Asfissia
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L'asfissia, o soffocamento, è la condizione nella quale è quasi del tutto assente dell'ossigeno in un soggetto, non permettendogli di respirare normalmente.
L'asfissia (dal greco: a-, "senza" e sphyxis, "polso, battito del cuore") è una condizione di grave carenza della fornitura di ossigeno al corpo quando il soggetto non può respirare normalmente.
L'asfissia è causa di ipossia, che si ripercuote soprattutto sui tessuti e gli organi più sensibili alla carenza di ossigeno, come il cervello.
L'asfissia è di solito (ma non sempre) accompagnata dalla senzazione di "fame d'aria"; il bisogno di respirare è indotto da livelli crescenti di anidride carbonica nel sangue piuttosto che da livelli troppo bassi di ossigeno. A volte il livello di anidride carbonica non è sufficiente a indurre la "fame d'aria" e il soggetto divente ipossico senza accorgersene.
In ogni caso, l'assenza degli interventi necessari porterà molto rapidamente all'incoscienza, a danni cerebrali (perché alle cellule non arriva l'ossigeno) e alla morte.[1]
La costrizione delle arterie e/o delle vene nel collo, come a volte nella strangolazione, non causa asfissia ma piuttosto ischemia cerebrale.
Indice |
[modifica] Cause
[modifica] Ostruzione fisica delle vie aeree
- compressione del torace o dell'addome (asfissia compressiva)
- ostruzione delle vie aeree esterne
- annegamento
- presenza di cibo o elementi estranei nella trachea
- strangolamento
- impiccagione
- restringimento delle vie aeree dovuto ad asma o anafilassi
- inalazione di vomito.
[modifica] Alterazione dell'aria esterna
L'asfissia può risultare dall'esposizione prolungata ad un'atmosfera contenente una concentrazione di ossigeno troppo bassa.