Privacy Policy Cookie Policy Terms and Conditions Africa (provincia) - Wikipedia

Africa (provincia)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

La provincia d'Africa nell'Impero romano intorno al 120 d.C.
Ingrandisci
La provincia d'Africa nell'Impero romano intorno al 120 d.C.

La provincia romana d'Africa, detta anche Africa Proconsolare, corrispondeva al territorio adiacente a Cartagine. Si estendeva lungo le coste del Maghreb, comprendendo i territori occupati oggi dalla Tunisia (ad esclusione della sua parte desertica), la costa orientale dell'Algeria e quella occidentale della Libia.

Il nome proviene con tutta probabilità da quello della tribù berbera indigena degli Afri, da cui i latini derivarono l'aggettivo africus, -a, -um e quindi per esempio Africa (terra) ("terra degli Afri") e Africus (ventus) ("il vento che spira dall'Africa", "Africo, vento di Sudovest"). Il nome si è tramandato fino al giorno d'oggi come Africa a indicare l'intero continente nelle lingue europee e come Ifriqiya a indicare l'attuale Tunisia in lingua araba.

Indice

[modifica] L'Africa sotto la Repubblica

[modifica] La conquista

La provincia d’Africa venne conquistata nel 146 a.C. con la terza guerra punica, combattuta tra Cartagine e Roma. Nel 149 a.C., il console Scipione Emiliano sbarcò sul territorio di Cartagine e prese la città dopo un assedio durato tre anni. Dopo questa vittoria la città di Cartagine venne distrutta e il suo sito consacrato agli dei inferi mediante una cerimonia di execratio. La chôra, il territorio della città annientata venne annesso all’ager publicus, il pubblico demanio della città di Roma, che venne così a costituire una nuova provincia. In questa provincia si tennero distinte sette città che nel corso della guerra avevano preso le parti di Roma, e che ne ebbero in cambio il privilegio della libertà e non vennero dunque annesse all’ager publicus.

Il territorio della nuova provincia era abbastanza importante, (tra i 20 e i 25.000 km2), ma poco densamente popolato (non più di 700.000 abitanti prima della conquista romana), e soprattutto estremamente fertile. Costituiva dunque un territorio da colonizzare ideale per il partito dei populares, che cercavano di risolvere le crisi economiche e sociali che colpivano la plebe romana con la redistribuzione di terre dell’ager publicus ai contadini in miseria. Nel 124 a.C. un'epidemia devastò l’Africa, liberando nuove terre per un'eventuale colonizzazione. Questo fenomeno non va confuso con il colonialismo europeo di epoca moderna e contemporanea; nell’Antichità, colonizzare voleva dire fondare una colonia, una cittadina dipendente dalla metropoli (="città-madre") e che godeva delle sue stesse leggi e della sua protezione. Nel 122 a.C., il tribuno della plebe Gaio Sempronio Gracco, capo del partito dei populares, fondò una colonia sul territorio dell’antica Cartagine: la Colonia Iunonia Karthago. Questa colonia era, all'epoca, la sola esistente al di fuori dell’Italia. Le terre distribuite ai coloni consisteva in 300.000 ettari, il che fa pensare ad una dispersione dei coloni all'interno della provincia. Nel 121 a.C., Gracco venne assassinato ed il partito dei populares venne sostituito da quello degli optimates, rappresentanti dell’aristocrazia romana; il movimento di colonizzazione subì allora un colpo d'arresto.

La provincia d’Africa era circondata a ovest e a sud dal regno numida, saldamente in mano, dopo la seconda guerra punica, al re dei Massili, Massinissa, alleato di Scipione l'Africano. Il confine tra la provincia d'Africa e la Numidia era segnalato dalla Fossa Regia, un sistema di delimitazione lungo il quale sussistono tuttora diversi cippi di confine, che andava dalla foce dell'attuale Oued Kebir, a est di Tabarka (nei testi latini: Thabraca) fino a Thaenae, una decina di chilometri a sud di Sfax. Alla morte di Micipsa, figlio di Massinissa, una disputa per la successione oppose i suoi figli Aderbale e Iempsale al nipote e figlio adottivo Giugurta. Questa disputa sfociò in una guerra in cui Roma intervenne schierandosi contro Giugurta. Nel 111 a.C. una prima campagna condotta dal console Lucio Calpurnio Bestia non produsse grandi effetti. Fu necessaria una nuova campagna contro il re numida nel 107 a.C.. Fu il console Mario col suo luogotenente Silla che, grazie ad un'alleanza col re di Mauretania Bocco, riuscì a catturare Giugurta nel 105 a.C.. La Numidia non venne annessa interamente alla provincia. Solo le zone orientali e meridionali del regno, quelle che si affacciavano sulle pianure della Medjerda e quelle sul golfo della Piccola Sirte, furono unite all’ager publicus. La città di Leptis Magna, situata in questa regione, ricevette il privilegio della libertà per essersi schierata a fianco di Roma in questo conflitto. Il regno numida propriamente detto venne dato ad un fratellastro di Giugurta, Gauda, e proseguì la sua esistenza ancora per qualche decennio, sia pure col ruolo, di fatto, di protettorato romano.

[modifica] La lotta tra Mario e Silla

Nel corso della guerra condotta contro Giugurta, il console Mario, che divenne capo dei populares a Roma, aveva ingaggiato nel suo esercito dei « proletari », dei contadini privi di terre. Per ricompensarli della loro fedeltà, fece votare a Roma, nel 103 a.C., una legge che concedeva ad ogni veterano 252 ettari di terreno. Anche gli ausiliari reclutati presso la popolazione nomade dei Getuli ricevettero questi doni insieme alla cittadinanza romana. Gli insediamenti di questi veterani si fecero nelle regioni del regno di Numidia recentemente sconfitto, il che permetteva di consolidare la frontiera con i territori del re Gauda. L'insediamento fu importante, riguardando tra le 6 e le 10.000 persone. Non si può però parlare di una vera colonizzazione perché su questo territorio non venne fondata aluna colonia. Durante la guerra civile che oppose i partigiani di Mario e quelli del suo ex luogotenente Silla (88-83 a.C.), l'Africa costituì un bastione per i sostenitori di Mario, soprattutto grazie anche alla presenza di questi veterani dell'esercito di Mario.

Nell'81 a.C. i seguaci di Mario in Africa detronizzaron il re della Numidia orientale Iempsale, figlio di Gauda e partigiano di Silla. Furono però sconfitti da un'alleanza che comprendeva il re mauro Bocco e il secondo di Silla, Pompeo, e così nell'80 a.C. Iempsale recuperò il trono. I sillani gli riconobbero perfino una giurisdizione sui Getuli fatti cittadini romani da Mario. Nel 75 a.C. i populares impedirono il ritorno in seno alla Numidia dei territoriannessi nel 105 a.C., ma nel 64 a.C. venne riconosciuta a Iempsale l'indipendenza delle sue terre rispetto all’ager publicus. Il re numida si trovò così alleato degli optimates e dei pompeiani, successori, in una certo senso, dei sillani. La crescente rivalità tra Giulio Cesare e Pompeo non sarà priva di ripercussioni sul regno numida. Nel 50 a.C., alla morte di Iempsale, il tribuno cesariano Curione propone l'annessione della Numidia orientale, il che precipita l'adesione del nuovo re Giuba I al campo di Pompeo, che ha così il controllo di tutta la provincia.

[modifica] La lotta tra Cesare e Pompeo

Nel 49 a.C., una prima spedizione condotta da Curione viene sbaragliata dalle truppe numide. Dopo la sconfitta di Pompeo a Farsalo, i dirigenti del partito pompeiano si rifugiano in Africa, dove formano, insieme all'esercito numida, una forza di oltre 70.000 uomini, ultimo ostacolo che si erge contro Cesare. Quest'ultimo sbarca nel 47 a.C. con sei legioni. Conta sull'alleanza col re di Mauretania e con i Getuli, sottoposti ai Numidi dall'80 a.C.. Nel 46 a.C., un avventuriero campano esule in Mauretania, Publio Sittio, riesce, con l'appoggio dei Mauretani, a sconfiggere il re della Numidia occidentale, Massinissa II, impegnato al fianco del cugino Giuba. I Numidi e i pompeiani sono presi tra due fuochi e vengono sconfitti nella battaglia di Tapso. Il re Giuba si suicida, così come Catone Uticense, capo del partito di Pompeo. La vittoria di Cesare è dunque totale.

Cesare riorganizza l'Africa romana: il regno della Numidia occidentale viene per metà annesso al regno di Mauretania e per metà assegnato a Sittio; Il regno di Numidia orientale viene annesso all’ager publicus e diventa una nuova provincia: l’Africa Nova. Per contrasto, i territori che già in precedenza costituivano la provincia d'Africa prendono allora il nome di Africa Vetus ("Africa vecchia"). Continuando la stessa linea politica di Mario, Cesare riprende la colonizzazione in Africa inviando veterani italici, ma anche gallici o africani, a fondare dei porti sulla costa africana. Questa politica gli permette di insediare i suoi veterani, ma anche di controllare le rotte di cabotaggio delle navi che trasportavano il grano africano, necessario per l'approvigionamento di Roma.

[modifica] L’Africa in potere di Ottaviano

Questa nuova organizzazione viene sconvolta dalla terza guerra civile, che vede opposti, tra il 44 e il 42 a.C., gli eredi di Cesare, Ottaviano, Lepido e Marco Antonio, e gli assassini di Cesare, Bruto e Cassio. Il principe numida Arabione, figlio dell'ultimo re della Numidia occidentale, riconquista il suo regno ed elimina Sittio nel 44 a.C.. Allo stesso tempo, il governatore dell'Africa Nova, T. Sextio, partigiano del triumvirato cesariano, elimina il suo omologo dell'Africa Vetus, partigiano del Senato. Nel 41 a.C., elimina anche Arabione (che pure gli si era alleato) ed offre al triumvirato un'Africa unita. Questa viene affidata a Lepido nel 40 a.C.. Ma nel 36 a.C. quest'ultimo complotta contro Ottaviano, che gli confisca i territori in suo possesso. Le due province d'Africa sono oramai governate da un unico magistrato, normalmente un ex console, che porta il titolo di proconsole, da cui il nome di Africa Proconsolare che viene dato alla provincia unificata nel 27 a.C..

[modifica] L’Africa sotto l'Alto Impero

[modifica] La riorganizzazione imperiale

Moneta di Adriano per celebrare la Provincia Africa. L'Africa personificata indossa un copricapo a testa di elefante.
Ingrandisci
Moneta di Adriano per celebrare la Provincia Africa. L'Africa personificata indossa un copricapo a testa di elefante.

Ottaviano, che dal 27 a.C. è conosciuto anche col titolo di Augusto, ri prende la politica tesa alla colonizzazione che era stata portata avanti da Giulio Cesare ma era stata un po' accantonata da Lepido. La politica augustea consiste nell'accentuare la romanizzazione dell'Africa strutturandola sul modello della città. Per fare ciò viene instaurata una gerarchia urbana, con una distinzione tra colonie (colonia), municipi (municipium) e città peregrine (civitas peregrina).

In particolare, Augusto fonda una serie di colonie romane tutto intorno a Cartagine, ma anche nell'Africa Nova ai confini della Mauretania. Queste colonie hanno senza dubbio lo scopo di rafforzare la romanizzazione del Nordafrica mediante l'insediamento di nuclei cittadini funzionanti sul modello romano. La colonia più importante tra quelle di Augusto fu quella di Cirta (oggi Costantina), città al centro del principato di Sittio che non era annessa allaprovincia d'Africa. All’altro estremo del territorio romano d'Africa, la città di Cartagine vede accresciuti i propri privilegi: diviene la capitale della provincia, gode di un'esenzione fiscale e soprattutto è dotata di un esteso territorio, la pertica Karthagensis disseminata di pagi e di castella che sono comunità di Romani insediati in Africa ma che non costituiscono delle città.

Al secondo livello si trovano i municipi, città che si vedono riconosciute alcune prerogative amministrative analoghe alle città italiche, ma senza apporto di coloni romani. Lo statuto di municipio consente dunque la promozione delle città di origine indigena. Queste città sono dapprincipio in numero di tre, tra le sette città libere al momento della conquista romana: Ippona (oggi Annaba, Algeria), Utica e Mustis (oggi El Krib, Tunisia). Questo statuto di municipio è stato loro accordato semplicemente per via del fatto che la popolazione di queste città è in maggioranza costituita da cittadini romani discendenti dai seguaci di Mario e di Cesare che vi si erano insediati Le loro istituzioni, che riproducono quelledi Roma, si distinguono da quelle delle città indigene soprattutto per la presenza di un senato, chiamato anche curia, e di assemblee del popolo.

La curia delle città costituisce un vero e proprio ordo (una classe sociale), l'élite delle città, che ha i suoi privilegi e il suo cursus honorum: si comincia come edile (aedilis), e poi si diventa duumviro (duumvir), quindi censore (duumvir quinquennalis), e finalmente flamen perpetuus che amministra il culto imperiale. Quest'ultima carica è particolare perché è esclusivamente religiosa. Da ultimo, va notato che l'incarico di questore (quaestor) non rientra nel cursus honorum, si tratta piuttosto di un dovere da compiere. Al momento di accedere a una carica, i magistrati devono pagare una somma onoraria che costituisce una buona parte del bilancio della città: 38.000 sesterzi per i duumviri a Cartagine ou 20.000 a Cirta.

Vi erano, infine, le città indigene che si videro conferire lo statuto di "città peregrine", che riconosceva loro una personalità giuridica propria e il potere di amministrarsi secondo le proprie tradizioni. Spesso vi si ritrova un'amministrazione diretta da due magistrati chiamati suffeti, che sembra avere un'origine punica e si ritrova nelle città più importanti. Molte città di minori dimensioni sono dirette da un consiglio di undici membri, chiamati undecimprimi. Comunque, queste città peregrine restavano al di fuori del diritto romano e i loro abitanti non godevano della cittadinanza romana.

[modifica] I rapporti con la Mauretania

Il regno di Mauretania era formalmente del tutto indipendente da Roma, anche se di fatto i sovrani mauri per conservare il loro potere dovevano fare i conti con la politica romana. Questa situazione ebbe termine nel 33 a.C. quando il re Bocco II lasciò il suo regno in eredità ad Ottaviano. Questa cessione non era priva di ambiguità politica per il futuro Augusto: atteggiandosi a restauratore dei valori morali antichi, e rispettoso, in apparenza, della legalità repubblicana, gli era impossibile farsi re. Scelse dunque una soluzione complessa: fece dono del regno all’ager publicus (cioè ne fece una proprietà del Popolo Romano), ma vi pose a capo un sovrano, il principe numida Giuba II, figlio dell'ultimo re della Numidia orientale, che era stato allevato dalla sorella di Augusto, Ottavia. Giuba II fu sposato a Cleopatra Selene, figlia di Marco Antonio e di Cleopatra. Il nuovo re, salito al trono nel 25 a.C., doveva simboleggiare l'unione dell'Africa con la romanità. La Mauretania formò così un regno distinto dalla provincia d'Africa proconsolare fino alla morte di Tolomeo di Mauretania, figlio di Giuba e di Cleopatra Selene, nel 39 d. C.. A partire dal 41 la Mauretania (divisa in due) venne anch'essa organizzata in province romane, ma si tratterà di province imperiali, mentre l'Africa Proconsolare, di cui esse costituiscono in una certa misura un'appendice meno romanizzata e meno urbanizzata, è una provincia senatoriale.

La Mauretania è divisa in due province separate da una striscia di confine lunga circa 300 km sulle due rive del fiume Molochath (oggi Muluya): da una parte la Mauretania tingitana, che comprende le città di Tingi (Tangeri), Volubilis e Sala (Rabat), e dall'altra la Mauretania Caesarensis, intorno a Cesarea (oggi Cherchell), antica capitale di Giuba II. Queste province erano governate da un procurator ducenarius (che guadagnava 200.000 sesterzi all'anno), nominato dall'imperatore, che disponeva per la difesa di entrambe le province di unità ausiliarie, divise in un'ala di cavalleria e in sette cohorti di fanteria, spesso composte da cavalieri di Emesa.

La difesa di queste province era inoltre assicurata, nella Mauretania Tingitana, da una quindicina di fortilizi, collocati in particolare lungo il fiume Sebou, ed una muraglia tra Sala (sull'Atlantico) e l'interno. Inoltre, nella Mauretania Caesarensis vi erano due strade militari parallele al litorale.

La Mauretania venne ulteriormente riorganizzata da Diocleziano alla fine del III secolo: dalla Mauretania Caesarensis venne staccata la Mauretania Sitifensis, mentre la Mauretania Tingitana venne unita alla prefettura di Spagna. Sempre all'interno delle riforme amministrative di questo imperatore è da osservare un'ulteriore divisione dell'Africa Proconsolare in due province: l’Africa Zeugitana a nord e l’Africa Byzacena (con capitale Hadrumetum, oggi Sousse) a sud.

[modifica] Il ruolo dell'esercito

Nel 27 a.C. Ottaviano unì la Numidia orientale (o Africa Nova) all'antica provincia d'Africa. Così facendo, lasciò sul posto in via permanente una legione, la III Augusta. Il ruolo di questa legione fu di grande importanza nella storia della provincia. Una coorte era distaccata a Cartagine, agli ordini diretti del proconsole, per assicurare la protezione e le funzioni di polizia della città e della pertica di Cartagine. L’esercito romano in Africa era costituito dalla legione ma anche da unità ausiliarie, che costituivano la metà degli effettivi.

La presenza permanente di un esercito in Africa era resa necessaria dall’insicurezza che gravava sulla provincia per via delle tribù di Getuli a sud dell'Atlante. Tra il 17 e il 24 un ex appartenente alle truppe ausiliarie romane, Tacfarinas, riunisce intorno a sé una confederazione tribale, i Musulami, cui si uniscono dei Getuli del sud della Proconsolare. Si allea con i Cinithii, popolo subsahariano insediato nei pressi della piccola Sirte, e con delle tribù maure ribelli a Tolomeo di Mauretania. Ottiene inoltre l'appoggio dei Garamanti. Di fatto, dunque, circonda i possedimenti romani in Africa. Nonostante l’intervento di una seconda legione, la IX Hispanica, nel 20 che affianca la III Augusta, Tacfarinas non viene sconfitto. Il conflitto si comporrà solo quando il proconsole d'Africa riconoscerà i diritti di passaggio delle tribù getule sul territorio romano.

Tra il 37 e il 41, l’imperatore Caligola sottrae al proconsole d'Africa il comando della III Augusta. In tal modo essa viene ad essere la sola legione che non sia posta sotto la direzione del governatore della provincia in cui è stanziata, dal momento che la comanda un legato imperiale nominato dall'imperatore. Questa « eccezione africana » illustra bene la posizione particolare della provincia d'Africa. Questa legione è dapprima stanziata a Ammaedera, poi, nel 75 a Thebeste, poi a Lambaesis (oggi Lambèse), che diventa il suo quartier generale definitivo nel 115 d.C. Al comando della legione, dopo il legato, vi sono 5 tribuni di estrazione equestre, ed un tribunus laticlavius, membro dell'aristocrazia senatoria. Oltre ad avere un quartier generale, la legione invia delle missioni, le "vexillationes", e dei distaccamenti, spesso con una data composizione etnica, i "numera".

Dopo le rivolte di Tacfarinas, gli eserciti romani in Africa dovranno fronteggiare anche l'agitazione dei Nasamoni e dei Garamanti in Tripolitania, sotto i Flavi, e poi a delle rivolte delle tribù maure, che invadono la Spagna passando per la Tingitana nel 171 e fomentano disordini nella Cesariense intorno al 220. Per finire, gli Austuriani assediano Leptis Magna nel 253. La provincia d'Africa conosce anche disordini interni: le truppe di Massenzio che saccheggiano Cartagine nel 310, le rivolte di Firmus nel 275, di suo fratello Gildon, conte d'Africa, nel 288... oltre evidentemente alla presa del potere come imperatore di Gordiano, governatore d'Africa, nel 238, che porta con sé la soppressione momentanea della III Legione Augusta.

[modifica] La Pax romana

La dinastia dei Flavi rilancia in Africa la politica di promozione del modello di città che era stata seguita da Augusto. Questa politica subisce però degli aggiustamenti che consistono per lo più nella promozione delle città indigene.

Innanzitutto si può osservare un venir meno del movimento di colonizzazione propriamente detto, vale a dire della fondazione di città dipendenti da Roma ad opera di un gruppo di cittadini romani, di solito veterani. L'ultima colonia fondata, quella di Timgad si ha nel 100, al momento in cui la pax romana sembra ormai estendersi all'Africa con l'arresto delle scorrerie di tribù getule, maure o sahariane. Lo statuto di colonia diventa in Africa uno statuto puramente onorifico che costituisce un riconoscimento per le città che si sono più completamente assimilate al modello romano.

All'altro estremo della gerarchia delle città, lo statuto del municipio subisce un'evoluzione. I municipia di età repubblicana ed augustea erano dei municipi di diritto romano, vale a dire delle città organizzate, quanto a istituzioni, sul modello di Roma, con delle magistrature, un senato e delle assemblee del popolo, mentre i municipi flavi sono municipi di diritto latino. Il diritto latino risale alle prime fasi dell'espansione romana, era stato ripristinato da Cesare che aveva concesso la distinzione di questo statuto a diverse città della Gallia Narbonese. La principale differenza tra il diritto latino e quello romano sta nel fatto che la cittadinanza romana non è attribuita a tutta la popolazione dei municipi di diritto latino, ma solo alle loro élites. L’uso da parte dei Flavi di questo diritto, fino ad allora ristretto alla Gallia Narbonese, rivela la loro volontà di associare le élite indigene al processo di romanizzazione.

Un'altra innovazione è l'uso del diritto latino slegato dallo statuto municipale. In effetti, il diritto latino viene concesso a modeste "città peregrine", in cui le élite sono numericamente troppo esigue per formare un senato, il che impedirebbe loro di godere dello statuto di municipio. In questo modo l'associazione delle élite alla Romanitas si estende al di là del quadro ristretto delle città più importanti.

Si viene così a instaurare una vera gerarchia onorifica dello statuto delle città, con la città peregrina che acquisisce progressivamente il diritto latino, mentre il municipio acquisisce il diritto romano, e -ambizione suprema- lo statuto di colonia onoraria. Le diverse città e le loro élite si lanciano così in una corsa allo statuto presso gli imperatori, inviando, in particolare delle ambasciate incaricate di acquisire uno statuto migliore, simbolo del successo della città. In effetti, per tutto l'alto impero le città d'Africa beneficiano di un contesto economico particolarmente florido.

[modifica] Sotto i Vandali e i Bizantini

La regione continuò a far parte dell'Impero Romano fino all'arrivo delle grandi migrazioni barbariche di popoli germanici del V secolo. I Vandali passarono in Nordafrica dalla Spagna nel 429, e già nel 439 avevano preso il potere su tutto il territorio, fondando un regno che comprendeva anche la Sicilia, la Sardegna, la Corsica e le Baleari. I Vandali assunsero il controllo del paese come élite guerriera, che perseguiva una politica di rigida separazione e tendeva a sopprimere la popolazione locale romano-africana e perseguitava la fede cattolica. Verso al fine del V secolo lo stato vandalo cadde in declino, abbandonando la maggior parte dell'interno ai Mauri e ad altre tribù del deserto.

Nel 533, l'imperatore Giustiniano, approfittando di una disputa dinastica insorta tra i Vandali, inviò un esercito al comando del grande generale Belisario, con lo scopo di riprendersi l'Africa. Con una breve campagna militare, Belisario sconfisse i Vandali, entrò trionfalmente a Cartagine e riuscì a ristabilire il potere dell'Impero Romano (d'Oriente) sulla provincia. La rinata amministrazione romana riuscì a rintuzzare gli attacchi delle tribù berbere del deserto, e grazie ad una fitta rete di fortificazioni riuscì ancora una volta ad estendere il proprio governo nell'interno. Le province nordafricane, insieme ai possedimenti romani in Spagna, vennero riunite nell'Esarcato d'Africa dall'imperatore Maurizio. L'esarcato conobbe una certa prosperità e da qui partì la guerra civile che portò al rovesciamento del tirannico imperatore Foca da parte di Eraclio nel 610. La stabilità e la forza di questa regione all'inizio del VII secolo si possono vedere dal fatto che lo stesso Eraclio prese seriamente in considerazione, per qualche tempo, l'ides di trasferire la capitale imperiale da Costantinopoli a Cartagine.

Trovatosi, dopo il 640, a dover fronteggiare l'urto della conquista islamica, l'esarcato riuscì, pur con qualche battuta d'arresto, a tenere testa alla minaccia, ma nel 698 un esercito musulmano proveniente dall'Egitto saccheggiò Cartagine e conquistò l'esarcato, mettendo fine al dominio cristiano e romano sul Nordafrica.

[modifica] La religione in Africa

Durante il periodo imperiale, la religione vede intersecarsi numerose tendenze:

  • influssi libici con il culto di un pantheon numidico o mauro che persiste e continua ad essere venerato, soprattutto nelle campagne, con divinità come Macurgum, il guaritore, Macurtam e Iunam, i cavalieri, per la Numidia e la Proconsolare, la dea Aulisia in Mauretania;
  • la religione punica è sempre presente, diffusa a partire da Cartagine tra il IX e il II secolo a.C., con il culto di Baal o di Tanit, protettrice di Cartagine (che preparano in un certo modo l'Africa ai culti monoteisti);
  • per finire, la religione romana, in particolare la triade capitolina (ossia Giove, Giunone, Minerva) e il culto imperiale, che caratterizza i luoghi più romanizzati.

A ciò si aggiunge il fatto che:

  • i culti orientali si diffondono rapidamente, col concorso dei funzionari -soprattutto dell'esercito- e dei commercianti romani: Esculapio già dal II secolo a.C., Mitra presso i militari, soprattutto in Mauretania, Cibele, protettrice degli Antonini, nel II secolo, e Iside e Serapis, consacrate dal fatto di apparire sull'arco di trionfo di Lepcis di Settimio Severo.
  • infine, i Romani praticano un sincretismo intenso, sia per via di assimilazioni sia per via di associazioni: Baal, associato a Saturno, continua ad essere oggetto di un culto fondamentale, e d'altra parte il suo tempio a Thugga assume l'aspetto di un tempio punico. Caelestis è associata a Tanit, Esculapio è associato a Macurgum e ad Eshmun, una divinità punica. Il culto dell'imperatore assume forme animiste, con una sorgente consacrata a Settimio Severo vicino a Timgad. Da ultimo, il sacrificio dei bambini viene fatto oggetto a una sostituzione: un agnello li sostituisce all'ultimo momento. Comunque sia, questi sacrifici perdurano a lungo: ancora nel III secolo si ritrovano ancora piccole pietre tombali allineate nelle campagne.

Il culto imperiale viene organizzato dalle municipalità (iscrizioni, templi, confraternite di liberti: i collegi dei seviri, flamini privati o perpetui, statue...), ma anche al livello della provincia, in seno al consiglio provinciale dei sacerdotales che per il resto difende gli interessi della provincia presso l'imperatore, contro gli abusi dei governatori.

Per concludere, occorre ricordare che fin dai primi secoli l'Africa venne in gran parte cristianizzata, e diede i natali anche a molti santi, dottori della chiesa, martiri e scrittori cristiani. L'Africa rimase anche per molto tempo cattolica, pur con contese interne, come quelle sollevata dai donatisti e con quelle portate dall'esterno, come l'arianesimo, prtato con sé da Vandali nel V secolo.

[modifica] L'economia dell'Africa

La prosperità di gran parte delle città dipendeva dall'agricoltura. Il Nordafrica, considerato "il granaio dell'impero", secondo alcune stime avrebbe prodotto un milione di tonnellate di cereali all'anno, di cui un quarto veniva esportato. Altre culture erano piante da frutto, fichi, viti e fagioli. Nel secondo secolo l'olio d'oliva contendeva ai cereali il primo posto tra le derrate esportate.

Oltre all'agricoltura, l'economia comprendeva il commercio di schiavi, e la cattura e il trasporto di animali selvatici esotici. I principali prodotti per l'esportazione erano tessuti, marmo, vino, legname, bestiame, vasellame e lana.

[modifica] Riferimenti

  • Lennox Manton, Roman North Africa, 1988

[modifica] Collegamenti esterni


Province della Roma Imperiale intorno al 120
Achaea | Aegyptus | Africa | Alpes Cottiae | Alpes Maritimae | Alpes Poenninae | Arabia Petraea | Armenia Inferior | Asia | Assyria | Baleares | Bithynia | Britannia | Cappadocia | Cilicia et Cyprus | Commagene | Sardinia et Corsica | Creta et Cyrene | Dacia | Dalmatia | Epirus | Galatia | Gallia Aquitania | Gallia Belgica | Gallia Lugdunensis | Gallia Narbonensis | Germania Inferior | Germania Superior | Hispania Baetica | Hispania Lusitania | Hispania Tarraconensis | Italia | Iudaea | Lycaonia | Lycia | Macedonia | Mauretania Cesariensis | Mauretania Tingitana | Moesia | Noricum | Numidia | Osroene | Pannonia | Pamphylia | Pisidia | Pontus | Raetia | Sicilia | Sophene | Syria | Thracia
THIS WEB:

aa - ab - af - ak - als - am - an - ang - ar - arc - as - ast - av - ay - az - ba - bar - bat_smg - be - bg - bh - bi - bm - bn - bo - bpy - br - bs - bug - bxr - ca - cbk_zam - cdo - ce - ceb - ch - cho - chr - chy - closed_zh_tw - co - cr - cs - csb - cu - cv - cy - da - de - diq - dv - dz - ee - el - eml - en - eo - es - et - eu - fa - ff - fi - fiu_vro - fj - fo - fr - frp - fur - fy - ga - gd - gl - glk - gn - got - gu - gv - ha - haw - he - hi - ho - hr - hsb - ht - hu - hy - hz - ia - id - ie - ig - ii - ik - ilo - io - is - it - iu - ja - jbo - jv - ka - kg - ki - kj - kk - kl - km - kn - ko - kr - ks - ksh - ku - kv - kw - ky - la - lad - lb - lbe - lg - li - lij - lmo - ln - lo - lt - lv - map_bms - mg - mh - mi - mk - ml - mn - mo - mr - ms - mt - mus - my - mzn - na - nah - nap - nds - nds_nl - ne - new - ng - nl - nn - no - nov - nrm - nv - ny - oc - om - or - os - pa - pag - pam - pap - pdc - pi - pih - pl - pms - ps - pt - qu - rm - rmy - rn - ro - roa_rup - roa_tara - ru - ru_sib - rw - sa - sc - scn - sco - sd - se - searchcom - sg - sh - si - simple - sk - sl - sm - sn - so - sq - sr - ss - st - su - sv - sw - ta - te - test - tet - tg - th - ti - tk - tl - tlh - tn - to - tokipona - tpi - tr - ts - tt - tum - tw - ty - udm - ug - uk - ur - uz - ve - vec - vi - vls - vo - wa - war - wo - wuu - xal - xh - yi - yo - za - zea - zh - zh_classical - zh_min_nan - zh_yue - zu

Static Wikipedia 2008 (no images)

aa - ab - af - ak - als - am - an - ang - ar - arc - as - ast - av - ay - az - ba - bar - bat_smg - bcl - be - be_x_old - bg - bh - bi - bm - bn - bo - bpy - br - bs - bug - bxr - ca - cbk_zam - cdo - ce - ceb - ch - cho - chr - chy - co - cr - crh - cs - csb - cu - cv - cy - da - de - diq - dsb - dv - dz - ee - el - eml - en - eo - es - et - eu - ext - fa - ff - fi - fiu_vro - fj - fo - fr - frp - fur - fy - ga - gan - gd - gl - glk - gn - got - gu - gv - ha - hak - haw - he - hi - hif - ho - hr - hsb - ht - hu - hy - hz - ia - id - ie - ig - ii - ik - ilo - io - is - it - iu - ja - jbo - jv - ka - kaa - kab - kg - ki - kj - kk - kl - km - kn - ko - kr - ks - ksh - ku - kv - kw - ky - la - lad - lb - lbe - lg - li - lij - lmo - ln - lo - lt - lv - map_bms - mdf - mg - mh - mi - mk - ml - mn - mo - mr - mt - mus - my - myv - mzn - na - nah - nap - nds - nds_nl - ne - new - ng - nl - nn - no - nov - nrm - nv - ny - oc - om - or - os - pa - pag - pam - pap - pdc - pi - pih - pl - pms - ps - pt - qu - quality - rm - rmy - rn - ro - roa_rup - roa_tara - ru - rw - sa - sah - sc - scn - sco - sd - se - sg - sh - si - simple - sk - sl - sm - sn - so - sr - srn - ss - st - stq - su - sv - sw - szl - ta - te - tet - tg - th - ti - tk - tl - tlh - tn - to - tpi - tr - ts - tt - tum - tw - ty - udm - ug - uk - ur - uz - ve - vec - vi - vls - vo - wa - war - wo - wuu - xal - xh - yi - yo - za - zea - zh - zh_classical - zh_min_nan - zh_yue - zu -

Static Wikipedia 2007:

aa - ab - af - ak - als - am - an - ang - ar - arc - as - ast - av - ay - az - ba - bar - bat_smg - be - bg - bh - bi - bm - bn - bo - bpy - br - bs - bug - bxr - ca - cbk_zam - cdo - ce - ceb - ch - cho - chr - chy - closed_zh_tw - co - cr - cs - csb - cu - cv - cy - da - de - diq - dv - dz - ee - el - eml - en - eo - es - et - eu - fa - ff - fi - fiu_vro - fj - fo - fr - frp - fur - fy - ga - gd - gl - glk - gn - got - gu - gv - ha - haw - he - hi - ho - hr - hsb - ht - hu - hy - hz - ia - id - ie - ig - ii - ik - ilo - io - is - it - iu - ja - jbo - jv - ka - kg - ki - kj - kk - kl - km - kn - ko - kr - ks - ksh - ku - kv - kw - ky - la - lad - lb - lbe - lg - li - lij - lmo - ln - lo - lt - lv - map_bms - mg - mh - mi - mk - ml - mn - mo - mr - ms - mt - mus - my - mzn - na - nah - nap - nds - nds_nl - ne - new - ng - nl - nn - no - nov - nrm - nv - ny - oc - om - or - os - pa - pag - pam - pap - pdc - pi - pih - pl - pms - ps - pt - qu - rm - rmy - rn - ro - roa_rup - roa_tara - ru - ru_sib - rw - sa - sc - scn - sco - sd - se - searchcom - sg - sh - si - simple - sk - sl - sm - sn - so - sq - sr - ss - st - su - sv - sw - ta - te - test - tet - tg - th - ti - tk - tl - tlh - tn - to - tokipona - tpi - tr - ts - tt - tum - tw - ty - udm - ug - uk - ur - uz - ve - vec - vi - vls - vo - wa - war - wo - wuu - xal - xh - yi - yo - za - zea - zh - zh_classical - zh_min_nan - zh_yue - zu

Static Wikipedia 2006:

aa - ab - af - ak - als - am - an - ang - ar - arc - as - ast - av - ay - az - ba - bar - bat_smg - be - bg - bh - bi - bm - bn - bo - bpy - br - bs - bug - bxr - ca - cbk_zam - cdo - ce - ceb - ch - cho - chr - chy - closed_zh_tw - co - cr - cs - csb - cu - cv - cy - da - de - diq - dv - dz - ee - el - eml - en - eo - es - et - eu - fa - ff - fi - fiu_vro - fj - fo - fr - frp - fur - fy - ga - gd - gl - glk - gn - got - gu - gv - ha - haw - he - hi - ho - hr - hsb - ht - hu - hy - hz - ia - id - ie - ig - ii - ik - ilo - io - is - it - iu - ja - jbo - jv - ka - kg - ki - kj - kk - kl - km - kn - ko - kr - ks - ksh - ku - kv - kw - ky - la - lad - lb - lbe - lg - li - lij - lmo - ln - lo - lt - lv - map_bms - mg - mh - mi - mk - ml - mn - mo - mr - ms - mt - mus - my - mzn - na - nah - nap - nds - nds_nl - ne - new - ng - nl - nn - no - nov - nrm - nv - ny - oc - om - or - os - pa - pag - pam - pap - pdc - pi - pih - pl - pms - ps - pt - qu - rm - rmy - rn - ro - roa_rup - roa_tara - ru - ru_sib - rw - sa - sc - scn - sco - sd - se - searchcom - sg - sh - si - simple - sk - sl - sm - sn - so - sq - sr - ss - st - su - sv - sw - ta - te - test - tet - tg - th - ti - tk - tl - tlh - tn - to - tokipona - tpi - tr - ts - tt - tum - tw - ty - udm - ug - uk - ur - uz - ve - vec - vi - vls - vo - wa - war - wo - wuu - xal - xh - yi - yo - za - zea - zh - zh_classical - zh_min_nan - zh_yue - zu