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Hadith - Wikipedia

Hadith

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Hadith, in arabo حديث, ossia hadīth, significa "racconto, narrazione" ma acquista un significato decisamente più pregnante nel momento in cui lo si consideri parte costitutiva della cosiddetta Sunna, la seconda fonte della Legge islamica ( sharīˁa ) dopo lo stesso Corano.

Secondo i musulmani il Corano è testualmente da riferire a Dio (Allāh) e tendenzialmente si evita il più possibile di darne interpretazioni troppo libere che potrebbero portare il fedele a non ubbidire più di fatto ai comandamenti divini e quindi a peccare e a meritare la collera di Dio.
I musulmani sono però perfettamente coscienti che il Corano è tutt'altro che facile da capire perché, se in una sua parte, il Corano dice di essere scritto in "arabo chiaro", nello stesso Testo sacro dell'Islam Dio afferma di parlare per parabole. Da interpretare quindi, sia pur senza voli di fantasia.
Ecco quindi che, a surrogare il Corano, acquistò prestissimo grande significato quello che il Profeta di Dio, Muhammad (spesso più noto come Maometto), faceva, diceva, ovvero non faceva o non diceva quando interrogato su un quesito di fede, di opere o di liturgia.
Muhammad, in quanto migliore interprete della volontà divina (perché ineffabilmente ispirato), divenne così il miglior riferimento dei suoi contemporanei e delle generazioni future di musulmani.
La tradizione narrativa (cioè orale) riferita a Muhammad e, in seguito, anche ai suoi Compagni ( Sahāba ) o a qualcuno dei Seguaci ( Tābiˁūn ) - costituenti cioè i più autorevoli musulmani delle generazioni successive a quella del Profeta e dei Compagni - acquista pertanto valore di legge, sempre purché manchi un esplicito passaggio coranico che ordini o vieti qualcosa.

Strutturalmente un hadīth (pl. ahādīth) è composto da una catena di trasmettitori-garanti (in arabo isnād, ovvero "sostegno") che risale indietro nel tempo, formando una silsila (catena) che si allaccia al primo trasmettitore della tradizione, che può essere un Compagno che l'ha ricevuta dal Profeta o un musulmano che l'abbia ascoltata da un Seguace o, talora, da qualche credente di grande rinomanza delle successive generazioni e si presenta all'incirca col seguente schema: «Ho ascoltato Tizio che ha detto a Caio che Sempronio aveva udito... Muhammad dire: "..."».

All' isnād segue poi il vero e proprio contenuto tradizionistico ( matn ).

Per distinguere le tradizioni autentiche da quelle falsificate (magari anche con intenti pii, per ovviare a un silenzio coranico su una determinata fattispecie) si poteva ricorrere a un'indagine di tipo genealogico. Si esaminava cioè se un trasmettitore aveva o meno una buona nomea, una buona memoria o un'effettiva conoscenza o frequentazione del trasmettitore portatore della tradizione. Questo studio si chiama "scienza degli uomini" ( ˁilm al-rijāl ) ma esiste anche una disciplina di studio relativa al contenuto della tradizione, per vedere che essa non sia ad esempio illogica, incoerente o palesemente impossibile.

Le tradizioni giuridiche furono raccolte in libri, organizzati dapprima per argomento (tali da essere senz'altro più sfruttabili da parte dei giudici dei tribunali sciaraitici) e che si articolavano in rubriche quali, ad esempio, "matrimonio", "divorzio", "compravendita", "preghiera canonica" e così via. In tal caso i libri sono chiamati Sunan. Si sono però composti libri che si organizzavano in base ai nomi dei trasmettitori e che sono chiamati Musnad per il fatto, appunto, di studiare l' isnād. Tra tutti il più famoso è quello composto da Ahmad ibn Hanbal, fondatore della scuola teologica e giuridica del hanbalismo.
In genere si indicano Sei libri (al-kutub al-sitta) che conterrebbero le tradizioni giuridico-teologiche più affidabili e importanti ma talora se ne indicano 14 o anche numerri diversi.
Fra i Sei libri si indicano per eccellenza il Sahīh (Il [libro] sano) di Bukhārī e l'omonima opera di Muslim ibn al-Hajjāj. Gli altri cinque sono i Sunan di Ibn Mājah, di al-Nasā'ī, di al-Tirmidhī; e di Abū Dāwūd al-Sījistānī.

Va da sé che esistono hadīth sunniti, sciiti, zayditi, kharigiti e di altre correnti minoritarie islamiche.

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