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Guerra civile spagnola - Wikipedia

Guerra civile spagnola

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Questa voce fa parte della serie
Storia della Spagna

Voci principali

Categoria: Storia della Spagna

La Guerra Civile Spagnola fu la guerra civile che scoppiò in Spagna tra i ribelli (noti come Nacionales) e la Repubblica Spagnola con i suoi Republicanos (governo e suoi sostenitori). Si svolse tra il luglio 1936 e l'aprile 1939, e terminò con la sconfitta della causa repubblicana, seguita dalla dittatura di Francisco Franco. Il numero delle vittime è stato a lungo dibattuto, con stime che vanno dalle 500.000 ad un milione di persone uccise dalla guerra. Molti artisti ed intellettuali spagnoli (compresa gran parte della Generazione spagnola del 1927) vennero uccisi o costretti all'esilio. L'economia spagnola ebbe bisogno di decenni per recuperare (vedi Miracolo spagnolo).

Le ripercussioni politiche ed emotive della guerra andarono ben oltre i confini della nazione. A seconda dei punti di vista è stata considerata una guerra tra tirannia e democrazia, fascismo e libertà o comunismo e civiltà. È stata in seguito guardata come un'anteprima della seconda guerra mondiale.

Indice

[modifica] Introduzione


La Guerra Civile Spagnola, che durò dal 1936 al 1939, accese un appassionato interesse nelle comunità politiche e intellettuali internazionali. Il governo di sinistra della Repubblica Spagnola venne assalito dalle forze nazionaliste del generale Francisco Franco, che era appoggiato dalla Germania Nazista e dall'Italia fascista. Anche se la causa fondamentale furono gli ideali nazionalisti spagnoli, venne seguita attentamente in tutto il mondo come la prima importante contesa militare tra le forze di sinistra e quelle sempre più potenti e pesantemente armate del fascismo. Nell'immagine, un soldato repubblicano cerca riparo nella Plaza de Toros, di Teruel, a est di Madrid.

Dal 1934 al 1936, la Seconda Repubblica Spagnola fu governata da una coalizione di centro-destra che comprendeva i conservatori cattolici della Confederación Española de Derechas Autónomas (CEDA). In questo periodo ci furono scioperi generali a Valencia e Saragozza, scontri di piazza a Madrid e Barcellona, e una sollevazione dei minatori nelle Asturie, che venne repressa con la forza dalle truppe comandate dal Generale López Ochoa e dai Legionari comandati da Tenente Colonnello Juan Yagüe, sotto la direzione del Ministro della Guerra Diego Hidalgo. Durante questo periodo il governo compì grandi sforzi per annullare le conquiste sociali che erano state fatte negli anni precedenti, specialmente per quanto riguarda la riforma agraria.

Dopo una serie di crisi governative, le elezioni del 16 febbraio 1936 portarono al potere il governo del Fronte Popolare (Frente Popular) appoggiato dai partiti della sinistra e opposto da quelli di destra e centro.

Il 17 luglio 1936 ci fu una ribellione conservatrice contro il recentemente eletto governo del Fronte Popolare di Spagna. La ribellione non fu solo un colpo di stato militare, ma ebbe anche una sostanziale componente civile. I ribelli avevano sperato di guadagnare rapidamente il controllo della capitale, Madrid, e di tutte le altre importanti città spagnole. Siviglia, Pamplona, La Coruña, Cadice, Jerez de la Frontera, Cordoba, Saragozza e Oviedo caddero tutte sotto il controllo dei ribelli, conosciuti anche come Nazionalisti o Fascisti, ma fallirono a Barcellona e Madrid. A causa di ciò, ne risultò una protratta guerra civile.

I partecipanti attivi nella guerra coprivano l'intera gamma di posizioni politiche e ideologiche dell'epoca. Le file Nazionaliste comprendevano i fascisti della Falange, i Carlisti e i monarchici Legittimisti, i nazionalisti spagnoli e la maggior parte dei conservatori. Nello schieramento Repubblicano stavano la maggioranza dei Liberali, i nazionalisti Baschi e Catalani, i socialisti, i comunisti Stalinisti e Trotzkyisti, e gli anarchici di varie ideologie.

Guardando alla composizione da un altro punto di vista, i Nazionalisti comprendevano la maggioranza dei cattolici praticanti e del clero (al di fuori della regione Basca), importanti elementi dell'esercito, e la gran parte dei proprietari terrieri e degli affaristi. I Repubblicani erano composti dalle classi operaie urbane, dai contadini e da buona parte del ceto medio istruito, specialmente quelli che non erano imprenditori.

I capi della ribellione furono i Generali Francisco Franco, Emilio Mola e José Sanjurjo. Sanjurjo fu il leader incontestato della rivolta, ma rimase ucciso in un incidente aereo il 20 luglio mentre si recava in Spagna per prendere il controllo delle forze ribelli. Franco, il Comandante Generale dell'esercito spagnolo fin dal 1933, e già notoriamente filo-fascista, volò dalle Canarie alle colonie spagnole del Marocco, dove prese il comando. Per i restanti tre anni di guerra Franco fu il comandante di tutti i Nazionalisti ed arrangiò gli eventi in modo tale che alla fine della guerra non ci sarebbe stata opposizione al suo governo.

Una delle motivazioni principali sostenute all'epoca dell'iniziale sollevazione Nazionalista fu quella di contrastare l'anticlericalismo del regime repubblicano e di difendere la Chiesa Cattolica Romana, che venne censurata per il suo appoggio alla monarchia e che molti, dalla parte repubblicana, incolpavano dei mali della nazione. Nei primi giorni di guerra, chiese, conventi e altri edifici religiosi vennero incendiati, molti preti e suore uccisi senza che le autorità repubblicane facessero nulla per impedirlo. Gli articoli 24 e 26 della costituzione della repubblica avevano messo al bando i Gesuiti, il che aveva profondamente offeso molti dei Nazionalisti. Nonostante queste questioni religiose, i nazionalisti Baschi, che erano praticamente tutti schierati con la Repubblica, erano, in maggioranza, cattolici praticanti. Nel 2004 Papa Giovanni Paolo II ha approvato la canonizzazione di otto di questi martiri della Guerra Civile Spagnola, uccisi solo perché erano preti o suore.

La ribellione venne contrastata dal governo (con le truppe che gli erano rimaste leali), così come da gruppi Socialisti, Comunisti, e Anarchici. Le potenze europee, come Regno Unito e Francia, erano ufficialmente neutrali, ma imposero comunque un embargo sulle armi alla Spagna e scoraggiarono attivamente la partecipazione antifascista dei loro cittadini. Sia l'Italia Fascista di Benito Mussolini che la Germania Nazista violarono l'embargo e inviarono truppe (Corpo Truppe Volontari e Legione Condor) e armi in supporto a Franco. In aggiunta, ci furono pochi volontari da altre nazioni che combatterono con i Nazionalisti, come Eoin O'Duffy dall'Irlanda.

I Repubblicani ricevettero supporto limitato dall'Unione Sovietica, così come da individuali volontari idealisti di molte nazioni, collettivamente conosciuti come Brigate Internazionali, anche se di fatto la partecipazione individuale straniera fu diretta anche ai contingenti di miliziani, integrandosi con gli spagnoli repubblicani e anarchici. I volontari italiani formarono la Brigata Garibaldi, gli statunitensi la Brigata Abraham Lincoln, i canadesi il Battaglione Mackenzie-Papineau (i "Mac-Paps"). Tra i più famosi partecipanti stranieri alla lotta contro il fascismo troviamo Ernest Hemingway e George Orwell, che scrisse le sue esperienze in Omaggio alla Catalogna. Anche il romanzo di Hemingway Per chi suona la campana fu ispirato dalle sue esperienze in Spagna. Norman Bethune sfruttò questa opportunità per sviluppare le sue doti speciali nella medicina da campo. Come visitatore casuale, Errol Flynn usò un falso rapporto sulla sua morte al fronte per promuovere i suoi film. Tra gli oltre 3.000 italiani troviamo Palmiro Togliatti, Pietro Nenni, Camillo Berneri e Carlo Rosselli che partecipò con la sua organizzazione antifascista Giustizia e Libertà.

Comunque, anche se i Nazionalisti ricevettero apertamente aiuto in forma di armi e truppe da Germania e Italia, i Repubblicani non ne ricevettero alcuno dalle maggiori potenze mondiali (ovvero Regno Unito, Francia e Stati Uniti). Molte di queste potenze stavano ancora praticando una politica di appeasement nei confronti dei regimi fascisti o videro con disgusto gli elementi sociali rivoluzionari all'interno delle forze antifasciste o credettero che i repubblicani fossero comunisti.

La Germania usò la guerra come campo di prova per carri armati e aerei migliori, che stavano divenendo disponibili all'epoca. Il caccia Messerschmitt Bf 109 e il bombardiere/trasporto Junkers Ju 52 vennero entrambi usati nella Guerra Civile Spagnola. Inoltre furono impiegati anche i caccia Sovietici Il-15 e Il-16. La Guerra Civile Spagnola fu anche un esempio di guerra totale, dove il bombardamento della città basca di Guernica da parte della Luftwaffe fece intravedere episodi della seconda guerra mondiale, come la campagna di bombardamenti dell'Inghilterra da parte dei nazisti o il bombardamento degli Alleati su Dresda.

[modifica] La guerra: 1936

Nei primi giorni di guerra, oltre 50.000 persone si trovarono prese nella parte "sbagliata" delle linee e vennero giustiziate o assassinate. Nelle cosiddette paseos ("passeggiate"), le vittime venivano prese dai loro rifugi o prigioni, da gente armata, per essere fucilati fuori dalla città. La guerra fornì anche un pretesto per molti regolamenti di conti dovuti a odi tra vicini. Probabilmente il caso più famoso tra questi fu quello del poeta e drammaturgo Federico García Lorca. Il numero di vittime fu probabilmente comparabile su entrambi i lati delle linee.

Tutte le speranze di una rapida fine della guerra cessarono il 21 luglio, il quinto giorno di guerra, quando i nazionalisti catturarono la principale base navale spagnola di Ferrol nella Spagna nord-occidentale. Questo incoraggiò le nazioni fasciste d'Europa ad aiutare Franco, che aveva già contattato i governi di Germania e Italia il giorno prima. Il 26 luglio queste due nazioni diedero il loro appoggio ai Nazionalisti.

L'aiuto dell'Asse ripagò Franco da subito. Le sue forze Nazionaliste ottennero un'altra grande vittoria il 27 settembre, quando la città di Toledo venne catturata. (Una guarnigione nazionalista comandata dal Colonnello Moscardò aveva tenuto l'Alcazar, nel centro della città, fin dall'inizio della ribellione). Due giorni dopo, Franco si proclamò Generalísimo e Caudillo ("capo") mentre unificava i vari elementi Falangisti e Realisti della causa Nazionalista in un unico movimento. In ottobre, i Nazionalisti lanciarono una grossa offensiva verso Madrid, ma la crescente resistenza da parte del governo e l'arrivo di "volontari" dall'Unione Sovietica fermò l'avanzata per l'8 novembre. Nel frattempo, il governo si spostò da Madrid a Valencia, fuori dalla zona di combattimento, il 6 novembre.

Il 18 novembre, Germania e Italia riconobbero ufficialmente il regime di Franco, e il 23 dicembre, l'Italia inviò dei "volontari" (non richiesti da Franco, ma inviati per iniziativa del governo fascista) a combattere per i Nazionalisti.

[modifica] Cronologia dettagliata: 1936

mappa della guerra civile nel 1936
16 febbraio
Vittoria elettorale del Fronte Popolare
17 luglio 
Sollevazione dell'esercito nelle colonie in Marocco.
18 luglio 
La sollevazione si estende alla Spagna.
19 luglio 
Franco vola dalle Canarie a Tetuán e prende il comando dell'esercito in Africa.
Santiago Casares Quiroga si dimette da capo del governo repubblicano.
Diego Martínez Barrio cerca di formare un nuovo governo, ma non riesce ad ottenere un supporto parlamentare sufficientemente ampio.
José Giral forma un governo, che ordina la distribuzione di armi alla popolazione generale.
20 luglio 
Inizio dell'assedio dell'Alcázar di Toledo.
21 luglio 
Gli insorti Nazionalisti hanno il controllo delle zone spagnole del Marocco, delle Isole Canarie, delle Baleari (eccetto Minorca), della parte della Spagna a nord della Sierra de Guadarrama e del fiume Ebro (eccetto le Asturie, Santander, il nord dei Paesi Baschi, e della Catalogna). Tra le città principali, gli insorti tengono Siviglia, ma i repubblicani hanno il controllo di Madrid e Barcellona.
23 luglio 
I Nazionalisti dichiarano un governo, nella forma della Junta de Defensa Nacional (Giunta di Difesa Nazionale), che si riunisce per la prima volta a Burgos.
24 luglio 
Inizio dell'aiuto francese alla Repubblica.
28 luglio 
Primi arrivi di aeroplani tedeschi e italiani in aiuto dei Nazionalisti.
luglio-agosto 
Rivoluzione sociale "spontanea", collettivizzazioni.
8 agosto 
La Francia chiude i confini con la Spagna.
14 agosto 
Le forze nazionaliste guidate dal Colonello Yagüe prendono Badajoz, unendo le due parti del territorio in mano ai nazionalisti.
4 settembre 
I Socialisti prendono la guida del governo repubblicano con Francisco Largo Caballero.
9 settembre 
Conferenza di Londra sul non-intervento in Spagna.
settembre 
Il Comintern approva la creazione delle Brigate Internazionali.
1 ottobre 
Franco si dichiara capo dello stato e Generalissimo.
Il governo repubblicano concede l'autonomia ai Paesi Baschi (in pratica, Biscaglia e Guipúzcoa) come Euzkadi, con José Antonio Aguirre come presidente.
4 novembre 
Con i Nazionalisti alle porte di Madrid, gli anarchici della CNT si uniscono al governo di Largo Caballero.
6 novembre 
La difesa di Madrid viene organizzata sotto la direzione della recentemente creata, Junta de Defensa diretta dal Generale José Miaja.
Il governo Repubblicano si sposta a Valencia.
8 novembre 
Inizio della battaglia di Madrid.
Arrivo delle prime Brigate Internazionali.
18 novembre 
Italia e Germania riconoscono il governo di Franco.
19 novembre 
Il capo anarchico Buenaventura Durruti viene ferito gravemente durante i combattimenti a Madrid. Muore il giorno seguente.
20 novembre 
José Antonio Primo de Rivera, figlio del dittatore Miguel Primo de Rivera e fondatore della Falange, viene giustiziato in carcere ad Alicante, dove era stato tenuto prigioniero fin dall'inizio dell'insurrezione.
23 novembre 
La battaglia di Madrid finisce con entrambe le parti esauste e un fronte stabilizzato.

[modifica] La guerra: 1937

Con le sue fila ingrossate dalle truppe italiane e dai soldati spagnoli delle colonie del Marocco, Franco fece un altro tentativo di catturare Madrid nel gennaio e febbraio del 1937, ma fallì di nuovo. La grande città di Málaga venne presa l'8 febbraio, e il 28 aprile, gli uomini di Franco entrarono a Guernica, nei Paesi Baschi, due giorni dopo il bombardamento della città da parte della Legione Condor tedesca, equipaggiata con i biplani Heinkel He-51 (la legione arrivò in Spagna il 7 maggio). Dopo la caduta di Guernica, il governo iniziò a controbattere con sempre maggiore efficacia.

In maggio, il governo si mosse per riconquistare Segovia, costringendo Franco a togliere truppe dal fronte di Madrid per fermarne l'avanzata. Mola, il secondo in comando di Franco, rimase ucciso in un incidente aereo il 3 giugno, e ai primi di luglio, il governo lanciò una forte controffensiva nell'area di Madrid, che i Nazionalisti respinsero con qualche difficoltà.

Dopodiché, Franco riprese l'iniziativa, invadendo l'Aragona in agosto e prendendo le città di Santander e Gijón. Il 28 agosto, il Vaticano riconobbe il governo di Franco su pressione di Mussolini, e alla fine di novembre, con i Nazionalisti che stringevano su Valencia, il governo si spostò di nuovo, a Barcellona.

[modifica] Cronologia dettagliata: 1937

17 gennaio 
I Nazionalisti iniziano la battaglia per prendere Málaga. Tre colonne Nazionaliste convergono sulla città da Siviglia e Granada.
6 febbraio 
Le truppe Repubblicane arrivano ad Almería, dopo una ritirata da Málaga male organizzata e sotto il costante bombardamento dell'artiglieria tedesca.
6-24 febbraio 
L'offensiva Nazionalista di Jarama, da parte delle forze guidate dal Generale Orgaz, tentano di isolare Madrid. Nei pesanti combattimenti, le forze Repubblicane comandate dai Generali Pozas e Miaja riescono a impedire che questo obiettivo venga raggiunto.
8-18 marzo 
Battaglia di Guadalajara, un altro tentativo di isolare Mardid. Dopo una rapida avanzata dei Nazionalisti e delle truppe italiane, i Repubblicani contrattaccano, aiutati dai carri armati e dagli aerei di fabbricazione sovietica; gli italiani soffrono una pesante sconfitta.
31 marzo 
Inizio dell'offensiva Nazionalista del Generale Mola per prendere Bilbao, difesa dalle forze sotto il comando del Generale Llano de la Encomienda.
19 aprile 
Decreto di Unificazione: Franco dichiara l'amalgamazione della Falange e dei Carlisti, creando così la Falange Española Tradicionalista y de las Juntas de Ofensiva Nacional-Sindicalista (FET y de las JONS).
26 aprile 
Bombardamento di Guernica da parte della Legione Condor della Luftwaffe.
3-8 maggio 
Insurrezione operaia a Barcellona. Si scontrano il POUM (partito comunista antistalinista) e la CNT (sindacato anarchico) da una parte, contro il PSUC (partito comunista stalinista) e Guardia de Asalto (polizia) dall'altra, in seguito ai decreti governativi che imponevano lo scioglimento delle milizie non staliniste e alla presa della Telefónica (sede del servizio telefonico di Barcellona già sotto controllo operaio dei lavoratori stessi di telefonia pubblica) da parte delle forze governative. Numerosi esponenti di spicco del POUM e anarchici vengono arrestati e uccisi. Tra loro l'italiano Camillo Berneri. George Orwell, miliziano del POUM, riesce a scappare.
17 maggio 
Cade il governo di Largo Caballero. Il Dottor Juan Negrín, socialista, diviene capo del governo.
3 giugno 
Il Generale Nazionalista Mola muore in un incidente aereo. Fidel Dávila prende il comando delle sue truppe che stanno attaccando Bilbao.
16 giugno 
Il POUM viene messo fuori legge e i suoi leader arrestati.
17 giugno 
La Jaime I, una delle migliori navi dei Repubblicani, viene affondata a Cartagena.
19 giugno 
Bilbao viene presa dai Nazionalisti, causando il collasso del sistema difensivo Repubblicano, ottimisticamente chiamato Cinturón de Hierro ("Cinturone di Ferro").
21 giugno 
Agenti sovietici assassinano il capo del POUM, Andreu Nin.
7-26 luglio 
Battaglia di Brunete. Tentando di ridurre la pressione Nazionalista su Madrid, il Generale Miaja ordina un offensiva diretta dai Generali Juan Modesto e Enrique Jurado. Questi prendono Brunete, muovendo il fronte di otto chilometri. Il contrattacco Nazionalista, guidato dal Generale José Enrique Varela annulla quasi completamente questo guadagno.
31 novembre 
Il governo repubblicano abbandona Valencia per Barcellona.
15 dicembre 
Inizio della battaglia di Teruel

[modifica] La guerra: 1938

Le due parti si scontrarono sul possesso della città di Teruel per tutto gennaio e febbraio, con i Nazionalisti che infine ne presero il controllo definitivo il 22 febbraio. Il 14 aprile, i Nazionalisti arrivarono al Mar Mediterraneo tagliando in due la parte di Spagna controllata dai Repubblicani. Il governo cercò di trattare la pace in maggio, ma Franco richiese la resa incondizionata, e la guerra continuò a infuriare.

Il governo allora pose tutte le sue risorse in una campagna per riconnettere le due parti di territorio, nella Battaglia dell'Ebro, che iniziò il 24 luglio e durò fino al 26 novembre. Il fallimento di questa determinò lo sviluppo finale della guerra. Otto giorni prima dell'anno nuovo, Franco reagì lanciando una forza massiccia nell'invasione della Catalogna.

[modifica] Cronologia dettagliata: 1938

8 gennaio 
Le truppe Repubblicane, comandate dai Generali Hernández Sarabia e Leopoldo Menéndez prendono la città di Teruel, arresa dal Colonnello Rey d'Harcourt. Le dure condizioni climatiche dell'inverno impediscono il tempestivo arrivo delle truppe inviate da Franco sotto il comando dei Generali Varela e Aranda.
20 febbraio 
Le truppe Repubblicane sono costrette ad abbandonare Teruel e a seguire l'autostrada per Valencia, sotto la pressione delle truppe marocchine del Generale Yagüe. Fine della battaglia di Teruel.
6 marzo 
Battaglia navale di Capo Palos (una corazzata Nazionalista, la Baleares viene affondata da un incrociatore Repubblicano).
13 marzo 
La Francia riapre i confini per permettere il transito di armi nella zona Repubblicana.
5 aprile 
Il Ministro della Difesa, il socialista Indalecio Prieto si dimette per protestare contro il livello dell'influenza sovietica sull'esercito.
15 aprile 
I Nazionalisti raggiungono il Mediterraneo a Vinaroz, dividendo in due la zona Repubblicana.
giugno 
La Francia chiude nuovamente il confine.
24 luglio 
Inizio della battaglia dell'Ebro. Le forze Repubblicane tentano di distogliere i Nazionalisti dall'attaccare Valencia e di diminuire la pressione sulla Catalogna. In un primo momento le truppe Repubblicane, comandate dal Generale Modesto, ottennero un considerevole successo, ma vennero limitate dalla supremazia aerea Nazionalista. I pesanti combattimenti continuarono fino in novembre.
21 settembre 
Il Dottor Negrín, capo del governo repubblicano, in un discorso alla Società delle Nazioni, annuncia che le Brigate Internazionali verranno ritirate dalle zone di combattimento.
30 ottobre 
I Nazionalisti contrattaccano, costringendo le truppe Repubblicane a ritirarsi riattraversando l'Ebro.
18 novembre 
Fine della battaglia dell'Ebro
23 dicembre 
Inizia la battaglia per Barcellona. Viene lanciato un attacco Nazionalista a sei punte, con file separate che vanno dai Pirenei all'Ebro. Prendono Borjas Blancas, circondano Tarragona e raggiungono la periferia di Barcellona. Il governo Repubblicano si ritira da Barcellona a Gerona, anche se le sue truppe continuano a mantenere la difesa della città.

[modifica] La guerra: 1939

I Nazionalisti conquistarono la Catalogna, con una campagna turbinosa, durante i primi due mesi del 1939. Tarragona cadde il 14 gennaio, Barcellona il 26 gennaio e Girona il 5 febbraio. Cinque giorni dopo la caduta di Girona, l'ultima resistenza in Catalogna fu spezzata.

Il 27 febbraio, i governi di Regno Unito e Francia riconobbero con riluttanza il regime Franchista.

Solo Madrid e pochi altri capisaldi rimasero nelle mani delle forze governative. Il 28 marzo, con l'aiuto di forze pro-franchiste all'interno della città (la "quinta colonna" che il Generale Mola menzionò in un messaggio di propaganda del 1936), Madrid cadde nelle mani dei Nazionalisti. Il giorno seguente, Valencia, che aveva resistito sotto i cannoni dei Nazionalisti per quasi due anni, si arrese anch'essa. La vittoria venne proclamata il 1 aprile, quando l'ultima delle forze repubblicane si arrese.

[modifica] Cronologia dettagliata: 1939

  • 15 gennaio: La Francia, ancora una volta, permette il passaggio di armi verso la Repubblica.
  • 26 gennaio: Barcellona cade nelle mani dei Nazionalisti.
  • 5 febbraio: I Nazionalisti prendono Gerona, l'esercito Repubblicano in Catalogna è stato virtualmente disintegrato.
  • 27 febbraio: Francia e Regno Unito riconoscono il Regime Franchista.
  • 28 febbraio: Manuel Azaña si dimette da Presidente della Repubblica.
  • 4 marzo-12 marzo: Colpo anticomunista del Colonnello Segismundo Casado. Nelle strade di Madrid, c'è una guerra civile all'interno della guerra civile. Il Consejo de Defensa Nacional (Consiglio di Difesa Nazionale), guidato dal Colonnello Casado, cerca senza successo di negoziare con Franco.
    Il governo Repubblicano fugge in esilio in Francia.
  • 28 marzo: Con la virtuale disintegrazione dell'esercito Repubblicano, i Nazionalisti prendono Madrid.
  • 29 marzo: Fine effettiva delle ostilità.
  • 1 aprile: Franco annuncia la fine della guerra.

[modifica] Rivoluzione sociale

Nelle zone sotto controllo degli anarchici (Aragona e Catalogna), in aggiunta ai successi militari, ci fu una vasta rivoluzione sociale. Dalla metà di luglio alla fine di agosto 1936 i lavoratori e i contadini collettivizzarono i trasporti urbani e ferroviari, le industrie metallurgiche e tessili, il rifornimento d’acqua e alcuni settori del grande e piccolo commercio. Circa 20.000 imprese industriali e commerciali furono così espropriate e gestite direttamente dai lavoratori e dai loro sindacati. Un Consiglio dell’Economia venne costituito per coordinare l’attività dei diversi settori della produzione. E’ nel settore agricolo che la collettivizzazone fu più radicale con misure quali l’abolizione della moneta, la modifica dei limiti comunali, la creazione di organizzazioni di mutua assistenza fra collettività ricche e povere, l’egualizzazione delle remunerazioni, la creazione di salari familiari e la messa in comune degli attrezzi e dei raccolti.

Questa rivoluzione venne avversata sia dai comunisti appoggiati dall'Unione Sovietica, che dai repubblicani democratici. Con il progredire della guerra, il governo e i comunisti furono in grado di fare leva sul loro accesso alle armi sovietiche per ripristinare il controllo del governo, sia con la diplomazia che con la forza. Nei Giorni di maggio del 1937, i contrasti all’interno del campo repubblicano esplodono in conflitto aperto quando i comunisti staliniani cercano di conquistare militarmente il controllo degli edifici pubblici di Barcellona, difesi dagli anarchici. Già precedentemente il Partito Comunista, per sconfiggere Franco, aveva sostenuto l'opportunità di un blocco sociale il più esteso possibile rinviando quindi ogni prospettiva rivoluzionaria alla fine della guerra. Inoltre la necessità dell'Unione Sovietica di rimanere l'unico punto di riferimento politico ed ideologico per i comunisti di tutto il mondo spinse Stalin ad opporsi anche militarmente alla componente anarchica e trotskjsta, vedi P.O.U.M., Partito Operaio di Unità Marxista, dello schieramento repubblicano. Un massiccio intervento dei servizi segreti stalinisti eliminò molti grandi capi rivoluzionari che non erano d'accordo con la posizione di Mosca.

La tragedia dei Giorni di maggio di Barcellona fu poi narrata da George Orwell in Omaggio alla Catalogna.

[modifica] Personaggi identificati con i Repubblicani

[modifica] Personaggi identificati con i Nazionalisti

[modifica] Bibliografia in lingua italiana

  • AA.VV., 1931-1937. Rivoluzione e controrivoluzione in Spagna, Ed. Falce Martello, Milano, 1995
  • AA.VV., Chi c'era racconta, Ed. Zic, Milano, 1975
  • AA.VV., La guerra civile spagnola tra politica e letteratura, Shakespeare & C., Firenze, 1995
  • AA.VV., Spagna 1936-1939. Fotografie e informazioni di guerra, Marsilio, Venezia, 1976
  • Bartolomè Bennassar, La guerra di Spagna. Una tragedia nazionale, Einaudi, Torino, 2006
  • C. Berneri, Guerra di classe in Spagna, Ed. RI, Pistoia, 1971
  • Barrot Jean, Bilan, la contre-révolution en Espagne, Ed. UGE
  • Broué-Temine, La rivoluzione e la guerra di Spagna, Ed. Sugar, Milano 1962
  • H. Browne, La guerra civile spagnola, Il Mulino, Bologna, 2000
  • C.C.I., La sinistra comunista italiana (1927-1952). Cap.5-6, Ed. CCI, Napoli 1984
  • C.C.I., Rivista Internazionale n.1 - Articoli di Bilan sulla Spagna, Ed. CCI, Napoli 1976
  • Chazé, Chroniques de la révolution espagnole, Ed. Spartacus
  • H.M. Enzensberger, La breve estate dell'anarchia. Vita e morte di B. Durruti, Feltrinelli, Milano, 1973
  • F. García, Collettività contadine e operaie durante la rivoluzione spagnola, Jaca Book, Milano, 1975
  • V. Gervasini, Gli insegnamenti della sconfitta della rivoluzione spagnola, Ed. C.S.P. Tresso, Foligno 1993
  • J. Gomez Casas, Storia dell'anarcosindacalismo spagnolo, Jaca Book, Milano, 1975
  • A. Guillamon Iborra, I bordighisti nella guerra civile spagnola, Ed. C.S.P. Tresso, Foligno 1993
  • D. Ibarruri, Memoria di una rivoluzionaria, Roma, 1963
  • G. Jackson, La repubblica spagnola e la guerra civile, Il Saggiatore, Milano, 1967
  • Jéhan, La guerre d'Espagne - in Invariance n.8, 1969
  • H.E. Kaminski, Quelli di Barcellona, Mondadori, Milano, 1950
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  • Nin Andres, Guerra e Rivoluzione in Spagna 1931/37, Ed. Feltrinelli, Milano 1974
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  • P. Preston, La guerra civile spagnola, Mondadori, Milano, 1999
  • G. Ranzato, La guerra di Spagna, Giunti, Firenze, 1955
  • G. Ranzato, Rivoluzione e guerra civile in Spagna, Loescher, Torino, 1975
  • G. Ranzato, L'eclissi della democrazia. La guerra civile spagnola e le sue origini 1931-1939 , Bollati Boringhieri, Torino, 2004
  • G. Roux, La guerra civile di Spagna, Firenze, 1966
  • Trotzsky Lev, Scritti 1936-39 "Parte seconda: la rivoluzione spagnola", Ed. Einaudi, Torino 1962
  • M. Tuñon de Lara, Storia della repubblica e della guerra civile in Spagna, Editori Riuniti, Roma, 1976

[modifica] Voci correlate

[modifica] Collegamenti esterni

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