Giovanni Battista Della Porta
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Giovanni Battista Della Porta (Vico Equense (NA) 1535 - Napoli 4 febbraio 1615), fu filosofo naturale, alchimista e commediografo.
Terzo figlio di Nardo Antonio e di una patrizia della famiglia Spadafora, ricevette le basi della sua formazione culturale in casa, dove si era soliti discutere di questioni scientifiche, e dimostrò immediatamente le sue notevoli innate capacità, che poté sviluppare attraverso gli studi grazie alle condizioni agiate della famiglia: il padre era infatti proprietario terriero e armatore di navi. Prima il padre e poi il fratello maggiore Gian Vincenzo ebbero a partire dal 1541 la carica di scrivano di mandamento. La famiglia aveva una casa a Napoli a via Toledo, una villa a "Due Porte", nelle colline intorno a Napoli, e la "villa delle Pradelle" [Vico Equense. Tra i suoi maestri vi furono il classicista e alchimista Domenico Pizzimenti, e i filosofi e medici Donato Antonio Altomare e Giovanni Antonio Pisano.
Nel 1558 pubblicò il Magiae naturalis sive de miraculis rerum naturalium: come dice lo stesso autore nella prefazione, l'opera, originariamente in quattro volumi, era stata scritta all'età di quindici anni. Successivamente ebbe nuove edizioni, nelle quali la mole si accrebbe fino a venti volumi, e fu compendiata in un volume unico nel 1584: questo compendio fu largamente diffuso e fu tradotto dal latino nelle principali lingue europee.
L'opera si occupa di scienza popolare, cosmologia, geologia, ottica, prodotti delle piante, medicine, veleni, cucina, cambiamenti chimici dei metalli, distillazione, colorazione del vetro, smalti e ceramiche, proprietà magnetiche, cosmetici, polvere da sparo, crittografia. Vi si citano autori antichi, come Aristotele e Teofrasto, ma ugualmente le conoscenze contemporanee. Si tratta tuttavia di una compilazione scolastica, non basata su una propria attività di ricerca, ma sullo studio degli autori antichi e moderni. In una delle edizioni successive alla prima descrisse una camera oscura dotata di una lente convessa e sebbene non ne fosse l'inventore, la popolarità della sua opera ne accrebbe la conoscenza.
Nel 1563 pubblicò un'opera di crittografia, il De Furtivis Literarum Notis, nel quale descrive il primo esempio di sostituzione poligrafica cifrata con accenni al concetto di sostituzione polialfabetica. Per quest'opera è ritenuto il maggiore crittografo del Rinascimento.
In questo periodo, quando già la sua fama si era consolidata, presentò il suo libro sulla crittografia al re Filippo II di Spagna e viaggiò anche in Francia e in Italia.
Del 1566 è una pubblicazione sull'Arte del ricordare, ripubblicato poi nell'originario latino nel 1602.
Della Porta aveva fondato L'Accademia Secretorum Naturae ("Accademia dei Segreti"), per appartenere alla quale era necessario dimostrare di aver effettuato una nuova scoperta scientifica, sconosciuta al resto dell'umanità, nell'ambito delle Scienze naturali; l'accento veniva tuttavia posto più sul "meraviglioso" che sul metodo scientifico. L'Accademia fu sospettata di occuparsi di argomenti occulti e Della Porta fu indagato dall'Inquisizione nel 1579 e l'Accademia fu chiusa per ordine papale: a Della Porta fu tuttavia concesso di continuare gli studi di scienze naturali. Tra il 1579 e il 1581 fu ospitato a Roma e quindi a Venezia e a Ferrara dal cardinale Luigi d'Este.
Nel 1583 pubblicò il trattato Pomarium sulla coltivazione degli alberi da frutta e l'anno seguente un Olivetum, più tardi inclusi nella sua enciclopedia sull'agricoltura. Nel 1586 pubblicò presso l'editore J. Cacchi di Vico Equense l'opera De humana physiognomonia in 4 libri sulla Fisiognomica, dedicato al cardinale Luigi d'Este, che influenzerà poi l'opera dello svizzero Johann Kaspar Lavater (1741-1801). Nel 1599 presso l'editore Tarquinio Longo di Napoli pubblicò la seconda edizione allargata a 6 libri con ampio rimaneggiamento della materia. La sua opera Fitognomica (1588) elenca le piante a seconda della localizzazione geografica.
Nel 1589 la sua casa fu frequentata da Tommaso Campanella e nel 1592 rinnovò in un nuovo soggiorno a Venezia l'amicizia con Paolo Sarpi e forse conobbe anche Giordano Bruno prima del suo incarceramento. Da questa data per ordine dell'inquisitore veneziano Della Porta dovette richiedere il permesso per le sue pubblicazioni a Roma. Nel 1593 si incontrò a Padova con Paolo Sarpi e con Galileo. Nel 1601 ricevette a Napoli il nobiluomo francese Nicolas Claude Fabri de Peirsc. Nel 1603 incontrò il giovane Federigo Cesi e fu invitato a Praga dall'imperatore Rodolfo II, al quale dedicò il trattato sulla Taumatologia, ora perduto.
Scrisse ancora di 'ottica (De refractione optices, del 1589), di agricoltura (Villae, del 1592), di astronomia (Coelestis physiognomoniae del 1601), di idraulica e matematica (Pneumaticorum, del 1602), di arte militare (De munitione, del 1606), di meteorologia (De aeris transmutationibus, del 1609), e di chimica (De distillatione del 1610). L'opera sulla lettura della mano (Chirofisonomia), scritta nel 1581 sarà pubblicata solo molto dopo la sua morte nel 1677.
Nel 1610 fu invitato a far parte dell'Accademia dei Lincei, appena fondata da Federico Cesi. Rivendicò senza troppa convinzione una paternità sull'invenzione del telescopio, resa nota in quegli anni da Galileo, anch'egli membro dell'Accademia dal 1611. Fece forse parte anche di un'accademia letteraria dedicata alla letteratura dialettale napoletana (Schirchiate de lo Mandracchio e 'Mprovesante de lo Cerriglio), che sappiamo attiva nel 1614, e dell'Accademia degli Oziosi, di drammaturghi, iniziata ufficialmente nel 1611, di cui faceva parte anche il viceré spagnolo (Pedro Fernando deo Castro, conte di Lemos).
Nei suoi tardi anni raccolse esemplari rari del mondo naturale e coltivò piante esotiche. Il suo museo privato era visitato dai viaggiatori e fu uno dei primi esempi di Museo di storia naturale, ispirando il gesuita Athanasius Kircher a radunare una simile collezione a Roma. Anche il fratello Gian Vincenzo aveva raccolto una collezione di libri, marmi e statue, mentre l'altro fratello Gian Ferrante, morto in giovane età, aveva lasciato una collezione di cristalli ed esemplari geologici, più tardi venduta.
Fu anche commediografo e scrisse 14 commedie in prosa e 2 tragedie, che divennero fonte di numerose opere del successivo XVII secolo. Sei titoli di Della Porta erano presenti nella biblioteca di Sir Thomas Browne.
Sono in corso di pubblicazione per l' Edizione nazionale delle opere di G. B. Della Porta tutte le opere dell'autore. La casa editrice è la Edizioni Scientifiche Italiane (ESI) di Napoli.
[modifica] Collegamenti esterni
Le commedie (1910 e 1911), testi integrali in più volumi dalla collana digitalizzata "Scrittori d'Italia" Laterza
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