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Prussia

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Bandiera della Prussia
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Bandiera della Prussia
Mappa della Prussia 1866-1871
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Mappa della Prussia 1866-1871

Il nome Prussia (in latino: Borussia, Prussia oppure Prutenia; in polacco: Prusy; in russo: Prussija) si riferisce in origine al territorio occupato dall'antica tribù baltica dei Pruzzi o Prussiani corrispondente all'attuale Lituania meridionale, all'enclave russa della regione di Kaliningrad (Oblast di Kaliningrad) e alla Polonia nord orientale; in seguito il nome Prussia identificò una delle regioni dell'Ordine Teutonico e dal XVI secolo un ducato degli Hohenzollern, il feudo polacco-lituano, chiamato anche Prussia Ducale e unito dal 1618 alla marca del Brandeburgo.

In seguito alla pace di Oliwa (1660) alcune aree della Prussia ottennero la sovranità e nel 1701 si costituì il regno di Prussia, comprendente tutti i territori degli Hohenzollern, che dal 1815 al 1866 fece parte (tranne le province di Posen, della Prussia Orientale e della Prussia Occidentale) della Confederazione tedesca, dal 1867 fino al 1871 l'intero territorio entrò a far parte della Confederazione della Germania del nord. Dal 1871 al 1945 era uno stato dell'Impero germanico, della successiva Repubblica di Weimar e del terzo Reich.

Nel 1947 il Consiglio di controllo alleato ne dispose de jure la dissoluzione. La regione storica che fu la Prussia Orientale venne in buona parte incorporata dalla Russia e divenne la regione di Kaliningrad, dal nuovo nome assunto dalla antica capitale Königsberg, mentre la Prussia Occidentale è stata prevalentemente accorpata alla Polonia, e i pochi tedeschi rimasti nell'area dopo la seconda guerra mondiale furono espulsi.

Geograficamente la Prussia era costituita dai territori attualmente compresi fra la Germania, la Polonia e la Federazione Russa. I confini dellla Prussia sono variati nel corso dei secoli. Attualmente il termine non ha più significato geografico o politico ma solo storico e culturale.

Indice

[modifica] Storia

Stemma del Regno di Prussia
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Stemma del Regno di Prussia

[modifica] Le origini

Già Erodoto sembra che fosse a conoscenza dell'esistenza dei popoli baltici orientali. Nel 98 a.C. Tacito cita la Aestii gentes, ma non si sa se si riferisse a tutti i baltici o solo ai Pruzzi. Dal II secolo compaiono nomi di tribù prussiane: Tolomeo rammenta i Soudinoi e i Galindai; il goto Giordane del VI secolo localizza gli Aestii a oriente della foce della Vistola comprendendoli fra i Goti.
In generale, i culti religiosi dei baltici ebbero una grande persistenza nel tempo, forse perché le popolazioni baltiche non erano state molto toccate dalle migrazioni dei popoli [1].

Intorno all'850 sono citati nel Geografo Bavarese i Brus.
L'arabo Ibrahim ibn Ya'qub nel 965 parla di Brus o Burus e li descrive impegnati contro i Vichinghi (Rus). Homines humanissimi li definisce l'arcivescovo Adamo di Brema nel 1075.
Nel 1326 Dusburg, annalista dei cavalieri teutonici, enumera dieci tribù prussiane: Sudowite (detti anche Jatvingi), Galindite, Pomesani, Pogesani, Varmienses, Nattangi, Sambite, Nadrowite, Barthi, Scalowite.

La prima descrizione dei Lituani che erano Balti orientali (i Pruzzi erano occidentali) risale all'XI secolo ma è solo all'inizio dell'evangelizzazione e della conseguente costruzione di chiese che si cominciano ad avere informazioni e documenti scritti sulle popolazioni locali. I Prussiani si avvicinarono alla scrittura solo molto tardi; i primi documenti nella loro lingua risalgono infatti al XIV secolo. La lingua cessò di essere parlata forse nel 1600 o poco dopo.

Già nel XII secolo, i Pomerani potevano essere capiti da tedeschi o polacchi solo col ricorso di un interprete. Idronimi e toponimi prussiani sono molto numerosi nell'area fra i fiumi Nemunas e Vistola[2]; si pensa anche che l'areale baltico fosse esteso nell'alto Dnepr. Gli imprestiti culturali agli ugro-finnici devono essere stati molto consistenti. Ricerche su Leutizi, Sorbi e Abodriti confermano che erano suddivisi in tribù (civitates; circa 50 per i Sorbi). Nel secolo IX-X, gli Abodriti realizzarono una federazione con Varnabi e Polabi. In quel periodo Hevell, Smeldingi e Linoni si servivano di una lingua con forti influssi germanici. Assai note sono le credenze religiose di quei popoli, specie dei Leutizi che avevano un pantheon indogermanico [3]. Le terre a est dell'Elba nell'alto Medioevo erano popolate da tribù slave. Sembra che la loro area giungesse fino al Saale.

Adamo di Brema e Ditmaro di Merseburgo hanno evidenziato che nel XI secolo le istituzioni politiche slave erano sostanzialmente uniformi; così Cosma di Praga [4]. Importante fu l'azione di Enrico I l'Uccellatore, che contro le popolazioni slave eresse fortificazioni in forma di vallo e condusse nel 928-29 una spedizione contro gli Hevell, ottenendo la sottomisione di Sorbi, Abodriti e Leutizi. Nel giugno 983 i Leutizi, spalleggiati dagli Abodriti del principe Mistiwoi, si impadronirono del Brandeburgo e di parte della Sassonia; la rivolta ebbe carattere di restaurazione del paganesimo. I Turingi si convertirono per opera di missionari e militari Sassoni e sono da considerarsi assimilati alla fine del IX secolo.

Il vantaggio dei vescovi del Brandeburgo fu rappresentato dal loro percepire delle decime regolari. Il manso (Hufe) corrisponde a 15-60 Morgen (da 3,5 a 14 ettari a seconda delle zone di coltura) il manso slavo-sassone arriva a 9,95 ettari, quello sassone a 19,92.
Il ceto signorile degli Junker trae la sua lontana origine da funzionari (ministeriales del tempo di Alberto l'Orso in Brandeburgo) sotto la tutela dei grandi signori come i margravi.
In epoca molto più tarda sono rammentati i Casciubi (slavi della Pomerania orientale e Prussia occidentale, specie nella zona di Karthaus e di Putzing) e i Masuri, che risiedevano nei pressi dei laghi omonimi e che parlavano un patois tedesco-polacco. Poi c'erano i Lituani; il dott. Gailagat li rappresentava al Reichstag alla fine del XIX secolo.

[modifica] L'evangelizzazione

Nella regione elbana furono fondati degli edifici ecclesiastici a scopi missionari. Nel decimo secolo i tedeschi attraversarono il medio Elba [5]. I villaggi slavi sembra fossero piccoli; al centro della terra c'era di solito un castello (grad). La coltivazione era primordiale e si basava sull'aratro di legno (uncus, o kuritz per i Sorabi), che poteva servire solo su terreni sciolti o sabbiosi, con scarse rese agricole.
Si ritiene che i villaggi con terminazione hagen fossero esclusivamente germanici (hagen = recintare, per lo più di aree disboscate).
Nel 1134 Alberto l'Orso, ricevette in feudo la Nordmark dall'Imperatore Lotario. Poi il suo potere si estese al Prignitz, riva destra dell'Elba. I successori si espansero nel Barnim, nel Teltow (nord e sud di Berlino) e raggiunsero l'Oder. Non riuscirono, tuttavia, a arrivare alle foci della Vistola, perché osteggiati dall'Ordine teutonico. L'Ordine teutonico era uno degli ordini operanti nell'area, vi erano anche i Cavalieri Portaspada che nacquero nel 1202, presso il vescovo tedesco Albrecht von Buxthoeven incaricato dal vescovo di Brema di convertire i Livoni.
Inoltre erano operanti i cavalieri del vescovo di Prussia, chiamati i cavalieri di Dobrin. Nel 1220 l'Ordine teutonico compilò un proprio Statuto, che somiglia molto a quello templare [6].

[modifica] L'Ordine teutonico e le crociate

Papa Onorio III, e il vescovo Cristiano, propugnarono a partire dal 1217 una crociata all'est.
Le precedenti crociate partite dalla Polonia contro la Prussia nel 1222-23 non ottennero esito, Corrado di Masovia chiese quindi aiuto all'Ordine Teutonico promettendo in cambio la cessione di territori. Hermann von Salza, gran maestro dell'Ordine teutonico, inviò quindi un distaccamento sulla Vistola nel 1229, l'armata iniziò costruendo nel 1230 il forte di Kulm e diverse fortezze fluviali. Nel 1231 fu costruito un forte a Thorn e nel 1232 a Marienwerder. Furono fondate Elbing e Christburg. Le tribù dei Pomesani e dei Pogesani chiesero la pace.

Nel 1242 Swantopelk, duca di Danzica, si accordò coi Prussiani e distrusse molti castelli dell'Ordine. I Prussiani sconfissero l'Ordine a Rensen nel 1244 e a Krucken nel 1249 ma in seguito Swantopelk si accordò per stipulare una pace.
La bolla emessa a Rimini da Federico II (1226), lo statuto di Kruszwica del duca di Masovia, le bolle di Gregorio IX (1234) concedevano ampia autonomia all'Ordine teutonico.

Nel 1245 Innocenzo III concesse la piena indulgenza a chi si fosse recato in Prussia rispondendo all'appello papale. Fra il 1210 e il 1230 il totale delle donazioni all'Ordine teutonico triplicò e nel 1290 quest'ultima somma era ulteriormente raddoppiata. Molti cavalieri provenivano da Würzburg e Norimberga; dal 1300 furono numerosi anche i Renani, mentre i Bavaresi furono attivi dopo il 1400. Fu usata la forma liturgica - più sintetica - dei Domenicani.
L'Ordine era salvo e aveva un suo territorio, ma a caro prezzo (garantire le libertà civili ai convertiti, e accettare arcivescovati indipendenti). Ottocaro di Boemia versò forti somme per costruire la fortezza di Konigsberg, e re Mindaugas di Lituania contribuì a edificare i forti di Georgenburg e di Memel. Quanto al principe Daniele di Galizia, invadendo il Bug cooperò nella sottomissione degli Yatvingi, la più forte tribù prussiana. I prussiani si ribellarono nel 1260, e sconfissero delle aliquote dell'Ordine a Pokarwis.
La rivolta dei Prussi fu descritta anche da Treitsche (von Treitsche H.Das deutsche Ordensland Preussen, a cura di Lyon W.S.,London,1893).
Fu presa anche Marienwerder, e uccisi due maestri. Alleati dei prussiani furono nell'occasione Mestwin, figlio di Swantopelk e alcuni capi Yatvingi.
Le condizioni furono aggravate da disastri naturali: la cronaca frisone di Menko ha descritto una crisi agricola a far data dal 1272, con triplicarsi del prezzo dei cereali e carestia successiva.
Tuttavia, il duca di Brunswick e i margravi di Brandeburgo ristabilirono la situazione, tant'è che nel 1277 troviamo che parte dei Barti, degli Scalovi e dei Nadrovi si erano trasferiti sul Njemen e che nel 1283 avvenne la resa degli Yatvingi. È anche importante sottolineare come tra il 1000 e il 1300 si possa parlare di una notevole espansione demografica (Jager H.Zur Methodik der genetischen Kulturlandschaftsforschung.Bd +Ldk, XXX,1963)'.
L'Ordine dopo la sottomissione dei Prussiani ebbe compiti militari meno importanti e preferì i censi dei villaggi contadini. I Prussiani furono divisi fra liberi Prussiani (quelli che erano rimasti leali) e soggiogati. Culturalmente si germanizzarono. I liberi Prussiani rimasero sotto la giurisdizione dell'Ordine.
Ciò significava che essi erano sottoposti alla legge di Kulm, o anche alla legge prussiana di successione, che comportava maggiori obblighi. Carstens esclude che i cavalieri teutonici fossero fautori di una politica razzista, ma cita anche voci che sostengono quest'ultima tesi.
I Prussiani servi erano la parte più misera della popolazione; Taylor parla di loro come di "braccianti senza terra". L'Ordine, dopo aver perduto la Transilvania, era in cerca di nuovi territori. Nel 1308 i cavalieri teutonici si impadronirono di Danzica e si spinsero nella Pomerania orientale. L'anno successivo, il gran maestro trasferì la capitale a Marienburg. Rugen si unì alla Pomerania nel 1325. La disposizione psicologica dei coloni non era dissimile da quella dei pionieri americani nella corsa al West: senso di grandi possibilità, una fede accesa, frugalità, vigilanza verso popolazioni ostili. Gli antesignani dei pionieri furono gli ordini religiosi: non solo i cavalieri teutonici, ma anche i cistercensi (il loro primo monastero fu a Dargun nel 1172) e i premostratensi, che agivano in Pomerania e nel Brandeburgo. Sulla scorta di W.von Sommerfeld, Carstens afferma che tedeschi e slavi si fusero presto. Nomi slavi ricorrono anche in famiglie nobili fino al 1400 (ad esempio, Ivan e Paridam nei von dem Knesebeck, o Prizbar e Ivan nei von Redigsdorf).
Alcuni storici hanno parlato di matrimoni misti fra capi tedeschi e vendi (slavi del Brandeburgo).
Si ritiene generalmente che a causa della scarsa fertilità del terreno, le proprietà tendessero al latifondo, o addirittura al gigantismo. Proprietà piccole erano considerate quelle con poche Hufen di terra, ma la Hufe misurava ben 16,8 ettari ossia 490,9 acri.
Nel secolo XIII, un cavaliere poteva affittare a fittavoli (locatores). Questi ultimi procuravano coloni e diventavano capi dei villaggi (sculteti); esercitavano la bassa giurisdizione, quella cioè che non comportava pene corporali o capitali. Scarsi sono gli esempi riportanti allontanamento di contadini slavi, al contrario, spesso veniva sollecitato il loro insediamento, che sottostava a due condizioni: la fede cristiana e la dedizione al lavoro. Procurarsi nuova terra arabile richiedeva lavori faticosi e lunghi che le fattorie degli Junker non erano mai feudali, ma erano imprese capitaliste, che rassomigliavano da vicino alle grandi fattorie capitalistiche della prateria americana, pur esse il risultato dell'espropriazione coloniale degli indiani d'America. Proprio per la necessità di bonificare un suolo spesso acquitrinoso, erano richiesti coloni olandesi, che si presupponevano maestri in quell'arte. L'aliquota di terra coltivabile variava dall'8 della Pomerania al 23% della Slesia e le rese agricole erano piuttosto scarse. Oltre a ciò, il periodo utile per coltivare cereali e patate era circa del 40% più breve che in Germania centrale.
Con la Riforma i sovrani divennero proprietari di vastissimi territori (che vendettero per buona parte ai nobili). I cavalieri feudali diventarono mercanti e imprenditori; contrariamente alla gentry inglese, non sopportavano le città che pure sfruttavano. La Guerra dei trent'anni, e il conseguente impoverimento dei ceti cittadini, consentì a Federico Guglielmo I di imporre un assolutismo reso necessario peraltro dal frazionamento e dalle rilevanti differenze fra i territori che possedeva.

[modifica] Formazione dello stato prussiano

Nella seconda metà del XVII secolo la politica egemonica di Luigi XIV favorì la ripresa del mondo germanico dalle distruzioni della Guerra dei Trent'Anni. Di fronte alla minaccia francese, infatti, i principi tedeschi seppero costituire un fronte unico della nazione germanica. Da questo emersero l'Austria e la Prussia. Dopo la Pace di Westfalia (1648) l'Austria, soprattutto grazie all'opera dell'imperatore Leopoldo I (1658-1705), persegui una politica di parsimonia e, nei limiti del possibile, di pace.

L'inizio della fortuna dello stato prussiano fu merito di Federico Guglielmo (1640-1688), detto il Grande Elettore. Il Casato degli Hohenzollern cui egli apparteneva, dopo aver ottenuta la Marca di Brandeburgo all'inizio del XV secolo, si era successivamente insediato nel Ducato di Kleve (sul Reno) e nel Ducato di Prussia. Per l'estinzione dei rami cadetti di Kleve e di Prussia, all'inizio del '600 i tre possessi erano passati tutti nelle mani dei principi del ramo primogenito del casato, che mirarono a renderne omogenee le strutture economico-politiche, con la speranza di poterli unire in un unico blocco territoriale, ma gli Hohenzollern non esercitavano una completa sovranità, infatti detenevano la Prussia come dipendenza del Regno di Polonia, e gli altri due distretti come dipendenze del Sacro Romano Impero.

Ciò nonostante, Federico Guglielmo riuscì a far assumere ai suoi domini una certa importanza europea: provvide a bonificarli, contendendoli ai boschi e alle paludi; attirò sul sua territorio gli ugonotti francesi (costretti ad emigrare dalla politica persecutoria di Luigi XIV), garantendo loro la più ampia libertà religiosa pur di potersi avvantaggiare delle loro preziose capacità di lavoro; sopperì alla discontinuità territoriale uniformando il più possibile le strutture politiche e amministrative di Kleve, del Brandeburgo e della Prussia. Nella politica estera, egli riuscì a sganciare il Ducato di Prussia dalla Polonia, e nella Guerra d'Olanda (1672-1678) aumentò il proprio prestigio sconfiggendo gli Svedesi, alleati di Luigi XIV e ritenuti imbattibili. Gli Hohenzollern ottennero in seguito il titolo di re di Prussia e diventarono uno dei principali punti di riferimento del mondo germanico.

[modifica] Dispotismo illuminato in Prussia

Federico II (1712-1786), divenuto imperatore nel 1740, per quanto amico di filosofi e filosofo a sua volta, subordinò ogni convinzione personale alla ragion di stato. Entro questi limiti l'opera di Federico II fu comunque assai rilevante. Federico II riaprì l'Accademia delle scienze di Berlino, che suo padre aveva fatto chiudere, non tenne conto della nazionalità dei suoi collaboratori, bensì della loro capacità nelle tecniche, nelle scienze, nell'economia ed in tutte le attività necessarie ad uno Stato. Furono colonizzate nuove terre e furono introdotte coltivazioni più produttive, ma i grandi proprietari terrieri, i cosiddetti Junker, conservarono intatto il loro potere sui contadini, infatti, essi fornivano i quadri dell'esercito prussiano, pertanto l'istituto medievale della servitù della gleba non fu toccato, per non danneggiarli.

La preoccupazione di non rovesciare l'ordinamento della società prussiana si fece sentire anche nelle riforme legislative di Federico il Grande, che col Codice fredericiano attuò non tanto una riforma quanto una razionalizzazione del regime feudale.

Dopo il 1653 non si hanno notizie di convocazioni dei ceti nel Brandeburgo; il che sta a significare che l'assolutismo regio aveva avuto la meglio. In quell'anno in cambio di 530.000 talleri, l'elettore riconobbe privilegi agli Junker, tra i quali il diritto esclusivo a acquisire proprietà e riconobbe la piena giurisdizione e l'esenzione dalle imposte per quella classe. Fu pure unificato il comando sotto von Sparr, e standardizzata la logistica e il finanziamento per opera di Carl Ernst von Platen; von Gumbkow, che successe a quest'ultimo, ampliò ancora le proprie prerogative. La struttura dei distretti di reclutamento fu stabilita su base cantonale nel 1732; già allora era prevista l'obbligatorieta' del servizio militare. Il patto fra monarchia e nobiltà fu quindi peculiare: gli Junker accettarono la monarchia perché offriva loro privilegi nei confronti della borghesia emergente; in cambio, la appoggiarono militarmente.
Perfino i ministri di stato apparivano spesso come dei meri esecutori del volere regio.
Federico II, il campione dell'assolutismo paternalista, ebbe pure il demerito di bloccare l'evoluzione politico-sociale e di cristallizzarla in forme anacronistiche. Il risveglio fu brusco e si ebbe con Jena, dove Napoleone fece letteralmente a pezzi l'esercito prussiano. Già da alcuni anni von Courbière e von Knesebeck avevano proposto alcune riforme in materia militare, ma non avevano ottenuto molto. Le innovazioni nella tecnica militare avanzate in Francia erano state propugnate, nei primi anni dell''800, da Georg Heinrich von Behrenhorst e dal suo allievo Dietrich Heinrich von Bulow ma osteggiate dal più illustre superstite della guerra dei sette anni, von Mollendorff, oltre che da Saldern, Venturini, Massenbach, ancora legati agli schemi federiciani.
Descrizioni della guerra del 1806 si trova in von Lettow-Vorbeck oppure in Leidolph. Per problematiche inerenti il comando vedi Görlitz e per quel che riguarda le resistenze all'innovazione in campo militare anche dopo la sconfitta di Jena vedi Jani.

Questi e altri problemi sono sviscerati con grande acume e ricchissima bibliografia dal Craig.
In particolare molti critici hanno messo in rilievo l'ignoranza del corpo ufficiali.
Stein e Gerhard von Scharnhorst non avevano molto fiducia negli Junker.
Fra i primi Capi di Stato Maggiore Generale si possono rammentare Müffling (1821-29), Krauseneck (1829-48), la cui azione è stata commentata da Bockmann.
Così siamo arrivati alle soglie del breve periodo liberale in Prussia. La prima Dieta unificata fu convocata per l'11 aprile 1847. Il malcontento sociale non poteva essere contenuto più a lungo, tanto che l'apertura della Dieta -che rappresentava il primo anche se timido passo verso una monarchia costituzionale e basata su principi liberali- coincise con la "rivolta delle patate" a Berlino, originata dall'aumento del prezzo dei tuberi.
Poi venne la rivoluzione di Parigi e forte fu la tentazione di rispondere ai fermenti liberali con l'uso della forza: così si pronunciarono il Generaladjutant Leopold von Gerlach e il generale Gustav von Prittwitz (assistente del governatore militare di Berlino, von Ditfurth). Minutoli, capo della polizia, chiese l'aiuto dell'esercito; ne seguirono gravi scontri con i dimostranti, nonostante i consigli di moderazione caldeggiati da von Pfuehl, divenuto governatore militare di Berlino.
Ad aggravare la situazione giunse la notizia della rivoluzione a Vienna.
A Berlino furono erette barricate. Il re era incerto; secondo von Thile era preferibile che si allontanasse dalla città. Mentre Edwin von Manteuffel, aiutante del principe Alberto, voleva che il re rimanesse, e la spuntò. Il re difatti rimase a Berlino, ma dovette piegarsi a molte richieste dei rivoltosi.
La prima assemblea nazionale venne insediata il 22 maggio 1848; come logico in epoca liberale, vi era ampiamente rappresentata la classe media, ma a causa della gracilità in Prussia della borghesia commerciale e imprenditoriale, era composta prevalentemente da funzionari e avvocati.
Inoltre fin dall'inizio era in azione una camarilla reazionaria di cui facevano parte von Gerlach, il generale von Rauch, il conte Dohna, von der Groeben e von Manteuffel. Acceso propagandista di queste posizioni era il tenente colonnello von Griesheim, che pubblicava opuscoli antiliberali.

[modifica] La classe dominante: gli Junker

Passiamo ora a considerare chi fossero gli Junker, la classe dominante in Prussia per così lungo tempo.

Gli storici si sono chiesti spesso come mai una classe sostanzialmente feudale sia riuscita a prolungare il proprio predominio politico fino al XIX secolo, fatto che non si è verificato in quasi nessun altro paese europeo, e certamente non in paesi di una qualche importanza. A me sembra convincente la spiegazione che ne dà Taylor che sottolinea come a causa della scarsa resa delle terre gli Junker fossero costretti a una "instancabile efficienza"; così, essi tagliarono letteralmente l'erba sotto i piedi alla borghesia emergente, peraltro poco robusta e consapevole di sé per le scarsezze del mercato interno.
Taylor evidenzia anche che la Germania non ha di per sé confini ben definiti; certo, non li ha a Est, dove fino a tempi recenti è stata la regola il frammischiarsi di varie popolazioni (non solo tedeschi, ma anche slavi e baltici); pertanto, gli Junker mantennero per secoli la loro funzione primaria, quella cioè di proteggere militarmente la linea dell'Oder e della Vistola. La classe degli agrari fu quindi mantenuta concedendo privilegi, primo fra tutti la preminenza nelle cariche civili e militari.

Si trovano citati prima del 1300:

  • In Brandeburgo: Pfuel, Katte, Itzenplitz, Rochow, Bredow, Jagow, Quitzow, Winterfeld. Nella Neumark: Wedel, Goltz, Marwitz.
  • Nell'Oder occidentale: Rohr, Behr, Romin, Schwerin.
  • Nell'Oder orientale: Zitzewitz, Pirch, Kameke, Dewitz, Eberstein.
  • Nella Pomerania del Sud: Manteuffel, Glasenapp, Lettow.
  • Di origine slava dell'Oder orientale: Puttkamer, Kleist. Slavi originari della Slesia: Brauchitsch, Heydebrand, Rothkirch, Schonaich, Seherr-Thoss, Seydlitz, Aulock, Kessel, Nostitz, Prittwitz, Puckler, Kalckreuth, Schaffgostsch.
  • Della Prussia orientale: Lehndorff, Donhoff.
  • Antiche brandeburghesi: Plotho, Putlitz.
  • Della regione di Thorn: Unruh, Goltz, Zehnen, Blankenburg.
  • Famiglie di Prussi nella Prussia orientale: Saucken, Perbrandt, Bronsant von Schellendorf.
  • Famiglie prusso-tedesche nella Prussia orientale: Dohna, Eulenburg, Schlieben, Donhoff, Egloffstein, Wallenrodt, Truchsess, Lehndorff, Kulmheim, Finckenstein.
  • Baltici: Schreubner-Richter, Rosen, Ungern, Uexkull, Keyserling.
  • Brema: Oldenburg-Januschau.
  • Meclemburgo: Blucher, Moltke, Bulow, Below, Flotow, Bernsdorff.
  • Brandeburgo: Arnim, Bredow, Jagow, Klitzing.

Poiché amministrazione e giustizia erano esercitati da rettori civici (scelti fra nobili e dai nobili) si ribellarono spesso comuni e gilde. Nel complesso la struttura della società era meno feudale che in Occidente: conseguenza della origine coloniale del territorio.
Con la peste che devastò le popolazioni nel 1340 circa, molte terre furono abbandonate, e una serie di cattivi raccolti completò il quadro (1412, 1415-6, 1437-9). Fu emesso un calmiere sui salari dei braccianti, mentre si moltiplicavano le richieste di servizi da parte dell'Ordine e veniva impedito ai contadini di trasferirsi. Con la pace di Thorn, l'Ordine mantenne solo alcuni territori orientali. Verso il 1570 circa metà delle tenute abbandonate erano di nuovo coltivate, anche perché i contadini erano stati trasformati in servi della gleba nel 1526 e il prezzo del grano era triplicato nel corso del secolo. L'Ordine era ormai in piena decadenza; così fu costretto a vendere molti privilegi ai nobili, che li usarono contro i contadini.

[modifica] Il sentimento religioso

In questa cornice di declino dell'Ordine si inserisce con valore di paradigma il dibattito di Costanza (1414-18). Esso fu originato dalla volontà dell'Ordine di proseguire le crociate rivolgendosi contro popoli già cristianizzati come la Polonia e la Russia. L'avvocato dell'Ordine, Wormditt, esordì infatti con un attacco deciso alla Polonia. Il Papa non lo ascolto'; a tal punto che Witold e Wladyslaw, avversari lituano-polacchi dell'Ordine, furono nominati vicari generali. Il portavoce di Wladyslaw, Vladimiri (rettore di Cracovia e allievo di Zabarella), replicò rivendicando la conversione pacifica dei Lituani a opera dei polacchi. Negò che il Papa potesse ordinare l'attacco a una nazione sovrana infedele, tranne che in Terrasanta: in tutti gli altri casi, era una violazione della legge naturale. Né gli infedeli potevano essere convertiti con la forza, altrimenti si violava il libero arbitrio, indispensabile per una conversione sincera. Né l'Imperatore poteva ordinare guerre contro chi stava al di fuori dei confini dell'Impero. Tuttavia, Enrico di Susa aveva sostenuto-sulla base dei Decretali di Gregorio IX (III,34,8) che

  • "…con la nascita di Cristo ogni onore e diritto …erano stati tolti agli infedeli e conferiti ai cristiani".

Vladimiri obiettò che Enrico di Susa aveva torto; è vero che aveva molti seguaci (Giles di Roma, Oldradus, Andrea e Pietro di Anchorano), ma per esempio San Tommaso d'Aquino riteneva inviolabile la proprietà degli infedeli. La guerra giusta doveva evitare alla cristianità, e era giustificabile, solo in caso di pericolo imminente. I poteri papali, inoltre, non erano stati trasmessi agli imperatori. I cavalieri cristiani avevano il dovere di accertare la giustizia della causa per cui combattevano. Il Concilio tergiversò, ma Vladimiri presentò dei Samogizi (che si lagnarono dell'Ordine) e una lettera di Wladyslaw, che si lagnava di non poter combattere i Turchi perché vessato dall'Ordine teutonico. Vladimiri fu duramente attaccato da Domenico da San Gemignano, da Urbach, e dal domenicano Falkenberg, rivendicando la potestà imperiale. Falkenberg ebbe il torto, però, di presentare la controversia alla Sorbona, auspicando l'uccisione di Wladyslaw e dei polacchi in genere. Era troppo, e Falkenberg fu imprigionato per sei anni, anche se riuscì a scampare alla condanna per eresia (per aver difeso il tirannicidio). Un argomento insidioso, a favore della crociata contro i Polacchi fu esposto da Ardecino de Porta, novarese. Nel suo Tractatus sostenne che, poiché Dio aveva concesso ai pagani le loro terre, essi erano obbligati a seguire la sua legge. A tirare le fila della disputa fu un pensatore indipendente, Pierre d'Ailly. Egli ammise che i cristiani potevano servirsi di pagani per condurre una guerra. Definì la guerra giusta se

  • serviva a riconquistare territori cristiani;
  • serviva a reprimere pagani troppo aggressivi, o che disonoravano il Creatore.

In conclusione, Vladimiri, con la sua condotta processuale aggressiva, impedì che vi fossero ritorsioni contro la Polonia. Così Papa Martino riconfermò vicari generali Wladyslaw e Witold, e il senso dellla rinnovata nomina era chiaro: era precluso ogni attacco ai polacchi.
Inoltre, fu svalutata la moneta per l'80% nel secolo quindicesimo(Vossberg F.A. Geschichte der preussischen.Munzel und Siegel,1843,pp.208-210).

[modifica] Parallelo con l'inghilterra

Interessante è istituire un parallelo con l'Inghilterra: lì i nobili furono costretti a fare concessioni, in Prussia divennero più opprimenti; cause simili (ad esempio, la peste, che creava scarsità di manodopera) provocarono effetti opposti. Fosse la scoperta dell'America, che mandò in frantumi la prosperità delle città anseatiche (legate strettamente all'Ordine), fosse la politica protezionistica dell'Hansa, l'est tedesco uscì a pezzi dal 15° secolo. Su questo concordano molti storici; ciò consentì agli aristocratici di conservare il potere.

[modifica] Secolo XIX e XX la crisi dello junkerismo

Nel 1809 il maggiore Ferdinand von Schill del II Ussari di Brandeburgo creò il primo Freikorps, e fu seguito dal barone Adolf von Lutzow.
Scharnhorst, Gneisenau e von Clausewitz attirarono Johann von Yorck nella loro orbita filorussa, e entrarono nell'esercito russo. Fu von Clausewitz a redigere la convenzione di Tauroggen, e Yorck spedì von Seydlitz a ottenere il consenso del re.
La questione dell'insubordinazione di Yorck è stata ampiamente dibattuta ma in genere i commenti sono stati positivi (Von Elze W.Der Streit um Tauroggen. Breslau, 1926).

Ufficiali di Stato Maggiore vennero a affiancarsi a tutti i comandanti (Gneisenau a Blücher, Boyen a von Bülow, Grolman a Kleist, Rauch a Yorck, Clausewitz a Thielmann, Reiche a Zeiten). Gneisenau rimpiazzò Scharnhorst come Capo di Stato Maggiore e ne seguì l'impronta riformista.

Il 10 marzo 1813 il re fondò l'Ordine della Croce di Ferro e il 31 marzo 1814 il feldmaresciallo von Blucher entrava a Parigi. Dopo Waterloo, la Prussia ottenne la Pomerania svedese e mantenne il granducato di Posnania dei territori polacchi. La Prussia si estendeva adesso su una superficie di 278.000 Kmq e una popolazione di 10.000.000 di abitanti. Federico Guglielmo IV fondò una chiesa di Stato, secondo alcuni storici ledendo il principio della tolleranza religiosa; egli era influenzato dalla ideologia conservatrice e poliziesca di F.Stahl, di E.L. von Gerlach, e il suo Kultusminister era J. Eichorn, una specie di alter ego del ministro di polizia. A est in quel periodo si sviluppò il pietismo.

Nel 1850 fu concessa la Costituzione: parlamento alto (Herrenhaus) e basso a suffragio universale ma col sistema delle tre classi.
Joseph von Radowitz cercò di creare uno stato federale, ma l'Austria era ancora troppo forte ed era chiaro che avrebbe impedito ogni riunificazione tedesca; il nuovo cancelliere Otto von Manteuffel dovette piegarsi agli accordi di Olmutz, umiliante per la Prussia. La crisi portò alla nomina di Otto von Bismarck-Schonehause, che condusse a tappe forzate il suo programma di unificazione tedesca con esclusione dei Tedeschi dei Sudeti, del sudest europeo e dell'Austria. Questa soluzione fu chiamata "piccolo-tedesca" e, dopo l'unificazione, cozzò inevitabilmente con le concezioni pangermaniche.
Già all'inizio del XIX secolo lo junkerismo era in crisi; nel 1825 furono sequestrate 112 tenute. Più tardi, avrebbero lottato per mantenere le proprie terre perfino un Oberprasident, Theodor von Schon molti altri, fra cui Jakob von Auerfeld.

La crisi più grave delle tenute sopravvenne fra 1882 e 1895: furono vendute all'asta circa 1000 proprietà tra 100 e 1000 ettari. I conti Finckenstein-Gilgenburg persero un totale di 32 tenute; gli Hindenburg ne mantennero una.

Il Bund dei Landwirte (Unione dei proprietari terrieri) comprendeva Elard von Oldenburg-Januschau, l'Oberprasident Adolf von Batocki, e wolfgang Kapp. Alcuni Junker vagheggiarono uno Stato posto fra Germania e Polonia (il conte Hans von Oppersdorff). Nel 1930, il ministro Schange-Schoningen calcolava che 600.000 ettari fossero stati ipotecati al 150% del loro valore e altri 1.215.000 al 100%.
Il successore, Magnus von Braun, sostenne che l'est avesse il 40% in meno di strade rispetto alla Vestfalia, e il 60% di ferrovie in meno rispetto alla Renania.

A Posen, sotto il cancelliere Caprivi, il barone Hugo von Wilamowitz-Mollendorf fu abbastanza favorevole ai polacchi; l'espulsione di polacchi e ebrei dalla Polonia prussiana del 1883 fu criticata anche dal generale slesiano Hans von Schweinitz.

Nel 1913 il 32% del corpo ufficiali era nobile, i ¾ dei generali appartenevano all'antica nobiltà. Il più famoso reggimento delle guardie era l'Erster Garde-Regiment zu Fuss; la sua 1° compagnia(Leibkompagnie) aveva le funzioni di guardia reale. L'Infanterie Regiment 9 era quello forse col più alto tasso di ufficiali nobili. Molto noti anche gli ulani di Pomerania, dove prestò servizio von Schwerin-Krosigk.

Nel 1932 il generale von Beck era ancora contrario alla guerra corazzata.

Seekt esautorò i generali reazionari in occasione del putsch di Kapp (Maercker, Esdorff, Lettow-Vorbeck).Il colonnello urt von Hammerstein-Equord si rifiutò di seguire il suocero, il generale von Luttwitz. Ciò dimostra che l'obbedienza prussiana non era come quella "dei cadaveri". Il barone Jesko von Puttkamer ricordò un ufficiale a Koniggratz: "Signore, questo è il motivo principale per cui il re di Prussia l'ha fatta ufficiale di campo, perché lei sapesse quando non doveva eseguire un ordine!".

[modifica] Note

  • 1 ^  Marija Gimbutas, The Balts - Thames & Hudson, London, 1967
  • 2 ^  Toporov e Trubachev, Analisi linguistica dei nomi di fiumi nel bacino dell'alto Dnepr
  • 3 ^  Orderico Vitale, Historia ecclesiastica
  • 4 ^  Cosma di Praga, Chronica Bohemorum
  • 5 ^  Carsten Francis L.- Oxford, The Origins of Prussia, Oxford University Press, 1954
  • 6 ^  De Curzon H. La Règle du Temple, Parigi, 1886.

[modifica] Amministrazione della Prussia al 1914

Prussia 1905
La Prussia nel 1905

La Prussia era divisa in 12 (14) province:

  1. Prussia orientale, capitale Königsberg
  2. Prussia occidentale, capitale: Danzica
  3. Città capitale di Berlino
  4. Brandeburgo, capitale: Potsdam
  5. Pomerania, capitale: Stettino
  6. Posnania, capitale: Poznań
  7. Slesia, capitale: Breslavia
  8. Sassonia (oggi Sassonia-Anhalt), capitale: Magdeburgo
  9. Schleswig-Holstein, capitale: Kiel - acquisita nel 1864
  10. Provincia di Hannover, capitale: Hannover - acquisita nel 1866
  11. Westfalia, capitale Münster
  12. Assia-Nassau, capitale: Kassel - acquisita nel 1866
  13. Renania, capitale: Coblenza
  14. Hohenzollern, capitale: Sigmaringen parte della Renania

Le 12 province comprendevanp Reggenze o Presidenze (Bezirke) a loro volta suddivise in Circoli (Kreise). Ogni provincia aveva un parlamento eletto dai circoli.

[modifica] Voci correlate

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