San Leucio (località)
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Bene appartenente al Patrimonio dell'Umanità UNESCO | |
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Palazzo Reale di Caserta con il Parco, Acquedotto di Vanvitelli e complesso di San Leucio | |
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Dati | |
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Anno inserimento: | 1997 |
Tipologia: | Architettonico, paesaggistico |
Criterio: | C (i) (ii) (iii) (iv) (*) |
In pericolo: | Nessuna indicazione |
Scheda: | Scheda UNESCO |
Patrimoni in Italia |
San Leucio è un'importante frazione del comune di Caserta nota sia per ragioni storiche che artistiche.
Il suo nome è dovuto al monte ai cui piedi sorge, considerato dalla popolazione come sede dell'eremitaggio del santo.
E' tutt'ora presente l'antica seteria di San Leucio che vantava produzioni per tutto il regno borboniche.
Ad oggi, le sete di San Leucio si possono ritrovare nel Vaticano, al Quirinale, nella Sala Ovale della Casa Bianca, nonché le bandiere di quest'ultima insieme a quelle di Buckingham Palace sono fatte con il famoso materiale.
Era sede di un palazzo di caccia dei conti Acquaviva di Caserta noto come Palazzo del Belvedere, oggi restaurato.
Quando i possedimenti degli Acquaviva passarono ai Borboni di Napoli, San Leucio divenne sede di seterie reali. Il re Carlo III, consigliato dal ministro Bernardo Tescione, pensò di formare i giovani del luogo mandandoli in Francia ad apprendere l'arte della tessitura, per poi lavorare negli stabilimenti reali. Venne costituita, quindi, una comunità nota come Real Colonia di San Leucio, basata su uno statuto apposito che stabiliva leggi e regole valide solo per questa comunità. I lavoratori delle seterie, infatti, usufruivano di diversi benefici: veniva loro assegnata una casa all'interno della colonia, usufruivano di formazione gratuita e le donne ricevevano una dote dal re per sposare un appartenente della colonia.
Il re Ferdinando I di Borbone aveva molto a cuore la colonia e progettò addirittura di allargarla per costruirvi una nuova città da chiamare Ferdinandopoli concepita su una pianta completamente circolare. Quando si incominciarono a costruire i primi edifici il progetto sfumò a causa della discesa di Napoleone Buonaparte in Italia e alla nascita della Repubblica Partenopea.
Alla Restaurazione la neo-città rimase solo sulla carta, ma il Palazzo del Belvedere venne ampliato per farne una sede reale e un casino di caccia. Ferdinando I lo preferiva in modo particolare e vi organizzava spesso battute di caccia seguite da feste. Qualche cronista dell'epoca congetturava che l'amore del re per la località era dovuto alla sua passione per la caccia, ma anche per le donne, e probabilmente la Real Colonia era solo un pretesto e l'usanza di regalare la dote era probabilmente dovuta al reale obiettivo di procurare un buon matrimonio a ragazze altrimenti compromesse.
Su San Leucio resta, comunque, il dilemma: come poteva un re reazionario, che aveva affogato nel sangue la Repubblica Partenopea e aveva negato la Costituzione, concessa prima della sua fuga in Sicilia, benché consigliato dal ministro Tanucci, ottimo esempio di illuminista, a fondare una colonia industriale così avanzata dal punto di vista organizzativo?
[modifica] UNESCO
Il sito reale, insieme alla Reggia di Caserta, sono stati riconosciuti come Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO.