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Abkhazia - Wikipedia

Abkhazia

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

L'Abkhazia, in abkhazo Аҧсны/Aphsny, in georgiano აფხაზეთი/Apkhazeti, in russo Абха́зия/Abkhazia, è una regione di 8.600 km² nel Caucaso. L'Abkhazia è formalmente una repubblica autonoma all'interno della Georgia ma è de facto indipendente e mantiene il controllo su gran parte del proprio territorio, sebbene a livello internazionale non sia stata ancora riconosciuta da alcuno stato. La capitale è Sukhumi.

Аҧсны/აფხაზეთი/Абхазия
Aphsny/Apkhazeti/Abkhazia
Lingue Ufficiali abkhazo, russo
Stato Politico Indipendente de facto
Capitale Sukhumi
Coordinate della Capitale 43°01′ N 41°02′ E
Presidente¹ Sergei Bagapsh
Primo Ministro¹ Alexander Ankvab
¹ Governo Separatista
Capo del
Consiglio Supremo
²
Temur Mzhavia
Capo di Gabinetto dei Ministri² Irakli Alasania
² Governo Pro-Georgiano in esilio
Indipendenza
 – Dichiarata
 – Riconosciuta
Dalla Georgia
 23 luglio 1992
 nessuno
Area
 – Totale
 – % acqua

 8.600 km²
 Trascurabile
Popolazione
 - Totale (stima del 2000)
 - Densità Popolazione

 250,000
 29/km²
Valuta rublo
Fuso Orario UTC +3

Indice

[modifica] Status politico

Le organizzazioni internazionali (ONU, OSCE, Consiglio dell'Unione Europea, ecc.) riconoscono l'Abkhazia come parte della Georgia e stanno esortando entrambe le parti a porre fine con mezzi pacifici al conflitto sull'autonomia dell'Abkhazia. Tuttavia, l'autoproclamato governo separatista abkhazo considera l'Abkhazia uno stato sovrano.

La Duma di Stato russa sta cercando vie legali per incorporare questa regione nella Federazione Russa, mentre i media producono molto materiale che sostiene il governo separatista. Durante la guerra, le autorità di Mosca hanno contribuito enormemente fornendo sostegno militare e finanziario al fronte separatista. Fin dall'inizio del conflitto, la Russia ha contribuito politicamente e militarmente alla creazione del movimento separatista in Abkhazia. Ancora oggi la Russia mantiene una forte influenza militare e politica sul governo de facto dell'Abkhazia.

[modifica] Geografia e Clima

L'Abkhazia copre un'area di circa 8.600 km² nell'estrema parte occidentale della Georgia, sulla costa del Mar Nero. Le montagne del Caucaso nel nord e nord-est separano l'Abkhazia dalla Circassia. Ad est, la regione è confinante con la Svanetia. A sud-est, l'Abkhazia confina con la Mingrelia, mentre nel sud e sud-ovest è bagnata dal Mar Nero.

La repubblica è estremamente montagnosa (per il 75% della superficie totale) e gli insediamenti sono per la maggior parte sulla costa e in un certo numero di valli profonde e fertili. La catena montuosa del Caucaso corre lungo il confine settentrionale della regione. Dal massiccio principale si diramano le catene minori del Gagra, del Bziphi e del Kodori. Le cime più alte dell'Abkhazia si trovano nel nord-est e nell'est (lungo il confine con la Svanetia) e alcune di esse raggiungono i 4.000 metri sopra il livello del mare. Il clima è temperato: il che, in età sovietica, ha favorito la trasformazione dell'Abkhazia in una popolare meta vacanziera, tanto da essere soprannominata la "Riviera georgiana". La regione è anche rinomata per la sua produzione agricola, che include , tabacco, vino e frutta.

[modifica] Paesaggio

L'Abkhazia è ben conosciuta per la sua bellezza e per i suoi paesaggi diversificati. I paesaggi della regione vanno dalle pinete costiere (vicino a Bichvinta/Pitsunda) alle coltivazioni di agrumi, dalle nevi eterne ai ghiacciai nel nord della repubblica. A causa della complessa topografia dell'Abkhazia, gran parte del territorio non è stata intaccata dallo sviluppo umano (coltivazioni e costruzioni). Perciò, oggi, una larga porzione dell'Abkhazia (circa il 70% del territorio) è ancora coperta da foreste. L'Abkhazia è anche conosciuta per l'alto numero di specie endemiche di piante che si trovano solo nel Caucaso, in Georgia o in Abkhazia.

Il sud-est dell'Abkhazia, che fa parte della pianura della Colchide, è coperta da foreste in cui sono presenti (l'ontano, il carpino, la quercia, il faggio) o gli agrumeti e le piantagioni di tè. Le colline, all'altezza dei 600 metri sopra il livello del mare, sono coperte da foreste di caducifoglie (con elementi sempreverdi) e includono specie di alberi come quercia, faggio e bosso. Le foreste si trovano tra i 600 e i 1.800 metri sopra il livello del mare e sono costituite sia da caducifoglie sia da conifere. Le specie più comuni sono il faggio, l'abete rosso e l'abete tradizionale. La zona di foresta mista è l'habitat di alcuni degli alberi più alti in Europa e nel mondo, e vi si trovano alcuni esemplari di abete (specialmente intorno al lago Ritsa) che raggiungono un'altezza superiore ai 70 metri. La zona che si estende tra i 1.800 e i 2.900 metri sopra il livello del mare è costituita da foreste sub-alpine e prati alpini. Il territorio che si trova sopra i 2.900 metri è coperto per lo più da nevi eterne e ghiacciai.

[modifica] Clima

A causa della vicinanza dell'Abkhazia al Mar Nero, il suo clima è temperato, soprattutto tenendo conto della latitudine settentrionale. Le montagne caucasiche sono responsabili del clima moderato nella regione, in quanto fungono da scudo per l'Abkhazia dai freddi venti del nord.

Le aree costiere della Repubblica hanno un clima subtropicale, in cui la temperatura media annuale in molte regioni è intorno ai 15 gradi celsius. La media invernale (gennaio) delle temperature varia tra i 4 e 6 gradi, mentre la media estiva (luglio) delle temperature è ovunque tra i 22 e 23 gradi. Il territorio costiero raramente subisce grandi gelate durante l'inverno.

Le quote sui 1.000 metri sul livello del mare hanno un clima marittimo e di montagna, con inverni relativamente freddi e lunghi ed estati calde. Le quote sui 2.000 metri hanno inverni più freddi ed estati più corte. Infine, le zome più elevate dell’Abkhazia hanno per tutto l'anno un clima freddo, senza estate.

L'Abkhazia riceve una quantità elevata di precipitazioni, ma grazie al suo micro-clima unico(che va da quello sub-tropicale a quello di montagna) lungo buona parte della sua costa, l'umidità ha livelli molto bassi. Le precipitazioni annuali lungo la costa vanno da 1,1 a 1,5 mm. Le colline, le quote più basse e le gole interne del territorio abkhazo ricevono dovunque tra 1,0 e 1,8 mm di precipitazioni annuali. Alcune delle gole interne che sono schermate dai venti umdi provenienti dal Mar Nero, presentano i livelli più bassi di precipitazioni atmosferiche. Le alte regioni montagnose ricevono 1,7-3,5 mm di precipitazioni annue. LA neve cade abbondantemente sulle montagne ma quasi per niente nella regione costiera. Le valanghe nel nord-est talvolta rappresentano un pericolo reale per le aree popolate. La neve spesso arriva ai 5 metri in alcune delle più alte aree montagnose che si affacciano sul Mar Nero.

[modifica] Demografia

La demografia dell'Abkhazia ha subito molti cambiamenti dal 1990. Al tempo dell'ultimo censimento sovietico nel 1989 essa aveva una popolazione di circa 500.000 unità, dei quali il 48% erano georgiani (principalmente della Mingrelia) e solo il 17% abkhazi.

Nel 1993 una pesante guerra portò l’Abkhazia ad uscire dalla Georgia e l'intera popolazione di origine georgiana (circa 250.000 persone, virtualmente tutta la popolazione della parte orientale dell'Abkhazia) abbandonò la piccola repubblica, in quella che è stata definita una "pulizia etnica". In conseguenza di questi avvenimenti, la popolazione della repubblica si trova ad essere ora composta per il 45% da abkhazi, e per il resto da russi, armeni, georgiani (molto pochi), greci del Ponto ed ebrei.

[modifica] Storia

[modifica] Storia antica

Le testimonianze più antiche di insediamenti umani sono state trovate nel Caucaso occidentale e risalgono ad un periodo compreso tra il 4000 e il 3000 a. C.

Nel primo millennio a. C. (nono-sesto secolo a. C.), il territorio della moderna Abkhazia faceva parte dell'antico regno della Colchide (Kolkha), che fu successivamente assorbito dal regno di Egrisi, intorno all'anno 63 della nostra era. I commercianti greci costruirono porti lungo le coste del Mar Nero. Uno di questi porti fu Dioscurias, che nel corso dei secoli si trasformò nella moderna Sukhumi, capitale dell'Abkhazia.

L'impero romano conquistò il regno di Egrisi nel I secolo e lo governò fino al quarto secolo, ma in seguito riconquistò una certa indipendenza pur rimanendo nella sfera d'influenza dell'Impero Bizantino. Gli abkhazi furono convertiti al cristianesimo durante il governo dell'imperatore bizantino Giustiniano I, a metà del VI secolo. L'Abkhazia divenne un principato autonomo dell'Impero Bizantino nel VII secolo, uno status che mantenne fino al IX secolo, quando fu unita con la provincia georgiana di Imereti e divenne nota come regno di Abkhazia. Nel IX-X secolo, i re di Abkhazia cercarono di unificare tutte le province georgiane e nel 1001 re Bagrat III Bagrationi di Abkhazia divenne re di tutta la Georgia unificata.

Nel XVI secolo l'area fu conquistata dall'Impero Ottomano e gli abkhaziani furono parzialmente convertiti all'Islam. In seguito, gli Ottomani furono cacciati dai Georgiani, che stabilirono un principato autonomo dell'Abkhazia (Abkhazetis Samtavro in georgiano) governato dalla dinastia Shervashidze (detti anche Sharvashidze o Chachba).

[modifica] L'Abkhazia nell'Impero russo e nell'Unione Sovietica

L'espansione dell'Impero russo nella regione caucasica causò piccole guerre tra i russi e le tribù caucasiche indigene. Vari principati georgiani furono annessi all'impero tra il 1801 e il 1864. I russi entrarono in possesso dell'Abkhazia in modo frammentario tra il 1829 e 1842, ma il loro dominio non divenne stabile prima del 1864, quando abolirono il principato locale. In conseguenza di questi avvenimenti, numerosi abkhazi musulmani - che al'epoca costituivano, pare, circa il 60% della popolazione, sebbene i censimenti dell'epoca non fossero pienamente affidabili – emigrarono nell'Impero Ottomano tra il 1864 e il 1878.

Gli storici moderni abkhazi sostengono che ampie zone della regione rimasero disabitate e che molti armeni, georgiani e russi (tutti cristiani) successivamente migrarono in Abkhazia, ripopolando la gran parte del territorio abbandonato. Questa versione è fortemente contestata dagli storici georgiani (vedi Lortkipanidze M., The Abkhazians and Abkhazia, Tbilisi 1990) che ritengono che le tribù georgiane (Mingreli e Svani) avevano popolato l'Abkhazia fin dai tempi antichi del regno di Colchide. Secondo gli studiosi georgiani, i moderni abkhazi sono i discendenti delle tribù nord caucasiche (Adygey, Apsua) che migrarono in Abkhazia dal nord del Caucaso e si unirono alla già esistente popolazione georgiana. Ad ogni modo, gli abkhazia all'inizio del XX secolo costituivano una minoranza nella regione. Secondo l'Enciclopedia Britannica, nel 1911 la principale città, Sukhum-kaleh (la moderna Sukhumi) aveva una popolazione di 43.000 abitanti, dei quali i due terzi erano migreliani-georgiani e un terzo abkhazi.

La presa del potere da parte dei bolscevichi in seguito alla rivoluzione russa nel 1917 garantì all'Abkhazia un certo grado di autonomia culturale e politica, fino al 1931 quando Stalin ne fece una repubblica autonoma all'interno della Georgia sovietica. Malgrado la sua autonomia nominale, era in realtà soggetta al pesante controllo centrale di Tbilisi e ad una politica di assimilazione forzata. Il georgiano divenne la lingua ufficiale, la lingua abkhaza fu bandita ed i diritti culturali furono repressi, mentre migliaia di abkhazi vennero uccisi durante le repressioni staliniane. Lavrenty Beria (che era mingreliano) incoraggiò la migrazione georgiana in Abkhazia e molti accettarono l'offerta e si stabilirono là. Più tardi, negli anni '50 e '60, Vazgen I, patriarca della chiesa armena, incoraggiò e finanziò la migrazione armena in Abkhazia. Attualmente, gli armeni costituiscono la minoranza numericamente maggiore in Abkhazia.

La repressione della lingua abkhaza terminò con la morte di Stalin e di Beria, e l'abkhazo acquistò un ruolo maggiore nel governo della repubblica. Come in molte piccole repubbliche autonome, il governo sovietico incoraggiò lo sviluppo della cultura, e particolarmente della letteratura. Furono stabilite delle quote etniche per certe posizioni burocratiche, dando agli abkazi un grado di potere politico che era sproporzionato al loro status minoritario nella repubblica. Questo fu interpretato da qualcuno come una politica del divide et impera, tramite la quale le elites locali acquisivano potere in cambio di lealtà verso il regime sovietico. In Abkhazia come altrove, ciò portò al risentimento di altri gruppi etnici - in questo caso i georgiani - che si ritenevano vittime di discriminazioni, originando la discordia etnica che avrebbe poi afflitto la piccola repubblica caucasica.

[modifica] La guerra in Abkhazia

Quando l'Unione Sovietica cominciò a disintegrarsi alla fine degli anni Ottanta, le tensioni etniche tra abkhazi e georgiani crebbero all'avvicinarsi dell'indipendenza georgiana. Molti abkhazi si opposero a questo, temendo che l'indipendenza della Georgia avrebbe portato alla "georgianizzazione", ritenendo invece che fosse il caso di avere il diritto di istituire una repubblica indipendente. La disputa divenne violenta a Sukhumi il 16 luglio 1989. 16 georgiani furono uccisi ed altri 137 feriti quando tentarono di iscriversi all'università georgiana invece che in quella abkhaza. Dopo diversi giorni di violenza, le truppe sovietiche riportarono ordine in città, ma i paramilitari nazionalisti rivali furono accusati di provocare gli scontri.

La Georgia dichiarò l'indipendenza il 9 aprile 1991, sotto il governo dell'ex dissidente sovietico Zviad Gamsakhurdia. Il governo di Zviad Gamsakhurdia divenne impopolare e nel dicembre dello stesso anno, la guardia nazionale georgiana, al comando di Tengiz Kitovani, assediò gli uffici del governo a Tbilisi. Dopo mesi di empasse, fu costretto a dimettersi nel gennaio 1992. Fu sostituito alla carica di presidente da Eduard Shevardnadze, l'ex ministro degli esteri sovietico. Eduard Shevardnadze ereditò un governo dominato dalla linea dura dei nazionalisti georgiani, e sebbene non fosse un nazionalista, egli fece poco per evitare di essere considerato un sostenitore dei personaggi al governo, che erano considerati dei golpisti.

Il 21 febbraio 1992,il consiglio militare della Georgia annunciò che era abolita la costituzione dell'era sovietica e la restaurazione della costituzione del 1921 della Repubblica Democratica della Georgia. Molti abkhazi interpretarono questo come un abolizione del loro status autonomo. In risposta, il 23 luglio 1992, il governo dell'Abkhazia dichiarò a tutti gli effetti l'indipendenza, ma questo gesto non fu riconosciutò da nessun altro paese. Il governo georgiano accusò i sostenitori di Zviad Gamsakhurdia di aver rapito il ministro dell'interno georgiano e di tenerlo prigioniero in Abkhazia. Il governo georgiano dispiegò 3.000 soldati nella regione, ristabilendo apparentemente l'ordine. Un pesante fuoco tra le forze georgiane e la milizia abkhaza scoppiò dentro e fuori Sukhumi. Le autorità abkhaze rifiutarono le pretese del governo, sostenendo che fosse semplicemente un pretesto per una invasione. Dopo circa una settimana di combattimenti e molte perdite da entrambe le parti, le forze del governo georgiano riuscirono a prendere il controllo di gran parte dell'Abkhazia e chiusero il parlamento regionale.

La sconfitta militare degli abkhazi provocò una risposta ostile dalla autoproclamata Confederazione dei Popoli Montanari del Caucaso, una denominazione che riuniva vari movimenti anti-russi nel Caucaso del nord (ceceni, cosacchi, osseti e altri). Centinaia di volontari paramilitari provenienti dalla Russia, incluso l'allora sconosciuto Shamil Basayev si unirono ai separatisti abkhazi per combattere le forze del governo georgiano. A settembre, le forze abkhaze e i paramilitari russi, dopo l'interruzione del cessate-il-fuoco, iniziarono una forte offensiva che cacciò le forze georgiane fuori dalla repubblica. Il governo di Eduard Shevardnadze accusò la Russia di dare copertura militare ai ribelli con lo scopo di staccare dalla Georgia il suo territorio nativo e la terra di frontiera tra Georgia e Russia. L'anno 1992 terminò con i ribelli che controllavano la maggior parte del territorio ad ovest di Sukhumi. Episodi di "pulizia etnica" ci furono da entrambe le parti, con gli abkhazi espulsi dal territorio controllato dalla Georgia e viceversa; circa 3.000 persone furono uccise in questa prima fase di guerra.

[modifica] L'Abkhazia oggi

[modifica] Collegamenti esterni

Atlante Wikimedia: Abkhazia

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