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Gnosticismo - Wikipedia

Gnosticismo

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Lo gnosticismo è stato un movimento filosofico-religioso, molto articolato, la cui massima diffusione si ebbe nel II e III secolo dell'era cristiana. Il termine gnosticismo deriva dalla parola greca gnósis (γνῶσις), «conoscenza», e si riferisce all'idea di una sorta di insegnamento segreto riservato da Gesù solo a pochi dei suoi discepoli e impartito nel periodo tra la Resurrezione e l'Ascensione, periodo considerato dagli gnostici ben più esteso dei canonici quaranta giorni. Tale insegnamento, parallelamente alla dottrina della Chiesa, fondata sulla predicazione pubblica del Cristo, venne tramandato per via occulta a beneficio di pochi eletti.

Indice

[modifica] Origini

Secondo gli antichi scrittori cristiani, e in alcuni studiosi (Festugière, Langerbeck) che ne accentuano la componente ellenista, la gnosi sarebbe un'eresia sviluppatasi in seno al cristianesimo, ma più realisticamente la gnosi è una religione a sé stante, anche se di carattere sincretistico, dove si fondono caratteri orientali, greci, ebraici e cristiani. Ancora non è completamente chiaro se la nascita dello gnosticismo affondi le sue radici in correnti filosofiche pre-cristiane (Schmithals, Rudolph, Schenke), tuttavia nel Colloquio sullo gnosticismo svoltosi a Messina (1966), si è proposto di distinguere lo gnosticismo vero e proprio, tutte le sette non anteriori al II secolo d.C. con una ben definita dottrina, culto e letteratura.

I concetti gnostici vanno considerati originari del mondo pagano e passati al cristianesimo gnostico, in armonia con la ben documentata tendenza dello gnosticismo al sincretismo di varie credenze religiose.

La gnosi ebbe come centri di maggiore fioritura soprattutto Alessandria d'Egitto e Roma, tra il I e il IV secolo d.C.. Un particolare impulso ebbe negli ultimi secoli in Siria ed in Egitto, grazie alla sua diffusione in ambienti monastici, attraverso le numerose correnti ascetiche.

Lo Gnosticismo e le comunità gnostiche sono esistiti fin dai tempi antichi. Il vero e proprio inizio e le radici dello Gnosticismo rimangono però sconosciuti,gli studiosi indicano tanto l'Estremo Oriente quanto il passato Ellenico. Ad ogni modo lo Gnosticismo ebbe la sua esposizione più nota nei primi secoli d.C. con prominenti insegnanti Gnostici come Valentino e Basilide. Anche quando la corrente principale e centralizzata della Chiesa Cattolica Romana divenne il corpo cristiano dominante e iniziò a sopprimere le idee cristiane alternative e il paganesimo, lo Gnosticismo non svanì senza lasciar traccia.

Le idee Gnostiche continuarono a venire in superficie a intervalli regolari, come dimostra l'apparizione di movimenti quali i Catari (Francia) e i Bogomili (930 d.C., Bulgaria). Non si rilevano continuità tra lo Gnosticismo e l'eresia catara medievale, sebbene ci siano notevoli affinità. Allo stesso modo i gruppi neo-gnostici del XIX secolo non possono vantare alcuna continuità con lo gnosticismo delle origini, tanto che spesso modificano,più o meno consapevolmente, le dottrine originarie.

[modifica] Dottrina

In realtà si tratta di convinzioni che si differenziano spesso tra le varie sette, in diverse sfumature. Tuttavia è possibile tracciare alcune linee guida del pensiero gnostico, generalmente accettate. La dottrina, secondo gli gnostici, venne rivelata direttamente da Cristo ad una ristretta cerchia di iniziati, escludendo così la gerarchia della Chiesa. Inoltre, aspetto fondamentale, essa doveva giungere attraverso esperienze personali e non attraverso lo studio dei testi canonici.

Gli gnostici elaborarono una complessa cosmogonia al fine di spiegare l'origine del mondo materiale. Secondo questa un Dio unico e inconoscibile (l'Eone eterno e perfetto) ha emanato alcune coppie di entità divine minori (note come Eoni), che si generavano gli uni dagli altri e si estendevano all'infinito a formare tutte insieme il Pleroma (ovvero la pienezza del divino). L'ultima di esse, però,Sophìa per la sua brama di conoscere l'inconoscibile Dio, nella sua vanità sfrenata, attirò su di sé la punizione di Dio, che la scacciò dal Pleroma. Esiliata dalla sua patria celeste, Sophìa emanò una serie di eoni inferiori (detti Arconti), tra cui il Demiurgo (Jaldabaoth), identificato con Yahweh, il Dio vendicativo dell' Antico Testamento, in contrasto con il Dio Buono del Nuovo Testamento: questa corrente del pensiero gnostico era detta dualistica e rappresenta un punto fondamentale dello gnosticismo. Questa potenza inferiore, ignorante del mondo superiore perfetto, fu la responsabile della creazione del mondo materiale, del cosmo e dell'uomo. Tuttavia le potenze superiori, commosse dal pianto di pentimento di Sophìa, le concessero di ascendere fino ai margini del mondo della Luce.

Questa complessa visione porta alla considerazione della realtà umana, vincolata all'imperfetto mondo materiale, ma nella quale è imprigionata l'anima (una particella della Luce o Pneuma), che può essere in grado di sfuggire al giogo del Demiurgo. Ma gli uomini non sono consci di possedere in sé una scintilla divina, perciò fu inviato sulla terra l'eone Cristo, affinché potesse svelare agli iniziati questa verità. Tuttavia l'eone Cristo non si incarnò in Gesù, ma fece in modo che gli uomini percepissero la sua illusoria realtà umana come reale (docetismo).

Lo gnosticismo contempla tre diverse categorie di uomini:

  • gli pneumatici (dal greco pneuma, spirito) o spirituali, coloro che possedendo lo spirito divino e quindi la conoscenza (o gnosi), e sono predestinati alla salvezza;
  • gli psichici (da psyché, anima), uomini dotati di anima razionale ed in grado di esercitare il libero arbitrio scegliendo tra il bene e il male;
  • gli ilici (da hyle, terra) o coici (da chous, materia), uomini materiali destinati alla dannazione.

[modifica] Gnosticismo e cristianesimo

Per approfondire, vedi la voce Gnosticismo cristiano.

In generale gli gnostici tendevano ad identificare il Dio veterotestamentario con la potenza inferiore del Demiurgo, mentre il Dio neotestamentario con l'Eone perfetto ed eterno, il generatore dell'eone Gesù. Dalla concezione docetica insita nello gnosticismo deriva poi il rifiuto della morte in croce e resurrezione del Cristo (e quindi dei corpi): Egli non sarebbe morto crocifisso, ma sarebbe ritornato direttamente al suo mondo superiore. Tutte queste convinzioni contrastavano fortemente con l'ortodossia del cattolicesimo che andava formandosi in quei primi secoli. Fu quindi inevitabile che le dottrine gnostiche, che in un primo tempo si erano diffuse anche all'interno della Chiesa, incontrassero l'opposizione delle comunità cristiane e fossero considerate come eretiche. Ciò portò il movimento gnostico ad un rapido declino, anche se alcuni aspetti dello gnosticismo (come l'aspetto ascetico) divennero parte integrante del patrimonio della Chiesa Cristiana, anche se principalmente in medioriente.

[modifica] Culto e etica

Nella pratica ogni setta predicava una propria variante al credo gnostico e quindi praticava un proprio culto. Alcune sette respingevano completamente i sacramenti, mentre altre accettavano quali strumenti di conoscenza il battesimo e l'Eucaristia, affiancandoli ad altri riti che, per mezzo di inni e formule magiche, dovevano propiziare l'ascesa al regno spirituale del principio divino imprigionato nel corpo materiale.

Da un punto di vista etico, lo gnosticismo oscillava fra il rigore e il lassismo: se, infatti, la valutazione negativa della materia e del corpo spingeva alcuni gruppi ad astenersi anche dal matrimonio e dalla procreazione, la convinzione che l'anima fosse assolutamente estranea al mondo materiale portava altre correnti a giudicare in termini relativistici ogni atto connesso con il corpo.

[modifica] Eredità dello gnosticismo

Benché la rilevanza del pensiero gnostico cominci a declinare a partire dal IV secolo, esistono tuttavia tracce della persistenza di tali concezioni nella storia del pensiero religioso e filosofico occidentale fino ai giorni nostri. Già nel medioevo, comunità come quelle dei manichei, degli albigesi, e dei bogomili, abbracciarono le concezioni dualistiche sviluppate dallo gnosticismo, così come nel caso dei mandei, una comunità religiosa tuttora attiva in Iraq e Iran, i caratteri gnostici sono molto evidenti.

Più tardi ripresero il modello gnostico l'alchimia e l'astrologia rinascimentale, scienze esoteriche che si nutrivano delle pubblicazioni di letterati come Marsilio Ficino (1433 - 1499), che nel 1463 tradusse il Corpus Hermeticum, una raccolta di scritti sapienziali di epoca ellenistica, attribuiti a Ermes Trismegisto.

[modifica] Influenze dello gnosticismo sul pensiero moderno

In epoca contemporanea, a fianco di movimenti elitari che si richiamano alle correnti gnostiche del passato, non mancano tentativi di identificare caratteri gnostici in correnti di pensiero moderne: così nel nichilismo ed esistenzialismo con la mancanza di significato dell'esistenza terrena. Occorre precisare che lo gnosticismo, come filone di pensiero, attraversa tutta la storia della filosofia e che riemerge periodicamente con movimenti di pensiero, ortodossi ed eterodoteterodossi (secondo la Chiesa ufficiale). L'Ottocento, in particolare, vede la nascita di diversi movimenti di tipo religioso o parareligioso che si richiamano dichiaramente allo gnosticismo antico. Fra essi, a puro titolo di esempio, la teosofia. La scoperta, nel 1945 dei Codici di Nag Hammadi ha dato nuova forza a molti di questi movimenti, con diversi filoni di pensiero.


[modifica] Gnosticismo e psicoanalisi

Carl Gustav Jung studiò a lungo il pensiero gnostico, affiancando ad esso le sue conoscenze di psicologia.


È possibile riscontrare tracce delle dottrine gnostiche in opere letterarie contemporanee.

[modifica] Letteratura gnostica

La conoscenza della dottrine gnostiche si è basata fino al 1945, quasi esclusivamente sulle citazioni, spesso incomplete e parziali, di scrittori cristiani come Ippolito, Ireneo, Clemente Alessandrino, Origene Adamantio, che ne scrivevano con l'intenzione di confutarle. Si trattava dunque di una conoscenza molto limitata ed incerta del pensiero gnostico originale, poiché essi tendevano a confondere le comunità da cui tale pensiero nasceva ed i loro maestri. La fondamentale scoperta dei manoscritti di Nag Hammadi ha consentito finalmente l'accesso alle fonti originali del pensiero gnostico. Esistono infine raccolte di frammenti (principalmente quelli provenienti da Ossirinco in Egitto) che contengono altri testi, che per la loro natura sono spesso incompleti. Hanno tuttavia trovato grande utilità nel raffronto con gli scritti di Nag Hammadi.

[modifica] Voci correlate

[modifica] Bibliografia

  • H. Jonas, Lo Gnosticismo, a cura di R. Farina, presentazione di M. Simonetti, SEI, Torino, 1995.
  • H.C. Puech – K. Rudolph – J. Doresse, Gnosticismo e Manicheismo, in H.C. Puech (a cura di), Storia delle Religioni, vol. VIII, Laterza, Roma – Bari, 1988.
  • H.C. Puech, Sulle tracce della Gnosi, Adelphi, Milano, 1985.
  • H.C. Puech, Sul Manicheismo e altri saggi, Einaudi, Torino, 1995.
  • K. Rudolph, La Gnosi: natura e storia di una religione tardoantica, Paideia, Brescia, 2000.
  • M. Simonetti (a cura di), Testi gnostici in lingua greca e latina, Fondazione Lorenzo Valla – A. Mondatori Editore, Milano, 1993.
  • L. Moraldi (a cura di), La Gnosi e il mondo: raccolta di testi gnostici, TEA, Milano, 1988.
  • Emanuele Samek Lodovici (1942-1981), Metamorfosi della Gnosi. Quadri della dissoluzione contemporanea, Ares, Milano 1979;
  • Ioan Petru Couliano (1950-1991), I miti dei dualismi occidentali. Dai sistemi gnostici al mondo moderno, trad. it., Jaca Book, Milano 1989;
  • Umberto Pace, La Gnosi, Marcovalerio, Torino 2002.
  • Henri-Charles Puech, En quête de la gnose
  • Jacques Lacarrière, Les gnostiques ;
  • Madeleine Scopello, Les gnostiques, Paris, Cerf, « Fides ».
  • Jean Doresse, article Le gnosticisme dans histoire des religions, folio essais
  • Mircéa Eliade, dans Histoire des religions et idées religieuses, Bibliothèque historique Payot
  • Louis Painchaud, La bibliothèque copte de Nag Hammadi, in L'étude de la religion au Québec : Bilan et prospective, sous la direction de Jean-Marc Larouche et Guy Ménard, Les Presses de l'Université Laval, 2001, en libre accès sur internet à cette adresse
  • Daniel Boyarin Border Lines The Partition of Judaeo-Christianity
  • Robert Haardt: Die Gnosis: Wesen und Zeugnisse. Otto-Müller-Verlag, Salzburg 1967.
  • Johann Ev. Hafner: Selbstdefinition des Christentums. Ein systemtheoretischer Zugang zur frühchristlichen Ausgrenzung der Gnosis, Freiburg 2003.
  • Jens Holzhausen: Gnostizismus, Gnosis, Gnostiker. Ein Beitrag zur antiken Terminologie, in: Jahrbuch für Antike und Christentum 44 (2001), S. 58-75
  • Hans Jonas: Gnosis und spätantiker Geist. Erster Teil: Die mythologische Gnosis. Göttingen 1934, 1988. ISBN 3-525-53123-0 Zweiter Teil: Von der Mythologie zur mystischen Philosophie. Göttingen 1954, 1993. ISBN 3-525-53841-3
  • Christoph Markschies: Die Gnosis. Beck'sche Reihe 2173. Beck, München 2001. ISBN 3406447732
  • Kurt Rudolph: Die Gnosis - Wesen und Geschichte einer spätantiken Religion. Leipzig 1977. (3. Aufl. Vandenhoeck & Ruprecht, Göttingen 1994) ISBN 3825215776
  • Benjamin Walker: Gnosis. Diederich's Gelbe Reihe Bd.96. Diederichs, München 1995. ISBN 3424011266.

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