Catena di montaggio
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Metodo di produzione che incarna il punto di incontro fra la divisione scientifica del lavoro di Frederick Taylor e il modello burocratico d'impresa di Max Weber. Si tratta di un sistema che consiste in un nastro di produzione semovente che fa scorrere il prodotto da assemblare sotto le mani degli operai. Questi sono addetti ad un lavoro estremamente semplificato (nei casi massimi addirittura un'unica operazione, ad esempio l'avvitare un unico bullone su ogni prodotto) che ripetono un numero teoricamente infinito di volte: in questo modo, rimanendo fermi mentre i prodotti scorrono sotto di loro, complessivamente la forza riesce a produrre un numero incredibilmente più alto di prodotti per giorno lavorativo a prezzo per unità molto inferiore. L'esempio più noto è la Ford Modello T: l'auto passa sotto le mani di operai che montano ognuno sempre lo stesso pezzo. Con l'implementazione della catena di montaggio la Ford impiega un'ora e mezza per produrre una vettura, in opposizione alle 12 ore necessarie in precedenza. I costi di produzione sono così bassi che la vettura entra nel mercato ad un prezzo ridottissimo, trasformando l'automobile in un bene di consumo di massa, consentendo alle aziende - a fronte di un prodotto standardizzato (Ford diceva che ognuno poteva scegliere il colore della propria auto, purché fosse nero) - di operare sul mercato ricercando le economie di scala (cioè a grandi volumi produttivi). Il sistema fordista entra in crisi negli anni '70 a causa della crisi petrolifera: il potere d'acquisto dei salari si riduce in maniera così drastica che le imprese sono costrette sempre più ad abbandonare le economie di scala, cercando metodi di produzione alternativi.