Al-Husayn ibn Ali
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Al-Husayn ibn ˁAlī ibn Abī Tālib (Medina, 626 d.C. - Karbalā' 680 d.C.) fu il secondo figlio di ˁAlī ibn Abī Tālib e della figlia del profeta Muhammad, Fātima bint Muhammad, nonché terzo Imām dello Sciismo.
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[modifica] Biografia
Al-Husayn ibn ˁAlī nacque, come il fratello al-Hasan ibn ˁAlī ibn Abī Tālib a Medina, ai primi di shaˁban dell'anno 4 dell'Egira, equivalente al gennaio del 626 d.C.
Amatissimo, al pari del fratello maggiore, da Muhammad (tanto da farli definire da lui sayyid shabāb al-Janna (i signori dei giovani del paradiso), al-Husayn non ebbe l'età per ricordare più di tanto il nonno, morto nel 632 d.C.
Troppo piccolo per avere un qualche ruolo di rilevo nel corso del califfato "ortodosso" dei tre primi Califfi e in quello di suo padre ˁAlī ibn Abī Tālib e dell'imamato del fratello maggiore al-Hasan ibn ˁAlī ibn Abī Tālib, al-Husayn si trovò alla morte di al-Hasan a guidare l'ormai abbastanza ampio gruppo familiare che poteva vantare vincoli parentali più stretti col profeta Muhammad, la cosiddetta Ahl al-Bayt, facendosi a lungo il campione dell'attendismo politico e respingendo, in attesa di tempi migliori, quell'insurrezione che avrebbe dovuto affermare l'eccellenza, anche politica, della discendenza del quarto califfo, cugino e genero.
In questo periodo sposò Shahr Banû (farsi: شهر بانو [Šahr bānū], "Signora della città"), una delle figlie dell'ultimo Shāhanshāh persiano sasanide, Yazdgard III.
Fu alla morte di Muˁāwiya ibn Abī Sufyān nel 680 e alla sua disposizione successoria in favore del figlio Yazīd che giunse il momento favorevole perché al-Husayn potesse rivendicare i propri "diritti".
Con lui si ribellarono a una designazione che non aveva precedenti e che era stata mossa da un puro intento familiare e dinastico (cui s'era a suo tempo opposto lo stesso "fratello" di Muˁāwiya, Ziyād b. Abīhī) sia ˁAbd Allāh b. al-Zubayr e ˁAbd Allāh b. ˁUmar b. al-Khaṭṭāb, sia ˁAbd al-Raḥmān b. Abī Bakr al-Ṣiddīq e ˁAbd Allāh b. ˁAbbās b. ˁAbd al-Muṭṭalib: due figli di passati califfi (come al-Husayn) e due figli di Ṣaḥāba, uno dei quali cugino primo del profeta Muhammad[1].
Il loro rifiuto di ottemperare alla richiesta-ingiunzione del wālī di Medina, al-Walīd b. ˁUtba (zio di Yazīd) provocò quella che di fatto era la seconda guerra civile nella Umma creata appena 80 anni prima da Muhammad con l'Egira a Yathrib/Medina (senza contare lo scontro fra ˁAlī ibn Abī Tālib contro al-Zubayr b. al-ˁAyyām e Ṭalḥa b. ˁUbayd Allāh), con il loro clamoroso spogliarsi dei mantelli, dei turbanti e dei sandali nella moschea di Medina, proprio lì dove era vissuto il Profeta e dove vi era stato sepolto , con ai lati del luogo dell'inumazione i suoi due primi califfi.
Esortato da una parte della popolazione di Kūfa a venire nella città che era stata la capitale di suo padre e in cui aveva trovato violentemente la morte, al-Husayn spedì il 9 luglio 680 in avanscoperta suo cugino Muslim b. ˁAqīl, figlio d'un fratello di ˁAlī ibn Abī Tālib che non s'era mai convertito all'Islam e che l'aveva anzi apertamente combattuto a Ṣiffīn.
A dispetto delle promesse fatte, la pavidità degli alidi locali e l'efficienza dell'apparato poliziesco di ˁUbayd Allāh b. Ziyād fecero fallire l'impresa di Muslim. Identificato, egli morì nel mese di settembre nella moschea in cui suo zio era stato pugnalato nel 661, dopo esservisi inutilmente asserragliato con i pochi seguaci kufioti che era riuscito a fatica a reclutare.
Il fallimento fece esitare al-Husayn ma a convincerlo a passare comunque all'azione furono le insistenze querule dei parenti di Muslim che ne chiedevano a gran voce la vendetta, incuranti dell'inanità dell'opposizione agli Omayyadi e mossi quasi solo dal sentimento preislamico alla vendetta. Fu così che il nipote del Profeta si mise in marcia per giungere a Kūfa e sostenere con la sua viva presenza la sua causa e quella dell' Ahl al-Bayt.
(per i successivi avvenimenti si veda Battaglia di Karbalā')
[modifica] Note
- ↑ Ṭabarī, Ta'rīkh al-rusul wa-l-mulūk, sub anno 56
[modifica] Bibliografia
- Leone Caetani, Annali dell'Islam, Milano-Roma, Hoepli, Fondazione Caetani della Reale Accademia dei Lincei, 1905-26, 10 voll.
- Hicham Djaït, La Grande Discorde, Parigi, Gallimard, 1989.
- Gerald R. Hawting, The First Dynasty of Islam, Londra, Routledge, 2000.
- Hugh Kennedy, The Prophet and the Age of the Caliphates, Londra-New York, Longman, 1986.
- Claudio Lo Jacono, Storia del mondo islamico (VII-XVI secolo) - Il Vicino Oriente, Torino, Einaudi, 2003
- Muḥammad ibn Jarīr al-Ṭabarī, Ta'rīkh al-rusul wa-l-mulūk (Storia dei profeti e dei re), a cura di Muḥammad Abū Faḍl Ibrāhīm, Il Cairo, Dār al-Maˁārif 1960-9, 10 voll.
[modifica] Voci correlate
- Muˁāwiya b. Abī Sufyān
- Yazīd b. Muˁāwiya
- Muslim b. ˁAqīl
- Battaglia di Karbalā'
- Storia dell'Islam
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