Battaglia delle Frontiere
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Battaglia delle Frontiere | |||||||
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Parte della Prima guerra mondiale-Fronte occidentale | |||||||
Fanteria tedesca in marcia |
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Schieramenti | |||||||
Francia Gran Bretagna |
Impero tedesco | ||||||
Comandanti | |||||||
Joseph Joffre John French |
Helmuth von Moltke | ||||||
Effettivi | |||||||
Francia 1.250.000 Gran Bretagna 70.000 |
1.300.000 |
Fronte occidentale Grande Guerra |
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Frontiere – Liegi – Anversa – Grande ritirata – Marna - Corsa al mare – Neuve Chapelle – Ypres – 2a Artois – Quota 70 – 3a Artois – Loos – Verdun – Hulluch – Somme – Arras – Vimy – 2a Aisne – Messines – Passchendaele – Cambrai – Kaiserschlacht – Bosco Belleau – 2a Marna – Château-Thierry – Hamel – Cento giorni |
La battaglia delle Frontiere comprende una serie di scontri combattuti lungo la frontiera orientale della Francia e nel Belgio meridionale poco dopo lo scoppio della Prima guerra mondiale. Rappresentò la collisione fra le strategie militari sintetizzate dal francese Piano XVII e dal tedesco Piano Schlieffen. Il primo, che incarnava la dottrina militare dell’offensiva ad oltranza, fu un disastro per i francesi che subirono perdite enormi. La British Expeditionary Force (BEF) combatté in uno scontro relativamente minore a Mons il quale, a causa del coinvolgimento dell’importante ala destra dell’esercito tedesco, ebbe una rilevanza di gran lunga maggiore degli altri. Il fallimento dell’offensiva francese nelle Ardenne portò ad una ritirata generale sul fiume Marna, dove le forze francesi e britanniche si raggrupparono per la difesa di Parigi.
Indice |
[modifica] Antefatto
L’obiettivo del Piano XVII francese era riconquistare la provincia di Alsazia-Lorena, perduta in seguito alla guerra franco-prussiana del 1870, respingere delle forze tedesche fino al Reno e attaccare il centro dello schieramento tedesco attraverso le Ardenne. In opposizione al piano francese, il tedesco Piano Schlieffen anticipava l’attacco francese e prevedeva di rimanere sull’offensiva, tenendo l’Alsazia-Lorena col minimo sforzo indispensabile per impegnare il grosso dell’esercito francese, mentre il resto dell’esercito tedesco avrebbe attraversato il neutrale Belgio e di qui puntato su Parigi, eseguendo così una enorme manovra di accerchiamento tesa a circondare l'intero esercito francese conducendolo rapidamente alla resa.
Il piano tedesco presumeva erroneamente che la Gran Bretagna, formalmente non schierata, sarebbe rimasta neutrale, e considerava irrilevante il peso del piccolo esercito regolare britannico qualora fosse stato coinvolto.
La difesa delle frontiere della Francia era basata su una zona fortificata estesa da Verdun a Toul, e su fortezze isolate come Épinal e Belfort. A nord la Francia confidava nell’impenetrabile foresta delle Ardenne e nel presupposto della neutralità del Belgio. Perciò il Piano XVII disegnava un’offensiva su due direttrici, a nord e a sud della linea Verdun-Toul. A sud le armate 1a e 2a avrebbero attaccato la Lorena, mentre a nord la 3a, 4a e 5a avrebbero attaccato attraverso le Ardenne meridionali verso il Lussemburgo. Sul fianco sinistro della 5a Armata, davanti alla frontiera belga, si trovava la BEF, schierata vicino alla città fortificata di Maubeuge.
Sulla frontiera le forze tedesche eguagliavano all’incirca quelle francesi per numero e disposizione, tanto che erano anch’esse divise in due ali, a nord e sud di una zona fortificata fra Metz e Thionville. Tuttavia a nord, pronte ad invadere il Belgio, ad opporsi alla 5a Armata francese a alla BEF c’erano le armate tedesche 1a, 2a e 3a, formanti la massa dell’ala destra voluta da Schlieffen.
La Germania invase il Belgio il 4 agosto ed iniziò così la battaglia di Liegi. Nonostante l’evidente ammassamento di forze tedesche ad est di Liegi, il generale Joseph Joffre, comandante in capo francese, trascurò la minaccia alla sua ala nord, e continuò come previsto dal Piano XVII. Anzi, Joffre accolse con ottimismo la prospettiva di un rafforzamento tedesco all’ala destra, perché ne deduceva un indebolimento dell’ala sinistra, contro cui l’offensiva francese era diretta; nel 1913 il generale Nöel de Castelnau, all’epoca vice capo di Stato Maggiore, dichiarò che un attacco tedesco attraverso le Fiandre sarebbe stato “tanto meglio per noi”, e quell’opinione era ancora prevalente nell’Alto Comando francese. Anche quando le armate tedesche iniziarono a riversarsi in Belgio per la metà di agosto, l’assistente di Joffre allo Stato Maggiore, generale Henri Berthelot disse:
[modifica] Alsazia e Lorena
Fu il 7 agosto il primo attacco francese della guerra, noto come battaglia di Mulhouse, quando il VII Corpo d’armata avanzò nell’Alsazia meridionale con l’obiettivo di prendere le città di Mulhouse e Colmar. Mulhouse fu conquistata senza combattere l’8 agosto, e ciò fece enorme sensazione in Francia, ma il giorno successivo iniziò il contrattacco tedesco che costrinse i francesi a ritirarsi. Joffre inviò allora quattro ulteriori divisioni a formare l'"Armata dell’Alsazia", che fu posta al comando del generale a riposo Paul Pau.
L’offensiva francese principale nel sud, nota come battaglia di Lorena, iniziò il 14 agosto quando la 1a Armata del generale Auguste Dubail avanzò su Strasburgo mentre la 2a Armata del generale de Castelnau si diresse su Morhange. Le avanzate francesi ricevettero il benvenuto da parte delle armate tedesche 6a e 7a, sotto il comando del Kronprinz Rupprecht di Baviera, destinate espressamente a sostenere l’attacco francese sul centro, anche cedendo terreno, fino al compimento della manovra accerchiante dell’ala destra tedesca. Le retroguardie tedesche, equipaggiate massicciamente di mitragliatrici, inflissero gravi perdite alla fanteria francese ancora vestita delle uniformi blu e rosse del secolo precedente.
Rupprecht di Baviera, poco soddisfatto del ruolo difensivo assegnatogli, richiese ai suoi superiori di passare alla controffensiva. Ciò cozzava col piano generale che prevedeva un atteggiamento difensivo per tenere impegnati i francesi, ma in seguito alle ripetute insistenze una controffensiva fu lanciata il 20 agosto, e la 2a Armata francese fu respinta fino al suolo francese. Ciò lasciò scoperto il fianco della 1a Armata francese, costringendola a ritirarsi a sua volta. Anche l’Armata d'Alsazia di Pau dovette ritirarsi, nonostante avesse riconquistato Mulhouse. Per il 22 agosto, le forze francesi erano di nuovo sulle proprie linee di partenza sulla Mosella.
Il Piano Schlieffen stava iniziando a dipanarsi, quando il Kronprinz Rupprecht lanciò un’offensiva in grande stile fra Toul ed Épinal, con inizio il 23 agosto. Le forze francesi furono trattenute ad allestire le difese e a sostenere l’attacco tedesco, che durò per quattro giorni. Le truppe che Rupprecht impegnava all’offensiva in questo settore furono quindi indisponibili per i combattimenti successivi sulla Marna, dove avrebbero potuto essere decisive.
[modifica] L’offensiva delle Ardenne
Secondo il Piano XVII, l’attacco francese contro il centro tedesco attraverso le basse Ardenne doveva coinvolgere le armate 3a, 4a e 5a, ma al momento previsto per l’offensiva il Piano stesso iniziava a sfaldarsi. Il generale Charles Lanrezac, comandante della 5a Armata, la più a nord, allarmato dai progressi tedeschi in Belgio, chiese il permesso di riallineare le sue forze spostandosi verso ovest nell’angolo formato dai fiumi Sambre e Mosa. Joffre in un primo tempo non avvertì il pericolo ma il 12 agosto permise a Lanrezac di muovere il I Corpo d’armata ad ovest di Dinant sulla Mosa. Quando il 15 agosto Lanzrezac avvertì che forze tedesche stavano attaccando Dinant, Joffre finalmente acconsentì, ordinando al grosso della 5a Armata di muovere a nordovest per prendere posizione dietro la Sambre; nel contempo però ne trasse alcune divisioni per rinforzare il fronte della Lorena sottoposto alla controffensiva di Rupprecht. La battaglia nelle Ardenne ebbe inizio il 21 agosto con l’attacco della 3a Armata del generale Pierre Ruffey su Briey mentre la 4a Armata del generale Fernand de Langle de Cary avanzò su Neufchâteau. La 4a Armata tedesca di Albrecht, Duca del Württemberg e la 5a Armata del (Principe Guglielmo erano in avanzata attraverso le Ardenne dal 19 agosto; il giorno 21 le punte avanzate entrarono in contatto in una confusa serie di schermaglie.
Le forze principali vennero a contatto il 22 agosto, e in molti casi la fanteria francese, all’attacco con molto slancio ma con poca artiglieria di supporto, fu messa in rotta dalla superiore tattica tedesca, in particolare per l’uso di trinceramenti, mitragliatrici e artiglieria pesante. Vi furono isolati successi francesi, come a Virton ad opera del VI Corpo d’armata, ma, la sera del 23 agosto le due armate francesi furono costrette ad una caotica ritirata sino alla linea della Mosella attraverso Sedan, Stenay e Verdun.
[modifica] Charleroi e Mons
Per il 20 agosto, la 5a Armata francese di Lanrezac aveva iniziato a concentrarsi su un fronte di quaranta chilometri lungo la Sambre, con centro su Charleroi ed esteso verso est sino alla fortezza belga di Namur. Sulla sua sinistra il Corpo di cavalleria del generale Sordet garantiva il collegamento con la BEF posizionata a Mons. L’armata di Lanrezac, formata da quindici divisioni, indebolita dal trasferimento di truppe in Lorena, si opponeva alle trentotto divisioni della 2a Armata tedesca di von Bülow, e della 3a in movimento verso sudovest.
Ciononostante Joffre ordinò a Lanrezac di attaccare attraversando la Sambre. Prima che potesse agire la mattina del 21 agosto, la 2a Armata tedesca lanciò la battaglia di Charleroi attraverso la Sambre, stabilendo due teste di ponte che i francesi, in mancanza di artiglieria, non furono in grado di respingere. Bülow attaccò ancora il 22 agosto con tre corpi d’armata su tutto il fronte della 5a Armata francese. I combattimenti continuarono il giorno 23, quando il centro francese attorno a Charleroi iniziò a cedere.
Nel frattempo la 3a Armata tedesca aveva attraversato la Mosa e lanciato un attacco frontale sulla destra francese, tenuta da un corpo d’armata comandato dal generale Louis Franchet d'Esperey. L’attacco della 3a Armata rischiò di tagliare la linea di ritirata di Lanrezac ma Franchet d'Esperey riuscì a fermare l’avanzata tedesca e condusse un riuscito contrattacco. Tuttavia, con l’evacuazione di Namur e le notizie della 4a Armata in ritirata dalle Ardenne, Lanrezac ordinò a sua volta la ritirata.
Il 22 agosto, le pattuglie della BEF incontrarono lo schermo di cavalleria della 1a Armata tedesca del generale Alexander von Kluck vicino Soignies, a sudovest di Bruxelles. Il comandante in capo britannico, Sir John French inizialmente ordinò l’attacco, credendo di trovarsi di fronte una forza inferiore. In realtà la BEF, costituita da quattro divisioni di fanteria ed una di cavalleria per un totale di 70.000 uomini, aveva di fronte oltre 160.000 tedeschi, la massa che costituiva l’ala destra del Piano Schlieffen. Fortunatamente per i britannici, la notte del 22 French decise di mettersi in difesa lungo il canale Mons-Condé.
La battaglia di Mons iniziò il 23 agosto quando von Kluck, per mantenere il contatto con la 2a Armata di von Bülow sulla sinistra, lanciò un attacco frontale sulla linea britannica col peso maggiore sul II Corpo d’armata del generale Dorrien. Il fuoco concentrato di fucileria dei soldati britannici professionisti inflisse pesanti perdite ai tedeschi, che attaccarono in massa su un terreno privo di riparo. I britannici tennero testa all’avanzata tedesca fino alla sera, quando, consapevoli ormai della forza del nemico che avevano di fronte, e con la cavalleria di Sordet in ritirata sul proprio fianco destro, iniziarono a ritirarsi sulla seconda linea difensiva. Per il momento von Kluck non tentò l’inseguimento, consentendo alla BEF di sganciarsi il 24 agosto.
[modifica] Conseguenze
Col fallimento del Piano XVII, gli eserciti francese e britannico iniziarono la Grande ritirata sul fiume Marna, con perno sulla città fortificata di Verdun. Temendo l’annientamento, Sir John French premeva per la ritirata della BEF sulle coste della Manica in vista di un’evacuazione verso la madrepatria, ma il segretario di Stato per la guerra, Lord Kitchener, nonostante non avesse mai prima approvato il ruolo della BEF a fianco dell’esercito francese, insistette ora che rimanessero in contatto.
Il Piano Schlieffen, sebbene tuttora in corso, iniziava ad andare a pezzi in mano a von Moltke. L’apertura dell’offensiva russa nella Prussia orientale e il non preventivato attacco in Lorena avevano indebolito l’ala destra tedesca diretta su Parigi. La decisione di von Kluck di dirigere la sua 1a Armata verso sudest rispetto alla capitale ne espose il fianco alla reazione alleata nella Prima battaglia della Marna dei primi di settembre, che arrestò l’avanzata tedesca.
Per i francesi la speranza di una rapida e decisiva vittoria era svanita ed ora tentavano di evitare la sconfitta. Secondo Joffre, la ragione del fallimento del Piano XVII era da trovarsi nei suoi sottoposti, affermando che la sconfitta trovava radici in “grandiose mancanze da parte dei comandanti”. Qualunque generale, di corpo d’armata o di divisione, che nell’opinione di Joffre aveva fallito, fu impietosamente silurato. Nonostante la sua saggia decisione di ritirarsi invece di contrattaccare il 23 agosto, il generale Lanrezac fu messo a riposo e sostituito da Franchet d'Esperey, che iniziò così una rapida ascesa.
Per la fine di agosto l’esercito francese aveva avuto 75.000 morti di cui 27.000 solo il 22 agosto, giornata paragonabile al primo giorno della battaglia della Somme per tributo di sangue. Il totale delle perdite francesi per il primo mese di guerra fu di 260.000 di cui 140.000 durante i drammatici quattro giorni finali della battaglia delle Frontiere.
[modifica] Bibliografia
- Barbara Tuchman. I cannoni d'agosto. Bompiani, 1962. ISBN 8845237125.
- David Stevenson. 1914–1918. Allen Lane, 2004. ISBN 0713992085.
- Pope & Wheal. Dictionary of the First World War. Pen & Sword, 1995. ISBN 0850529794.