Tosca (opera)
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Tosca | |
![]() Locandina di Tosca |
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Musica: | Giacomo Puccini (Spartito online) |
Libretto: | Giuseppe Giacosa Luigi Illica (Libretto online) |
Fonti letterarie: | La Tosca di Victorien Sardou |
Atti: | tre |
Epoca di composizione: | primavera 1896 - ottobre 1899 |
Prima rappresentazione: | 14 gennaio 1900 |
Teatro: | Roma, Teatro Costanzi |
Personaggi:
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Autografo: | Archivio Ricordi, Milano |
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Tosca è un'opera lirica in tre atti di Giacomo Puccini, su libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica. La prima rappresentazione si tenne Roma, al Teatro Costanzi, il 14 gennaio 1900.
Indice |
[modifica] Il libretto
Il libretto fu ricavato dal dramma omonimo di Victorien Sardou, ma fu ridotto da cinque a tre atti e snellito di molti particolari che costituivano la cornice storica realistica del dramma in prosa; vennero inoltre eliminati moltissimi personaggi secondari, tra cui Giovanni Paisiello, che compariva in persona alle prese con la famosa cantante, e la vicenda si concentrò principalmente sul triangolo Scarpia - Tosca - Cavaradossi, delineando le linee principali dei caratteri, anche se a scapito delle concatenazioni logiche degli avvenimenti. Il dramma dell'amore perseguitato interessava Puccini più del grande affresco storico condito di delitti e di sangue.
[modifica] Caratteri generali
Tosca è considerata l'opera più drammatica di Puccini, ricca com'è di colpi di scena e di trovate che tengono lo spettatore in costante tensione. Il discorso musicale si evolve in modo altrettanto rapido, caratterizzato da incisi tematici brevi e taglienti, spesso costruiti su armonie dissonanti, come quella prodotta dalla successione degli accordi del tema di Scarpia che apre l'opera: Si bemolle maggiore, La bemolle maggiore, Mi maggiore (il primo e l'ultimo dei quali in relazione di tritono).
La vena melodica di Puccini ha modo di emergere nei duetti tra Tosca e Mario, nonché nelle tre celebri romanze, una per atto ("Recondita armonia", "Vissi d'arte", "E lucean le stelle"), che rallentano in direzione lirica la concitazione della vicenda.
L'acme drammatico è invece costituito dal secondo atto, che vede come protagonista il sadico barone Scarpia, nel quale l'orchestra pucciniana assume sonorità che anticipano l'estetica dell'espressionismo musicale tedesco.
[modifica] La trama
L'azione si svolge a Roma, nel 1800, nell'atmosfera tesa che segue l'eco degli avvenimenti rivoluzionari in Francia, e la caduta della prima Repubblica Romana.
[modifica] Atto primo
Angelotti (basso), ex console della Repubblica Romana, è fuggito dalla prigione di Castel Sant'Angelo e cerca rifugio nella chiesa di Sant'Andrea della Valle, dove sua sorella, la marchesa Attavanti, gli ha fatto trovare un travestimento femminile che gli permetterà di passare inosservato. La donna è stata ritratta, senza saperlo, in un quadro dipinto dal cavalier Cavaradossi (tenore). Questi scorge Angelotti, che conosce da tempo, il quale gli rivela la propria situazione; improvvisamente vengono interrotti dall'arrivo di Tosca (soprano). La donna, riconoscendo la marchesa nella figura della madonna del quadro, fa una scenata di gelosia a Mario che, a fatica, riesce a calmarla e a congedarla.
Angelotti esce dal nascondiglio e riprende il suo discorso con Mario che gli offre protezione e lo indirizza nella sua villa in periferia. Improvvisamente sopraggiunge il barone Scarpia (baritono), capo della polizia papalina che, sulle tracce di Angelotti, sospetta fortemente di Mario. Per riuscire a trarlo in inganno e a scovare Angelotti, egli cerca di coinvolgere Tosca, suscitando la sua morbosa gelosia; egli ha infatti trovato nella cappella degli Attavanti un ventaglio, sfuggito ad Angelotti mentre si travestiva, e lo mostra a Tosca. La donna, credendo in un furtivo incontro di Mario con la marchesa, giura di ritrovarli. Scarpia, che ha raggiunto il suo scopo, la fa seguire. Sopraggiunge il sacrestano che informa Scarpia della notizia di una grande vittoria ottenuta dagli austriaci, alleati del Papa, contro le truppe napoleoniche.
[modifica] Atto secondo
Mentre al piano nobile di Palazzo Farnese si sta svolgendo una grande festa alla presenza del Re e della Regina di Napoli, per celebrare la vittoriosa battaglia, nel suo appartamento Scarpia sta consumando la cena. Spoletta (tenore) e gli altri sbirri conducono in sua presenza Mario che è stato arrestato. Questi, interrogato, si rifiuta di rivelare a Scarpia il nascondiglio di Angelotti e viene quindi condotto in una stanza dove viene torturato.
Tosca, che poco prima aveva cantato alla festa al piano superiore, viene convocata da Scarpia, il quale fa in modo che ella possa udire le urla di Mario. Stremata dalle grida del suo amato, Tosca rivela a Scarpia il nascondiglio dell'evaso: il pozzo nel giardino della villa di Cavaradossi. Mario, condotto alla presenza di Scarpia, apprende del tradimento di Tosca e si rifiuta di abbracciarla. Proprio in quel momento arriva un messo ad annunciare che la notizia della vittoria delle truppe austriache era falsa, e che invece è stato Napoleone a sconfiggere gli austriaci a Marengo. A questo annuncio Mario inneggia ad alta voce alla vittoria, e Scarpia lo condanna immediatamente a morte, facendolo condurre via. Disperata Tosca promette di donarsi a Scarpia se egli acconsentirà a liberare Mario. Scarpia convoca quindi Spoletta e, con un gesto d'intesa, fa credere a Tosca che la fucilazione sarà simulata e i fucili caricati a salve. Mentre, infine, sta scrivendo il salvacondotto che permetterà agli amanti di raggiungere Civitavecchia, Tosca gli si avventa contro e invece del sospirato amplesso Scarpia riceve una pugnalata al cuore.
[modifica] Atto terzo
È l'alba. In lontananza un giovane pastore canta una malinconica canzone in romanesco. Sui bastioni di Castel Sant'Angelo, Mario è ormai pronto a morire e inizia a scrivere un'ultima lettera d'amore a Tosca. La donna arriva inaspettatamente e spiega a Mario di essere stata costretta ad uccidere Scarpia. Gli mostra il salvacondotto e lo informa quindi della fucilazione simulata. Scherzando, gli raccomanda di fingere bene la morte. Ma Mario viene fucilato veramente e Tosca, sconvolta e inseguita dagli sbirri che hanno trovato il cadavere di Scarpia, si getta dagli spalti del castello.
[modifica] Organico orchestrale
La partitura di Puccini prevede l'utilizzo di:
- 3 flauti (II e III anche ottavini), 2 oboi, corno inglese, 2 clarinetti, clarinetto basso, 2 fagotti, controfagotto
- 4 corni, 3 trombe, 3 tromboni, trombone basso
- timpani, tamburo, triangolo piatti, tam-tam, grancassa
- Carillon (Glockenspiel), celesta, campanelli, arpa
- archi.
Da suonare sul palco:
[modifica] Brani celebri
- Recondita armonia, romanza di Cavaradossi (atto I)
- Tre sbirri... Una carrozza... Presto, finale concertato (atto I)
- Vissi d'arte, romanza di Tosca (atto II)
- Mattutino (preludio all'atto III)
- E lucevan le stelle, romanza di Cavaradossi (atto III)
- Marcia al supplizio (atto III)
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