Camera oscura
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La camera oscura (o camera ottica) è un dispositivo ottico la cui invenzione è alla base di tutta la tecnica fotografica. Non a caso gli apparecchi per riprese fotografiche ancora sono chiamati camere.
Una camera oscura può essere composta da una semplice scatola chiusa con un piccolo foro (stenopeico) su un lato che lasci entrare la luce. Questa luce proietta sul lato opposto all'interno della scatola l'immagine capovolta di quanto si trova avanti al foro. Più il foro è piccolo e più l'immagine risulta nitida e definita.
Il pregio maggiore di una camera così semplice è che tutti gli oggetti sono perfettamente a fuoco, a prescindere dalla loro distanza dall'obiettivo: vale a dire che la sua lunghezza focale è infinita. L'altro verso della medaglia è che il foro lascia passare pochissima luce, per cui si possono fotografare solo oggetti immobili.
Nella realtà delle fotocamere reali, il foro è sostituito da un obiettivo ed è corredato di dispositivi per il controllo dell'apertura e della messa a fuoco: sul piano sul quale si proietta l'immagine viene disposta la pellicola fotografica da impressionare.
[modifica] Camera oscura per sviluppo fotografico
Si dice camera oscura anche la stanza, buia o illuminata da una lampada di sicurezza rossa o giallo-verde, in cui il fotografo opera lo sviluppo fotografico, cioè sviluppa, fissa e stampa i negativi e le pellicole impressionate.
L'attrezzatura per una camera oscura comprende generalmente un ingranditore, eventualmente un torchietto per stampe per contatto, vaschette per il trattamento delle carte in bianco e nero, pinze per manipolare la carta, tamburo per le stampe a colori, tank a tenuta di luce per lo sviluppo e fissaggio dei negativi. Necessaria anche una dotazione di carta fotografica e di prodotti chimici, che però è consigliabile conservare separatamente.
[modifica] Curiosità
Lo studio della camera oscura è molto antico; il primo scienziato ad occuparsene, con largo anticipo sugli studi successivi, fu l'arabo Alhazen. Seguirono riflessioni di altri scienziati occidentali, fra i quali anche Leonardo. Le camere oscure furono largamente utilizzate dai pittori del Settecento nell'impostazione di quadri con problemi prospettici. Anche Antonio Vallisneri possedeva una camera ottica nella propria collezione.
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