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Alfa Romeo - Wikipedia

Alfa Romeo

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Alfa Romeo
Tipologia Divisione di FIAT Auto dal 1986

Borse valori

Fondazione nel 1910 a Milano
Sede sociale Torino
Filiali
Slogan '

Persone chiave

Settore

Autoveicoli

Prodotti

Fatturato

Dipendenti
Sito web www.alfaromeo.it
{{{dettagli}}}
Progetto Economia


L'Alfa Romeo è un'azienda automobilistica fondata il 24 giugno 1910 a Milano.

La costituzione della società avvenne in via Gattamelata, nella zona denominata "Portello", con il marchio Alfa, (acronimo di Anonima Lombarda Fabbrica Automobili), nome che contemporaneamente richiama la prima lettera dell'alfabeto greco e sembra voler sottolineare l'inizio di un nuovo tipo di attività nelle costruzioni automobilistiche, quello della macchina soprattutto sportiva. Rilevata da parte di un gruppo lombardo dalle mani di un imprenditore francese, sempre del ramo automobilistico, Alexandre Darracq, che aveva tentato con scarso successo una avventura industriale in Italia; sin dal primo marchio l'azienda ha voluto ricordare i suoi legami con la città di origine: da un lato il serpente visconteo (il biscione), dall'altro la croce rossa in campo bianco, simbolo di Milano. I 250 dipendenti della gestione precedente sono riassunti dall'azienda e l'obiettivo è produrre 300 automobili all'anno.

Sulla casa automobilistica milanese Henry Ford disse[citazione necessaria]:

Collabora a Wikiquote
«Ogni volta che vedo passare un'Alfa Romeo mi tolgo il cappello»

Indice

[modifica] La storia

[modifica] Darracq Italia

Le origini dell'Alfa hanno un nome francese e le radici sono a Napoli. L'imprenditore Alexandre Darracq, dopo aver prodotto biciclette, passò alla produzione di automobili. Nel 1906 nacque la Società Italiana Automobili Darracq, con sede a Napoli. I lavori per lo stabilimento iniziarono subito, ma la città campana era troppo distante dalla Francia, penalizzando il progetto. Darracq sposta lo stabilimento al nord, al Portello, periferia di Milano. Le automobili vengono montate con i pezzi provenienti dalla Francia.

[modifica] L'Alfa

Le vendite erano scarse e la produzione arrancava. Nel 1909 la società è in liquidazione. Nel 1910 nacque l'Alfa (Anonima Lombarda Fabbrica Automobili)

Nell'autunno del 1910 cominciò la produzione del primo modello, il 24 HP, progettato da Giuseppe Merosi e da cui vennero subito derivati dei modelli da competizione portati al debutto l'anno successivo, il 1911, alla Targa Florio. Da ciò si capisce come fin dall'inizio della sua storia questa casa si fosse votata alla costruzione di autovetture dal carattere sportivo.

[modifica] L'Alfa Romeo

Nel frattempo Nicola Romeo, ingegnere napoletano (Sant'Antimo), fondò la Sas Ing. Nicola Romeo & C., con sede a Milano, in via Ruggero di Lauria.

L'Alfa conquistò il primo e il secondo posto nella gara "Parma-Poggio di Berceto" (1913).

Nel 1915 Romeo entrò nel capitale dell'Alfa e ne modifica il nome in Alfa Romeo Milano. In quegli anni una parte della produzione si dovette convertire alle necessità dell'industria bellica della prima guerra mondiale e la produzione regolare di autoveicoli riprese nel 1920 con la presentazione della prima auto con il nuovo nome, la Torpedo 20-30 HP.

[modifica] 1920

Nel decennio seguente si ampliò l'attività sportiva della casa milanese, grazie a piloti del calibro di Antonio Ascari, Giuseppe Campari ed Enzo Ferrari; nel 1923 vide la luce anche il simbolo del quadrifoglio verde che da allora ricorrerà in tutte le attività sportive dell'Alfa e nelle versioni più sportive delle sue macchine. Sempre negli anni '20 ci furono delle vicissitudini nel capitale societario, la cui maggioranza era nel frattempo finita nelle mani della Banca d'Italia; esce dalla società Nicola Romeo e per qualche tempo ci fu anche il timore della chiusura dell'azienda, rientrato grazie alla notorietà già raggiunta in campo internazionale e nel campo delle corse. Nel 1929 nacque all'interno dell'azienda la Scuderia Ferrari, il reparto apposito per le corse.

Questo nome venne portato in dote all'azienda da Enzo Ferrari che aveva, alcuni anni prima fondato la società sportiva omonima e che, dopo aver lasciato l'Alfa Romeo, fonderà l'azienda Scuderia Ferrari famosissima anche ai giorni nostri.

[modifica] 1930

Il decennio antecedente alla seconda guerra mondiale consolidò la fama mondiale dell'Alfa, sempre grazie soprattutto alle corse e ai suoi piloti: ancora Giuseppe Campari, Tazio Nuvolari, Gastone Brilli-Peri, Mario Borzacchini.

Questi nomi storici ricorreranno nella fantasia popolare fino ai giorni nostri e ispireranno anche una famosissima canzone di Lucio Dalla.

Per quanto riguarda l'azienda produttiva, nel 1932 venne acquisita dall'IRI che, tra i primi provvedimenti, decise di non proseguire con l'attività delle corse a proprio nome bensì di affidare tutta la gestione alla Scuderia Ferrari, preferendo invece diversificare la produzione anche nei settori degli autobus, degli autocarri e nei motori aerei. Iniziò in questi anni anche la costruzione del nuovo stabilimento di Pomigliano d'Arco.

[modifica] 1940

La seconda guerra mondiale lascerà molti segni anche negli stabilimenti dell'Alfa Romeo, considerati molto importanti per l'approvvigionamento bellico e pertanto più volte bombardati, fino a causare la chiusura dello stabilimento del Portello nel 1944. Sin dalla fine della guerra si cercherà di rimettere in funzione gli impianti danneggiati, dedicandosi inizialmente alla costruzione di motori nautici e avio e addirittura alla costruzione di cucine elettriche e serramenti, ritornando comunque presto alla tradizionale attività di costruttore di automobili sportive.

[modifica] 1950

Gli anni '50 furono probabilmente i più importanti nella storia della casa, che produce due modelli di auto destinati a fare storia, la 1900 e la Giulietta.

Una immagine della prima Alfa Romeo 1900 Sprint (1951)
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Una immagine della prima Alfa Romeo 1900 Sprint (1951)
La prima "Matta", quì nella sua versione di pre-serie esposta alla Fiera del Levante di Bari nel settembre 1951
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La prima "Matta", quì nella sua versione di pre-serie esposta alla Fiera del Levante di Bari nel settembre 1951
Una Giulietta Spider
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Una Giulietta Spider

Si tratta dei primi modelli costruiti in catena di montaggio, e il primo apre la strada anche alla fornitura delle auto della Polizia; è con questo modello che si inaugura la famosissima serie delle Pantere. Nel 1952 inizia anche la produzione di una fuoristrada messa in concorrenza con la contemporanea Fiat Campagnola e denominata "Matta".

Anche nel campo delle corse la casa continua a mietere successi vincendo i due primi Campionati Mondiali di Formula 1 1950 e 1951 grazie rispettivamente a Giuseppe Farina e Juan Manuel Fangio.






[modifica] Galleria immagini Alfa 1900

[modifica] Galleria immagini Giulietta


[modifica] 1960

Una Giulia berlina
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Una Giulia berlina

Nel 1961 uscì dalle catene di montaggio la 100.000a Giulietta e l'anno successivo venne messa in produzione un'altra delle vetture che hanno fatto la storia di questa casa, la Giulia. Nel campo delle corse nasce nel 1964 l'Autodelta, il reparto specifico per le competizioni, grazie anche all'impegno dell'ing. Carlo Chiti. Nel frattempo entrò a regime anche il nuovo stabilimento di Arese e continuò la collaborazione con i migliori designers italiani, da Zagato con le famose coupé, a Pininfarina a cui si deve la famosissima spider Duetto, fino a Bertone a cui si deve la Montreal del 1970. Nel 1968 viene presentato il modello che sostituirà la Giulia, l'Alfa Romeo 1750 che vedrà anche una sorella maggiore pochi anni dopo, la Alfa Romeo 2000.

[modifica] 1970

Una Alfasud prima serie
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Una Alfasud prima serie

Nel campo delle corse gli anni '70 videro l'Alfa Romeo impegnata soprattutto nelle corse con auto a ruote coperte e, con il modello 33, vincitrice di alcune delle più importanti gare di durata e di alcuni campionati di Gran Turismo. I piloti più noti che hanno corso in quegli anni per il "biscione" sono Andrea de Adamich, Nino Vaccarella e Ronnie Peterson.

Il 1972 è l'anno dell'inaugurazione dello stabilimento di Pomigliano d'Arco, con l'inizio produzione della piccola Alfa, la Alfasud, prima autovettura della casa a trazione anteriore e con motore di "soli" 1200 cc; se ne riusciranno a produrre nell'arco del decennio circa 1.000.000 di esemplari. A fronte della prosecuzione delle vittorie sportive gli stessi anni '70 non sono altrettanto fortunati sotto il punto di vista della produzione di serie, anche a causa della crisi petrolifera che colpì pesantemente il comparto dell'auto. Di quegli anni è un modello basilare nella storia dell'Alfa Romeo, l'Alfetta(1972).

Elegante e potente l'Alfetta presentava una raffinatezza meccanica superiore e un comportamento su strada ineccepibile. Il motore è inizialmente un 4 cilindri bialbero di 1800 cc, dotato di valvole riportate al sodio e alimentato da due carburatori doppio corpo. Il telaio presenta una sospensione anteriore a quadrilateri e il ponte posteriore De Dion, la trasmissione segue lo schema Transaxle con cambio e frizione al retrotreno per ripartire perfettamente le masse. I freni sono a disco, coi posteriori montati all'uscita del differenziale per ridurre le masse non sospese. Lo schema meccanico dell'alfetta è talmente raffinato che verrà riproposto invariato 13 anni dopo sulla 75, prodotta fino al 1992. Poco dopo il lancio dell'Alfetta ne viene proposta una variante più corta e con uno stile più giovanile: la Nuova Giulietta(1977). La Giulietta riprende il pianale e molte parti della carrozzeria dell'Alfetta, ma si posiziona un poco più in basso, presentandosi sul mercato con due motorizzazioni di 1300 e 1600 cc. Poco più tardi, dopo una gestazione lunghissima esce la Alfa 6 (1979). Dotata di un motore di 2500 cc è dotata di una serie impressionante di gadget rivolti ad assicurare il confort di marcia, ma si rivela un flop commerciale, per via della linea anonima e del clima sociale di quegli anni che consiglia di evitare l'acquisto di beni di lusso. Anni positivi dunque, tuttavia, la produzione di modelli di buon successo non bastò a mantenere in buone condizioni l'azienda e per cercare di risalire la china si provò anche un cambio al vertice aziendale, con l'arrivo di un nuovo manager, nel 1978; l'Ing.Ettore Masaccesi.

[modifica] 1980

È dell'inizio degli anni '80 la presentazione dell'Alfa 33 in sostituzione dell'Alfasud che non aveva riscosso il successo sperato presso gli appassionati. Dopo le lamentele della clientela sulla poca sportività dell'Alfasud stessa, si tentò di riguadagnare con il nuovo modello il prestigio perduto. Nello stesso anno, il 1983, prende vita anche il tentativo di joint-venture con la nipponica Nissan con la messa in produzione della Arna: l'esperimento però non ottenne i frutti sperati poiché gli appassionati alfisti non riconobbero in questo modello i tratti caratteristici della casa del biscione.
Nel 1984 cominciò la commercializzazione dell'Alfa 90, erede delle Alfetta e Alfa 6, ridisegnata dal noto carrozziere Bertone e prodotta nelle varie versioni in poco meno di 50.000 esempleri.

Una Alfa Romeo 75
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Una Alfa Romeo 75

Anche il tentativo di rientrare nella Formula 1 nel 1980 non fu coronato da grandi risultati, ma addirittura funestato dalla morte del pilota Patrick Depailler durante alcune prove in Germania. Corsero per l'Alfa Romeo di quegli anni anche due piloti italiani quali Bruno Giacomelli e Andrea de Cesaris, entrambi senza riuscire a conquistare vittorie significative. Nel 1985 la società festeggiò i 75 anni di vita e per ricordarlo iniziò la produzione del modello Alfa Romeo 75. Dotata della stessa meccanica di Alfetta, Giulietta e Alfa 90, la 75 è l'ultimo modello a trazione posteriore prodotto dall'Alfa Romeo ed è stata molto amata dagli alfisti, tanto che, per molti di loro, la 75 è "l'ultima vera Alfa".

Nel 1986, l'Alfa Romeo venne ceduta alla Fiat dall'allora presidente dell'istituto, Romano Prodi, nel tentativo di ridurre le perdite dell'IRI; l'acquirente decise di accorparla ad un'altra azienda dello stesso gruppo, la Lancia, dando vita alla Alfa-Lancia Industriale spa. Nel 1987 esce un modello fondamentale per l'Alfa Romeo, la 164, che impiega lo stesso pianale utilizzato per Fiat Croma, Lancia Thema e un modello SAAB, la 9000). L'Alfa 164 tuttavia presenta una caratterizzazione stilistica molto marcata, dovuta al pulito disegno di Pininfarina, a differenza di Croma, Thema e 9000 che invece adottano il medesimo giro-porte.

[modifica] 1990

Una 146
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Una 146

All'inizio dell'ultimo decennio del secolo scorso escono due modelli importanti per la storia del marchio, il primo è la Alfa 155, che segna l'abbandono della trazione posteriore sui modelli di gamma medio-superiore. La 155 raccoglie l'eredità di un modello molto amato, la 75, ma non riesce a imporsi nel cuore degli alfisti per via delle carenti qualità del telaio e per la perdita di sportività dovuta alla mancanza della trazione posteriore e del sistema transaxle (ripartizione dei pesi vicino al 50/50). La seconda è l'Alfa 145, che sostituisce l'Alfa 33.

La 145 inizialmente risulta più pesante e meno brillante della progenitrice a causa dell'utilizzo degli stessi motori della 33 ma senza una reale evoluzione per adeguarli ai maggiori ingombri e pesi, ma colpisce per uno stile molto personale di esterni e interni, successivamente riesce a raccogliere un buon apprezzamento complessivo da parte del pubblico grazie alla modifica dei motori ed a una maggiore qualità costruttiva. Un successo inferiore arride invece alla versione a due volumi e mezzo della 145, denominata Alfa 146.

Una 156
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Una 156

La 145/146 è anche l'ultima vettura Alfa Romeo a montare il glorioso motore Boxer, sviluppato a suo tempo per l'Alfasud. Il 1998 vede la comparsa sul mercato della Alfa 156, il modello più importante nella storia recente dell'Alfa romeo. La 156 riesce a fregiarsi del titolo di Auto dell'anno per il 1998 e costituisce il modello del rilancio dell'Alfa Romeo. Dotata di una qualità costruttiva all'altezza delle aspettative del mercato europeo la 156 stabilisce nuovi standard per quel che riguarda il comportamento su strada.

Nel compartimento corse, l'Alfa Romeo, dopo l'entrata nel gruppo Fiat, viene destinata a rappresentare il gruppo nelle competizioni Gran Turismo, dove si fa onore anche con piloti italiani come Alessandro Nannini, Nicola Larini, Gabriele Tarquini e Fabrizio Giovanardi. Gli ultimi due citati hanno corso anche nella stagione 2005 del WTCC affiancati dal giovane talento brasiliano Augusto Farfus Jr. Oggi pilota di punta del team, riuscito a guadagnare un primo posto nella gara di apertura del campionato 2006 a Monza.

[modifica] La storia del marchio di fabbrica

L'Alfa Romeo ha tra le sue caratteristiche anche quella di non avere mai modificato radicalmente il proprio marchio distintivo, infatti sin dalla nascita ha scelto un marchio circolare suddiviso verticalmente in due parti, sul lato sinistro la croce rossa in campo bianco, simbolo della città di Milano e sul lato destro il famoso biscione, cioè il serpente simbolo dei Visconti.

Le uniche modifiche riguardano la cornice esterna:

  • nel 1910 con la scritta ALFA e MILANO divise da due nodi sabaudi in onore del Regno d'Italia.
  • nel 1918 con l'inserimento del nome ROMEO, dopo l'acquisto della fabbrica da parte di Nicola Romeo.
  • nel 1925 con l'inserimento del simbolo in una modanatura consistente in una corona d'alloro in ricordo della vittoria dell'Alfa Romeo P2, condotta da Gastone Brilli-Peri, nel primo Campionato Automobilistico del Mondo.
  • nel 1946 dopo la vittoria della Repubblica al referendum del 2 giugno vengono inserite due linee ondulate in sostituzione dei nodi sabaudi.
  • nel 1971, con l'apertura dello stabilimento Alfasud di Pomigliano, vengono tolte dal marchio l'indicazione MILANO, le linee ondulate e la corona d'alloro, giungendo così al marchio in uso ai giorni nostri.

[modifica] L'occupazione all'Alfa Romeo

Alla nascita nel 1910 l'azienda Alfa poteva contare su circa 250 dipendenti, cresciuti a 2.200 nel 1919 nella fase di ricostruzione dopo il primo conflitto mondiale e nuovamente ridotti a 1.200 all'inizio degli anni '20 durante la prima crisi economica. Negli anni successivi, con l'ampliamento delle capacità produttive e la diversificazione, il numero dei dipendenti continuò a crescere per superare le 6.000 unità nel 1937 e giungere alla ragguardevole cifra (per l'epoca) di 8.000 durante la seconda guerra mondiale quando la produzione di motori per aereo divenne una parte preponderante delle attività del Portello. Già pochi anni dopo la quasi completa distruzione dello stabilimento, nel 1950, con l'inaugurazione delle prime catene di montaggio per la costruzione delle Alfa Romeo 1900 la forza lavoro era ritornata oltre le 6.000 persone e continuarono da quel momento a crescere, anche grazie all'apertura dei nuovi stabilimenti di Pomigliano ed Arese, fino a raggiungere nel 1982 circa 30.000 dipendenti (qualche migliaio a Milano Portello, 8.000 a Pomigliano d'Arco e 19.000 a Arese). La profonda crisi iniziata negli anni '80 ha portato ad un continuo ridimensionamento dello stabilimento di Arese, dove non è servito il trasferirvi la produzione della Lancia Y10 per evitare la riduzione della forza produttiva a 16.000 persone nel 1986 e a 9.500 nel 1994, per giungere alla situazione odierna che vede il Portello chiuso, l'area di Arese, da circa 2.000.000 mq, destinata ad essere trasformata in un polo logistico e Pomigliano che ha ancora solo circa 6.000 lavoratori.

[modifica] L'Alfa Romeo di oggi

Una 159 berlina
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Una 159 berlina

Il nuovo millennio inizia per la casa Milanese sotto buoni auspici commerciali, infatti il modello Alfa 147 riesce ad aggiudicarsi nuovamente l'ambito titolo di Auto dell'anno nel 2001. É dello stesso anno la presentazione al pubblico della versione sportiva della Alfa 156, la GTA, messa poi in vendita nel 2002; con la versione appositamente preparata per le competizioni, la casa milanese corre nei campionati europei turismo, mietendo vari successi soprattutto con il pilota Gabriele Tarquini. La diretta erede di questo modello è l'Alfa 159 presentata all'inizio del 2005 a Ginevra. Il 2003 è invece caratterizzato per la casa automobilistica dalla presentazione della nuova versione della grande berlina Alfa 166, in diretta concorrenza soprattutto con le berline tedesche: Audi, Mercedes-Benz e BMW. Sempre dello stesso anno è la presentazione del modello Alfa Romeo Gt. A fine 2005 è stata commercializzata la nuova coupé sportiva, l'Alfa Romeo Brera, frutto della matita di Giugiaro come la 159, dalla quale deriva. Presentata anch'essa al Salone di Ginevra dello stesso anno, prende il posto della precedente Gtv, lanciata nel 1995. A marzo 2006 è la volta dell'Alfa Romeo Spider (evoluzione spider della Brera), rimaneggiata nel design da Pininfarina, presentata al Salone di Ginevra. Per la fine del 2007 è previsto il debutto dell'Alfa 149, l'erede della Alfa 147.....

[modifica] Modelli fino agli Anni 70

Una Alfa Romeo 6c del 1930
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Una Alfa Romeo 6c del 1930

[modifica] Voci correlate

[modifica] Collegamenti esterni


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