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Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici - Wikipedia

Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

  • Membri UNFCCC:
  1. Afghanistan
  2. Albania
  3. Algeria
  4. Angola
  5. Antigua e Barbuda
  6. Argentina
  7. Armenia
  8. Australia
  9. Austria
  10. Azerbaijan
  11. Bahamas
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  14. Bielorussia
  15. Belgio
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  24. Burkina Faso
  25. Burundi
  26. Cambogia
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  28. Canada
  29. Capo Verde
  30. Ciad
  31. Cile
  32. Cina
  33. Colombia
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  36. Costa d'Avorio
  37. Croazia
  38. Cuba
  39. Cipro
  40. Danimarca
  41. Gibuti
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  43. Repubblica Dominicana
  44. Ecuador
  45. Egitto
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  47. Emirati Arabi Uniti
  48. Eritrea
  49. Estonia
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  51. Figi
  52. Finlandia
  53. Francia
  54. Gabon
  55. Gambia
  56. Georgia
  57. Germania
  58. Ghana
  59. Grecia
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  61. Guatemala
  62. Guinea
  63. Guinea-Bissau
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  65. Guyana
  66. Haiti
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  93. Libia
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  97. Macedonia
  98. Madagascar
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  101. Maldive
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  132. Polonia
  133. Portogallo
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  135. Repubblica Ceca
  136. Repubblica Centroafricana
  137. Repubblica del Congo
  138. Repubblica Democratica del Congo
  139. Romania
  140. Russia
  141. Rwanda
  142. Saint Kitts e Nevis
  143. Santa Lucia
  144. Saint Vincent e Grenadine
  145. Samoa
  146. San Marino
  147. São Tomé e Príncipe
  148. Arabia Saudita
  149. Senegal
  150. Serbia e Montenegro
  151. Seychelles
  152. Sierra Leone
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  157. Spagna
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  159. Sudan
  160. Suriname
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  162. Svezia
  163. Svizzera
  164. Siria
  165. Tajikistan
  166. Tanzania
  167. Thailandia
  168. Togo
  169. Tonga
  170. Trinidad e Tobago
  171. Tunisia
  172. Turchia
  173. Turkmenistan
  174. Tuvalu
  175. Ucraina
  176. Uganda
  177. Ungheria
  178. Unione Europea
  179. Regno Unito
  180. Stati Uniti d'America
  181. Uruguay
  182. Uzbekistan
  183. Vanuatu
  184. Venezuela
  185. Vietnam
  186. Yemen
  187. Zambia
  188. Zimbabwe
  • Osservatori:
  1. Andorra
  2. Brunei
  3. Città del Vaticano
  4. Iraq
  5. Somalia

La Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (in inglese United Nations Framework Convention on Climate Change da cui l'acronimo UNFCCC o FCCC) è un trattato ambientale internazionale prodotto dalla Conferenza sull'Ambiente e sullo Sviluppo delle Nazioni Unite (UNCED, United Nations Conference on Environment and Development), informalmente conosciuto come Summit della Terra, tenutosi a Rio de Janeiro nel 1992. Il trattato punta alla riduzione delle emissioni dei gas serra, sulla base dell'ipotesi di riscaldamento globale.

Il trattato, come stipulato originariamente, non poneva limiti obbligatori per le emissioni di gas serra alle nazioni individuali; era quindi legalmente non vincolante. Invece, esso includeva previsioni di aggiornamenti (denominati "protocolli") che avrebbero posto i limiti obbligatori di emissioni. Il principale di questi è il protocollo di Kyoto, che è diventato molto più noto che la stessa UNFCCC.

Il FCCC fu aperto alle ratifiche il 9 maggio 1992 ed entrò in vigore il 21 marzo 1994. Il suo obiettivo dichiarato è "raggiungere la stabilizzazione delle concentrazioni dei gas serra in atmosfera a un livello abbastanza basso per prevenire inferferenze antropogeniche dannose per il sistema climatico".

Indice

[modifica] Stati dell'Annesso I e dell'Annesso II, e Paesi in via di sviluppo

Gli stati firmatari dell'UNFCCC sono suddivisi in tre gruppi:

  • Paesi dell'Annesso I (Paesi industrializzati)
  • Paesi dell'Annesso II (Paesi industrializzati che pagano per i costi dei Paesi in via di sviluppo)
  • Paesi in via di sviluppo.

I Paesi dell'Annesso I concordano nel ridurre le loro emissioni (in particolare di diossido di carbonio) a livelli obiettivo inferiori alle loro emissioni del 1990. Se non possono farlo, devono acquistare crediti di emissione o investire nella conservazione. I Paesi in via di sviluppo non hanno restrizioni immediate rispetto all'UNFCCC, per tre motivi principali:

  • Impedire restrizioni nel livello di crescita perché l'inquinamento è fortemente correlato alla crescita industriale, e le loro economie possono potenzialmente crescere in maniera molto rapida.
  • Impedire la vendita di loro crediti di emissione alle nazioni industrializzate per permettere a quest'ultime di inquinare ulteriormente.
  • Ottenere denaro e tecnologie dai Paesi dell'Annesso II.

I Paesi in via di sviluppo possono volantariamente divenatare Paesi dell'Annesso I quando sono sufficientemente sviluppati. Sino a quel momento, non sono tenuti a implementare i loro obblighi rispetto alla Convenzione finché le nazioni industrializzate non forniscano abbastanza denaro e tecnologia, e questo ha una priorità inferiore rispetto allo sviluppo economico e sociale e alla lotta alla povertà.

Alcuni oppositori alla Convenzione credono che le differenze tra i Paesi dell'Annesso I e i Paesi in via di sviluppo non siano corrette dal punto di vista concorrenziale, e che entrambi debbano ridurre le loro emissioni. Alcune nazioni ritengono che i costi per ottenere gli obittivi espressi nella Convenzione possano stressare la loro economia. Queste sono alcune delle motivazioni date da George W. Bush, il Presidente degli Stati Uniti, per comportarsi come fece il suo predecessore e non inviare il protocollo di Kyoto firamato al Senato degli Stati Uniti.

[modifica] Paesi dell'Annesso I

Paesi dell'Annesso I (Paesi industrializzati): Australia, Austria, Bielorussia, Belgio, Bulgaria, Canada, Croazia, Danimarca, Estonia, Federazione Russa, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Islanda, Irlanda, Italia, Giappone, Lettonia, Liechtenstein, Lituania, Lussemburgo, Monaco, Norvegia, Nuova Zelanda, Olanda, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Stati Uniti d'America, Svezia, Svizzera, Turchia, Ucraina, Ungheria, Unione Europea.

[modifica] Paesi dell'Annesso II

Paesi dell'Annesso II (nazioni sviluppate che pagano per i costi dei PVS): Australia, Austria, Belgio, Canada, Danimarca, Unione Europea, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Islanda, Irlanda, Italia, Giappone, Lussemburgo, Olanda, Nuova Zelanda, Norvegia, Portogallo, Spagna, Svezia, Svizzera, Turchia, Regno Unito, Stati Uniti d'America.

[modifica] Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC)

La Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (United Nations Framework Convention on Climate Change, UNFCCC) fu aperta alle firme nella Conferenza delle Nazioni Unite sull'Ambiente e lo Sviluppo del 1992, a Rio de Janeiro. Il 12 giugno 1992, 154 nazioni avevano firmato la UNFCCC, che dopo la ratifica obbligava i governi a perseguire un "obiettivo non vincolante" per ridurre le concentrazioni atmosferiche dei gas serra con l'obiettivo di "prevenire interferenze antropogeniche pericolose con il sistema climatico terrestre". Queste azioni erano dirette principalmente ai paesi industrializzati, con l'intenzione di stabilizzare le loro emnissioni di gas serra ai livelli del 1990 entro il 2000; altre responsabilità ricadevano invece su tutte le parti della convenzione. Le nazioni firmatarie concordarono di riconoscere "responsabilità comuni ma differenziate", con maggiori responsabilità per la riduzione delle emissioni di gas serra nel breve periodo per i Paesi sviluppati, elencati nell'Annesso I dell'UNFCCC e denominati Paesi dell'Annesso I.

Secondo i termini dell'UNFCCC, avendo ricevuto le ratifiche di più di 50 Paesi, il trattato entrò in vigore il 24 marzo 1994. Da quel momento, le parti si sono incontrate annualmente nella Conferenza delle Parti (COP) per analizzare i progressi nell'affrontare il cambiamento climatico, iniziando da metà degli anni 1990, per negoziare il Protocollo di Kyoto per stabilire azioni legalmente vincolanti per i Paesi sviluppati per ridurre le loro emissioni di gas serra.

[modifica] Le Conferenze delle Parti (COP)

[modifica] COP-1, il Mandato di Berlino

La Conferenza delle Parti dell'UNFCCC si incontrò per la prima volta a Berlino (Germania nella primavera del 1995, ed espresse timori sull'adeguatezza delle azioni degli stati ad adempiere gli obblighi della Convenzione. Questi furono espressi in una dichiarazione ministeriale delle Nazioni Unite conosciuta come il "Mandato di Berlino", che stabiliva una fase di analisi e ricerca (Analytical and Assessment Phase, AAP) di due anni, per negoziare un "insieme completo di azioni" da cui gli Stati potessero scegliere quelle più adeguate per ognuno di essi, in modo che fossero le migliori dal punto di vista economico e ambientale. Il Mandato di Berlino esentò i Paesi non-Annesso I da obblighi vincolanti addizionali, in ragione del principio delle "responsabilità comuni ma differenziate" stabilito dalla UNFCCC, sebbene si ipotizzasse che le grandi nazioni di nuova indistrializzazione sarebbero diventate i più grandi emettitori di gas serra nei 15 anni a venire.

[modifica] COP-2, Ginevra, Svizzera

La Seconda Conferenza delle Parti dell'UNFCCC (COP-2) avvenne in Luglio 1996 a Ginevra (Svizzera. La sua dichiarazione ministeriale fu adottata il 18 luglio e rifletteva la posizione statunitense presentata da Timothy Wirth, all'epoca Sottosegretario agli Affari Generali per il Dipartimento di Stato americano:

  1. Accettando i rilievi scientifici sui mutamenti climatici descritti dal Pannello Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici (Intergovernmental Panel on Climate Change, IPCC) nel suo secondo rapporto (1995);
  2. Rigettando "politiche armonizzate" uniformi in favore della flessibilità;
  3. Stabilendo la necessità di "obblighi a medio termine legalmente vincolanti".

[modifica] COP-3, il Protocollo di Kyoto sul Cambiamento Climatico

Il Protocollo di Kyoto fu adottato nella COP-3, svoltasi nel dicembre 1997 a Kyoto (Giappone), dopo tese negoziazioni. Molte nazioni industrializzate e alcune economie centroeuropee in transizione (definite come Paesi dell'Annesso B) concordarono su riduzioni legalmente vincolanti delle emissioni di gas serra, in media di 6%-8% rispetto ai livelli del 1990, fra gli anni 2008 e 2012. Gli Stati Uniti avrebbero dovuto ridurre le loro emissioni totali del 7% rispetto ai loro livelli del 1990. L'Amministrazione di Clinton, nel budget del 2001 incluse i finanziamenti per l'iniziativa per le tecnologie indirizzate a fronteggiare il cambiamento climatico (Climate Change Technology Initiative, CCTI).

[modifica] COP-4, Buenos Aires

La COP-4 ebbe luogo a Buenos Aires (Argentina) nel novembre 1998. Si pensava che le problematiche rimaste irrisolte a Kyoto sarebbero state completate in questo incontro, ma la complessità e la difficoltà a raggiungere accordi si dimostrò insormontabile, per cui le parti adottarono un "Piano di azioni" biennale per avanzare le azioni e trovare meccanismi per l'implementazione del Protocollo di Kyoto, che doveva essere completato entro il 2000.

[modifica] COP-5, Bonn, Germania

La quinta Conferenza delle PArti della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici avvenen a Bonn (Germania), fra il 25 ottobre e il 4 novembre 1999. Fu principalmente una riunione tecnica, che non raggiunse conclusioni rilevanti.

[modifica] COP-6, L'aia, Olanda

Quando si riunì la COP-6, fra il 13 e il 25 novembre 2000, a The Hague (Olanda), le discussioni evolvettero rapidamente verso una negoziazione ad alto livello sui maggiori temi politici. Questi inclusero la controversia sulla proposta degli Stati Uniti di permettere di ottenere crediti dai "sink" di carbonio (boschi e terre agricole), che averebbero soddisfatto buona parte della riduzione delle emissioni statunitensi; discordie riguardo le conseguenze correlate al mancato raggiungimento degli obiettivi di riduzioni; e difficoltà nel risolvere i problemi riguardo a come i PVS potessero ottenere assistenza finanziaria per contrastare gli effetti dei mutamenti climatici e raggiungere i loro obiettivi di raccolta dei dati di emissione e di possibile riduzione delle stesse. Nelle ore finali del COP-6, nonostante alcuni accordi preliminari tra gli USA e alcuni Stati europei, in particolare il Regno Unito, l'Unione Europea, guidata da Danimarca e Germania, rifiutò le posizioni di compromesso, e le discussioni in corso collassarono. Jan Pronk, il Presidente della COP-6, sospese i lavori senza giungere ad accordi, aspettando che le negoziazioni potessero riniziare. Fu quindi annunziato che gli incontri della COP-6, con la denominazione di "COP-6 bis, sarebbero riniziati a Bonn, nella seconda metà di luglio. Il successivo incontro delle parti dell'UNFCCC - COP-7 - fu quindi fissato a Marrakech, in Marocco, in ottobre-novembre del 2001.

[modifica] COP-6 "bis," Bonn, Germania

Quando i negoziati del COP-6 ripresero a Bonn (16-27 luglio 2001), pochi progressi vennero fatti per risolvere le differenze che avevano prodotto una impasse a L'Aia. Comunque, questo incontro si svolse dopo che George W. Bush era iventato presidente degli Stati Uniti e aveva rigettato il protocollo di Kyoto a marzo. Come risultato la delegazione statunitensea questo meeting declinò la sua partecipazione ai negoziati relativi al Protocollo, e scelse di agire come osservatrice all'incontro. Mentre le altre parti negoziavano le questioni chiave, venne raggiunto l'accordo su gran parte delle principali questioni politiche, con grande sopresa della maggior parte degli osservatori, dato le scarse aspettative che precedetero l'incontro. Gli accordi comprendevano:

  1. Meccanismi: I meccanismi di "flessibilità", che gli USA avevano fortemente sostenuto quando il protogollo venne inizialmente stilato, comprendenti il commercio di emissioni; l'implementazione congiunta; e il Clean Development Mechanism (CDM), che fornisce sovvenzioni dalle nazioni sviluppate per le attività di riduzione delle emissioni nei paesi in via di sviluppo, con un credito per le nazioni donatrici. Uno degli elementi chiave di questo accordo fu che non ci sarebbero stati limiti quantitativi al credito che una nazione poteva rivendicare per l'uso di questi meccanismi, ma che l'azione interna doveva costituire un elemento significativo degli sforzi di ogni nazione dell'Annesso II per andare incontro ai propri obiettivi.
  2. Abbattimento del carbonio: Venne concordato un credito per le numerose attività che assorbono carbonio dall'atmosfera o lo immagazzinano, comprendente la gestione di foreste e terreni coltivabili e la rivegetazione, senza un tetto complssivo sull'ammontare di credito che una nazione poteva pretendere per le attività di abbattimento. nel caso della gestione forestale, un'appendice Z stabiliva tetti specifici per ogni nazione, per ogni paese dell'Annesso I, ad esempio, unn tetto di 13 milioni di tonnellate poteva essere accreditato al Giappone (il che rappresenta circa il 4% delle sue emissioni annue). Per la gestione delle terre coltivabili, le nazioni potevano ricevere crediti solo per miglioramenti rispeto ai livelli del 1990.
  3. Conformità: l'azione finale sulle procedure di conformità e i meccanismi rigiardanti la non-conformità a quanto previsto dal protocollo vennero rinviati al COP-7, ma inclusero un ampio abbozzo delle conseguenze per il mancato rispetto degli obiettivi sulle emissioni che avrebbero incluso un requisito di ricompensa delle insufficienze di 1,3 tonnellate a 1, la sospensione del diritto di vendere crediti per un surplus nella riduzione di emissioni e richiedevano pianzo d'azione per la conformità a quanti non raggiungevano i loro obiettivi.
  4. Finanziamento: ­Tre nuovi fondi vennero concordati per fornire assistenza per i bisogni associati ai cambiamenti climatici; un fondo per le nazioni meno sviluppate, in supporto ai Programmi d'Azione di Adeguanemto nazionale; e un fondo di adeguamento al Protocollo di Kyoto, sostenuto da una imposta sul CDM e da contributi colontari.

Una serie di dettagli operativi riguardanti queste decisioni rimase da negoziare e concordare, e furono l'oggetto principale dell'incontro COP-7 che seguì a questo.

[modifica] COP-7, Marrakesh, Marocco

All'incontro del COP-7 di Marrakesh (Marocco) del 29 ottobre-10 novembre 2001, i negoziatori in effetti completarono il lavoro del Piano d'Azione di Buenos Aires, finalizzando gran parte dei dettagli operativi e creando le condizioni per cui le nazioni ratificassero il protocollo. La delegazione statunitense continuò ad agire come osservatrice, declinando la partecipazione a negoziati attivi. Altre parti continuarono ad esprimere la speranza che gli USA rientrassero nel processo ad un certo punto, ma indicarono la loro intenzione di cercare la ratifica da parte del numero richiesto di nazioni per far entrare in vigore il protocollo (55 nazioni, rappresentanti il 55% delle delle emissioni di anidride carbonica dei paesi sviluppati nel 1990). Venne proposta una data per l'entrata in vigore del protocollo: l'agosto/settembre 2002, in coincidenza con il Summit mondiale sullo sviluppo sostenibile (WSSD) da tenersi a Johannesburg (Sudafrica).

Le principali decisioni del COP-7 comprendevano:

  • Regole operative per il commercio internazionale delle emissioni tra le parti del protocollo, per il CDM e per l'implementazione congiunta;
  • Un regime di conformità che delinei le conseguenze del mancato rispetto degli obiettivi, ma demandi alle parti del protocollo, una volta entrato in vigore, di decidere se queste conseguenze sono vincolanti dal punto di vista legale;
  • Procedure di contabilizzazione per i meccanismi di flessibilità;
  • Una decisione per considerare al COP-8 come ottenere una revisione dell'adeguatezza degli impegni che possa spingere verso una discussione sugli impegni dei futuri paesi in via di sviluppo.

[modifica] COP-8, Nuova Delhi, India

23 ottobre - 1 novembre 2002

[modifica] COP-9, Milano, Italia

Fra il 1 dicembre e il 12 2003. La Conferenza ha stabilito interessanti novità legate in particolar modo ai progetti di riduzione delle emissioni legate alle attività di Afforestazione/Riforestazione (A/R projects).

[modifica] COP-10, Buenos Aires, Argentina

Fra il 6 dicembre e il 17 2004.

[modifica] COP-11, Montreal, Canada

La conferenza di Montreal, COP-11, si è tenuta a Montreal (Canada), fra il 28 novembre e il 9 dicembre 2005, in concomitanza con la prima riunione delle parti (MOP)del Protocollo di Kyoto.

[modifica] COP-12, Nairobi, Kenia

Dal 6 al 17 Novembre 2006, si è tenuta la COP 12 - MOP 2 di Nairobi, in Kenya. La Conferenza è stata incentrata sul maggiore coinvolgimento degli stati africani nei progetti di Clean Development Mechanism (CDM) e sulla possibilità di rendere eleggibili come progetti CDM i progetti di stoccaggio e sequestrazione della CO2 (CCS- Carbon Capture and Storage). La Conferenza è stata un passo in avanti anche verso la definizione di nuovi obiettivi di riduzione per il periodo post-2012. Tuttavia le parti coinvolte non hanno stabilito obiettivi di riduzione specifici per il periodo 2013-2018, come da alcuni auspicato.

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