Fronte occidentale (Prima guerra mondiale)
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Fronte occidentale | |||||||
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Parte della Prima guerra mondiale | |||||||
Per la maggior parte della Prima guerra mondiale lungo il fronte occidentale Alleati e tedeschi si trovarono invischiati in una guerra di trincea |
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Schieramenti | |||||||
Gran Bretagna, Francia, Canada, India, Terranova, Nuova Zelanda, Sudafrica, Australia, Stati Uniti, Belgio, Italia | Impero tedesco | ||||||
Comandanti | |||||||
nessun comando unificato fino al 1918, poi generale Ferdinand Foch | Kaiser Guglielmo II | ||||||
Perdite | |||||||
4.800.000 | non quantificate |
Fronte occidentale Grande Guerra |
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Frontiere – Liegi – Anversa – Grande ritirata – Marna - Corsa al mare – Neuve Chapelle – Ypres – 2a Artois – Quota 70 – 3a Artois – Loos – Verdun – Hulluch – Somme – Arras – Vimy – 2a Aisne – Messines – Passchendaele – Cambrai – Kaiserschlacht – Bosco Belleau – 2a Marna – Château-Thierry – Hamel – Cento giorni |
In seguito allo scoppio della Prima guerra mondiale nel 1914, l’esercito tedesco aprì il Fronte occidentale dapprima invadendo il Lussemburgo e il Belgio, quindi guadagnando il controllo di importanti zone industriali in Francia. L’onda dell’invasione cambiò drammaticamente direzione con la battaglia della Marna. Le due parti si fortificarono allora lungo una serpeggiante linea di trincee fortificate, che si stendeva dal mare del Nord alla frontiera svizzera. Questa linea rimase essenzialmente invariata per la maggior parte della guerra.
Fra il 1915 e il 1917 su questo fronte ebbe luogo una serie di importanti offensive. Nel corso degli attacchi si fece largo uso di bombardamenti d’artiglieria ed avanzate in massa della fanteria. Tuttavia, la combinazione di trinceramenti, nidi di mitragliatrici, filo spinato ed altre difese, causò ripetutamente gravi perdite agli attaccanti. Come risultato tali attacchi non portarono ad avanzate significative.
Nel tentativo di rompere lo stallo, questo fronte vide l’introduzione di nuove tecnologie militari, tra cui le armi chimiche e i carri armati. Ma fu solo dopo l’adozione di migliori tattiche che si restaurò un certo grado di mobilità. Nonostante la natura in generale statica del fronte, questo teatro di guerra si sarebbe dimostrato decisivo. L’inesorabile avanzata delle armate alleate nel 1918 persuase i comandanti tedeschi che la sconfitta era inevitabile, e il governo fu indotto ad assoggettarsi alle condizioni di resa.
Indice |
[modifica] 1914 – L’invasione della Francia e del Belgio
Allo scattare della Prima guerra mondiale l’esercito tedesco mise in atto una versione modificata del Piano Schlieffen, concepito per attaccare rapidamente la Francia attraversando il Belgio per poi volgersi verso sud per circondare l’esercito francese schierato sul confine tedesco. Le armate agli ordini dei generali Alexander von Kluck e Karl von Bülow attaccarono il Belgio il 4 agosto 1914. Il Lussemburgo era stato occupato senza opposizione il 2 agosto. La prima battaglia combattuta in Belgio fu quella di Liegi, che si protrasse dal 5 al 16 agosto. Liegi era ben fortificata e sorprese l’armata agli ordini di von Bülow per la propria resistenza. Dopo la caduta di Liegi, la maggioranza dell’esercito belga si ritirò su Anversa e Namur. L’esercito tedesco passò oltre Anversa, ma questa rimase come una spina nel fianco. Seguì un altro assedio a Namur, dal 20 al 23 agosto.[1]
Il piano d’attacco francese d’anteguerra, Piano XVII, era inteso a catturare l’Alsazia-Lorena subito dopo lo scoppio delle ostilità. L’offensiva principale fu lanciata il 14 agosto con attacchi a Sarrebourg in Lorena e Mulhouse in Alsazia. In accordo col Piano Schlieffen, i tedeschi si ritirarono lentamente cercando di infliggere le massime perdite ai francesi. Questi avanzarono in direzione del fiume Saar e tentarono di prendere Sarrebourg prima di essere respinti.[2] I francesi riuscirono a prendere Mulhouse ma dovettero abbandonarla per rinforzare le proprie forze in Lorena.
Dopo aver marciato attraverso il Belgio, il Lussemburgo e la foresta delle Ardenne, l’esercito tedesco avanzò, nella seconda metà di agosto, nella Francia settentrionale dove si scontrò con l’esercito francese, comandato da Joseph Joffre, e la prima divisione del Corpo di Spedizione Britannico (BEF), comandata da Sir John French. Ebbe inizio una serie di scontri conosciuta come battaglia delle Frontiere. Seguì una ritirata generale alleata, con altri scontri come la battaglia di Le Cateau-Cambrésis, l’assedio di Maubeuge e la battaglia di Guise.
L’esercito tedesco giunse a 70 chilometri da Parigi, ma alla Prima battaglia della Marna (6–12 settembre), le truppe francesi e britanniche riuscirono a respingerlo fino a nord del fiume Aisne, dove si trincerò, ponendo fine alla guerra di movimento e gettando le basi per un fronte statico che doveva perdurare per i successivi tre anni. In seguito a questo arretramento tedesco le forze contrapposte tentarono di aggirarsi reciprocamente sul fianco nella cosiddetta Corsa al mare, e in breve estesero il proprio sistema trincerato dal canale della Manica alla frontiera svizzera.[3]
[modifica] 1915 – In stallo
Tra la costa e la catena dei Vosgi si trovava una propaggine nella linea trincerata, chiamata saliente di Noyon, dalla città francese situata nel punto di massima avanzata tedesca, vicino Compiègne. Il piano di attacco di Joffre per il 1915 era di attaccare il saliente dai due fianchi per tagliarlo fuori [4]; i britannici avrebbero portato l’attacco da nord premendo verso est in Artois, mentre i francesi avrebbero attaccato nella Champagne.
Il 10 marzo, come parte di una offensiva maggiore nella regione dell’Artois, l’esercito inglese attaccò a Neuve Chapelle nel tentativo di prendere il crinale di Aubers. L’assalto fu condotto da quattro divisioni lungo un fronte di 3 chilometri. Preceduto da un bombardamento concentrato durato 35 minuti, l’assalto iniziale fece rapidi progressi, e il villaggio fu catturato in quattro ore. Tuttavia l’attacco rallentò per problemi logistici e di comunicazione. I tedeschi inviarono delle riserve e contrattaccarono vanificando il tentativo di cattura del crinale. Poiché i britannici avevano utilizzato un terzo delle proprie scorte totali di proiettili d’artiglieria[5], Sir John French attribuì il fallimento alla mancanza di munizioni, nonostante il successo iniziale dell’attacco[6].
[modifica] La guerra dei gas
Al momento i tedeschi intendevano mantenere in scacco francesi e britannici per distoglierne l’attenzione dal fronte orientale; non si contentarono però di stare sulla difensiva, e pianificarono un attacco alla città belga di Ypres, che i britannici avevano catturato nel novembre 1914 durante la Prima battaglia di Ypres, dove testarono una nuova arma. Dopo un bombardamento di due giorni, il 22 aprile, i tedeschi rilasciarono gas al cloro sul campo di battaglia, diretto alle trincee britanniche [7]. La nube giallo-verde asfissiò i difensori della prima linea, e nelle retrovie causò il panico provocando una breccia larga 7 chilometri nella linea alleata. Tuttavia i tedeschi non erano preparati a un tale successo, e non avevano approntato riserve sufficienti per approfittarne. In breve tempo giunsero truppe canadesi e respinsero l’avanzata tedesca. Questa seconda battaglia di Ypres segnò il primo utilizzo sul larga scala delle armi chimiche: 170 tonnellate di gas furono lanciate sulle linee alleate, con la morte di 5.000 uomini nel giro di alcuni minuti, nonostante l’uso di queste armi fosse stato vietato già nel 1899 dalla Convenzione de L'Aia (che era stata voluta dagli stessi tedeschi). L’attacco coi gas fu ripetuto due giorni dopo e causò un arretramento di cinque chilometri della linea franco-britannica. Ma l’opportunità era persa. Un successo del genere non sarebbe stato ripetuto: in seguito gli Alleati introdussero maschere antigas ed altre contromisure, la cui efficacia fu provata un anno dopo, il 27 aprile, quando quaranta chilometri a sud di Ypres, durante la battaglia di Hulluch, la 16a Divisione irlandese fu in grado di sostenere risoluti attacchi tedeschi condotti coi gas.
[modifica] Continuano gli attacchi alleati
L’offensiva alleata di primavera fu combattuta in Artois, con l’obiettivo di prendere il crinale di Vimy. La 10a Armata francese attaccò il 9 maggio dopo un bombardamento durato sei giorni, e avanzò di cinque chilometri. Tuttavia si ritirò sotto il tiro dei nidi di mitragliatrice e dell’artiglieria dei rinforzi tedeschi. Il 15 maggio l’offensiva si arrestò.
Durante l’autunno del 1915 la supremazia aerea dei Fokker iniziò a sentirsi sul fronte di battaglia, quando gli aerei da osservazione alleati furono quasi del tutto spazzati via dai cieli. Gli aerei da ricognizione erano utilizzati per dirigere il tiro d’artiglieria e fotografare le fortificazioni nemiche, ma ora gli Alleati erano quasi ciechi[8].
Nel settembre 1915 gli Alleati lanciarono alcune grandi offensive: i francesi nella Champagne e i britannici a Loos. I francesi avevano impiegato l’estate nei preparativi per quest’azione, mentre i britannici assumevano il controllo di porzioni maggiori del fronte per liberare truppe francesi. Il bombardamento, accuratamente diretto per mezzo di fotografie aeree[9], iniziò il 22 settembre. L’assalto principale avvenne il 25 settembre e, almeno inizialmente, fece buoni progressi nonostante permanessero sbarramenti di filo spinato e nidi di mitragliatrici. Tuttavia, prevedendo l’attacco, i tedeschi avevano allestito ulteriori linee difensive a 3 e 6 chilometri dietro il fronte, e furono in grado di sostenere l’attacco francese che durò sino a novembre. Sempre il 25 settembre i britannici diedero inizio alla loro offensiva a Loos, che aveva lo scopo di supportare l’iniziativa maggiore in atto nella Champagne. L’attacco fu preceduto da un bombardamento di quattro giorni con 250.000 granate e il lancio di 5.100 cilindri di gas al cloro. L’attacco interessò due corpi d’armata nel suo teatro principale, ed altri due che effettuarono attacchi diversivi a Ypres. I britannici ebbero gravi perdite durante l’attacco, specialmente per il fuoco di mitragliatrice, e conseguirono solo limitati guadagni di terreno prima di esaurire i proiettili d’artiglieria. Un nuovo attacco il 13 ottobre ebbe una sorte un po’ migliore. In dicembre il generale John French fu rimpiazzato da Douglas Haig come comandante delle forze britanniche.
[modifica] 1916 – Duelli d’artiglieria e guerra d’attrito
Il capo di Stato Maggiore Tedesco, Erich von Falkenhayn, non credeva più nella possibilità di effettuare uno sfondamento ed invece si concentrò sull’idea di costringere la Francia alla resa infliggendole perdite massiccie[10]. Il suo nuovo obiettivo era “dissanguare la Francia”.
In tal senso, adottò due nuove strategie. La prima fu il ricorso alla guerra sottomarina incondizionata, per tagliare agli Alleati i rifornimenti d’oltremare. La seconda consisteva nel lanciare attacchi mirati contro le truppe francesi di terra, per infliggere quante più perdite possibili: pensò quindi di attaccare una posizione da cui i francesi non potessero ritirarsi per ragioni strategiche e di orgoglio nazionale, e quindi intrappolarli. La città fortificata di Verdun fu scelta per questo scopo, perché era un importante caposaldo, circondata da un anello di fortificazioni vicino alle linee tedesche, e perché era posta sulla direttrice di Parigi, oltre ad aver costituito, per molti secoli, un punto conteso da entrambe le nazioni. L’operazione fu chiamata Gericht, ossia “Giudizio”, ma anche “Patibolo”.
Falkenhayn limitò l’ampiezza del fronte d’attacco a 3-4 km per concentrare il proprio fuoco e impedire uno sfondamento in seguito a una controffensiva. Mantenne sotto il proprio stretto controllo la riserva principale, immettendo via via in battaglia le truppe necessarie a sostentarla[11]. In preparazione dell’attacco, i tedeschi concentrarono anche molti aerei attorno alla fortezza: all’inizio delle operazioni essi ripulirono il cielo degli aerei nemici, il che permise alle unità aeree tedesche, da osservazione e da bombardamento, di operare senza interferenze. Tuttavia, nel mese di maggio, i francesi schierarono nuove squadriglie con i superiori caccia Nieuport. Il ristretto spazio aereo sopra Verdun divenne un campo di battaglia aereo, e mostrò per la prima volta il valore della superiorità aerea tattica, visto che ognuna delle due parti cercò di dominare la ricognizione aerea[12].
[modifica] Battaglia di Verdun
Per approfondire, vedi la voce Battaglia di Verdun. |
La battaglia di Verdun iniziò il 21 febbraio 1916, dopo un rinvio di nove giorni per la neve e il maltempo. Dopo un massiccio bombardamento di artiglieria durato otto ore, i tedeschi non si attendevano molta resistenza avanzando su Verdun e i suoi forti[13]. I francesi persero il controllo di quasi tutti i loro fortilizi, incluso Fort Douaumont. Tuttavia i rinforzi francesi fermarono l’avanzata tedesca il 28 febbraio. I tedeschi rivolsero i propri sforzi su Le Mort Homme, a nord, bassa collina dietro cui i francesi avevano piazzato un efficiente apparato di artiglieria. Dopo alcuni dei più intensi combattimenti della campagna, la collina venne presa dai tedeschi alla fine di maggio. Dopo un avvicendarsi nel comando francese a Verdun, da Philippe Pétain, orientato sulla difensiva, a Robert Georges Nivelle, più portato per l’attacco, i francesi tentarono di riprendere Fort Douaumont il 22 maggio ma furono facilmente respinti. I tedeschi catturarono Fort Vaux il 7 giugno e, con l’aiuto del gas fosgene, giunsero a un chilometro dall’ultimo crinale sopra Verdun prima di fermarsi il 23 giugno.
Durante l’estate i francesi avanzarono lentamente; con lo sviluppo del metodo dello sbarramento mobile, ossia un fuoco di artiglieria mirato poco avanti la fanteria in avanzata, ripresero Fort Vaux, e nel dicembre 1916 respinsero i tedeschi ad oltre un chilometro da Fort Douaumont.
[modifica] Battaglia della Somme
Per approfondire, vedi la voce Battaglia della Somme. |
In primavera i comandanti alleati erano preoccupati circa la capacità della Francia di sostenere le enormi perdite di Verdun. I piani originali di un attacco sul fiume Somme vennero modificati per lasciare ai britannici l’impegno maggiore. Questo avrebbe alleviato la pressione sui francesi, come sui russi, che pure avevano subito molte perdite. Il 1 luglio, dopo una settimana di pioggia intensa, le divisioni britanniche in Piccardia lanciarono un’ offensiva sul fiume Somme, col supporto di cinque divisioni francesi sul fianco destro. L’attacco era stato preceduto da sette giorni di pesanti bombardamenti d’artiglieria. Le forze francesi, più esperte, ebbero successo nell’avanzata, ma l’artiglieria britannica non riuscì a demolire gli sbarramenti in filo spinato, né a distruggere le trincee tedesche, il che causò il maggior numero di perdite in un singolo giorno nella storia dell’esercito britannico, oltre 57.000[14].
Avendo appreso l’importanza del combattimento aereo sopra Verdun, per l’attacco sulla Somme gli Alleati si dotarono di nuovi aerei. Dopo la lezione di Verdun, l’obiettivo tattico divenne il conseguimento della superiorità aerea, e gli apparecchi tedeschi vennero quasi del tutto spazzati via dai cieli della Somme. Il successo dell’offensiva aerea alleata causò una revisione operativa nell’aviazione tedesca, e da entrambe le parti si iniziarono ad usare folte formazioni di aerei piuttosto che affidarsi al combattimento individuale[15].
Dopo un periodo di riorganizzazione la battaglia continuò per tutto luglio e agosto, con alcuni successi britannici nonostante il rafforzarsi delle linee tedesche. Per agosto il generale Haig concluse che uno sfondamento in grande stile fosse improbabile, e diede il via ad una serie di azioni su scala ridotta. Il seguito della battaglia vide per la prima volta l’uso dei carri armati sul campo di battaglia. Gli Alleati prepararono per il 15 settembre un attacco con 13 divisioni britanniche e quattro corpi d’armata francesi. L’azione fece inizialmente grandi progressi, con un’avanzata di quattro chilometri, ma i carri ebbero un ruolo limitato per la scarsezza di numero e l’inaffidabilità meccanica: al loro esordio valse soprattutto l’effetto psicologico sulla fanteria nemica impreparata ad affrontarli. La fase finale della battaglia ebbe luogo in ottobre e inizio novembre, nuovamente con guadagni limitati in cambio di pesanti perdite. Alla fine dei conti, la battaglia della Somme consentì una penetrazione nel fronte nemico di meno di dieci chilometri, e non raggiunse gli obiettivi originari. Gli Alleati ebbero oltre 600.000 perdite, e i tedeschi oltre 460.000.
La Somme condusse direttamente a nuovi importanti sviluppi nell’organizzazione e nelle tattiche della fanteria alleata; nonostante le terribili perdite del 1 luglio, alcune divisioni erano riuscite a raggiungere i propri obiettivi con danno minimo. Esaminando le ragioni dietro sconfitte e successi del primo giorno di battaglia, i britannici e i contingenti del Commonwealth reintrodussero il concetto di plotone, seguendo con ciò i passi degli eserciti francese e tedesco che già si stavano indirizzando verso l’impiego di piccole unità tattiche. Al tempo della Somme i comandanti superiori britannici insistevano che la compagnia (120 uomini) dovesse essere la più piccola unità di manovra; meno di un anno dopo lo sarebbe stata la sezione, di 10 uomini
[modifica] La linea Hindenburg
Per approfondire, vedi la voce Linea Hindenburg. |
Nell’agosto 1916 il comando tedesco sul fronte occidentale cambiò di mano: Falkenhayn diede le dimissioni e fu rimpiazzato da Paul von Hindenburg e Erich Ludendorff. I nuovi comandanti presto si resero conto che le battaglie di Verdun e della Somme avevano prosciugato la capacità offensiva dell’esercito tedesco. Decisero di ricorrere ad una strategia difensiva per il 1917 sul fronte occidentale, per attaccare invece su altri fronti.
Durante la battaglia della Somme e nei mesi invernali, i tedeschi crearono una posizione difensiva alle spalle di una sezione del fronte: la linea Hindenburg. Essa era concepita per accorciare il fronte tedesco, liberando così un certo numero di divisioni da destinare ad altri compiti. La linea fortificata correva da Arras verso sud fino a Saint-Quentin. Gli aerei da ricognizione a lungo raggio avvistarono per la prima volta i lavori di costruzione nel novembre 1916.
[modifica] 1917 – L’Impero britannico prende l’iniziativa
La fase di ritirata sulla linea Hindenburg fu chiamata dai tedeschi Operazione Alberico[16]. Ebbe inizio il 9 febbraio e fu completata il 5 aprile, lasciando dietro ad essere occupato dagli Alleati un territorio devastato, per un raggio da 10 a 50 chilometri dall’originale linea del fronte. Questo impedì ai francesi di attaccare sui fianchi il saliente di Noyon, che non esisteva più. Tuttavia le avanzate offensive britanniche continuarono, visto che la ritirata secondo l’Alto Comando era dovuta alle batoste che i tedeschi avevano ricevuto durante la battaglia della Somme.
Nel frattempo, il 6 aprile gli Stati Uniti dichiararono guerra alla Germania. In precedenza, all’inizio del 1915, dopo l’affondamento del Lusitania, la Germania aveva sospeso la guerra sottomarina indiscriminata nell’Atlantico per timore di trascinare l’America nel conflitto; a causa del crescente scontento nell’opinione pubblica per la carenza di cibo, tuttavia, il governo tedesco decise di riprenderla nel febbraio 1917, calcolando che un efficace blocco navale avrebbe costretto la Gran Bretagna ad uscire dalla guerra entro sei mesi, prima cioè che le forze americane potessero costituire un serio pericolo sul fronte occidentale. I sottomarini ebbero un breve periodo di successo prima che i britannici ricorressero alla tattica dei convogli, riducendo grandemente le perdite di navi[17].
Nell’aprile 1917 le forze dell’Impero britannico lanciarono un’offensiva dando inizio alla battaglia di Arras. Nonostante il Corpo d’armata canadese e la 5a Divisione Britannica conseguissero un successo a Vimy, gli Alleati non poterono capitalizzarlo per le perdite subite a sud.
Nell’inverno 1916-17, la tattica aerea tedesca venne migliorata, fu aperta una scuola per piloti da caccia a Valenciennes e vennero introdotti aerei migliori con mitragliatrici binate. Il risultato furono perdite quasi disastrose per la forza aerea alleata, particolarmente per i britannici, che soffrivano per aerei antiquati, scarso addestramento e tattiche rudimentali. Durante l’attacco ad Arras, i britannici persero 316 equipaggi, contro 114 dei tedeschi[18], in quello che per i Royal Flying Corps fu l’’’aprile di sangue’’.
[modifica] Il morale della Francia
Lo stesso mese, il generale francese Nivelle ordinò una nuova offensiva. L’attacco, anche noto come “battaglia dello Chemin des Dames” (dal nome della località, una strada panoramica sulla cresta dominante il corso dell’Aisne), coinvolse 1.200.000 uomini, fu preceduto da una settimana di bombardamento d’artiglieria e supportato dai carri armati. Tuttavia l’operazione procedette con difficoltà, visto che le truppe francesi dovettero vedersela con un terreno sconnesso e in salita. Gli aerei tedeschi guadagnarono il controllo del cielo rendendo difficile il riconoscimento degli obiettivi. Ciò fece sì che il fuoco di sbarramento mobile si spostasse troppo avanti rispetto alle truppe attaccanti. In una settimana i francesi ebbero 100.000 morti. Nonostante le forti perdite e la sua promessa di fermare l’offensiva se non ne fosse conseguito uno sfondamento, Nivelle ordinò di continuare ad attaccare anche a maggio.
Il 3 maggio gli uomini della provata 2a Divisione francese, veterani della battaglia di Verdun, si rifiutarono di obbedire agli ordini, presentandosi ubriachi e senza armi all’adunata. Gli ufficiali non vollero punire un’intera divisione e non furono prese misure repressive. L’ammutinamento si estese a ben 54 divisioni francesi, che videro disertare 20.000 uomini[19]. Gli appelli al patriottismo e al dovere incoraggiarono i soldati a difendere le trincee, sebbene non a partecipare ad ulteriori attacchi[20]. Il 15 maggio Nivelle fu rimosso dal comando, sostituito dal generale Henri Philippe Pétain, il quale sospese gli attacchi su vasta scala. I francesi l’anno successivo sarebbero rimasti sulla difensiva, lasciando il compito di attaccare alla Gran Bretagna e al suo Impero.
[modifica] Offensive britanniche
Il 7 luglio i britannici lanciarono l’offensiva sul crinale di Messines, a sud di Ypres, per riprendere il terreno perso nella Prima battaglia di Ypres nel 1914. Sin dal 1915 I genieri scavavano tunnel sotto il crinale; vi vennero allestite 21 camere di mina contenenti in tutto 455 tonnellate di esplosivo. Dopo quattro giorni di intensi bombardamenti, 19 mine vennero fatte esplodere, con la morte di 10.000 tedeschi. Seguirono nuovamente pesanti bombardamenti, che tuttavia non furono sufficienti per scacciare i tedeschi; l’offensiva si arrestò per il terreno fangoso, ed entrambe le parti soffrirono perdite consistenti[21].
Durante questa battaglia, il 12 luglio 1917, i tedeschi introdussero una nuova arma, ossia i proiettili d’artiglieria caricati a gas. La capacità limitata dei proiettili richiese l’impiego di un gas più potente dei precedenti, così si ricorse all'iprite, un potente agente vescicante. L’uso dell’artiglieria consentiva di creare grandi concentrazioni di gas su obiettivi selezionati, inoltre il gas mostarda aveva una grande persistenza, contaminando i luoghi per diversi giorni, il che era un ulteriore fattore demoralizzante[22]. Insieme col fosgene sarebbe stato largamente impiegato da entrambe le parti nelle battaglie successive, e anche gli Alleati iniziarono ad accrescere la propria produzione di armi chimiche.
Il 25 giugno arrivarono in Francia le prime truppe statunitensi, che tuttavia non entrarono in operazione fino all’ottobre successivo, restando addette ad attività di supporto per svariati mesi in attesa di completare l’addestramento[23]; ciononostante la loro presenza fu di grande aiuto per il morale degli Alleati.
In ottobre la lotta attorno ad Ypres si rinnovò con la battaglia di Passchendaele. I veterani canadesi della battaglia di Vimy e di Quota 70 si unirono alle provate truppe dell’ANZAC e alle forze britanniche e presero il villaggio di Passchendaele il giorno 30 nonostante la pioggia battente che aveva trasformato il terreno in una palude. Nuovamente l’offensiva causò un gran numero di perdite, per un guadagno relativamente piccolo. Il terreno fangoso e cosparso di crateri pieni d’acqua impediva le missioni di rifornimento e le successive avanzate. Le due parti insieme perdettero un totale di oltre mezzo milione di uomini in quest’offensiva.
[modifica] Battaglia di Cambrai
Per approfondire, vedi la voce Battaglia di Cambrai. |
Il 20 novembre i britannici lanciarono il primo attacco in massa di carri armati durante la battaglia di Cambrai, attaccando con 324 carri, di cui un terzo tenuto come riserva, e dodici divisioni, contro due divisioni tedesche. Per assicurarsi la sorpresa non ci fu bombardamento di preparazione, venne stesa solo una cortina di fumo davanti ai carri, che portavano con sé fasci di tronchi per colmare le trincee e le trappole anticarro tedesche. Tranne che per la 51a Divisione delle Highland, che non avanzò in colonna dietro i carri ma in linea, l’attacco iniziale fu un successo. Le forze britanniche effettuarono in sei ore un’avanzata maggiore di quella effettuata nei quattro mesi della Terza battaglia di Ypres, e perdendo “solamente” 4.000 uomini.[24]
Sfortunatamente l’avanzata produsse un saliente difficile da difendere, e la controffensiva tedesca del giorno 30 respinse i britannici alle posizioni di partenza. Nonostante il rovescio, l’attacco fu giudicato un successo, poiché diede la prova che i carri erano in grado di superare la difesa delle trincee. La battaglia vide anche il primo uso massiccio delle tedesche Stoss Truppen (truppe d’assalto) sul fronte occidentale, abili nell’usare tattiche di infiltrazione per penetrare le linee alleate.
[modifica] 1918 – Le offensive finali
In seguito al riuscito attacco alleato di Cambrai, Ludendorff concluse che la sola opportunità di vittoria per la Germania consistesse in un attacco decisivo sul fronte occidentale in primavera, ossia prima che il potenziale americano diventasse significativo. Il 3 marzo 1918 fu firmato il Trattato di Brest-Litovsk, e la Russia si ritirò dalla guerra. Questo rese disponibili 44 divisioni tedesche del fronte orientale per uno spostamento ad ovest, portando il vantaggio tedesco a 192 divisioni contro 173 alleate. Le forze tedesche erano poi addestrate alle nuove tattiche d’assalto già impiegate con successo sul fronte orientale. All’opposto gli Alleati non si erano dotati di un comando supremo unificato, e pativano problemi di basso morale e scarsità d’uomini.
La strategia di Ludendorff si basava su una massiccia offensiva intesa a separare i francesi dai britannici, per sospingere questi ultimi in direzione dei porti sulla Manica. L’attacco avrebbe combinato le nuove tattiche delle truppe d’assalto con aerei da attacco al suolo e uno sbarramento d’artiglieria accuratamente pianificato comprendente pure l’uso di gas.
[modifica] Le offensive tedesche di primavera
L'Operazione Michael[25], fu la prima delle offensive tedesche di primavera; quasi riuscì a separare i due eserciti degli Alleati, con un’avanzata di circa 65 chilometri solo nei primi otto giorni, portando le linee del fronte verso ovest di più di 100 chilometri, con Parigi entro il raggio dell’artiglieria per la prima volta dal 1914.
Come risultato della battaglia, gli Alleati finalmente si accordarono per un sistema unificato di commando, affidandone la massima carica al generale Ferdinand Foch. Gli Alleati furono così meglio in grado di opporsi alle due direttrici d’avanzata tedesche, e l’offensiva divenne una battaglia d’attrito. In maggio le divisioni americane iniziarono a giocare un ruolo sempre più importante, conseguendo la propria prima vittoria a Cantigny. Per l’estate 300.000 soldati americani giungevano ogni mese (prima della fine della guerra in totale furono 2.100.000), senza contare l’enorme quantitativo di armi, munizioni, cavalli, derrate alimentari e materiale in genere che sbarcava nei porti francesi dell’Atlantico.
[modifica] Le offensive finali alleate
Per approfondire, vedi la voce Offensiva dei cento giorni. |
In luglio Foch diede inizio alla prevista offensiva contro il saliente della Marna prodottosi in seguito agli attacchi tedeschi. In agosto il saliente era stato eliminato. Una seconda offensiva fu lanciata due giorni dopo la precedente. Questo attacco interessò truppe franco-britanniche, e vide l’impiego di 600 carri e 800 aerei; ebbe successo, tanto che Hindenburg definì l’8 agosto “il giorno nero dell’esercito tedesco” [26].
Nel settembre la 1a Armata americana, comandata dal generale Pershing attaccò con oltre 500.000 uomini nella battaglia di Saint-Mihiel, che fu seguita dalla battaglia della Mosa-Argonne, con dieci divisioni americane. Le due operazioni insieme valsero la cattura di oltre 500 chilometri quadrati di territorio.[27]
La Germania aveva visto il potenziale umano del proprio esercito gravemente compromesso da quattro anni di guerra e si trovava in gravi difficoltà dal punto di vista economico e sociale. L’offensiva dei cento giorni di agosto diede il colpo finale, e dopo questa serie di sconfitte le truppe tedesche iniziarono ad arrendersi in numero crescente. Quando finalmente gli Alleati ruppero il fronte tedesco, la monarchia imperiale tedesca giunse al collasso, e i due comandanti dell’esercito, Hindenburg e Ludendorff, si fecero da parte. Le battaglie infuriavano ancora quando la rivoluzione portò al potere un nuovo governo che presto firmò l’armistizio che mise fine ai combattimenti sul fronte occidentale l’11 novembre[28].
[modifica] Conseguenze
Per approfondire, vedi la voce Conseguenze della prima guerra mondiale. |
La guerra sul fronte occidentale portò alla resa della Germania e dei suoi alleati, nonostante i successi ottenuti altrove. I termini della pace vennero dettati quindi da Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti, durante la Conferenza di Parigi del 1919, il cui risultato fu il Trattato di Versailles, firmato nel giugno. I termini originali del trattato avrebbero cancellato la Germania come potenza militare ed economica, per cui la delegazione militare si rifiutò di firmare, cosa che fece invece la delegazione del nuovo governo.
Il trattato di Versailles riportò alla Francia la provincia di confine dell’Alsazia-Lorena, importante per i giacimenti di carbone. Limitò poi severamente le forze armate tedesche fissando il numero degli effettivi dell’esercito a 100.000 e vietando la ricostituzione di una forza aerea e navale. (La flotta militare fu diretta a Scapa Flow ed affondata.) La riva occidentale del Reno sarebbe stata demilitarizzata, e il canale di Kiel aperto al traffico internazionale. Il trattato ridisegnò drasticamente anche l’assetto dell’Europa orientale.
Battaglia | Anno | Alleati | tedeschi |
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Marna | 1914 | 263.000 | 250.000 |
Verdun | 1916 | >377.000 | >336.000 |
Somme | 1916 | 623.907 | >465.000 |
2a Aisne | 1917 | 187.000 | 168.000 |
Operazione Michael | 1918 | 255.000 | 239.000 |
La Germania nel 1919 era in bancarotta, con la popolazione affamata, e priva di affari commerciali col resto del mondo. Gli Alleati occupavano le città sul Reno di Colonia, Coblenza e Magonza. Nella gente del popolo nacque il mito secondo cui l’esercito non fosse stato confitto, ma abbandonato dal governo e tradito dai nemici interni; ciò in seguito sarebbe stato sfruttato dalla propaganda nazista per giustificare almeno in parte l’abbattimento della Repubblica di Weimar. (Vedi Dolchstoßlegende.)
La Francia ebbe gravi danni dalla guerra. Oltre alle perdite umane, il nord ovest industriale era stato devastato: una volta consapevole della sconfitta, Ludendorff aveva ordinato la distruzione delle miniere in Francia e Belgio[29], con l’obiettivo di strozzare le industrie del maggior rivale continentale della Germania. La Francia avrebbe in seguito costruito una massiccia linea fortificata sul confine tedesco nota come linea Maginot, per prevenire future aggressioni tedesche.
La guerra delle trincee lasciò una generazione di mutilati e di vedove di guerra; il macello mai visto prima ebbe effetti duraturi sull’atteggiamento dei popoli nei confronti della guerra, dando in seguito luogo ad una riluttanza da parte degli Alleati ad assumere una politica aggressiva nei confronti di Adolf Hitler (egli stesso un veterano decorato). Le ripercussioni di quella riluttanza si avvertono ancora ai giorni nostri.
[modifica] Note
- ↑ Thomas E. Griess (Ed.), The Great War, 1986, Avery Publishing Group, ISBN 0-89529-312-9, pp. 22-24,25-26.
- ↑ Griess, pp. 29-30.
- ↑ Griess, pp. 31-37.
- ↑ J. F. C. Fuller, The Conduct of War, 1789-1961, 1992, Da Capo Press, p. 165.
- ↑ Michael J. Lyons, World War I: A short history, 2000, Prentice Hall, p. 112. ISBN 0130205516
- ↑ Fuller, pp. 166-7
- ↑ Fuller, pp. 172-3
- ↑ Christopher Campbell, Aces and Aircraft of World War I, Blandford Press Ltd., Dorset, 1981. pg. 26-27.
- ↑ War correspondent E. Alexander Powell, Battle in the Champagne, "Vive la France", 1916.
- ↑ Lyons, p. 141.
- ↑ S.L.A. Marshall, World War I, 1964, American Heritage, pp 236-7
- ↑ Campbell, pg. 40.
- ↑ Lyons, pg. 143.
- ↑ Griess, pp. 71-72.
- ↑ Campbell, pg. 42.
- ↑ Marshall, pp. 288-9.
- ↑ Griess, pp. 144-5.
- ↑ Campbell, p. 71
- ↑ Lyons, p. 243.
- ↑ Marshall, pp. 292
- ↑ Griess, pp. 124.
- ↑ Fuller, pp. 173-4.
- ↑ Griess, pp. 124.
- ↑ Marshall, pp. 317.
- ↑ Marshall, pp. 353-7.
- ↑ Griess, pp. 155-156.
- ↑ Griess, pp. 159-161.
- ↑ Griess, pp. 163.
- ↑ Marshall, pp. 460.
[modifica] Voci correlate
Prima guerra mondiale
Armi chimiche