Privacy Policy Cookie Policy Terms and Conditions Costantino I - Wikipedia

Costantino I

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Resti della grande statua bronzea di Costantino ai Musei Capitolini.
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Resti della grande statua bronzea di Costantino ai Musei Capitolini.

Gaio Flavio Valerio Aurelio Costantino [1], conosciuto come Costantino I il Grande (Naissus, oggi Nis, Serbia, 27 febbraio 274 (?) - Ancyrona, presso Nicomedia, 22 maggio 337) fu imperatore romano dal 306 al 337.

Indice

[modifica] Biografia

[modifica] Giovinezza

Era figlio illegittimo di Costanzo Cloro, che divenne in seguito imperatore romano nel sistema tetrarchico voluto da Diocleziano, e di Elena Flavia Augusta (Sant'Elena Imperatrice).

Detto Trachala, per il suo enorme collo, venne educato a Nicomedia presso la corte di Diocleziano, sotto il quale iniziò la carriera militare: fu tribuno ordinis primi, viaggiò in Palestina e partecipò alla guerra romano/danubiana, contro i Sarmati. Fu ancora con Diocleziano in Egitto nel 296 e quindi combatté sotto Galerio contro i Persiani e i Sarmati. Raggiunse il padre quando questi passò dal rango di cesare a quello di augusto nel 305 e lo seguì in una campagna militare in Britannia.

[modifica] Augusto d'occidente

I resti dell'ippodromo di Costantinopoli.
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I resti dell'ippodromo di Costantinopoli.

Alla morte del padre a Eburacum (York), Costantino il 25 luglio 306 fu proclamato augusto (imperatore di rango maggiore) dall'esercito, seguendo un principio dinastico, invece del sistema di successione che aveva cercato di instaurare Diocleziano. La crisi del sistema tetrarchico portò ad una lunga serie di guerre civili. Si ebbero inizialmente quattro augusti (Galerio e Massimino Daia in Oriente, Licinio in Illirico e Costantino nelle province galliche e ispaniche, mentre Massenzio, il figlio dell'antico collega di Diocleziano, Massimiano restava, come usurpatore a Roma, in Italia e in Africa). Inizialmente Costantino si era alleato con Massimiano, in rotta con il figlio e ansioso di recuperare un ruolo nella politica imperiale, e ne aveva sposato la figlia Fausta. Massimiano era quindi morto nel 310.

[modifica] 312-324

Alla morte di Galerio nel 311, i tre augusti rimasti si coalizzarono contro Massenzio, che Costantino sconfisse il 28 ottobre 312 nella battaglia di Ponte Milvio, presso i Saxa Rubra sulla via Flaminia, alle porte di Roma.

L'anno seguente, nel 313, moriva Massimino Daia. Nello stesso anno i due augusti rimasti, ma probabilmente sotto la spinta soprattutto di Costantino, emanarono l'editto di Milano del 313, con cui veniva riconosciuta la libertà di culto per tutte le religioni, ponendo fine ufficialmente alle persecuzioni contro i cristiani, l'ultima delle quali si era svolta sotto Diocleziano tra il 303 e il 304.

Il testo del decreto recita:

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«Noi, dunque Costantino Augusto e Licinio Augusto abbiamo risolto di accordare ai Cristiani e a tutti gli altri la libertà di seguire la religione che ciascuno crede, affinché la divinità che sta in cielo, qualunque essa sia, a noi e a tutti i nostri sudditi dia pace e prosperità.»
(Lattanzio, De mortibus persecutorum capitoli XXXV e XLVIII)

Costantino e Licinio, che ne aveva sposato la sorella Costanza, entrarono una prima volta in conflitto nel 314, (in seguito alla riappacificazione l'Illirico passò a Costantino) e di nuovo nel 323. In seguito alla sconfitta di Licinio, che si arrese in seguito alla battaglia di Crisopoli nel 324 e venne successivamente ucciso, Costantino rimase l'unico augusto al potere.

[modifica] L'impero unificato

Nel 326 Costantino fece uccidere a Pola il figlio primogenito Crispo, figlio di Minervina, e inoltre Liciniano, figlio della sorella Costanza e di Licinio. Quindi venne affogata nel bagno la moglie Fausta. La leggenda vuole che Crispo sia stato eliminato in seguito ad un'accusa di Fausta di averla insidiata, e quindi anche l'imperatrice, venne giustiziata quando Costantino riconobbe l'innocenza del figlio. Più probabilmente Crispo si opponeva alla politica filo-cristiana del padre e dal canto suo Fausta volle assicurarsi l'eliminazione dei rivali dei propri figli come successori di Costantino.

Sempre nel 326 erano iniziati i lavori per la costruzione della nuova capitale Nova Roma (Nuova Roma) sul sito dell'antica città di Bisanzio, fornendola di un senato e di uffici pubblici simili a quelli di Roma.

Il luogo venne scelto per le sue qualità difensive e per la vicinanza ai minacciati confini orientali e danubiani. La città venne inaugurata nel 330 e prese presto il nome di Costantinopoli. La città (oggi Istanbul) resterà poi fino al 1453 capitale dell'Impero Bizantino.

Affidò ai figli la difesa dell'Occidente contro Franchi ed Alamanni mentre lui stesso combatteva sul confine danubiano i Goti (332) e i Sarmati (335). Divise l'impero tra i figli assegnando a Costantino II Gallia, Spagna e Britannia, a Costanzo II le province asiatiche e l'Egitto e a Costante l'Italia, l'Illirico e le province africane. Alla sua morte nel 337 si preparava ad affrontare in Oriente i Persiani.

Venne battezzato in punto di morte e il suo corpo venne trasferito a Costantinopoli e seppellito nella chiesa dei Santi Apostoli.

[modifica] Le riforme

Costantino provvide a riformare molteplici ambiti dell'amministrazione imperiale.

[modifica] Amministrazione

Riprendendo la divisione della riforma tetrarchica dioclezianea, l’Impero venne suddiviso in quattro prefetture (d’Oriente, d’Illiria, d’Italia e di Gallia), all'interno delle quali mantenne rigidamente separati il potere civile e politico da quello militare: la giurisdizione civile e giudiziaria era affidata ad un prefetto del pretorio, cui erano subordinati i vicari delle diocesi ed i governatori delle province.

L'apparato burocratico venne snellito e suddiviso tra gli affari della corte, affidati a quattro alti dignitari, e gli affari dello Stato, affidati a tre alti funzionari: costoro, insieme ai prefetti urbani componevano il Concistorium principis o Sacrum concistorium ("Consiglio del principe" o "Sacro consiglio").

I quattro diginitari che regolavano le attività della corte erano:

  • il comes rerum privatarum ("conte degli affari privati"), che si occupava di gestire il patrimonio privato dell'imperatore,
  • il praepositus sacri cubiculi ("preposito del sacro cubicolo"), una sorta di gran ciambellano che si occupava della vita della corte imperiale e da cui dipendevano cortigiani e schiavi,
  • due comites domesticorum ("conti dei domestici"), responsabili l’uno del personale che svolgeva il proprio servizio a piedi e l’altro del personale a cavallo e della guardia imperiale.

I tre alti funzionari a cui competeva l'amministrazione dello Stato erano:

  • il magister officiorum ("maestro degli uffici"), un cancellerie che si occupava dell’amministrazione interna e delle relazioni esterne,
  • il quaestor sacri palatii ("questore del sacro palazzo"), con competenza in materia di leggi e di giustizia, che dirigeva inoltre il "Consiglio del principe",
  • il comes sacrarum largitionum ("conte delle sacre elargizioni"), che si occupava delle materie finanziarie statali.

[modifica] Esercito

La guida dell'esercito era affidata a due comandanti: il magister peditum (per la fanteria) ed il magister equitum (per la cavalleria): i due titoli potevano tuttavia essere riuniti in una sola persona, e in questo caso la denominazione della carica diveniva quella di magister peditum et equitum o di magister utriusque militie.

Nell'evoluzione successiva il generale in campo svolse sempre più le funzioni di una sorta di ministro della guerra, mentre vennero create le cariche del magister equitum praesentalis e del magister peditum praesentalis ai quali veniva affidato il comando effettivo sul campo.

[modifica] Monetazione

In ambito monetario Costantino coniò una moneta d'oro, il solido, ed una d'argento, la siliqua.

[modifica] Costantino e il cristianesimo

Raffigurazione di Costantino nella basilica di Hagia Sophia a Istanbul. L'imperatore, che per la Chiesa Ortodossa è un santo, è raffigurato nell'atto di dedicare la basilica.
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Raffigurazione di Costantino nella basilica di Hagia Sophia a Istanbul. L'imperatore, che per la Chiesa Ortodossa è un santo, è raffigurato nell'atto di dedicare la basilica.

Costantino fu certamente il primo a comprendere l'importanza della nuova religione cristiana per rafforzare la coesione culturale e politica dell'impero romano. Egli tuttavia non si convertì al cristianesimo, se non forse in punto di morte: il suo consigliere e biografo, il vescovo ariano Eusebio di Nicomedia, racconta infatti di averlo battezzato egli stesso, forse per motivi politici e propagandistici.

Nel III secolo la religione pagana si era fortemente trasformata: sulla spinta della insicurezza dei tempi e dell'influsso dei culti di origine orientale, le sue caratteristiche pubbliche e ritualistiche avevano sempre più perso di significato di fronte ad una più intensa e personale spiritualità. Si era andato diffondendo un sincretismo venato di monoteismo e si tendeva a vedere nelle immagini degli dei tradizionali l'espressione di un unico essere divino. Una prima forma politica fu data dall'imperatore Aureliano (275), con l'istituzione del culto ufficiale del Sol Invictus ("Sole Invitto"), con elementi del mitraismo e di altri culti solari di origine orientale. Il culto era diffuso nell'esercito e ad esso aderiva Costanzo Cloro, il padre di Costantino, e Costantino stesso.

A proposito della battaglia di Ponte Milvio che gli diede nel 312la vittoria su Massenzio è famosa la pia leggenda secondo la quale la notte precedente Costantino avrebbe sognato Gesù, il quale gli chiese di far scrivere sugli scudi dei suoi soldati il chi-rho, ossia le lettere XP (le prime due lettere greche della parola XPICTOC cioè "Christos") sovrapposte. La pia leggenda aggiunge che prima dei combattimenti l'imperatore avrebbe visto apparire in cielo una croce e la scritta: In hoc signo vinces ("sotto questo simbolo vincerai").

Una spiegazione storica della pia leggenda si riferisce al fatto che in quel periodo era particolarmente diffuso tra i soldati il culto del dio Mitra, il cui simbolo (una croce sovrapposta ad una X, con al centro un cerchio, estremamente simile al chi-rho), veniva dipinto sugli scudi. La leggenda della visione di Costantino si riferirebbe quindi ad un racconto nato in ambito pagano, legato al culto solare, praticato, come sembra, anche dallo stesso imperatore: solo dopo la morte di Costantino, la leggenda sarebbe stata intepretata in senso cristiano, adattando l'episodio ai simboli della nuova religione ormai trionfante.

Sia l'editto di Milano, sia l'iscrizione sull'arco di Costantino, citano una generica "divinità", che poteva dunque essere identificata sia con il Dio cristiano, sia con il dio solare. Tuttavia i busti di divinità presenti sullo stesso arco, le raffigurazioni sulle monete, il mantenimento della carica di pontefice massimo, non lasciano dubbi sul paganesimo ufficiale dell'imperatore.

Che sia stato per convinzione personale o per calcolo politico, Costantino appoggiò comunque la religione cristiana, costruendo basiliche a Roma, Gerusalemme e nella stessa Costantinopoli; conferì alle chiese il diritto di ricevere beni in eredità e quelle maggiori furono dotate di vaste proprietà; diede ai vescovi privilegi e poteri giudiziari. A Costantino è attribuita anche un'ingente donazione (detta infatti Donazione di Costantino) in favore della Chiesa, che sarebbe stata dettata nell'anno 324: in realtà il documento di tale donazione è stato provato essere falso.

Costantino perseguiva probabilmente il proposito di unificare i culti presenti e forse considerava il Cristo come una manifestazione del Sol Invictus. Le festività religiose più importanti del cristianesimo e della religione solare furono fatte coincidere: la domenica ("giorno del Sole" o "giorno del Signore"). Il giorno natale del Sole e del dio Mitra, il 25 dicembre, divenne anche quello della nascita di Gesù. Le statue del dio Sole erano spesso adornate del simbolo della Croce, ma a Costantinopoli furono eretti anche dei templi pagani.

Nel 321 fu introdotta la settimana di sette giorni e fu decretato come giorno di riposo il dies solis (domenica).

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«Imperator Constantinus.Omnes iudices urbanaeque plebes et artium officia cunctarum venerabili die solis quiescant. ruri tamen positi agrorum culturae libere licenterque inserviant, quoniam frequenter evenit, ut non alio aptius die frumenta sulcis aut vineae scrobibus commendentur, ne occasione momenti pereat commoditas caelesti provisione concessa. * const. a. helpidio. * <a 321 pp. v non. mart. crispo ii et constantino ii conss.> »
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«Nel venerabile giorno del Sole, si riposino i magistrati e gli abitanti delle città, e si lascino chiusi tutti i negozi. Nelle campagne, però, la gente sia libera legalmente di continuare il proprio lavoro, perché spesso capita che non si possa rimandare la mietitura del grano o la semina delle vigne; sia così, per timore che negando il momento giusto per tali lavori, la ricerca del Paradiso vada perduta.»

La politica di Costantino mirava a creare una base salda per il potere imperiale nella stessa religione cristiana, di cui era dunque importantissima l'unità: per questo motivo, pur non essendo battezzato, indisse diversi concili, come "vescovo di quanti sono fuori della chiesa".

  • Il primo fu quello convocato ad Arelate (Arles), in Francia nel 314, che confermò una sentenza emessa da una commissione di vescovi a Roma, che aveva condannato l'eresia donatista, intransigente nei confronti di tutti i cristiani che si erano piegati alla persecuzione dioclezianea: in particolare si trattava del rifiuto di riconoscere come vescovo di Cartagine Cipriano, il quale era stato consacrato da un vescovo che aveva consegnato i libri sacri.
  • Ancora nel 325, convocò a Nicea il primo concilio ecumenico, che lui stesso inaugurò, per risolvere la questione dell'eresia ariana: Ario, un prete alessandrino sosteneva che il Figlio non era della stessa "sostanza" del padre, ma il concilio ne condannò le tesi, proclamando l'omousia, ossia la medesima natura del Padre e del Figlio.
  • Il Concilio di Tiro del 335 condannerà tuttavia Atanasio, vescovo di Alessandria, il più accanito oppositore di Ario, soprattutto a causa delle accuse politiche che gli vennero rivolte.

Costantino è considerato santo dalla chiesa cristiana ortodossa ma non da quella cattolica, infatti non è riportato nel Martirologio Romano. Come santo è commemorato dalle Chiese Orientali e riportato nel Sinassario Costantinopolitano dove è celebrato il 21 maggio assieme alla madre sant'Elena, diversamente dal rito romano che la celebra il 18 agosto.

[modifica] Voci correlate

[modifica] Collegamenti esterni

[modifica] Note

  1. Il titolo imperiale ufficiale era IMPERATOR CAESAR FLAVIVS CONSTANTINVS PIVS FELIX INVICTVS AVGVSTVS. Dopo il 312, aggiunse MAXIMVS ("il grande"), e dopo il 325 rimpiazzò invictus con VICTOR, dato che invictus ricordava il culto del Sol Invictus.


Predecessore: Imperatori romani
(Impero Romano)
Successore:
Costanzo Cloro
305 - 306
Costantino I
306-337
Costantino II
337 - 340


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