Islam in Africa
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L'islam in Africa fin dal suo apparire come religione, ha conquistato un gran numero di proseliti, e dalle statistiche continua ancor oggi ad essere tra le religioni più professate nel continente. Mentre quello ortodosso della tradizione e del Corano viene praticato prevalentemente nei grandi centri di insegnamento religioso, nell'Africa a sud del Sahara esso si è mescolato ad elementi delle religioni naturistiche.
Eppure l'islam, con il suo rigoroso monoteismo, può apparire il polo opposto alle religioni animistiche di natura largamente politeista. Esso però appare agli africani come una religione assai meno estranea, in quanto propagatasi nel continente già dal VII secolo ed in grado di convertire anche i cristiani ed i pagani sui territori conquistati. A tale conversione non contribuì il principio del "fuoco e spada" anche perché coloro che pagavano le tasse erano i non musulmani, quindi non v'era nessun interesse a fare nuovi proseliti.
Gli elementi che attirarono ed ancor oggi attirano gli africani verso l'islam più che verso il cristianesimo sono innanzitutto di natura teologica: la dottrina islamica è semplice e fondata su un duplice assioma "testimonio che non vi è altro Dio all'infuori di Allah e che Maometto è il suo profeta", che è quanto basta per diventare musulmano. Non è inoltre richiesta una conversione o una rinuncia interiore alle precedenti convinzioni religiose, o un atto liturgico come il battesimo.
L'islam peraltro riesce a "salvare" il suo monoteismo sottomettendo tutte le credenze animistiche al volere ed all'attività di Allah, fatte salve le cinque colonne dell'islam (fede, preghiera, elemosine, digiuno e pellegrinaggi), chi proviene dalle religioni animistiche può continuare ad osservare le proprie originiarie usanze.
Vi sono infine elementi sociali non indifferenti, fra cui la poligamia che per le popolazioni africane è spesso la norma e soprattutto una necessità economica, ma che contrasta inconciliabilmente con la dottrina cristiana. Altri elementi sono il saldo legame di fratellanza legato ad un profondo sentimento comunitario, e l'indifferenza verso i problemi razziali, per cui vengono di norma tollerati matrimoni misti senza discriminazione. Si aggiunga infine che il cristianesimo, come sottolinea Ernst Dammann, è solitamente portato da "bianchi", mentre il musulmano è in genere anch'esso africano o asiatico.
Se negli anni 1960 erano di importanza secondaria gli elementi politici, oggi tali aspetti vanno assumendo importanza sempre maggiore, non sempre però si annette valore alla religione di per sé, ma la si considera un mezzo efficace per omogeneizzare organismi statali di recente creazione, non di radoformati da molte diverse etnie, spesso a causa di precedenti errori del colonialismo.
[modifica] Storia dell'islam in Africa
A rafforzare e diffondere la religione musulmana contribuirono in grande misura le confraternite sorte nel XII secolo con l'intento di diffondere ma anche di difendere le pratiche sufi. Diversi feki musulmani si stabilirono in paesi di religione pagana assieme a loro fedeli, riunendo con il tempo una comunità religiosa, oltre a loro anche gli sceicchi esercitarono grande influsso irradiatosi anche alla politica, quali capi di confraternite.
Queste ultime risentirono comunque del ristagno che nel XVII e XVIII secolo colpì l'islam. In seguito al movimento wahabita dei primi anni del XIX secolo ed alla creazione di nuove confraternite, tra cui la qadiriyya, le comunità già esistenti di destarono e con una attiva propaganda fecero nuove schiere di proseliti. L'islam raggiunse infatti il massimo della sua espansione nel periodo del colonialismo, quando venne abolita la tratta degli schiavi che era motivo di inimicizia tra gli arabi (da cui provenivano la quasi totalità dei mercanti di schiavi) e gli africani.
[modifica] Le comunità islamiche oggi
La gran parte degli africani appartengono alla setta sunnita, fra gli indiani dell'Africa orientale è invece diffusa quella sciita, il cui ramo maggiormente conosciuto per la spinta modernista è la Shia ismailiyya che negli anni 1960 ottenne buoni risultati in campo sociale e dell'istruzione.
La setta eretica degli ahmadiyya riveste un ruolo notevole pur avendo un basso numero di adepti, grazie alla proficua attività letteraria quale la traduzione del Corano negli idiomi locali. Il loro triplice scopo si propone la riforma e purificazione dell'Islam, la sua modernizzazione, la vittoria sul cristianesimo. L'abilità ahmadiyya nella traduzione e nel commento del Corano sta nella capacità di presentare il libro sacro in modo che non sia in contrasto con la vita moderna, e questo attira gli africani. Grazie a queste traduzioni il patrimonio intellettuale islamico si diffonde in vasti strati della popolazione altrimenti irraggiungibili dall'islam ortodosso. La ahmadiyya ha infine accolto elementi cristiani quale la propaganda missionaria.
L'islam occupa un posto preminente nel mondo africano, anche a sud del Sahara, anche per la sua capacità di creare un clima religioso tale da indurre facilmente la conversione. Inoltre tale religione non è solo un fenomeno religioso ma anche culturale, perché schiude le porte alla ricca cultura arabo-musulmana.
Inoltre, in un'epoca in cui i legami tra gli individue i le grandi famiglie sono sempre più allentati, l'islam svolge una funzione sociale non indifferente, trovando il musulmano facilmente appoggio ed assistenza da parte dei suoi correligionari poiché in tale religione è anche praticamente assente la distinzione in classi sociali.
Infine va ricordato il ruolo politico di tale religione, anche se divergenti ottiche fanno si che stati musulmani siano in contrasto tra loro, al di là di questo, in stati a forte presenza musulmana, solo a fatica si costituiscono organismi statali laici a carattere antireligioso.
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