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Amilcare Ponchielli - Wikipedia

Amilcare Ponchielli

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Amilcare Ponchielli
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Amilcare Ponchielli

Amilcare Ponchielli (Paderno Fasolaro, oggi Paderno Ponchielli, 31 agosto 1834 - Milano, 16 gennaio 1886) è stato il più famoso compositore italiano dopo Giuseppe Verdi, negli anni Settanta e Ottanta dell'Ottocento.

Indice

[modifica] Biografia

Nato in un piccolo paese in provincia di Cremona, Ponchielli ebbe la prima istruzione musicale dal padre, organista e maestro di scuola. A soli nove anni, prima dell'età consentita, superò il difficile esame di ammissione al Regio Conservatorio di Milano, dove ebbe tra i suoi insegnanti Angeleri, Ray, Frasi, Mazzucato e Rossi.
Conseguì il diploma nel 1854 con il massimo dei voti.

Successivamente ricevette l'incarico di maestro sostituto al teatro Concordia di Cremona e divenne organista della chiesa di Sant'Imerio. Nel frattempo compose le sue prime opere grazie all'aiuto finanziario del sellaio Bortolo Piatti.

I suoi primi esperimenti teatrali - I promessi sposi (1856), tratta dal romanzo di Alessandro Manzoni, La Savoiarda (1861) e Roderico, Re dei Goti (1863) - ricevettero un'accoglienza tiepida e Ponchielli si adattò a ricoprire il posto di direttore delle bande civiche delle città di Piacenza e di Cremona. Nel 1865, benché primo in graduatoria, non ottenne la cattedra di contrappunto al Conservatorio di Milano, assegnata a Franco Faccio.

Si aprì quindi per il compositore cremonese un periodo di incertezza e profonda amarezza in cui sembrò anche affievolirsi la spinta creativa.

Tuttavia nel 1872 una nuova versione de I Promessi Sposi, il cui libretto era stato drasticamente riveduto da Emilio Praga, ebbe un esito felicissimo al Teatro Dal Verme di Milano, inaugurando un fruttuoso rapporto professionale con l'editore Ricordi che gli commissionò subito una nuova opera: I Lituani. Il lavoro procedette lentamente e l'autore, sempre pieno di dubbi e ripensamenti, sembrò volerne ritardare la conclusione dedicandosi alla composizione del balletto Le due gemelle e dello scherzo comico in un atto Il Parlatore Eterno. Finalmente portati a termine, I Lituani ebbero alla Scala, sotto la direzione di Faccio, un notevole successo.

Iniziò per Ponchielli una stagione aurea: sposatosi con la cantante Teresa Brambilla, prima interprete della nuova versione de I promessi sposi, si trasferì a Milano e si dedicò con rinnovata lena alla sua attività creativa, anche se il carattere estremamente introverso ed insicuro lo portavano continuamente a ripensamenti e fasi di depressione.

Nel 1876 trionfò alla Scala la sua Gioconda, su libretto di Arrigo Boito (firmato con lo pseudonimo Tobia Gorrio), anche grazie al celeberrimo ballabile noto come La danza delle ore, ed ebbe inizio un trionfale percorso attraverso i teatri di tutto il mondo.

Da questo exploit nacquero i tardivi riconoscimenti ufficiali alla sua attività creatrice: la cattedra al Conservatorio di Milano, dove Ponchielli ebbe tra i suoi allievi Giacomo Puccini, Pietro Mascagni, Marco Enrico Bossi, Giovanni Tebaldini ed Ettore Pozzoli, e la nomina a maestro di cappella della Chiesa di S. Maria Maggiore in Bergamo.

L'attività creatrice di Ponchielli sembrò tuttavia ad un punto critico, come attestano i molti progetti non portati a termine (come le opere Olga e I Mori di Valenza). Gli pesava inoltre la responsabilità di trovarsi alla testa dell'Italia musicale, in un momento in cui l'ormai anziano Giuseppe Verdi sembrava aver esaurito i suoi fuochi creativi.

In questo particolare spirito nacquero i due ultimi capolavori teatrali: Il figliuol prodigo (1880), che ebbe pieno successo alla Scala ma che in seguito uscì dai repertori dei teatri, e Marion Delorme (1885), accolta con favore del pubblico ma non dalla critica e ripresentata in una nuova versione lo stesso anno al Teatro Grande di Brescia.

Nel dicembre di quell'anno, mentre si trovava a Piacenza per un allestimento della Gioconda con protagonista sua moglie Teresina, Ponchielli fu colto da un attacco di broncopolmonite. Immediato il ritorno a Milano, ma il viaggio in treno in carrozze non riscaldate aggravò la malattia. Morì il 16 gennaio 1886 a soli 51 anni.

[modifica] La personalità artistica

Ponchielli partecipò alla sfida avviata in Italia dal confronto con l'opera europea proponendo un genere di melodramma basato sul canto, secondo il modello italiano, ma al contempo capace di metabolizzare gli influssi della musica francese e tedesca, operistica e strumentale.

La sua cantabilità appassionata e la sua ricca tavolozza orchestrale hanno contribuito in misura decisiva allo sviluppo del melodramma romantico, gettando le basi per la successiva Giovane Scuola di Puccini, Mascagni, Leoncavallo, Giordano e Cilea.

[modifica] La fortuna

Ignorato per quasi vent'anni, fino al successo dell'ultima versione dei Promessi sposi, poi assurto all'improvviso al rango di primo compositore d'Italia, Ponchielli fu altrettanto rapidamente relegato ai margini della storia della musica dopo l'avvento dell'opera verista. Unica opera a restare in repertorio fu La Gioconda, grazie al favore che il pubblico continuò a tributarle. La rivalutazione critica è tuttavia iniziata da alcuni decenni, sia pure in sordina. La recente esecuzione in forma di concerto, a Montpellier, e la successione incisione di Marion Delorme ha rappresentato un evento importante nelle direzione di questa riscoperta.

[modifica] Composizioni

[modifica] Opere liriche

[modifica] Incompiute

  • I Mori di Valenza (completata da Arturo Cadore e rappresentata nel 1914)
  • Olga, su libretto di Carlo D'Ormeville

[modifica] Balletti

  • Grisetta, Cremona, Teatro Concordia, Carnevale 1864-5
  • Le due gemelle, Milano, Teatro alla Scala, 4 febbraio 1873
  • Clarina, Milano, Teatro alla Scala, 1873 (perduto)
  • Il genio della montagna, Milano, Teatro della Canobbiana, febbraio 1874

[modifica] Cantate

  • La Tirolese, inno di lode al Signore per coro a sette voci e orchestra, 1853-4
  • La Prigione del Bargello, per coro di voci maschili (tenori e bassi) e pianoforte, 5 agosto 1854 (per il diploma di composizione)
  • Dante, per voce e orchestra, 1865 (perduta)
  • A Gaetano Donizetti, per voci e orchestra, Bergamo, Teatro Ricciardi, 13 settembre 1875
  • Come noi che siam bambini, inno per l'Esposizione nazionale del 1881, per 2 voci, violino e pianoforte, Milano, Guardini Pubblici, 5 maggio 1881
  • Cantata per il monumento ad Alessandro Manzoni, Milano, Teatro alla Scala, 22 maggio 1883
  • Cantata per papa Gregorio VII, per tenore, basso, coro e orchestra, Bergamo, dicembre 1885
  • All'opra all'opra, per coro di ragazzi, violino e pianoforte (s. d.)
  • La sera, cataplasma per voci di bambini e pianoforte (s. d.)
  • L'aura mistica del cielo, per coro di soprani a tre voci, organo o fisarmonica (s. d.)
  • Sega sega il legnajuolo, coro per soprani e ragazzi con accompagnamento di pianoforte

[modifica] Bibliografia

  • AA.VV., Amilcare Ponchielli 1834-1886. Saggi e ricerche nel 150° anniversario della nascita, Cassa Rurale ed Artigiana di Caslmorano, Cremona 1984
  • AA.VV., Amilcare Ponchielli, Nuove Edizioni, Milano 1985
  • AA.VV., Ponchielli e la musica per banda, a cura di Licia Sirch, Edizioni ETS, Pisa 2005, ISBN 88-467-0859-8
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