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Carlo Magno - Wikipedia

Carlo Magno

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Carlo Magno in una vecchia stampa
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Carlo Magno in una vecchia stampa

Carlo detto Magno ("grande") (2 aprile 742 o 747 - 28 gennaio 814), o Carlomagno (in tedesco: Karl der Große, in francese Charlemagne, in Latino: Carolus Magnus), fu re dei Franchi e dei Longobardi e Imperatore del Sacro Romano Impero.

Indice

[modifica] Biografia

Statua di Carlo Magno davanti al museo storico di Francoforte
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Statua di Carlo Magno davanti al museo storico di Francoforte

Carlo nacque il 2 aprile 742 o 747, come primogenito di Pipino il Breve (714 - 768), primo dei re Carolingi. Alla morte di Pipino il regno fu diviso tra Carlo e suo fratello Carlomanno. Quando questi morì nel 771, all'età di soli 22 anni, a Carlo restò il regno unificato dei Franchi. La morte di Carlomanno suscita ancor oggi diversi interrogativi negli eventi storici. Alcuni ritengono che il giovane re Carlo, assetato di potere, abbia ucciso il fratello ed in seguito abbia fatto rinchiudere od uccidere anche i figli di Carlomanno, legittimi eredi di del padre, allo scopo di ascendere al trono di quest'ultimo egli stesso.

[modifica] Biografia

Carlo estese via via i suoi domini con numerose campagne belliche di conquista: nel 774 conquistò il regno Longobardo in Italia e divenne re anche di questo popolo, inoltre conquistò la Sassonia (che cristianizzò forzatamente in esito ad una sorta di guerra santa) e riprese agli arabi parte della Spagna. La campagna spagnola fu tutt'altro che trionfale, e non fu priva di momenti dolorosi e gravi sconfitte, come la morte di uno dei due figli gemelli nell'accampamento reale nei pressi di Saragozza, e la battaglia di Roncisvalle, dove i Franchi subirono una feroce imboscata da parte delle popolazioni basche. Sono da registrare, inoltre, le campagne contro gli Avari, popolazioni di stirpe Mongola insediate nei pressi dell'attuale Ungheria.

Alla fine delle campagne militari di Carlo Magno, il suo regno comprendeva una vasta parte dell'Europa occidentale.

La notte di Natale dell'800 il papa Leone III lo incoronò imperatore. È quindi considerato il primo imperatore del Sacro Romano Impero anche se questa denominazione entrò in uso solo in seguito.

Morì il 28 gennaio 814 e fu inumato nella "sua" Cattedrale di Aquisgrana (Aachen). Successore fu l'unico dei suoi figli che gli sopravvisse, Ludovico I il Pio. Dopo di questi il regno fu suddiviso fra i tre figli sopravvissuti, secondo la tradizione franca. Questi tre regni sono considerati l'embrione della Francia e del Sacro Romano Impero.

[modifica] Incoronazione imperiale

Carlo Magno incoronato imperatore da Leone III
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Carlo Magno incoronato imperatore da Leone III

Nella messa di Natale del 25 dicembre 800 in Roma, il Papa Leone III incoronò Carlo imperatore, titolo mai più usato in Occidente dalla abdicazione di Romolo Augusto nel 476.

Esistono alcune fonti che parlano di questa incoronazione. In questo caso ne citiamo due: gli Annales e la Vita Karoli. La prima dice che Carlo venne incoronato imperatore seguendo il rituale degli antichi imperatori romani, gli venne revocato il titolo di patrizio ed acquisì il titolo di Augusto. La seconda dice che se quella sera Carlo avesse saputo delle intenzioni del papa, anche se era una festività importante, non sarebbe entrato in chiesa. Quindi, secondo questo documento, Carlo venne incoronato imperatore contro la sua volontà.

La "Vita Karoli" racconta di come Carlo non intendesse assumere il titolo di Imperatore dei Romani per non entrare in contrasto con l'Impero Romano d'Oriente, il cui sovrano deteneva dall'epoca di Romolo Augostolo il legittimo titolo di Imperatore dei Romani: quando Odoacre aveva deposto l'ultimo Imperatore d'Occidente le insegne imperiali erano state rimesse a Bisanzio, sancendo in tal modo la fine dell'Impero d'Occidente. Dunque, per nessun motivo i Bizantini avrebbero riconosciuto ad un sovrano franco il titolo di Imperatore. Carlo aveva già abbastanza nemici (Sassoni e Arabi, per esempio) per mettersi in urto con il potente Impero Bizantino.

Dopo il "colpo di mano" di Leone III, Carlo riuscì ad ogni modo a mitigare le ire orientali, con l'invio di grandi ambascerie e un'estrema cordialità nelle missive. I Bizantini non riconobbero mai veramente il titolo imperiale d'Oriente, ma del resto non avevano alcuna reale possibilità d'intervento.

Occorre tuttavia ricordare come l'incoronazione a imperatore fosse per più d'un verso riconducibile alla volontà franca (già espressa all'epoca di Pipino) di riconoscere reale la falsa "donazione di Costantino". In tale ottica, l'incoronazione del re franco a Imperatore sarebbe stato il corrispettivo per la legittimazione del potere temporale della Chiesa. Secondo alcuni storici, in effetti Carlo voleva il titolo imperiale, ma avrebbe preferito auto-incoronarsi, perché l'incoronazione da parte del papa rappresentava simbolicamente la subordinazione del potere imperiale a quello spirituale.

[modifica] Rinascimento carolingio

Firma di Carlo Magno
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Firma di Carlo Magno

Al regno di Carlo Magno ci si riferisce spesso come al Rinascimento carolingio a causa del fiorire di scuola, letteratura, arte ed architettura. Molti dei classici latini sopravvissuti furono copiati e preservati dagli studiosi carolingi. Fu introdotto in questo periodo un nuovo tipo di carattere, la carolina, che, per la semplicità, permise una semplificazione del lavoro di copiatura e di lettura. Proprio a causa della propria linearità, la minuscola carolina fu adottata secoli dopo come carattere di stampa.

Ciò fu favorito anche dalla costruzione della reggia reale di Aquisgrana. La dimora del re franco era, infatti, un luogo di ritrovo per diverse personalità di spicco del mondo religioso ed intellettuale dell'epoca. In questo periodo ci fu anche la nascita della scuola moderna, anche se, comunque, essa era un'istituzione di stampo religioso e non statale.

Nonostante ciò, Carlo, la cui lingua madre era una varietà di tedesco altomedioevale, rimase analfabeta per la maggior parte della sua vita ed imparò a leggere e scrivere solo verso la fine dei suoi anni. Probabilmente soffriva di dislessia, lo si deduce dal fatto che amava profondamente la cultura ed era continuamente contornato dalle menti illuminate dell'epoca e, nonostante questo, non riusciva nemmeno comporre la sua firma. Fece forgiare un normografo d'oro che gli permise di apporre il suo nome autografo sui documenti reali.

La natura pan-europea degli indirizzi di Carlo si evince dalle origini di molti degli uomini di cultura che furono alla sua corte: Alcuino ed Eginardo, anglosassoni; Teodulfo, visigoto; Paolo Diacono, longobardo; Angilberto, franco.

Carlo Magno godette di un importante seguito nella cultura europea. Uno dei grandi cicli letterari medioevali, il Ciclo di Carlo Magno, è incentrato sulle imprese di Rolando (od Orlando), storico condottiero di Carlo sul confine bretone.

Lo stesso Carlo fu canonizzato e dichiarato santo nel Sacro Romano Impero nel 1165. Egli fu inoltre preso a modello di cavaliere come uno dei Nove Eroi.

[modifica] L'organizzazione dell'Impero

Dopo essersi garantito la sicurezza dei confini, Carlo procedette alla riorganizzazione dell'impero.

Il governo centrale era costituito dal palatium, il palazzo imperiale; tale palazzo però non si identificava, all'epoca di Carlo, in una residenza stabile, ma nella corte itinerante che seguiva il sovrano nei suoi spostamenti, composta per lo più di chierici e cavalieri. Due erano gli organi preminenti del palatium: la cancelleria e il tribunale palatino.

La cancelleria, retta da un chierico, si occupava della compilazione degli editti e delle leggi, della conservazione degli archivi di stato e degli affari ecclesiastici; il tribunale palatino, retto da un conte palatino, amministrava la giustizia in assenza dell'imperatore.

L'impero carolingio era suddiviso in distretti governati da un conte (dal latino comes, compagno), le cui funzioni principali erano l'amministrazione della giustiza e la convocazione dell'esercito. I conti erano generalmente assistiti da personale ecclesiastico: visconti e scabini, gli esperti di diritto che lo assistevano nei processi. Per necessità di difesa, nelle zone di confine le contee furono concentrate in entità più estese, le marche; rette da un marchese, erano concepite per approntare una difesa autonoma dagli attacchi esterni. L'efficacia delle marche nel loro compito è testimoniata dalla storia della Marca Hispanica, una regione nel nord della penisola iberica, con capitale Barcellona, che resistette tenacemente agli attacchi arabi.

Benchè conti e marchesi fossero forniti di vasta autonomia, erano pur sempre soggetti ai controlli dei missi dominici, gli inviati del signore; generalmente nominati in coppia, un laico e un ecclesiastico, verificavano l'operato dei funzionari locali e riferivano direttamente all'imperatore.

[modifica] Monetazione

Proseguendo le riforme iniziate dal padre, Carlo - una volta sconfitti i Longobardi - liquidò il sistema monetario basato sul solido d'oro dei romani. Egli ed il re Offa di Mercia ripresero il sistema creato da Pipino e da Aethelberto II; Carlo (tra il 781 e il 794) estese nei suoi vasti domini un sistema monetario basato sul monometallismo argenteo: unica moneta coniata era il "denaro". Non essendo prevista la coniazione di multipli, l'uso portò all'affermazione di due unità di conto: la libbra (pound, unità monetaria e ponderale allo stesso tempo) che valeva 20 solidi (come fu successivamente per lo scellino) o 240 denari (come per il penny). Durante questo periodo la libbra ed il sol furono esclusivamente unità di conto, mentre solo il denier fu moneta reale, quindi coniata.

Carlo applicò il nuovo sistema nella maggior parte dell'Europa continentale e lo standard di Offa fu volontariamente adottato, dai Regni di Mercia e Kent, in quasi tutta l'Inghilterra.

Per oltre cento anni il denaro mantenne inalterato peso e lega. I primi slittamenti iniziarono nel X secolo. I primi Ottoni (961-973 e 973-983) misero ordine nel sistema consacrando lo slittamento del denaro in termini di peso e di fino: una "lira" (ossia 240 denari) passò da g 410 a g 330 di una lega argentea peggiore (da g 390 di argento fino a g 275).

[modifica] "Padre" della futura Europa unita

Carlo Magno e il Papa Adriano I
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Carlo Magno e il Papa Adriano I

I maggiori unificatori dell'Europa - da Federico Barbarossa a Luigi XIV, da Napoleone a Jean Monnet - ma anche moderni statisti come Helmut Kohl e Gerhard Schröder hanno tutti menzionato Carlo Magno indicandolo come padre della futura Europa unita.

[modifica] Mogli

Carlo ebbe probabilmente sei mogli (o forse otto come sostengono alcuni storici). Tuttavia, neppure Eginardo, biografo ufficiale e consigliere del sovrano, poté ricordare il nome di tutte al momento della redazione della sua opera.

  1. Imiltrude
  2. Desiderata conosciuta come Ermengarda (ripudiata nel 771)
  3. Ildegarda (morta nel 783)
  4. Fastrada (sposata nel 784 e morta nel 794, da cui ebbe i figli maschi)
  5. Liutgarda (sposata nel 794 e morta nel 799)

[modifica] Figlie

È difficile comprendere l'atteggiamento di Carlo verso le figlie. Nessuna di esse contrasse infatti un matrimonio regolare. Questo può essere stato un tentativo di controllare il numero delle potenziali alleanze.

Ad ogni modo pare che Rotruda ebbe una relazione con Rorgone, Conte del Maine, dalla quale nacque un figlio cui venne dato il nome di Ludovico e che diventerà abate di Saint Denis e Bertha (o Bertrada) ebbe una relazione ufficialmente riconosciuta, se non un matrimonio, con il poeta Angilberto, membro della corte di Carlo e abate di Saint Riquier, dalla quale nacquero diversi figli, tra cui lo storico Nitardo.

Dopo la sua morte le figlie superstiti vennero allontanate da corte da Ludovico il Pio ed entrarono o furono costrette a entrare in monastero.

[modifica] Carlo Magno santo

Nel 1165 Carlo Magno viene santificato dall'antipapa Pasquale III su ordine di Federico Barbarossa. Ci fu imbarazzo per questa santificazione in ambito cattolico a causa della vita privata non irreprensibile dell'imperatore . Ora il culto viene celebrato nella diocesi di Aquisgrana e ne viene tollerata la celebrazione nei Grigioni [1]

[modifica] Voci correlate

[modifica] Altri progetti

[modifica] Fonti e note

  1. Bibliotheca Sanctorum, Vol. III
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