FIAT
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FIAT | |
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Tipologia | Società per azioni |
Fondazione | nel 1899 a Torino |
Sede sociale | Torino |
Persone chiave |
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Sito web | www.fiat.it |
Progetto Economia |
La FIAT (acronimo di Fabbrica Italiana Automobili Torino, denominazione conservata fino al 1918) nasce l'11 luglio 1899 come casa produttrice italiana di automobili, ad opera di Giovanni Agnelli e di diversi altri soci, per poi svilupparsi in numerosi settori dando vita al più importante gruppo finanziario e industriale privato italiano. Ha da sempre sede a Torino, in Piemonte, nell'Italia nord-occidentale.
Indice |
[modifica] La Fiat autovetture
[modifica] Storia e direzione aziendale
L'azienda nacque dalla comune volontà di una trentina tra aristocratici, possidenti e professionisti torinesi di impiantare una fabbrica per la produzione di automobili. L'idea di produrre automobili su scala industriale era venuta all'avv. Cesare Goria Gatti (poi fondatore dell'ACI Automobile Club d'Italia) che aveva già finanziato la costruzione della "Welleyes", un'automobile progettata dall'ing. Aristide Faccioli e costruita artigianalmente dalla "Accomandita Ceirano & C.". Visto il successo ottenuto dalla "Welleyes" alla sua presentazione, Goria Gatti pensa di acquisire le esperienze, le maestranze ed il know-how della "Accomandita Ceirano & C." (della quale era socio) per trasferirlo su scala industriale, come già avveniva nella fabbriche del nord Europa.
Il gruppo di notabili, dopo una riunione a Palazzo Bricherasio per fissare le linee d'accordo, si ritrova nella sede del "Banco di Sconto e Sete" di Torino per sottoscrivere l'atto di "Costituzione della Società Anonima Fabbrica Italiana di Automobili" redatto dal Cav. Dott. Ernesto Torretta, Notaio Patrimoniale della Real Casa: è l'11 luglio 1899. I soci versano un capitale di 800.000 lire in 4.000 azioni (circa 10 milioni di euro attuali) ed affidano la presidenza al Cavalier Ludovico Scarfiotti. Immediatamente la neonata FIAT acquista la "Accomandita Ceirano & C.", liquidando il socio-fondatore Giovanni Battista Ceirano con la somma di 30.000 lire. La prima vettura costruita dalla FIAT sarà il modello "3½ HP", copia della "Welleyes" e prodotta in 8 esemplari nel corso del 1899.
Dopo un primo periodo di difficile sviluppo, segnato da diverse ricapitalizzazioni e da modifiche nella composizione del capitale azionario (non sempre in maniera pacifica ma anche sfociate in processi clamorosi per l'epoca), la proprietà della casa automobilistica viene assunta quasi integralmente da Giovanni Agnelli, che diventerà senatore durante il Fascismo e resterà a capo dell'azienda sino al termine della Seconda Guerra Mondiale. Dopo aver rischiato di perdere la proprietà dell'azienda per la propria compromissione con il regime fascista, Agnelli passa il comando a Valletta, essendo l'unico figlio maschio, Edoardo, morto in un incidente aereo. Valletta, uomo di qualità non comuni, si occupò di reggere per conto della famiglia Agnelli una delle poche aziende italiane non completamente inginocchiate dalla disfatta, riuscì a farla rialzare e contemporaneamente fornì l'opportuna preparazione al ruolo che appena possibile avrebbe dovuto assumere il giovane discendente "primo in linea dinastica" (definizione attribuita a Montanelli).
Gianni Agnelli, l'erede, divenne presidente della FIAT nel 1966 e lo rimase fino al compimento del 75° compleanno, quando le norme statutarie lo obbligano a cedere la presidenza. La carica viene assunta prima dall'ex amministratore delegato Cesare Romiti e poi da un manager genovese che per molti anni ha lavorato alla General Electric negli USA, Paolo Fresco. La crisi del gruppo porta il fratello Umberto alla presidenza e dopo la morte di Umberto è la volta di Luca Cordero di Montezemolo; l'erede designato dalla famiglia Agnelli, John Elkann, è stato nominato vice presidente all'età di 28 anni e altri membri della famiglia fanno parte del consiglio di amministrazione. L'Amministratore Delegato, Giuseppe Morchio, dimissionario, è stato sostituito da Sergio Marchionne, che lo ha sostituito dal 1 giugno 2004.
La gestione di Gianni Agnelli segnò il passaggio dell'(ormai) romantica fabbrichetta ottocentesca dal rango di industria cittadina alla configurazione di azienda multinazionale plurisettoriale. La crescita, certo aiutata anche dal cosiddetto "boom economico" degli anni '60, fu ineguagliabile in campo nazionale e comunque di rilievo anche nei paragoni con l'estero.
Le attività e le strategie del gruppo, in origine dirette alla sola produzione industriale di autovetture (e poco dopo anche di veicoli industriali e agricoli), con il passare del tempo ed a causa delle mutate condizioni di mercato e del consolidato assetto di gruppo, sono andate verso una diversificazione in molti altri settori. Il gruppo ha al momento attività in una vasta gamma di settori dell'industria e nei servizi finanziari.
Si tratta del maggiore gruppo aziendale italiano, che vanta inoltre significative attività anche all'estero, ov'è presente in 61 nazioni con 1063 aziende che impiegano oltre 223.000 persone, 111.000 delle quali al di fuori dell'Italia.
La FIAT iniziò la costruzione del famoso stabilimento produttivo denominato Lingotto nel 1916 e lo fece entrare in funzione nel 1923.
[modifica] Modelli pre-Bellici e Bellici
La prima produzione di autovetture, datata 1900, avvenne con l'utilizzo di 150 operai nello stabilimento in Corso Dante a Torino. Da lì uscirono 24 autoveicoli modello Fiat 3/12hp, di cui una curiosità era la mancanza della retromarcia. Ancora nel 1903 la produzione era limitata a 103 pezzi di auto. Al 1902 risale anche la prima affermazione della casa nelle competizioni automobilistiche, quando, con alla guida Vincenzo Lancia si aggiudica una gara locale piemontese la Torino Sassi-Superga.
Sempre al primo decennio del XX secolo risalgono le prime diversificazioni della Fiat nel campo dei veicoli commerciali, dei tram, degli autocarri e dei motori marini. La società inizia anche un'attività all'estero con la fondazione nel 1908 della Fiat Automobile Co negli Stati Uniti e la successiva costruzione nel 1909 dello stabilimento di Poughkeepsie; nel frattempo si amplia anche il numero delle persone occupate, giunte a 2500 unità nel 1906. Nel 1908 viene messa in produzione la Fiat 1 Fiacre, prima autovettura destinata alla funzione di taxi e di cui vennero esportati numerosi esemplari nelle più importanti città come Parigi, Londra e New York.
Poco prima dello scoppio della prima guerra mondiale, la società torinese rinnova totalmente la gamma di autovetture in produzione con la presentazione dei modelli 1,2,3,4,5,6; di questi modelli va ricordata la presenza dei primi esempi di batteria e di trasmissione a cardano. Nel 1911 l'azienda si cimenta nella costruzione di un autoveicolo specifico per battere il record mondiale di velocità: a tal fine costruisce la Fiat 300 hp Record, un'auto di quasi 29.000 cc e 290 cv di potenza, in grado di sfiorare i 300 kmh.
Sempre prima dello scoppio della guerra l'azienda madre fonda la Fiat lubrificanti, allarga le sue attività estere con l'apertura di una società in Russia e inizia la produzione in serie della Fiat Zero di cui costruirà circa 2000 esemplari, forniti anche di impianto elettrico. Naturalmente la produzione civile viene quasi completamente convertita ad uso bellico durante il conflitto e il modello Fiat 501 viene assemblato soprattutto per il Regio Esercito.
Alla ripresa produttiva post bellica nel 1919 l'azienda torinese presenta la Fiat 501 ad uso civile, di cui riesce a mettere sul mercato quasi 45.000 unità. Nel frattempo prosegue anche la diversificazione nel campo dei veicoli industriale e dell'accessoristica; quest'ultima rappresentata dalla fondazione della Magneti-Marelli.
Dopo la visita del Senatore Agnelli agli stabilimenti della Ford, fondata da Henry Ford nel 1903 negli USA, appare evidente che l'unica via percorribile sia quella di operare in serie, attraverso la catena di montaggio. Le prime manifestazioni del nuovo metodo di costruzione sono evidenti dopo l'inaugurazione del Lingotto, modernissimo stabilimento di 153.000 mq, disposto su 5 piani e con la presenza sul tetto di una pista di prova per i nuovi modelli.
I modelli in produzione negli anni '20 spaziano dall'utilitaria Fiat 509 alla lussuosa berlina Fiat 529 equipaggiata di freni su tutte le 4 ruote e di volante regolabile. Una innovazione tecnologica importante è quella del 1928 dove la Fiat, prima al mondo, utilizza l'alluminio per la costruzione delle teste dei motori.
Il decennio antecedente lo scoppio della seconda guerra mondiale è caratterizzato dalla politica autarchica voluta da Mussolini che impedisce uno sviluppo all'estero dell'azienda, ma che aiuta nell'espansione sul mercato interno. È di questo periodo il debutto della Fiat 508 Balilla, presentata nel 1932, inizialmente fornita di cambio a 3 marce e in un secondo tempo (dal 1934) con uno più moderno a 4, che segna il nuovo record di produzione per la Fiat con oltre 110.000 esemplari. Pochi anni dopo il record verrà sbriciolato con la Fiat 500, conosciuta nella prima versione con il nomignolo di Topolino e che, presentata nel 1936, in un ventennio di produzione riuscì a raggiungere l'invidiabile cifra di oltre 500.000 unità.
Appena prima dello scoppio della guerra viene inaugurato anche il nuovo stabilimento di Mirafiori dove viene iniziata la turnazione del lavoro sull'arco delle 24 ore.
Un modello che non può essere dimenticato è la Fiat 6 cilindri 1500, lanciata alla fine del 1935, che si distingue per una innovativa linea aerodinamica e filante della carrozzeria; questa nuova linea, molto accattivante, sarà estesa (ovviamente in formato ridotto) dalla Topolino nel 1936 e dalla Fiat Nuova Balilla 1100, la prima Fiat a fregiarsi del titolo di 1100,che sarà immessa sul mercato nel giugno 1937. L'ultimo prodotto anteguerra - uscito nel 1938 - è l'ammiraglia Fiat 2800: per ovvie ragioni (la natura stssa della vettura e lo scoppio della seconda guerra mondiale) questo modello, che inaugura, in casa Fiat, una nuova forma del cofano (un muso detto a spartivento) sarà costruito (anche in versione "militare") in soli 621 esemplari sino al 1944.
La seconda guerra mondiale porta ad una drastica riduzione della produzione di autovetture con una conversione delle linee alla costruzione di veicoli commerciali richiesti dalla macchina bellica. Gli impianti subiscono gravissimi danni a causa dei bombardamenti e vengono pressoché fermati.
[modifica] La produzione Fiat del dopoguerra
La fine del conflitto mondiale lascia un cumulo di macerie degli impianti industriali e si somma, per l'azienda, alla morte del suo co-fondatore e il conseguente passaggio della dirigenza all'ing. Valletta: solo nel 1948 e grazie agli aiuti stanziati dal Piano Marshall terminano i lavori di ricostruzione degli stabilimenti e riprende in pieno la produzione di autovetture. Già sul finire del 1945, comunque, cominciano a lasciare la fabbrica le prime autovetture: la gamma é quella dell'anteguerra (decurtata della grossa "2800" da rappresentanza) e comprende dunque tre modelli di base: la 500 Topolino, la 1100 e la sei cilindri 1500. Nel 1948, alla fine di giugno, si ha il primo rinnovamento del dopoguerra: nasce la Topolino 500 B, che differisce dalla precedente soprattutto per una modifica al sistema di distribuzione del motore, che passa dalle "valvole laterali" alle più moderne ed effcienti "valvole in testa", con un guadagno di potenza (da 13 a 16 HP) e di velocità (da 85 a 95 Kmh). Praticamente inalterata appare invece la carrozzeria. Meno di tre mesi dopo, nel settembre del 1948, esce la prima "station wagon" italiana prodotta in serie: si tratta della 500 B "Giardiniera" che, sulla meccanica della 500 B appena immessa sul mercato, monta una carrozzeria molto originale (allora definita "giardiniera") caratterizzata dalle fiancate in legno: la vetturetta offre una abitabilità di 4 posti "veri" più un discreto bagagliaio, non male per una vetturetta di appena 570 cmc. Contemporaneamente, anche i modelli superiori, 1100 e 1500, vengono "aggiornati" ed assumono le nuove denominazioni di "1100 B" e di "1500 D".
Nel 1949 la Topolino cambia vestito e diventa 500 C. A marzo, la nuova versione viene esposta in anteprima al Salone di Ginevra: la meccanica é praticamente invariata, mentre la carrozzeria abbandona i fanali sporgenti dai parafanghi e si fa più arrotondata e moderna. La stessa modifica interessa ovviamente anche la versione "Giardiniera". La presentazione in Italia delle due versioni avviene due mesi dopo, nel maggio 1949.
Alla Fiera del Levante di Bari, nel settembre 1949, il rinnovamento riguarda la 1100 e la 1500, la cui denominazione assume il suffisso "E": se per la 1100 il rinnovamento é opportuno e comprensibile in quanto il modello é destinato a rimanere in produzione ancora a lungo, lo stesso non si può dire per la sorella maggiore 1500, dal momento che é imminente il lancio dell'erede, la 1400, che nascerà appena sei/sette mesi dopo. Comunque, tanto la 1100 E quanto la 1500 E si differenziano dalle precedenti 1100 B e 1500 D per alcune modifiche estetiche determinate soprattutto dalla scomparsa della ruota di scorta esterna, ora alloggiata in un apposito vano (avente anche funzioni di bagagliaio) che é accessibile dall'esterno e che viene ad integrarsi nella parte posteriore della carrozzeria. Altre modifiche riguardano i paraurti (irrobustiti) e l'adozione del comando del cambio con leva al volante, secondo l'imperante moda "americana".
Solo nel 1950 avviene la presentazione di un modello veramente nuovo, la Fiat 1400, che manda definitivamente in pensione la pur valida sei cilindri 1500; sarà il primo modello con carrozzeria portante e fornito di serie di impianto di riscaldamento. Negli anni immediatamente successivi verranno presentati anche dei veicoli "inusuali" nella produzione dell'azienda fino ad allora: nel 1951 esce la la Fiat Campagnola, mezzo fuoristrada di derivazione della mitica Jeep utilizzata dall'esercito americano durante la guerra, mentre l'anno dopo (1952) é la volta della Fiat 8V, una berlinetta sportiva a 2 posti caratterizzata dalle sospensioni a 4 ruote indipendenti, novità per l'azienda torinese. Altro traguardo importante raggiunto nel 1951 è rappresentato dalla presentazione di un aereo il modello G80, primo jet costruito in Italia.
Nel campo delle utilitarie, il Salone di Bruxelles del gennaio 1952 tiene a battesimo la nuova versione "station wagon" della 500 C Topolino, definita "Belvedere" e caratterizzata dalla carrozzeria interamente metallica (la precedente "Giardiniera" aveva le fiancate in legno)
Nel 1953 l'occupazione negli stabilimenti raggiunge la cifra di 71.000 unità mentre nel campo della tecnica viene prodotta la prima versione della Fiat 1400 con motorizzazione Diesel ripresa da un mezzo commerciale prodotto in precedenza. Dello stesso anno è la commercializzazione del modello Fiat 1100 nella sua nuova edizione a struttura portante denominato e conosciuto come "modello 103" e considerato un po' come l'erede della mitica Balilla.
Il 1955 è caratterizzato dalla presentazione della Fiat 600, primo modello che veramente darà inizio alla motorizzazione di massa degli italiani, seguita nel 1956 dalla originalissima derivataFiat 600 Multipla, prima "monovolume" italiana; seguono le Nuova 500 nel 1957, la Fiat 1200, variante lussuosa derivata dalla intramontabile 1100 nel 1958, la Fiat 1800/2100 nel 1959 ,la Fiat 1300/1500 nel 1961.
[modifica] Fotogallery Topolino
Una serie di immagini delle Fiat 500 Topolino del dopoguerra. Nell'ordine, da sinistra a destra: --1-- La 500 B Giardiniera (1948) --2-- La 500 C trasformabile (1949) --3-- La 500 C Giardiniera (1949) --4-- La Fiat 500 C Belvedere metallica uscita nel gennaio 1952
[modifica] Modelli anni '60
Nell'arco di pochi anni la società cercò di coprire le varie richieste degli automobilisti spaziando dalle piccole cilindrate alle grandi berline e presentando i vari modelli con allestimenti berlina, giardinetta, coupé e spyder, diventando, in quanto azienda automobilistica più grande, uno dei perni del cosiddetto boom economico di quegli anni.
Nel 1964 viene messa in produzione un'altra autovettura destinata ad un notevole successo, la Fiat 850, nella sua classica versione berlina e in quelle, altrettanto di successo, coupé e spyder. Nel 1966, stesso anno in cui avviene il passaggio di consegne tra Valletta e l'Avv. Gianni Agnelli, viene presentata la vettura più sportiva della gamma, la Fiat Dino progettata in parte con la Ferrari che ne presenta un modello omologo.
I primi anni della nuova gestione sono caratterizzati da nuovi modelli che man mano sostituiscono quelli prodotti nel primo dopoguerra, presentando nel 1967 la Fiat 124 che riesce a fregiarsi del titolo di Auto dell'anno e sulla cui meccanica la Pininfarina crea un modello spyder molto apprezzato. Nel 1968 esce la Fiat 125 e contemporaneamente l'azienda intensifica la sua presenza produttiva nel Sud Italia; inoltre acquista parte della Ferrari e la totalità della Lancia. Il 1969 vede la presentazione della prima autovettura torinese con il motore e la trazione anteriori, la Fiat 128, anch'essa destinata ad un buon successo di vendita e a fregiarsi del titolo di Auto dell'anno. Dello stesso anno è anche la Fiat 130 ammiraglia della casa con il suo motore da 2900 cc.
[modifica] Modelli anni '70
L'inizio degli anni '70, oltre che rappresentare l'inizio della produzione di autovetture all'estero con l'inaugurazione dello stabilimento in Unione Sovietica, vede la presentazione sui mercati mondiali del modello Fiat 127, erede della Fiat 850 e di cui, nei soli primi 3 anni di produzione, ne verranno costruiti oltre un milione di esemplari.
Il 1972 porta contemporaneamente nuovi modelli in vari segmenti di mercato, quello delle utilitarie con la sostituzione della Fiat 500 con la nuova Fiat 126, quello delle berline di gamma alta con la Fiat 132 e quello delle autovetture sportive con la Fiat X1/9. Dopo alcuni anni di poche novità significative, dovuto anche alle prime crisi petrolifere, esce nel 1974 la sostituta della Fiat 124, la nuova Fiat 131 assemblata nello stabilimento di Mirafiori con l'uso di nuove tecnologie in parte robotizzate, e la Fiat 133 un non riuscito mix fra 127 e 126 venduta solo all'estero.
Nel 1978 esce in produzione la Fiat Ritmo, autovettura che si distacca notevolmente nelle linee da tutta la produzione precedente e che ha la caratteristica curiosa di dover essere messa sul mercato degli Stati Uniti con un altro nome, Fiat Strada, a causa della presenza sul mercato di un tipo omonimo di profilattici. In questo stesso anno l'azienda subisce un radicale cambiamento di struttura con la creazione della Fiat Auto Spa sotto cui vengono raggruppate tutte le aziende del gruppo attive nel comparto automobilistico (Fiat, Lancia, Autobianchi, Ferrari e Abarth) scindendo le attività collaterali in nuove ragioni sociali come Fiat Ferroviaria, Fiat Avio e Fiat trattori. Nel frattempo anche tutta la produzione di veicoli industriali aveva perso la denominazione di Fiat per essere inglobata nel marchio Iveco.
[modifica] Modelli Anni '80
L'inizio degli anni '80 presentano un ulteriore ringiovanimento della gamma con le Fiat Panda del 1980 che si instaura fra 127 e 126. La Fiat Argenta in sostituzione della Fiat 132 nel 1981 che si rivela una rivisitazione generale. La Fiat Regata che prende il posto della Fiat 131 nel 1983 derivata dalla Ritmo.
Forse un capitolo a parte merita la presentazione, datata 1983 della Fiat Uno, degno successore della Fiat 127, si merita anch'essa il titolo di Auto dell'anno, è la prima autovettura della casa il cui motore è prodotto negli stabilimenti di Termoli ed è a tutt'oggi il modello Fiat che vanta il più grande numero di esemplari costruiti, oltre 8.000.000.
Nel 1985 vede la luce il primo esemplare frutto della collaborazione tra le aziende del gruppo, utilizzando la stessa meccanica, la Fiat presenta la Croma contemporaneamente alla Lancia Thema e alla Alfa Romeo 164.Di quel progetto faceva parte anche la Saab 9000.
Nel 1988 esce la Fiat Tipo che va a sostituire, nel campo delle berline di media cilindrata, la Fiat Ritmo, seguita a distanza di 2 anni dalla presentazione della Fiat Tempra, altro progetto di collaborazione con la Alfa Romeo 155 e la Lancia Dedra.
Sempre del 1988 è la presentazione di un altro modello che ha fatto la storia, purtroppo in questo caso negativa, dell'azienda Fiat, la Fiat Duna, un'autovettura che si rivelò un vero fiasco commerciale e ricordata ancora oggi soprattutto per le battute umoristiche nate intorno a questo modello.
[modifica] Modelli anni '90
Gli anni '90 sono caratterizzati dell' entrata in produzione dei modelli che vediamo circolare ai giorni nostri e che possiamo, in parte, ritrovare ancora nei listini di vendita odierni come la Fiat Cinquecento del 1991 che sostituisce la 126 , vera e propria mini-rally car. La Punto, che sostituisce la Uno, lanciata nel 1993 si caratterizza da una linea innovativa da monovolume che riceve il premio auto dell'anno 1995. La Coupé del 1993 che sostituisce la mitica X1/9 dotata di un 2000cc turbo. La Ulysse del 1994 che fu la prima grande monovolume di successo prodotta dalla Fiat. La Fiat Barchetta, autovettura spider disegnata da Andreas Zapatinas che riscosse un buon successo come spider economica. Le Fiat Bravo/Brava del 1995, caratterizzate da una linea moderna e da dimensioni da utilitarie più che da compatte come eredi della Tipo che ricevono il premio auto dell'anno 1996. La Fiat Marea del 1996, derivata dalla Bravo/Brava come erede della Tempra. Il progetto 178 di cui fanno parte Fiat Palio, Fiat Siena e Fiat Albea del 1997, pensate come auto , eredi dell sfortunata Fiat Duna di cui fanno parte anche il Fiat Strada (pick-up venduto anche in italia) e la Fiat Perla, aggiuntasi nel 2006. La Fiat Seicento nel 1998 come erede della Cinquecento di cui conserva il disegno originale. La Multipla, che riprende il nome della 600 Multipla, con sei posti e dimensioni da utilitarie.
Questi modelli sono caratterizzati dalla presenza di varie motorizzazioni sia benzina che diesel e in taluni casi anche di motori elettrici o a doppio funzionamento.
[modifica] Produzione Fiat attuale
[modifica] Autovetture
Oltre ai modelli Punto e Barchetta (non più commercializzata in Italia, ma presente ancora nei cataloghi europei) che hanno subito dei restyling e al modello Ulysse che rappresenta la presenza della casa nel segmento delle monovolume, la produzione attuale si compone anche di alcuni altri modelli presentati nel nuovo secolo.
La società torinese è presente attualmente nel segmento delle utilitarie con la Nuova Panda che sostituisce la ormai superata Panda. La Idea nel segmento delle piccole monovolumi La Seicento che sostituisce la Cinquecento, dalla linea ormai superata. Tra le medie cilindrate sono presenti la Stilo che sostituisce le Bravo/Brava. La Albea (non commercializzata in Italia) come utilitaria a tre volumi. La Fiat Palio (non più commercializzata in Italia dal 2001), disponibile in versione Station Wagon. La Fiat Grande Punto che sostituisce quasi del tutto la Punto, modello più venduto in Italia ed in Europa del 2006, caratterizzata dal futuro "family feeling" della Fiat. La Fiat Multipla che è giunta alla seconda generazione che provoca meno impatto della vecchia serie nel frontale. In una categoria a sé stante si può inserire il Doblò, veicolo utilizzabile sia come trasporto passeggeri che come trasporto merci.Il 2006 segnerà il ritorno anche nella categoria dei fuoristrada con il nuovo modello Sedici frutto della collaborazione con Suzuki. Molto atteso è il ritorno della 500 nella sua nuova incarnazione. Atteso è anche il momento in cui si inizierà a vendere la sostituta della Stilo che si chiamerà Nuova Bravo e sarà la prima a montare inediti turbo 1.4
[modifica] Van
Nel campo delle autovetture van la gamma della Fiat spazia dalle versioni delle autovetture Panda (2/4 posti), Seicento (2 posti), Punto e Stilo Multiwagon (2/4 posti), Idea van (4 posti), Grande Punto van (per ora 4 posti), Ulysse van (5/7 posti) e Multipla van (5/6 Posti).
[modifica] Veicoli commerciali leggeri
La Fiat produceva le versioni furgonate delle sue automobili (1100T, 600T, 850T) ma produsse anche furgoni non derivati: nel 1965 nacquero il Fiat 900 in sostituzione dell'850T e del 600T che appartiene ai furgoni medi e il Fiat 241 che fu il primo grande furgone Fiat con portata superiore ai 1400kg; nel 1969 il Fiat 238 in sostituzione del 1100T che si instaura nella categoria dei furgoni medio-grandi, nel 1974 il Fiat 242 in sostituzione del 241 e del 238 come furgone medio-grande e nel 1981 il Fiat Ducato in sostituzione del 242. Il Fiat Ducato è il furgone più venduto in Europa.
Per i furgoni di taglia piccola (adesso multispazio o furgonette) si è dovuto aspettare il 1978 con il Fiat Fiorino, derivato dalla 127 (prima serie) e dalla Uno (seconda serie) che, nonostante la concorrenza dei pari tipo francesi dal 1996, continuò la sua carriera fino al 2003 sostituito dal multispazio Fiat Doblò. Per i furgoni medi si aspetta fino al 1995, anno di lancio del Fiat Scudo, derivato dalla Fiat Ulysse che sostituisce il Fiat 900.
[modifica] I loghi Fiat
Il logo Fiat a riga scritto "F I A T" durò fino al 1983 sui frontali mentre era il simbolo ufficiale dal 1969 al 1999.
Dal 1983 al 1993 sul frontale ci furono le caratteristiche sbarre cromate, diventate più piccole ed azzurre dal 1993 al 1999. Dal 1999 al 2003 il vecchio logo veniva posizionato sul retro dei prodotti e quello nuovo sull'anteriore.
Il 26 ottobre 2006 la dirigenza decide di cambiare nuovamente il logo. Verrà inserito nella Nuova Bravo per l'anno 2007. Il nuovo logo richiama quello utilizzato dal gruppo negli anni del boom economico degli anni '50. La scritta Fiat, di colore avorio ed allungata, appare su uno sfondo rosso cromato, il tutto inserito in una cornice rotonda ombreggiata in modo da richiamare un effetto tridimensionale.
[modifica] Il gruppo Fiat
[modifica] Composizione
Il Gruppo FIAT, a partire dalla fine degli anni '60, ha acquistato o si è comunque assicurato il controllo di una vasta gamma di aziende, tra cui:
- Aziende automobilistiche - il lungo elenco comprende anche marchi molto noti come Lancia, Autobianchi (a suo tempo incorporata dalla Lancia), Alfa Romeo, (inglobati assieme al marchio Fiat dalla controllata Fiat Auto), Ferrari,Maserati e Innocenti (i modelli della quale ultima non sono più in produzione dal 1997).
- Veicoli industriali FIAT possiede Iveco che produce autocarri e mezzi commerciali per uso speciale o per trasporti specifici. Iveco ha incorporato nel tempo OM, Magirus-Deutz, Enasa (Pegaso) e altre aziende.
- Mezzi agricoli - Il gruppo FIAT possiede CNH Global, che produce con i marchi CASE, New Holland, Steyr e Flexy-Coils.
- Mezzi per l'edilizia - attraverso CNH produce con i marchi CASE, New Holland e FIAT-Kobelco (fino al 2002 FIAT-Hitachi Construction).
- Veicoli militari - veicoli speciali espressamente prodotti per particolari esigenze militari o di polizia ed in genere venduti (anche all'estero) con i marchi FIAT e Iveco. (Stabilimento di Bolzano)
- Parti e componentistica per veicoli - la principale azienda produttrice in Italia, la Magneti-Marelli è di proprietà della FIAT, ed a sua volta possiede gli altri marchi Carello, Automotive Lighting, Siem, Cofap, Jaeger, Solex, Veglia Borletti, Vitaloni, Automotive Lighting e Weber; altri marchi di accessori comprendono Riv-Skf (cuscinetti a sfere) e la brasiliana Cofap.
- Acciaieria e metallurgia - FIAT possiede la Teksid e produce macchine industriali (anche per la produzione di auto) con Comau (ora Comau Systems), che ha comprato l'americana Pico, la Renault Automation e la Sciaky.
- Editoria - Il gruppo FIAT comprende anche importanti marchi editoriali, come la casa editrice "La Stampa" (fondata nel 1926 insieme al famoso quotidiano), Itedi, Italiana Edizioni. Alcuni quotidiani e periodici nazionali e locali sono controllati attraverso altre aziende del gruppo, tra cui il Corriere della Sera, di cui detiene una quota. La rivendita degli spazi pubblicitari è curata dalla Publikompass, con il Consorzio FIAT Media Center.
- Costruzioni - Ingest Facility e FIAT Engineering lavorano in alcuni settori delle costruzioni, mentre l'IPI è una compagnia di mediazione e gestione di patrimoni immobiliari.
- Informatica e comunicazioni - La FIAT è attiva anche nel campo dell'informatica e delle telecomunicazioni con l'ICT - Information & Communication Technology, Espin, Global Value e TeleClient. Negli anni 1970 e 1980, l'azienda torinese fu tra le prime a fare uso intensivo di robotica industriale per il montaggio dei motori destinati ai veicoli. Le strutture e gli impianti di produzione FIAT sono tra i più avanzati al mondo da un punto di vista tecnologico.
- Altri servizi - FIAT Gesco, KeyG Consulting, Sadi Customs Services, Easy Drive, RM Risk Management e Servizio Titoli sono compagnie minori che lavorano nel campo dei pubblici servizi, come spedizioniere doganale e nel campo finanziario. Altre attività, come la sicurezza aziendale, vengono svolte da Consorzio Sirio, (FIAT Geva), FIAT Information & Communication Services.
- Ricerca e Sviluppo - Sulla ricerca nel settore automotive, Fiat vanta due grossi centri, uno è il C.R.F. (Centro Ricerche Fiat) con sede ad Orbassano (TO), l'altro è l'Elasis con sede a Pomigliano d'Arco (NA).
[modifica] Settori dismessi
- Costruzioni ferroviarie - Dagli anni '70 a fine anni '90 la FIAT aveva un comparto ferroviario denominato Fiat Ferroviaria dopo l'acquisizione della SNOS di Savigliano. Prima dell'acquisizione la FIAT possedeva una sezione a Torino per lo sviluppo di materiale rotabile (cioè i treni). Alla fine degli anni '90 questa azienda fu venduta alla francese Alstom, produttrice del TGV francese. I principali stabilimenti dell'ex FIAT Ferroviaria si trovano a Savigliano e Colleferro.
- Aviazione - aeroplani e relative parti e componenti erano prodotti dalla Fiat Avio, che controlla anche EVL, industria aereospaziale. La Fiat Avio è stata ceduta al fondo statunitense Carlyle e all’ italiana Finmeccanica. Da notare che la Fiat avrebbe potuto vincere la prestigiosa Coppa Schneider, gara di alta velocità per idrovolanti, prima della Seconda Guerra Mondiale con il motore a pistoni AS6 sul Macchi Castoldi M.C.72.
- Apparati di TLC - Dal 1976 al 1990 nel gruppo c'è la Telettra una delle principali imprese italiane di progettazione e produzione di apparati per le telecomunicazioni. Dopo la fusione fallita con Italtel per dare vita al polo italiano Telit, la società fu venduta alla multinazionale francese Alcatel, che assorbe tutte le attivitá e di fatto cancella il marchio storico.
- Servizi finanziari - Un'importante compagnia assicuratrice, la Toro Assicurazioni, ha permesso a FIAT di controllare una parte rilevante di questo mercato, anche con compagnie più piccole (quali il Lloyd Italico e Augusta Assicurazioni), ma tale settore è stato dismesso con la cessione della Toro alla società De Agostini di Novara (a sua volta quest'ultima ha riceduto il gruppo assicurativo alle Assicurazioni Generali). Anche il 50% di Fidis, il braccio operativo di Fiat per i finanziamenti automobilistici viene ceduto a Credit Agricole.
- Costruzioni - Nel 1990 la Fiat cede la sua società di costruzioni, Fiat Impresit, fondendola in Impregilo insieme a Cogefar, Girola e Lodigiani.
- Telecomunicazioni - Atlanet, la società di telecomunicazioni fondata da Fiat nel 2000 insieme ad Acea e Telefonica, è stata ceduta a fine 2005 a British Telecom.
- Energia - Fiat aveva fondato nel 2001 insieme EDF, Tassara ed alcune banche la società Italenergia che aveva preso il controllo (attraverso un'OPA) di Edison, seconda società italiana nella generazione di energia, uscendone poi definitivamente nel 2005 cedendo le sue quote ad EDF.
- Tempo libero - Il gruppo possedeva gli impianti sciistici del Sestriere, essendo stato fondamentale il ruolo della famiglia Agnelli nello sviluppo della località alpina; una delle piste oggi è stata rinominata Kandahar Giovanni Agnelli. All'inizio di giugno del 2006 questo settore di interesse è stato anch'esso dismesso.
[modifica] Fabbriche e accordi
Il gruppo è presente anche in numerosi Paesi non occidentali. In particolare va ricordato che nel dopoguerra la FIAT fu una delle prime compagnie straniere a costruire fabbriche in Unione Sovietica e nei Paesi da questa controllati, con i noti esempi di Kiev, Togliattigrad e Vladivostok, dove formò partnerships e joint-ventures tecnico-strutturali a vario titolo con le aziende locali, come la russa AutoVAZ (più nota come Lada, produttrice della Lada Niva). Altre fabbriche furono aperte o rilevate, o comunque gestite, in Jugoslavia (la Zastava), in Polonia a Tychy (dove nacque la popolarissima Fiat 126), presso la FSM, tuttora in produzione. Con il crollo del muro di Berlino, sono state aperte numerose altre fabbriche per la componentistica anche in altri paesi come la Romania.
Le partecipazioni e le iniziative nei paesi dell'ex "cortina di ferro" furono causa di polemiche politiche ed anche di qualche tensione con gli alleati statunitensi, poiché per taluni non era opportuno fornire strumenti di progresso tecnico a potenziali avversari. Inoltre, aleggiava il pesante sospetto che la FIAT, già da prima della guerra avviatasi sui settori dello strategico-militare, stesse in realtà fornendo altri tipi di assistenza a paesi ostili. Altri analisti invece consideravano che la presenza italiana nel blocco comunista fosse da un lato ben più vantaggiosa del rischio di ottenimento degli stessi risultati con la via dello spionaggio industriale, e dall'altro comunque un ponte diplomatico sempre aperto che poteva essere (ed infatti fu) di gran comodo per le naturali tendenze alla mediazione della politica italiana.
Con lo stato italiano, comunque, dopo di ciò la FIAT si comportò come un interlocutore di pari livello, quasi che si trattasse di un altro stato, interno alla nazione. La politica industriale '70, dai governi fu sempre assicurato un valido ausilio per la sopravvivenza del Gruppo. Si giunse sino alla nota ridicolizzazione delle componenti sindacali nazionali (dirette emanazioni di alcuni partiti di governo e di opposizione), alla contestazione del loro leader più rappresentativo (Luciano Lama) ed alla "marcia dei quarantamila", con la quale, anche in assenza di apologhi, i quadri dell'azienda spontaneamente sospesero gli scioperi e ripresero il lavoro.
Vi fu più d'uno che parlò di Agnelli come del nuovo "re d'Italia", senza peraltro suscitare grossa sorpresa, né riprovazione.
La FIAT ha altre fabbriche in Brasile, Turchia, Cina, Argentina ed India, dove si producono varianti personalizzate per i mercati locali di modelli come la Palio.
La crisi del settore auto aveva indotto Gianni Agnelli a ricercare accordi di partenariato con importanti aziende straniere, fra le quali destò scalpore quella con la casa statunitense General Motors: la centralità economica e sociale della FIAT Auto in Italia era tale da non poter evitare timori di penetrazione di mentalità commerciali ed industriali assai distanti dalle nostre, ed a livello popolare la prospettiva fu vissuta come rischio di appannamento della tradizione automobilistica italiana, oltre che come rischio di perdita degli usi industriali nazionali. In pratica, la morte dell'Avvocato congelò le trattative.
Gli accordi con General Motors sono stati sciolti all'inizio del 2005 con il pagamento da parte dell'azienda americana di più di 1,5 Miliardi di Euro a FIAT e la restituzione di tutti gli averi nel capitale FIAT.
La FIAT finanzia la Fondazione Giovanni Agnelli (dedicata al fondatore), un ente distintosi per la serietà operativa e presto divenuto di profonda importanza per la ricerca socio-economica. Del gruppo era fino all'inizio del 2005 il celebre Palazzo Grassi di Venezia, sontuosa dimora patrizia oggi convertita in un elegantissimo quanto ampio museo.
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