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Maria Callas - Wikipedia

Maria Callas

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Maria Callas (New York, 2 dicembre 1923 - Parigi, 16 settembre 1977) è stata una famosa cantante lirica (soprano), di ascendenze greche, statunitense di nascita, cittadina italiana dal 1949 grazie al matrimonio con l'industriale veronese Giovan Battista Meneghini, e naturalizzata cittadina greca nel 1966.

Indice

[modifica] Nome e data di nascita

Per quanto riguarda le forme del nome, per esteso esso è Cecilia Sophia Anna Maria [in gr.: Μαρία Άννα Σοφία Καικιλία] Callas. Il cognome originario del padre, Καλογερόπουλος [pr. Kaloieròpulos], fu da questi semplificato in Callas al suo arrivo negli USA, secondo un procedimento consueto tra gli immigrati che portavano cognomi di troppo difficile pronuncia. Durante l'adolescenza la C. si firmava d'abitudine Mary Ann Callas; in casa era chiamata Annamaria. La C. riprese il cognome greco tra il 1935 e il 1945, per volontà della madre, quando tornò nel paese d'origine della famiglia; secondo le consuetudini greche, il cognome nel caso delle donne assume il genitivo: Καλογεροπούλου, pr. Kaloieropùlu. Ai suoi esordi in Italia fu utilizzata la grafia Kallas; e Marie Calas fu l'effimero nome d'arte [non da lei scelto] di cui fece uso per qualche performance statunitense nel 1946.

Per quanto riguarda la data di nascita, ci sono state diverse incertezze tra il 2, il 3 e il 4 dicembre, ma dipendono probabilmente da un lapsus memoriae della madre. Il registro dell'anagrafe riporta il 3, il passaporto il 2, mentre sia la madre che lei concordavano sul 4: data di cui la Callas non era sicura ma che prediligeva perché giorno di Santa Barbara, santa pugnace e combattiva che sentiva a sé congeniale. Oggi è assodato che la data esatta fosse il 2.

[modifica] Il personaggio

Contribuì con le sue interpretazioni alla riscoperta del repertorio italiano della prima metà dell'Ottocento, in particolare Vincenzo Bellini e Gaetano Donizetti, di cui seppe dare una lettura personale, in chiave tragica e drammatica, anziché puramente elegiaca. Tra i suoi cavalli di battaglia vi furono Norma, I puritani e La sonnambula di Bellini e Lucia di Lammermoor di Donizetti, Traviata di Verdi, Gioconda di Ponchielli e Tosca di Puccini.
Si dedicò inoltre con successo alla riscoperta di titoli usciti di repertorio quali Armida e Il turco in Italia di Rossini, Il pirata di Bellini, Anna Bolena di Donizetti, Alceste e Ifigenia in Tauride di Gluck e La Vestale di Gaspare Spontini, sia pure senza rigore filologico, com'era nella prassi dell'epoca, ossia tagliando e talvolta ritoccando le linee vocali. Un ruolo indissolubilmente legato al suo nome è quello di Medea di Luigi Cherubini.

Secondo alcuni è stata la più grande cantante lirica del '900.

[modifica] Biografia

[modifica] Infanzia. Negli USA (1923-1935)

I suoi genitori, George Kalogeropoulos ed Evangelia Dimitriadou, si sono conosciuti all'università, dove entrambi studiavano farmacia. George Kalogeropoulos era originario del Peloponneso, e di estrazione modesta. Evangelia Dimitriadou nasceva invece da famiglia abbastanza benestante; i suoi genitori, di ascendenze greco-macedoni, si erano trasferiti da Istambul a Stylis, per poi fissare la loro residenza ad Atene. Nella società greca dell'epoca aveva una certa importanza il fatto che i Dimitriadis fossero una famiglia di tradizioni militari. Il matrimonio è insomma in parte male assortito, e motivo di frustrazione soprattutto per Evangelia Dimitriadou. Si sposano nel 1916, stabilendosi a Meligala. Nel giugno del 1917 nasce la primogenita, Yakinthy (più tardi detta "Jackie"). Nel 1920 nasce il loro unico figlio maschio, Vasili, che muore nel 1923, vittima dell'epidemia di tifo che ha colpito Meligala. Questa perdita lascia tracce profonde soprattutto sull'animo della madre, ed è alla base della scelta di trasferirsi negli USA. Sbarcano qui il 2 agosto 1923, e si trasferiscono in un piccolo appartamento di Long Island. George Kalogeropoulos trova lavoro nel settore farmaceutico di un drugstore.

Maria Callas, concepita in Grecia, nasce al Flower Hospital di New York il 2 dicembre, durante una fitta nevicata. Il padre ha già cambiato all'anagrafe "Kalogeropoulos" in "Callas". La madre, che avrebbe voluto un maschio (che avrebbe battezzato Vasili, come il fratellino morto) per quattro giorni rifiuta di vederla, ed esita a lungo a trovarle un nome. La bambina, eccezionalmente robusta, pesa più di sei chili.

Secondo l'usanza della loro religione, la bambina è battezzata a tre anni d'età, nel 1926, presso la chiesa greco-ortodossa di New York. A quest'altezza cronologica sembra già ben avviata alla carriera musicale: se a tre anni ascolta arie d'opera grazie alla pianola del padre e della madre, a quattro si è già arrampicata sul pianoforte, dove comincia a formare le prime melodie. In My daughter Maria Callas Evangelia Dimitriadou sostiene che, quattrenne, la piccola Maria, cantando ignara con le finestre aperte, avesse addirittura costretto gli automobilisti a fermarsi ad ascoltarla incantati, bloccando il traffico.

La famiglia Callas abita ora nel quartiere di Manhattan, nella 192° strada.

Nel 1928, sfuggita al controllo della madre, la piccola Maria tenta raggiungere la sorella Yakinthy, intravista dall'altra parte, attraversando la strada di corsa: un'automobile la colpisce in pieno, trascinandola sotto le ruote per molti metri prima di riuscire a fermarsi. Trasportata sùbito all'ospedale di St. Elizabeth, solo per miracolo la bambina si salva, dopo 22 giorni di coma. E' un fatto al quale sia la Callas che Evangelia Dimitriadou annessero molta importanza. La Callas confessò ad Eugenio Gara che durante il lungo stato d'incoscienza strane musiche le sonassero alle orecchie. La madre, sempre in My daughter Maria Callas, sostiene che dopo l'orribile incidente la Callas sviluppasse un carattere completamente diverso da prima; e fa risalire un "cattivo carattere" che sarà famoso nel mondo, umbratile, ostinato, ribelle, proprio a questa circostanza.

Nell'anno 1929 il padre apre una farmacia nel quartiere di Manhattan. La famiglia vive con un certo decoro, risentendo limitatamente del crollo di Wall Street, grazie soprattutto all'intraprendenza paterna. Maria Callas, che dà segni di grande precocità (a tre anni ascolta le arie d'opera grazie alla pianola dei genitori; a quattro fa già progressi con il pianoforte, strumento per il quale dimostrerà un eccezionale talento), segue una brillante carriera scolastica, e parallelamente, dal 1931, prende lezioni di canto (con una altrimenti ignota "signorina Sandrina", che comunque è la responsabile della sua prima impostazione vocale) e pianoforte. A proposito di questa prima formazione, nonostante le sue notazioni in merito siano state molto laconiche, la Callas ebbe modo di mettere comunque in luce il fatto che già in questa primissima fase qualcosa la porta a quella sorta di 'sincretismo' tra scuole nazionali di cui la sua voce sarà il risultato: la signorina Sandrina infatti le insegna sia il metodo italiano che quello francese (finalizzato a sfruttare le cavità nasali). Per proprio conto (come ricorderà più avanti la stessa interessata) aveva già preso l'abitudine di alternare solo due arie, la Habanera della Carmen e "Io son Titania", dalla Mignon: un'aria di contralto e una di soprano di coloratura.

Di robusta costituzione, sviluppa molto presto un'importante disfunzione ghiandolare, che la porterà ad un'abnorme crescita di peso, dalla quale non si libererà completamente prima del 1953. Nel 1935 i genitori si separano e la madre, ritornata in Grecia, riassume il cognome Kalogeropoulos.

[modifica] In Grecia (1935-1945)

È ammessa al Conservatorio di Atene e studia con Maria Trivella. Si diploma in canto, pianoforte e lingue.
L'11 aprile 1938 partecipa ad un concerto-saggio con altri studenti. Il 2 aprile 1939, interpreta in forma concertante Santuzza in Cavalleria rusticana, la sua prima opera completa, vincendo il premio che il Conservatorio mette in palio. Comincia così quella luminosa carriera che le farà guadagnare l'appellativo di Divina.

È un susseguirsi di interpretazioni: le musiche di scena de Il mercante di Venezia al Teatro Reale di Atene, è Beatrice in Boccaccio di Suppé al Palais Cinéma; nei quattro anni successivi (dal 1942 fino al settembre 1945) canterà Cavalleria rusticana, Fidelio, Der Bettelstudent ("Il principe studente", di Millöcker), la sua unica interpretazione (Smaragda, 1943 e '44) di un'opera contemporanea, Ho protomastoras ("Il capomastro", di Manolis Kalomiris, da un dramma di Nikos Kazantzakis), Tiefland di Eugene D'Albert e Tosca. Il momento di gran lunga più importante della sua carriera greca, tutt'altro che trascurabile per la sua preparazione, è decisamente il Fidelio. La C. fu chiamata all'ultimo momento per sostituire una cantante impreparata; Elvira de Hidalgo sosterrà (in un'intervista a "Life" del 1955), che per la prodigiosa memoria della Callas era del tutto normale assimilare tutte le parti di un'opera anche difficile in meno di una settimana: una dote di cui darà prova nel corso della carriera in Italia. L'Arena di Erode Attico, come gli altri più importanti organismi di Atene, erano al momento in mano all'occupante nazista. La Callas, diplomata in italiano, spagnolo e francese, non conosceva il tedesco, e lo studiò appositamente con insegnanti greci, evitando accuratamente di venire in contatto con i tedeschi di stanza. Grazie alla sua lettura, la recita del dramma beethoveniano della libertà acquisì, in un clima di tensione spasmodica, un'enorme valenza allusiva alle condizioni attuali della Grecia, pur non risparmiandole (soprattutto per iniziativa della cantante sostituita) accuse di collaborazionismo per aver cantato sotto la direzione tedesca dell'Opera di Atene. E' peraltro noto che la Callas, la madre e la sorella nascondessero in casa alcuni militari inglesi; circostanza relativamente alla quale non manca un episodio toccante, sembra reale, che vedrebbe la Callas improvvisare "Vissi d'arte" al pianoforte durante un'ispezione fascista; i militari, distratti dal suo canto, avrebbero desistito da più approfondite indagini. Singolarmente numerose e particolareggiate le testimonianze di conoscenti circa la condotta della Callas nei difficili anni della guerra: impegnata a mantenere sé e la famiglia con i più disparati mestieri, si adeguò a cantare in tutti i locali, anche di infimo ordine (compreso il postribolo di piazza Omonoia), svolgendo nel frattempo lavori pesanti, e per un certo periodo fungendo da interprete presso l'ambasciata inglese, ma non piegandosi mai ai più bassi commerci.
Musicalmente, sono molto interessanti i numerosissimi concerti, dove oltre alle arie tradizionali e ai canti popolari greci alterna alcuni brani, all'epoca di raro ascolto, di quello che sarà il suo repertorio più tipico. Un aneddoto non verificabile vuole che la Callas abbia addirittura cantato da sola il duetto Otello-Desdemona, dall'Otello di Gioachino Rossini, alternandosi nelle due parti sia come soprano che come tenore.
Nel 1945 tiene l'ultimo, acclamato concerto ad Atene, concludendo un settennio prezioso per l'intensa esperienza accumulata e i successi mietuti.

[modifica] Negli USA (1945-1947)

Ritorna a New York, dove trascorre parte del 1945, tutto il 1946 e i primi mesi del 1947; qui riassume il cognome di Callas. La sua decisione è certamente influenzata dalle durissime condizioni della Grecia coinvolta nel secondo conflitto mondiale e dal desiderio di ritrovare il padre; ma più di tutto conta il consiglio di Elvira de Hidalgo, che l'ha spinta a raggiungere l'Italia, l'unico paese in cui una cantante con i suoi mezzi possa avere una vera consacrazione. Tuttavia la Callas esita per lunghi mesi: non raggiungerà l'Italia che a liberazione avvenuta, nel 1947. Nel frattempo, a New York, nel mese di dicembre, ottiene un'audizione al famoso Metropolitan Opera Theater, ma con risultato nullo; le furono infatti proposti Madama Butterfly e Fidelio; per la prima parte, oltre alla perplessità di sempre nell'affrontare ruoli pucciniani, la Callas si sentiva fisicamente fuori ruolo; e declinò l'offerta del Fidelio perché non si sentiva di cantarlo, come le era richiesto, in inglese.

Parallelamente, continuò a studiare canto, perfezionando la sua tecnica. Conobbe il sedicente agente teatrale Eddie Bagarozy, da cui fu ingaggiata per cantare Turandot a Chicago nel gennaio del 1947, con una nuova compagnia che, però, fallì miseramente: Bagarozy si rivelerà un imbroglione. La moglie di costui, il soprano italoamericano Louise Caselotti, ha sostenuto fino ad anni recenti di aver addirittura dato "lezioni di canto" alla Callas. Quello che è certo è che Bagarozy, che aveva già avuto molti problemi col fisco ed era stato più volte denunciato per quella che l'ordinamento statunitense definisce "frode postale", aveva coinvolto la Callas e altri cantanti (tra cui il famoso basso italiano Nicola Rossi Lemeni) in un'iniziativa che non sarebbe mai giunta in porto, scappandosene, molto prosaicamente, con le prevendite e la moglie. La Callas, un po' invaghitasi del truffatore, aveva purtroppo commesso l'imprudenza di firmare un contratto-capestro che prevedeva il versamento al suo "agente" del 10% di ciascun proprio incasso. Anni dopo, quando la Callas sarà ormai all'apice della carriera e della ricchezza, Bagarozy le intenterà causa cercando di far valere un contratto divenuto una miniera d'oro, e mai fino allora scisso.

[modifica] In Italia (1947)

Grazie a Nicola Rossi Lemeni viene in contatto con Giovanni Zenatello, direttore artistico dell'Arena di Verona. Zenatello, incantato dalla sua voce, la ingaggia per La Gioconda. Il 27 giugno 1947 la Callas arriva a Napoli e da lì si reca a Verona per provare la parte. Qui incontra Giovanni Battista Meneghini, grande appassionato di opera lirica, e possessore di una fiorente industria di laterizi. Il debutto all'Arena di Verona non fu più che un buon successo, accompagnato da critiche benevole.

[modifica] La consacrazione (1948-1950)

L'anno successivo è a Firenze dove canta nella Norma di Vincenzo Bellini, suo ruolo di riferimento. Ma in questo primo periodo della sua carriera italiana la Callas, nel frattempo seguìta e molto spesso diretta da Tullio Serafin, è come confinata in un repertorio non congeniale, basato su ruoli wagneriani (che non ama, come La valchiria, Parsifal, Tristano e Isotta) e su Turandot e Aida, eseguiti in molte città italiane con ottimo successo di pubblico e di critica. Ma è ancora una cantante di "nicchia", per intenditori, non molto nota al grande pubblico. La svolta della sua carriera avviene in modo del tutto fortuito e casuale: il 19 gennaio 1949 infatti viene chiamata all'ultimo momento a sostituire il soprano Margherita Carosio, indisposta, nel ruolo di Elvira de I puritani alla Fenice, dove era stata scritturata per "La Valchiria" di Wagner. Fu un successo memorabile, benché un critico, acidamente, notasse che, dopo l'impiego di una cantante wagneriana per una parte tradizionalmente ritenuta "leggera" la prossima volta si sarebbe potuto far cantare Gino Bechi nella parte di Violetta (La Traviata).
Sebbene più anziano di lei, accetta di sposare Meneghini. Rifiutandosi la Callas, greco-ortodossa, di convertirsi al cattolicesimo, il matrimonio, tra il civile e il religioso, è celebrato in una sagrestia, in totale solitudine, a parte la madre di Meneghini. Meneghini lascia la guida della ditta ad alcuni suoi parenti, dedicandosi da quel momento in poi alla carriera della Callas in qualità di suo agente.

[modifica] L'ingresso alla Scala (1951)

Molto faticoso il suo ingresso alla Scala. La sua unica occasione, finora, era stata un'Aida (1950) in sostituzione di Renata Tebaldi indisposta, accolta con perplessità per via della resa scenica e dello "strano" timbro vocale. Da notare una certa ostilità della critica, soprattutto da parte di Teodoro Celli, che in brevissimo tempo diventerà uno dei suoi più grandi e consapevoli estimatori. Sovrintendente del teatro era allora Antonio Ghiringhelli, direttore artistico Victor De Sabata. Colleghi come Mario Del Monaco e Giuseppe Di Stefano, con lei coinvolti nelle trionfali tournées sudamericane della Scala, riuscirono a far breccia. Le tensioni con Antonio Ghiringhelli, che aveva pianificato il periodo della propria sovrintendenza sul cosiddetto "star system", che avrebbe dovuto avere come punte di diamante Renata Tebaldi, Mario Del Monaco, Giulietta Simionato ed Ettore Bastianini (tutti cantanti sotto contratto con la Decca di Londra, la diretta rivale della EMI), non sarebbero mai cessate. La Callas non solo riuscì a fare della sua permanenza alla Scala un "dodicennio d'oro" parallelo a quello di Toscanini, ma spezzò l'artificioso equilibrio creato dalla sovrintendenza, ponendosi (per volontà dei colleghi stessi) a capo del quartetto principale, sdoppiandosi per giunta in due diversi cast stellari (anche per ragioni di esclusività discografica), collaborando sia con Mario Del Monaco che con Giuseppe Di Stefano, sia con Giulietta Simionato (sua grandissima amica) che con Fedora Barbieri, sia con Ettore Bastianini che con Tito Gobbi, anche lui grande cantante-attore. Parimente, l'appoggio garantito da Wally Toscanini suonava come una sorta di 'benedizione' da oltreoceano da parte di Arturo Toscanini. La Tebaldi, sentendosi tradita, preferì ricrearsi un equilibrio congeniale negli USA, ciò che non impedì l'accendersi di una rivalità a distanza, fomentata soprattutto dalla stampa (e, dichiaratamente, dalla stessa Renata Tebaldi, per motivi pubblicitari); tuttavia anche quella parziale finzione era rivelatrice dello scontro di due opposte visioni del melodramma: da una parte una concezione 'riposante' e nostalgica, dall'altra il massimo impegno tecnico, espressivo, drammaturgico, e la persuasione profonda dell'importanza di un genere fino a quel momento ritenuto solo popolare.

[modifica] Gli anni d'oro: 1951-1957

Comincia così la sua folgorante carriera: inaugura la stagione lirica alla Scala di Milano nel dicembre del 1951 ove trionfa in un tripudio di applausi e di richieste di "bis" con I vespri siciliani e continuerà a mietere grandi successi interpretando le più grandi figure femminili della lirica: da Norma a Lucia di Lammermoor, ad Anna Bolena a Medea.

Ritorna all'Arena nel 1952 con il nome di Maria Meneghini Callas, cantando in Traviata e Gioconda (1952), Trovatore e Aida, e in Mefistofele nel 1954.

Si apre anche la strada della discografia: la EMI le offre un ottimo contratto e la Callas inizia ad incidere una serie di opere di successo, tra cui Lucia di Lammermoor di Donizetti, Norma, Tosca, Manon Lescaut, La sonnambula. Nel frattempo si esibisce in tournée in prestigiosi teatri quali l'Opera di Chicago, il Metropolitan di New York, il Covent Garden di Londra.

Nel 1953 affronta per la prima volta, al Maggio musicale fiorentino, la Medea di Luigi Cherubini, il ruolo più suo, specialmente considerando che la Callas adattò ai propri debordanti mezzi una versione particolarmente impervia dell'opera, con i numeri originali dell'opéra comique originaria di Cherubini e i recitativi musicati nel XIX secolo da Ignaz Lachner. Nessuna ripresa di quest'opera più aderente all'originale cherubiniano ha avuto modo di destare altrettanta impressione.

Siamo ormai al 1954 e Maria Callas, che come soprano, aveva una discreta corporatura, inizia una drastica dieta che le fa perdere in poco tempo circa 30 chilogrammi. Mentre la sua figura cambia drasticamente, la sua voce, ormai matura, raggunge i livelli di perfezione che ancora oggi sono inimitabili; canta in Norma, La Traviata e Lucia di Lammermoor a Chicago; a dicembre è a Milano ad inaugurare la stagione lirica con La vestale, va a New York ove canta Norma, Tosca e di nuovo Lucia di Lammermoor.

[modifica] L'incontro con Onassis

Nel 1957, ad un ricevimento a Venezia, incontra per la prima volta Aristotele Onassis e quest'anno segna anche l'inizio di una fase critica della sua carriera. A Roma, ad una serata di gala alla presenza di alte autorità quali il Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi, dopo il primo atto di Norma, la Callas accusa un malore e interrompe la recita. Nel maggio dell'anno successivo entra in conflitto con il sovrintendente della Scala di Milano, Antonio Ghiringhelli; nel novembre, per prese di posizione giudicate inaccettabili da Rudolf Bing, direttore del Metropolitan Opera, è soggetta alla rescissione del contratto e dimessa da quel teatro. Nell'anno 1959 viene invitata, insieme al marito, da Onassis sul suo yacht Christina per una crociera insieme a Winston Churchill, alla famiglia Agnelli e ad altre personalità del gotha internazionale: alla fine della crociera Aristotile e Maria sono ufficialmente amanti. La Callas si separa e poi divorzia da Meneghini, abbastanza tempestosamente, dopo poco tempo. In realtà è da qualche tempo che meditava di por fine al matrimonio, per diverse cause dovute proprio a Meneghini (innanzitutto i continui tradimenti e la sottrazione sistematica di denaro della Callas a favore dei propri parenti).

Taluni favoleggiano che la Callas abbia dato alla luce un figlio, morto quasi subito; non è escluso che abbia avuto un aborto, ma la Callas, secondo quanto testimonia Meneghini, era impossibilitata ad avere figli a causa di una malformazione congenita dell'utero.

[modifica] Il declino (1958-1965)

Le sue condizioni vocali, a partire dal 1958, mostrano chiari segni di logoramento, dovuti al superlavoro, alle tensioni dovute alle infinite azioni giudiziarie intentate e subite, al peggiorare delle condizioni fisiche (sempre state assai precarie) e alle difficoltà di imporre la propria arte. Già dal 1959 dirada vistosamente gli impegni. Nel 1961, con linea vocale cospicua ma intaccata da un forte vibrato inaugura la Scala nella parte non protagonistica di Paolina nel Poliuto di Gaetano Donizetti. Nel 1964, dietro forti insistenze di Franco Zeffirelli canta in Tosca al Covent Garden di Londra e successivamente Norma a Parigi. Ha maggior successo la pur affaticata Tosca, meno impegnativa vocalmente; è inoltre coadiuvata dal grande collega e amico Tito Gobbi. Nel 1965 decide di ritornare sulle scene e canta Tosca a New York: il ritorno è trionfale; la Callas sembra aver ritrovato lo splendore degli anni precedenti e ciò la induce a cantare cinque recite di Norma a Parigi, ma sia la voce che il fisico non reggono, tanto che il 29 maggio termina la scena dell'atto II del tutto sfinita e l'ultima scena viene annullata.

[modifica] Gli ultimi anni (1966-1977)

Si era impegnata con il Covent Garden di Londra per quattro rappresentazioni di Tosca, ma ne tiene solo una: quella di gala; è costretta a rinunciare a tutte le altre dietro ordine del suo medico personale per problemi fisici. Questa è l'ultima volta che la Callas canta in un'opera. La sua vita privata non è migliore, in questo periodo, di quella artistica: Onassis non solo non vuol saperne di sposarla, ma nel 1968 incontra e sposa Jacqueline Kennedy, la vedova di John Fitzgerald Kennedy, presidente degli Stati Uniti d'America assassinato a Dallas.
Il mondo per la Callas crolla: si susseguono periodi di depressione alternati a momenti di euforia, quando ha occasione di tornare variamente alla ribalta: nel 1970 è la protagonista del film Medea di Pier Paolo Pasolini.

[modifica] L'ultima tournée con Giuseppe Di Stefano (1973-'74)

Nel 1973 inizia un tour mondiale insieme a Giuseppe Di Stefano, che si conclude nel 1974 a Sapporo in Giappone. Sarà la sua ultima esibizione in pubblico. Seguendo i consigli di Giuseppe Di Stefano, la Callas tenta di riorganizzare l'assetto vocale aprendo la gola e puntando sull'intatto registro di petto. Nonostante non sia naturalmente in grado di tornare agli antichi fasti, affiancata da un collega amico e sostenuta dall'incoraggiante amore dei pubblici via via incontrati, riesce a recuperare abbastanza da concludere la tournée (a Seul in Corea) in condizioni vocali nettamente migliori rispetto a dieci anni prima.
Durante la tournée, l'amicizia con Giuseppe Di Stefano, compromessa da problemi familiari del tenore, s'incrina. La Callas si ritira nella sua casa di Avenue Georges Mandel 36 a Parigi, evitando contatti con conoscenti e amici; nemmeno Giuseppe Di Stefano, Giulietta Simionato, Fedora Barbieri riescono ad avvicinarla. Gli ultimi anni della sua vita sono funestati da una serie di lutti: nel marzo del 1975 Onassis muore dopo essere stato operato alla cistifellea; il 2 novembre dello stesso anno Pier Paolo Pasolini muore assassinato; il 17 marzo 1976 si spegne Luchino Visconti.

[modifica] La morte (16 settembre 1977)

Il 16 settembre 1977, intorno alle 13.30, la Callas muore. Nonostante sia stato varie volte ripetuto, è assai improbabile che abbia commesso suicidio; le sue condizioni fisiche erano da tempo estremamente compromesse. Il referto medico indica l'infarto come causa del decesso. Molto meno chiaro è tutto il contorno, e quali siano state le responsabilità dell'oscura pianista greca Vasso Devetzi, sorta di 'dama di compagnia' stabilitasi in casa sua negli ultimissimi anni, della sorella, Yakinthy Callas, e della madre, Evangelia Dimitriadou. Esecutore testamentario risultò alla fine, grazie ad un documento degli anni Cinquanta, Giovan Battista Meneghini, che, in morte, lasciò a sua volta la cospicua eredità della Callas alla propria governante, o compagna, Emma Brutti. Vivo è il sospetto che le sue ceneri siano andate perdute durante la loro permanenza al cimitero Père Lachaise di Parigi. Non esiste prova che avesse espresso la volontà di farle disperdere nel Mar Egeo, né che le ceneri sparse in mare dal sindaco ateniese durante una cerimonia siano effettivamente le sue.

[modifica] Caratteristiche vocali-interpretative

La Callas, per la quale fu riesumata la definizione di soprano drammatico di agilità, categoria vocale in cui rientravano le primedonne ottocentesche (Maria Malibran, Giuditta Pasta) per cui i principali ruoli belliniani e donizettiani furono scritti, rientra solo in parte in questa categoria.

Aveva in natura un timbro assai scuro di contralto, con alcune note acute di soprano: con l'esercizio e la tecnica, servendosi di due passaggi di registro, era giunta a compattare la gamma, che andava dal registro grave del contralto al fa sovracuto (fa5), nota di soprano leggero; anche i sovracuti erano emessi con lo stesso volume delle note medie.

Come hanno notato unanimemente tutti i critici dell'epoca, il timbro presentava, come quello delle sue antesignane ottocentesche, disuguaglianze timbriche, che tuttavia conferivano inedita (e ineguagliata) varietà alla linea melodica, consentendo un gioco espressivo estremamente frastagliato. Il timbro rimane l'aspetto più contestato della sua vocalità; come notò tra i primi Giacomo Lauri Volpi in veste di critico, la sua arte era fondata sui forti contrasti, tra momenti di abbandono estatico e violente accensioni retoriche, durante i quali in specie nell'enorme registro acuto e sovracuto le note acquisivano una specie di fosforescenza e di inaudita violenza; il registro centrale, o medium risonava spesso velato, a causa dell'intensivo ricorso al falsetto, per sottolineare smarrimento o debolezza del personaggio, mentre le note gravi potevano essere considerate troppo brutali, o viriloidi. Per queste caratteristiche si è spesso parlato delle "tre voci" di Maria Callas. Secondo la testimonianza di Walter Legge, la Callas doveva la particolarità del suo timbro "imbottigliato" ad una conformazione non comune dell'arco palatale, che si sarebbe presentato come un arco a sesto acuto, e non a tutto sesto come nella gran parte delle persone. Risonando nella cavità facciale, secondo le prescrizioni belcantistiche, cioè immascherandosi, la voce non acquisiva il consueto squillo, ma trasparenza e luminescenza particolarissime; uno strumento dalle qualità timbriche di inedita astrazione, capace di un legato dalla linea ineguagliabilmente pura e compatta.

Grazie alla tecnica agguerrita era in grado di spiegare vocalizzi di grande precisione a piena voce. All'epoca una parte del pubblico era ancora incline a identificare il canto di coloratura con una certa frivolezza, ciò che indubbiamente la frenò dall'esibire compiutamente le sue doti; altre cantanti, soprattutto Joan Sutherland e Cristina Deutekom, come soprani lirico-drammatici, hanno trasceso le sue prestazioni in questo senso (benché il belcanto non debba essere identificato, a rigori, con l'agilità); ma già all'epoca Rodolfo Celletti notò che la vocalizzazione della Callas in linea di massima era più lenta (ma non sempre) rispetto a quella dei soprani leggeri; ma nel quadro di interpretazioni che prediligevano comunque tempi piuttosto dilatati.

L'arte della Callas è comunque un fatto molto più complesso, coinvolgendo anche l'aspetto scenico delle parti che interpretava e portando ad una sintesi del tutto inedita tra canto e recitazione. Fu la prima cantante lirica ad interessare registi importanti all'opera; a parte gli esperimenti del Maggio musicale fiorentino (Armida di Rossini, con le scene di Alberto Savinio e le coreografie di Léonide Massine, 1952), hanno avuto importanza storica le collaborazioni con Luchino Visconti (che la considerava la più grande attrice vivente) alla Scala, e quelle successive con Franco Zeffirelli, Margherita Wallmann, Alexis Minotis. Le sue interpretazioni hanno riportato il melodramma all'epoca d'oro, come notarono i critici (Teodoro Celli, Rodolfo Celletti, Eugenio Gara, Massimo Mila); ma soprattutto lo reinserì a pieno diritto (come segnala l'interesse dimostrato per la sua arte da parte di Eugenio Montale, Mario Praz, Ingeborg Bachmann, Luchino Visconti, Pier Paolo Pasolini, Federico Fellini e moltissimi altri) tra le espressioni artistiche più alte, facendone quasi un genere d'attualità, in grado di rinnovarsi incessantemente e attirare un pubblico molto più giovane nei teatri, nonché di fornire spunto ad analisi critiche ed estetiche molto complesse (come dimostra il dibattito che coinvolse anche Mario Praz ed Ettore Paratore circa la sua Medea cherubiniana).

[modifica] Fortuna

La Callas diede nuovo impulso alla riscoperta di titoli desueti, al miglioramento delle scuole di canto, e alla maturazione di una nuova consapevolezza tecnica da parte dei cantanti. Fu anche oggetto di imitazione diretta, fino ad anni molto recenti; sue "epigone", tra le altre, Elena Suliotis, Lucia Aliberti, Tiziana Fabbricini.

Su tutt'altro piano si collocano tutte quelle cantanti che ne hanno ripreso la lezione. Tra esse, anche per i rapporti diretti intrattenuti con la Callas, spiccano Joan Sutherland e Montserrat Caballé. Una sorta di sua "erede" fu considerata, almeno in una fase iniziale, Leyla Gencer, che ne rilevò alla Scala e altrove i ruoli principali quando sopravvenne il declino.

Stando alle vendite dei dischi, Maria Callas è a tutt'oggi la cantante lirica più nota e amata al mondo.


[modifica] Bibliografia

Vedi anche:

  • R. Benedict Gagelmann e a., Maria Callas Bibliography. January 2000. The Maria Callas International Club, Nijmegen 1999

[modifica] Scritti di Maria Callas

Della Callas rimangono molte lettere personali (al marito Giovanni Battista Meneghini e al padrino Leonidas Lantzounis innanzitutto), memoriali inviati a riviste e giornali, ecc. Talune parti dei suoi carteggi, e in particolare alcune delle numerosissime lettere inviatele da Elsa Maxwell, compromettenti per molte personalità, sono state distrutte in parte dalla stessa Callas, in parte da suoi esecutori testamentari. Negli ultimi anni della sua vita tenne uno scarno diario, di cui Renzo Allegri riporta alcuni stralci in Callas by Callas (v. bibliografia più sotto). Un posto a parte, tra i suoi carteggi, occupano diverse lettere insultanti o minatorie, la gran parte anonime, che la Callas custodì gelosamente fino alla fine dei suoi giorni (alcune di esse, le meno impubblicabili, si trovano ne La vera storia di Maria Callas, anch'essa di Renzo Allegri, v. sotto).

Ma l'opera più significativa consegnata alla carta stampata rimane la sbobinatura delle lezioni (le famose Master classes) che tenne alla Juilliard School nel 1972:

  • John Ardoin (cur.), Callas at Juilliard. The Master Classes. Knoff, New York 1987

[modifica] Lessici

Cenni biografici su Maria Callas sono presenti su tutti i lessici musicali esistenti. Si indicano qui di séguito solo i lessici contenenti voci particolarmente meritevoli o per l'estensione o per il loro valore di riferimento.

  • Grove's Dictionary of Music. Fifth edition by Eric Blom. London, Macmillan & Co. Ltd. / New York, St. Martin's Press, 1954. Vol. II
  • Current Biography Yearbook 1956 (n° LXX). Edited by Marjorie Dent Candee. New York, The H. W. Wilson Company 1956.
  • François-Lesure Michel / Vladimir François-Féodorov, Encyclopédie de la musique. Paris, Fasquelle 1958. Tome premier, A-E.
  • Hugo Riemann, Musik-Lexikon. Zwölfte völlig neubearbeite Auflage in drei Bänden herausgegeben von Willibald Gurlitt. Mainz / London / New York / Paris, B. Schott's Söhne. Band 1: Personenteil A-K, 1959.
  • Enciclopedia universal ilustrada Europeo-Americana. Suplemento anual 1959-1960. Madrid, Espesa Calpe S. A.
  • K. J. Knisch / Leo Riemens, Unvergängliche Stimmen. Kleines Sängerlexikon. Bern / München, Francke Verlag, 1962.
  • Internationale Bibliographie des Zeitschriftliteratur aus allen Gebieten des Wissens (IBZ), herausgegeben von Otto Zeller, Osnabrück. Felix Dietrich Verlag. Früher: Abt. A -- Bibliographie der deutschsprachigen Zeitschriftenliteratur ab 1896 (bd. 1) bis 1964 (bd. 128)
  • Rodolfo Celletti (dir.), Le grandi voci. Dizionario critico-biografico dei cantanti con discografia operistica. Roma, Ist. per la collaborazione culturale, 1964.
  • Horst Seeger, Musiklexikon. Leipzig, VEB Deutscher Verlag für Musik, 1966. Band 1: A-K.
  • Guido M. Gatti / Alberto Basso, La musica. Parte seconda: Dizionario. Torino, UTET, Tomo V, A-Kyu, 1968.
  • Günter Pössiger, Die Grossen Sänger und Dirigenten. Kurzbiographien der bedentendsten Sänger und des führenden Dirigenten, unserer Zeit mit den wichtigsten persönlichen Daten, Angaben über Ausbildung und künstlerische Entwicklung, über Stimmlage, Glanzpartien, Opernhäuser und internationale Erfolge. Um fangreiche Schallplattenhinweise auf liferbare historische und moderne Aufnahmen. Mit 55 Porträt - und Bühnen-fotos. Originalausgabe. München, Wilhelm Heyne Verlag, 1968.

[modifica] Biografie

  • Evangelia Callas, My daughter Maria Callas. Fleet, New York 1960.
  • Stelios Galatopoulos, Callas la Divina. Art that Conceals art-Cunningham, Londra 1963.
  • Roland Mancini / Jean-Louis Caussou, Maria Callas. Sodal, Parigi 1964.
  • Camilla Cederna, Chi è Maria Callas. Longanesi, Milano 1968.
  • Jacques Lorcey, Maria Callas. PAC Editions, Parigi 1977.
  • Denis Goise, Maria Callas, la Diva scandale. Guy Authier, Parigi 1978.
  • Pierre-Jean Remy, Callas. Une Vie. Editions Ramsay, Parigi 1978.
  • Steven Linakis, Diva: The Life and Death of Maria Callas. Prentice-Hall, New Jersey 1980.
  • Arianna Stassinopoulos, Maria. Beyond the Callas Legend. Weidenfeld & Nicolson, Londra 1980
  • Carla Verga, Maria Callas. Mito e malinconia. Bietti, Milano 1980.
  • Christina Gastel Chiarelli, Maria Callas. Vita Immagini Parole Musica. Marsilio Editori, Venezia 1981.
  • Giovanni Battista Meneghini, Maria Callas, mia moglie. Rusconi, Milano 1981
  • Mario Pasi, Maria Callas: la donna, la voce, la diva. I.M.I. Edizioni, Milano 1981
  • Jacques Lorcey, Maria Callas. D'Art & d'Amour. PAC Editions, Parigi 1983
  • Martin Monestier, Maria Callas. Le livre du souvenir. Editions Sand, Parigi 1985
  • David Lowe, Callas as they saw her. Ungar, New York 1986
  • Carla Verga, Maria Callas. Un mito. Mursia, Milano 1986
  • Melina Karakoulos, Maria Callas, la diva. Michel Lafon, Parigi 1987
  • Giorgio Lise, Maria Callas 1923-1977. BE MA Editrice, Milano 1987
  • Alberto Petroli, Callas souvenir. Alberto Petroli, Trento 1987
  • Alan Sievewright, A tribute to Maria Callas. Pamino Publication, Londra 1987
  • Nadia Stancioff, Maria. Callas remembered. Dutton, New York 1987
  • Jackie Callas, Sisters. St.Martin Press, New York 1989
  • Ettore Napoli, Maria Callas. Multiplo Edizioni, Milano 1989
  • Gina Guandalini, Maria Callas, la Divina. Armando Curcio Editore, Roma 1989
  • Carlo Perucci / Michele Nocera / Giampietro Tintori, Omaggio a Maria Callas. J &R. Edizioni, Sirmione 1989
  • Claude Dufresne, La Callas. Perrin, Parigi 1990
  • Jurgen Kesting, Maria Callas. Claassen, Dùsseldorf 1990
  • Renzo Allegri, La vera storia di Maria Callas. Arnoldo Mondadori, Milano 1991
  • Iris Bunsch, Three female myths of the 20th century: Garbo, Callas, Navratilova. Vantage Press, New York 1991
  • Janine Reiss, Maria Callas. Nathan Image, Parigi 1991
  • Michael Scott, Maria Meneghini Callas. Simon & Schuster, Londra 1991
  • Maria Di Stefano, Callas nemica mia. Rusconi, Milano 1992
  • Michele Nocera, Ricordo di Maria Callas. Edizione Rosetum, Milano 1992
  • Megao Musikes Athenos Mneme Maria Kallas. Megaron/Karelia, Atene 1993
  • Bruno Tosi, Casta Diva. L'incomparabile Callas. Associazione Maria Callas, Venezia 1993
  • Carla Verga, Vita di Maria Callas. Akademos & Lim, Lucca 1995

[modifica] Studi

  • Eugenio Gara/Roger Hauert, Maria Callas, les grandes interprètes. Kister, Ginevra 1957.
  • Friedrich Herzfeld, Maria Meneghini Callas oder Die grosse Primadonna. Rembrandt, Berlino 1959.
  • Jellinek George, Callas. Portrait of a Prima Donna. Ziff Davis, New York 1960.
  • Leo Riemens, Maria Callas. Bruna & Zoon, Utrecht 1960.
  • Marika Palesti, Diatiproora katastrephete e foni opos ke tis Kallas. Marika Palesti, Atene 1962.
  • M.T. Picchetti / M. Teglia, El arte de Maria Callas como metalenguaje. Editorial Bocarte, Buenos Aires 1969.
  • Giacomo Gambetti, Medea. Un film di Pier Paolo Pasolini. Garzanti, Roma 1970.
  • John Ardoin / Gerald Fitzgerald, Callas, the Art and the Life. The great Years. Holt, Rinehart & Winston, New York 1974.
  • Maria Jurik, Callas. Editio Supraphon, Praga 1975.
  • Henry Wisneski, Maria Callas. The Art beyond the Legend. Doubleday & Comp., New York– Hale --Londra 1975.
  • Stelios Galatopoulos, Callas, Prima Donna Assoluta. Allen, Londra 1976.
  • John Ardoin, The Callas Legacy. Seribner, New York 1977. Rist.: The Callas Legacy. The complete guide to her recordings on compact disc, fourth edition. Duckworth, Londra 1995.
  • Leonardo Bragaglia, L'arte dello stupore. Omaggio a Maria Callas. Bulzoni Editore, Roma 1977; rist. Persiani, Bologna 2006.
  • Roland Mancini e a., "Spécial Maria Callas", in: Opera International, Parigi 1977.
  • André Tubeuf e a., "Maria Callas"" in: “Lyrica” n° 38, Lyrica, Boulogne 1977.
  • Sergio Segalini, Callas, les images d'une voix. Francis Van deVelde, Parigi 1979.
  • Vasili Nikolaides, Maria Kallas oi Metamorphosis mias Technis. Kedros, Atene 1982
  • André Tubeuf e a., "Maria Callas. Ses recitals 1954 - 1969", in: “L’Avant scène” n. 44, Parigi 1982
  • Polyvios Marchand, Maria Callas i elleniki stadiodromia tis chroniko. Ekdosis Gnoseis, Atene 1983
  • Gina Guandalini, Callas, l'ultima diva. Edizioni Eda, Torino 1987
  • Réal La Rochelle, Callas. La Diva et le Vinyle. Editions Tryptyque, Montréal 1987
  • Attila Csampai, Callas: Gesichte eines Mediums. Schirmer-Mosel, Monaco 1993
  • Petrolli Alberto. La divina Callas. Vita e arte. Alberto Petrolli, Trento 1991
  • Michele Selvini, e a., Callas, ("Grandi voci alla Scala n°. 6"), Massimo Baldini Editore, Appiano Gentile 1993
  • Michael Brix, Auffurungen / Performances. Schirmer-Mosel, Monaco 1994
  • Eleni Kanthou, Maria Callas die Interpretin. Leben und Wirken. Noetzel, Wilhelmshaven 1994
  • Menes Koumantareas, Thumamai ten Maria. Ekdosis Kastaniotis, Atene 1994
  • Nikos Bakunakis, Callas Medea. Megaron Ekdosis, Atene 1995
  • Vasili Nikolaides, Maria Kallas, oi metamorphoscis mias technis. Ekdosis Bastas-Plessas, Atene 1995
  • Michele Selvini / Giancarlo Landini, Maria Callas ("Grandi voci alla Scala" n.° 3). Fabbri Editori, Milano 1995
  • Antonio M. Bernalte Calle, Maria Callas y el arte del bel canto (1949-1953). Padilla Libros Editores, Sevilla 1997
  • Réal La Rochelle, Callas. L'opéra du disque. Christian Bourgois, Parigi 1997
  • Maria Callas, la voix du siècle, in: "Le Monde de la Musique", Parigi 1997
  • Jacques Lorcey, L'art de Maria Callas. Atlantica, Biarritz 1999

[modifica] Repertori iconografici

  • Maria Callas alla Scala. Arti Grafiche S. Pinelli, Milano 1997

[modifica] Teatro

  • Terrence Macnally, The Lisbon Traviata ("La Traviata di Lisbona"), 1989.
  • Terrence Macnally, Master Class, 1995.

[modifica] Opere varie

  • Anne Edwards, La Divina. Morrow, New York 1994. Romanzo.
  • F. Tripeleff, Un amore di Maria Callas. Liber internazionale, Padova 1994.
  • Alma H. Bond, The autobiography of Maria Callas: a novel. Birch Book Press, Dehli / New York 1998. Romanzo.

[modifica] Assonanze

  • Mario Del Monaco, La mia vita e i miei successi, Rusconi, Milano 1982.
  • Enrico Groppali, Rossella Falk, l'ultima diva, Arnoldo Mondadori Editore, Milano 2006.
  • Franco Zeffirelli, Autobiografia, Arnoldo Mondadori Editore, Milano 2006.

[modifica] Filmografia

[modifica] Film interpretati da Maria Callas

[modifica] Film su Maria Callas

[modifica] Documentari

[modifica] Opere d'invenzione

[modifica] Altri progetti

[modifica] Collegamenti esterni

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