Battaglia di Siffin
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Battaglia di Siffīn ( Yawm Siffīn ) | |||||||
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Parte della prima guerra civile islamica | |||||||
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Schieramenti | |||||||
Truppe del Califfo ʿAlī ibn Abī Tālib |
Truppe del wālī siriano Muʿāwiya ibn Abī Sufyān |
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Comandanti | |||||||
ʿAlī ibn Abī Tālib | Muʿāwiya ibn Abī Sufyān | ||||||
Effettivi | |||||||
130.000 uomini (cronache islamiche) |
100.000 uomini (cronache islamiche) |
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Perdite | |||||||
45.000 (cronache islamiche) |
25.000 (cronache islamiche) |
Fitna islamica: 656-750 |
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Battaglia del Cammello – Siffīn – Nahrawān – Kerbelā’ – seconda Harra – Marj Rahīt – ‘Ayn Warda – Kūfa – fiume Khazīr – Harūrā’ – Dayr al-Jāthalīq – Mecca – Mushaqqar – Dujayl – Dayr al-Jamājīm |
La Battaglia di Siffin ebbe luogo nel 657/37 dell'egira in una località sull'Eufrate, sulla riva destra del fiume, vicino Raqqa, dove esisteva un villaggio bizantino diroccato. Antagonisti furono il quarto califfo ʿAlī ibn Abī Tālib e il governatore (wālī) di Siria Muʿāwiya ibn Abī Sufyān.
Quest'ultimo reclamava giustizia per l'assassinio del suo parente ʿUthmān ibn ʿAffān che era stato in precedenza califfo ma è probabile che intendesse resistere alla deposizione disposta da 'Ali ai suoi danni.
La battaglia scoppiò dopo un lungo studio reciproco da parte dei due eserciti e si sviluppò in un primo momento a favore del governatore. L'efficace replica del califfo portò Muʿàwiya a richiedere un accordo arbitrale che aveva inizialmente rifiutato.
Sembra che per conseguire ciò il suo consigliere ʿAmr ibn al-ʿĀs, conquistatore dell'Egitto e suo primo governatore (peraltro deposto dallo stesso ʿUthmàn) abbia suggerito a Muʿàwiya di far innalzare 500 copie del Corano sulla punte delle lance dei suoi guerrieri.
La tradizione, decisamente affascinante, è quanto mai irrealistica. Innanzi tutto per l'impossibilità di avere con sé tante copie del Corano, da poco fissato per iscritto da ʿUthmàn, per il diffusissimo analfabetismo delle truppe, formate per lo più da beduini, e per l'implausibilità che i soldati combattenti abbiano la capacità di mettersi a leggere un arabo scritto con caratteri assai piccoli e, in ogni caso, superando lo stress emotivo provocato dall'afflusso adrenalinico.
Sia come sia, il combattimento si arrestò e, dopo una serie di discussioni che portarono tra l'altro alla fuoriuscita dai ranghi alidi di un gruppo di fedeli che costituiranno il Kharigismo, fu deciso che si sarebbe tenuto un arbitrato nella località transgiordanica di Adhrūh e che come arbitri agisse Abū Mūsà al-Ashʿarī, per conto del califfo, e ʿAmr ibn al-ʿĀs per contro del governatore. Dubbio che si sia mai tenuto un successivo arbitrato a Dumat al-Jandal, al confine siro-arabico.
Dal momento che le cifre dei combattenti sono del tutto irrealistiche, secondo la diffusa generale mancanza di plausibilità dei dati cronachistici di parte dell'epoca, anche le cifre dei caduti sono logicamente completamente inaffidabili.
Tra i caduti alidi figura ʿAmmār ibn Yāsir, uno dei più antichi convertiti musulmani.
[modifica] Voci correlate
- Siffin
- Califfo
- ʿUthmān ibn ʿAffān
- ʿAlī ibn Abī Tālib
- Muʿāwiya ibn Abī Sufyān
- Kharigismo
- Adhrūh
- Dūmat al-Jandal
- ʿAmr ibn al-ʿĀs
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