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Reggia di Caserta - Wikipedia

Reggia di Caserta

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Bene appartenente al Patrimonio dell'Umanità UNESCO
Palazzo Reale di Caserta con il Parco, Acquedotto di Vanvitelli e complesso di San Leucio
Palazzo Reale di Caserta con il Parco, Acquedotto di Vanvitelli e complesso di San Leucio
Dati
Anno inserimento: 1997
Tipologia: Architettonico, paesaggistico
Criterio: C (i) (ii) (iii) (iv) (*)
In pericolo: Nessuna indicazione
Scheda: Scheda UNESCO
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Patrimoni in Italia

La Reggia di Caserta è una residenza della famiglia reale dei Borbone di Napoli, proclamata patrimonio dell'umanità dall'UNESCO, situata nella città di Caserta ed è costituita dal palazzo reale e dall'immenso parco circostante.

Indice

[modifica] La storia della fabbrica

Il Palazzo reale di Caserta fu voluto da Carlo III di Borbone, il quale, colpito dalla bellezza del paesaggio casertano e desideroso di dare una degna sede al reame, volle che venisse costruita una reggia tale da poter reggere il confronto con quella di Versailles, allora ritenuta il non plus ultra delle dimore regali. Dopo il rifiuto di Nicola Salvi, afflitto da gravi problemi di salute, il sovrano si rivolse all'architetto Luigi Vanvitelli, a quel tempo impegnato nei lavori di restauro della basilica di Loreto per conto del Vaticano. Carlo III ottenne dal papa di poter incaricare l'artista e nel frattempo acquistò l'area necessaria dal conte Michelangelo Gaetani, pagandola 489.343 ducati, una somma che seppur enorme fu certamente oggetto di un forte sconto: il Gaetani, infatti, aveva già subito la confisca di una parte del patrimonio per i suoi trascorsi antiborbonici. Il re chiese che il progetto comprendesse, oltre al palazzo, il parco e la sistemazione dell'area urbana circostante. La nuova reggia doveva essere simbolo del nuovo stato borbonico e manifestare potenza e grandiosità, ma anche essere efficiente e razionale. Il progetto si inseriva nel più ampio piano politico di Carlo III, che voleva spostare le principali strutture amministrative dello Stato a Caserta , collegandola alla capitale Napoli con un vialone monumentale di oltre 20 km. Questo piano fu però realizzato solo in parte. Tutt'ora all'uscita "Caserta Sud" dall'A1, si può intraprendere il famoso vialone che dopo qualche km giunge esattamente di fronte alla reggia.

Vanvitelli giunse a Caserta nel 1751 e iniziò subito la progettazione del palazzo, commissionatogli con l'obbligo di farne uno dei più belli d'Europa. Il 22 novembre di quell'anno l'architetto sottopose al re di Napoli il progetto definitivo per l'approvazione. Due mesi dopo, il 20 gennaio 1752, genetliaco del re, nel corso di una solenne cerimonia alla presenza della Famiglia reale con squadroni di cavalleggeri e di dragoni che segnavano il perimetro dell'edificio, fu posta la prima pietra. Il momento fu eternato dall'affresco di Gennaro Maldarelli che campeggia nella volta della Sala del Trono.

L'opera faraonica che il re di Napoli gli aveva richiesto spinse Vanvitelli a circondarsi di validi collaboratori: Marcello Fronton lo affiancò nei lavori del palazzo, Francesco Collecini in quelli del parco e dell'acquedotto, mentre Martin Biancour, di Parigi, venne nominato capo-giardiniere. L'anno dopo, quando i lavori della reggia erano già a buon punto, venne iniziata la costruzione del magnifico parco. I lavori complessivi andarono avanti per molti anni e alcuni dettagli rimasero incompiuti. Nel 1759, infatti, Carlo III era salito al trono di Spagna ed aveva lasciato Napoli per Madrid. I sovrani che gli successero – Ferdinando IV (divenuto poi Ferdinando I), Gioacchino Murat (che all'abbellimento della reggia diede un certo contributo), Ferdinando II e Francesco II (col quale ebbe termine in Italia la dinastia dei Borboni) – non condivisero lo stesso entusiasmo creativo e spendereccio di Carlo III. Inoltre, il 1 marzo 1773 morì Vanvitelli e a lui successe il figlio Carlo. Questi era di certo un buon architetto, ma molto meno estroso e caparbio del padre, al punto che trovò notevoli difficoltà a compiere l'opera secondo il progetto paterno.

[modifica] Il Palazzo

La reggia fu terminata nel 1780, risultando un grandioso complesso di 1200 stanze e 1790 finestre, per una spesa complessiva di 8.711.000 ducati. Nel lato meridionale, il palazzo è lungo 249 metri, alto 37,83, decorato con dodici colonne. La facciata principale ha 26 colonne poste fra una finestra e l'altra. Nel complesso, la reggia ricopre un'area di ben 47.310 metri. Oltre alla costruzione perimetrale rettangolare, il palazzo ha, all'interno del rettangolo, due corpi di fabbricato che s'intersecano a croce e formano quattro vasti cortili interni di oltre 3.800 metriquadri ciascuno. Accanto al portone centrale sono ancora visibili i basamenti sui quali dovevano essere poste le statue della Giustizia, della Magnificenza, della Clemenza e della Pace, virtù attribuite al re.

Oltre la soglia dell'entrata principale alla reggia si apre un vasto vestibolo ottagonale del diametro di 15,22 metri, adorno di venti colonne doriche. A destra e a sinistra si aprono i passaggi che portano ai cortili interni, mentre frontalmente un triplice porticato immette al centro topografico della reggia. In fondo, un terzo vestibolo dà adito al parco. Su un lato del vestibolo ottagonale si apre il magnifico scalone reale, un autentico capolavoro di architettura largo 18,50 metri e dotato di 117 gradini, immortalato in numerose pellicole cinematografiche.

La sala più ricca e suggestiva del palazzo è senz'altro la Sala del Trono, il luogo dove il re riceveva ambasciatori e delegazioni ufficiali, in cui si amministrava la giustizia del sovrano e si tenevano i fastosi balli di corte. Una sala lunga 36 metri e larga 13,50, ricchissima di dorature e pitture eseguite da Gaetano Genovese, che vi lavorò nel 1845. Intorno alle pareti corre una serie di medaglioni dorati con l'effigie di tutti i sovrani di Napoli, da Ruggero d'Altavilla a Ferdinando II di Borbone, poi un'altra serie con gli stemmi di tutte le province del regno, mentre nella volta domina l'affresco che ricorda la cerimonia della posa della prima pietra.

Tra le sale di maggior pregio visibili al pubblico spiccano il salone di Alessandro (con marmi provenienti dal tempio di Serapide a Pozzuoli e i troni di Gioacchino Murat e Carolina Bonaparte), le sale dedicate alle Quattro Stagioni, lo studio e la camera da letto di Ferdinando II e quella di Murat, la biblioteca, la pinacoteca, la camera del Consiglio.

[modifica] Il Parco

Il parco reale di Caserta si estende per tre chilometri di lunghezza e 120 ettari di superficie. Il percorso è scandito da una serie di suggestive fontane, che in ordine sono: la fontana Margherita, la fontana dei Delfini, la fontana di Eolo, la fontana di Cerere, la fontana di Venere e Adone, la Grande cascata con la fontana di Diana e Atteone. In corrispondenza del centro della facciata posteriore del palazzo si diparte un lunghissimo viale da cui si diramano lateralmente vialetti minori immersi in fitti boschi che conducono ad altre fontane ornate di statue mitologiche, a una peschiera e al laghetto dei cigni.

Tra la prima fontana e quella dei Delfini si estende la Peschiera grande, dove si allevavano i pesci che venivano serviti alla mensa reale. La seguente fontana di Eolo, adorna di 29 statue di venti a fronte delle 54 originarie, è una delle opere incompiute del parco: il progetto prevedeva un grande gruppo scultoreo di Eolo e Giunone su un carro trainato da pavoni. Più avanti, la fontana di Cerere va a formare sette cascatelle ed è ornata di delfini e tritoni, Nereidi, statue dei fiumi Oreto e Simeto, tutte sprizzanti alti getti d'acqua. Completano la fontana una statua di Cerere che mostra un medaglione con la Trinacria e tutt'intorno ninfe e draghi. A chiudere la serie delle fontane, prima della Grande cascata, la fontana di Venere e Adone: un grandioso gruppo marmoreo che mostra Venere intenta a dissuadere Adone dall'andare a caccia per evitare che possa essere ucciso da un cinghiale. Intorno ai protagonisti, ninfe, cani, fanciulli e amorini.

In fondo al parco troneggia la Grande cascata, da cui una grossa mole d'acqua precipita in un bacino adorno del celebre gruppo di Diana e Atteone (opera di Paolo Persico, Pietro Solari e Angelo Brunelli). Da una parte, Diana, circondata da ninfe, sta per immergersi nelle acque; dall’altra, Atteone, che aveva osato guardare Diana nella sua nudità, è già in parte trasformato in cervo e intorno a lui si agitano i cani che lo sbraneranno. Il parco reale di Caserta è un alto esempio di giardino all'italiana, geometrico e razionale. Accanto ad esso, si apre il giardino inglese.

Le fontane del parco sono alimentate dall'Acquedotto Carolino, che fu inaugurato nel 1762 da re Ferdinando IV.

[modifica] Collegamenti esterni

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