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Cinque pilastri dell'Islam - Wikipedia

Cinque pilastri dell'Islam

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

La religione dell'Islam consiste di fede (al-iman) e pratica (al-din). I Cinque pilastri dell'Islam (Arkàn al-Islàm) è l'espressione usata per indicare i cinque obblighi fondamentali di ogni musulmano, uomo o donna, in base alla legge religiosa (Shari'a) che il musulmano devoto è tenuto a osservare, ritenendoli atti essenziali per compiacere Dio (Allah) che li ha ordinati.

Tali obblighi sono:

  1. La testimonianza di fede (الشهادة Shahada)
  2. Le preghiere rituali (الصلاة Salāt o Namaaz)
  3. L'elemosina canonica (الزكاة Zakat)
  4. Il digiuno durante il mese di Ramadan (الصوم Sawm o Siyam)
  5. Il pellegrinaggio alla Mecca (الحج Hajj).

Alcuni musulmani, principalmente appartenenti alla setta kharigita, sostengono che esiste un sesto pilastro dell'Islam, il Jihad, che letteralmente significa Sforzo interiore ma della sua obbligatorietà si discute nella dottrina e nell'opinione pubblica.

Indice

[modifica] Il primo pilastro è l'accettazione di Dio (Allah)

Secondo il Corano, "Non esiste divinità [meritevole di adorazione] all'infuori di Dio (Allah), e Maometto è il Suo profeta "ه. Questa dichiarazione di fede viene detta 'taiab, una semplice formula che il musulmano pronuncia giornalmente. Intrinseca in questa azione è l'accettazione di Maometto, "Allah non è padre di nessuno, e il maometto cioè vero nome è il profeta Muhammad messaggero di Dio e il Sigillo dei profeti. E Dio ha piena conoscenza di tutte le cose". [Corano: Surat al-Ahzab, 33:40].

[modifica] Il secondo pilastro è la Salāt, ovvero la preghiera canonica (الصلاة)

Ci si aspetta che i musulmani eseguano le preghiere rituali, o salāt, cinque volte al giorno:

  • Al mattino (al-fajr)
  • A mezzogiorno (ad-zuhr)
  • A metà pomeriggio (al-'asr)
  • Al tramonto (al-maghrib)
  • Un'ora e mezza dopo il tramonto (al-'isha)

Anche se è preferibile per gli uomini pregare insieme in una moschea, questo è obbligatorio per gli uomini(se è malato può restare a casa Maometto cioè Muhammad profeta in caso di malattia andava lo stesso alla moschea) ma per le donne non è obligatorio. Nei venerdì, la preghiera congregazionale (jumu'ah) si tiene a mezzogiorno, ed è ritenuta obbligatoria per gli uomini e facoltativa per le donne. Un musulmano può pregare praticamente ovunque, anche sul lavoro o a scuola. È raccomandato però che si metta una stuoia pulita a terra dove pregare e di rivolgersi in direzione (qibla) della Mecca durante la preghiera.

Prima di fare la preghiera bisogna essere in stato di purità "wudu". L'"Wudu" è il rituale dell'abluzione, una pulizia rituale con acqua pura (o in alternativa con la sabbia) "tayammun". Le parti lavate comprendono: le mani, la bocca, il naso, il volto, le braccia, la testa, le orecchie e i piedi fino alle caviglie. Se il lavaggio viene eseguito con acqua, il musulmano è considerato in stato di "wudu" (purità rituale), il che significa che si e ripulito dai peccati per il periodo che intercorre tra due preghiere. In altre parole, a meno che il musulmano non faccia qualcosa per rimuovere questa pulizia, non ci sarà bisogno di altri lavaggi prima della preghiera successiva. Quando invece viene fatto il "tayammun" e cioè viene usata la sabbia, la pulizia è temporanea e solo per quella preghiera indipendentemente dal fatto che venga o meno commesso un atto impuro. Perciò prima di eseguire un altra preghiera, si dovrà procedere al lavaggio rituale "wudu".

La salāt deve essere recitata in arabo (anche se la persona non lo parla o lo comprende, visto che comunque le preghiere vanno recitate a memoria), l'arabo è una lingua sacra ed è la lingua nella quale è stato rivelato il Sacro Corano. La salāt comprende la testimonianza di fede in Dio (Allah) e nella missione profetica di Maometto (shahada) che implica una richiesta di perdono e invoca la benedizione celeste. Si recita la prima sura (al-Fatiha) e una o più parti del Corano (imparate a memoria) e, se si vuole, una preghiera personale. L'intera sessione include varie posizioni (rak'a): in piedi, inchinati, inginocchiati e prostrati. La sessione termina guardando a destra e a sinistra e dicendo "La pace sia su di te e dentro di te", "assalamu 'alaykum" lingua araba, al fedele che siede a fianco. Questo comprende anche i due angeli che i musulmani credono stiano sulle spalle della persona (quello a destra registra le buone azioni mentre quello a sinistra registra le cattive).

[modifica] Il terzo pilastro è la Zakat'الزكاة' o l'elemosina legale (الصداقة)

Uno dei principi fondamentali dell'Islam è il credo che tutte le cose appartengano a Dio e che il benessere appartiene solo agli uomini meritevoli di fiducia. La parola zakat significa sia purificazione che crescita. Ogni musulmano calcola la sua zakàt individualmente, e nella maggior parte dei casi questo implica il pagamento annuale del 2,5 per cento del capitale in eccesso a quello necessario per i bisogni primari. Un musulmano può anche donare una somma addizionale come atto di carità volontaria (sadaqa), nella speranza di ottenere un'aggiuntiva ricompensa divina.

[modifica] Il quarto pilastro è il Siyam o il digiuno del mese di Ramadan (الصوم)

L'osservanza del Siyam (digiuno) include l'astinenza dal mangiare, dal bere, dal fumare e dai rapporti sessuali. Alcuni non usano neanche profumi, tuttavia questa pratica non ha a che fare con la religione. Il digiuno è ordinato dal Corano, e viene osservato dai musulmani devoti puberi, durante tutto l'arco del dì, fino al calar del sole, per i 29 o 30 giorni del mese lunare di Ramadan. Ne sono esentati gli impuberi, i malati e le donne incinte, mestruate o in allattamento.

Durante il Mese di Ramadan i musulmani trascorrono più tempo in preghiera o ascoltando ogni giorno una parte (hizb, pl. ahzàb) del Corano letto da lettori professionisti in Moschea o in luoghi allestiti allo scopo. Il Siyam mira a disciplinarsi, rafforzando le virtù della pazienza (sabr) e dell'autocontrollo, e del fare anche capire e provare su di sè le difficoltà che provano coloro che a volte non hanno di che da mangiare. Questi atti vengono fatti sempre dedicando l'aspetto penitenziale del tutto a Dio.

[modifica] Il Hajj, o pellegrinaggio a Mecca (الحج) è il quinto pilastro

L'ultimo pilastro dell'Islam è il pellegrinaggio alla Mecca eseguito durante il mese lunare di Dhu l-Hijja. L'esecuzione del Hajj almeno una volta nella vita è obbligatoria per tutti quelli che siano in grado di affrontarlo, economicamente e fisicamente, e circa due milioni di persone si recano alla Mecca ogni anno. Il pellegrino indossa una tenuta distintiva composta da due pezze di stoffa non cucite per lo più di colore bianco che non mostrino differenze di classe sociale e di cultura, perché tutti sono uguali davanti a Dio. L'esecuzione del Hajj coinvolge una serie di rituali, compresa la circumdeambulazione antioraria del più importante santuario islamico, la Ka'ba, una costruzione cubica coperta da un drappo nero (kiswa) che è situata al centro di una grande spianata sacra (matàf). Dopo aver percorso 7 volte a passo affrettato (ma non di corsa) il tragitto fra Safa e Marwà (sa'y), un altro momento essenziale è costituito dalla sosta (wuqùf) nella pianura di 'Arafa, qualche Km. a sud della Mecca, dal sacrificio di animali e dalla tonsura dei capelli che esaurisce l'intera cerimonia.

Sia pur assai meno che nei secoli scorsi, il Hajj costituisce ancor oggi una prova ardua e potenzialmente rischiosa e non sono infatti mancati negli ultimi anni gravi incidenti che hanno provocato un gran numero di morti fra i pellegrini. Comunque, con l'avvento dei moderni mezzi di trasporto e un'adeguata infrastruttura, l'Arabia Saudita ha mostrato di essere in grado di accogliere milioni di visitatori all'anno (2 milioni per il solo hajj). Un pellegrinaggio "minore" e non obbligatorio è la visita della Mecca nei mesi diversi da quello del Pellegrinaggio "maggiore" canonico. Del pari non obbligatoria è la Ziyara, la Visita alla Moschea del Profeta a Medina.

[modifica] Il discusso "sesto pilastro dell'Islam": il Jihad

[modifica] I musulmani moderni e i pilastri dell'Islam

Nonostante i cinque pilastri siano obbligatori per un musulmano, non tutti i musulmani possono, o vogliono, partecipare. Ciò si deve a una serie di ragioni. Per i musulmani che vivono nelle società occidentali, impegni che consumano tempo ed energie come il Ramadan o le cinque preghiere, sono difficili da osservare. I musulmani secolarizzati smettono ovviamente di partecipare con puntualità a questi doveri religiosi, o possono scegliere di partecipare solo ad alcuni di essi. Queste scelte, non sono solo un problema di "fare" e "non fare", ma anche di "appartenenza" e "non appartenenza", poiché la cultura musulmana è una cultura di gruppo. Partecipare a tali attività religiose quindi, non è necessariamente un criterio per valutare la profondità della fede o della religiosità di un individuo. Emerge tuttavia in un ambiente occidentale come spesso i musulmani si organizzino a partire dall'ambito familiare, che è il primo ambito comunitario, per pregare e per praticare gli altri obblighi cultuali. Spesso infatti la mancanza di pratica religiosa è il risultato della confusione dell'individuo, che non riesce ad organizzare i propri "tempi cultuali" in una società che non lo ri-conosce. Viceversa ci sono casi in cui la fede islamica è praticata assiduamente ma in segreto specie da donne occidentali che sono fortemente contrastate dalla famiglia d'origine. Statisticamente sono proprio le donne occidentali ritornate all'Islam quelle più decise a praticare la fede senza perdere le loro radici culturali. Frequenti i casi in cui intere famiglie occidentali abbracciano l'Islam per convinzione e lo praticano più assiduamente dei musulmani arabi o asiatici. In ambito giovanile si è assistito alla nascita dell'organizzazione dei Giovani Musulmani italiani che riunisce circa cinquecento ragazzi e ragazze dai 14 ai 24 anni e che organizza convegni momento di preghiera islamica ed interreligiosa conferenze ed altre attività ricreative in un ambiente sano e assolutamente non integralista.

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