x10,5 248x33x9,7 207x33x11,1 222x31x9,7
Armamento 8x380 9x356 9x381 8x380 9x406 8x356
Protezione (mm) 320/50-120/230-355 281-356/127-52/305 60-345/165/200-280 343/50-170/170-445 311/38-127/457 76-203/121/280
Velocità (nodi) 29 28 30 30 28 31


[modifica] Bibliografia

  • Burkhard Baron von Mullenheim-Rechberg, Battleship Bismarck, A Survivor's Story (United States Naval Institute, Annapolis, 1990).
  • Kennedy, Ludovic Pursuit: The Sinking of the Bismarck (in italiano "Caccia alla Bismarck" - traduzione di Franco Lenzi - Mondadori 1977
  • José M. Rico, The Battleship Bismarck. The Complete History of a Legendary Ship (KBismarck.com, 2004). PDF eBook.
  • Ulrich Elfrath and Bodo Herzog, The Battleship Bismarck: A Documentary in Words and Pictures (Schifer Publishing; Atglen, Pennsylvania; 1989) (l'originale pubblicato in Germania: Schlachtschiff Bismarck, Ein Bericht in Bildern und Dokumentation, Pldzun-Palles Vertag, Friedberg, 1975). Include disegni dello scafo in costruzione e degli interni, dettagli dell'equipaggiamento e biografie dei maggiori ammiragli al suo comando.
  • Enrico Cernuschi - Bismarck - "Storia Militare" N° 111 - Dicembre 2002
  • Antonio Bonomi - Stretto di Danimarca, 24 maggio 1941 - "Storia Militare" N° 147 - Dicembre 2005.

[modifica] Voci correlate

[modifica] Altri progetti

[modifica] Collegamenti esterni

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